di che 'l mondo è adorno, / uscir buone de man del mastro eterno;
fondo del forno, donde non può uscir che squagliato. = deriv.
: tu tra questi deserti, / ond'uscir mai non spero, / inculti, abbandonati
tu tra questi deserti, / ond'uscir mai non spero, / inculti,
bastonate per altro non mi avessero fatto uscir di passo,... nondimeno io
il quale dica di aver bisogno di uscir per qualche faccenda, rispondono, credendo
segneri, iv-671: è lodevole ancora l'uscir di strada, per accorrere a chi
bruno, 511: se bisognasse far uscir a l'aria aperta qualche triforme cerbero
machiavelli, 3-337: l'ho vista uscir di casa pure adesso. caro,
che 'l mondo è adorno / uscir buone de man del mastro eterno.
o con danni / veder s'i'posso uscir di tanti affanni. lorenzo de'medici
il popolo di bologna a furia voleano uscir fuori; ma dal loro capitano furono ritenuti
chiamate /... / cotali uscir dalla schiera ov'è dido, /.
, purg., 8-26: e vidi uscir dell'alto e scender giue / due
contro di noi dall'impeto mente entrar e uscir de la bocca, secondo che più e
, 23-113: l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta, / e ne
alfieri, ii-247: pareami mill'anni d'uscir di casa, per vedere e farmi
era, si mise in aguato e vide uscir il giovine di camera. [sostituito
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge
l'aere dal voler portate; / cotali uscir della schiera ov'è dido, /
: io vidi,... / uscir da quei levati occhi una stella,
serena e bella / come a l'uscir del memorabil giorno. / l'alba lieta
, / l'altro de l'altra, uscir coi libri in mano: / in quel
alfa all'omega, / provò che per uscir dell'imbarazzo / avea dato una mano
4. intr. disus. uscir di mente, impazzire; divenire estatico
non dopo molto spazio gli pareva veder uscir da * vicini mari due girfalchi,
poggi / dove solingo alloggi, / uscir suole a diporto / proserpina gentile. idem
i-439: e in tanto entrare e uscir che facevano, a guisa di bollicanti
. testi, i-194: ben tosto uscir l'anela febre, / la servitù,
: io vidi,... / uscir da quei levati occhi una stella, /
ariosto, 23-113: l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta, / e
uno all'altro mostrandolo, d'una parte uscir conigli, d'altra parte correr lepri
i calculi delle reni, e farli uscir fuori, e che dai medici con
e si vede nel cielo. / a uscir fuori, le vie tranquille conducono /
un dì la santa / diva, all'uscir de'flutti ove s'immerse / a
baldini, 4-98: allora è bello uscir nell'isola a respirare 1'umidità del
. anguillara, 12-163: come si vede uscir il latte appreso / fra i molti
vidi a la stagion prima e novella / uscir la molle erbetta, come sòie /
lecito qualche volta per lo amore divino uscir della sua gravità; tu hai lo esemplo
l'ombre, / tu che dal suolo uscir festi il destriero, / marte giunone
, 9-33: ecco immantenente / due tori uscir d'insolita figura, / che con
quant'hai voglia, / poresti arditamente / uscir del bosco, e gir in fra
verdeggia impresso / simolacro di morte, uscir la vita. colletta, 1-4:
elementi paiono] ingenerarsi / alternamente: uscir dall'aria il foco, / quella
l'alloggiar forestieri senza denunziarli, l'uscir di casa in tempo deltau'armi,
verdeggia impresso / simolacro di morte, uscir la vita. dotti, iii-
mio modo farai; / lasciagli un poco uscir questa arroganza / ed altra volta ginocchion
): amor, s'io posso uscir de'tuoi artigli, / appena creder
tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto; per che, dirizzato l'
ariosto, 26-31: quivi una bestia uscir de'la foresta / parea, di crudel
: questo povero asino dunque, volendo uscir dall'asineria e da'pericoli, né
le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge volgere
assalto, che non gli fu possibile uscir di casa. forteguerri, 21-68:
ad uscio né a finestra, né uscir di casa, che egli incontanente non mi
città sovrana, / fecer le schiere, uscir fuor de le mura. colletta,
nel sonno il mirabile frutto, / ch'uscir dovea di lui. galileo, 919
più che non deggio al mio uscir di bando. ottimo, ii-397 [purg
asserto per quello stesso che avevano veduto uscir dell'uovo. g. del papa
intorno. arici, i-263: al primo uscir di primavera, intenso / romor di
subito co'potteschi attaccò pratica / d'uscir di quel castel con la sua gente.
dell'adolescente. baldini, 4-27: all'uscir dalle scuole non si attardano a fare
più forte non faccia 'l più debile uscir di fuor dal giogo. idem, 4-25
augellin, che si fatica / per uscir de la rete, ov'egli è colto
petto el cor mi raserena, / vegendo uscir l'aurora colorita, / e a
; e sospirose / e frementi n'uscir l'ombre alla voce. manzoni,
seguette / infin la palma ed all'uscir del campo, / vuol ch'io respiri
baretti, i-119: mi pesa lasciarmelo uscir di mano e avventurarlo fuor di città
ogni giorno s'erano avvezzati / d'uscir di fuori un poco a sollazzare.
lettere avisato / che l'esercito amico uscir dovea. boine, 11-66: entrava tonda
e sopra tutto, non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam
il giovane, 9-833: fu visto uscir da quell'atra cloaca /...
e voi séte un baccello a lasciarvela uscir di mano, potta della consacrata!
