: -ohimè -muggiando -ohimè -dicea -qual veggio / d'insoliti portenti alto concorso? cesarotti
arrecava. cambini, lxxx- viii-1-376: veggio ciascun tir'acqua a suo mulino / e
leva sopra me tanto, ch'i'veggio / la somma essenza de la quale è
mai potesse un giorno lena, / e veggio che mia pena / fatta è perpetuale
/... cerco, e non veggio / lo spirto che la move e
più vicine. forteguerri, iv-567: io veggio bene / che questa nostra età già
mal sodisfatto per lo scandalo, che veggio nascere ne'popoli, di questa subita
, mi può far contento; / e veggio i nodi che fuggir son lento,
da massa marittima, xliii-289: mo'ti veggio andar povero e solo, / e
uccelli). serdini, 1-73: veggio le fere pellegrine e snelle / nell'
/ com'or ben chiar nel vostr'aspetto veggio, / serbate in voi queste mie
redi, 16-v-48: quelle noterelle marginali veggio chiaramente, che furono fattura di un
parlando e la buona sembianza / ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri
saracini. baldi, 97: io veggio colà su dov'io notai / la
ritonda, 1-496: or ch'io vi veggio, il cuor è dilettoso / sì
questo dolore così novellamente ch'io vi veggio tutti quanti piangere? daniello, 60
cicerone volgar., 4-122: io veggio nel novero di voi, padri senatori,
che di tanto più bassa condizione mi veggio, che, non nubandosi a loro,
che l'oscure nubile / appropinquare io veggio a darci prelio. 4.
osso occipitale e articolazione 374: veggio riverberar l'erbe e le piante, /
: mirando a l'alte stelle, / veggio nel primo cielo, / nuda senza
., 24-50: di's'io veggio qui colui che fore / trasse le nove
novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno, come ch'io mi mova /
in grembo un'altra donna bella / veggio, che nova atene el mondo canta.
queste rupi incolte, in auesti sassi / veggio vestigi della fiamma antica, / onae
sospetti / in serena certezza aprirsi io veggio. 10. astratto, vago
piedi obbedienti. fantoni, ii-30: veggio l'ombre scherzar e multiforme / vestire aspetto
cavalca, iv-41: sappi ch'io ti veggio il fiele pieno d'amaritudine e in
, / l'ombra talor dello alto secol veggio. ceresa, 1-24: posto in
; e infino a ch'io non veggio lo spirito santo obumbràre l'altare, non
fonti, li vostri licori / turbidi veggio, e di voi chiare stelle /
, 6-1-147: allor orlando disse: io veggio adesso / che sete tutti gente inebriata
lungo tempo priva degli occhi, ora veggio più chiaramente. betussi, xliv-11:
. g. cavalcanti, xxxv-n-521: veggio negli occhi de la donna mia /
ii-172: oh quante... io veggio ed ho vedute, / che fuori
alla palestina. crudeli, 1-84: veggio che i pronti e lucidi / cavalli il
applicarmi gli oculari al naso. oh veggio di molti spectatori la corona.
di vivere. petrarca, 134-11: veggio senza occhi, e non ho lingua
peccato. abbracciavacca, xxix-26: non veggio offensa, c'om possa mendare.
via. chiaro davanzati, 4-18: veggio ben ch'è follia, / ma d'
. anonimo bolognese, lxxxviii-n-740: io veggio dubitar sovente / là dove in atto
/ oggi ha due lustri, ritornar ti veggio / vestita d'atre tenebre di sangue
-conci. (1-iv-90): io veggio in quella [nella mia bellezza],
cino, iii-105-1: oimè ch'io veggio per entr'un penserò / l'anima stretta
; arridere. assarino, 3-58: veggio, o signori, che, mentovando soli
s. maffei, 7-89: io veggio / veggio le turbe ad oltraggiarmi accorse
maffei, 7-89: io veggio / veggio le turbe ad oltraggiarmi accorse. monti
. della casa, 727: ben veggio, donna, ornai che più non sono
omè, comun, come conciar ti veggio / sì dagli oltramontan, sì da'
, 1-716: è ver, gli efori veggio, / e un re qui stassi
crisostomo volpar., 1-1-41: non veggio, carissimo, che nullo di noi abbia
un taciturno bosco. stigliani, 2-232: veggio... mill'altri / selvaggi
. michiele, i-308: quale io veggio / metamorfosi strana di colori? /
, iu-25-1: o lasso me! non veggio 'l chiaro sole. -regge un compì
, / che fami ligio com'i'veggio molti, / sia quanto voglia bella e
onagri e linci dintorno alle foltissime selve veggio. m. adriani, 5-64: altri
211-14: nel laberinto intrai, né veggio ond'esca. sac
pentura. petrarca, 1-70: ben veggio or sì come al popol tutto / favola
ondoso e rio, / come qui veggio la sembianza tua, / prega ch'
oratoràccio. alfieri, 5-59: tal veggio or qui nella città del loto, /
mi deride, / son orbo e veggio e non son muto e taccio. verga
un piccolo orciolino. burchiello, 28: veggio i crespelli che con dolce canto /
- lo spigo aulisce e giardino non veggio! / - e come e come ne
piacevolezza. brusantini, lvi-114: mirando veggio la beltà novella / ornarsi per costei
: se l'oro / e i rai veggio apparir del vivo sole, / tutto
ciamberlato a colore orovario, / sfolgorar veggio 'l nobil aureo fiore / della diva
entrare. imperiali, 4-299: sedersi io veggio / su quelle alpestri cime un vecchio
dèi che quella orribile / furia non veggio. s. maria maddalena de'pazzi
catene; / e ingegnosi strumenti / veggio d'atroci pene / là per uegli
: o forsennati, forsennati! io veggio / l'inespiata ira d'iddio chiamarvi /
nel mio orto. bellincioni, ii-223: veggio di roma un suo bello antico orto
emisperio l'occaso. ariosto, 178: veggio pur per camin certo / pestati e
volgar., xxi-642: io ti veggio [o signore] in ispecchio e in
michele del dogante, lxxxviii-1-670: non veggio dove far prencipio possa: / scrivere
depinto / porto nel petto, e veggio ove ch'io mirii / mi sforza,
io servo e voi dispiace, / veggio ben eh'è follia, / ma d'
/ sì fertil, sì munita ancor non veggio / quanto io in italia, e
6-353: gli han ben cenato, il veggio, 'sti pacioni. faldella, 1-76
librar per gioco. menzini, iii-159: veggio come obliquo il turbo spira, /
fulminerò ne'detti miei / che già mi veggio riportar la palma. -cogliere la
angiolieri, vi-1-301 (8-4): quando veggio becchina corrucciata, / se io avesse
ceccoli, vii-675 (13-8): veggio metter sorte de sua gonna, /
r. castellano, lxxxviii-11-724: io veggio un verme venir de liguria, /
io da qualche tempo in qua ti veggio così sprucchiato, attillato, andar in
di casa..., lo veggio a far la parata. -ornare
corda avinto. tagliazucchi, 1-ii-16: già veggio stillar mele i tronchi e i sassi
del sangue d'austria e d'aragon io veggio / nascer sul reno alla sinistra riva
più certa; / perch'io la veggio nel verace speglio / che fa di
più certa; / perch'io la veggio nel verace speglio / che fa di
chiamarla. chiabrera, 532: io veggio che l'uomo grande si è fatto
suol parere, / ma no la veggio sì come già soglio. dante, vita
davanzati, 66-11: para di voi non veggio al mio parere. dante, vita
guerra. monte, 1-23-4: eo veggio, donna, in voi tanta valenza,
l'antiche aversitadi delle grandissime cittadi, veggio che non picciola parte di danni v'
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio. giov. cavalcanti, 93: gli
latini, rettor., 3-12: veggio che non picciola parte di danni v'
del cuor privo, / s'io la veggio ballare, / ché mi fa consumare
cor che mi si parte, / e veggio presso il fin de la mia luce
pronta al partir dal lido ognora / veggio l'ampia d'amor nave superba.
partiti: se debbono combattere insieme non veggio che le virtudi da'vizi si possan
vaghi augelli / partiti ad arte io veggio. -minuzioso, particolareggiato.
voi m'incresce, che io vi veggio a questo partito perder l'anima. ser
: il guelfo e 'l ghibellino / veggio andar peregrino, / e da suo'parziali
ii-4 (17): s'io vi veggio in giubbon, con la brachetta /
(1-iv-733): poscia che io veggio te star fermo nella tua acerba crudeltà né
passo passo a dietro torni, j veggio lei [la donna] giunta a'
e di corazze sento, / ma non veggio a qual uso; e quei ladroni
: i'farò punto e fine / perché veggio ch'io misi mano in pasta /
.. / s'io levo gli occhi veggio colli e gozzi. 3.
