da'vostri alberghi / anticristi o folletti uscir vi fanno / a mozzar gli altrui
coralli e da le preziose / perle uscir fanno i dolci accenti mozzi. bandello
in questo mozzo, / ma se uscir vorrai di questo foco, / a te
che da le vie supreme / dei tetti uscir vede il vapor del fuoco, /
, che spaventoso strido / è quel ch'uscir dal sacro tempio intendo! tasso,
forteguerri, 9-4°: al misero romito / uscir di sesto tossa un'altra volta;
sotto l'abilissima opera della sua stecca, uscir. fuori dall'informe cumulo di creta
satana], qual dai superni / spirti uscir puote. 4.
braccio il ferro netto / si vide uscir: tanto fu il colpo crudo. caro
, 1-26: 'uscir del nidio': uscir del letto, quale chiama 'nidio '
, a far loro il dovere e'vorrebbesi uscir fuora con un bastone ben nocchieruto,
suffocar le genti / le quai volean natando uscir de tonde. muratori, iii-28:
nodo coniugale, / non ha forza d'uscir mai più in campagna. metastasio,
beata, che non gli è permesso / uscir dal nodo in cui l'avvolgo e
i circostanti viddero i nodi delle dita uscir per l'altra orecchia. spontone,
sono / che tu porgi ai mortali. uscir di pena / è diletto fra noi
un buon numero. quindi, per uscir di noia, fece cesare tagliare la
riva del mar delle zabache, all'uscir fuora a mano manca, e poi
, / l'altro de l'altra, uscir coi libri in mano. / in
/ picciola e stretta, e fate uscir per essa / questo notabilissimo barone.
or è assai vago e dilettevole questo uscir che fa dante a mano a mano in
ticastri che a guisa di vipistrelli non sogliono uscir di casa che quando il sole tramonta
una bella eguana; / talché poristi uscir de forma umana, / se non prendi
nozioni. bruno, 3-222: per uscir da queste raggioni teoriche, nozionali e
iddio fece comparire innanzi agl'israeliti nell'uscir dall'egitto, la quale era oscura nel
, i-15: se innanzi al suo uscir fuori [del sole] si vegga una
di casti numeri / fece una vena uscir. -per estens. modo musicale
nuotaro / i foschi lumi tuoi, t'uscir ai fronte / dense e rapide fiamme
,. 1-20: eccoti i consulenti uscir fuori con un nuvolo d'allegazioni e consigli
il centone ha per obligo il non uscir punto degli stessi versi, o intieri o
insolenti erano coloro i quali si lasciavano uscir ai bocca si fatti obbrobri che non
cattolico in vinegia, non dovea io farmi uscir dalle mani la buona ventura di salutarvi
: colpa vostra, ragazze, / uscir dal chiuso per scalar le cime, /
3-61: il domani palmina ebbe ad uscir colla madre per alcuna occorrenza. verga
ariosto, 26-31: quivi una bestia uscir de la foresta / parea, di
gia la fede / da lui di non uscir, mentre che quello / tragga il
tanta distanza, che quando avesse a uscir fumo o altro dall'odorifero, questi
, 'pensando l'alto effetto / che uscir dovea di lui 2.
qual parrebbe a vedere un leone / uscir del bosco, quando ha gran disio /
a un anno: che possa sentirsi uscir da bocca umana. fra una
, 5-164: che ben dall'imo centro uscir gli odori / mostra il sempre olezzar
raccontare. forteguerri, 29-39: quand'ecco uscir dell'onda / una fanciulla che il
videro i fiorentin con tanto oltraggio, / uscir gridando: alla morte, alla morte
., 9 (161): l'uscir di monastero, il lasciar quelle mura
terrapieno, / lungo le mura, dove uscir fur visti / da un ortolan,
all'omega, / provò che per uscir dell'imbarazzo / avea dato una mano alla
sono materie per le quali incomincian ad uscir i dubbi che ci pongono nella necessità
). baldini, 4-27: all'uscir dalle scuole [i bambini] non si
fu, pensando l'alto effetto / ch'uscir dovea di lui, e '1 tradizionale
ondeggiavano per quell'acqua, cominciò a uscir del mare una nicchia del color della
sangue, e dal suo scudo / uscir foljrori e lampi. trinci, 1-51
condivi, 2-150: non senti'mai uscir di quella bocca se ponea cura
ritrose / l'onnipossente creator comando / uscir fé tutte le mondane cose. arici
fosse ordinato / ch'io non dovessi mai uscir di guerra, / e povertà mi
d'ambra, 14: avendo stasera a uscir dell'ordinario col pasto, sarebbe errore
e fece publicar ordine che tutti dovessero uscir in campagna. -ant. provvedimento
. ariosto, 26-31: quivi una bestia uscir de la foresta / parea, di
intese, / dall'angelica bocca ode uscir fore, / a voi sola volgendo i
non potevano entrare da un orecchio e uscir dall'altro. -entrare negli orecchi'
abbiamo serrati gli orecchi, per non uscir del mandato. lippi, 7-59:
bro umano discorre da uomo e ricevuta all'uscir di quegli nelle canne maestre dell'organo
. /... tutto 'l pesce uscir del fondo fora / saltellando per tacque
. beltramelli, i-660: si vide uscir dalla cassa da morto, prima la testa
entrano nel mestiere del libertinaggio, e uscir devono senza ritorno dalla classe loro originaria
', come un fanciullo che tema uscir dell'orma. -versarsi sulle orme
hai voglia, / poresti arditamente / uscir del bosco, e gir in fra la
dotta man scritta dovea / in luce uscir la bella istoria e santa, /.
salvini, 13-17: tutti quei che uscir da terra e cielo / orrendissimi figli
da le prime ra dici uscir di sangue / luride gocce. gemelli c'
dalla croce, i-64: lascia uscir fuori il sangue in gran quantità e
f. frugoni, vii-337: nell'uscir del cimitero s'osservò un mucchio putridito
notte, quando nel seguente mattino voleva uscir di camera per visitare argostenia, trovai
le lacrime indefesse / et ostinati a uscir sempre i sospiri [ecc.].
! alfieri, 1-137: di tebe uscir, tosto che annotti, dèi: /
è dentro da l'ovo, / d'uscir 'nnanzi ched el su'tempo sia
la sua parte, / per far uscir i tordi della macchia, / che non
a passeggiare, a condizione di non uscir dai viali; e per la povera
, / l'altro de l'altra, uscir coi libri in mano. tasso,
stanchi / e disperati, / per uscir alfin di tedio / ci diran: non
m. cecchi, 427: veggendovi / uscir a nulla, ella sarebbe subito /
caro, 3-470: ignudi ed unti, uscir de'miei compagni / i più robusti
seguette / infin la palma e a l'uscir del campo. s. giovanni crisostomo
topolino: « se vuoi quinci / uscir, tratti, compar, quella panciera:
sanza altro aiuto di fante gli fece uscir la anima donde esce il pane patito
, che cosa fate? avanti di uscir di casa, gli date colazione e,
volta a'figli suoi, / che uscir volean delle loro pantana. d'annunzio,
(35): neli'entrar, nell'uscir di quelle tane / da granciporri,
tarocchi si è intestata a non volere uscir di casa. 4. locuz
d'ampia voragine tonante / fervido vedi uscir parto mal nato, / piover le
i nidi loro oscuri ed adri / uscir scherzando intorno i pardi e i lupi
, 347: già stupiti di quel suo uscir solo al mattino... lo
parlarlo. carducci, iii-3-348: a l'uscir del pian sabbioso, / d'una
ve n'ha, sì che l'api uscir non possano: e di sotto con
non mi permettono ancora d'avventurarmi ad uscir di casa. -per estens
più evidentemente, però che fa ercole uscir di cervello non in aria, come
tempo e buona vita / e non uscir di fuor per questo caldo: /
rimirai, benché da lunge, / uscir monsiù che mi credea partito. manzoni
17-120: ed ecco in su quel punto uscir di fianco / proteo, del ciel
breccia. serlio, 7-30: all'uscir dell'andito si truova un passaggio h
polizia pontificia non vietassero a chicchessia l'uscir dallo stato senza passaporto firmato dall'ambasciatore
portarsi nella cadenza c f, senza uscir di tuono, si replica, e nel
ardente stagion pigliando il fresco, / uscir a passeggiar propio è un peccato.
senza passione, allora la voce dee uscir sostenuta ed eguale..., ma
correre. bisaccioni, 1-17: per uscir di noia, fece tagliar la selva
sia artefice / che sappia mutar passo. uscir si sdegnano / di casa a piedi
cosa che fece san paolo prima di uscir di corinto. -ritenere il passo
bastonate per altro non mi avessero fatto uscir di passo..., non di
il re]. -e'si volea uscir di passo. -avviarsi in un'
, 20-105: d'i corpi suoi non uscir, come credi, / gentili
, 20-105: d'i corpi suoi non uscir, come credi, / gentili,
). baldini, 5-126: per uscir di codeste pastorellevoli generalità e vedere una
e col corpo vi farà di subito uscir dell'incanto e della pastura...
su fatti nostri, / ché poco uscir di gangheri mi giova / e a voi
aspetta di carcere o di bando / uscir, non par che 'l tempo piu
festeggiando, / ignudi ed unti, uscir de'miei compagni / i più robusti e
l'uno o l'altro dei carcerati all'uscir di prigione e gli procurano lavoro e
patto col giuppon solo e la camiscia uscir della città. grazzini, 4-393: io
viv'io, che del cocchiume / uscir mi vuol per trabalzare un prete, /
riponerlo in una nazione niente inclinata ad uscir fuori della provincia sua, come sempre
pavé, / e fan de l'armi uscir faville e foco. l. martelli,
/ che gli fosse più cara, e uscir fuori la notte / e fermarsi sul
pazzo e stolto, perché le fa uscir de'propri sentimenti e le precipita a far
, le spaccherò la testa e le farò uscir fuori il sangue pazzo!
ardente stagion pigliando il fresco, / uscir a passeggiar propio è un peccato.
