: fratello mio, io non ci veggio altro modo, se non che tu vada
idem, inf., 9-110: e veggio ad ogne man grande campagna / piena
dante, par., 17-108: ben veggio... sì come sprona /
cominciar gli effetti. boccaccio, i-123: veggio la fortuna disposta a recarmi grandi cose
v'abbella. cino, ii-527: io veggio amor visibil che l'adora / e
ornai per acca, / ch'io veggio il cavalier, ch'è così franco,
dicea pensando: / « io veggio ben l'amor che tu m'accenne »
s'accompagnarono. cantari, 92: veggio ch'ognun di noi è disperato; /
è che sola nelle miserie mie non mi veggio...; l'altro è
donne qui, non genti accorte / veggio, a cui mi lamenti del mio male
. salvini, 39-i-94: due origini veggio essere assegnate all'amicizia;..
(294): poscia che io veggio te star fermo nella tua acerba crudeltà
senno usat'ho la follia, / e veggio ch'i'ho fatto un mal acquisto
. marino, 5-84: beltà non veggio / che mi possa adescar ne'lacci suoi
, 275: lodo iddio, che vi veggio tanto capace, e che mi togliete
t'adocchio, cioè s'io ben ti veggio, sicch'io ti riconosca. dante
: / e se ne l'aria io veggio / o nube vaga o nembo,
, iv-149 (4-13): io veggio amor visibil che l'adora / e falle
agghiacciate ed adre. alfieri, 1-662: veggio una striscia di terribil fuoco, /
loco -dien tostili squadre. / tutte veggio adre -di sangue infedele / tarmi a
s'oppone. idem, 8-6-1564: veggio il rinoceronte adunco il naso. g.
buonarroti il giovane, 9-85: mentrech'io veggio a'ferri / delle prigioni affacciati non
e non intendo, / cosi giù veggio e neente affiguro. boccaccio, i-541:
terre. machiavelli, 7-8-128: né veggio cosa che possa così presto cancellar questo
miei s'aghiaccian poi / ch'i'veggio al departir gli atti soavi / torcer
limitare di quella [vecchiezza] vi veggio entrato, possibile è che quella,
saldarsi. marchetti, 2-418: io veggio / con la sola calcina agglutinarsi /
. allegri, 1-3: perch'io veggio intrafinefatta agguindo- larsi gli uomini che stanno
pronom. intelligenza, 129: io veggio apparecchiata / la fiamma di ninfemo a
e verissime annunziatrici, come io ora veggio. idem, iv-47: la quale cosa
d'oncino. idem, 193-38: io veggio troppo bene che tu se'nel
novella / chiederne a que'pastor che colà veggio. idem, 951: io de'
intorno intorno. idem, ii-n: veggio li uccelli a due a due volare
bel velo. idem, 6-i-30: ben veggio avvinta al lido ornata nave, /
bembo, 1-197: e lei sì bella veggio, / che piacer d'altra vista
qualche oscuro speco / guardo, la veggio lì tra fronde e fronde / nuova
il mondo a me un deserto farsi / veggio. cuoco, 1-19; un governo
il gran disio, / ch'i'veggio chiaro u'm'era più profondo ».
amor, ch'è quel ch'io veggio? tasso, 5-80: errò la notte
alpino. rolli, 525: veggio e sento amor con me: / ma
fera. idem, i-3-123: e veggio andar quella leggiadra fera / non curando
, però ch'altrove un raggi / non veggio di vertù ch'ai mondo è spenta
però ch'altrove un raggio / non veggio di vertù, ch'ai mondo è spenta
pena, il debil ciglio / e veggio due vestiti in lungo manto. idem,
fosse amore. idem, 6-i-15: io veggio in cielo scintillar le stelle / oltre
: cortese e dolce e amorosa amica / veggio sempre ver me vostra fazone. tesoro
dirgli verbo. carducci, 170: io veggio correr fuora a gran baldanza, /
in trinitade, che è quello ch'io veggio? cantoni, 828: che stazione
, e altammortite foglie / tornare io veggio il vivido sembiante. manzoni, pr.
bene se non tanto quanto io il veggio o di lui penso. lorenzo de'medici
. matteo correggiaio, ix-65: io veggio l'aspetto piacevole / d'una che
estremo, /... / più veggio il tempo andar veloce e leve.
pur cercava per averne uno buono: veggio che non ha luogo; vogliomi ormai di
, / che nel tuo corpo glorioso io veggio, / signor, /..
cavalcanti, iv-62 (24-14): io veggio che ne gli occhi suoi risplende /
affetto. boccaccio, v-212: ben veggio come tu m'ami: ben sarei
volgar., 1-451: e sì io veggio quanta tempesta di biasimo n'appende a
, par., 5-124: io veggio ben sì come tu t'annidi / nel
: ma volgendosi gli anni, 10 veggio uscire / da l'estreme contrade di ponente
e verissime annunziatrici, come io ora veggio. s. caterina da siena, iv-33
: io pur ripenso, e non veggio altri modi: / aperta è, credo
sappi questo? alfieri, 20: e veggio intanto i neri / occhi appannarsi in
g. gozzi, 3-5-389: e quanto veggio / venirmi avanti, è apparimenti ed
cino, iv-216 (91-2): veggio pur che si volta il sole /
questo fatto consegliamo, ed io non vi veggio modo, perciò che tu sei troppo
cicerone volgar., 1-451: io veggio quanta tempesta di biasimo n'appende a
scampare. petrarca, 264-136: e veggio 'l meglio, et al peggior m'appiglio
leva sopra me tanto, ch'i'veggio / la somma essenza della quale è
. menzini, i-136: ecco io veggio... / or altre pompe,
/ mi dice cose veramente ond'io / veggio che 'l gran desio / pur d'
bestie insieme insieme insieme; perché la veggio canina, porcina, arietina,
effeminati. bruno, 3-631: veggio il mio alato nume spuntar da quel
un arciduca. ricordati, 1-291: veggio avanti ad ogni altra farmisi incontro la
ed ardenti. filicaia, 2-2-135: veggio che qual ardente e generoso / destrier
ardito a dir questo, perché oramai veggio il suolo di arcadia di sì robuste
idem, i-78: ognora che io la veggio, m'accende nel cuore uno ardore
vi predicassero. tasso, 11-73-non veggio perché, quasi nuovo areopagita, il
. tesauro, 328: or inviato mi veggio alle spinosità dialettiche: per apprender le
ricorro, e con pentito core / veggio e non nego il vaneggiar mio stolto
tante bestie insieme insieme; perché le veggio canina, porcina, arietina, sci-
l'autore. boccaccio, i-155: io veggio costui che d'iniquità o d'
bighe /... / col pensier veggio, e separar l'arista / dai
umano saper, sai quel ch'io veggio? / gallerie di vesciche e di
acerbità della fortuna. delfino, 1-113: veggio uno scoglio acuto / che se grand'
. rovesciarsi. iacopone, 90-73: veggio tanto arversare bontate e cortesia / de
in estasi. michelangelo, 64-4: veggio nel tuo bel viso... /
ascosa. delfino, 1-103: ben veggio che il tuo cuore / non si
. a. degli albizzi, xiv-96: veggio che la fiamma / per l'assentar
soglio prendere allora quando da'miei servitori veggio scamatare i miei vestiti per cavarne la polvere
tane de'liguri. fagiuoli, 3-6-201: veggio che colle ciarle invan t'assiepo,
viso e 'l molle e casto petto / veggio spirar la calda e bianca neve /
giusto de'conti, i-84: io non veggio parte ornai tranquilla / per attemprar la
rimesso, è di color nero; la veggio rugosa, ed ha capelli retti ed
attento e fiso, / sol una donna veggio, e 'l suo bel viso.
bello e dilicato, / come ti veggio stare chinato, / li tuoi capei di
: ogni loco m'attrista ov'io non veggio / quei begli occhi soavi / che
. guittone, ii-213: ch'e'veggio spesse via / per orgoglio atutare / ciò
mazzeo di ricco, ii-194: or veggio ch'è provato / zo che audo contare
e mantenere. ariosto, 15-34: veggio carlo che 'l premio gli augumenta. guicciardini
tutti rivolti a la superna strada / veggio, lunge da'laghi avemi e stigi.
umana miseria suol far breve, / più veggio il tempo andar veloce e leve.
ascosa. idem, 6-i-30: ben veggio avvinta al lido ornata nave / e
de'solleciti avvolgimenti e continui de'cittadini veggio campi, colli, arbori...
