castitate / bellore e gioventate. idem, xlvii- 72: donna de la provincia
inchinevolmente ch'ella il benedicesse. sanudo, xlvii- 149: non scordate di racomandarmi
della cittadinanza. attribuito a petrarca, xlvii- 233: se già gran tempo infastidita
amanti ène ingrato. attribuito a petrarca, xlvii- 145: s'amor t'incalza
leggero come l'altre. andrea stramazzo, xlvii- 116: il fleto ben ci prende
la maestra sponda. attribuito a petrarca, xlvii- 206: o fosse stato si
mai infino allora. attribuito a petrarca, xlvii- 106: il padre il guarda [
, lucida e aperta. andrea stramazzo, xlvii- 114: ora al filosofo pensere
fanciullo ovvero fanciulla. attribuito a petrarca, xlvii- 166: qualunque altra cosa più
giamento prestare. frottole d'incerta attribuzione, xlvii- 272: convien pur ch'io
mosse in presente. attribuito a petrarca, xlvii- 143: i lontan messaggier,
moro o fico. attribuito a petrarca, xlvii- 110: per tisbe tinse il
onda a onda. attribuito a petrarca, xlvii- 231: le sue trecce bionde
'l ve'». attribuito a petrarca, xlvii- 255: seguon tre suoi figliuoli intorno
le sta davanti. attribuito a petrarca, xlvii- f f 184:
teme guer'mo. attributo a petrarca, xlvii- 199: s'avessi al petto
malvagio e sconosente. attribuito a petrarca, xlvii- 159: in ira al cielo,
e iettala via. attribuito a petrarca, xlvii- 226: chi ha del mondo
ombre della notte. attribuito a petrarca, xlvii- 143: allor che sotto il
, e pianti. attribuito a petrarca, xlvii- 220: ella si stette a
in sogno trasmutai. attribuito a petrarca, xlvii- 164: ora il mio canto