, 452: non è agevole uscir del pecoreccio, come vi si sia
il pedaggio, / né mai de quindi uscir se può, se prima / a
questo tempo era il sentire ogni giorno uscir fuori nuovi editti e 'l vedere che
, dovesse indi a poco a poco uscir sentenza d'i- gnominiosa morte? fr
e vezzosetti amori, qualora tali figure uscir doveano dal suo pennello. c. i
entrar ci vuole ingegno; / a uscir danari o pegno. 15.
e con tutte l'apparenze di non uscir mai, se non per morte,
ch'è secco, ed anco a uscir non trovo il guado. masuccio, 245
in un pelago infinito da non ne uscir mai, perché questo è un navigar
medici, ii-279: quando ti veddi uscir dalla capanna / col cane in mano
: sì come secondo raggio suole / uscir del primo e risalire in suso,
: è questo paniculo diviso ne lo suo uscir di l'omblico da una pelicula,
(1-iv-139): mentre io penerò a uscir dall'arca, essi se ne andranno
alla giustizia o cagionar commozioni pubbliche o uscir tanto dall'intimo penetrale della coscienza dei
penna né mai mosse 'l piede per uscir dal grembo d'adria. romei,
culagna avendo in tanto / vista renoppia uscir del padiglione, / rassettato il col-
lor brigata, / con loro sforzo uscir fuori a pennello. -a, sotto
? si affannano, si affaticano per poterne uscir prontamente? pensate voi. vi dormono
, pensando l'alto effetto / ch'uscir dovea di lui. zanohi da strafa [
nazione in tutto ciò che gli sembrasse uscir dalle vie della ragione più severa. tarchetti
semplici brame, del pensoso bosco / uscir la vede, qual vergine musa.
g. gozzi, 263: non potendo uscir di casa per timore che ci cadesse
campanella, 1033: ogni fuoco del mondo uscir del sole si è visto, perché
ovidio], 176: ne l'uscir di fuore / del dolce albergo tuo,
giudei, avendo perduta tabilità del- l'uscir fuori, perderono anco la speranza della salute
ariosto, 30-35: poco guadagno e perdita uscir molta / de la battaglia può,
vivissima opposizione la legge sulla banca, ecco uscir fuori ventitré nuovi senatori. carducci,
augusto rito fu perfetto, / tacite uscir di chiesa le sorelle. 3
quando si credeva che di tal buco uscir ne dovesse o sangue o marza, ne
di maniera che cominciò a prevalersi ed uscir di pericolo. 8. prov
, o figlia, / quanto in uscir da perigliosi incontri / prudente e scaltra sei
veggo per qual ragione non abbia ad uscir l'orina spinta dal suo moto naturale
, 13-i-1094: fra perle e rubini uscir parole / udiva in così novo e dolce
fortuna: / dolce all'entrar, all'uscir troppo amara, / peròche sempre dolce
marito tremava ogni volta che la vedeva uscir di casa, ma n'era innamorato perso
, la sera / non devi uscir di casa. -in relazione con
, lii-3-5: perché non mi pare uscir di proposito, dirò quattro parole di sua
: è vero che sbucare in toscano vale uscir di buca, ma in lombardo vuol
, / a l'aere senza forza uscir si vede. landolfi, 2-141: nel
viene a noia, / né mai d'uscir di qui s'apre pertugio, /
gli fu venuta / tal voglia d'uscir fuor di quel pertuso / che non trovava
a l'entrare aperto, a l'uscir chiuso. bisaccioni, 1-241: quella palude
popolo e cavalier dell'arme sperti, / uscir di chiusi. boccaccio, dee.
(35): nell'entrar, neu'uscir di quelle tane / da granciporri udite
fra un termine da lui prescritto, uscir fuor de'suoi stati dovessino. tasso
di far una scappata marchiana, per uscir de'pupilli da vero, fece con sua
aspri macigni / soglion poco le biade uscir più peste. giuliani, ii-185:
vino, auguratagli una buona presa neu'uscir del porto e sofferta una stretta di mano
bosco! pavese, 10-136: gli piaceva uscir fuori prendendo la pioggia / o anche
menzogne. spero sempre che abbia a uscir livio che medichi queste piaghe: come
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge
/ dietro e d'intorno, ch'ali'uscir di barca / han fatto gli atti
a pigione, con la speranza d'uscir di quel limbo e correr per le
delle locuzioni sulle quali io piatisco niuna potesse uscir dalle penne del trecento: chi tutti
tempo di montar a cavallo e d'uscir alla piazza d'arme. -ampio
. sarei ridotto... ad uscir di casa solo,... ingrugnato
e son sicuro che le permetterà di uscir subito. visconti venosta, 304
pucci, cent., 32-73: quando uscir d'ufficio [i priori], al
ove tu vada, / quei fischi uscir più liquidi e più ricchi; / poi
2-113: il veder solamente un uomo uscir di casa sua mi par picciolo indizio
la sua grazia pidocchiosa, si lasciò uscir di sotto quanti amici che aveva; e
sopra le mura, / dove a l'uscir de la città le schiere / chinavano
non è conveniente che io mi lasci uscir di bocca di non aver accettato un
, 20-105: d'i corpi suoi non uscir, come credi, / gentili,
così, non vuole ancora saperne d'uscir di casa coi piedi in avanti. pasolini
sua vacca e far l'atto di uscir dal mercato per non rientrarci mai più
pieghe della toga, ch'egli prima d'uscir di casa allo specchio con gran diligenza
piega, e poi lasciò col sangue uscir l'anima ancora. -decorso di
fiamma, 113: errare propriamente è uscir della buona strada e piegar fuori del
d'una pietra / vide una fonte uscir ne la foresta. panigarola, 1-81
, / serrato il varco in su l'uscir s'arretra. targioni tozzetti,
... fece più volte forza di uscir di sotto, ma in vano.
e sprocchi era sì piena / che uscir non ne dovia il liopardo. boccaccio,
abbruciassero l'armata, gli parve di uscir fuori. c. campana, ii-4-12-106:
eufratès e tigri / veder mi parve uscir d'una fontana, / e, quasi
m'accora. / sii presta a uscir del pigro albergo fora. -che
foulon... erasi più volte lasciato uscir di bocca che regno ben governato è
si pinga / bellezza e che all'uscir di regia cuna / purità ne rivesta e
ancor vi s'aggiunga, c'ha da uscir dalle mie. / ben tu [
dante, li-12: s'i'vi vedesse uscir degli occhi ploia / per prova fare
possono molte fiate per la dura scorza uscir fuori. n. villani, 4-100
. leopardi, iii766: non posso uscir fuori se non la sera al buio,
verdi inanzi che sien conciate, fanno uscir la pietra di rognoni e pisciarla. erbolario
di vertude adorno / ch'alia mia penna uscir del seminato / com'ella suol,
: pur son qui e sono deliberato uscir di questo pistrino; e non potendo con
dal pitocco assalto / in milan per uscir dai duoli fitti. 13.
stradioti a pizicar atomo gradisca per far uscir li diti nimici. c. campana,
mi par, luchino, d'averti veduto uscir di quella pizzicarla: vuoi tu pagarmi
belo, 19: io gli detti all'uscir della porta un pizzicotto così. bracciolini
cuore, / onde le belle donne uscir del plaustro / e volàr ne la parte
pensasse che da questa modesta avventura potesse uscir qualcosa di buono e magari un piccolo
che fa che la cavicchia non può uscir fuori de le confitte piastre. [sostituito
qualche subarcade. botta, 7-231: ecco uscir fuori un diluvio di storiacce, di
prosa, non si ha guardato di uscir fuori delle dette tre leggi, insegnateci
tanto più scorgo dall'impia feretra / uscir il strai, ch'a mio mal pria
. goldoni, xiil851: pria d'uscir di venezia in cuor gli viene /
a farla corta, / di parigi uscir fuor le belle dame. / e lieto
dai tentati triboli / l'irto cinghiale uscir; / e la battuta polvere / rigar
dare al marito per costringerlo a non uscir di casa. -veleno.
: veggio que'pomi / che par voglin uscir fuor della veste. campailla, 13-6
poggi / dove solingo alloggi, / uscir suole a diporto / proserpina gentile. /
veggo apparire uno torchio: ei debbe uscir fuori la pompa; la sposa ne
dante, li-14: s'i'vi vedesse uscir de gli occhi ploia / per prova
, acciocché i porcelli non ne possano uscir fuori. trattato delle mascalcie, 1-74
palmo, acciocché i porcelli non ne possano uscir fuori. giov. cavalcanti, 229
tu ancor senza il permesso mio / ardisti uscir dalle celesti porte? / guardami in
ogn'anima, che venga raccolta all'uscir nel nulla, diventi porfirogenita di questo
terra, onde non ponno de la terra uscir vapori: la pioggia non impedisce ch'
11176: della saliva, che lor uscir vedi, / delle porpore nascono gli
dante, li-14: s'i'vi vedesse uscir de gli occhi ploia / per prova
, 6-2: awennemi un giorno d'uscir della via maestra e di pormi disavvedutamente
siena: non si faccia resta / all'uscir fuori: i'vegno qui da parte
, dal voler portate; / cotal uscir della schiera ov'è dido. a.