mai le sia molesto, / la veggio sempre e più bella e men dura
occhio a le fessure de'mattoni, veggio che è la paternità di mona badessa che
niccolò da correggio, 1-44j: io veggio crude discipline, / patibulata ed inquieta
fé di vero gentiluomo, dappoi ch'io veggio fartene piacere, mai più volerlo appresso
. molza, lxv-6: or ti veggio e mi duol, patria dolente,
ii-1189: allor allor ch'intento i'veggio / spiegarsi il paradiso / dei fiammeggianti
già uscì preso di nave, / veggio vender sua figlia e patteggiarne / come
e di conforto, / ch'io 'l veggio a la tua faccia paurosa. alberti
lamento, / poi d'onne ben te veggio / in mal ch'aduce peggio,
mai tutte spente, a quel ch'i'veggio, / ma ricoperte alquanto le faville
del viver mio novo consiglio, / e veggio 'l meglio, et al peggior m'
.., lasso, poi ch'io veggio / ch'a palesarmi saria 'l mio
facea richiesta. pallavicino, 1-18: veggio numa pellegrino in una città di masnadieri
mostrarsi restio. monte, 1-x-66: veggio eh', a lo viso, s'òn
là ne l'onda? - il veggio. 7. piegarsi, inclinarsi
-infondere. sacchetti, 109: veggio, mirando lei, la vaga luce,
mi dà gran penitenza, / né veggio alla mia doglia altro riparo. spinelli
intelligenza piglieremo carta e penna che già veggio qui per simili occorrenze apparecchiate, e ne
idem, purg., 24-58: io veggio ben come le vostre penne / di
canto così, sul crin mal nato / veggio nascer le creste e i pennacchini /
leggero / secondo papa e impero / veggio fare; / cosa da dolorare / ché
di luce. marino, xxx-5-9: veggio ornai che 'l sol, pittore eterno
opre sublimi. bruni, 133: veggio ritratti entro il mio core / i non
berta, quell'avar treccone! / veggio '1 vicar gittar giù la mazzuola
e disse. monte, 1-23-4: eo veggio, donna, in voi tanta valenza
. ciuccio, 23: or veggio che d'amare j era a torto pensoso
fede rotta / di pentimento in voi veggio apparire. ochino, 261: quelli che
ne fosse pentuto e contrito come io veggio te,... [dio]
. r. castellano, lxxxviii-n-724: io veggio un verme venir de liguria, /
. grazzini, 4-198: poiché io veggio ognuno ridere, egli è forza che
, la tua luce imploro, ché veggio poco e confuso ragiono: / dimmi,
cicerchia, xliii-357: di sangue 'ntrisi veggio 'tuo capegli, / ogni bellezza
tuo santi graziosi e begli, / veggio scurati e la bocca percossa, /
per li colli / dal sol percossa veggio da lontano. landino, 149
r. roselli, lxxxviii-11-439: io veggio morte eh'a nisciun perdona. ariosto
mio gran lodo, / come ve veggio tener per nienti! guicciardini, i-29
. chiaro davanzati, li-22: io veggio mentire / per mia disaventura un detto
/ che il guelfo e il ghibellino / veggio andar peregrino / e dal suo prìncipe
lume? molza, lxv-6: or ti veggio, e mi duol, patria dolente
molto spessa. monte, 1-x-64: veggio ch'a lo viso s'òn perfascia,
passo passo a dietro tomi, / veggio lei giunta a'suoi perfetti giorni. boccaccio
delle virtudi..., ben veggio che chi ritiene teco amistà malagevolmente può
l'antiche aversitadi delle grandissime cittadi, veggio che non piccola parte di danni v'è
., 24-11: dimmi s'io veggio da notar persona / tra questa gente
. g. cavalcanti, i-254: veggio piover per l'aere martìri / che
. gozzi, 4-7: un personcino veggio / in sulla gamba, in mantellin di
sì, ma animoso, per quanto veggio, e dqi ridurre a qualcosa di
li-19: pesami e dole ch'io veggio mentire / per mia disaventura un detto
« per nostra dama groriosa, io veggio tristano in sun uno pitetto iscoglio »
con passi rari. pegolotti, lxxxvtii-ii-239: veggio gli error arian dentro dal soglio /
mentre chiedo, da le valli / veggio montar gran furia di cavalli.
se sarete d'un pezzo, i'veggio scorto / che dalla ruota non cadrete mai
e morte] in ballo / mi veggio esser nel mezzo! / ciascun mi
/... / però ch'io veggio dentro a tuo cospetto / tante benignità
alte piaghe / che paziente ognor mi veggio in seno / dal marron, dalla
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / piacemi almen che 'miei
drizato? canteo, 51: chiaramente io veggio e provo / per lunga experienzia esser
non restano. domenichi, 7-62: io veggio le mie belle case, i giardini
! chi mi soccorre? / ben veggio mi convien morir del pianto / che non
tini, rettor., 3-12: veggio che non picciola parte di danni v'
bianco pede / de la mia luna io veggio un foco ardente. anonimo, xcii-i-310
. redi, 16-1ii-72: qui mi veggio venir addosso la piena di tutti i
dante, inf., 9-111: veggio ad ogne man grande campagna, /
novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno. zenone da pistoia, 1-53
dante da maiano, 1-15-5: ben veggio, amore, che la tua possanza
compassione. cino, iii-19-4: i'veggio a li occhi vostri il dolce core
dante, purg., 33-74: io veggio te ne lo 'ntelletto / fatto di
enivieni, xxx-10-99: risguardo e veggio un arduo e scuro calle, /
a tuo rimedio, / ch'i'ti veggio l'assedio, / e già t'è
meglior ragioni da consolarvi del dolor che io veggio che voi pigliate del proceder di m
suoi trafichi. salvini, 39-i-100: io veggio bene che il volere andare contro alle
: tutti dannano la pigrizia e tutti veggio starsi in ozio. p. della
e negligente. battiferri, 16-34: veggio ben che 'l pigro ingegno mio,
dolce canto suo del sol nascente: / veggio la notte sonnacchiosa e pegra / fuggir
-pincolóne. aretino, 21-58: io veggio il mio scolare pincolone fermo su la
ógni pensier mi pinge, ovunque i'veggio / suo volto a tutta gente immansueto.
quella che cosa è che io ti veggio che così si pigne in fuori, e
, 80-28: t emo che mi veggio in fraile legno, / e più che
in faccia la disgrazia pinta, / veggio torquato che '1 fibbion s'accigna
mente pinta, / ch'i'la mi veggio inta / nel cor, s'i'
ghiaccio arda. canteo, 189: veggio dagli occhi piover dolcezza / tanta che me
. g. cavalcanti, i-254: veggio piover per l'aere martìri / che
tanti pissi e tante pratiche / ch'i'veggio che qual cosa bolle in pentola.
a. bartolini, lxxxvtii-i-209: sì mi veggio in questa trista lista, / e
suggestione cromatica. bonarelli, xxx-5-9: veggio ornai che 'l sol, pittore eterno
10-44: se debbono combattere insieme non veggio che le virtudi da'vizi si possan difendere
s. maffei, 7-19: veggio ben io ch'oltra 'l mortai costume
perché solingo e tacito / pensar ti veggio? oimè, che mal si lassano /
sarà mai. petrarca, 101-5: veggio a molto languir poca mercede, /
per poco. leopardi, 297: veggio ben che tu ci lasci soli, /
davanzati, 70-1: madonna, or veggio che poco vi cale / di me
lume, et ogni bel costume / i'veggio nel tuo speglio. -intr.
voce 'arzagogo'? e se, come veggio, noi sai, mi faresti l'altra
soffogato. leopardi, 1-47: io veggio, o parmi, / un fluttuar di
/ ch'io ti vedessi mai: veggio que'pomi / che par voglin uscir fuor
e altri strumenti. salvini, 39-i-151: veggio precedere in lunga pompa personaggi d'altera
oriente. alfieri, 8-30: or veggio alta cagion che muove / a pompeggiare
sol men benigno il terren fiede, / veggio mostrar costei pomposamente 7 la sua
. molza, lxv-6: or ti veggio, e mi duol, patria dolente /
non che perdono. / ma ben veggio or sì come al popol tutto / favola
talor viscere d'oro / siccome dentro io veggio e quel sonoro / popol di ruote
in breve d'ora / quanti ne veggio? e a voi son porti e insieme
: tanto amo li santi quanto io veggio che ricevano de la grazia d'iddio e
la vista. di leo, 170: veggio in un palco poi far soma sopra
: a tanti nobilissimi spiriti, che quivi veggio, son venuto a porger diletto.
porpore. ciro di pers, 3-23: veggio veggio, nicea, le tue vezzose
. ciro di pers, 3-23: veggio veggio, nicea, le tue vezzose /
mortale / sbucar da mille parti intorno veggio? n. villani, i-4-69:
n. franco, 7-382: se veggio rose in rosaio alcuno o porporini fioretti
truovo che 'l cuore ti batte fortemente, veggio c'hai male di paura, laonde
posto / con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, / sazio m'avrebbe
dolore, / poiché renduto al mondo veggio il sole, / gli onesti portamenti
fausto da longiano, iv-251: io veggio i venti rovinare i palagi, i
. rinaldi degli albizzi, iii-349: veggio quello si contenea nelle lettere perdute:
il gelo! casti, 106: balenar veggio spesso a mezzodì / ed un torbido
: che cosa è quella ch'i'veggio? il padrone n'è portato di
battista, iv-316: qual portento io veggio? e qual vigore / d'astri
sparì. / -è ver, noi veggio più. / -già sul margin fiorì.
. martelli, 3-379: lungi mi veggio dalla bella luce / da cui speravo
costantissimo proponimento. fagiuoli, xiv-5: veggio nel porto me, te nel periglio.