= comp. di babbo e veggio o veggo (da vedere): *
30-1-314: ma un altro idiotismo pur veggio in quel medesimo albergo giacere, cioè
dante, purg., 26-32: lì veggio d'ogne parte farsi presta / ciascun'
assai distinto / ne gli occhi vostri il veggio: avete vinto. marino, 336
faccia da la donna mia / partita, veggio al balcon d'oriente / da l'
; / ma pur novo soldan veggio per lei, / lo qual farà,
. berni, 43: quando io veggio nardin con quel piattello / venir a
ad afferrar la sponda, / pur non veggio un chiaror di speme alcuna. monti
ritirati alquanto da banda, perché io veggio venire in qua due donne. verga
boccalini, iii-421: certo che mi veggio ridotto a mal partito; son bandito di
, 21- 75: « io veggio ben, * diss'io « sacra lucerna
saio], /... / veggio que'bastoncini a pescespina, / che
mi bat tere, ché veggio qui l'angelo di dio con una spada
trovo che il cuore ti batte fortemente, veggio che hai male di paura. intelligenza
. combattuto. ariosto, 15-23: veggio altri a guardia dei battuti legni,
è sempre inanzi, e lei sì bella veggio, / che piacer d'altra vista
i campi apparir lieti et aprici / veggio, et al mio sperar chiaro e sereno
, che, se la forma véra / veggio, mi par bellissima e superba,
e d'erba: / così bella la veggio e sì pietosa. machiavelli
altro? -sì sì, io veggio uno per un altro, come se io
me stesso, / poi ch'io veggio e confesso / come tanta beltade /
turba languente, /... / veggio mostrar costei pomposamente / la sua beltà
dante, purg., 14-62: io veggio tuo nipote che diventa / cacciator di
berrettàccio. fagiuoli, 3-3-223: vi veggio un ch'ha sul grugno un berrettàccio
cupido, a quel ch'io veggio, / sei una gran bestiaccia, /
condannano. guarini, 196: ma veggio, o veder parmi, / colà,
angiolieri, 54-3: qualunque giorno non veggio 'l mi'amore, / la notte
: che cosa è quella ch'i'veggio? il padrone n'è portato di
. d'ambra, 47: ch'i'veggio; ché qual cosa bolle in pentola
lor bontà, se non quando le veggio ben guarnite ed innorate, ché a
magazzini. sacchetti, 104-24: io veggio in bologna portare il vino nelle ceste
, 2-7 (208): mi veggio morire nelle braccia di quelle due persone
). pananti, ii-52: veggio un branchétto che vien basso / quand'
lo monte. cavalca, 9-192: or veggio io, che in ogni lato l'
tante bestie insieme insieme; perché la veggio canina, porcina... e tante
mi intese. petrarca, 50-58: veggio la sera i buoi tornare sciolti /
[crusca]: a'fieri assalti veggio riparare / buffando al lume e tosto averlo
aver seggio / fra sì fatti accademici vi veggio. prati, i-204: e in
idem, purg., 14-59: io veggio tuo nepote che diventa / cacciator di
e la vita / di molti esposta veggio / sopra cadente base alla rovina. baretti
/ in quel che chiedi a consigliarti io veggio. / se da te fia discorde
di dante, xxxv- ii-703: ben veggio, amore, e sentomi sì forte /
, / che 'n carne essendo, veggio trarmi a riva / ad una viva dolce
-figur. manzoni, 1129: or veggio / il fido letto, ch'io nel
'l molle e casto petto, / veggio spirar la calda e bianca neve, /
davanzali, ii-371: madonna, or veggio che poco vi cale / di me
donne qui, non genti accorte / veggio, a cui mi lamenti del mio
stagioni). ariosto, 178: veggio pur per camin certo / testati e i
terreno coltivato. petrarca, 50-59: veggio la sera i buoi tornare sciolti /
d'arme. cesarotti, ii-34: veggio l'oscuro nugolo di morte / che sul
pace. manzoni, 1129: ma quali veggio a le pareti appese / nove immagini
vo col cor gelato, / qualor veggio cangiata sua figura, / questo temer
veggo ben che sete percosso, vi veggio cangiato di colore, vi ho udito adesso
tante bestie insieme insieme; perché la veggio canina, porcina, arietina, scimica,
. frescobaldi, ix-35: 10 veggio 'l tempo della primavera / tutti gli augei
dante, purg., 20-87: veggio in alagna intrar lo fiordaliso, /
giuso. sacchetti, 193-37: io non veggio che tu non sie sì alto
più non puoi andare in su; io veggio troppo bene che tu se'nel colmo
radicato e forte, / vicin mi veggio a l'una e l'altra morte /
e vii men gissi / chiaro il veggio or ne la mia fama oscura.
alfieri, xiii-64: a terra china / veggio purtroppo la onorata fronte, / d'
il ben cariza, / e non veggio per me passo né guado / che
già da non pochi anni, io veggio spiare minutamente ogni tuo sito, ricavare
con romore. ritmo lucchese, v-48-65: veggio che nd'arà disnore, / si
poverissimo. angiolieri, 30-9: or veggio ben che tu caschi d'amore:
che 'l mio cuore avvisa, / ché veggio lucca mia castel di pisa / e'
impazzir. che sì che ancor ti veggio, / un tratto, negromante? uomo
vedere chi noi crede, ch'io il veggio tuttavia nel mio cuore: per la
in su del legno istesso / mel veggio a fianco, e che di me si
: attendi, italia, attendi. io veggio, o parmi, / un fìluttuar
mentre chiedo, da le valli / veggio montar gran furia di cavalli. idem,
. andrea da barberino, 2-156: quando veggio 11 mio vecchio marito, non sono
iacopone, 90-219: la sapienza, veggio, se celava: / solo l'
. cino, ii-548: ciò ch'i'veggio di qua m'è mortai duolo,
soglio prendere allora quando da'miei servitori veggio scamatare i miei vestiti per cavarne la
figur. guittone, 224-2: bene veggio ch'è chi te rabuffa / e carda
amore, 17-13: ma or ch'i'veggio allegra ritornata / la dolze ciera e
39-9): becchin'amore, or veggio certamente / che tu non vuo'ched
dante, purg., 33-40: io veggio certamente, e però il narro,
del certo. guarini, 196: veggio, o veder parmi, / colà,
principio alla libertà. ariosto, 15-27: veggio emando cortese, il quale ha messo
: venere è certo / costei ch'io veggio / dormir su 'l lido. /
iv-12-6: e ciò ch'io veggio e per vero odo, impetro / ne
, purg., 24-60: 10 veggio ben come le vostre penne / di retro
novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno, come ch'io mi mova,
in te. alfieri, 1-5: che veggio! carlo! foscolo, xiv-106:
andrea da barberino, 2-156: quando veggio il mio vecchio marito, non sono
pimplee timor mi tiene / mentre vi veggio sdrucciolar in chiasso / al pazzo arbitrio di
belle e dilicate, / come vi veggio tormentate, / di chiavelli siete forate
, 25-97: giunto al fin mi veggio / di questo canto, e riposarmi chieggio
mia spettativa,... non veggio che indulto né altra cosa me li possa
, xiii-64: a terra china / veggio purtroppo la onorata fronte, / d'
nuovi tormenti e nuovi tormentati / mi veggio intorno. buti, [inf.,
cuore / che dounque io mi volgo io veggio lui, / e se voi noi
sennuccio del bene, ix-49: non veggio in che ammanto / mi chiuda, ch'
; / anzi temo, ch'il veggio, e 'l tempo andato / me 'l
è 'l mio dolore, / poi veggio impalidito lo colore / di voi, cui
. guarini, 117: qui non veggio altra cieca / che la mia cieca voglia
cimerie grotte / tenebrosa devessi, e veggio c'hai / quante lampade ha il ciel
venere è certo / costei ch'io veggio / dormir su '1 lido. /
, purg., 33-43: ch'io veggio certamente, e però narro, /
angiolieri, vi-1-326 (27-10): or veggio ben che tu caschi d'amore:
di cipolle. beuincioni, 1-51: veggio in stufa star la cipollata.