, le stelle, il cielo / uscir creati e coll'estate il gelo.
patenti così nell'intrar come nell'uscir a sua serenità senza pagar i
7-104: ella, ne. l'uscir fuori, fece alquanto di posa presso la
posa. guarini, 162: ne l'uscir de l'eliceto a punto, /
è da temere gran fatto che altri voglia uscir fuori con un corso d'insegnamento letterario
'l sangue / dall'impiagato piè d'uscir non cessa, / s'accorge al fin
potere l'effetto non trovar impedimento neu'uscir dalla potenzia sua e dalla causa sua
le guardie, acciò che nessuno potessi uscir fuori a fare alcuna convenzione o mettere
già un pezzo valicata, la fece uscir dal letto da vii mantello coperta e
in quest'atteggiamento del berenson, per uscir di metafora, non è forse un altro
idem, 83-9: lagrime ornai dagli occhi uscir non ponno. boccaccio, vii-80:
altra pratica. bruno, 3-222: uscir da queste raggioni teoriche, nozionali e grammaticali
fuori e là s'invia / onde sente uscir quel suono / perché sa che la
prossimo sostegno della famiglia, gli urgeva uscir dal precario (precaria era la sua
/ coi cavalieri; e quivi uscir di vista. -a tutta velocità,
tutte le operazioni preliminari alla vestizione, per uscir di casa, per esser chiusa una
ariosto, 40-34: 1 vin- citor uscir de le funeste / porte vedeansi di gran
d'oro. bacchetti, 13-103: uscir di strada era facile, senza dire che
prelibato malatesta cominciò a fingere di volere uscir fuori, se il principe andava ad incontrare
le operazione preliminari alla vestizione, per uscir di casa, per esser chiusa una volta
pananti, ii-312: nella notte ardisce uscir fuori e prendere un poco d'aria,
tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto. pallavicmo, 1-392: aver
non avea risposta, me ne dovessi uscir del suo paese senza indugio alcuno ed
di vino, auguratagli una buona presa nell'uscir del porto e sofferta una stretta di
avvenir presaga, sapea quanta / bontade uscir dovea da la lor pianta. marino,
lettere avisato / che l'esercito amico uscir dovea. filicaia, 2-1-3: tra
galiani, 3- 260: l'uscir del denaro è una medicina almeno presentala
notte, quando nel seguente mattino voleva uscir di camera per visitare argo- stenia,
accettar la battaglia, né meno di uscir fuor del suo forte per entrar in sito
presente quella / che cotant'ama, per uscir di sella. tassoni, 2-10:
uomini e pe'sacrati ordin bonissimi / uscir ne fanno. -colmo di meraviglia
sapeva se dovesse accompagnar donna maria nell'uscir dalla sala o se dovesse avvicinarsi a
muzio, 550: sii presta a uscir del pigro albergo fora. c. papini
o presto, / e vivo o morto uscir d'eterna guerra. mariano marescalco,
partisse da'sacrifici, non lo lasciò uscir di roma. rinaldescni, 1-92:
nel preterito inverno voleva quasi ogni sera uscir di casa. -sm. il tempo
di maniera che cominciò a prevalersi ed uscir di pericolo. cellini, 1-110 (259
126: pria che spazio avesser d'uscir d'intontimento, di lì per le
nel male della quale non si può uscir facilmente. -insieme di regole grammaticali
oscura, / e chi pensa all'uscir di tal prigione / face s'accende,
con piogge continove e tal rovinose che né uscir dalle tende poteasi né ragunarsi. nievo
1-50: sì come secondo raggio suole / uscir del primo e risalire in suso,
dante, purg., 8-27: vidi uscir de l'alto e scender giùe /
a caccia. caro, 12-ii-13: per uscir di quella stampa di dire: baciate
per casa andassi a processione, / non uscir fuor. ritmo nenciale, 1-140:
si facciano prima con un cri- stiero uscir le feccie e l'orina, affine che
ben il trovarmi ora in procinto / d'uscir di vita m'era acerbo e forte
intanto udì che: -indarno -grida - / uscir procuri, o prigionier d'armida.
e ad ottenere tal loro intendimento l'uscir bene spesso dalle righe, prodigalizzare i passaggi
): e se non fosse che uscir serebbe del modo usato del ragionare, io
tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto. idem, conv.,
pugna essi daran proemio. -per uscir di proemi: per venire al sodo.
p. foglietta, 139: per uscir di proemi, vi dico, padre,
stracco e morto ch'io non spero / uscir mai più de le sue man profane
, iii-58: furono viste monache professe uscir del vietato limitare e sedere con abito
che in que'sì tor- bid'anni uscir dovea / dal seme d'israello il già
frate forestiero, avuta licenza dal priore d'uscir a certi negozi col primo compagno che
villanie e ingiurie si lasciò mordace- mente uscir di bocca contra l'onore della nobilissima
crescenzi volgar., 9-101: lo sciame uscir suole... quando tapi nate
a passeggiare, a condizione di non uscir dai viali; e per la povera fanteria
vocabolario della crusca che non vuole ancora uscir fuora? e pure non si ha da
633): s'eran promesse di non uscir di lazzaretto, se non insieme.
essa fossa: uno se ne lascia uscir fuori della terra dove la vite mancava,
-non so. / -non vi lasciate uscir questo partito / di man, ché voi
libri, avendo pur rispetto di non uscir dalla proporzione, che il ragionamento troppo
più a proposito di queste / non uscir mai di bocca al mio padrone,
falier, lii-3-5: perché non mi pare uscir di proposito, dirò quattro parole di
intendo di raccontarvi quello 'è un uscir di proposito e burlar il sentimento e
. b. fioretti, 2-5-269: l'uscir della proprietà è alle volte instrumento di
anzi tenuto per proprio e convenevole l'uscir in tutto di questi tre ordini o
se 'l proprio ne stimo, / uscir degli occhi d'una bella donna.
ma essendo dai suoi propri stimulata ad uscir di questa vidualità, elesse più presto patir
sa ben ch'esso è di quei ch'uscir del vaso / deputati a pugnar col
crescenzi volgar., 9-101: lo sciame uscir suole, siccome dice varrone, quando
scolpite le gesta di quegli eroi che doveano uscir del suo sangue? qual prospettiva più
bene, / el can del monte viddi uscir di tana. alearai, i-xi:
, ei lo trasmette / (per indi uscir schizzando) entro l'uretra. a
, li-13: s'i'vi vedesse uscir de gli occhi ploia / per prova fare
strano poema. chiaves, 143: ma uscir bisogna: però conviene / coprirsi bene
, 1-434: fece al fine di dicembre uscir di modona le dette genti, avendo
chiaro davanzati, 1-36-6: veggio del pruno uscir la rosa. dante, par.
se vorrò il volume intiero, di uscir poscia in piazza con la toga da graziano
canto o suono rotondo e sordo uscir sembra per la parte opposta al
magro come il finocchio, et all'uscir della terra fa una zazzera piena di
schiere dei lor nimici, senza perciò uscir fuori delle squadre. goldoni, xi-43
vezzosa / neghi l'alma raccor, ch'uscir vuol fore. romani, 19:
cn'è dentro da l'ovo / d'uscir 'nnanzi ched el su'tempo sia.
che bel petto! voi mi fate uscir ai capo la stizza e me la fate
alcuna, imperoche questa nasce nel- l'uscir di terra con fiondi del tutto irsute,
: il desiderio che gertrude sentiva d'uscir dall'unghie di colei... diveniva
per la prima cozzione, possa far uscir sugo o dalle minime glandolette o dall'
pesante e che abbia savore e che all'uscir della bocca punga alla lingua.
udii io mai da quella benedetta bocca uscir parola sozza né che pungesse alcuno.
hanno sbilenchi; / e ritrovassi, nell'uscir dal tetto, / per asta dalla
, purg., 8-27: vidi uscir de l'alto e scender giùe / due
saranno due punte al cuore, l'uscir dal monistero e 'l non trovare in casa
i circostanti ridderò i nodi delle dita uscir per l'altra orecchia. calzabigi,
di ferondo e riderlo già del monimento uscir fuori. pataffio, 1: punta
restio all'ubbidire e, per non uscir di goa, sì puntellato da ogni parte
vivamente punto il duca, e pretese non uscir da coreggio, se prima..
acquisito, e bisognerebbe piuttosto pensare a uscir dalle generali. -articolo di fede
; culmine. fagiuoli, iii-160: uscir quei gran filosofanti / d'ogni dottrina
, 9-188: si vide ogni tanto uscir minghetti alle sei e mezza di mattina dal
persona, non s'enfia subito senza uscir sangue? -figur. rampogna sarcastica e
le cicatrici ond'era tutto screziato all'uscir di prigione e addolcitosi puranco d'assai
del giordano, assicurato dalla profezia d'uscir dall'acque perfettamente mondato.
il flagel di prove / novelle per uscir purificata / delle commesse colpe. tarchetti
gli animali, i quali si vedevano uscir del suo grembo non altramente ch'ora
, dal voler portate, / cotali uscir de la schiera ov'e dido, /
fu, pensando l'alto effetto / ch'uscir dovea di lui [enea], e
egli [omero] se ne lasciò uscir di bocca due di qualitativa buassaggine.
hai voglia, / poresti arditamente / uscir del bosco e gir in fra la gente
gli son venuti a schivi / e cerca uscir del suo naturai manto! mamiani,
asino scorse / dal quartier della tigre uscir di fretta. 5.
avea, non gli erano mai potuti uscir della mente, come al padre e
. -che diavolo! / non ne saprò uscir io senza cac- ciarmine / voi col
consentirsi dalla parte di dentro della scena uscir fuori strida e urli e lamenti,
, iii-464: siccome da le stalle / uscir te alcide il ben pasciuto armento,
: sopra tutto, non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam dato
, e sarebbe non volerlo forzare aa uscir dallo stato di quiete, involvendolo ne'
61: de gli occhi si vede uscir fiammelle / e vivi spiritelli / con
a noia, / né mai d'uscir di qui s'apre pertugio, / meglio
. f. frugoni, 1-10: per uscir d'un laberinto, in cui si
vento non trovando i pori aperti ad uscir fuori, va al ce-
: tramontato il sole, fece asraffo uscir sue genti d'ispahano per più porte alla
conversazione. boterò, 8-19: nell'uscir fuora, furono da una soavissima rugiada,
magalotti, 23-11: so che all'uscir d'un raddotto, che avevano tenuto
che io non mi posso promettere d'uscir di casa. = denom.
come persona / che si raffretta a uscir di gran periglio. -farsi premura
ad uno di que'raggi volanti: uscir dalla polvere, far un poco di comparse
poi i venti, e cominciai a uscir di casa la sera. 13
. pirandello, 7-689: ti facevo uscir dai gangheri talvolta a dime d'ogni
(i-iv-350): se non fosse che uscir serebbe del modo usato del ragionare,
/... /... uscir del teschio, ove fuggìa la luna
te fia; r brevi istanti / uscir del cocchio: e sfolgorando intorno,
. simeoni, 58: se 'l verno uscir volete fuora / di casa, essendo
far la trincierà semplice, bastando fare uscir fuori un rametto di quindici a venti
vide la timida donzella / dal fiero colpo uscir tanta ruina, / per gran timor
. ariosto, 40-34: i vincitori uscir de le funeste / porte vedeansi di
mento. leopardi, 279: dell'uscir di là nessun desio / provano i
fortuna; / dolce all'entrar, all'uscir troppo amara, / però che sempre
el cor mi raserena, / vegendo uscir l'aurora colorita / e a la dolce
culagna avendo in tanto / vista renoppia uscir del padiglione, 7rassettato il collar,
trentadui fummo / re tuoi vassalli a uscir teco del porto: / or, se
agli animali domestici o a'fanciulli l'uscir fuori nella campagna. verga, 8-26
tasso, 13-i-1097: non fu questo uscir di vita, / ma un trapassar da
il giorno si vedeno e s'odono uscir dalla bontà vostra. f. f.