le formiche] in tanto entrare e uscir che facevano, a guisa di bollicanti,
, meglio non parlarne, ridotti a uscir poche volte di casa, quasi mai
iii-424: che baie ti lasci tu uscir di bocca? marino, i-65: non
i delfin snelli colle curve schiene / uscir danzando; e mezzo il mar coprirò
dai la tua parola di non lasciarteli uscir di mano, venga anche a chiederteli
dentro da l'ovo, / d'uscir 'nanzi che del su'tempo sia. alberti
ormai) / di riposarmi e d'uscir fuor di ballo. prati, ii-183:
alcun altro bambino, né li lasciava uscir dal buio di casa, tranne che per
e sordo, / mai di crocchio uscir non so. colletta, i-194: le
tori / coi cavalieri; e quivi uscir di vista. lippi, 5-6: ciò
dentro erano assise / con subito scompiglio uscir ne fece. sassetti, 299:
con un urlo e uno strattone, uscir tutti e correre gesticolando verso la svolta
sole / più che non deggio al mio uscir di bando. landino, 178 [
consentirei di stare più uno anno a uscir di bando, id est a uscire delle
pascoli, 1118: ora credè vederlo / uscir col capo di spar- vier da templi
cui s'era appoggiata, e la vidi uscir barcollone dalla camera. barilli, 3-67
e non finito di morire, fece uscir di casa alcuni quivi vicini abitanti e
la base, / l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta. castiglione,
ogni mio potere, quando tu voglia uscir di questo carcere; e mi basta
patria, lacerarla egli stesso, e uscir a battersi per lei sol ch'altri
43: venne a zeusi capriccio d'uscir dipignendo della strada battuta. malpighi,
porti o il lumen christi / aspetto per uscir da questa bega, / una maschera
122: un san giulian dipinto / uscir d'un pozzo fuor fino al bellico,
baldini, 7-52: se m'avesse a uscir di bocca (succede, anche di
, è poco, fatta, donde uscir non sanno. fucini, 11: vói
baldini, 7-52: se m'avesse a uscir di bocca (succede, anche di
il naso! dove mai vedeste comedia uscir col bidello? stigliani, i-19:
ad un convento, / e fece uscir tra i salici / tal nota di lamento
, 3-62 (ii-576): si lasciò uscir di bocca che altre volte, essendo
dispiacere, che quell'amico si sia lasciato uscir di bocca la pratica del negozio.
mai né can né gatta, né poter uscir fuori a spasso per una viottola a
e di fuori; e debbono dette bocce uscir fuori delle buche de gli orinali quattro
, pareva che il cuore mi volesse uscir fuori. bocchelli, 1-iii-480: uno
dissoluti costumi, che più non ardissero uscir di casa: solo affinché con gravissimo
o il lumen christi / aspetto per uscir da questa bega, / una maschera compro
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per beffe piagge
scudi in braccio / ben se apprestarne uscir de tal impaccio. segneri, ii-212
sesostri e di alessandro, che ad uscir loro dalle branche, e ad accostarsi
capo! » altri: « lasciami uscir di qui ». questa era una
pauroso, sì che egli non ardiva uscir più alla campagna, né mostrar quella
delle bretelle e quindi egli non potè uscir di casa, rivide questa verità,
fatto, spero d'aver a fare uscir voglia ad alcuno di molestare (come si
. gli ingannati, xxv-1-347: vorrei uscir di questa briga e non so come
del ciel subito fuori / i cocchi uscir sovra rotanti stelle, / e i muli
un po'di brio, senza farli uscir di cervello. salvini, 335: in
spuma come se ridesse dalla gioia d'uscir alla luce del sole. govoni,
medici, 190: io 'l vidi già uscir per una buca / quel messer pagol
: vedrai che l'acqua non può uscir di sotto. ariosto, sai.,
va pel fil della sinopia saldo / sanza uscir punto mai del segno ritto /.
chi vi ci nascose) / d'uscir di questi canti, / scappar delle buiose
f. frugoni, xxiv-1003: eccolo uscir di se medesimo... in sentir
1-573: chi rimena il latte ne fa uscir del burro. baretti, 3-348:
capo! » altri: « lasciami uscir di qui *. questa era una bussa
le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge volgere
io vi direi cose che vi farebbero uscir di voi. -occorrere, essere
cupa e distante, / feron più tardi uscir la secchia piena. marino, i-105
riposa alfine: /... / uscir di questa / ignobil calca che mi
il cuore palpitante, impaurito di vederla uscir fuori, pallido. calcagnino,
che fare / che tu voglia ora uscir de la calcina, / ch'altrui non
tuttavia mangiava, prima che si lasciasse uscir il buon fiasco di mano, inghiottì tutta
vedea, di certo era impossibile / uscir vivo da'cani irati e calidi, /
.. questo capitolino a sproposito, per uscir con manco disonor ch'io posso de'
scale. ariosto, 31-89: cercaro uscir di man del popul franco: / ma
ombre ritrose / tonnipossente creator comando / uscir fe tutte le mondane cose, /
tuttavia mangiava, prima che si lasciasse uscir il buon fiasco di mano, inghiottì
calzoni aveva potuto dir la sua e uscir fuori e conoscere qualcuno nei paesi.
quattro) il detto bartolo sonaglini cominciò a uscir fuori, e non domandava se era
camiscia. straparola, 13-11: ecco uscir di casa una donna in carni- scia
di questa vita con molto desiderio e uscir le pare de l'albergo e ritornare
e ritornare ne la propria mansione, uscir le pare di cammino e tornare in
di cammino e tornare in cittade, uscir le pare di mare e tornare a
371): filostrato, per non uscir dal camin tenuto da quelle che reine avanti
dai balzi / de l'alte rupi uscir capri e camozze, / e cervi
e si vede nel cielo. / a uscir fuori, le vie tranquille conducono /
che quanto / si sforza di campar e uscir di pianto, / in più viluppi
seguette / infin la palma ed all'uscir del campo, / vuol ch'io respiri
il naso! dove mai vedeste comedia uscir col bidello? *. g. c
ingiù e non lo lascierà ascendere et uscir fuori liberamente; e nelle troppo strette
sceme; / ed ecco al primo uscir di tutti loro / il portator de l'
pose dentro, e stretta- mente che uscir non potessero, gli legò. tasso,
mi ra- serena, / vegendo uscir l'aurora colorita, / e a la
dì trovò scaltro la via / d'uscir di prigionia; / e dando tosto
-dar la volta al canto: impazzire, uscir di senno; dar la volta al
cantone, / se trova modo d'uscir di prigione. baretti, 2-173: la
e muta / per la spiaggia di coleo uscir medea / l'erbe sacre a raccor
e'fiamminghi veggendo tal caparra, / uscir di fuori e come leopardi / percossero a'
cantone, / se trova modo d'uscir di prigione. leopardi, 958: e
afflitto / che si lasciò la briglia uscir di mano: / d'andar tre
. guarini, 88: e da l'uscir che fe'di tauro il sole,
in perpetua sua pena, era possibile uscir mai fuori di casa. caro,
erbose rive; a i caldi soli / uscir dal career trasformate, e breve /
proferirti ogni mio potere, quando tu voglia uscir di questo carcere; e mi basta
finché loro fosse dato il segno di uscir nell'arena. 8. locuz.