l'orizzonte. tasso, 6-v-2-19: veggio di reti circondar le selve. galileo
bruno, 3-1051: l'impresa ch'io veggio nel seguente scudo, dov'è una
prigione. guittone, 224-3: bene veggio ch'è chi te rabuffa / e
baldanzosa, lieta e sciolta / la veggio e te codardo inver di lei.
nuovi tormenti e nuovi tormentati / mi veggio intorno. poesie bolognesi, v-335-2:
molta importanza. guarini, 196: veggio, o veder panni, / colà,
n'ho veduto male e me ne veggio. ser giovanni, 145: ballata mia
quinto. sacchetti, 193-36: io non veggio che tu non sie sì alto,
più non puoi andare in su; io veggio troppo bene che tu se'nel colmo
veggo ben che sete percosso, vi veggio cangiato di colore, vi ho udito adesso
immane. bruno, 3-292: oh, veggio quel colosso di poltronaria, gervasio,
della mia incapacità? mo veggio ch'i'ho fatto un malacquisto. passavanti
. guittone, x-2: mante stagione veggio / che tomo è, senza colpa,
dipartir né sceverare, / ed or mi veggio, senza colpa, dare / villan
. idem, x-5: mante stagione veggio / che tomo è, senza colpa,
davanzati, ii-371: madonna, or veggio che poco vi cale / di me,
m'ha sì sodo: / non veggio chi 'l mi fa, tanto non miro
, par., 17-107: ben veggio, padre mio, sì come sprona /
(39-11): becchin'amore, or veggio certamente / che tu non vuo'ched
idem, purg., 24-58: io veggio ben come le vostre penne / diretro
novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno, come ch'io mi mova /
figur. aretino, ii-101: lo veggio passeggiare, con la grazia; per
né sceverare, / ed or mi veggio, senza colpa, dare / villan
nubi, io tale un riso / veggio passarvi sul commosso viso. serra,
guarini, 119: fin qui non veggio / qual mi possa venir da questo
: veggo ben che sete percosso, vi veggio cangiato di colore, vi ho udito
di riconoscere; ma ne la canzona veggio quasi una imagine o un'ombra del divisivo
, 6-106: et io per quel che veggio ancor comprendolo, / che son pur
colpito m'ha sì sodo: / non veggio chi 'l mi fa, tanto non
. manzoni, 1129: ma quali veggio a le pareti appese / nove imma-
la plebe pasca. ariosto, 15-34: veggio carlo che 'l premio gli augumenta;
ohmè, comun, come conciar ti veggio / sì dagli oltramontan, sì da'
ohmé, comun, come conciar ti veggio / sì dagli oltramontan, sì da'vicini
46-xx: benedetto il nipote ecco là veggio, cistoro.
, 72-3: gentil mia donna, i'veggio / nel mover de'vostr'occhi un
): madonna, quando eo voi non veggio in viso, / tant'è forte
ne fosse pentuto e contrito come io veggio te, si è tanta la benignità e
/ novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno. monachi, ix-26: me
195: l'estremo lito adorno io veggio / d'uomin cortesi e di cortesi
dante, purg., 21-78: ornai veggio la rete / chi qui v'impiglia
che la disgrazia ci diparta più. -io veggio ben che i nostri congiungimenti sono descritti
mi leva sopra me tanto, ch'i'veggio / la somma essenza della quale è
? per quanto io ho veduto e veggio, / tutta questa città mi par
/ ci sarà qualche trappola? io ti veggio / molto lieto. è ferito messer
idee. manzoni, 1129: or veggio / il fido letto, ch'io nel
: madonna, quando eo voi non veggio in viso, / tant'è forte
, perchè, a ciò ch'io veggio, quella vecchia deve esser consapevole dei
in questo regno: / or la veggio regnare in nostra corte, / et
. / poi d'onne ben te veggio / in mal ch'aduce peggio, /
basti il gran martir ch'io non ci veggio, / senza ch'ognior la fame
ch'a poco a poco consumar mi veggio / e non mi vale poi merzé
t'appresento; / e quanto più la veggio e grata e bella, / tanto
ariosto, 13-57: da te uscir veggio le pudiche donne / madri d'imperatori
e faranno, a quel ch'i'veggio, / il conto senza l'oste.
nostri, perché, a ciò ch'io veggio, quella vecchia deve esser consapevole dei
. guittone, ii-256: ragione e forzo veggio che decrede, / ch'om non
ritratte: in te, per contrario, veggio le coscie grosse e corte e li
fosse pen- tuto e contrito come io veggio te, si è tanta la benignità
piccola; perocch'io sono colui che veggio non pur l'opera, ma per
manchi alla copia degli anni miei contenti, veggio con questo quasi una specie d'iramortalità
non la so dir come io la veggio; / ché di cristallo è tutta la
corna, / poiché così a costei veggio fuggirme! andrea da barberino, 1-11:
reca in sulle coma: / io veggio guasta quella corte adorna. 5
che nel bel corpo tuo sì spesse veggio [ecc.]. b. croce
aria con la luce corporata / io veggio. 2. ant. che
2-496: il poetico suolo ancora il veggio / verdeggiare..., / ma
, 1-21 (i-251): io non veggio che la donna vostra più de
-vostro umiliato. angiolieri, 11-1: quando veggio bec- china corrucciata, / se io
idem, par., 5-126: io veggio ben si come tu t'annidi /
dante, par., 7-129: io veggio l'acqua, io veggio il foco,
7-129: io veggio l'acqua, io veggio il foco, / l'aere e
dante, purg., 20-81: veggio vender sua figlia e patteggiarne / come
venisse in questo regno: / or la veggio regnare in nostra corte, / et
: cara luna, allor ch'io veggio / far le stelle a te corteggio,
.; in te, per contrario, veggio le coscie grosse e corte e li
doglia è 'l mio dolore, / poi veggio impalidito lo colore / di voi,
. caro, 2-1078: io veggio... / qui del sangue del
. ariosto, 15-21: io veggio... / altri volteggiar l'africa
, par., 20-90: io veggio che tu credi queste cose / perch'io
m. frescobaldi, ix-35: io veggio 'l tempo della primavera / tutti gli
. petrarca, 291-2: quand'io veggio dal ciel scender l'aurora / co
redi, 16-v-48: quelle noterelle marginali veggio chiaramente, che furono fattura di un
croce, avendo la contrizione ch'io ti veggio, sì ti perdonerebbe egli. boiardo
a la croce di dio, io non veggio già a voi altri uomini più concessa
vuoi salvo. manzoni, 1132: poi veggio il duolo che ti cruccia e rode
cose odo? petrarca, vi-1-9: e veggio andar, anzi volare il tempo,
. menzini, iii-276: 10 mi veggio onorato da un cumulo di lodi. fagiuoli
chi noi crede, ch'io il veggio tuttavia nel mio cuore. petrarca,
crisostomo volgar., 30: non veggio, carissimo, che veruno di noi
dice il core, / perch'io vi veggio andar senz'atto vile. d.
bibbia volgar., i-1-122: io veggio ch'io ho trovata grazia negli occhi
nuova, 22 (78): io veggio gli occhi vostri c'hanno pianto,
dante, purg., 20-13: veggio il nuovo pilato sì crudele / che
496: il poetico suolo ancora il veggio / verdeggiare..., / ma
idem, par., 4-17: io veggio ben come ti tira / uno e
. cino, ii-555: non veggio, donna, 'n cui è 'l viver
spinosa; / or che languir la veggio / io di lei non curo più.