torrente, / a quando a quando uscir sente il fragore / d'una lontana
applicato a preparar le cose necessarie per uscir coll'esercito in campagna. siri, ii-427
comincia a levare anco elli e studiossi d'uscir fuori più tosto che poteo..
manca, non hanno necessità alcuna d'uscir fuori di casa per i necessari bisogni
quel foco / che par da tonde uscir. quegli è perseo, / liberator d'
una redina del cavallo, non potendo uscir così tosto da'nemici tra 'quali combattendo
li trofei portati? ariosto, 13-57: uscir veggio le pudiche donne, / madri
g. b. casaregi, 44: uscir dal comun nulla e, nato appena
sé l'ultima prova / e per uscir della region de'vivi, / tra i
a'gar zoni fiorentini di uscir mai, neppure per inavvertenza, a
, il detto bartolo sonaglini cominciò a uscir fuori. g. chellini, 129
de'meno usati e che paiano talora uscir di regola. -voce di regola
era contrario alle regole dell'istituto l'uscir soli, lo appoggiò presso una famiglia e
, deliberai, per non morire ed uscir di tormenti, di darmi al viver regolarmente
primier su i salsi flutti / inaspettati uscir fé lampi e tuoni / da le
di questa vita con molto desiderio e uscir le pare de l'albergo e ritornare
e ritornare ne la propria mansione, uscir le pare di cammino e tornare in
di cammino e tornare in cittade, uscir le pare di mare e tornare a
vi trovavo debitore e obbligato, per uscir di obbligo e pagare il debito, ho
amici che dubito non ve la lasciate uscir di mano. e e
squillar, da un'ampia tomba / repente uscir la turba rediviva, / che ben
liti / seminò denti, onde n'uscir repente / a pugnar seco cavalieri arditi.
gola. soffici, iii-59: avendolo visto uscir repleto e vermiglio dal lussuoso, e
muscoli si debbano innalzare e per così dire uscir del corpo, e certi altri abbassare
-vanne, -a lui disse -a te l'uscir non vieto, / e reprimi il
sera, non mi lascia né applicare né uscir di casa. leopardi, iii-596:
/ sotto l'imagin sua, d'uscir son certa /. non ardirieno a lei
siena: non si faccia resta / all'uscir fuori; i've- gno qui da
pananti, ii-312: nella notte ardisce uscir fuori e prendere un poco d'aria
bartoli, 6-4-70: uscì dell'inghilterra coll'uscir di maggio dell'ottantuno, fatti prima
restio all'ubbiaire e, per non uscir di goa, sì puntellato da ogni parte
so tener groppa e briglia, / uscir fra gli altri, e so far del
animo. laude cortonesi, 1-i-243: uscir ne converrea d'entr'a la gente
dinanzi al resurresso, / senza commiato uscir fuor delle porte. statuto delvarte dei
attese con cani e comi a far uscir le bestie fuor de le lor tane
vedon fuor della trincea gli elmetti / uscir -quanti! -dal suolo; / volare
lii-15-65: non solo alle volte fanno uscir... dal gabinetto deliberazioni importantissime
/ ma, per uscir di guai, / per non vedersi oppresso
si fanno così radossare, / per uscir di tal fango e de la mota.
altra il pugno e il guanto / uscir più d'una spanna si vedea; /
tansillo, 1-335: alma, che per uscir stia su le labbia, / non
ribalda, marivuola, anco indugi a uscir di questa casa, ruffianaccia. -oh caro
la lena, / per qual io possa uscir di ribaldèllo. emiliani- giudici, i-376
, capo de'guelfi, non potevano uscir di genova, e uscendone o tenendoci
paiano ributtati aa'venti, ne l'uscir de la grotta. -ripercosso (
leggiere scaramuzze, costretto finalmente il movans uscir di provenza e salvarsi fuggendo a ginevra
fu serrata ogni bottega, / ed uscir fuor popolo e cavalieri, / e richieser
acqua in mortaio, se pensate quindi uscir già mai, se voi non filate e
al fin rispose / che 'l giorno inanti uscir de la foresta / scorse molti guerrieri
, 215: io era sul punto d'uscir di casa per andare a fare alcune
veder modo né via / né come uscir secreti delle mura, / ché se
. minio, lxxx-3-762: io, nell'uscir di moldavia, passato il fiume nistro
/ sotto l'imagin sua, d'uscir son certa. -con valore attivo
infino al petto / sovra tonda intorno uscir. 2. che ha sagoma curvilinea
magri. marino, 1-20-89: diana senza uscir de l'onestà devuta, / un
uomini, e pe'sacrati ordin bonissimi / uscir ne fanno. tramater [s.
acqua in mortaio, se pensate quindi uscir già mai, se voi non filate
una cosa che fece san paolo prima di uscir di corinto. -rifarsi dalla
da restarne spiritati), fa propno uscir di sentimento: non s'ha più voglia
un palo dietro, / e fatteglielo uscir fuor della bocca, / glielo rificca con
imbriani, 1-60: ogni sforzo per uscir dalla fogna ti ci rificca sempre più
esser baggeo / a credere che faccia uscir di riga / color che investe il sagro
. guarini, 162: ne l'uscir de l'eliceto a punto, / quinci
dell'acqua, con quell'impeto in uscir loro spremuta fin dalle orecchie e dagli occhi
nullo modo sapeano trovar la porta per uscir fuore. 2. figur.
all'aria illesa, / noi sogniamo uscir teco dai rigiri, / delle strette
tumulto di latranti cani / si veggia incontro uscir con gran rovina, / il pelo
fero, sempre con riguardo / di non uscir dove non fosser arsi. rinaldo degli
... non aveva riguardo di lasciarsi uscir di bocca alcune cose e parole licenziose
pruni e sprocchi era sì piena / che uscir non ne dovìa il liopardo.
, e non s'aumenti; non uscir di casa, che anche dicesi 'aversi riguardo'
di tieste] nelle intenora paterne per uscir fuori, abominando il luogo donde erano
e delle gabbie fora / vedrà liquori uscir chiari et adorni. ricettario fiorentino, 211
fitta in nel fango per modo che uscir non ne potea et anco perché ella
giovane per moglie: che ti possa uscir el fiato! magalotti, 23-9: quando
8: ben sai chi l'uscir de'vigi insegna, / li remedi mostrando
ad un piede, ma non si lasciano uscir di galea senza buona guardia,
il seguito e per costrignerli o di uscir del regno o di deporre l'ardire
ecco rimirai, benché da lunge, / uscir monsiù che mi credea partito.
d'oro / par che divenga al suo uscir del monte). salvini, 48-125
4-52: mentre si rimirava stabiliva di uscir subito per comperarsi un paio di scarpe
cioché i navigli di genoesi non potessero uscir fora. tansillo, 7-186: vedrassi
bianco zendalino avvolte, / una nuvola uscir di sartorelle, / che gaie,
la vigna / tua lì rimpetto, nell'uscir di chiesa.
quasi che, per prodigio, dovesse uscir di vita non già dalla vecchiaia,
debil genti avessero ad avere ardimento d'uscir della terra. -per indicare opposizione
que'dentro cominciaro a rincorare / ed uscir fuori, e que'non gli aspettaro,
può (se non bandisce la rima) uscir del seggio, / che assegnarongli i
. nievo, 1-9: mi convenne uscir sempre in campagna, a zappare e
). boterò, 8-19: nell'uscir fuora, furono da una soavissima rugiada
, 1-192: sento fra gigli e rose uscir dolce ora / che nova fiamma
due o con più de'piedi e ah'uscir gravemente comincia a muover le gambe e
impedire agli animali domestici o a'fanciulli l'uscir fuori nella campagna. verga, 8-137
la sua grazia pidocchiosa, si lasciò uscir di sotto quanti amici che aveva: e
, stimando che t governo non gli dovesse uscir de le mani. =
; e dai nostri combattimenti tutto deve uscir libero e redento, anche la donna
, perciò che il dolore, volendo uscir fuori, truova 'rintoppo', truova riscontro
che via tenga l'aria della vescica per uscir di corpo a'medesimi pesci, cioè
: rinvolto fra quell'erbe non potei uscir fuori. 6. immerso (
che il mondo è adorno, / uscir buone di man del mastro eterno', /
fuor, qual dai superni / spirti uscir puote. niccolim, ii-25: discese /
reparar gli eserciti e con loro insieme uscir in campagna. -costituire una difesa
. ariosto, 13-57: da te uscir veggio le pudiche donne, / madri
logoro. bisaccioni, 1-17: per uscir di noia, fece tagliar la selva,
nostri ripari, egli le astuzie / farà uscir vane. ammirato, 2-11: leggonsi
il descartes,.... per uscir dalle strette, si gettò a quel
riponerlo in una nazione niente inclinata ad uscir fuori della provincia sua, come sempre
mondo, quando / lei cacciò ancora, uscir per lui di bando. porcacchi,
, ii-6-231: indarno vuole il poeta uscir dal suo passato: solo riprofondandosi in
., 1-50: secondo raggio sole / uscir dal primo e risalire in suso,
lui, chi sa, non gli vogliono uscir di dosso quelle febbracce.
quel passo. baldini, 5-126: per uscir ai codeste pastorellevoli generalità e vedere una
, o figlia, / quanto in uscir da perigliosi incontri / prudente e scaltra sei
imbasciata / ch'io non trovava dell'uscir la via, / e col capo la
quasi uno sforzo dell'anima moventesi ad uscir da quella maggiore e peggiore di tutte le
, per dover indi tra pochi giorni uscir strascinato all'estremo supplicio. 3.
