. dominici, 1-151: si vaneggia e spende a fare le ber-
u'ben s'impingua se non si vaneggia. 2. simbolo di gesù
: ivi ogni fera per amor vaneggia, / l'un ver l'altro i
(femm. -trice). che vaneggia, che dice spropositi. passavanti,
, iv-103 (12-18): come ben vaneggia quella gente / ch'a la tua
sempre fuma, / a cui sempre vaneggia il buio cervello. forteguerri, 9-1
, / fremita, ringe, calcitra e vaneggia. tasso, 9-70: il tronco
u'ben s'impingua se non si vaneggia. cino, ii-609: signor, e'
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo. giov
marino, 12-22: piagne, freme, vaneggia e trema e pavé, / l'
/ fremita, ringe, calcitra e vaneggia. alamanni, 5-2-712: sia squarciata la
: or lunge il giovene delira / e vaneggia ne l'ozio e ne l'amore
: per essa il re agrican quasi vaneggia, / e la sua vita non stima
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo.
b. fioretti, 1-3-94: instolidisce e vaneggia in cicala- menti inopportuni e disaffettuosi.
ho in mano [baiardo], ben vaneggia et erra / chi crede che depor
i che dubbii? o che vaneggia il tuo pensiero? dubbietà (
la penitenza. -ant. che vaneggia, che si perde in inquiete immaginazioni
, / reggi la penna, che vaneggia ed erra, / e prendi in grado
: se la filosofia ha vaneggiato o vaneggia per le esaltazioni metafisiche, -noi l'
che farnetica, che sragiona, che vaneggia. peregrini, xxiv-143: capitatogli alle
/ che dubbii? o che vaneggia il tuo pensiero? b. croce,
di se stesso, / e 'n parole vaneggia. bùgnole sale, iv-227: trattano
/ che, forsennato d'umiltà, vaneggia / d'imitare di sé l'inimitabile.
di se stesso, / e 'n parole vaneggia. mamiani, 1-135:
: se la filosofìa ha vaneggiato o vaneggia per le esaltazioni metafisiche, noi l'
folli. -per estens. che vaneggia (la mente). livio volgar
2. per estens. che vaneggia, che delira per passione amorosa;
e folleggiarne. 2. che vaneggia, che delira, farneticante. salvini
sì fervida / quando più l'uom vaneggia. lambruschini, 2-368: ma dunque vi
frode, / dove la stolta ambizion vaneggia. filicaia, 2-1-196: o disleale,
sempre fuma, / a cui sempre vaneggia il buio cervello, i..
di se stesso, / e 'n parole vaneggia. tengo grado; vo ben
u'ben s'impingua se non si vaneggia. petrarca, 105-45: i'mi
e dell'anima, perché l'anima vaneggia et il corpo appena ritien l'immagine della
u'ben s'impingua se non si vaneggia. buti, 3-322: 'ben s'impingua'
2. per estens. che vaneggia, che delira per passione amorosa o
b. fioretti, 2-3-98: instolidisce e vaneggia in cicala- menti inopportuni e disaffettuosi.
pazzo, che 'n sulla roba / vaneggia, o guidatore, o usuraio, /
so se l'alma per suo ben vaneggia, / o pur se 'l largo mio
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo, /
che forma un sarsi, egli vaneggia un altro lido lontano e insperato..