. m. frescobaldi, ix-35: io veggio 'l tempo della primavera /..
m. frescobaldi, ix-35: io veggio 'l tempo della primavera / tutti gli augei
: non posso dar figura de che veggio sembianza, / ché moio en delettanza e
. d'ambra, 4-45: io lo veggio, ilarico, e sonimene / rallegrato
? mazzei, xxi-2 74: io veggio, padre mio, qui morire i poveri
, 1-531: la qual cosa io veggio essere tra tutti concordevole fama da te
a pena il debil ciglio, / e veggio due vestiti in lungo manto / tener
l. a dimari, 133: veggio che l'ira tua scorre qual'onda /
/ per la dolente angoscia ch'i'mi veggio; / di molta debolezza quand'io
di quel fermo vigor, nulla più veggio / di quell'ardire in te, che
marchese nel battello. crudeli, 1-84: veggio che i pronti e lucidi / cavalli
sacchetti, 380: frottola mia, io veggio l'universo / con sì pessimi segni
saranno belle. delfino, 1-291: già veggio [la pietà], /
/ quali, o figli, or vi veggio? monti, 22-561: ahi!
guittone, 11-5: ragione e forze veggio che decrede, / ch'om non
dante, purg., 20-92: veggio il novo pilato sì crudele / che ciò
che d'oro coniato / carco vi veggio a firenze tornare / così di gemme
piemonte. leopardi, 411: io veggio ben che ci conviene / deliberarci adesso,
/ che l'ami ligio com'i'veggio molti, / sia quanto voglia bella
e violento. foscolo, v-318: allorché veggio un giovinotto che si diletta di abbellirsi
, sfavillarmi in fronte / tosto mi veggio i rai, lo sdegno, e
par celeste, / così bella io la veggio / dopo l'aurora in fresco e
. sacchetti, 209: così lui veggio, e 'n pigior condizione / il
principalmente depositati. redi, 16-vii-287: veggio nel suo ritorno il mio interesse,
posto, infedel, che più non veggio / del deposito mio la miglior parte?
il mondo a me un deserto farsi / veggio: e non so, quanto in
s'io servo e voi dispiace / veggio ben ch'è follia, / ma d'
sdegnare, se il più delle volte veggio le rime in arbitrio o de'grossieri
/ tutto coral desire, / ché veggio ad om soffrire -gran tempo affanno,
del vostro secondogenito vi dee, lo veggio, aver desolato, ma l'anima vi
. giusto de'conti, i-113: veggio ben, che dura rimembranza / destando
alto il giorno, / altro non veggio che vane ombre e fumi. tasso
tanta noia della fortuna, niuna via ci veggio da lei essere stata lasciata aperta,
destro. caporali, ii-39: intanto veggio, / tra le montane erbette e le
dante, purg., 24-59: io veggio ben come le vostre penne / di
., 33-75: ma perch'io veggio te nello 'ntelletto / fatto di pietra,
per li colli / dal sol percossa veggio di lontano, / come 'l sol neve
gridi. petrarca, vi-1-9: e veggio andar, anzi volare il tempo,
mento. fagiuoli, 3-3-223: vi veggio un ch'ha sul grugno un berrettaccio,
come sia ella; né difettuoso ti veggio in parte alcuna: né ha il
voi fia tosto: io già vi veggio, / d'orror compresi e di pietade
, e la buona sembianza / ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri
fornito di buone vivande; / or mi veggio caduto in triste bande, / e
. grazzini, 274: ma ben veggio or quanto a dilungo errai. caro
vivo ancor dunque, e spiro, e veggio il sole? / ne la luce
dimostranza! bonagiunta, ii-308: quando veggio la ri vera / e le pratora fiorire
e la buona sembianza / ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri,
, per l'imaginare passato, vi veggio dormendo. andrea da barberino, 1-64:
come vi conosch'io, come vi veggio, / lagrimosa e bramosa di vedere
depinto / porto nel petto, e veggio ove ch'io miri, / mi sforza
purg., 33-76: ma perch'io veggio te nello 'ntelletto / fatto di pietra
dice il core, / perch'io vi veggio andar sanz'atto vile. idem,
si richiede, al tutto priva mi veggio per non mi esser essercitata nell'arte
in modo impedito, che non ne veggio punto. garzoni, 1-901: la medaglia
dritto e a torto fin a la morte veggio all'omo ubedire terreno natoral signore.
, vi-11-210 (4-13): i'veggio 'l reo montato e 'l buon disceso;
. guittone, 43-11: bene veggio che di partir potenza / darmi potete
155: nell'arbor aprire ogni fiore / veggio e già 'l frutto che si disacerba
disamorevolezza e discortesia; ma io vi veggio, e appena lo credono gli occhi
beata, / entro, e mi veggio in frale e disarmata / barca, d'
vii-50: da nuove catene / legar mi veggio onde discaprestarmi, / stolto,
francesco di vannozzo, 65: or veggio e sento ch'oggi se descassa /
farinelli, vi-11-210 (4-12): i'veggio '1 reo montato e '1 buon
95-14: ta'cose nascer ciascun giorno veggio, / che 'n dì di vita non
vii-476: -ohimè -muggiando -ohimè -dicea -qual veggio / d'insoliti portenti alto concorso?
leopardi, 398: - or non veggio quell'asta / insanguinata? -è
rinnegare. guittone, 27-8: e veggio vo a fedel desiderare / tal,
, o animo discreto, / ornai ben veggio che tu se'colei / agnola bella
poliziano, 179: se poi vi veggio in atto disdegnosa, / par che
già noi puoi disdire, / ch'i'veggio 11 tuo disire / inver di me
-figur. tasso, n-iii-560: io veggio non solo il disegno, ma l'
scoraggiato. giamboni, 9-5: veggio ch'hai male di paura, laonde
bandello, ii- 994: i'veggio dileguarsi quella nebbia / che gli occhi
megliore. ritmo lucchese, v-48-62: veggio che nd'arà disnore, / si no
de'numi onnipotenti, / io dispensa non veggio / nella morte di creso. in
, / tutto dispero e tutto / veggio de'falli miei rapirmi il frutto. parini
vinse. guittone, x-3: mante stagione veggio / che l'omo è, senza
corpo che viva, sì com'io veggio, meco a forza ritenuta avete.
distendo in carte, / quando più veggio e sento a parte a parte / di
letto. sannazaro, 2-61: io veggio un uom, se non è sterpo
a cui tanto distilla / quant'i'veggio dolor giù per le guance? idem,
assai distinto / negli occhi vostri il veggio: avete vinto. l. bellini,
/ fi- gliuol, perch'io mi veggio esser destrutta. leopardi, 3-34:
al fuoco mi divampo, / né veggio alcun riparo allo mio scampo. s.
. della casa, 2-2-38: ma veggio bene che molti del nostro presente stato
, 4-145: ahi cieco mondo, or veggio i frutti tuoi / come in tutto
pur alto e meni orgoglio / ché io veggio ogni dì nova fortuna / in questo
ch'altra incolta ed orida? / non veggio 1 tuoi recessi e i diverticuli /
. tasso, n-iii-665: ne la canzona veggio quasi una imagine o un'ombra del
amore, 17-14: ma or ch'i'veggio allegra ritornata / la dolze ciera e
/ che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, / piacemi almen che'miei sospir'
a l'occidente di sua vita / veggio precipitar questa dogliosa, / poi ch'
/ per la dolente angoscia ch'i'mi veggio; / di molta debolezza quand'io
suo mirando instinto: / perché ti veggio languido e sì cinto? / non puoi
a cui tanto distilla / quant'io veggio dolor giù per le guance? /
baldanzosa, lieta e sciolta / la veggio e te codardo inver di lei,
fondato. tasso, ii-73: non veggio perché, quasi nuovo areo- pagita,
, che sangue! oh qual ti veggio, / formosissima donna! 10
fazio, ii-12: i giovanetti vaghi / veggio seguire e donnear costoro, / e
ti miro e movo il piede, / veggio doppiarsi in te l'usata luce.
ch'italia parte, / e quinci veggio il bel toscano impero, / che
né elefante. chiabrera, 304: veggio destrier, cui le superbe teste /
busone da gubbio, 193: s'io veggio lo spazzo e le mura e le
figliuoli. petrarca, 72-62: perch'io veggio, e mi spiace, / che
occhi io ricerco, e pur non veggio / o 'l forte boemondo o 'l gran
che spegner si devea in breve, veggio / nostra eccellenzia al fine; onde m'
cor sempre, et or con gli occhi veggio? / e s'or non veggio
veggio? / e s'or non veggio e non conosco lui, / che mai
tutto il ben cariza, / e non veggio per me passo né guado / che
e dello ingegno tuo; ed io veggio già la dubbiosa via de'fati di quello
e 'l muso. fazio, il-n: veggio li uccelli a due a due volare
stare; / ma che ciò sia non veggio. -avere durevole fama, continuare
/ dolcemente piangendo, io pur ti veggio. / pur sei venuto, ha pur
astrologi. tasso, 13-i-719: ben veggio il sol, ma qual talora il cinse
, 16-3: di maggior luce aspersi / veggio occulti begli occhi, ch'a vedersi
. boccaccio, ii-8-15: del tutto veggio che m'hai discacciato / del petto
beccuti, 198: or l'error veggio, ed emendarlo spero, / che son
in bocca. beccuti, 102: veggio far gioghi all'empie fere al collo /
: sì son smarruto, ch'eo non veggio quello / che fare deggia enver ragion
re, che installarsi al vivo / veggio pe'trivi,... /.