era già un pezzo valicata, la fece uscir dal letto da vii mantello coperta e
non mi permettono ancora d'awenturarmi ad uscir di casa. dizionario di sanità,
questa... mangiata fa uscir del senno e genera un certo spasimo nella
66: non solo alle volte fanno uscir... dal gabinetto deliberazioni importantissime
tanta distanza, che quando avesse a uscir fumo o altro dall'odorifero, questi
aretino, v-1-238: in ultimo veggo uscir da la bocca del figliuol di dio
. luca pulci, 3-86: nell'uscir costor fuor d'ascalona, / parve
i-5: morto lazzaro, volle cristo uscir fuori dal suo ritiro per andare in bettania
io per iscampare 'l rimprovero / d'uscir del campo timido e soletto, 7
senza figure, per poterla far presto e uscir delle longole de avari e bugiardi scarpellini
difendere che ancor da mammelle vergini possa uscir latte. cesarotti, 1-i-295: tal è
resultare? / in quella spero per uscir di pene, / né credo altro
risvegliasse al gran frastuono / e si sforzasse uscir di sotto terra / con risoluto cuor
meno usati, e che paiano talora uscir di regola. 3. breve
di troppa matera ch'in là venne / uscir li orecchi delle gote scempie: /
retiratezza, e stette molt'anni senza uscir di palazzo, senza lasciarsi veder a'
ma perché non era loro permesso l'uscir fuora a salvar anime con la predicazione,
e a ogni essere di cielo, all'uscir fuora dell'orizzonte il sole, apre
le giovan guizzi né ritorte, / per uscir fuor de la robusta mano.
tutto seguir vò tuo consiglio / per uscir de'camin ritrosi e bui. lamenti
vi sia provedimento tale che, senza uscir dal paese e senza usura, ciascaduno
. tasso, i-96: per farla uscir della secura via, / si volse a
giunge in parte, ove ascolta interrotte / uscir voci e sospir di quando in quando
], 245: tu potrai la mattina uscir per tempo del letto e di casa
sempre nuvoloso: onde, non potendo uscir di casa per timore che ci cadesse
qual sincera e larga vena / debba uscir di facondia argenteo rivo. poerio, 3-52
dammi che possa di cotai suggelli / uscir fuora segnato il mio pensiero / che
il rivolto il prete che aspettava per uscir fuori; ma ella volle che entrasse dentro
rivoluzione di napoli mi ha veramente fatto uscir da'gangheri. essa ha fatto cadere la
intanto udì che: -indarno -grida - / uscir procuri, o prigionier d'armida.
verdi manzi che sien conciate, fanno uscir la pietra di rognoni e pisciarla.
letti. botta, 7-231: ecco uscir fuori un diluvio di storiacce, di romanzacci
sen della cerulea tomba, / onde uscir sol pensavo il dì prefisso / della suscitatrice
io guardo all'ore, / a dover uscir fuor con venti pazzi / quel maestro
comprenderai / che delle man ti vorrà uscir fore. falugi, 1-27: fugge [
punto che staman me venne voglia d'uscir di convento. vi avesse rotto il
lunghe dicene. fagiuoli, i-184: neu'uscir voi dalla borsa de'papi / per
dopo una ronda notturna di fate, / uscir squassando il tamburello, / battendo il
: già rosseggiava tutto l'orizonte / per uscir de l'aurora ornata e bella.
que'dentro cominciaro a rincorare / ed uscir fuori, e que'non gli aspettaro
da dove, alla fine, era dovuta uscir quasi sempre, se mi si passa
invano e per costngner gli armeni ad uscir fuori a difender le cose loro,
in questo mozzo, / ma se uscir vorrai di questo foco, / a te
né pur que'del paese ardivano d'uscir delle loro terre. vico, 4-i-
barsi dalla sala dove cenava l'imperatore e uscir al corpo di guardia. f.
rumore fragoroso. carducci, iii-3-61: uscir credeami italico vate a la nuova etade
fiero colpo [della spada di rinaldo] uscir tanta mina, / per gran timor
colore e imprimerlo nella carta, facendolo uscir fuora dell'incavatura, per forza d'un
che spaventoso strido / è quel ch'uscir dal sacro tempio intendo! -con
mosso già, / per prenderlo, ad uscir del macchion cupo: / ma vidi
/ d'esercito a battaglia, a uscir fore, / con l'ale rutilanti,
. locuz. -ruzzare fuori di briglia, uscir di briglia e ruzar di suo:
: nel che potete chiarirvi se il voler uscir di briglia e ruzar di suo fa
, 270: del sacco non può uscir se non quel che v'è. idem
nel sonno il mirabile frutto / ch'uscir dovea di lui. boccaccio, dee.
tanti religiosi e religiose senza scrupolo veruno uscir de'monasteri, gettar via l'abito sacro
quelli del re carlo li instigava ad uscir fuora. da porto, 1-175: a
[del vesuvio] / fervido vedi uscir parto mal nato, / piover le pietre
cani i fagian folli / con strepito uscir fan di stoppie e vepri.
quel de l'armi, / vedonsi uscir da saggittarie destre / e stoppe accese e
cantando, vidi una calandra / uscir acesa come salaman dra.
stupor grande di ognuno perpetuamente si vedeano uscir uomini grandemente salati, eran giunte nel
insegno, / ciascuno a suo talento uscir può dall'impegno, / cambiar le
marcia dentro, ma ne possa facilmente uscir fuori...; si vuole
non è salvatica: / e'non sanno uscir di pratica, / poi salmeggion
la voglion vincere, mi ha fatto uscir del seminato. 3. storiella
se vende, essendo solito un pulpo uscir dal mare in n laghi de quilli aperti
s'affatica al par di me per volere uscir sempre dal naturale. -di
b. davanzatx, ii-89: al- uscir di camera vespasiano, pochi soldati gli si
non gli ha mai fanno / lo sguardo uscir delle caverne orrende; / s'arriccia
e delle gabbie forza / vedrà liquori uscir chiari e adorni. ricettario fiorentino, 1-79
prete, / se non volete / uscir dello splendore. rinaldo degli albizzi,
« sa il cielo se avrei potuto uscir vivo dalle loro mani, e venire a
, sapevole che non cercavano che di uscir da quello intrigo che con onore.
,... mangiata, fa uscir del senno e genera un certo spasimo nelle
. boiardo, 1-21-7: sei cavallieri uscir di quel girone / e calamo de il
, 94: gli stridi ch'uscir del cor mio lasso, / devriano per
inverno e non è ancora primavera di uscir di casa altimprowiso serenarsi del cielo dopo
e i venerei e i saturnini stanno per uscir di favola entrando nel dominio dell'indagine
. aretino, 20-194: chi vuole uscir di cenci, dico, chi vuol
signor timbreo, come prima vide la giovane uscir di camera, così intorno al core
buoni compagni, ciascuno sbadacchi e lasci uscir la parola come ella vuole, ché in
, 4-431: si videro le guarnigioni imperiali uscir sbandeggiate per la provincia.
d'onde la gente, occorrendo, possa uscir ad unirsi. siri, 1-ii-495:
, sballare. in senso figurato, uscir fuori del convenevole, trascendere, sbirbare
buonarroti il giovane, 9-268: ella vede uscir fuor di uel cespuglio / genti con
si dice anche sboccare per passare, uscir fuori dell'imboccatura di un golfo o di
calandra, 4-99: il poeta mostrò l'uscir degli inco lumi atterriti dai
vero che 'sbucare'in toscano vale 'uscir di buca', ma in lombardo vuol dir
, 1-200: sbucciare non vuol dire uscir di buccia..., ma significa
le quali tale e sì soave armonia uscir si sentiva, con tanta grazia del parlare
la consuetudine; come se fosse illecito uscir di quell'ordine). 10.
io per iscampare 'l rimprovèro / d'uscir del campo timido e soletto, / senz'
: non fate a scampoli col lasciarvi uscir della penna ora una dottrina, ora un'
egli esca, abbia i riguardi / d'uscir fuori almen tardi, / quand'è
se questa città o quella scapestra, uscir del centro ai tutto il governo.
monastero. collodi, 21: pensò di uscir di casa e di dare una scappata
essercito, si dispose alla battaglia e fece uscir fora dalla città parte di quello,
strascino, xxi-ii-946: i'voglio un tratto uscir di tanto integro: / questo fa
piglio alor la via più corta / per uscir fuor della porta, / senza indugio
, 26-5: erano i figli che uscir da parigi / nell'età loro di
]: 'scavitelo': cattivo pretesto per uscir di briga, scappavia, gretola. è
2-4-224: euripide... fa ercole uscir di cervello non in aria, come
di troppa matera ch'in là venne / uscir li orecchi de le gote scempie.
/ questa siepe, ché io voglio / uscir di questo imbroglio / senza tornar indietro
idem, purg., 8-25: vidi uscir de l'alto e scender giue /
per loro consumo che pochissimi n'arrivano a uscir del paese. massaia, i-78:
timbreo, come prima vide la giovane uscir di camera, così intorno al core
ratte scese a l'entrare, a l'uscir erte. marco polo volgar.,
. maffei, 338: si avviò per uscir dopo tai detti / e al pastor
consaputo... mi fa / uscir di scherma e cavami di tuono. gioberti
un pozzo, / e facea per uscir qualche schiamazzo. 2. per
idem, inf, 5-85: cotali uscir della schiera ov'è dido. idem,
quando si credeva che di tal buco uscir ne dovesse o sangue o marza,
biringuccio, 2-159: palle che nell'uscir s'accendano et in aere schioppano.
, 47]: 'schiostrarsi': uscir di chiostro. = comp. dal
magalotti, 20-100: nell'odorato, ad uscir del punto, si dà in delle
ch'apre il natale: / sola d'uscir la via schiude la morte. battista
adito permesso, / rarefatta, ad uscir, l'aria dispone, / che scoppia
gli son venuti a schivi / e cerca uscir del suo naturai manto!
