e venga un angue / che col velen la terra apra e divida. lorenzo de'
giorni, / onde il serpe e 'l velen la rende priva, / non vo
opportuna speme, / dolce dei cuor velen, / fate improvvisa e provvida /
vuo'spento il fuoco mio; / il velen a urlare; chi è solito gridare
pindemonte, 2-413: ritrarranne / fiere velen, che getterà nell'ume / con
scoppia e crepa, / tanto caldo velen da questo fiocca. lorenzo de'medici,
alla lingua, e ivi potente / spreme velen dall'uncinato dente. =
imperio augusto, / l'anima col velen svelse dal busto. -per simil
gli altri e cammin tenni / di velen tinto e tamara acqua bebbi / del vano
250-14: e nullo è più mortai velen né pena / d'ogni losinga, che
qual fuor degli occhi crepa / tanto velen, ch'a colui ch'elio offende
sasso scoppia e crepa, / tanto caldo velen da questo fiocca; / col guardo
violento / per le midolle fervide / amoroso velen; /... cantava,
pananti, i-380: e il velen, si suol dir, sta nella coda
serpente, / che son contra al velen maraviglissime, / ché sudan, se
dubitazion che ti commove / ha men velen. maestro alberto, 22: nulla
l contende, nel viso gli sprazza / velen, che v'è mischiato altra sozzura
di serpente, / che son contr'al velen maraviglissime. burchiello, 33: limatura
insidioso, esca fallace, i dolce velen, ch'uccide e non dispiace. marini
prati, i-51: ma il crudo / velen della memoria ogni conforto / d'amarezza
sen s'ascose: / ivi del suo velen le nutre e pasce, / e
chi brama eternità. così deride / il velen della morte il viver nostro. delfino
arme, / col succo e col velen se ne risente, / e col suo
. tasso, 8-72: col foco il velen ne'petti mesce: / lo sdegno
viso diramando, / con tra 'l velen de l'erba / le ritornò la vita
t'avean guasta / l'umana effigie con velen possente, / disfece i groppi,
insidioso, esca fallace, / dolce velen, ch'uccide e non dispiace.
per farmi megliorare, / arrecomm'un velen sì temperato, / ch'averla,
altra dubitazion che ti commove / ha men velen. girolamo da siena, xxi-282:
avean guasta / l'umana effigie con velen possente, / disfece i groppi, onde
. parini, v-91: del regnante velen spontaneo elegge / quel ch'è men
v'intrise: / e fra gli altri velen, che dentro v'arse, /
violento / per le midolle fervide / amoroso velen. de sanc-tis, iii-129: il
, / risponde: c'è il velen, c'è il verderame? manzoni,
di protervia 1 m'indraco e di velen. d'annunzio, iv-1-255: quel vino
, / ad ogni morso c'ha velen fa prova. landino [plinio],
insidioso, esca fallace, / dolce velen, ch'uccide e non dispiace. saracini
de'conti, i-92: come corpo che velen nudrica, / gustando sempre amaro dalle
, / nettar bever si crede e il velen sugge: / la lingua vibra empie
per farmi megliorare, / arrecomm'un velen sì temperato, / ch'averìa,
.. / onde serpe di rabbia e velen misto / nel tristo core il crudel
cani. pulci, 25-314: tanto caldo velen da questo [dal fiato di un
minaccioso scocchi, / ch'aspersi di velen raggi e faville / sovra gli odiati alberghi
che dal suo covo / ricetto di velen, pria riposante, / svegliò di manne
, beendo gli atomi / dell'acuto velen; / e la vita fomenta, /
-figur. lubrano, 55: funambolo velen per gli ami ascoso / corre ad
furie! egli perdéo / la vita col velen ch'empia gli porsi, / e
fra lor, questi serpenti / di velen pien cominciar a ghermirsi, / e con
la bella / zama già oppressa dal velen non ode / i suoi singhiozzi;
guadagni. fagiuoli, x-36: sputa velen, come l'inchiostro seppia, /
t'avean guasta / l'umana effìgie con velen possente, / disfece i groppi,
più capi orrendi e crudi / vomitò di velen spume mortali, /...
detestabile. baldi, 178: qual velen, dii! fin dal tartareo regno
il mondo ancor tenea, / d'aquilonar velen spi predi, 4-22:
ravilioli egli gettò, / quasi fosser velen di bocca fuori, / e più volte
di protervia / m'indraco e di velen. luzi, i-58: invano tenderà
, / che in tal umor manco velen s'imprima. f. f. frugoni
e infetto, / e sì mortai velen le infiamma il cuore, / che le
torpido umor per infezione / di furtivo velen dalla tarantola / morditrice trasmesso e nelle
e infetto, / e sì mortai velen le infiamma il cuore, / che
in lui rivolta / la lingua, del velen d'averno infusa. idem, 16-41
poi de l'adultero, / lentamente il velen gli propinai. borgese, 1-162:
, / il serpe c'ha il velen tra i duri artigli. i. neri
martella, / non vi appresta il velen cuoca inventrice, / e nei giochi permessi
mie carte / non vo'che suo velen l'invidia versi. bocchelli, 1-i-168
marino, 13-n: fra gli altri velen, che dentro v'arse, /
/ nèttar bever si crede e il velen sugge. dell'uva, 66: nettar
allor chiusi per sempre / che nel dolce velen bagnai le labbia! tasso, 15-55
stillar fuor per questi occhi intanto / il velen de'martir. converso in pianto.