se 'l veder non erra, / veggio le donne belle e vaghe farsi, /
nel mal libero inteso oprato vero / veggio, signor, né so quel ch'
povero pelegrin salito al monte / mi veggio lasso e scender a la valle, /
esecranda. alfieri, 1-120: ben veggio arte esecranda, / onde inalzarmi credi.
vidi la copia, or l'esemplare io veggio. 4. oggetto conservato (o
donna, /... / veggio percoter da mortai tonìtro. -assolto
cicerone volgar., 1-526: io non veggio quello ch'io mi debbia insegnare a
oggi ha due lustri, ritornar ti veggio / vestita d'atre tenebre di sangue
. di leo, 188: io veggio carlo che superbo esplica / le vele
che morire? la qual morte espressissimamente veggio se costei d'altrui che di me
mi leva sopra me tanto, ch'i'veggio / la somma essenza della quale è
l'occhio intorno invio; / e veggio ad ogni man grande campagna / piena
marte il seme; / or più non veggio. tommaseo, i-194: di forza
/ e hai aperto, come chiaro veggio, / a questa impresa mia tutte ìe
fed. della valle, 9: veggio la patria e noi quasi a l'estremo
le mura da'ciclopi estratte / mi veggio avanti. menzini, i-55: quello è
le verdi ombre everse in ghiaccio / veggio. = voce dotta, lat.
firenzuola, 45: ma ora che io veggio che di questo me ne è tolta
tante bestie insieme insieme; perché la veggio... falconina, leonina, asinina
cale; e quando / fallace il mondo veggio, a terra spando / ciascun suo
ti miro e movo il piede, / veggio doppiarsi in te l'usata luce:
/ da te a me, le mi veggio fallire. magalotti, 19-34: son
d'ogne vanitate, / però che veggio crescere e salire / mattezza e villania
pe- legrin salito al monte / mi veggio lasso e scender a la valle,
ch'io ho tal fame che lume non veggio. pulci, 18-196: io vedevo
son fatto prigione, e pur non veggio / l'onorata famiglia. leggi, bandi
vedrà il viso colorito / ch'i'spesso veggio, ch'e'ne fia schernito,
: bioccoli giù di marzolina neve / veggio venirne ¦ impetuosi al suolo; /
tondo, / e per semplicità vi veggio errare, / ché, non essendo finito
: miro chi vien: candide fasce veggio; / de l'abito non ben scemo
miei s'agghiaccian poi / ch'i'veggio, al departir, gli atti soavi /
oimè!) là sulla dora io veggio. / carta fatai già mi soprarriva.
loro. tasso, 1- 11-63: veggio portar da inevitabil sorte / il nemico
che hai tu che passionato e addolorato ti veggio? caro, 7-1059: messàpo venne
male ricompensati. mazzei, 9: veggio bene che vero è il proverbio: dura
sannazaro, iv- 12: io veggio un uom, se non è sterpo o
il mal futuro e il fatto, / veggio in alagna entrar lo fiordaliso / e
pene. petrarca, 1-10: ben veggio or sì come al popol tutto / favola
manso, 1-2: or sì che veggio a prova, signor torquato, quanto
imperadore che è il tutto, che non veggio con l'occhio de la servitù
serenissime e superbe); / mi veggio appresentare un canestrino, / mandatomi dal
mi sto così senza alcun dubio, / veggio el mal fecondar fra lui et ella
faitinelli, vi-n-210 (4-13): i'veggio 'l reo montato e 'l buon disceso
masuccio, 34: figliola mia, io veggio per tanti manifesti signi, questa cosa
paoletti, 1-1-61: quanti beni io veggio in essa!... dilatato
289-8: or comincio a svegliarmi, e veggio ch'ella / per lo migliore al
23: miro chi vien: candide fasce veggio; / de l'abito non ben
in amore, quando con cristo vi veggio tributata. boccaccio, iv-63: adunque,
parlando. parata, 2-1-442: ma veggio che voi forse qui mi fer- marete
/ che mi dà la muraglia, / veggio ch'ella s'affretta / lungo il
la piena. beccuti, 52: veggio al vibrar dell'aure chiome bionde /
tal batter d'ali? / io veggio il lido. caro, 9-587: gridò
i'possa dire, / perch'ognun veggio subito morire, / alcuna cosa, innanzi
tormento / altissime e ferrate esser vi veggio? anguillara, 14-299: stava sopra
alcun conforto spera, / ch'io veggio a noi doie venire; / scala
oggi far nulla, ché io ti veggio tornare co'ferri tuoi in mano;
dante, purg., 26-33: lì veggio d'ogne parte farsi presta / ciascun'
, xxx-4-68: or, poi ch'io veggio, che '1 novello aiuto / si
petrarca, 22-11: poi quand'io veggio fiammeggiar le stelle / vo lagrimando e disiando
virtù eccelse. tansillo, 102: veggio più chiari onor, più lodi belle /
la tua dea su i fianchi 10 veggio / di pungente desìo fervidi sproni. lippi
su del legno istesso / mel veggio a fianco, e che di me si
berni, 177: quando io ti veggio in sen quei due fiasconi, /
tutta in faccia la disgrazia pinta; / veggio torquato, che 'l fibbion s'accigna
e la buona sembianza / ch'io veggio e noto in tutti li ardor vostri,
fu fidato, ed or prigione il veggio. storie pistoiesi, 1-163: diliberarono
: floro!... noi veggio più. fin qui condurmi: / poi
, 22: a la voce vi veggio, assiri amici, / fida schiera vegghiante
bocca bella e dilicata, / come ti veggio stare assetata, / di fel e
dante, purg., 20-89: veggio in alagna intrar lo fiordaliso, /
un'altra volta esser deriso, / veggio rinovellar l'aceto e 'l fele,
dante, purg., 14-60: io veggio tuo nepote che diventa il leon
in lui, purtroppo, esser non veggio / di giovinezza figlio. foscolo, iv-298
piero da siena, 4-31: venir veggio un colle più belle membra, /
petrarca, 127-19: onde s'io veggio in giovenil figura / incominciarsi il mondo
piglieremo carta e penna, che già veggio qui per simili occorrenze apparecchiate e ne
/ non posso dar figura de che veggio sembianza, / ché moio en delettanza e
, s'alcun bene appare, / veggio che toma a gran mal finalmente. novellino
, / la qual da te i'veggio traboccare. = variante di finire,
cor che mi si parte / e veggio presso il fin de la mia luce,
tondo, / e per semplicità vi veggio errare, / ché, non essendo finito
ucciso fu. manzoni, 1129: quali veggio a le pareti appese / nove immagini
te chi m'appella avo or lieto veggio / dal sacro gregge suo qui ricevuto
mata 'fio'. allegri, 193: veggio nel fango il bel tesoro mio,
altra. sacchetti, 181: or veggio ch'io non scorsi l'a dal fio
mal futuro e il fatto, / veggio in alagna intrar lo fiordaliso, / e
che io sono in luogo dove io veggio il fiore di tutti li altri re.
