d'area settentrionale (nel venez. e veron. boga), dal longob.
una ciriuòla / s'era posata in sul veron di ripoli, / per poter me'
vi fa egli perché ella sopra quel veron si dorma? ella non ha in
vi fa egli perché ella sopra quel veron si dorma? ella non ha in
su quel sol gagliardo / veddi che dal veron tu lo guatavi. jovine, 215
la donzella spare. / stridula spranga il veron serra e imperna. d'annunzio,
alvida, trovolla che sorta ad un veron l'attendea, una scala servì di mezzana
l'aspetto, / che sopra quel veron cotanto altiero / giva cantando a passo
quel sol gagliardo / veddi che dal veron tu lo guatavi, / ch'e'si
veneta (venez. petuf arse, veron. petufiarse): prendersi a scappellotti:
. becelli, 1-199: era il veron dodici braccia almeno / alto né appoggio
lucci. = voce di area veron., deriv. da sardena.
(cfr. venez. s'cenza, veron. scengia e sgenda), di
, 1-34: in fretta schiudo il veron che in su gli orti / apresi al
/ la fulgida mia dama / sul gotico veron. / e se potròvederla, / o
nuda le spalle, / a l'aereo veron d'oro s'affaccia. c.
(attestato a parma nel 1255) e veron. ant. trizarolo (nel 1276
nuda le spalle, / a l'aereo veron d'oro s'affaccia / e graziosa a
dial. seti (lomb. trigà, veron. trigar) e in altri domini
valentia); cfr. romagn., veron., vicent. valanzana e bresc.
furia pazza, / e d'un veron lo gittò in su la piazza. ariosto
, io: s'era posata in sul veron di ripoli, / per poter me'