? onofri, 80: noi sogniamo uscir teco dai rigiri / delle strette carnali
sopra d'un carro trionfale / vede uscir dalla porta maladetta / un fier gigante.
fior passato, / ecco il carroccio uscir fuor de la porta, / tutto
cupa e distante, / feron più tardi uscir la secchia piena. marino, 10-136
l'altro a rifare la casa, e uscir di passo, e multiplicare. fagiuoli
/ ch'egli ne palpi ne l'uscir del fesso. guicciardini, i-17:
ma catafratto un popolo / dalla battaglia uscir. panzini, iii-33: pensa, sconer
mattio franzesi, xxvi-3-93: or per uscir di queste catapecchie / e provar che
oramai messer barbogio può star poco a uscir di casa; e'sarà bene, a
ogni mio potere, quando tu voglia uscir di questo carcere; e mi basta l'
dimenticare qualcosa; cadere in deliquio, uscir di senno, svenire. berni
colla coda, ch'ella il vede uscir fuori della buca. crescenzi volgar.
ch'egli terminato l'ultimo pasto nell'uscir fuora del cenacolo per andare all'orto,
la morte. tasso, 11-66: cotali uscir da la tartarea porta / sogliono,
porta dello 'nferno, accioché quindi alcuno uscir non lasciasse... pone l'autore
ritrovato: e quindi il mai non uscir d'errore chi mai non entra in sospetto
loro un po'di brio, senza farli uscir di cervello. nievo, 1-14:
di fuore, / ma non ch'uscir volesse del cespuglio. -licenziare dal cespuglio
] moltiplicarono interrogazioni inconcludenti, per farne uscir de'pretesti di dire alla vittima destinata
spezzàrla ed arser tutta, / ed uscir fuor del porto in poca d'otta
erbose rive; a i caldi soli / uscir dal career trasformate, e breve /
l'aere dai voler portate; / cotali uscir della schiera ov'è dido. petrarca
al suono / ubbidir sempre e non uscir di chiave, / passan quanti cantor
i-759: [se] le avveniva di uscir di chiave, chinava il volto sul
la luna, anch'ella possa / uscir col novo capo a la campagna.
: spaventati, / come gli uccelli nell'uscir di chiusa. 13. dimin
per reputazione. monti, x-3-114: ecco uscir da quell'ombre i ciamberlani, /
i grandi della corte, quando videro uscir fuori di sotto a quella pelle nera e
suo umido non può risudare e uscir fuori nel cibamento delle piante. 0.
stese l'ala, / e'parmigiani uscir fuor con furore, / ed e'
(238): che io senta uscir delle bocche vostre ragionamenti, e non
. m. cecchi, 10-5-9: per uscir di questo pericolo e'si sarebbe attaccato
il colore e imprimerlo nella carta, facendolo uscir fuora dell'incavatura, per forza d'
. ariosto, 184: sperai ch'uscir da le cimerie grotte / tenebrosa devessi,
dai tentati triboli / l'irto cinghiale uscir; / e la battuta polvere / rigar
ordinariamente chi sta in clausura non dee uscir fuori, e chi è fuori non dee
un di la santa / diva, all'uscir de'flutti ove s'immerse /
all'erta, / mi lasciai finalmente uscir di bocca / che quel non era un
poco che abbiam voglia o bisogno d'uscir di casa. silone, 164: ci
quasi sconfitta, / perché que'dentro uscir fuor bene armati, / e diéro alla
desiderate. monti, x-3-114: ecco uscir da quell'ombre i ciamberlani, / i
, canz., 75: già vidi uscir di tonde una matina / il sol
[imprese], donde hanno ad uscir tutte l'altre, bisogna che sieno di
il colpo, si affrettava allora a uscir dal negozio e darsi alla fuga,
dai tentati triboli / l'irto cinghiale uscir; / e la battuta polvere /
e non ve n'accorgeste, / ch'uscir di voi la vertù non sentite.
era tale che ne facea invito ad uscir di barca, noi ne uscimmo e poggiammo
righe, o in simil suono / uscir pomposamente. manzoni, 424: la mitologia
. bartoli, 37-3°: né mai uscir con essi [i figliuoli], che
. bartoli, 34-247: onde nasce l'uscir della fusione delle fornaci altri vetri con
servono di spiragli all'entrare e all'uscir per essi gli aliti più spiritosi. cesarotti
catria questo corpo lasso, / infin ch'uscir di lui mi sia concesso. castiglione
e si racchiuda, / che poi volendo uscir faccia il tremoto. galdi, i-239
bisogna massacrar tutto il libretto / ed uscir sempre fuor del seminato, / acciò quivi
conducitori del sangue, si vegga esso uscir fuori in eccedente abbondanza. carena,
di pianto, senza pur mai lasciare uscir una lagrima. 3. figur
: doralice che vede la sua guida / uscir del campo e torlesi d'appresso,
, di conturbia e altri studi, a uscir fuori: e con loro disputare e
mano a'remi / più volte già per uscir di prigione. s. caterina da
da palemone, / d'attene il mostra uscir con duolo amaro. = adattamento
la superba porta, / poiché n'uscir le congregate squadre, / ed a lume
: videro... d'una parte uscir conigli. boiardo, 2-4-23: conigli
non sapeano i pianti, / ch'uscir dovean del coniugato amore, / con giostre
l'ha cattivato a quella che vedde uscir da la foresta, dal deserto, da
ognun contenda / di tirarne, a l'uscir, l'anima seco. d.
