che voi campassi, e per dio mi vergogno / a dirvi quel che la mente
/ la modestia mi corregge, / mi vergogno, ma il bisogno non ha legge
poco, e ti giuro che me ne vergogno, molto più quando qualcuno ha la
arlotto, 181: piovano, io mi vergogno a darvi tanta briga; vorrei che
va il cervello a guazzo. e mi vergogno a dir che non ritrovo la casa
mio bisogno. aretino, ii-58: mi vergogno a porre con un artigiano, che
panzini, iii-100: io non mi vergogno di dirle, che, molte volte
, i-ii: di me medesmo meco mi vergogno. idem, 223-3: quando
ma vivere di vita! io mi vergogno, / sì, mi vergogno d'essere
io mi vergogno, / sì, mi vergogno d'essere un poeta.
e doloroso sermone, perciocché io mi vergogno e confondo d'andare più innanzi. scala
pratolini, 1-23: ma silvana, mi vergogno tu sia la mia sorella..
m. frescobaldi, ix-29: i'mi vergogno ben di ciò ch'i'parlo /
n-ii-70: come filosofo dunque non mi vergogno di sostenere che l'azione è più
parratti stolta. baretti, 1-73: mi vergogno d'aver buttato tante parole per una
critici del tasso... mi vergogno assai d'aver giudicato così alla sfuggita i
? palazzeschi, 7-201: io mi vergogno della miseria, vorrei avere la forza di
i miei difetti, e me ne vergogno; ma per correggermene avrei bisogno di
una contadina; e non me ne vergogno davvero. -domando e dico: esclamazione
andrea da barberino, 1-61: non mi vergogno di così chiamarti, perché così mi
ma di dossi di vaio, che mi vergogno averlo a scrivere. canti carnascialeschi,
: al mattino, bene sveglio, mi vergogno di quanto mi è accaduto, di
stigliani, ii-334: io non mi vergogno di supplicare ora v. e.
: vivo alla giornata e non mi vergogno di raccomandarmi all'aiuto dei conoscenti o
son risoluto d'estinguere, ma mi vergogno di non avere più di cinque annate
carmi ond'esaltai quel traditore / mi vergogno, mi pento e mi disdico. manzoni
carducci, ii-7-211: direi quasi che mi vergogno di amarti tanto. faccio delle fanciullaggini
... / (io mi vergogno a dirlo, io noi vo'dire,
onde sovente / di me medesmo meco mi vergogno; / e del mio vaneggiar vergogna
foscolo, xviii-5: temo e mi vergogno pensando al mio stato febrile da'primi
conto. caro, i-iii: mi vergogno a parlare di queste sciem- pità:
feudalesimo. foscolo, xiv-332: mi vergogno di ideare il mezzo feudale [la
fiasco? svevo, 3-614: mi vergogno anche di non essermi accorto a tempo ch'
/ di cavalier, ch'io mi vergogno a dillo. parini, 309
c. gozzi, i-81: mi vergogno a confessare delle mie bravure, che non
fatica, di tanta assiduità, che mi vergogno a palesarle. cuoco, 2-11:
e ne giubbila il cuor; né mi vergogno / di guadagnarmi il pan di propria
fortunato. tasso, iv-235: mi vergogno... ch'io non abbia in
sospir. carducci, ii-10-50: io mi vergogno, e non spero perdono da nessuna
.. ma tanto che quasi me ne vergogno. b. croce, iv-12-
pallavicino, i-462: ben io mi vergogno, ritrovarsi tanto rara l'umanità nella
dal signor tordorò, io mi vergogno di avere a che fare con
fagiuoli, 1-1-217: né io mi vergogno di cignere a tua cagione quest'abito
periodici popolari, ii-186: non mi vergogno di avere appartenuto all'armata liberatrice dell'
. croce, ii-2-196: non mi vergogno di dire che ho speso alcuni anni
1-i-327: a pagarvi l'importo mi vergogno, / perché voi non ne avete
galli, e molti (che io mi vergogno a dirlo) britanni, che messono
padre, / di cui e mi vergogno e pietà sento, /...
sarebbero ingiuste. pascoli, i-522: mi vergogno... d'aver cominciato dove
, ode, elegie, epigrammi mi vergogno a tornar più a favellare. =
. boccaccio, iii-10-24: né mi vergogno che in tuo onore / io ti
4-94: per lo più erano, mi vergogno a dirlo, desideri mangerecci.
