giere udirà quello che qui apresso scrivo, vegia e prenda esempro di quello che interviene
forza mi piglia; / uguanno lo vegia io morto! latini, rettor.
legiere udirà quello che qui apresso scrivo, vegia e prenda esempro di quello che interviene
, e giamai non voglio che persona vegia mia faccia più. g. p.
forza mi piglia; / uguanno lo vegia io morto! boccaccio, dee.,
debile... dorma, ma pur vegia più, il perché il dormire,
e de'pontifici e innanzi agli usci vegia. b. davanzati, i-129: fatto
udirà quello che qui apresso scrivo, vegia e prenda esempro di quello che interviene
via da ti le spine de l'opinion vegia chi sta ancor in ti e tagliae
legiere udirà quello che qui appresso scrivo, vegia e prenda esempro di quello che interviene
dormì-vu, madona mare, o vegia? ». eia disse: « e'
presto senza alcuno aita prime ch'io vegia, non ch'io trovi el porto.
né muta il forte animo, perché vegia / il prato roso suo o ben fiorito
e de pontifici e innanzi agli usci vegia. collenuccio, 127: entrò in
li letere che era in la gabela vegia. lippomani, lii-15-48. le taglie vecchie
nelle forme veggia (nel 1140), vegia (nel 1185) e vezia (nel
contrasto giustinianeo, 28: fa ch'io vegia a la fiata / la tuo ziera
decalogo, v-422-102: quand la zigonia è vegia e no po volare, / la