. ariosto, 13-57: da te uscir veggio le pudiche donne / madri d'
... dovette dar luogo, e uscir dallo stato. verga, 3-115:
tuo conto che, al mio primo uscir delle fasce, io non mi sentii
, li-13: s'i'vi vedesse uscir de gli occhi ploia / per prova fare
mese di marzo in modo alcuno ardisse uscir di casa. davila, 57: giudicò
de la foce interna / di qualità contraria uscir duo rivi. marini, xxiv-779
, non che essi del piccolo seno uscir potessero, ma, o volessero o
lettere avisato / che l'esercito amico uscir dovea. davila, 734: sollecitò nondimeno
un contrassegno allo entrare della porta per uscir fuori, come era allora ordinato per
veduta di quel cinto, si lasciò uscir di bocca verso alcuni ofìciali suoi amici
chi m'insegnasse la ragione, dell'uscir che fanno i raggi della luce paralleli
boiardo, 2-4-32: ma bisogna a l'uscir aver convento / un toro avanti,
, / che il sangue gli fa uscir per naso e bocca. s. degli
coralli e da le preziose / perle uscir fanno i dolci accenti mozzi. g.
a questo la cornea, che non lascia uscir l'umore bianco per il buco dell'
si colca e lieva, e non può uscir d'impaccio. firenzuola, 465:
a mezogiomo; / ma bisogna a l'uscir aver convento / un toro avanti,
ciel la luna, anch'ella possa / uscir col novo capo a la campagna.
ciel la luna, anch'ella possa / uscir col novo capo a la campagna.
mangiare, e i luoghi da uscir del corpo. grazzini, 2-263:
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti. idem, inf.
'triglifi', le teste dei quali si facevano uscir fuori delle tavole o dei fregi a
dai tentati triboli / l'irto cinghiale uscir. carducci, 113: cantò del tidide
alcun altro bambino, né li lasciava uscir dal buio di casa, tranne che
fui molte fiate presso, / d'uscir d'affanno arei corta via presa.
e moneta, / tu la vedresti uscir di gatta morta. note al malmantue,
e sì come secondo raggio sòie / uscir del primo e risalire in suso, /
e di quello, sperando di fargli uscir di bocca il proprio nome, così
aere dal voler portate; / cotali uscir delia schiera ov'è dido. idem,
i-828): prima che si lasciasse uscir il buon fiasco di mano, inghiottì
tassoni, 3-9: onde deliberar d'uscir di cova / i moda- nesi armati
966: quell'altro ha caro d'uscir del covile. cellini, 1-121 (279
un entrarvi, che per lui era uscir del mondo e allontanarsi da tutto il
grido: / -quant'era meglio non uscir dal porto, / e non creder
i calzoni aveva potuto dir la sua e uscir fuori e conoscere qualcuno nei paesi.
., 20-103: de'corpi suoi non uscir, come credi, / gentili ma
126: poi togli un crivello minuto da uscir vene el gran come è
angoscia / s'era arrecato, e nell'uscir fuor, croscia. c. gozzi,
braccio il ferro netto / si vide uscir, tanto fu il colpo 41
/ sotto l'immagin sua, d'uscir son certa. / non ardirieno
/ mi tocca a fare, innanzi d'uscir fuora. / cavarsi il cuticugno e
vorrebbero che ogni dì fosse festa per uscir fuora, e che ogni dì si danzasse
stomaco, che gli pesava, voleva uscir fuori, con un senso di pena
dolce per usanza, / a l'uscir fa mala danza; / ch'ella ti
viltà di que'principi che si lasciarono uscir dalle mani i regni, ed annichilarono
, io so ch'ei non puote uscir di luogo alcuno di dentro. vasari,
san gimignano, vi-11-133 (2-11): uscir di for alcuna volta il giorno,
così per l'avanzare che fa, ed uscir fuora della facciata della parete. baruffaldi
mentre che visse, / mi faria uscir del mio debito molto, / se così
ch'io la vada cercando, per uscir di debito; e la cercherò senza fallo
a l'entrare, e a l'uscir abbia il rigagno. pindemonte, 5-532:
colle parole, / collesione). lagrime uscir dagli occhi tuoi. / non 1'asciugare
più figurato degnamente fra l'altre garzonette all'uscir dai vespri. carducci, 125:
italiana tanto disprezzata, eppur capace d'uscir sana e vigorosa da un ambiente così
v.]: * dilibrare '. uscir di libramento, quasi di bilico,
la delicatezza della loro complessione non posson uscir in campagna così per tempo, indugiano
quale tanto viene a dire quanto « uscir dal solco »; e però *
pensa / i facili del labbro a uscir segreti. alfieri, 1-207: il
ne sprigiona / il seme, che d'uscir cerca la via. b. galiani
fuor de'denti: aver egli lasciati uscir i batavi di maganza, chiuso gli occhi
e il comandante sono alla manovra per uscir di rada. « ci muoviamo? »
: tu tra questi deserti, / ond'uscir mai non spero, / inculti,
.. indusse un altro ad uscir del monasterio. = deriv. da
che tutte le domeniche li giudici facessero uscir della prigione i detenuti, esaminando se
di questi cattivi / m'ha fatto uscir da le proprie contrade / con mio
ed a me, di non lasciare uscir fuori tal mio libro, mi fu avviso
, / che fece me a me uscir di mente. petrarca, iii-2-41: così
passai più giorni in venezia solissimo senza uscir di casa; e senza pure far
saputo trovar via né maniera da poter uscir di questa diavoleria, e levarci questa
di questo bel ritratto, se senza uscir della pittura, la pittura istessa con misteriosa
. salviati, 20-5: non potevano uscir di genova; e uscendone, o tenendoci
, io so ch'ei non puote uscir di luogo alcuno di dentro. gentile,
iii- 156: per questo a uscir di nave / ciascun consiglierave / alcun
stampe, ora vedendosi per il contrario uscir da roma e altrove tanti libelli famosi
spiacevoli. boccaccio, iii-5-8: per uscir di prigione, in fede mia,
giornata fredda e scura, da non uscir di casa; e invece la gita era
sopportazione, avevano proprio difficoltà a non uscir dai gangheri. -fare, creare
30-25: io credo che non sia uscir fuori della materia nostra, se noi
mantengon desto. forteguerri, 6-42: uscir dal bosco in una gran pianura,
4-ii-304: la nazione che non sa uscir gloriosa dalla gran prova, divien quasi
che l'andavan seguitando, / cominciaro a uscir fuora le persone, / che erano
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge
34-61: si vide incontra ne l'uscir del letto / il discipul da dio tanto
verrà perciò tanima, movendosi, a uscir dalla sua natura.