frutto. della casa, 731: [veggio] fiorire gigli e viole per le
! -direi. tasso, 13-i-272: io veggio, o parmi, quando in voi
l. martelli, 1-66: io veggio un altro gregge, / ma non scemo
, / come cadente stella / fuor la veggio sparir de gli occhi miei. caro
. g. rucellai, 374: io veggio il tebro re di tutti i fiumi
: sia tutto finto ciò ch'io veggio e sento / e 'l ver lungo
la fatica e gli anni / mi veggio avere al tutto / perduti, e l'
marea). cieco, 39-48: veggio ondeggiar la marina / e di continuo
). leopardi, 1-46: io veggio, o parmi, / un fluttuar di
oro. stigliani, 2-232: veggio in somma milì'altri / selvaggi briarei,
3-62 (ii- 572): io veggio molti di voi, signori miei, pieni
tale folce, / ch'altro non veggio che l'oscura morte. = dal
1 messi di morte ove apparire / veggio i belli occhi, e folgorar da
occhi di costei. forteguerri, 7-100: veggio nel lume de'begli occhi vostri /
] mi faccia ciò ragion no'veggio, / che sempre sono a lui in
: vanità, e ciò ch'io veggio è vanità. tavola ritonda, 1-255:
: s'io servo e voi dispiace / veggio ben ch'è follia, / ma
: già tra le folte rame aparir veggio / ambe le torre ove il mio cor
i taglienti / ferri ond'io veggio in su le braccia il segno? massaia
formato. marsilio ficino, xxxi-949: io veggio una certa materia comune nella macchina del
, che sangue! oh qual ti veggio, / formosissima donna! carducci,
di buone vivande; / or mi veggio caduto in triste bande, / e
nome ha la geometria: / perch'io veggio il fornaio che si prolunga, /
: madonna, quando eo voi non veggio in viso, / tant'è forte
sonetti e canzoni, 7-20: ben veggio, amore, e sentomi sì forte /
suggetto,... io non veggio, che possa avvenire- che ora col
idem, 11-8: ragione e forzo veggio che decrede, / ch'om non po'
della morte / il mio pianeta io veggio. pratolini, 2-545: per un istante
gittandoli per terra. filicaia, 2-1-20: veggio ch'urti e fracassi / le sparse
fral si sdegna. mascheroni, 8-256: veggio lei che a quell'estinto frale /
non truovo il varco, / e veggio che pur sei breve e mortale. ariosto
sono sì frali. michelangelo, 1-86: veggio ben com'erra s'alcun crede /
. marino, vii-558: altro non veggio ch'una orribil massa / di frammenti
l'alma e 'l corpo mio francato veggio. orlandi, 6: come servo
c. mei, 82: allorché io veggio una creatura ottusa,...
squamosi armenti. baruffaldi, ii-130: veggio nettuno sulla conca argentea / tratto venir
. lorenzino, 236: quand'io veggio uscir fuor nell'oriente / il sol col
santi barlaam e giosafatte, 60: io veggio che tu se'duro, e freddo
spaventa il peggio, / al qual veggio sì larga e piana via, / ch'
. sannazaro, 12-211: talor veggio venir frisoni e menile / ad un
peloso. gherardi, ii-98: bene veggio tale ch'è qui fra noi,
in faccia la disgrazia pinta, / veggio torquato. alfieri, 1-150: accolta io
alcuno morto. beccuti, 52: veggio... / al mover della fronte
, 5-i-30: ahi cieco mondo, or veggio i frutti tuoi / come in tutto
or la fatica e gli anni / mi veggio avere al tutto / perduti, e
-di animali. fazio, ii-ii: veggio li uccelli a due a due volare,
il suo mirando instinto, / perché ti veggio languido e sì cinto? / non
iii-420: della fuggita di giorgio malaspini veggio quello ne dite: usanza è de'
là daròtti la chiave, ch'io veggio che tu ti consumi. -anzi sto in
che mi turba il guardo. / veggio nozze reali e veggio insieme / morte
il guardo. / veggio nozze reali e veggio insieme / morte funesta. muratori,
. petrarca, 203-12: ch'i'veggio nel pensier, dolce mio foco,
: secondo l'uomo di fuori, veggio che sono disceso da parenti i quali
., 24-49: ma dì s'i'veggio qui colui che fore / trasse le
g. stampa, 14: quando i'veggio apparir il mio bel raggio, /
pochi a piedi e meno in sella / veggio uscir mesto, e poi tornar iocondo
umano saper, sai quel ch'io veggio? / gallerie di vesciche e di
secoli xiv e xv, 84: io veggio un gal el qual batendo l'ale
ballonzolare. berni, xxvi-2-10: io veggio far atti di schiena / giovani o
o filena, già per lo nuovo anno veggio le fiere gareggiare in allegre squadre,
ha trafugati. tasso, 13-i-894: veggio un'altra gattina, e veder panni /
, disse loro -lodato dio che io veggio qui tre miei amici. goldoni,
d'oscuro vel l'eccelse cime / veggio del bel parnaso, e mesto il giorno
tasso, 14-44: sotto i pié mi veggio or folte or rade / le nubi
i-178: già sulla sacra riva / veggio del tebro e sull'esquilio colle /
e miro, / para di voi non veggio al mio parere: / però non
ov'io rivolgo gli occhi, / veggio annitrir cavalli e muover arme; /
faccendo festa. caro, i-153: già veggio in su'ripari una ghiandaia / che
in capo. allegri, 261: veggio quella avere, / fatta a gigli
serenissima dama. allegri, 261: veggio quella avere / fatta a gigli con
prese in gioco, / dicendo: -i'veggio ben dove tu stai. giovanni dalle
solamente nel fiore ancor tenero de'nostri anni veggio schiere sì numerose e sì belle farsi
angiolieri, 54-1: qualunque giorno non veggio 'l mi'amore, / la notte come
ma foggie ed atti assai, / i'veggio ognora in te, vaga fiorenza,
. angiolieri, 54-3: qualunque giorno non veggio 'l mi'amore, / la notte
passo passo a dietro tomi, / veggio lei giunta a'suoi perfetti giorni.
onorava. manso, 1-186: ben veggio che 'l tasso s'arma contro me delle
far voi. caporali, ii-31: veggio, di erbe e fior sparsi e dipinti
mormorare il pianto, / ch'i'veggio il cristian con quei due gladii, /
9-36: io che sforzar così mi veggio, voglio, / per uscirgli di
, disse loro: -lodato dio che io veggio qui tre miei amici. g.
mar cresca e sormonte; / poi veggio di quel globo essere uscito / sì grande
: benedetto, il nipote, ecco là veggio, /... / col
, / che nel tuo corpo glorioso io veggio, / signor, che, sceso
. grazzini, 4-198: -poiché io veggio ognuno ridere, egli è forza che
una spolpata donna /... / veggio; e maligni orribilmente irati, /
disceso son, po'ch'io la veggio vota / di quel giardin, che più
g. rucellai, 3 76: io veggio il tebro re di tutti i fiumi
porto in gozzo / quand'io non veggio el monte de parnaso. -rallegrarsi
oltre un cavalluccio, / ch'io ti veggio, ser gracchia, tuttavia / cavar
peregrina che tanto ti grada, / veggio venir con un villano a piedi / per
ciel, poi ch'io m'av- veggio, e piango, / che troppo dal
, ii-20: signor, io fallo e veggio il mio fallire, / ché esser
dante, purg., 24-61: io veggio ben come le vostre penne / di
/ a leggerlo m'appresso, e veggio ivi notato / ben altro che un sol
25-7 (58): la gente bolognese veggio scorsa / a dargli maggior graffi e
., 3-9 (359): io veggio vostra figliuola bella e grande da marito
. guittone, x-3: mante stagione veggio / che l'omo è, senza colpa
adriani, iv-306: quando... veggio la chioma sì curiosamente composta, e
che, dov'io miro, / veggio scolpito el viso di costei. berni,
guai, / sì che i'non veggio con che ripararmi, / se morte per
chiaro davanzali, 13-6: di voi non veggio simiglianza / né pari di bieltà si
diritto o falso. petrarca, ii-1-12: veggio ad un lacciuol giunone e dido,
pura. caro, i-153: già veggio... /... i
. grazzini, 4-198: poiché io veggio ognuno ridere, egli è forza che
. l. quirini, 117: veggio ancor del patrio serchio / dentro i
con gli occhi del core / diritto veggio ov'io mirava zoppo. folengo,
i-71: in te... veggio le coscie grosse e corte e li piedi
berni, 56: vorrei lodarti, e veggio ch'io non posso, / se
uscita. monte, ii-391: non veggio per me passo né guado / che
le sante guagnele, / s'i'veggio 'l dì sia 'n siena ribandito, /
guai, / sì che i'non veggio con che ripararmi. caporali, ii-51:
te vo calendo: / non ti veggio, e vo guaiendo. grazzini, 2-19
., 3-9 (359): io veggio vostra figliuola bella e grande da marito
tutto il ben cariza, / e non veggio per me passo né guado / che
. sacchetti, 209: così lui veggio, e 'n pigior condizione, /
delle gambe. dolcibene, 1-11: veggio le tue carni insanguinate, / livide,
novi tormenti e novi tormentati / mi veggio intorno come ch'io mi mova / e
1-72: ahi mal guercio! ché io veggio bene che, se io ti rimandassi
è sempre inanzi, e lei sì bella veggio. guicciardini, ii-263: mandò mongioia
, colpo non difendo, / perch'io veggio del pruno uscir la rosa. petrarca
ruine ti conforta / dov'io ti veggio scorta / per mala guida di consiglio
idea / tutta in un gran sospir veggio disfarsi, / quando parte il pensier,
15-21: ma volgendosi gli anni, io veggio uscire / da l'estreme contrade di
dante, par., 4-125: io veggio ben che già mai non si sazia
, 5-247: marte crudele imbestialito io veggio. d. carli, 339: vedendo
servigi. sermini, 254: io veggio bene che mi ti converrà imboccare e
, iii-131: sì sì, le veggio [le api]. ah ah!
g. l. cassola, 3: veggio matesi ravvivarsi e ardita / nuove strade
: a mano a mano / imbrunir veggio le contrade e i campi. campanella,
, cangiato in imeneo lo sdegno, / veggio la rosa maritarsi al giglio.
l'ho imaginata, / ch'io veggio sempre quel ch'io vidi allora.