, 721: novo splendor aprir veggio che fenda / la folta nebbia che
credea, di mia salute; / e veggio aperto ch'alcun ben non dura /
doglia e da rancura lo meo core / veggio partire; in loco di posanza /
senza l'infinito non sa stare; / veggio a più d'uno senza il positivo
allegro di firenze or io / e veggio che tuo'possa sempre istende / e che
, e la buona sembianza / ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri
sì apertamente, / ond'io cognosco e veggio puro e chiaro / che uno e
(39-11): becchin'amore, or veggio certamente / che tu non vuo'ched
. muratori, 5-iv-173: felicemente qui veggio spiegato il contrasto di due contrari affetti
fosse posto / con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, / sazio m'
giù dal borgo calar la donzelletta / veggio cantando a le tue placide onde:
dopo un pensier lungo, rispose: / veggio eh'altra potenza che mortale / questa
podere. chiaro davanzali, l-4: io veggio un uom morto d'amore / per
313: umiltà, reverenza e gravitate / veggio negli occhi pulcri di costei, /
gherardi, 2-i-101: al presente pur veggio tanto pericolo apparechiare a quelli che cagione
corsini, 9-33: sì sì, veggio ben io, che il fiume lora /
e più mi grava / ch'i'veggio il tempo andar, più ch'un
gli aspettava. salvini, 30-i-151: veggio precedere in lunga pompa personaggi d'altera
danno. alfieri, 1-200: altro non veggio / nell'awenir per me che affanni
commedie di dieci vergini, 50: 1'veggio qua a presso / le nostre amiche
bel campo esperio / di monarchia io veggio un duca degno, / de la preclara
98: già silvia qui giunge: / veggio il bianco agnellin che per usanza /
b. giambullari, 7-65: i'veggio che l'abate non m'attiene /
sua precura non me vale, / veggio che me convien far buone schiene.
. carafa, i-ded.: però non veggio come senza temerità possa io presentare a
l'amor sanza danno, / ch'io veggio assai, presgiati di savere, /
antonio da ferrara, lvt-6: io veggio ogni bontà dispersa giace, / e
al maestro, disse al padre: -io veggio ch'elli morrà certamente. tavola ritorna
presente suggetto..., io non veggio che possa avvenire, e con più
. v. colonna, 2-29: veggio il mio male e 'l mio rimedio spento
venisse in questo regno: / or la veggio regnare in nostra corte, / et
che l'oscure nubile / appropinquare io veggio a darci prelio. = voce dotta
spaventa il peggio, / al qual veggio sì larga e piana via. sercamhi,
prese gioco, / dicendo: -i'veggio ben dove tu stai. giovanni soranzo,
ben con i seguaci tuoi / ti veggio in chiesa entrar col collo torto /
, 214-22: ma, lasso, or veggio che la carne sciolta / fia di
animo). guarini, 240: veggio ben or che 'l cielo / quanto aver
ad adamo. fagiuoli, i-53: veggio però che avanti a voi disdisse / il
così meco stassi / ch'altra non veggio mai, né veder bramo. leggenda aurea
. boccaccio, vii-62: com'io veggio lei più presso farse, / lievomi
me, che la mia morte / veggio esser presso. g. m. cecchi
la notte è presso: qui non veggio / che una spiaggia diserta. mazzini,
rossi. alfieri, 1-456: or lo veggio / di mar fremente infra tonde mugghianti
, eurete, nel capo, che ti veggio tutto arrabbiato? = lat. presse
varano, 1-171: nell'immensa deitade io veggio / chi mi prestò l'insuperabil forza
onde mi par di traveder, se veggio, / e non ho intera fede
vita). petrarca, v-67: veggio or la fuga del mio viver presta.
, 51: or, poiché chiaramente io veggio e provo / per lunga experienzia esser
dante, purg., 26-31: lì veggio d'ogne parte farsi presta / ciascun'
prevaricatore. monachi, 27: veggio usare un linguaggio barbarico / oscuro,
richiedevano i corsari. casti, 22-107: veggio achille infierir contro l'estinto; /
a viver senza lei, più morte veggio. andrea da barberino, i-33: signore
i-142: in questo mi risveglio, e veggio solo / ch'io me l'era
, imeneo, l'opra, onde veggio / nei non lontani giorni aver primordio
di corinto le più illustri teste / veggio da te troncarsi e òrribil taccia /
. molza, lxv-6: or ti veggio e mi duol, patria dolente, /
ii-222: in tanta stri- mità mi veggio, lassa, / esser venuta e delongata
? argiroglotto, 1-57: io non veggio e non probo altra beltate.
gioi deggio, / quazi poi certo veggio / che non v'è solo meo,
solleciti avvolgimenti e continui de'cittadini, veggio campi, colli e alberi di verdi
nome ha la geometria, / perch'io veggio il fornaio che si prolunga / per
d'amore? frusoni, 2-31: io veggio, mio cugino, che voi siete
) - leandreide, iv-7-122: i'veggio ben che miri e non dimandi /
venuti semo, / poco più oltre veggio in su la rena / gente seder
monstre e poscia preda; / ch'io veggio certamente, e però il narro,
. luca pulci, iv-61: 1 veggio ben, diceva il folle amante,
posto / con l'ordine ch'io veggio in quelle rote, / sazio m'avrebbe
a la mente, / ch'i'la veggio lontano e mi conforto. a
una propia figura, / secondo che veggio eo, / è come il prò c'
zenone da pistoia, 1-38: i'veggio seguitando tanto proro / appoco appoco spegner
dell'opra il fine. / ma veggio aprir la proserpinea porta, / e pingue
navicella in poppa spira, e già la veggio giunta con felice vittoria al desiato porto
ed onagri e linci dintorno alle foltissime selve veggio, e poi prospicio li nuovi bubi
. battista, vi-1-177: e chi veggio prostrato a regio soglio / vende la libertà
[aretino], 3-16: io lo veggio passeggiare con che grazia, per mia
danazione. gherardi, 1-ii-396: io veggio i lapi che fanno il mèle, le
. bùgnole sale, 7-166: ben veggio che comincio ad esser da reina trattata
par., 21-75: « io veggio ben », diss'io, « sacra
canina. chiaro davanzati, 1-36-6: veggio del pruno uscir la rosa. dante
, e non son fariseo, / e veggio l'alma mia a dio ingrata /
luca pulci, iv-92: ora i'veggio diana che mi sforza / a morte
ond'è che quando il puro foco veggio / di pudico imeneo, che dal ciel
. luca pulci, iv-92: ora i veggio diana che mi sforza / a morte
ha fatto sì che sole, ombra non veggio, / rimedio alcun non trovo al
, benché ti stia sì lunge, / veggio un male che or ti punge /
a dire al conte: / -v veggio ben ch'r non posso scampare, /
conosco la natura sua, come la veggio montare in collera comincio a ridere e
. m. cecchi, 7-5-3: lo veggio che tu se'tristo a bastanza,
mente pinta, / ch'i'la mi veggio pinta / nel cor, s'i'
) -8: dissi in fede, or veggio, che vi spare. / ed
i'farò punto e fine / perché veggio ch'io misi mano in pasta / ed
idem, par., 7-127: io veggio l'acqua, io veggio il foco
: io veggio l'acqua, io veggio il foco, / l'aere e la
che depinto / porto nel petto, e veggio ove ch'io min, / mi
volgi a dio, sappi ch'io veggio 7 a la mina tua breve intervallo
sciamò per allegrezza: signori, 10 veggio terra. -privo di ornamenti e
bel viver prende: / quivi ti veggio e quivi 1 desir rende / la tua
: ome vigliachi e pute / veggio già strasinate per la chioma / da
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / piacemi almen che 'miei sospir
, par., 4-120: io veggio ben che già mai non si sazia /
neve per li colli / dal sol percossa veggio di lontano, / come 'l sol
(49-1): qualunque giorno non veggio 'l mi'amore, 7 la notte come
miseria suol far breve, / piu veggio il tempo andar veloce e leve.
cielo in voi largo comparte, / veggio mancar ingegni e penne et arte /
vera. e benché molti dicono: io veggio spesso i quarti eredi godere spesso il
confessione egli dicesse apertamente: 'ben veggio io quanto ho adoperato in palese ma io
e m'attristo / allor ch'io veggio i miseri fanciulli / entrar là dove non
diserto... non dimestici voleni veggio fiorire, ma olmi ed altissime querque
smaniasi falma, 7 ecco ch'io veggio, in men che non balena, /
antiche awer- sitadi delle grandissime cittadi, veggio che non picciola parte di danni v'
, / ogni più nobil disciplina il veggio. mascheroni, 8-240: poiché al ciel
/ or su la vaga fronte / veggio raccolti. vasari [zibaldone], 5-32
vertute racomando, / poi non vi veggio, al vostro segnoraggio. dante,
crin raccorcio. fantoni, ii-30: veggio l'ombre scherzar e multiforme / vestire
posciaché a far sillogismi e conseguenze ti veggio prontissimo, io raccozzerò e quasi farò
fermare in amore, quando con cristo vi veggio tributata. = comp. dal pref
acqua. fagiuoli, vii-28: mi veggio [nel ritratto] duplicato avere il
. m. salimbeni, xxxviii-374: veggio l'aquila mia mirar el sole, /
io me meraviglio assai / che così rade veggio le soe carte. bisticci, 3-530
e il corso del cielo, io veggio castruccio morto e sotterrato. boccaccio,
, iii-25-4: o lasso me! non veggio 'l chiaro sole: / non so
de'faitinelli, vi-ii-223 (14-8): veggio lucca mia castel di pisa / e
/ passino (dissi), e veggio essere amore / con imeneo...