= dal lat. tardo dimenticare 1 uscir di mente ', iterativo di dementare
, / ma fuor di questa terra uscir vorrei: / pero, se mi vorrai
eufratès e tigri / veder mi parve uscir d'una fontana, / e, quasi
... dice, per non uscir della metafora, ch'ei 4 guizzavano '
donde, a camminar diritto, potevano uscir in men di quaranta giorni.
o carrozze, affinché possano svoltare e uscir fuora della dirittura del medesimo ponte.
goldoni, iii-824: -contentatevi di uscir di qui. -come! per essere una
di che 'l mondo è adomo, / uscir buone de man del mastro eterno;
/ mar sì rio, / ch'indi uscir non saprai viva? alfieri, 1-252
buonarroti il giovane, 9-722: veggo / uscir di là rimedio, un galantuomo,
questo fatto, spero d'avere a fare uscir voglia ad alcuno di molestare (come
volea che 'l figlio, / ch'uscir dovea di me, tal fato avesse,
col pensier discorre / dove sia per uscir via più sicura. tasso, 11-ii-40:
pensa / i facili del labbro a uscir segreti. -solitario, appartato (
/ lo può ben fare senza uscir di fore; / ché non disdice onore
l'europa, è lo stesso che uscir del mondo? oriani, x-16-19: hai
tutti suoi amorevoli, fu veduto tiberio uscir di casa per consti- tuirsi avanti i
, dividersi, staccarsi, sciogliersi; uscir fuori, partire, allontanarsi; divergere.
quell'altro con descrizione della peste, uscir di via solo per recreare e disgregare
iii-69: questo pover asino dunque, volendo uscir dalla asineria... né sapendo
ci disinganna. 2. rifl. uscir d'inganno, perdere le illusioni,
vestiti e lisciati stupidissimamente, prima d'uscir fuori, con pochi movimenti incomposti della
spirto... / fu visto uscir da quell'altra cloaca, / brutto,
suo naturale,... volse uscir per fare fatto d'armi, e fu
appunto in quell'ora i soldati dovevano uscir di quartiere per andare alla scuola del
accende / in maniera il desio d'uscir da'mali, / che fa forte ogni
aspri macigni / soglion poco le biade uscir più peste. magalotti, 21-66: ma
da rotte glebe incognite / qua mira uscir biante, / ed ostentar l'intrepido
quella turba di filosofanti, che fanno uscir lor scienza da'limiti suoi per turbarne
si vede per questo di picciola favilla uscir gran fuoco; ché sempre ho udito
ingannar, creder mi fai / d'uscir presto dei guai. tasso, 13-i-472:
paffutella così morbida e perfetta da far uscir di capo che la appartenesse ad una
: allor, quasi di tomba, uscir ne sente / un indistinto gemito dolente;
da quello giusto, naturale; far uscir di senno; pervertire. boiardo,
mai? aretino, 8-215: chi vuol uscir di cenci, dico, chi vuol
: si lasciava di quando in quando uscir di bocca certi motti, che disvelavano la
9-65: in tal maniera, per uscir d'affanni, / entro se stesso di
saracini e la trista gentaglia; / di uscir di fuor ciaschedun si divora. beicari
dispiacere che quell'amico si sia lasciato uscir di bocca la pratica del negozio; e
e fanciulli da 14 anni in giù uscir quella mattina [del corpus domini] fuori
tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto; per che, dirizzato l'
cent., 75-68: volendo i borghigiani uscir del solco, / intorno gli assediaron
teste. forteguerri, 2-59: ed ecco uscir con faccia dolorosa / uom, che
, alfin rispose / che 'l giorno avanti uscir d'alta foresta / vide molti guerrieri
, 19-93: a poco a poco uscir della foresta / e vengono il dimestico
, dondolio. ariosto, vi-208: uscir si sdegnano / di casa a piedi,
vedeansi lor le poppe a dondoloni / uscir del sen che parean ventri vani. mattioli
ancora che il sole declini, a uscir dormendo di casa. pea, 7-470:
/ che tu porgi ai mortali. uscir di pena / è diletto fra noi.
, 60: perché gli è necessario / uscir di donzellina. -gastron. frittella di
633): s'eran promesse di non uscir dal lazzeretto, se non insieme;
. tecchi, 9-75: ha visto uscir fuori, di sotto al panno nero,
attorno, se ci fosse modo di uscir dalla stalla. dormirem sotterra,
e con dio, ma non vuole uscir di prigione, perché non ha dove andare
poeta che s'afretta / a cantar ed uscir del dozzinale, / dite liberamente ch'
e il cielo, io non volsi uscir dal galeone. c. gozzi, 4-62
massacrar tutto il libretto, / ed uscir sempre fuor del seminato, / acciò
di difesa del contaccò pratica / d'uscir di quel castel con la sua gente,
a i detti: / ed ecco uscir da le segrete celle / le due
e sopra tutto, non si lasci uscir parola su questo avviso che le abbiam
guarirti, 164: ne l'uscir de l'eliceto a punto, /.
vestiti e lisciati stupidissimamente, prima d'uscir fuori, con pochi movimenti incomposti della
/ paion dal lago e dalla selva uscir. d'annunzio, i-85: mamma,
temperatura ancora molto elevata, comincia a uscir dal suo letto e superare le dighe.
voce dotta, lat. èlicère 4 fare uscir fuori '(come termine anche magico
che è dal lat. èlicère 4 fare uscir fuori '. elicito, agg
gli parvero eliminabili, furono arrestati all'uscir di casa mia. eliminare,
sangue 'e aycùyòq 4 che fa uscir fuori, che espelle '; cfr.