/ ogni pensier mi pinge ovunque i'veggio / suo volto a tutta gente immansueto.
trovo colma e pingua, / ch'i'veggio al mio figliuol un giogo al collo
debbo io dire di me, che veggio il mio nome immortalato? carducci, iii-9-276
e combattuto da diversi impacci, / mi veggio trasportar per vie non use, /
a. m. salimbeni, xxxviii-370: veggio or d'autunno impallidir le fronde.
e amorosa, /... veggio impalidito lo colore / di voi, cui
smorto, / ragionando di vui, veggio il mio scorno, / vostro danno
sospendere. melosio, 3-i-409: non veggio ancor chi l'ave anciso / o
impetra. ottimo, ii-589: io veggio ciò che io ho detto di sopra a
dante, purg., 33-74: io veggio te nello 'ntelletto /...
idem, purg., 21-77: ornai veggio la rete / che qui v'impiglia
ricolmo. cariteo, 50: veggio quel volto umano, anzi divino, /
implica, / sull'altra un nuvolo / veggio cader. -per estens.
idem, par., 8-112: impossibil veggio / che la natura in quel ch'
de galia exiliando in tal sigillo / veggio improntar voi, che vostra mano / cremona
archi d'amore / volte al ciel veggio inarcarvi. forteguerri, 2-53: a
1 precipizi e 'l nodo; / veggio secure vie, che tu vietarmi /
pria. alfieri, iii-1-314: incese veggio, incenerite e spianate quelle insultanti moli
quai torbe incese tede / correr ricorrer veggio? nigra, 39: fuma da lunge
persone. alfieri, iii-1-314: incese veggio, incenerite e spianate quelle insultanti moli che
suol che traviato incespa, / io veggio ch'ai buon calle errai da lunge
. sermini, 365: i'veggio alle volte far cose a questi villani
ed in inferno. bandello, ii-906: veggio tante doti vostre ogni ora / che
. petrarca, 127-20: s'io veggio in giovenil figura / incominciarsi il mondo
in bononia? soldani, 1-161: veggio il pupillo, de'suoi beni scusso
, iii-25-2: o lasso me! non veggio 'l chiaro sole: / non so
irrobustirsi. bruno, 3-176: vi veggio qual saldo, fermo e constante scoglio
incredibile lussuria. beicari, 6-37: veggio corpi morti puzzolenti giacere e d'incredibile fetore
e di corazze sento, / ma non veggio a qual uso. g. c
. ariosto, 289: -io non veggio in te costumi che mi rassomigli, e
che nel bel corpo tuo sì spesso veggio, / piacemi almen che'miei sospir sian
indeterminata. luigini, xlv-226: io veggio nel pensiero indeterminata sentenza, e potremmo
sparse, e lei conversa / indietro veggio; e così bella riede / nel cor
lor controversie. botta, 6-i-202: veggio già fin d'adesso nascere e crescere
, xxx-5-261: già con lume indovin veggio de l'adda / sovra le rive amene
. n. agostini, 6-1-147: veggio adesso / che sete tutti gente inebriata
marino, x-256: già per te veggio inecclissar la luna. 2. tr
mortale, / sbucar da mille parti intorno veggio? giuglaris, 4 * 75:
puri / spirti del ciel, cui veggio al rio pensiero / farsi i bei volti
... le infermità infeste quando io veggio con esso corpo già morto? boccaccio
campofregoso, i-13: la vera armonia veggio esser questa: / fede, speranza
, / o che per certo io veggio / certi risi novelli / accesi, infiamma-
al- l'ammortite foglie / tornare io veggio il vivido sembiante. -divenuto meno
gentil volgerlo in giro / talor lo veggio, e con infinto brando / ferir talora
: gelsomini onor di flora, / io veggio assai fastosi, / tutti lieti e
/ a lo spirar di placid'aura i'veggio, / che verde il bosco a
. imperiali, 4-604: io veggio là... / quell'intricato e
il cor me infrango, / ma veggio ben che libero rimango / da i
d'arte, che il virtuoso bronzino: veggio gli altri immergersi infra fioratisi, e
fiate in- drieto mi rimiro / e veggio l'ore e i giorni e i mesi
delusione. petrarca, v-1-87: veggio aperto / il volar e 'l fuggir
che disserri. boccaccio, 1-ii-127: ben veggio, amico, ch'ogni ingegno poni
se 'l guardo io giro, / veggio che tratta il mio tiranno amore, /
parini, vi-39: ingegnosi strumenti / veggio d'atroci pene. betteioni, i-448:
al figur. chiabrera, 1-i-172: veggio destrier, cui le superbe teste /
alzo / sovra tutti color che forse io veggio / risplender sol di ripercossa luce,
175: se beltà, se grazia io veggio / ed in questa ninfa e in
col capo sì, ch'i'non veggio oltre più, / e fu nomato sassol
i-18-153: né i tuoi begli occhi io veggio / più di lagrime ingombri. alfieri
il cielo innalzo il guardo, / veggio una stella luminosa e grande / che da
, tu m'hai innamorata, perché io veggio in te senno, onestà e discrezione
distendomi alle cose maggiori che io mi veggio innanzi, per vedere se in alcun modo
altare; e infino a ch'io non veggio lo spirito santo obumbrare l'altare,
dante da maiano, 1-17-10: bene veggio ornai che lo meo core / vole avanzare
mentre così lasso i'mi affatico, / veggio cieco furor, ahi! voglia insana
casa, 733: or l'error veggio, ed emendar lo spero, / ch'
incominciar la commedia didascalica. questi occhi veggio io stralunare? sì, didascalica:
fed. della valle, 137: i'veggio / insegnato, dagli anni e dai
ama, e in un momento / la veggio darsi a un insensato in preda.
ii-219: ed ecco a i mirti io veggio un ramo inserto / della palladia oliva
al giovine che langue / pender la veggio, ed inspirar co'baci / novello spirto
che * instatuarsi 'al vivo / veggio pe'trivi. = denom. da
, 1-171: nell'immensa deitade 10 veggio / chi mi prestò l'insuperabil forza,
n. franco, 7-382: se veggio rose in rosaio alcuno o porporini fioretti
ch'a nuli'altro intende, / veggio un'angelo uscir puro e lucente. guidiccioni
/ che è ch'io en te non veggio? lucano volgar. [crusca] -
'l vento. bellincioni, ii-185: i'veggio ben sì come oggi disserra / un
, canova; / ch'io mi veggio d'intorno errar l'incenso, / qual
in voi per me'gradire, / veggio che v'è languire. aretino,
. v. colonna, 1-327: veggio la vite gloriosa eterna / nel suo
/ ammiranda prigioni, cerco, e non veggio / lo spirto che la move e
e scure, interriate e smorte / veggio le labbra. firenzuola, 370:
maggioranza fra la sapienza e la ricchezza: veggio, disse, il sapiente su
ben dire. marino, xxx-5-9: veggio ornai che 'l sol, pittore eterno
dante, purg., 33-42: io veggio certamente, e però il narro,
condurre bene e presto, ché già veggio che benvenuto comincia a intorbidare. c
misericordia. benci, 1-3: subitamente veggio nella mente mia la luce esistente, con
mal. allegri, 1-3: io veggio intrafìnefatta agguindolarsi gli uomini, che stanno
cicerchia, 1-199: di sangue intrisi veggio i tuoi capelli, / ogni bellezza
intronfiare. forteguerri, i-250: e se veggio taluno andarne gonfio, / perché fortuna
altrui e te, / ora ti veggio, e non saccio il perché, /
vedo, siedo, chiedo 'in 4 veggio, seggio, cheggio '.