, che male pensato aggio, / ché veggio ben che pur asino sono! aretino
. firenzuola, 883: s'io vi veggio, sì possente è 'l raggio /
però ch'altrove un raggio / non veggio eh vertù, ch'ai mondo è spenta
lxv-114: un raggio di virtù splender non veggio, / che, tranquillando il mio
e là quadranti e carte / giacer veggio in disparte, / e sepolte con lor
., 17-40: poco più oltre veggio in su la rena / gente seder
a nessuno. beccari, xxx-4-257: veggio in qua venir da quésta parte /
, la tua luce imploro, 7 ché veggio poco e confuso ragiono: / dimmi
m'ha sua faccia bruna, / veggio esser cancellati quei ch'io scrissi,
, io mi ramarco, / ch'i'veggio la mia vita e 'l tuo onore
suo randello. sacchetti, 103: io veggio gole abottonare / e gozzi stringer più
e salvatichi. tasso, 8-6-1568: veggio che fra le nevi e l'alto
signuoli fan dolce soggiorno, / e veggio queta rider la marina, / sento
, guaio. sacchetti, 121: veggio che 'l tornare è tardo, / ché
che voi andassi alla semplice, ma veggio che bisogna che la spada rarifichi prima
leggenda aurea volgar., 946: io veggio un giovane stare bellissimo dinanzi a te
. romanzo di tristano, 187: veggio una damigella la quale rassembla molta alta
ritiro al rastèllo del mio salone e veggio quegli elmi enceladati, quei petti a
armò ratto. bandello, ii-906: veggio tante doti vostre ogni ora / che
rupi incolte, in questi sassi / veggio i vestigi della fiamma antica, /
petrarca, 237-22: ratto come imbrunir veggio la sera, / sospir del petto
anche sostant. menzini, 5-288: veggio che non preme a ser vorano /
ombra, ma realmente ed in verità veggio il vostro affetto, come voi reciprocamente
voi sia argomentata, / ch'io veggio ben ch'ella ha legati i denti
. sannazaro, iv-122: non veggio i tuoi recessi e i diverticoli /
l'ire tue reciso il nerbo / non veggio. gnoli, 1-356: dimessi
n'ò veduto male e me ne veggio. burchiello, 126: egli strigne i
, lasso me! ch'io mi veggio pur freddo / e nel ben operar tenace
il sonno dagli occhi miei, mi veggio molte notti affatigato in sogno degli inganni
trofei portati? ariosto, 13-57: uscir veggio le pudiche donne, / madri d'
accordo. beccari, xxx-4-329: lo veggio / che sostien con la spalla assai
dopo tante vivande un suo scudiere / veggio portar due piatti sì coperti / ch'io
evento). redi, 16-i-29: veggio rotti e remi e sarte, / e
ciampoli, 79: deh quali ora veggio io schiere immortali / scintillar (toro
delle sue pitture. bandello, ii-1170: veggio la remota stanza e diva / ch'
medicina è corta: / pur mentr'io veggio lei nulla mi noce. leonardo,
e giamboni, 10-81: ben veggio che chi ha a fare con così
fin che 'l mio sol tornar chiaro non veggio. di costanzo, 26: se
. a. braccesi, 77: veggio ciascun far di te beffe e scherno,
di te beffe e scherno, / veggio in te persa la reputazione, / ond'
, 41-3 (74): s'io veggio il di, che io disio e
sua vita. scroffa, 1-22: io veggio ch'in ciel ancor risplendono / le
, 1-2-90: a quel ch'io veggio, / ell'ha lassato respirarmi alquanto
meno, / ed fosca il seno / veggio apparir la sera; / e pure
, / l'ombra talor dello alto secol veggio. straparola, ii-27: voi vedete
/ fin che 'l mio cor non veggio e la mia vita! leone ebreo,
awien talor pel mondo andare / e veggio qualch'insegna alzata a l'aura, /
la spagna, 28-38: per certo io veggio / che a carlo converrammi esser sugetto
ai tuo chiamar mi volgo / e veggio il mio mal corso e torto aringo
tane e covili. tasso, 13-ii-263: veggio di reti circondar le selve. marino
sete [morte]! / ché già veggio la rete / che tu acconci;
dante, purg., 21-76: ornai veggio la rete / che qui vi '
a fatto dio da bene; perché veggio che la paternale affezione non ti trasporta
appellarono t sacerdoti belcari, 6-37: veggio corpi morti puzzolenti giacere e d'incredibile
padre reverendo. batacchi, 2-257: veggio ancor io che concio per le feste /
, v-986 (49-11): io vi veggio tra i nimici in mezzo / di
me 'l tuo promesso oro; / veggio ben che se'dotto in poesia / che
tuo sen gemme cadenti, / cui veggio a legar d'or gli amori intenti
stato superfluo. chiabrera, 540: veggio o parmi vedere sfavillare un lume,
/ ch'io per me no. la veggio / né 'l cuor mi dice saperla
. fagiuoli, iii-107: io ne veggio più d'uno alla giornata / ch'
/ per la dolente angoscia ch'i'mi veggio: / di molta debolezza quand'io
mai tutte spente, a quel ch'i'veggio, / ma ricoperte alquanto le faville
suo male. tasso, 1-86: veggio... de la letizia nova /
donna,... / i'veggio a li occhi vostri il dolce core /
ne'trebbi. dotti, lvii-116: veggio in un cantone / la regina de'stregoni
con uno specchio ch'io ho dinanzi veggio in quello le cose che io ho
laude cortonesi, 1-i-418: o figliuol, veggio che m'ài derelicta / e righi
scarlatti, lxxxvui-ii-517: quando te miro, veggio 11 paradiso / cogli angioli e co'
immortale, io sciamai allora, chi veggio? e chi veggio mai, rigridò più
allora, chi veggio? e chi veggio mai, rigridò più forte la mia gover-
., 24-12: dimmi s'io veggio da notar persona / tra questa gente che
, / vecchio, poi che ti veggio rimbambito, / ma se tu fosti come
-aggrottare. guidiccioni, 5-72: veggio 'l mio campo rilevar le ciglia,
. gherardi, 2-iv-217: ornai chiaro veggio e conosco che l'edioma fiorentino è
, 24-50: ma dì s'i'veggio qui colui che fore / trasse le nove
. boccaccio, vii-101: s'io veggio il giorno, amor, che mi
le procelle, / come questi ch'io veggio compartir tante grazie? e grazie io
per lo viso adorno: / se 'l veggio,
, / per te si veggia come la veggio, / grata m'è più;
cicerchia, xliii-357: di sangue 'ntrisi veggio 'tuo capegli, / ogni bellezza par
tuo santi, granziosi e begli, / veggio scurati e la bocca percossa.
franco, 7-385: o filena, già veggio il fiorito maggio, perché strapparli?
sempre / colpe e sciagure rinascenti io veggio. manzoni, pr. sp.,
in questa scelta, io ben lo veggio / rinchiuder debbo nel mio core i miei
g. rucellai, 375: io veggio il tebro, re di tutti i fiumi
mi awien talor pel mondo andare / e veggio qualch'insegna alzata a l'aura /
ne rinfrescòno. fallamonica, 271: veggio ch'ogni giorno più [il vizio del
animali. bestiario moralizzato, 1-145: veggio la lodola de terra salire / faciendo
intorno a lei maravigliarsi a prova / veggio la gente rozzamente ardita, / mentre
dante, purg., 20-89: veggio in alagna intrar lo fiordaliso, /
un'altra volta esser deriso; / veggio rinovellar l'aceto e 'l fiele,
-dove sono? (rinviene) cosa veggio? / che insolenza! andate fuor!
è noiosa, / e noiami ch'io veggio rinverdire. centurione, xxx-10-299: a
secco, / poscia che a l'oca veggio fatto il becco. groto, 1-32
, 7-385: o filena, già veggio il fiorito maggio, onde gli arboscelli,
lxxxviii-i-575: in gran vitupero / rivolger veggio i miei biondi capelli, / lordarmi poi
dante, inf, 9-1 n: veggio ad ogne man grande campagna / piena di
ariosto, 13-57: da te uscir veggio le pudiche donne, / madri d'
più ripenso / al vostro ragionar, più veggio sfatti / gli amici di virtute.
o mai sofersi rio, / or, veggio, in gioia d'amor mi si
talor, se chiudo il ciglio, / veggio fra 'miei riposi il tuo periglio
eminenza. ariosto, 15-25: astrea veggio per lui riposta in seggio, /
andreini, 2-54: quanto più vietar mi veggio / l'amata vista sua, tanto
rischioso. ottimo, iii-402: ben veggio l'awersitade che mi s'apparecchia,
col triemo otto giorni s'io la veggio ignuda. -so che tu la cavarai.