, quando elleno vogliono schizzar fuori ed uscir su, sentito il caldo del sole et
e più di cento volte s'ègià lasciato uscir di bocca che vi vuole scrivere.
che resta? ascolto / dalle operose uscir dotte officine / d'una scienza prometea,
marcia dentro, ma ne possa facilmente uscir fuori: e... si
leggerezza zie, scipitaggini e mattezze che uscir dalle bocche e dalle ignorante stimola a dire
fatte delle onzioni. erbolario po uscir fuor dui. muratori, cxiv-14-192: m'
che questiesser dovran que'servigiali, / ch'uscir dianzi sgridando e minacciando / que'tentennoni
/ come da duo levanti, / uscir il sol, onde ogn'or vien che
. m. cecchi, 24-26: non uscir, nicolozzo, ché la trappola /
in un pelago infinito da non ne uscir mai, perché questo è un navigar
gli occhi e miro in cielo / balenante uscir l'aurora, / poi di nubi
sì fatto / che si lasciò la lancia uscir di mano. bisaccioni, 3-460:
prigion servi e ladn / contentarsi, che uscir odian, vidi io. d.
laido argomento e più volte fu per uscir bruscamente dal congresso. tommaseo, 11-144
, 9-501: scoperchiati quei sepoltivivi, / uscir di quella tomba, chi per mano /
davanzati, i-114: egli e agusta non uscir fuori per dell'aja, di gouda
violento e doloroso tra la furia di uscir di quel passo e la ripugnanza, quasi
il veder i giovani delle migliori famiglie uscir di notte in frotta ubbriachi da una taverna
, di grazia, ché io voglio uscir fuora scorrendo per tutto, acciò le
al comia fanti e cavali onde potesse uscir in campagna. p giustiniani, 82
g. b. casaregi, 44: uscir dal comun nulla e nato appena / seder
, mi metta sola in questa ora a uscir di casa. buonarroti il giovane,
son mosso, nella quale, senza uscir di questa inclita corte, io ho dato
la sua scorta: / ricardo fece uscir de un'altra porta. tasso, 3-74
parca aperta, da cuigli uccelli si veggono uscir fuore, volando in iscorto in più
, stone quell'ossa tetre, ne fé uscir alcune vipere livide, alprobabilmente accostato a
di ranallo, 78: stavano sbanniti et uscir non scottiavano; una fossa ben ampia
, cxiv-32-24: che mai si lascia ella uscir dalla penna? stampare i miei strambotti
rimarginate le cicatrici onererà tutto screziato all'uscir di prigione. calvino, 44:
visto tanti religiosi e religiose senza scrupolo veruno uscir de'monasteri, gettar via l'abito
suggellati nelle sue tenebre, non può uscir da una bocca la quale sia usataa spargere
e sotto l'abilissima opera dellasua stecca, uscir fuori dall'informe cumulo di creta ammassata
riposare. forteguerri, i-267: uscir di casa e fare una sdraiata / su
, / differii le risposte sino all'uscir da grotte, / ove gli sdrucciolosi,
che 'l suo umido non può risudare e uscir fuori nel cibamento delle piante. tasso
cupa e distante / feron più tardi uscir la secchia piena. pascoli, 761
, riempiendo lo stomaco di gas, lasciava uscir via i cibi per secesso quasi in
; e dai nostri combattimenti tutto deve uscir libero e redento, anche la donna
protezione della chiesa, e asserisce d'uscir dal secolo. -non sapere in
non le vedi; / e se talvolta uscir dèe tale o quale, /
del cammello o simili, i'potrei ora uscir dal seggiolone... ma siccome
. bartoli, 4-ii-599: bramerei ancora di uscir di queste lacune con buona grazia de'
testa, /... / uscir già mai, over per altri ingegni,
seguette / infin la palma e a l'uscir del campo, / vuol ch'io
che 'l giorno / di voler fuori uscir fece senbianza. milizia, viii-55:
, e il giorno onde non ponno uscir se non con l'ale. romoli,
d'otone, i quali, per fare uscir fuori galba, avevano falsamente seminata tra
caro, 12-i-198: quest'uomo mi fa uscir voci addosso che sono uno ingrato a
di santa maria, iii-32: prima d'uscir di parisi minati campi a sé
si svia, onde proverbialmente 'delirare': uscir del seminato. pulci, 15-30:
parlo dinessun partito di francia perché sarebbe un uscir del seminato. fagiuoli, vi-21:
la principessa accorta cercò riparare atanti guai ed uscir d'ogni impiccio, collocando presso il
ariosto, 6-38: alcina i pesci uscir facea de tacque / consemplici parole e puri
arbitro de'poemi moderni e di lasciarvi uscir di bocca una parola sennuta, una
non trovarsi d'un fiammifero poteva farlo uscir pazzo. 3. predisposizione per
aretino, v-i- 238: veggo uscir da la bocca del figliuol di dio la
. ariosto, 23-112: fu allora per uscir del sentimento, / sì tutto in
cosce, calda tanto da farlo quasi uscir di sentimento. -violare qualcosa la fede
leggiere scaramuzze, costretto finalmente il movans uscir di provenza e salvarsi fuggendo a ginevra
in un pelago infinito da non ne uscir mai, perche questo è un navigar senza
al gran frastuono / e si sforzasse uscir di sotto terra / con risoluto cuor
viene a noia, / né ma d'uscir di qui s'apre pertugio, /
/... /... uscir del teschio, ove fuggìa la luna
.. /... a uscir s'arristia, /... /
. de sanctis, ii-13-50: ecco uscir sullo « spettatore » il suo [
a l'entrare aperto, a l'uscir chiuso. -peschiera delimitata da un
fu serrata ogni bottega, / ed uscir fuor popolo e cavalieri / e richieser gli
a ogni essere di cielo, all'uscir fuora dell'orizzonte il sole, apre i
un'altra volta, quando mi piaccia, uscir di questo nostro poco servato ordine.
d'una bella eguana, / talché poristi uscir de forma umana, / se non
da l. melzi, i-9: all'uscir in campagna le compagnie siano quinci
. i -ma da che venne / questo uscir dal suo sesto e dar la volta
cartaio, xxi-ii-984: mi farai pur oggi uscir del sesto. fagiuoli, vi-104:
creatura doppo el septimomese se affatica e cerca uscir fuora..., perché allora li'
in pena. galileo, 4-1-225: d'uscir da'quartieri. redi, 16-i-51: traile
volta si sfami, acciò che col mio uscir di pene voi restiate libero et egli
fanfani, 1-83: 'sfilacciare': l'uscir delle fila di un panno o rotto o
. guglielmotti, 1651: 'sfoconare': uscir dal focone, o persoverchia larghezza del pertugio
muricciuoli, tanto che quello sfogo lo faccia uscir di terra con grandezza.
. fanfani, 1-83: 'sfilacciare': l'uscir dalle fila di un panno o rotto
atalanta, 7 per sua richeza, uscir fuor del sentiero, / quando de
il più bel fiore, / volendo uscir di tenebre e d'errore / e sforzar
, che appena sentirli badinare li fa uscir pazzi. sfotticchiarè, tr. {
sfrascar vedendo il cervo, / anelan per uscir da quell'impaccio / con lingue accese
che col lungo sfregamento sociale cominciando all'uscir dall'infanzia. 5. medie
. periodici popolari, i-771: onde uscir dalla loro inferiorità- guidate da insensato desio
bianco zendalino avvolte, / una nuvola uscir di sartorelle, / che gaie, seducenti
similmente ai vostri putti non mancano all'uscir del collegio gl'impieghi, gli onori e
imbarazzante o fastidiosa. gi; uscir d'impaccio con arte. giusti, ii-383
presenza, / per non voltar prima d'uscir le spalle. de amicis, ii-687
obliqua. bresciani, 6-x-42: nell'uscir delle bussole e delle portele doveano alzare i
sotto aspro giogo acerbamente afflitto, / uscir ben tento ed a te far tragitto,
sé l'ultima prova / e per uscir della region de'vivi, / tra i
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir vel sgridare2, tr.
dal sibilante cicaleccio di que'signori per uscir dalla sala. d'annunzio, iii-2-290
: sì come secondo raggio suole / uscir del primo e risalire in suso, /
unisono e da cui non si vorrebbe uscir mai. rosmini, 2-270: gli organi
alte regine fur di questo regno, / uscir gran simola- cro e gran ribombo /
ssono. n. agostini, 5-14-80: uscir fuor menando un ballo / cento donzelle
dai coralli e da le preziose / perle uscir fanno i dolci accenti mozzi. l
tanto più scorno dall'impia feretra / uscir il strai ch'a mio mal pria sofersi
: argonte ancor non s'apparecchia / a uscir dalla nativa catapecchia / e in guerra
e guarda a non smagar, l'uscir di tuono / guasta ogni buona musica:
è tardo a smaltire e agevole a uscir fuori. pellico, 2-119: s'io
propria alterezza e sdegnosità, si lasciò uscir di bocca che la vita del flammine
dal pianto, / che smaniava d'uscir dalle porte dardanidi. svevo, 3-711:
spedale, un letto bianco rimboccato, uscir convalescente nel sole tenero della pianura,
caldo siaserrato / e bene stretto, e uscir chiar vedrai / questo liquore. g.
lor bocca... giungono infino a uscir di cervello e a commettere mille indecenze
andar bando che 1 mori... uscir fuor = comp. dal pref
smortigne viole. pasta, 2-83: può uscir il sangue sieroso e smortigno dall'utero
. giannini-nieri, 57: 'smusare': uscir da un affare, da un'operazione
e 'l core avvolto, / libero uscir da l'amoroso impaccio. varano,
lo stupore, / la parola che uscir fuore / già voleva, si soffermò.
se l'uomo sapiente e virtuoso non potrà uscir della battaglia vincitore come scipione..
chi aspetta di carcere o di bando / uscir, non par che 'l tempo più
. locuz. -cavare piede di soglia: uscir di casa. cesari, 6-401:
ed io a te; e non uscir mai di questo solco » e miselo per
. politi, 1-629: proverbialmente 'uscir del solco', cioè traviare;..
pena ria, / mille e mille sospiri uscir del petto / e'tuo begli
che gli fosse più cara, e uscir fuori la notte / e fermarsi sul viale
vide nel sonno il mirabile frutto / che uscir dovea di lui e de le rede
; non far fuochi se non all'uscir del campo. dizionario militare italiano [
. cicerchia, xliii-393: di fuor uscir, ciascun isnello e destro / più che
ch'è secco, ed anco a uscir non trovo guado. pulci, 16-108:
, è stato lo studiato pretesto dell'uscir mio. 6. figur.