s. v.]: 'emergere'. uscir dall'acqua in parte. dalla nave
6-101: eccoti un uomo tutto ornato uscir di casa e urtar con tant'empito il
. ostacolo posto dal feto stesso all'uscir suo dall'utero ne'parti difficili.
sembra stravagante, / e dalla bocca uscir d'un che delira, / l'intenderai
scese a l'entrare, a l'uscir erte; / dentro, confusion turbida e
magno, ix-227: vedrò del mar uscir lungi le cime / de l'alte torri
finestre. lalli, 2-3-11: quando uscir può di casa, il tempo aspette /
rompere; mancano i tempi composti). uscir fuori impetuosamente, irrompere. -anche
. b. tasso, 37-43: uscir fuor mill'amoretti, / che sovra lei
, / con certi patti, per uscir d'errori. boiardo, 1-1-5:
litanie... le avveniva d'uscir di chiave,... cominciava a
2-347: l'erta che stavan facendo per uscir di strada lo vinse, e,
, 1-183: l'entrar precipitoso e l'uscir erto, / pigro il patto servar
i publici bagni, e più volte molte uscir ne viddi dalle stufe, abbenché nella
sempre tesi di quest'indiavolato scrittore per non uscir coi cavalli imbizziti dalla strada maestra.
e chi confortava il detto gonfaloniere a uscir fuora e fare una eruzione contro a'nimici
con la particella pronom.). uscir fuori, emanare, diffondersi, espandersi,
perché li fumi e le fiamme superflue uscir possino. 3. agg.
buon giudizio, e sarò scusato nel far uscir il mio libro in questo modo,
= voce dotta, lat. exhibernàre 1 uscir d'inverno esboìte, sf.
« focaie », fare, percotendole, uscir faville di fuoco. s. bernardino
la stella di passione. 3. uscir fuori. - anche al figur.
818: o fosse un suo ritrovato per uscir d'impiccio, in qualunque maniera,
particella pronom. effondersi, sprigionarsi, uscir fuori. gioberti, 12-iii-319: secondo
d'acque che di mano in mano uscir dee dal naviglio per le bocche di
: agitati da estro quasi divino, all'uscir dal teatro, scorrevan tutti per le
di che '1 mondo è adomo, / uscir buone di man del mastro eterno.
. 2. geogr. l'uscir fuori dall'alveo (un fiume);
, e gelo, / per far uscir del sen della gran madre / alimento
non finì la prima faccia, / ch'uscir fa un spirto in forma di valletto
canz., 75: già vidi uscir di tonde una matina / il sol di
la timida donzella / dal fiero colpo uscir tanta mina, / per gran timor cangiò
tratta da destrier spumanti / aurea carrozza uscir dall'alte porte. -facciata interna
ecc. tasso, 11-66: cotali uscir da la tartarea porta / sogliono,
/ a l'entrare e a l'uscir abbia il rigagno. p. verri,
l'abitudine, nella buona stagione, d'uscir senza cappello. -comodità di passaggio
qual sincera e larga vena / debba uscir di facondia argenteo rivo, / allor
sagaci cani i fagian folli / con strepito uscir fan di stoppie e vepri. marino
ritirando, / vedendo ogni suo colpo uscir fallace. tasso, 13-i-809: ippolito,
l'erbe, / questi a la riva uscir, di fosca nube / cinto il
-fallare il piè d'una staffa: uscir dalla staffa (il piede)
, 1-86: lo strale in questa uscir da l'arco lassa, / falsa lo
: il figliuolo dell'uomo nobile, all'uscir di fanciullo, usciva del castello paterno
poi che mi serra / di questo fango uscir per la tua traccia. tolomei,
450: noi veggiam, per esempio, uscir sovente / dal fango alcun villan che
un bicchier d'acqua; noi abbiam sapute uscir nette de'fanghi. muratori, 7-iii-219
persona. -uscir di fantasia: uscir di mente, essere dimenticato.
al podere, / non mi può uscir mai della fantasia. -venire fantasia a
saltar quanto prima la granata, / e uscir con questa scusa del maestro.
de le migliori robbe, e poi uscir fuor di camera. giovio, ii-113
briglia / e ciò che fa mestier per uscir fuora. soderini, iii-33: il
e sciocca / lasciarsi i propri vanti uscir di bocca. guadagnoli, 1-i-50: tre
precisa. -uscir di faretra: uscir dal luogo nativo; avviarsi per il
ricadia. fazio, iii-6-10: vidi uscir la magra de le fasce / del giogo
escan gl'insetti, / perché non ponno uscir così perfetti / fuor del fastidio e
/ toccò la terra, e fece uscir un fonte. note al malmantile,
. boccalini, i-70: prima di uscir di casa non aveva pausania, com'era
delle gabbie fora / vedrà liquori uscir chiari e adorni. soderini, iii-267:
da le porte ebume / de'sogni uscir la favolosa schiera; / e l'
d'alzare il muso, / e d'uscir di sua corteccia, / offuscando col
né fiore, / e l'infecondo loglio uscir produtti / dal suo propio principio,
sol né cielo, / usi a non uscir fuor, se non notturni, / e
è stata stamani troppa buona ora, a uscir fuori a un mio pari, che
la turba, sperando sconosciuto di poter uscir fuori della stanza; ma riconosciuto da
stampe, ora vedendosi per il contrario uscir da roma e altrove tanti libelli famosi,
., 20-104: de'corpi suoi non uscir, come credi, / gentili,
fervore, quando il predicatore sta per uscir di pulpito. = voce dotta,
caso / ch'egli ne palpi ne l'uscir del fesso. / poi che di
10-874: pensato avea di mai non uscir fuora, / per non veder delle mie
iv-404: eccolo [il principe] uscir di se medesimo più che dalla camera
passione. rota, 1-1-13: vidi uscir de'begli occhi e fiamme e strali
è sano, / vorrà da tempo uscir che sarà invano. caro, 2-368:
giacinta, dopo il colpo di testa di uscir dalla casa patema, non aveva più
quando men l'avria pensato, / uscir i pesci fuor della padella. note
minuto. birago, 223: potendosene uscir per la barra a salvamento,..