che depinto / porto nel petto e veggio ove ch'io miri, / mi sforza
; ma or da contraria tempesta mi veggio risospinta fuori. -riflesso (
soccorso. canigiani, 1-112: i'veggio il mio comun peggio che morto,
, par., 5-7: 10 veggio ben sì come già resplende / ne l'
g. cavalcanti, i-xxv-ii: io veggio che negli occhi suoi risplende / una
amara. cino, iii-n-6: mi veggio morto, s'io non odo / l'
in tutto morte. landò, i-62: veggio e signori nostri divenuti più avari
quella che cosa è che io ti veggio che così si pigne in fuori,
capilupi, 61: io mi veggio senza alcun ritegno / precipitar ne le
cagion più deggio dolere, / poi veggio e sento che nel me'podere / non
qualcuno. giamboni, 10-104: ben veggio che chi ritiene teco amistà, malagevolmente
ch'io dicea pensando: / « io veggio ben l'amor che tu m'accenne
: la quale, ognora che io la veggio, m'accende nel cuore uno ardore
forma vitale. bruni, 133: poiché veggio ritratti entro il mio core / i
capellano volgar., i-71: io veggio in te a usare cavalleria molte cose
mostri o ritrosa, / se io ci veggio poco, / questo mi farà giuoco
dante, purg., 14-59: io veggio tuo nepote che diventa / cacciator di
ebbi udito, di voi, ri veggio in voi. -aver sperimentato in
rivene. bestiario moralizzato, 1-145: veggio la lodola de terra salire / faciendo
pandora. imperiali, 4-299: sedersi io veggio / su quelle alpestri cime un vecchio
: o dolce padr'e figlio, 'i veggio bene / c'al padre tuo pur
7-385: o fi- lena, già veggio il fiorito maggio, onde gli arboscelli,
rivolgendo il pic- ciol capo, mi veggio preda d'un'aquila. cesarotti, i-xiv
vendicare. sacchetti, v-215: io veggio troppo bene che come noi rivoltiamo tutto
in gioia. v colonna, 1-300: veggio rilucer sol di armate squadre / i
ei non pose nella valle inferma; / veggio l'altro [petrarca] rizzar fabbriche
. già gli ampi roghi / accender veggio, e delle fiamme al- gualdo
odo ben; ma romane opre non veggio. -da romano (con valore
... / secondo ched i'veggio mi'vantaggio; /... /
quello che sopra, attorno e sotto veggio, mi si rompono le lagrime in infinita
. petrarca, 291-2: quand'io veggio dal ciel scender l'aurora / co
. n. franco, 7-382: se veggio rose in rosaio alcuno o porporini fioretti
quelle larghe cicatrici / che rosseggiar vi veggio e trasparire / fuor del lacero saio
scorgesse più tranquillo giorno, / or veggio presso il rosseggiar de l'alba /
satisfatta la mente mia di quanto io veggio la potta essere più larga de la misura
giusto de'conti, i-83: non veggio lume in porto o stella 0 segno
. tinucci, 2-45: or ti veggio di tal voglio vóto, / e quai
faitinelli, vt-ii-219 (10-9): veggio incendio, taglia, ruba e stento /
g. visconti, i-4-31: veggio non oscuro per rubigine / il strai
mar ondoso e rio, / come qui veggio la sembianza tua, / prega ch'
fatti molto più utili e sottili, non veggio a che questo mio rusticano trattato sia
fanno sì schife le persone, il quale veggio apparecchiato dai seguaci dello infingardo alla buona
mondo darme. imperiali, 4-604: io veggio là, tutto romito e solo,
tasso, 13-ii-398: altre luci io veggio, altre facelle, / padre dei
dante, par., 21-73: io veggio ben..., sacra lucerna,
riscaldata. loredano, 5-218: pandaro io veggio, a saettare avezzo. g.
poi mostro sovente, / ascolto sempre e veggio ognor presente. g. b.
/ quando aprite la bocca, io veggio chiuse / la salare e le scole in
anni. baldi, 216: urtar veggio, orgogliosi, i fiumi irati, /
passi lenti e saldi, / e non veggio il bel viso che mi ancide.
c. scalini, 1-20: io veggio ch'il nostro padrone, a parlar
. benivieni, xxx-10-99: risguardo e veggio un arduo e scuro calle, / che
a voi deboli e molli: / veggio salirti il petto, se trai la greggia
a te livia disamorevole... ben veggio io ch'i miei occhi posero le
, e pur casta serbarmi / credetti e veggio infin ch'è tutto scorza / né
hvidor, che sangue! oh qual ti veggio, / formosissima donna!
inver la mano dextra, / sanguinare la veggio e la sinistra. chiose cagliaritane,
figliuolo, molto mi sbigotisco quando ti veggio in sì sanguinente e aspra battaglia.
, xvi-178: nella mia reggia i'veggio / sanguinoso assassin ch'esser noi niega /
b. andreini, 125: altri veggio sudar talpi varcando, / varcando i
l'antiche aversitadi delle grandissime cittadi, veggio che non picciola parte di danni v'è
sì me ne muoio, s io non veggio quello viso chiaro, lo quale hae
6-i-506: vedi tu, come io veggio, di colui sulle labbia / sprizzarper mezzo
ignoranzia attorto. idem, 272-13: veggio fortuna in porto, e stanco ornai
cotanto penosa, / po'ch'i'mi veggio in tanta doglia missa, / figliuol
dante, par., 4-124: io veggio ben che già mai non si sazia
questi cornuti, a quel che io veggio, / contro me contro i miei fanno
lo viso adorno: / se 'i veggio, canto ed ho gran sbaldiménto.
rallegro di cuore con voi, perché veggio che non vi siete contentato di studiar solamente
me n'ò veduto male e me ne veggio. passavanti, 151: la qual
della compagnia di san gilio, 548: veggio isbandita la povertade, / null'è
il mio gasparre, / ch'io vi veggio oramai fuor de le sbarre / del
dante, purg., 33-42: io veggio certamente, e pero il narro,
quanto il fa sbassar la gelosia; / veggio contra medoro orlando armato / e medor
volta un po'sborrare, / ma veggio tanto in là scorso il malore / che
, 670: chi è questo ch'i'veggio venir in verso me favellando e sdottando
, lxxxviii-i-498: non quici pulcra adolescenzia veggio, che in mano volanti accipitri o pele-
accipitri o pele- grini capiferino; né veggio correnti sonipi né sbradati mani cavalcare.
archibugio. pisani, 154: veggio un tersite imbelle, / che cimenti guerrieri
. benivieni, xxx-10-99: risguardo e veggio un arduo e scuro calle, /
dante, purg., 21-77: ornai veggio la rete / che qui vi '
, quasi che noi sappia / e veggio ben che vieni ad iscalzarmi. guerrazzi,
soglio prendere allora quando da'miei servitori veggio scamatare i miei vestiti per cavarne la
solleciti avvolgimenti e continui de'cittadini, veggio campi, colli e alberi di verdi fronde
. atanagi, xxxvt- 178: non veggio come in altra maniera i'mi possa /
pianto amaro, / se scampar te non veggio, signor caro. tommaso di silvestro
mio scampo proveggia. stigliani, 2-368: veggio aperto inferno offrir ch'io vada /
euro fronda, / percn'ogni lume veggio intorno spento, / né (benché
. frugoni, i-2-182: tronche, il veggio, tutte stanno / l'alte piante
. passero, 3-11: pur mi veggio nel centro e qui mi trovo / sceso
. idem, vti-101: s'io veggio il giorno, amor, che mi scape
: il tiranno d'o- riente io veggio / già perduto e conquiso: uom vano
di regio oro e d'onor vili il veggio / pingue più ch'altri, e
membra ed ossa / fra vermi io veggio, e già mi scarno e sventro,
martello, 6-i-204: scaturir da sua reggia veggio fra bei laureti / per tibie e
venuti semo, / poco più oltre veggio in su la rena / gente seder propinqua
miseria suol far breve, / piu veggio il tempo andar veloce e leve /
, / scempio a soffrir che incomprensibil veggio, / su l'aspro legno in umanato
ch'altramente, ma or bene conosco e veggio che, come falsa e ribalda,
, xxx-5-261: già con lume indovin veggio de l'adda / sovra le rive amene
pietade, / qual è questa ch'io veggio orrida scena? d'este, 175
forza interiore. malpigli, xxxviii-39: veggio essere in questa / nostra misera età
colonne, in mesti sguardi / vi veggio a piè l'antichità piangente. / audacie
che del nobile. beccuti, i-281: veggio in voi quella fronte e quelle guance
dante, purg., 20-81: veggio vender sua figlia e patteg'ame /
, acciacco. sacchetti, 121: veggio che 'l tornare è tardo, / ché
un vincolo. tasso, 1-20-113: veggio altri lumi a'naviganti apparsi, /
porte schiudonsi!.. le muse io veggio. / umil vi adoro, o
gognato. leopardi, 298: e 'l veggio bene, / sciaurato, per te
. bruno, 3-681: la veggio canina, porcina, arietina, sci-
5-166: tronche due regie teste rotolanti / veggio; nel limo d'albion la prima
ai tuo chiamar mi volgo / e veggio il mio mal corso e torto aringo,
mariotto davanzati, ciii-210: talor le stelle veggio scintillare / e mostrar diana suo 'nfiammate
detta porta, 1-ii-124: -a tempo vi veggio, sennia. - m'indovino la
pigliar moglie; / ma quand'io veggio te, giglio incarnato, / son
piace e mi conforta assai, / e veggio scioltii dubbi dov'er'io ». ortes
me felice, / se sciolto io veggio in lagrime il suo gelo.
braccia che, a crescermi paura, / veggio armati di schiop cine e
« o figliuol mie, di te mi veggio sciusa, / toller mi ti lassà'
2-124: per nostra dama groriosa, io veggio tri quisto di poche glebe
cieco scoglio, / pozzi, mel veggio e il so. -rompere gli
/ che dagli occhi sanguigni umar ti veggio, / ras- sembri una pernice od
a torno. della porta, 8-23: veggio oscure le stelle e 'l ciel languido
chieggo adesso / n'ha colpa, / veggio a coda d'una bestia tratto / invèr
essere stato lontano dalla patriacinque anni, mi veggio sul punto di essere astretto a tornarvi
talor con voi m'aviene, / rarovi veggio scompagnata e sola. chiabrera, 1-ii-11:
accuso già persona morta, / ch'i'veggio che mi sfida e mi sconforta 7
, 39-v-202: dalla banda della loquacità io veggio stare l'arroganza, la vanità,
e più mi sconsolo, / se veggio il mio duolo, / in ogni ciambella
, levo quivi il capo; e veggio le stelle, le quali io non sono
!) / c'aveggio, - veggio, - à volta / coscienza - scienza
laude cortonesi, 1-ii-147: o figliuolo, veggio che m'ài derelicta / e riga
borghesi, lxv-105: a certa prova io veggio e scorgo / ch'ella schernisce chi
/ mi scema, poich'ancor vivo ti veggio. = deverb. da scorrubbiare.
