, che il più delle volte mi vergognavo io per lui. comisso, 7-144:
lode alla bellezza, / anzi mi vergognavo del mio corpo, / di questo dono
la lode alla bellezza, / anzi mi vergognavo del mio corpo, / di questo
moravia, vii-56: io spesso mi vergognavo, perché un conto è accompagnare con
che ha le brache, che porta mi vergognavo dei miei giorni tranquilli. piovene, 5-528
la lode alla bellezza, / anzi mi vergognavo del mio corpo, / di questo
interamente: mi trattavo male, mi vergognavo di me stesso. -in senso concreto
arrugginito, un infilascarpe di cui mi vergognavo tanto che, giunto all'albergo lo nascondevo
da ponte, 12: io mi vergognavo internamente d'esser il meno instruito di
quasi sempre in uno stato che mi vergognavo di me stesso. = forma femm
al mio io più intimo che mi vergognavo d'avergli mai svelato.
. marotta, 6-22: ebbene mi vergognavo, tant'è, di riferire senza
, 3-13: con lui vicino non mi vergognavo di apparire grossa, in quel grembiule
3-179: un attimo dopo già mi vergognavo di quanto era accaduto...
. cecchi, 13-327: quasi mi vergognavo a portare quelle rose, nel breve tragitto
21: tornar a casa più mi vergognavo / che non fa un soldato svaligiato.
roba. cellini, 542: io mi vergognavo di essere ceduto a fare una così