sovra un nero destrier dal regio albergo / uscir tentò ruggier. c. bini,
fiume un cavalliero / insino al petto uscir, d'aspetto fiero. vasari,
] ancora / fitto nel capo di non uscir della / buca, se ei non
medesimo. collodi, 172: quand'ecco uscir fuori dall'acqua e venirgli incontro un'
fu sanz'altro filo o ingegno / a uscir d'ogni laberinto fore. equicola,
fil della sinopia saldo, / sanza uscir punto mai del segno ritto. tanaglia,
, 19-93: a poco a poco uscir della foresta / e vengono il dimestico
buon fin (purtroppo!) / uscir non ponno in mal tessuti suoi / disegni
cosa, che cominciarla, se ne potesse uscir mala fine. libro di sentenze,
cielo di bronzo, da cui faceva uscir strepitosamente il tuono, nella maggior serenità
non finì la prima faccia, / ch'uscir fa un spirto in forma di valletto
e quel vocabolario della crusca che non vuol uscir fuora? e pure non si ha
di fiocina. dottori, 1-437: uscir dai buchi, e si mostrar palesi /
orlando travestito con terigi / allora allora uscir fuor di parigi. = forma
gli pose dentro, e strettamente che uscir non potessero, gli legò. citolini,
10-874: pensato avea di mai non uscir fuora, / per non veder delle mie
e di delizie. 2. uscir fuori, sgorgare, scaturire, colare.
un dì la santa / diva, all'uscir de'flutti ove s'immerse / a
mar le rugiadose / figlie di dori uscir, che de'metalli / fluttuanti il
focaie », fare, percotendole, uscir faville di fuoco. gucci, 2-312
non poteron mai in tutta quella notte uscir di quel bosco,... né
!... ogni sforzo per uscir dalla fogna ti ci rificca sempre più addentro
o canne facci fogna / dargli l'uscir, che ve ne resti poca. soderini
a quei soli pochissimi è concesso l'uscir dalla folla volgare in tutte le umane arti
cani i fagian folli / con strepito uscir fan di stoppie e vepri. d'annunzio
che è tolto altrui l'entrare e l'uscir fuore, / onde si moion dentro
dai balzi / de l'alte rupi uscir capri e camozze. a. f.
non ponere remedio al mal che di ciò uscir potria quando la cosa avessi fondamento.
sia altri che tu, che sappia uscir d'un fondo senza zucca?
egli al leganès commendata la risoluzione di uscir delle trinciere, perché non rimanesse
suo appetito. ariosto, 2-15: uscir fa un spirto in forma di valletto
tra le pagine affacciarsi neri scarafaggi, uscir neri formi- coni e sdrucciolare per le
e gli speziali, / non trovando da uscir strada né foro, / urtati e
. 2. tr. fare uscir di senno. lapo gianni, iv-104
dante, inf., 5-87: cotali uscir della schiera ov'è dido, /
primo lor desìo, / poi ch'uscir ne dovea cagion sì forte / d'unirsi
. boccalini, ii-234: si lasciò uscir di bocca che lo scaligero l'ordinario
, tanto che quello sfogo lo faccia uscir da terra con grandezza e serva che
non voler pretendere troppi successi. -deve uscir di cuna chi vuol trovar fortuna:
parini, 483: è d'uopo uscir di cuna, / chi vuol trovar
è colpo uscito / (che n'uscir molti), onde non sia disgiunto /
81: poiché gli scienziati non possono uscir impunemente dalla loro pelle come i bachi
con dio,... non vuole uscir di prigione. = deriv. da
lasciato chiacchierare ben bene pulga, di uscir fuori dal mio nascondiglio, e di somministrargli
parco, / oh vita, onde d'uscir non truovo il varco, / e
goldoni, vii-99: fraschetta! dalle due uscir voi non potrete: / o sposatevi
lorenzino, 236: quand'io veggio uscir fuor nell'oriente / il sol col giorno
, iii-3- 195: comincia a uscir di quel torpore e di quell'ignavia
: tutti e gran signori e cavallieri / uscir sonando ad alta voce e corni:
, /... / d'uscir d'affanno arei corta via presa. b
: o fosse un suo ritrovato per uscir d'impiccio, in qualunque maniera,
nostro... dice, per non uscir della metafora, ch'ei 'guizzavano';
. cecchi, 22-5: altro / che uscir la sera per la porta a pinti
a fronte. goldoni, vii-196: uscir di casa vostra lo vidi a fronte a
-frottole: / ma e'la farà bene uscir di passo. -fare frottola: fare
chi fruchi, / le formicole tutte uscir de'buchi. buonarroti il giovane, 10-922
. buonarroti il giovane, 9-268: uscir fur visti / da un ortolan,
converrà frullare / dove bisogni, e uscir di gatta mogia. casti, i-2-43:
« focaie », fare, percotendole, uscir faville di fuoco. pulci, 18-192
: tanto fuoco / fa di loro arme uscir per ogni loco. -figur
ferri roventi, che si veggono scintillanti uscir dalla fucina, e non ne ricevono
di s. lorenzo, gli convenne uscir fuggiasco di portogallo. foscolo, gr.
ecco dai balzi / de l'alte rupi uscir capri e camozze, / e cervi
o peggiorava. 17. uscir di mente, cadere in oblio, essere
senti... /... uscir del teschio, ove fuggìa la luna,
: afflitti i paladini / non sanno come uscir da quell'impiccio: / e già
., 83: sentì... uscir del teschio, ove fuggia la luna
: tanto fuoco / fa di loro arme uscir per ogni loco. di giacomo,
dar fuoco al vespaio '. violentare a uscir fuora uno che sia dentro; come
, 4-16: non stette molto a uscir fuor de la porta / l'incantatoli
gimignano, vi-n-133 (2-9): uscir di for alcuna volta il giorno,
egli non suol però essere tuo costume uscir fuori a quest'ora. tozzi, i-14
, né mi pentirò d'averle lasciate uscir fuori. caro, i-167: poco
: sai che in germania è per uscir fuori, o è ultimamente uscita,
o mangi, e poi non volesse uscir fuori. questo furetto è poco maggior
, i quali per favore di fortuna poterono uscir vivi da quelle mani furiali, ben
e delle gabbie fora / vedrà liquori uscir chiari e adorni. canti carnascialeschi,
. boccalini, ii-186: furono veduto uscir di letto, correre e con gagliardia maggiore
. monti, x-3-188: ej ecco uscir gagliardo e furibondo / di nebbia un
scienze necessarie a un viaggiatore] prima di uscir di londra, non avreste fermato il
a piedi e meno in sella / veggio uscir mesto, e poi tornar iocondo;
tirato in ballo mignon lo aveva fatto uscir dalle staffe. ora era fermamente deciso
colli sotto acqua, e vidersi dalla calda uscir fuori gorgogliando per l'acqua molte gallozzole
che si possa dentro alzare e non uscir fuora. fr. martini, i-157
dire che uno esca o sia fatto uscir del dovere, o di pazienza, o
: che mio figliuolo m'abbia fatto uscir de'gangheri. g. m.