25-6 (58): la gente bolognese veggio scorsa / adargli maggior graffi e maggior morsa
ti conforta, / dov'io ti veggio scorta / per mala guida di consiglio
e scorza. serdini, 1-244: veggio cangiarmi alla giornata il pelo, / le
casti, i-2-106: o ciel che veggio! / sei tu... o
mobile. / adunque ogni valor mi veggio screscere; / deggiane apollo increscere.
ve. bonarelli, xxx-5-54: 1'veggio / in questi duo bambinialme sì belle,
3-59: io risponderei, perché io vi veggio sempreozioso: « voi empiete la valigia,
cioè scusute. padula, 59: io veggio un loro telo, / o cara
/ tal che sempre ti adoro e sempre veggio, / né opra di virtù tempo
tuo santi, graziosi e begli / veggio scurati e la bocca per
laude cortonesi, 1-i-418: o figliuol, veggio che m'ài de- relicta / o
te quello che sia: / notte veggio ch'è dia, vertute non se trova
son dato, / quand'io non veggio quella dolze spera, / che ne lo
argento scussi. soldani, 1-161: veggio il pupillo, dei suoi beni scusso,
corpo). sermini, 218: veggio la fronte altera e 'l naso bello,
/ per la dolente angoscia ch'i'mi veggio: / di molta debolezza quand'io
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / piacemi almen che 'miei sospir
: - e1 mio figliuol tanto turbato veggio / verso di voi, che pregar
! / maddalena, altro rimedio non veggio / se non che al buon jesù noi
bench'io qui sia lontan, sovente veggio. n. franco, 57: o
vaghe e belle che fra lor non veggio / od occhi o volto onde non spiri
lieto seggio, / ivi unite star veggio / quante grazie disperge il ciel fra
patria. leopardi, 18-29: ben chiaro veggio siccome ancora / seguir loda e virtù
di nembi aereo piano? / già vi veggio risorte / turbe di gladiatori urtarsi a
infinito piacere ogn'ora ch'io lo veggio: quasi ho mille fiate avuto voglia far
xlvii-164: campagne e piagge eselvatiche strade / veggio coperte di fioretti e d'erba, /
/ non posso dar figura de che veggio sembianza, / ché moio en delet-
di se stesso non pio, / e veggio il fin che con pietà m'aspetta
duto male e me ne veggio. sacchetti, 126-23: padre santo,
senectude. pasquinate romane, 348: 1'veggio preparato tasche e scutelle / per onorare
un reo cordoglio, / perché non veggio a lui nascer nipoti / a stabilirmi eternamente
, sì grandi e tanti: / poi veggio me seguir ciascun mio senso 7
(ed era attributo si, il veggio. or, guido, a te venendo
stanca la vista, / col pensier veggio, e separar l'arista / dai biondi
, e là quadranti e carte / giacer veggio indisparte, / e sepolte con lor nostre
idem, 237-22: ratto come imbrunir veggio la sera, / sospirdal petto, e
g. visconti, 2-196: or veggio a me acennò la musa altiera / dequel
ch'erano sci belli, / li veggio 143: va più serrato il
bella e delicata, / come ti veggio stare serrata! lorenzo de'medici,
tant'alto salire, / che 'n voi veggio per sorte / servata la mia vita
chiaro davanzati, 70-2: madonna, or veggio che lia... la
, / nel laberinto intrai, né veggio ond'esca. castelvetro, 8-2-250: la
. pucci, 4-296: io mi veggio appressare allo stremo, / ch'i ho
. l. bellini, 6-212: veggio che al tuonar di mia favella /
più ripenso / al vostro ragionar, più veggio sfatti / gli amici di virtute e
tardo. bandello, li-mi: come i'veggio il bel viso sereno / e gli
vita terrena. fiamma, 239: veggio con l'occhio san ch'è un'aspra
però che... mai non mi veggio acquistare sofficiente forza di potere patire il
accuso già persona morta, / ch'i'veggio che mi sfida e mi sconforta /
nuova, 22-10 (91): io veggio li occhi vostric'hanno pianto / e veggiovi
/ ch'io per me no. la veggio / né 'l cuor mi dice saperla pavano
dicesi anche dell'allargareeccessivamente la brace accesa nel veggio o simile. 2. intr
- questa che tu di'ultima non la veggio. -non vedi tu colei senza liscio
quante fiate indrieto mi rimiro / e veggio l'ore e i giorni e i mesi
folle speranza e del desiro, / veggio il perieoi corso ed il martiro / sofferto
esso contenuto. burchiello, 28: veggio i crespelli, che con dolce canto /
. cino, iii-96-5: quando pur veggio che si volta il sole / ed
dante, purg., 14-60: io veggio tuo nepote che diventa / cacciator di
imo a sommo. martello, 6-iii-67: veggio che la proposta tisgomina e t'attrista.
ceccoli, vii-765 (1-2): io veggio scolorir gli aurate sasse / e sgranellarle fuor
essere composto con grande facilità e avvolta / veggio schiera di donne a noi venire: /
/ che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / piacemi almen che'miei sospir
a cui tanto distilla / quant'i'veggio dolor giù per le guance? / e
: oimè, comun, come conciar ti veggio, / sia dagli oltramontan, sia
vuoto de'due denti marino, 2-i-60: veggio le fauci e tale / aprir verdi e
ecco già gli ampi roghi / accender veggio, e delle fiamme all'aere / i
stanno, / vedesse siccom'io la veggio bella / nell'allumata mente, /
dante, par., 7-129: io veggio l'acqua, io veggio il foco,
7-129: io veggio l'acqua, io veggio il foco, / l'aere e
/ devoto a creder voi, cui sempre veggio; / biffoli, lxxxviii-i-278
b. andreini, 52: ma che veggio? o me lieto, ecco la
: scorato. giamboni, 168: veggio che hai male di paura, laonde se'
pallavillani, 1-41-3: perch'io ti veggio così smemorare / ispessamen- te,
lavorato. / alcun dicon ch'io non veggio lume, / ch'esse l'hanno
28-38: be'signor, per certo io veggio / che a carlo converrammi esser suggètto
/ come in gran vitupero / rinvolger veggio i miei biondi capelli, / lordarmi poi
ove credo sia, / ed io veggio lo suo bel viso adorno / velato,
. petrarca, 50-59: veggio la sera i buoi tornare sciolti / da
? alfieri, 1-1173: gli atri solchi veggio tra ciglio e ciglio / d'angoscia
carducci, iii-9-177: se ora non veggio risplendere il sole, altra luce mi
uscito appena dalla mia stanza, mi veggio a fronte un'aurora. angioìini, 112
sostenuto. di leo, 170: veggio in un palco poi far soma sopra /
chiaro davanzati, 13-5: di voi non veggio simiglianza / né pari di bieltà sì
departito! '/ en cinque parte te veggio ferito: / al mio envito non
dimora, / da ch'io in voi veggio tanta dirittura / di somma di savare
serdini, xxxix-i-23: oimè, ch'io veggio qui la mortai spada, / che
bellicosi ferri. caro, 2-1190: io veggio, io sento / sonar gli scudi
parole, / a te, che giacer veggio in ombra folta. algarotti, 5-196
laude cortonesi, 1-i-410: io te veggio figurato novo / sì che ciascun menbro
lxxxviii-i-498: non quici pulcra ado- lescenzia veggio, che in mano volanti accipitri o pelegrini
volanti accipitri o pelegrini capiferino; né veggio correnti sonipi né sbradati mani cavalcare.
vorrei per vergogna; ma, com'io veggio, maraviglia t'ho soppresso. guido
per sovramar, pensando la ragione / veggio ch'io pur aprendo. = comp
oimè!) là su la dora io veggio. / carta fatai già già mi
dolore e dal sopruso ch'io mi veggio fare, non scorgo verso ch'a buon
non vedere e udir quel che odo e veggio! giuglaris, 15: ne'
: « o come lieto io qui ti veggio, / signor mio caro ». b
le strofe degli inni suoi. io veggio che voi sorgerete e moveretevi all'incontra
lungo esser non può, però ch'io veggio / là surger nuovo ummo del sabbione
dolga amanga! varchi, 22-83: io veggio che tu già buona pezza e per
li spiriti miei / perch'i'ti veggio morir sì vilmente. / giugner ma'non
occhi, pel vostro mirare / mi veggio tormentare / tanto, ch'io sento
/ che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / pia- cemi almen che '
g. villani, iv-n-87: io veggio castruccio morto e sotterrato. guicciardini,
fatti molto più utili e sottili, non veggio a che questo mio rusticano trattato sia
quei sien sottilelli. sermini, 218: veggio la fronte altera e 'l naso bello
). barbaro, 1-19: io veggio ben oggimai, o arte, che tu
la luna è sotto, e quant'io veggio, poco tempo n'avanza, ed
un luogo. serdini, 1-73: veggio i liquori esser suttratti al cielo / fino
francesco da barberino, ii-146: aquila veggio, se preda le manca, / poi
. alfieri, 9-60: uomini or veggio, ai fatti al par che al volto
interna. gione; / poi veggio che, sì stando, / m'ha
sì ch'ancor che ben volesse / non veggio 'l modo a esser spacciati.
mio quore, / per ch'i'veggio ch'ognun va festeggiando, / vorre'pur
144: il desiderio che io vi veggio dell'onore del vità addominale. mio
a sparecchiare (mia nave sparecchiata / tutta veggio, ma non veggio / la tempesta
nave sparecchiata / tutta veggio, ma non veggio / la tempesta madre era uscita,
è che 'l mio ben sceme, / veggio del mio cantar gioir insieme / con
, 16-3: di maggior luce aspersi / veggio occulti i begli occhi ch'a vedersi
sua gente e. llui; poi, veggio, spare / (poi ven vermilglio!