215: io era sul punto d'uscir di casa per andare a fare alcune altre
d'uno della truppa musicale / ha potuto uscir fuora [dalla carrozza precipitata in un
, come un dì guido vedea, / uscir da quei levati occhi una stella,
mi diede amor per sorte, / in uscir queste antiche amate porte / esce a
fanti, cavalli e pezzi ne'bisogni uscir possano. bettinelli, xiv-149: scalette segrete
, si mise in aguato e vide uscir il giovine di camera. tassoni, 10-67
dante, li-14: s'i'vi vedesse uscir degli occhi ploia / per prova fare
momento appresso il des-cartes che, per uscir dalle strette, si gettò a quel
sotterraneamente passar per viscere della terra et uscir poi là dove par ch'abbiano il loro
volto / mirò sì fiso, ond'uscir gran tempeste, / e funne il mondo
rivolta. tasso, 11-66: cotali uscir da la tartarea porta / sogliono,
troppa matera ch'in là venne / uscir li orecchi de le gote scempie; /
da cicerone convinto tanto che gli convenne uscir di roma. davila, 219: la
; / solamente nel vedere / mi farìano uscir de'gangheri. 5.
ove tu vada, / quei fischi uscir più liquidi e più ricchi; / poi
: aspetta un poco, ché voglio farti uscir la paz zia, o
, 4-1-154: dovendo talvolta quelli della fortezza uscir fuori per disturbar il nemico o per
, per parecchi mesi, zia michelina uscir di casa e andare in chiesa e poi
de'medici, ii-279: quando ti veddi uscir dalla capanna / col cane in mano
e son circa 14 giorni che principiò a uscir fuora o, per dir meglio,
ore mancano / a saper tutto, a uscir d'angoscia e spasmo. 4
lancia poderosa il suolo / percosse e uscir ne fé virente olivo / di rami spasi
pur converrà frullare / dove bisogni e uscir di gatta mogia. -spasseggiarsela:
curiali motteggiamenti. cesarotti, 1-viii-321: uscir vede dall'onde / senz'elmo e scudo
anda- van seguitando, / cominciaro a uscir fuora le persone, / che erano
formidabil spavento / del contumace armento, uscir due lupi, / che a l'
dimorare, gli potrà agevolmente della memoria uscir questa giovane, non vedendola egli.
spedale, un letto bianco rimboccato, uscir convalescente nel sole tenero della pianura.
speditor. contile, ii-13: ne l'uscir fuor di casa, visi- tommi lo
spedizione, / e nell'empirlo presto uscir d'intrico, / ché così vuol necessità
vocabolario pone un proverbio simile a questo. uscir del fango o trarre il cui del
fango o trarre il cui del fango vale uscir d'intrighi, spelagare. botta,
, 3-i-2: desiderando poi il papa d'uscir dalle spese della guerra, inviò giovanni
. groto, 2-41: al vostro uscir pur mo facea spettacolo / di quei
, lxxxiv-329: vidi una calandra / uscir acesa come salamandra. /..
è tenebrosa, / e'corpi santi uscir di sepoltura. laudano della compagnia di
da quella grotta a l'improvviso / uscir il dio. g. gozzi, i-5-79
trionfo. dizionario politico, 77: uscir di una piazza colle bandiere spiegate è
c'ha nome ranno, / che face uscir de le sue spine foco / e
non men che dolose spionature, ad uscir di patria perseguitati re. codice
7 vegghia, né mai si lascia uscir del core / de'carissimi sudditi l'
fa sì spiritare / che niuno a uscir di casa non s'addestra, / e
da restarne spiritati), fa proprio uscir di sentimento: non s'ha più voglia
, 180: sì che, stu vuoi uscir d'affanni e pene / e se non
: de gli occhi suoi si vede uscir fiammelle / e vivi spiritelli / con dardi
legger non finì la prima faccia / ch'uscir fa un spirto in forma di valletto
e lento. praga, 3-188: uscir di vita [molti amanti] / sotto
dey meno usati e che paiano talor uscir di regola. carducci, iii-25-354:
: mi dovrà favorir tuttavia per far uscir alla luce (col divin favore) quest'
uno spiraglio di quello [uscio] uscir fuori uno splendore di lucerna che ardea
dal letto, poco poi fu costretta uscir di casa, girare per le con
-disarmato. cesarotti, 1-viii-371: vuol uscir contro ettòr: ma come il puote
nel sonno il mirabile frutto / che uscir dovea di lui e de le rede.
presto spostato nel mondo, incapace di uscir di stenti e di farsi una posizione
e impon lor legge / di non uscir sin ch'ei non le sprigiona. salvini
trovasse anche il modo di fargli sprigionare ed uscir fuori delle medesime, questo solo senza
9-8: l'adito permesso / rarefatta ad uscir l'aria dispone, / che scoppia
e sprocchi era sì piena / che uscir non ne dovìa il liopardo. m.
le schiere dei lor nimici, senza perciò uscir fuori delle squadre. 5
/ angosciosi vedrai... e uscir dal core / di quella a cui fan
montagne d'etolia e d'acamania, sull'uscir dal golfo, ha parlato come svevo
da quello squarcio comincia la crisalide ad uscir fuora. rostagno, 169: il
le dogliose squille / fan co'sospiri uscir dal caldo loco / i cocenti desiri
chi l'ha in corpo non può uscir di vita. forteguerri, 2-52: la
suo proprio seno, e non può uscir da sé. 14. tralasciare
tirato in ballo mignon lo aveva fatto uscir dalle staffe. -ritrovare le staffe:
, / di cui teofrasto in su l'uscir di vita / lascerà successore, è
. bacchetti, 2-i-507: prima di uscir per sempre, lo spada volse lo
. v. j: 'stanare': far uscir dalla tana. pascoli, 1474:
la luce alma e soave / che solea uscir da que'begli occhi fòre / che
mutare stato / e perché trapiantarvi e uscir di villa? bacchelli, 2-xxiv-502: il
aver conosciuto il suo stato e disiderar d'uscir di quello. marsilio da padova volgar
roma tutte le milizie ponte- ficie d'uscir un passo dallo stato della chiesa. mazzini
diletta e bella dorotea, / per uscir della noia in che languisce, /
l'abilissima opera della sua stecca, uscir fuori dall'informe cumulo di creta ammassata
maggior parte steccato, acciò che le bestie uscir non potessero. cronica pisana, 1040
adamantino: / e degli archi stelliteli uscir fuora / si vide gabriel nunzio divino.
farfallone così stempiato che per farlo poi uscir fuori vi s'avesse a far come
altra il pugno e il guanto / uscir più d'una spanna si vedea; /
ad allegrare e quelli che si nascondono uscir fuore; e trovano il pasto e
accade -e che cappelli ci piglio! -d'uscir di casa dopo essermi rotto lo stomaco
sagaci cani i fagian folli / con strepito uscir fan di stoppie e vepri. galileo
e grido, e volentier vorrei / uscir per forca di man de la vita.
da voi. botta, 7-231: ecco uscir fuori un diluvio di sto- riacce,
tregua [dalla podagra] solo per uscir di casa... non feci certo
e morto ch'io non spero / uscir mai più de le sue man profane.
345: vedo che comincio a uscir di strada. -sviarsi, ingannarsi,
/ cercar, né fuor di strada uscir giamai. -vaneggiare, farneticare.
, 4-99: il poeta mostrò l'uscir degli incolumi atterriti dai tuguri minaccianti;
la stranezza di quel rimbambito mi fa uscir ai me. -carattere vessatorio di
lana. caro, 3-409: uscir d'agguato / tutti in un tempo,
. de l'esercizio, non possiamo uscir fuori che non diamo in un monte
le nostre più nobili idee noi le vedemo uscir fuori, ora saltellanti alla francese,
morte o stregonate dallo stento dell'uscir fuora. stregóne1 (ant. strigóne
per il manico il vaso per fame uscir fuori l'acqua per il tubo éf,
cielo di bronzo, da cui faceva uscir strepitosamente il tuono nella maggior serenità dell'aria
e stretti a barba di gatte possino uscir. -bloccato in un luogo chiuso
. gozzi, i-19-5: non le poteva uscir del cuore ch'egli le avesse fatto
salir fino alle stelle / se posso uscir da'miei stretti confini. g. giudici
questo avviene dall'impeto che fa per uscir dal stretto. -parte di un
oggi [hegel] par che accenni a uscir dal sepolcro, e dopo lo stridìo
pinga favoloso augello, / bellezza che all'uscir di regia cuna / purità ne rivesta
. ricciardi, 66: non seppi / uscir da tante gretole e viluppi, /
5-164: che ben dall'imo centro uscir gli odori / mostra il sempre olezzar più
trarre il contenuto; ritorto per far uscir l'acqua residua (un tessuto lavato)
ti), fa proprio uscir di sentimento: non s'ha più voglia
deponendo il disgusto / della notte e uscir fuori col passo di un tempo.
e subito levosse; / e poi ch'uscir da l'arbore s'accorse, /
ad incollerirmi dalle cose insensate per far uscir di senso col furibondo vampeggiare le anime
ultimo dialogo, non vedendo l'ora d'uscir da questo intrico alla peggio, trovandomene
perpetuo, non è loro permesso di uscir mai fuor del convento loro, eccetto,
13-i-1097: minetta, non fu questo uscir di vita, / ma un trapassar da
nietzschiano. soffici, v-2-16: uscir dai limiti della scienza del bene e del
, 263: cerulea tomba, / onde uscir sol pensavo il ai prefisso / dalla
gl'avea consumati, / e ne l'uscir sembravan suscitati. 8. figur.
. buonarroti il giovane, 9-501: uscir di quella tomba, chi per mano
famiglie, alle quali per non poter uscir fuori mancasse il mantenimento, gliel'ha da
15-114: in codesta facilità crucisegnate dall'uscir di messa, ne escano talune più grulle
n. villani, i-2-114: mentre vuole uscir tutto il liquore, / una gocciola
. c. gozzi, 1-317: all'uscir tuo diman da queste stanze, /
all'omega, / rovo che per uscir dell'imbarazzo / avea dato una mano alla
. franco, 4-241: egli si fece uscir la bella prova di mano a farsi
non corra rischio... di uscir poscia in piazza con la toga da graziano
disapprovano, tacciando di errore il fare uscir questa voce in 'o \ 4
che non t'oda o ti veggia altri uscir mora. passeroni, 3-6: così
mano distesa, le significò che doveva uscir di casa con lui. manzini, 17-194
. pallavicino, 10-iii-21: comincio ad uscir dalla tana, facendo qualch'esercizio sì
gli avvinati tangheri, / sogliono affatto uscir fora de'gangheri. manzoni, pr.
un tantin di fumo non ne può uscir fuori. b. davanzati, ii-174:
esca, abbia i riguardi / d'uscir fuori almen tardi, / quand'è levato
assaggio in assaggio, si rischiava di uscir dalla cantina briachi come tegoli.