noi dalla fera crudele, / dal suo velen come pestifero angue, / e poi
nido del mastin latrante, / vomitando velen si sciolse aletto. varano, 1-556
, 64: che più? se di velen meschiato e tinto / ivi da l'
tossa / tutte ha logre di morte il velen. carducci, iii-3-284: sette verghe
. parini, v-92: del regnante velen spontaneo elegge / quel ch'è men
316: s'eo lo tacesse, lo velen non caccio / de la buscìa che
1031: qualche rivai nascosto / di maligno velen sparse a mio danno / forse quel
dubitazion che ti commove / ha men velen, però che sua malizia / non ti
de'conti, i-92: come corpo che velen nudrica, / gustando sempre amaro dalle
petrarca, i-2-64: manda'le 'l velen con sì dolenti / pensier, com'
che dal suo covo, / ricetto di velen, pria riposante, / sveglio di
da lontano che fugga ognun dal suo velen marrano. 6. che esprime perfidia
martella, / non vi appresta il velen cuoca inventrice, / e nei giochi
. del bene, 1-332: sgombra il velen della vipera, dopo la scalfittura fitta
. baldi, 64: se poi velen tu chiedi, onde t'aggrade /
316: s'eo lo tacesse, lo velen non caccio / de la buscìa che
contende, nel viso gli sprazza / velen, che v'è mischiato altra sozzura,
d'ira e di dispetto, schizzando velen dagli occhi, presentossi all'imperadore e con
serpente, / che son contr'al velen maraviglissime. tasso, n-iii-1119: l'
falsa e finta, / hanno il velen de'serpi e gli infelici / guidan
distilla. baldi, 64: di velen meschiato e tinto / ivi da l'
contende, nel viso gli sprazza / velen, che v'è mischiato altra sozzura.
un dolce mele / che mitiga il velen che dà il destino. botta, 6-ii-409
il torpido umor per infezione / di furtivo velen dalla tarantola / morditrice trasmesso. capuana
teme del perfido e mortale / cupo velen che l'anima gli punse: / nel
che cresce nel lito del mare ed è velen pessimo e mortale ed è di
cresce nel lito del mare, ed è velen pessimo e mortale,... e
sulle labbra il zucchero / ed il velen nel cor. alfieri, 5-268: la
. angiolieri, 115-5: arrecomm'un velen sì temperato / ch'averìa, non
cosa sia l'amore], lo velen non caccio / de la buscìa che tanto
braccia. baldi, 253: il velen che spira / l'angue ch'ai
1-85: ognor le merci, ove il velen s'asconde, / tratte all'occaso
sentì l'odore: / questo è un velen mortifero ch'appesta, / 10 non
stesso è d'avviso / che un velen l'abbia spinta in paradiso.