0. rucellai, 3-34: già mi veggio sparire quelle speranze, ch'io aveva
. guidiccioni, 5-120: quando io veggio in alcuna composizione qualche bello spirito poetico
/ or su la vaga fronte / veggio raccolti, e con magior biltate / che
dante, par., 4-126: io veggio ben che già mai non si sazia /
busone da gubbio, 1-347: s'io veggio lo spazzo e le mura e le
delicato culto adorno. bruni, 101: veggio pur io specchiarsi altera e bella /
occhi un chiaro specchio / ov'io veggio me stesso e 'l fallir mio. ricciardo
in qualche oscuro speco / guardo, la veggio lì tra fronde e fronde, 7
, con fermo volto / far mi veggio e mendico ed egro e veglio.
. visconti, cvi-360: patrone, io veggio come in chiaro speglio / la tua
è più certa, / perch'io la veggio nel verace speglio / che fa di
crescer qui l'erbe nuove e qui veggio / spuntar sul tronco i giovani rampolli,
[valdés], 122: mi veggio a piè, solo con un saio corto
son dato, / quand'io non veggio quella dolze spera, / che ne lo
quel che più mi dispiacque; or veggio e sento / che per aver salute ebbi
miseria suol far breve, / più veggio il tempo andar veloce e leve, /
che senza la tua luce mai non veggio, / s'io sperdo il tempo in
maggiore sperimento. liburnio, 23: veggio molti uomini della città nostra, li quai
. malatesta malatesti, 1-196: ben veggio nel parlar troppo mi scaldo; / ma
/ che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / pia- cemi almen che '
: al parlar mio / turbar ti veggio?.. e che? potrìa spettarti
, a se medesmo disse: « or veggio eo bene che senza guerra ormai terranno
tremoti. alfieri, iii-1-314: incese veggio, incenerite e spianate uelle insultanti moli
le due tortorelle e nulla trovo, / veggio da quella grotta a l'improvviso /
tasso, 11- iv-5: quand'ecco veggio, quasi per ispicchio, spuntar da una
c. gozzi, 4-145: io veggio, / caro angelin, che il mal
molto fiel. sannazaro, iv-122: non veggio 1 tuoi recessi e i diverticoli /
, 679: chi è questo ch'i'veggio venir in verso me favellando e sbottando
dei tuoi bei tribute! / pianger ti veggio, e chiamare aiute, / ma
tesauro, 2-380: mi veggio alle spinosità dialettiche: per apprendere le
oimè!) là su la dora io veggio. leoni, 313: portato
idem, par., 4-18: io veggio ben come ti tira / uno e altro
in grembo a'fiori / spiritelli mi veggio a cento a cento / volar con l'
madre, « a quello ch'io veggio, tu sei gravida, e bisogna pure
però ch'altrove un raggio / non veggio di vertù. idem, 126-23:
. guidiccioni, 5-120: quando io veggio in alcuna composizione qualche bello spirito poetico
p ottimo, ii-2q3: io veggio ora perché fu ordinato la decima a
68: io mi spoeto, poi clvio veggio quello / che madonna accademia ha ordinato
mi spaventa il peggio, / al qual veggio sì larga e strana via / ch'
, ambo di falce armati, / veggio; e maligni, orribilmente irati, /
un legno in mare, / spopolate veggio taighe di teti. vittorini [greene]
martello, 6-i-506: vedi tu come io veggio di colui sulle labbia / sprizzar per
dante, par., 17-106: ben veggio, padre mio, sì come sprona /
: poi che dal gentil legnaggio vero / veggio spuntar sì nobil germe fuora, /
o filena, già per lo nuovo anno veggio le fiere gareggiare in allegre squadre.
antonio da ferrara, 26: sì veggio scurar le mie pupille / e perder
un reo cordoglio, / perché non veggio a lui nascer nipoti 7 a stabilirmi
sì, ma animoso, per quanto veggio, e da ridurre a qualcosa di buono
pie- tate. boccaccio, vii-26: veggio aperto ch'alcun ben non dura /
sannazaro, iv-240: nelle povere stalli / veggio i teneri agnelli / candidi puri e
dante, par., 8-114: impossibil veggio / che la natura, in quel
l'apra, però ch'io veggio manifestamente ch'egli è impossibile che la
se ben con i seguaci tuoi / ti veggio in chiesa entrar col collo torto /
stelle. petrarca, 22-4: quand'io veggio fiammeggiar le stelle / vo lagrimando e
allegro di firenze or io / e veggio che. ttuo possa sempre istende / e
né credon già (poiché levar ti veggio) / ch'anzi a tant'opre di
tosto un nodo, / perch'io già veggio il foco / che stinguer dè sua
li ochie ch'erano sci belli / li veggio stare serati, / li braccia sonno
lancia, iii-623: guardomi intorno, e veggio tutti avermi abandonato, e i corpi
. tasso, 11-iii- 979: veggio due strade diverse: l'una, i
strania fortuna è la mia! non veggio modo da riuscir da questa impresa con onore
. michiele, i-307: quale io veggio / metamorfosi strana di colori? manzoni,
mine ti conforta, / dov'io ti veggio scorta / per mala guida di consiglio
: / sì son ismarruto ch'eo non veggio quello / che fare deggia envèr ragion
, 364: come vigliacchi e pute / veggio giàstrasinate per la chioma / da la spagnola
ciro di pers, 3-200: che veggio, ohimè? la maestà schernita, /
cino, cxxxviii-65-2: oimè, ch'io veggio per entriun penserò / l'anima stretta
dante, purg., 24-59: io veggio ben come le vostre penne / di
, i-630: lo giorno ch'i'non veggio l'avenente / di nulla cosa m'
. frugoni, i-5-77: che mai veggio? là fiammeggia / etna in ciel;
stretto. sacchetti, 103: io veggio gole abottonare / e gozzi stringer più
di catene; / e ingegnosi strumenti / veggio d'atroci pene. manzoni, storia
debbo morire, poiché io non mi veggio più atta servire di stromento alla fortuna
aquile e grue. marino, v-15: veggio tanti animali / in quel serraglio di
. boccaccio, v-254: né difettuoso ti veggio in parte alcuna, né ha il
e 'n cima la bramata alta corona / veggio, ma non però, lasso!
, xiii-397: qui a buon conto veggio sudare il ciuffo a gl'interpreti. mascheroni
da castiglion fiorentino, lxxxviii-ii-255: io veggio ben ch'io non so né posso
] superne. fazio, ii-22: veggio venir da le superne rote / chi tosto
tutti rivolti a la superna strada / veggio. s. agostino, 1-7-14:
vostri fatti e gli vostri studi, veggio che al tutto siete superstiziosi e vani »
, spiccare. fazio, ii-10: veggio svariar di più colori / rose viole e
289-5: or comincio a svegliarmi, e veggio ch'ella / per lo migliore al
asino e lo ossa / fra vermi io veggio, e già mi scarno e sventro,
: il tempo s'appressa ed io non veggio via da svilupparmi da questo lodrone.
g. rucettai, 9-114: oh che veggio io? elle sono teste e busti,
faitinelli, vi-ii-219 (10-9): e veggio incendio, taglia, ruba e = deverb
. alfieri, 1-59: a tal mi veggio ornai, / che fra i dubbi
rasciugare o da scaldare al fuoco di un veggio, o da un caldano, sopra
rasciugare o da scaldare al fuoco di un veggio, o da un caldano, sopra
1-48: ché in tanti affanni / ti veggio? machiavelli, 1-i-323: se ne
sì mal meritati: / confitti vi veggio in gran dolore. 2.
di fiori. stigliani, 2-232: veggio in somma mill'altri / selvaggi bria-
a troppi, a quel ch'io veggio, / tu sei di stiatta di tarlo
e posa: / ma or che il veggio, e con le man lo tasto.