/ anzi con gli occhi ancor l'alma vaneggia. cellini, 2-72 (427)
: nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo,
e speranza / e palpita, e vaneggia, / con timida baldanza, / tendendo
si raccomanda a sballate allusioni storiche, vaneggia sulle fraternità mediterranee. baldini, 9-160
., 1-85: ogni fera per amor vaneggia, / l'un ver l'altro
si raccomanda a sballate allusioni storiche, vaneggia sulle fraternità mediterranee. una mezza pagina
a passar bada, / che 'nfinito vaneggia. idem, par., 17-14:
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo, /
/ e 'n quella età che più vaneggia ed erra / dietro a'molli diletti ormai
, stv 1-85: ogni fera per amor vaneggia, / l'un ver l'altro
e motteggia: / allor mio cor vaneggia, / e tremo tutto. sanudo,
i-260: l'alma, che non mai vaneggia ed erra, / rivolta a lui
. / balbutisce la lingua, ebra vaneggia / la mente, nuotan gli occhi,
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo, /
incarchi ne'più debil'anni, / mentre vaneggia e pargoleggia infante, / a mille
: già fra l'armi omicide / vaneggia achille e pargoleggia alcide. pellico,
che è fuori di senno, che vaneggia; che è in preda a una passione
tempo già fu, quando più l'uom vaneggia / ne l'età prima, ch'
, 12-22: piagne, freme, vaneggia e trema e pavé. martello, i-2-189
vagabondo esce di strada; / poiché esso vaneggia, e di sé fuori / parla
monachi, 34: ciascuna con amor vaneggia e tredova / e son dell'onestà
mente, l'anima); che vaneggia (la fantasia). cino,
una mattina per disgrazia che una certa vaneggia di fava gli era stata guastata,
che piropo, / splendor del fasto che vaneggia in plaustro, / splendon le fosche
, in erme grotte / s'apre e vaneggia la plutonia rupe / nel grembo della
in questo mare, in cui così vaneggia / la gioventù. buonarroti il giovane
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo, /
tempo già fu, quando più l'uom vaneggia / ne l'età prima, ch'
nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo,
imperfetta la poesia e parte primitiva e vaneggia di successivi perfezionamenti come di altrettanti passi
dominici, 1-151: quanto si vaneggia e spende a fare le berrettuccie ricamate
quivi il sospiro aure di foco, / vaneggia il guardo e lussureggia il riso.
u'ben s'impingua se non si vaneggia. boccaccio, dee., 3-8 (
. dominici, 1-151: quanto si vaneggia e spende a fare le berrettuccie ricamate
l'intelletto, / lo spirto pur vaneggia, / d'eccelse voglie e d'alto
l'intelletto, / lo spirto pur vaneggia, / d'eccelse voglie e d'
/ da'bei vostri occhi, nel pensier vaneggia, / quello sperando ch'ancor non
/ in questo mare, in cui così vaneggia / la gioventù. chiabrera, 1-i-450
18-74: quando noi fummo là dov'el vaneggia / di sotto per dar passo alli
so ch'ella è un sogno di chi vaneggia: una vampa di paglia, che
il giovine poeta, / precorri chi vaneggia e chi lavora: / a seguitarti
mare remoto e slavato, che ancor oggi vaneggia dietro ogni mia malinconia. fenoglio,
tutti e passatempo e scherno; / vaneggia ognor, né sa ch'egli vaneggia.
/ vaneggia ognor, né sa ch'egli vaneggia. f. f. frugoni,
in erme grotte / s'apre e vaneggia la plutonia rupe / nel grembo della terra
). soldani, 1-104: così vaneggia / il mondo, il qual dirà d'
per le vuote sale / corre e vaneggia. pratesi, 1-406: quei visi di
. / genoa che fa? -all'usato vaneggia. machiavelli, 1-vi-143: le altre
incarchi ne'più debil'annij / mentre vaneggia e pargoleggia infante / a mille rischi esposto
gianni, xxxv-ii-598: deh, come ben vaneggia quella gente / ch'a la tua
! monachi, 34: ciascuna con amor vaneggia e tredova / e son dell'onestà
asceta / che forsennato d'umiltà, vaneggia / d'imitare di sé l'inimitabile.
inimitabile. cassieri, 44: leonardo vaneggia a sperare nella mia imbecillità
stupore e speranza / e palpita e vaneggia. 3. perdersi in occupazioni
u'ben s'impingua se non si vaneggia. petrarca, 1-12: del mio vaneggiar
remoto e slavato, che ancor oggi vaneggia dietro ogni mia malinconia.
: nel dritto mezzo del campo maligno / vaneggia un pozzo assai largo e profondo.
campo maligno, nel mezzo di quel luogo vaneggia, vacuo appare un pozzo assai largo
1-vi-180: tra l'asia e l'america vaneggia uno stretto, diremo con dante,
5-73: qualche caverna di sepolcro etrusco vaneggia cupo, sotto cerri ed elei più
1-375: tra man le serpe / e vaneggia innocente ignea favilla. -essere instabile
ognora a passar bada, / che 'nfinito vaneggia! 10. intr. con
dietro a quel primo ben che 'l cor vaneggia. foscolo, 1-193: armi vaneggio
ch'egli desidera di riposarsi, egli vaneggia un altro lido lontano e insperato. montale
. = forma masch. di vaneggia. vaneggio, sm. letter