. viani, 19-119: quando io uscivo dal « palazzo » bazzicavo gli anarchici
andando al cinema, facevo tardi, uscivo dal film con la testa un po'balorda
, 500: mi dissero che se uscivo di casa, mi avrebbero messo al
a mettersi in sospetto verso di me che uscivo da una città considerata la più diabolica
radiografia intellettuale. levi, 1-67: uscivo, quando il sole cominciava a declinare
.. di docce scozzesi, dal quale uscivo tra umiliato, irritato, prostrato.
cascata addosso proprio nel momento in cui uscivo dal palazzo. morale: io ci avevo
o da messer giulio, né io uscivo, né voi entravate in casa mia;
marina, deliziosa. pavese, i-430: uscivo dalla stanza presentendo altri sentori e la
ridur tutto a regola e a logica, uscivo tutto affannoso alla riva, e ritrovavo
collana d'oro. cicognani, 2-130: uscivo dall'odore di rimessa imbottito nei cuscini
la pioggia sull'isola; ma io uscivo lo stesso ogni mattina, e certe
tutto a regola e a logica, uscivo tutto affannoso alla riva, e ritrovavo
). letter. indotto, persuaso. uscivo irato e stanco / dall'unghie intabaccate d'
porti. bernari, 7-256: ne uscivo modificato, trasformato, e come invasato da
nel meandro delle piccole valli solitarie. uscivo d'una nell'altra,, con ansia
o romanzo. alvaro, 13-316: « uscivo allora dall'adolescenza ». « cioè
mesta. cancogni, 165: quando uscivo, il muezzin era già salito sul
forza d'aver giudizio, io n'uscivo netto; e dovevi venir tu sulla fine
che mi faceva le poste ogni qualvolta uscivo. -fare oggetto di attenzione amorosa
della casa di via rosa: ne uscivo deluso del rapido amplesso, avvolto da
4-53: nel privato istituto del rellini onde uscivo, un de'più accreditati, notate
altre dame. piovene, 3-203: uscivo a passeggio,... nella grande
cose ne facevano una sola, perché ne uscivo -mi svegliavo -riavvistando la luce e
. guglielminetti, 3-135: già io uscivo distrutta da lungo crudele duello / d'amore
palei cortonese, bemabita, mentre io uscivo di anticamera del serenissimo granduca, mi soffermò
piazza. pavese, 5-21: la sera uscivo fuori e lei mi raggiungeva correndo sull'
luce). scalvini, 1-141: uscivo pel bosco nella tranquilla luce della luna
qualsiasi città io traessi, se appena uscivo dall'abitato, o salivo sui campanili
a forza d'aver giudizio, io n'uscivo netto; e dovevi venir tu sulla
non valicavo la frontiera, e non uscivo da uno stanco impiego cittadino. -ant
ventura. d'annunzio, iv-2-799: uscivo per i campi di buon'ora col