: io non ardìa stamane / d'uscir di capanna: / temea l'orror dei
e buona vita, / e non uscir di fuor per questo caldo. boccaccio,
. bembo, 10-vi-68: non lascerei uscir fuori quegli epigrammi, i quali tutti
forastieri tutti, fra cinque giorni, uscir debbono dal tenimento della repubblica. jovine,
/ la tien serrata e non può uscir di fuore. -espressione del volto.
, / mi tenta spesso e mi fa uscir di quella [vita]. pasolini
fagiuoli, 1-3-335: del campo à uscir la fossa; questa è la teologia
, diremo. bruno, 3-222: per uscir da queste raggioni teoriche, nozionali e
l'amor che ti portiamo ci fece uscir dei termini. b. davanzati, i-132
d'azeglio, 5-364: tu mi faresti uscir de'termini! ch'elpè pure una
ordinato / ch'io non dovessi mai uscir di guerra, / e povertà mi stesse
bisticci, 3-546: non solo volle uscir della camera e venire in sala,
molle petto; / lelio, che quindi uscir vede il sanguigno / umor macchiando il
, chi sa, non gli vogliono uscir di dosso quelle febbracce. bacchetti, i-i-
tube falop- piane, e si vede uscir l'aria per l'apertura, che è
ricco tornaletto l'orinale / col manico uscir vede alquanto fuore; / furioso il prende
, per impedire che i nemici non potessero uscir fuora, tirò una trincea che arrivava
, 9-19: io lessi su l'uscir, sopra la porta / dell'udienza di
col torgli solamente i fiati degli spiriti, uscir fuora con una armonia formata da le
, / se. ttu vuoi uscir di pene; / sappi che non fa
. alfieri, xvi-30: poiché l'uscir di qui m'è tolto, il piede
dì per un viottolo, / viditi uscir del mar per fare un tombolo. caro
d'ampia voragine tonante / fervido vedi uscir parto mal nato, / piover le pietre
un nugolo fum- moso / fu visto uscir da quell'atra cloàca, / brutto,
per dirmi tondo e chiaro, che devo uscir da questa povera vita? passeroni,
disse un topolino: « se vuoi quinci uscir, tratti, compar, quella panciera
e subito levosse; / e poi ch'uscir da l'arbore s'accorse, /
e delle gabbie fora / vedrà liquori uscir chiari e adorni. lorenzo de'medici
ricco tornaletto l'orinale / col manico uscir vede alquanto fuore; / furioso il prende
, 20-107: d'i corpi suoi non uscir, come credi, / gentili,
. caro, 12-i-218: non possiamo uscir fuori, che non diamo in un
quasi sconfitta, / perché que'dentro uscir fuor bene armati, / e dièro alla
ignuda tieni. pavese, 10-52: a uscir fuori, le vie tranquille conducono /
mutare stato, / e perché trapiantarvi e uscir di villa? pellico, 2-495:
mai di mia man ricamo non vidi uscir più vago, lascia ch'io te la
m'assediano in maniera che non posso uscir di casa senza aver nell'orecchie qualcuno di
'trasordinare': 'modum excedere'. disordinare. uscir dall'ordine dovuto. botta, 5-428:
stessa parola portarsi nella cadenza cf, senza uscir di tuono, si replica e nel
a. cattaneo, ii-232: miratelo uscir dalla corte di erode in abito e in
spaventosamente gl'israeliti che quando questi trattarono uscir di egitto. tacci, 2-5:
non poterne uscir più, o così presto, a salvazione
esser dovran que'servigiali, ch'uscir dianzi sgridando e minacciando / que'tentennoni
trecento cavalier, gente sovrana, / uscir gridando a lor: « voi siete morti
aretino, 22-279: infine le parole che uscir di bocca a quel santo che non
e dai tentati triboli / l'irto cinghiale uscir; / e la battuta polvere /
motto 'virtus an dolus'? e per uscir ornai da le spade e dagli scudi,
xv-32: fu un spettacolo galante / vedervi uscir dal mar qual nuova venere / acclamata
., 28 (493): all'uscir dunque, in carrozza da viaggio,
, 9-552: troncar quel làccio ed uscir fuora il primo, / e tra corde
, purg., 8-27: e vidi uscir de l'alto e scender giùe / due
troppa matera ch'in là venne / uscir li orecchi de le gote scempie.
di trotto e di corso, senza uscir mai dell'ordine. c. fiaschi,
quei reali. pulci, 4-39: ecco uscir d'una vailetta fuori / una gran
degli uomini rapidi, a frotte, uscir dal cancello: venivano dal pozzo n
. tutoràccio. fagiuoli, 1-4-61: uscir dalle mani di questo tutoraccio. =
a levare anco elli, e studiossi d'uscir fuori più tosto che poteo per due
d'amor cantando, vidi una calandra / uscir acesa come salamandra. leonardo, 2-61
... / io lessi su l'uscir, sopra la porta / dell'udienza
come ho udito, fu suo costume d'uscir di casa. 7. ant
/ la iniqua ulissea rabbia / ad uscir vuota, ov'ei pur tenti il
, vale a dire tosto che potrò uscir di letto, dove m'ha ficcato un'
1-iv-581): amor, s'io posso uscir de'tuoi artigli, / appena creder
voi non avete giudicio, se vi lasciate uscir di mano questa collana, lavoro francese
: è notevole quel suo coraggio di uscir a combattere un'opinione appunto allora che
festeggiando, / ignudi ed unti, uscir de'miei compagni / i più robusti,
parini, 483: è d'uopo uscir di cuna, / chi vuol trovar
, e famelica ululando; / e uscir del teschio, ove fuggìa la luna,
marcia dentro, ma ne possa facilmente uscir fuori. rajberti, 3-15: non è
lontano andar aioni, / pigliando il per uscir di tante angustie e miserie. tempo
hai voglia, / poresti arditamente / uscir del bosco, e gir in fra la
ricoperta / sotto l'imagin sua, d'uscir son certa. / non ardirieno a
10-175: dalla parte di dentro della scena uscir fuora strida e urli e lamenti.
giorno; e se innanzi al suo uscir fuori si vegga una nugoletta, sarà
nel volo / l'alma; quando d'uscir da noi s'affretta. fenoglio,
orinato / ch'io non dovessi mai uscir di guerra. roverbella, xxxviii-178: ecco
del fatai suo fine / per tosto uscir d'affanno e penitenza. g. p
se fatto gli viene di quinci vive uscir, di fame ancor molti e molti per
sole / più che non deggio al mio uscir di bando. ariosto, 32-10:
aspetta di carcere o di bando / uscir, non par che 'l tempo più soggiorni
(1-iv-340): filostrato, per non uscir del cammino tenuto da quelle..
... studiava l'ultimo anno per uscir medico dall'università di torino.
lii-15-65: non solo alle volte fanno uscir... dal gabinetto deliberazioni importan
mio ritorno non potrà seguire che all'uscir di settembre, per tutto il qual mese
terra, levar i punti... uscir addosso a'nemici. -uscire alla
note, / che fece me a me uscir di mente. caro, 3-1-24:
, che quell'amico si sia lasciato uscir di bocca la pratica del negozio: e
la propria alterezza e sdegnosità, si lasciò uscir di bocca, che la vita del
: si lasciava di quando in quando uscir di bocca certi motti, che disvelavano la
rimasi un po'imbarazzato per essermi lasciato uscir di bocca, senza poi mordermi la lingua
, 3-6-36: e'fur destri / ad uscir fuor coll'animo feroce, / fomiti
che da le vie supreme / dei tetti uscir vede il vapor del fuoco, /
altri crimi exiziali, che avessero potuto uscir veneni ed instrumenti di morte dal vascello
che all'alba, innanzi al suo uscir fuori, s'allungano e distendono dei
vide nel sonno il mirabile frutto / ch'uscir dovea di lui e de la rede
103: io riprendo in questi giorni a uscir molto e a vedermi un po'con
, 4-i-17: gli pareva miltanni d'uscir di vedovàtico. 2. segno
fuori di canonica, ma la vedremo uscir di chiesa col velo bianco in testa!
poi i venti, e cominciai a uscir di casa la sera. = comp
dante, xv-3: di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge
venerei e i saturnini, stanno per uscir di favola entrando nel dominio dell'indagine
ne gusta, che vedrà miracoli / uscir di questa cosa. g. michiel,
tempo intorno un labirinto, donde non ponno uscir se- non con l'ale. soderini
, 4-1 (1-iv-358): all'uscir dello spiraglio la seguente notte in sul
questo è veramente proporzionato a filosofo, uscir del letto la mattina pel fresco, dopo
e non ve n'accorgeste, / ch'uscir di voi la vertù non sentite;
ariosto, 40-34: 1 vincitori uscir de le funeste / porte vedeansi di
). carducci, iii-3-61: e uscir credeami italico vate a la nuova etade
forza i venti / che del mantice uscir sogliano i fiati / a dar vigore a
... io che non seppi / uscir da tante gretole e viluppi, /
e pasce e rumina, / s'ingegni uscir fuor del vimineo giro / de la
volo / l'alma; quando d'uscir da noi s'affretta. arici, 1i-232
e rozzo volpellino, / che volle uscir del bosco troppo vaccio. =
reale incontro! cento numi e cento / uscir dagli altri algosi, / il crin
un topolino: « se vuoi quinci / uscir, tràtti, compar, quella panciera
. dall'alte vulcaniche / foci la fiamma uscir. e. cecchi, 5-161:
o bocche, per le quali dovrebbe uscir acqua di vivaio o vasi.
bianco zendalino avvolte, / una nuvola uscir di sartorelle. e disinvolte, / sgambettan
dal pitocco assalto / in milan per uscir da i duoli fitti. baruffatili, \
in fascia; / quando vide la zinna uscir dal seno. lomazzi, 4-ii-43:
o con più de'piedi, e all'uscir gravemente comincia a muover le gambe,
25-76: io non ho meco gente da uscir fuora: / l'animo è pronto
sia altri che tu, che sappia uscir d'un fondo senza zucca?