/ suggean dai fiori più guasti il velen dolce / che ineb- bria il cor
inver le stelle, / mostrando il velen tra pelle e pelle. lorenzo de'medici
dalla fera crudele, / dal suo velen come pestifero angue. benivieni, 1-153:
v-2-42: sappi che significa quaggiuso / velen, paura, crudeltà e torto,
noi dalla fera crudele, / dal suo velen come pestifero angue. alamanni, 6-15-73
benché d'ogni pestifer empio drago / di velen, d'orridezza il segno io sia
ciampoli, 155: arma pur di velen false parole / pestilente eresia, vomita
sia febo oggi deriso / da lingue di velen gravide e piene, / non però
e puro; / per la testa un velen piscia, / che farìa ingrossare un
. beccuti, 189: d mescolar velen nei vostri giuochi, / tesser la vostra
1-47: egli perdeo / la vita col velen ch'empia gli porsi. chiari,
/ tutte ha logre di morte il velen. faldella, iii-64: noi nasciamo
occhi immoti, / tal ch'un sottil velen da quei bevea, / che,
nova, / chi mi diede il velen, non l'abbia dato; / fa'
): a l'alma incauta quel velen cammina: / d'amore e di
316: s'eo lo tacesse, lo velen non caccio / de la buscìa che
morone, 183: or ti parrà velen l'empia dottrina / che professasti un tempo
di protervia / m'indraco e di velen. ojetti, xciii-214: ho veduto
7-i-107: sai tu qual'è 'l velen che gli dei dànno / più d'altro
della furia mesce / esca nuova e a velen veleno accresce. salvini, 39-iii-160:
, detto male del generale: il velen solo parve purgato perché, dicendo gli
sentì l'odore: / questo è un velen mortifero ch'appesta; / io non
. tansillo, 18: il freddo velen, rapidamente / vago, del cor di
caro dono intento, / con soave velen mi fere amore, / e m'è
umor, per infezione / di furtivo velen dalla tarantola / morditrice trasmesso e nelle
. panni, 1-i-94: del regnante velen spontaneo elegge / quel ch'è men tristo
. parini, 1-i-91: del regnante velen spontaneo elegge / quel ch'è men
. /... / di velen... temendo, / mi pregò
i dolori: / del pomo il rio velen, ch'ambi gustaro, / versar
, io l'ali spiego / e qual velen quelle due furie attosca / racconto a
la sua morte / bramava, e di velen perciò temendo, / mi pregò ch'
pesto. campailla, 7-98: indomito velen, più violento / è
serpe... / risorbe il velen freddo, / lambendo quel che pria buttato
palmieri, 2-2-36: la serpe greca suo velen rispilla / ne'capi in lema mozi
che la stiuma / versa e 'l velen per ogni balza e rapo, / tal
/ nèttar bever si crede e il velen sugge; / la lingua vibra empie
>arte gialletta. campailla, 7-98: indomito velen, più vio- ento / è colà
. lubrano, 3-73: con aereo velen la morte arciera / omicide sbalzò le
sbuffa. lubrano, 3-55: sbuffano di velen sputi funesti / senza timor le vipere
. del bene, 1-332: sgombra il velen della vipera, dopo la scalfittura fatta
, / sì lo strugge il velen che '1 cor gli ha preso.
e chiama un serpentaccio / pien di velen, senza pietà nessuna. scapigliatóre
stile / cui di recente un suo velen sottile / ha fatto azzurro, avanza.
lingua e rea, / sol di velen e di mal dir ripiena.. muratori
vere scintille e virtuose / discuopron lor velen po'nella coda / e fan con
e strali, / ma in cambio di velen da lui portonne / su- gnacci buoni
fecondatore. campailla, 7-98: indomito velen, più violento, / è colà quel
e pregio a me: tuo nero / velen disfoga pur, ch'io più animoso
per la rabbia scoppia, / sputa velen, come l'inchiostro seppia. d'annunzio
zie e chiama un serpentàccio / pien di velen, senza pietà nessuna. piovene,
prese / l'anello a bocca e 'l velen serpentino. tasso, 14-614: d'
checresce nel lito del mare, ed è velen pessimo e mortale, ed è di
a te renduto / i'are''l velen di tuo vilana verba, / ché d'
, nel viso gli sprazza / velen, che v'è mischiato altra sozzura.
volse / catena indegna, onde il velen che spira / l'angue ch'ai nudo
pari delle fiere, degli organini e / velen, che v'è mischiato altra sozzura.
caldaia, scom vomitò di velen spume mortali. foscolo, vi-350: intanto
: per la rabbia scoppia, / sputa velen, come l'inchiostro seppia, /
, detto male del generale: il velen solo parve purgato perché dicendo gli accusatori
riesci, / amor, che col velen de la paura / stempri il mio dolce
, / quando fia mai che 'l tuo velen non stempre / l'allegrezza degli uomini
si fosse in queste malignamente stillato il velen di lutero e 'l tossico di calvino,
fra lor, questi serpenti / di velen pien cominciar a ghermirsi / e con gli
corsini, i-39: in cambio di velen da lui portonne / sugnacci buoni ad ungere
per farmi megliorare, / arrecomm'un velen sì temperato, / ch'averia non
intelligenza, 200: acqua non tien giammai velen alcuno. leonardo, 2-49: togli
tien per zona / sibilando s'arriccia e velen cola? 3. figur.
de'serpenti e la malizia, e 'l velen de'funghi. e. cecchi,
con maggior rabbia in ogni loco, / velen focoso, avele- nato foco.
; se di recente un suo velen sottile / ha fatto azzurro, avanza.
febo oggi deriso / da lingue di velen gravide e piene, / non però di
/ ben conobbi il velen de l'argomento. savonarola, ii-70:
i-331: voi, / mal soffrendo il velen dell'argomento, / con la mano
(tira, e di dispetto schizzando velen dagli occhi, presentossi all'impera- dore
, che di tosco, / perché sparga velen, se stessa ai veleno vipereo,
rupe, / ove del sacro / dolce velen di non sognata circe, / dirce
già caduto / ne'fonti stessi del velen, gli è forza / la vita affatto
d'atrocissima ferita, / e tal velen le infuse, / che intumidì quel viso