leva sopra me tanto, ch'i'veggio / la somma essenza della quale è munta
il giovane, 9-24: io non veggio / comparire a uscir fuor del palazzo
l'occhio intorno invio, / e veggio ad ogni man grande campagna. firenzuola,
sì, che alzarti un monumento io veggio / dai sassi che a te getta chi
/ a lo spirar di placid'aura i'veggio / che verde il bosco a quel
e tratta la cosa dello invoglio, veggio che egli è un ufficiolo molto vago
involta / fin che 'l mio cor non veggio e la mia vita1 sannazaro, iv-154
, / a te, che giacer veggio in ombra folta, / in quella notte
muzio, 4-119: quinci e quindi / veggio ir pascendo pecore et armenti. testi
guadagnali, 1-ii-96: insomma io veggio / ire ogni cosa a rotoli
di perle il prato irrora, / veggio che al prato i fior, col suo
e le piume. / io non la veggio. zeno, i-143: i cangiamenti
d'aprile / nel labirinto intrai; né veggio ond'esca. antonio da ferrara,
quanto è il martiro; / e veggio et erro in questo laberinto. pulci,
forte, ognor più fiacca / spezzar veggio; onde io più laccio e cinghio,
acri per catene. serdini, 1-17: veggio il mio male e forse il da
, se non dagli uomini, / far veggio. guarini, 310: e che
giordano, 5-43: s'io altresì veggio colà le meretricie, son io altresì tenuto
tutti rivolti a la superna strada / veggio, lunge da'laghi
donne qui, non genti accorte / veggio, a cui mi lamenti del mio male
.). ariosto, 814: veggio ch'hai [o notte] quante lampade
gatta. caro, 2-1190: io veggio, io sento / sonar gli scudi e
c. i. frugoni, i-12-49: veggio una bella fortunata aurora, / signor
a lampeggiar su noi, / e veggio amor, che il regai letto infiora,
v. piccati, 71: io veggio qui nella seconda maniera un metodo di
mariolo. contile, i-5: veggio falcuccio: o che lanetta! non sa
, / ché 'l mio signor non veggio. = frequent. di languire;
venne / gli occhi languidi volgo, e veggio quella / che amò noi, me
zenone da pistoia, 1-38: io veggio... / appoco appoco spegner
spaventa il peggio, / al qual veggio sì larga e piana via, / ch'
: quai fantasmi, quai larve io veggio, io sento? brusoni, 6-12:
di macaroni e lasagnette, / ecco mi veggio intorno, e poggi ad alte /
francesco da barberino, ii-355: ti veggio spesso lasso. dante, inf.
fratelli per questo latino / ogni fedel amor veggio perito. storia di stefano, 15-79
: piantai tenera quercia, et or la veggio / co'nembi a fronteggiar eccelsa e
del marito di sua figlia insanguinato lo veggio... ma ornai questa fetida fiera
le sante guagnèle, / s'i'veggio 'l dì sia 'n siena ribandito, /
loco bel vagheggio dio, / e veggio il primo artista nel suo esemplo / tra
di tristano, 178: certo io veggio che sed io foe altro giuoco con isotta
faitinelli, vi-ii-210 (4-13): i'veggio 'l reo montato e 'l buon
/ ammiranda prigioni cerco, e non veggio, / lo spirto che la move e
idem, par., 4-18: io veggio ben come ti tira / uno e
. tassoni, xiii-444: 'quant'io veggio m'è noia, e quant'io
/ essendo innamorata, / tutte le veggio en la speranza mia. ottimo,
ho l'orecchia sorda, / e veggio, o veder parmi, acuto strale /
, 1-83: da poc'anni in qua veggio venire diversi animali di goffissimo disegno,
. lambertucci, 45: 1'veggio, ser ventura, la matricola / che
la intrinseca letizia. tasso, 1-86: veggio... de la letizia nova
per iscaldarlo con brace contenuta in un veggio. -vicolo, vicoletto, stretta
nuova, o signori, disse, io veggio terra. g. capponi, i-i-
leva sopra me tanto, ch'i'veggio / la somma essenza de la quale è
tanti pissi e tante pratiche / ch'i'veggio; ché qual cosa bolle in pentola
'n sé nobilitate, / ch'i'veggio amor visibil che l'adora / e falle
idem, par., 21-74: io veggio ben,... sacra lucerna
v. borghini, iii-323: io veggio chiamati i ceriti da livio nel vii
loro; per lo quale licenziamento io veggio dare al detto papa, vicario di
umana miseria suol far breve, / più veggio il tempo andar veloce e leve,
leve, / figliuol, perch'i'mi veggio esser distrutta! beicari, 7-98:
video, sedeo ', in 4 veggio 'e 4 seggio ', e molti
/ che l'ami ligio com'i'veggio molti, / sia quanto voglia bella
di quella [della vecchiezza] vi veggio entrato, possibile è che quella,
'. lanci, 6-38: oh io veggio qua quella buona limosina di menica.
: cortese e dolce e amorosa amica / veggio sempre ver me vostra fazone;
or paggio. monachi, 27: veggio usare un linguaggio barbarico / oscuro,
po con cento fiumi ed odo e veggio / nel bel liquido suo cinto di foglie
di natura in te con vaga lite / veggio del ciel le maraviglia unite.
a la mente, / ch'i'la veggio lontano e mi conforto. boccaccio,
corpo. bandello, ii-1095: ti veggio col compagno in ampio piano, /
che mi si parte, / e veggio presso il fin de la mia luce,
, i-21-63: quando il puro foco veggio / di pudico imeneo, che dal ciel
che mi si sparte, / e veggio presso il fin de la mia luce,
quando la miro, ch'io la veggio in petra, / e po'in ogni
, par., 21-73: io veggio ben,... sacra lucerna,
., 1-2 (88): io veggio... continuamente la vostra religione
. della porta, 2-66: veggio un puello ludibondo uscir dalle sue edi
umana miseria suol far breve, / più veggio il tempo andar veloce e leve,
. g. cavalcanti, i-211: veggio negli occhi de la donna mia /
costume. petrarca, 163-9: ben veggio io di lontano il dolce lume /
ahimè, che a così fatta voce veggio turbarmisi la tramontana di vostra serenità che
dante, purg., 33-75: io veggio te ne lo 'ntelletto / fatto di
lume alcuno di questa riconciliazione; anzi veggio un oscuro apparato di qualche tragedia.
che sto in tenebre, e non veggio lume? immanuel romano, vii-326 (
cieca sono... / lume non veggio... l'alma è viatrice
lungo esser non può, però ch'i'veggio / là surger nuovo fummo del sabbione
i negri / regni profondi spalancarsi io veggio... / ombra di laio
se'. v. colonna, 1-81: veggio ch'una volubil ruota move / l'
. palmieri, 1-8-5: sanza numero veggio fiamme accese / lustrare in cielo splendide
, rattristarsi. sacchetti, 320: veggio minerva che si vuol far marte, /
si vuol far marte, / e veggio cancellar divine carte, / ridendo forte chi
. guidiccioni, 5-120: quando io veggio in alcuna composi odono tal
colonna. forteguerri, ii-186: ripiena / veggio l'ombrosa strada di madonne / e
dato al vostro servimento, / ben veggio, tale fue 'l cominciamento, /
resto. brusantini, lvi-114: mirando veggio la beltà novella / ornarsi per costei
maestro magno / mi disse: io veggio ben chi fia perfetto / e ritrarrà costui
le dicea: / oh quanto piccola veggio che sei, / paragonandoti co'rami miei
lo scudo mio; / ch'or veggio che se'mago e incantatore, / né
? g. stampa, 122: io veggio spesso amore / girarsi intorno agli occhi
male dura / di tale guisa, veggio, son malato, / che 'n me
! amico di dante, xxxv-n-703: ben veggio, amore, e sentomi sì forte
mal futuro e 'l fatto, / veggio in alagna intrar lo fiordaliso, / e
non donne qui, non genti accorte / veggio, a cui mi lamenti del mio
'l so; m'inganno? 0 veggio / là una driade maligna / che mi
vino], troppo per quanto io veggio maltrattata e strapazzata dagli artefici non meno
e i precipizi e 'l nodo, / veggio secure vie che tu vietarmi / il
la gregge mia; e perch'io veggio / che sopra a tossa appena si sostiene