[crusca,]: da cinque parti veggio / che tu m'hai assediato,
vado per un altro servigio, ch'io veggio comparer non so che facchino con alcune
podestate ». giamboni, 10-104: ben veggio che chi ritiene teco amistà, malagevolmente
villaneggio, / ma segondo ragion cortesia veggio / s'eo blasmo te, o chi
domenico da prato, lxxxviii-i-499: ancora veggio alcuna tegula, dove questi rei glebabi
, ii-4: in quella tela vivo mi veggio / per vostra mano: dove della
vo col cor gelato, / qualor veggio cangiata sua figura, / questo temer d'
qualche piacevole temperie del sangue, io non veggio che possa avvenire e con più sicurezza
tempo. petrarca, 1-10: ben veggio or sì come al popol tutto / favola
dio). bonarelli, xxx-5-9: veggio ornai che 'l sol, pittore eterno,
lamento, / poi d'onne ben te veggio / in mal ch'aduce peggio,
folengo, i-312: io non veggio ornai quello che per me si deb-
sì ben vi descrive ch'io vi veggio / ancorché non ci siate, e v'
neve per li colli / dal sol percossa veggio di lontano. leonardo, 2-89:
suoi teneri uccellini. sannazaro, iv-246: veggio i teneri agnelli / candidi puri e
avolgo nondimeno nel medesimo dubbio, perché veggio due strade diverse: l'una, i
mar nostro inonde /... / veggio i termini suoi marmorei; e donde
miglior termino arrive, / ma ben veggio che'n voi non è perfetto.
dante, par., 7-125: io veggio l'acqua, io veggio il foco,
7-125: io veggio l'acqua, io veggio il foco, / l'aere e
. boccaccio, vii-101: s'io veggio il giorno, amor, che mi scapestri
franco, 7-371: o philena, già veggio i colombi a la pastura adunati,
, più non usato mai, / veggio le sante muse tesser l'onorata corona /
, i figli. martello, 6-iii-613: veggio i = voce dotta, lat. thymum
amore. bandello, ii-935: veggio de le donne contra lei, / tinte
dante, purg., 33-74: io veggio te ne lo 'ntelletto / fatto di
dante, par., 4-16: io veggio ben come ti tira / uno e altro
volgar., 5-357: bellissimo titolo vi veggio, o romani, d'essere liberatori
, tremante. serdini, xxxix-i-40: veggio cangiarne alle giornate il pelo, /
ii-165: questa, a quel ch'io veggio, / benché dal tintoretto ella sia
pensiero). petrarca, 101-6: veggio a molto languir poca mercede, / e
de sicurtà fronzuto. tasso, 1-11-94: veggio in mezzo de torribil ombra, /
del prossimo; / ma in quest'incognito veggio del torbido. seriman, i-442:
/ novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno. boccaccio, viii-1-240: così
belle et dilicate, / come vi veggio tormentate; dalli chiavelli siete forate.
mezzo il cielo innalzo il guardo, / veggio una stella luminosa e grande. bertola
. b. tasso, i-266: veggio... /... gir
, / la qual da te i'veggio traboccare. lorenzo de'medici, ii-79:
attribuito a petrarca, xlvii-211: io veggio i traditori occhi fallaci / rivolti altronde
lume alcuno di questa riconciliazione; anzi veggio un oscuro apparato di qualche tar- gedia
pannuccio del bagno, 1-xii-55: poi veggio e sento che nel me'podere / non
la casa nuova, e veggio avete un poco di noia a tramutare.
della scala, x-ii: transir ti veggio, fìgliuol di me lassa. laude di
transitorio. gherardi, 1-ii-406: bene veggio che tutte le cose sono trapassanti e
, iii-58-2: altro che morte ormai non veggio sia / de lo dolore meo trapassaménto
l'abbia, dolermi; ove pur veggio / da sì alta matrona tragger vita
purg., 24-50: di's'io veggio qui colui che fore / trasse le
l. bellini, 6-217: ben veggio che in sì gran distendimento / d'
domenico da prato, lxxxviii-i-562: e veggio innamorato di se stesso / trasitarsi in un
bisogna / tòrsi dagli occhi loro: io veggio bene, / che questa nostra età
mi trattengo di narrare certi accidenti che veggio accadere. leoni, 205: sinché
quei che più n'ha colpa, / veggio a coda d'una bestia tratto /
astro. baldi, 97: io veggio colà su dov'io notai / la corona
; / «.. unde ch'io veggio ch'io non potrei tratto / al
: dove sei, ch'io non ti veggio, / o traveggio, / gran
], 94: io il veggio, per vescovo all'abito, traversiamogli inanzi
vi-i-356 (49-2): qualunque giorno non veggio 'l mi'amore, / la notte
, vi-i-301 (8-3): quando veggio becchina corrucciata, / se io avesse
fanno sì schife le persone, il quale veggio apparecchiato da seguaci dello infingardo alla buona
egli è molto sicuro per quanto io veggio, come mi hanno veduto, hanno
xxxiv-128: el mio figliuol tanto turbato veggio / verso di voi, che pregar non
tuoi bei tribute! / pianger ti veggio, e chiamare aiute, / ma 'l
ii-48: un popol sol di due / veggio contra il comun nemico antico / formarsi
novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno. idem, inf., 30-144
non feo. tasso, 19-54: veggio il re salvo e salvi i suoi più
salvi i suoi più eletti, / veggio che ne circonda alta difesa. / vano
e senza parlar punto di lei, non veggio come possa parer strano a coloro i
. frugoni, i-2-182: tronche, il veggio, tutte stanno / l'alte piante
: le braccia di pietà, ch'io veggio ancora / aperte sopra il tronco,
egli è molto sicuro per quanto io veggio, come mi hanno veduto, hanno truccato
viene a l'incontro; non lo veggio venir, secondo la sua consuetudine, scherzando
ancor de le guerriere spiche, / poiché veggio dal sen de la tua terra /
/ sono ambi i servi, e veggio a la vendetta / d'atila un
/ che dagli occhi sanguigni umar ti veggio. = voce dotta, lat [
. baldi, 216: urtar veggio, orgogliosi, i fiumi irati, /
vengono alle cosce pel soverchio uso del veggio, tenuto sotto. 12. zool
alteri, / nostri colli a lasciar vi veggio intenta, / io, benché senza
cominciai: « maestro, quel ch'io veggio / muovere a noi, non mi
, ii-145: quasi in un specchio era veggio, / e tu fai che sì
bianco da siena, 49: veggio esser vanezza / tutto ciò ch'è nel
d'ogni vanitate, / però che veggio crescere e salire / mattezza e villania e
aria con la luce corporata / io veggio: dunque, pur nel primo insisto.
masuccio, 34: figliola mia, io veggio per tanti manifesti signi, questa cosa
rede. beicari, 6-255: io veggio spesso un fanciullino che mi sta innanzi
e dice: perché mi uccidesti? costui veggio in sogno e in chiesa, e
« 0 come lieto io qui ti veggio, / signor mio caro. ».
l'ho tenere, / perché simil costume veggio usato. testamento di beatrice da capraia
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / piacemi almen che 'miei
ciuccio, 23: or veggio che d'amare / era a torto pensoso
senza compagnia. sestini, 191: veggio d'atene la feminea prole / tolta alla
condo le forme del pres. veggio, veggiamó), agg. (ant
c. arrighi, 3-126: levate dal veggio le manacce arroncigliate le mostrava alla bigietta
dormiva, estromessone il prete ma non il veggio, quel mucchietto d'ossa de zi'
valle, 22: a la voce vi veggio, assiri amici, / fida schiera
ove credo sia, / ed 10 veggio lo suo bel viso adorno / velato,
stessa). ottimo, ii-368: veggio il nuovo pilato, cioè il re di
berni, xxvi-1-21: quand'io veggio nardin con quel piatel10 / venire a
umana miseria suol far breve, / più veggio il tempo andar veloce e leve,
già uscì preso di nave, / veggio vender sua figlia e patteggiarne / come fanno
o in un altro io non mi veggio vendica di ciò che fatto m'hai.
veneto. lambertucci, 45: 1'veggio, ser ventura, la matricola / che
, e dice: io non ne veggio alcuna cosa di questo dio, né di
fatto diserto... non dimestici voleni veggio fiorire, ma olmi ed altissime querque
/ poi che per prova ogn'or veggio con ella / di vaga gioventù lieta verdura
martello, i-2-348: il tremulo consorte veggio ansioso e basso / su la ritorta
, 4-74: facendosi una preda, i'veggio e squadro / una fanciulla star con
agurio e verissime annunziatrici, come io ora veggio. brusoni, 4-i-196: non si
, che traviato incespa, / io veggio ch'ai buon calle errai da lunge,
delle percosse. della porta, 4-124: veggio nel tuo volto i vestigi impressi della
splende innanti... confusa i'veggio ancor l'eterna idea / di te,
. petrarca, 127-20: s'io veggio in giovenil figura / incominciarsi il mondo
misurando spesso la campagna, / e veggio i prati, i boschi e la montagna
, più ch'altra vezzosa, / or veggio che tu se'sola colei / per
. ciro di pers, i-366: veggio, veggio, nicea, le tue vezzose
di pers, i-366: veggio, veggio, nicea, le tue vezzose / guance
cortesia. guittone, vii-69: e'veggio spesse via / per orgoglio atutare / ciò
. stampa, 14: quando i'veggio apparir il mio bel raggio, / parmi
, critiche. bandello, ii-395: veggio de le donne contra lei, / tinte
preda e con prigion, che chiaro veggio, / a 'ntenzion di tornare a far
ha moltiplicare; / ché d'agua veggio il foco vigoroso, / ed odo che
figliuoli dell'imperatore andare villanescamente, e veggio nella tua corte i figliuoli de'villani
catone volgar. [tommaseo]: spesso veggio essere superato il vincitore dal vinto.
de galia exiliando in tal sigillo / veggio improntar voi, che vostra mano / cremona
talor viscere d'oro / siccome dentro io veggio, e quel sonoro / popol di
g. cavalcanti, xxxv-ii-521: veggio negli occhi de la donna mia /
modo o in un altro non mi veggio vendica. mazzini, 75-319: quel grido
incominciar la commedia didascalica. questi occhi veggio io stralunare? sì, didascalica:
). sannazaro, iv-125: talor veggio venir frisoni e menile / ad un
, 2-105: ma, per ch'i'veggio che rragion non sente / il lor
. cino, xxxv-ii-687: quando pur veggio che si volta il sole / ed
idem, purg., 24-58: io veggio bem come le vostre penne / di
ricca coda. beccuti, i-281: veggio in voi quella fronte e quelle guance,
che con gli occhi del core / diritto veggio ov'io mirava zoppo. folengo,
connessione veruna. idem, 1-ix-213: veggio l'altro rizzar fabbriche in falso /
e de provinze specchio e vitro, / veggio percoter da mortal tonìtro, / e