di pidinzuolo, xxi-ii-921: i'mi vergogno / a sfogare l'amor per questo
onde sovente / di me medesmo meco mi vergogno. boccaccio, dee., 3-3
sovente / di me medesmo meco mi vergogno. idem, 209-5: meco di me
sovente / di me medesmo meco mi vergogno. boccaccio, dee., 1-4 (
mia mano e andare mendicato sì mi vergogno. mendicato2, v. mentecatto
li vanno offrendo; e io mi vergogno di far questo, con questi panni
sovente / di me medesmo meco mi vergogno. boccaccio, dee., 1-1 (
volgar. [tommaseo]: io mi vergogno di dire che li sacerdoti e li
morte. soldati, vii-257: mi vergogno a raccontarti queste cose. ma non
allora io soggiunsi: 'io mi vergogno che fra t antiche opinioni, die sono
a dirlo a tuo padre molto mi vergogno. sanudo, xxxiv-273: letti e nin-
lxxxviii-n-84: omè, ch'io mi vergogno / a 'mmagi- nar dove il tuo
i miei poveri versi, me ne vergogno. 6. locuz. -a
. boccaccio, vii-217: i'mi vergogno ben di ciò ch'i'parlo / considerando
onde sovente / di me medesmo meco mi vergogno. f. scarlatti, lxxxviii-11-524:
che cosa è un contadino? mi vergogno a dire con quanto disprezzo siamo ricevuti
sovente / di me medesmo meco mi vergogno. sacchetti, 225-49: il golfo si
che cosa è un contadino? mi vergogno a dire con quanto disprezzo siamo ricevuti da
che cosa è un contadino? mi vergogno a dire con quanto disprezzo siamo ricevuti
stigliani, ii-335: io non mi vergogno di supplicare ora v. e.,
, i-15: non mi perito e vergogno / di venirvi a pregar che orecchio
d. bartoli, 9-30-6: mi vergogno... in questa publica scena
buon fuoco nella baracca, perché mi vergogno un poco, pensando al mio bravo
i miei poveri versi, me ne vergogno, ché mi paiono, così vestiti
. gozzano, ii-178: io mi vergogno, / sì, mi vergogno d'essere
mi vergogno, / sì, mi vergogno d'essere un poeta. saba, 104
onde sovente / di me medesmo meco mi vergogno. castiglione, 201: non sarà
consiglio e disse: « i'mi vergogno / di quel che di mutron vi
per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione
-quanto le dànno al braccio? -mi vergogno a dirlo. otto lire. -ma i
versi... non me ne vergogno. -per estens. richiedere determinate
i vostri sogni (e non me ne vergogno) / sono follie, ma quei
quello di che io iù mi vergogno in servigio della sua memoria è che pu-
e pulirolla. pellico, 2-40: mi vergogno di non averti ancor mandato la mia
aver guadagnato, e quasi me ne vergogno: i bagni di mare, il moto
ristringo, / men pento, men vergogno e me ne dolgo. g. p
; ma è sì ladra cosa che mi vergogno a solamente riguardarla. -fare
12-ii-212: ben le dico ch'io mi vergogno d'esserle servitore così disutile, come
, lxxxviii-ii-84: omè, ch'io mi vergogno / a 'mmaginar dove il tuo nome
, dovrei vergognarmene, non me ne vergogno. bacchelli, 5-86: « a me
, / me 'n pento, me 'n vergogno e mene dolgo. / seguoti, ma
12-ii-212: ben le dico ch'io mi vergogno d'esserleservitore così disutile, come le sono
. segneri, iii-1-147: io mi vergogno di contrapporre a questi esempi d'amore
: dice sant'agostino: « io mi vergogno d'essere bene vestito, e però
così senza el tuo aiuto i'mi vergogno / riferir quanto mia memoria serra. buonarroti
.. / mi fan sì ch'io vergogno ai tuo'aiutori. agnolo segni,
viii-1-47: quello di che io più mi vergogno in servigio della sua memoria, è
che in servigio di lui io me ne vergogno. -per proprio servigio:
necessaria. leopardi, iii-121: mi vergogno assai d'aver giudicato così alla sfuggita
lei. gozzano, ii-178: io mi vergogno, / sì, mi vergogno di
io mi vergogno, / sì, mi vergogno di essere un poeta. pasolini,
credono la casta susanna., mi vergogno per lei, signora », concluse
mostrarti tutta la mia anima, non mi vergogno di confessarti ne'due biglietti ch'io
. carducci, ii- 2-276: mi vergogno della mia porca negligenza e smemorataggine.
, vii-136: di tediarvi però non mi vergogno / senza garbo verun, senza riguardo
m. frescobaldi, 2-59: i'mi vergogno ben di ciò ch'i'parlo /
il libro in lingua buttiana]? mi vergogno a dirlo: col mezzo d'un
. parise, 5-275: io non mi vergogno. tu sei mio figlio e anche
raffinato. allegri, cal-24: mi vergogno del non aver altra maniera di scrivere
. manzoni, v-1-42q: mi vergogno peggio che mai, veggendo così poca
queste sono fre- scacce di cui mi vergogno sebbene non mi tangano. -scherz
mia mano e andare vendicato sì mi vergogno. fiore, 181-3: lassa tapina
aretino, vi-67: se non che mi vergogno a porre con uno artigiano, che
ovidio volgar., 6-324: io mi vergogno insegnare piccole cose: dire come si
, / cosa che a dirla mi vergogno e schifola; / mentre tutto si dà
cerimonia: io vo, né mi vergogno, / tirarla tonda, quando n'ho
tozzolare il pane, a dirvela, mi vergogno perché son grande. -per
e de la colpa mia non mi vergogno, / e mi difendo ingiustamente, e
che pure è provato; né io mi vergogno di qui portarlo: 'chi lascia la
padre mio, di questa parte mi vergogno io di dirvene il vero, temendo di
della casa, iv-241: io mi vergogno a scrivere di questa materia, che
signor custodi,... io mi vergogno di avere a fare con questa canaglia
. leopardi, iii-766: dico che mi vergogno a raccontarti questo, perché par ch'
? gozzano, ii-178: io mi vergogno, / sì, mi vergogno d'essere
mi vergogno, / sì, mi vergogno d'essere un poeta! -in
più con la particella pronom. (vergogno). provare, manifestare vergogna per azioni
. della casa, iv-241: io mi vergogno a scrivere di questa materia, che
si dimostra. i'non me ne vergogno, / il dirò pure: / squittin