fann'elleno, / che le ci fanno uscir così de'gangheri? bizzarri, 21
da una febbre ardentissima che lo fa uscir de'gangheri? -provocare collera violenta
/ solamente nel vedere / mi fariano uscir de'gangheri. goldoni, vii-1156: cospetto
rodendo i gangheri. -smuoversi, uscir fuori dai gangheri: uscire di senno
bramava quanto questa, poiché dal solo uscir esso dei gangheri potea nascere per me
sopportazione, avevano proprio difficoltà a non uscir dai gangheri. 9. dimin.
ognuno uccide / a suo poter per uscir di garbuglio. varchi, 24-36: i
riempiendo lo stomaco di gas, lasciava uscir via i cibi per secesso quasi in natura
pur converrà frullare / dove bisogni e uscir di gatta mogià. -volere (
gente e moneta, / tu la vedresti uscir di gatta morta. note al malmantile
note al malmantile, 1-19: 'uscir di gatta morta', farsi vivo,
[s. v.]: * uscir di gatto salvatico ', uscir
: * uscir di gatto salvatico ', uscir
de'manichi, uscir della vita parca ed avara, per darsi
questa prima volta credo che non possa uscir de'generali. = voce dotta,
divino, né saprebbero da'nudi spiriti uscir concetti se non spiritosi. d'annunzio
del signor guidate / fuor dell'egitto uscir l'ebraiche genti, / fuggì timido
., 20-104: de'corpi suoi non uscir, come credi, / gentili,
sembra stravagante, / e dalla bocca uscir d'un che delira, / l'intenderai
non di bastonate. insomma, per uscir di gergo, la verità del fatto è
sposa. berchet, 217: all'uscir di canicosa / per la vai d'
gimignano, vi-n-133 (2-10): uscir di for alcuna volta il giorno, /
originali d'italia? manzoni, 319: uscir di questa / ignobil calca che mi
a quello, nell'entrare ed uscir del laberinto dove e'fece far
'l più forte non faccia 'l più debile uscir di fuor dal giogo. poliziano,
parendogli che non fosse gioiello da lasciarselo uscir dalle mani. gioberti, 1-iv-368:
p. della valle, 287: per uscir presto dai pericoli che temevamo per quella
san gimignano, vi-583 (2-9): uscir di for alcuna volta il giorno,
ch'eran partiti, come se l'uscir dalla vista della moglie lo cambiasse,
uno cercando di giovare alla religione senza uscir dal suo giro, e l'altro
, va tanto per minuto in lasciarla uscir di mano, che vi sta attaccato
idem, purg., 8-25: vidi uscir dell'alto e scender giue / due
suo genere, a cui sarebbe piaciuto uscir fuori in libertà a tutte le ore
non avete giudicio, se vi lasciate uscir di mano questa collana, lavoro francese
ei mostra! baldini, 4-27: all'uscir dalle scuole [i bimbi] non
ii-24: ottennero la vergognosa parzialità di uscir liberi con giuramento di non mai combattere i
stampe, ora vedendosi per il contrario uscir da roma e altrove tanti libelli famosi
quel grasso umore, e ne vedete uscir partoriti l'un dopo l'altro globi
il gonfio delle palpebre chiuse si vedeva uscir lentamente e formarsi, perlacea, una
imparato aveva, non gli erano mai potuti uscir dalla mente. b. cavalcanti,
dir dica; / l'onore fia a uscir di questa gogna. pulci, 10-26:
i contadini a furia di gomitate per uscir subito e trovarsi fuori. soldati,
uomo tale [mosè] potesse lasciarsi uscir dalla penna una bugìa così gonza.
de costui, e poi se lassa / uscir cose fittizie de la gorga.
cui gorgogliava, non pareva voler uscir più. gorgogliare, intr.
. boiardo, 3-3-38: eccoti uscir de la spelonca lo orco, /
, 63-41 (v-171): eccoti uscir de la spelonca l'orco / con la
la gradassa, / affé gli sembra uscir d'un grand'impaccio, / se l'
, tanto che quello sfogo lo faccia uscir da terra con grandezza, e serva che
che zoppichi... e all'uscir gravemente comincia a muover le gambe,
, / e'gravosi sospiri / potevano uscir fuori a lor volere. p
un dì la santa / diva, all'uscir de'flutti ove s'immerse / a
, ii-181: ma tempo è ornai d'uscir da queste greppe. = cfr
vata la gretola / ònd'uscir. g. m. cecchi, 1-2-378
, i-238: eppur sarei capace / ad uscir fuora ed a farne una grossa.
gl'infernali angeli per arte / facesse uscir da le tartaree grotte. caro,
. monti, x-3-188: ed ecco uscir gagliardo e furibondo / di nebbia un
sóli ingannar, creder mi fai / d'uscir presto dei guai. aretino, 8-188
guarire del male dell'intra due '. uscir di dubbio. -guarire del sordo:
, / perch'io veggio del pruno uscir la rosa. petrarca, 21-1: mille
dando ispeme, / saragio cierto poi d'uscir di pene / e di venire al
ora? / e prima mai solevi uscir dal guscio. marino, 203:
par mil- l'anni, / per uscir fuor dell'idolatri inganni. menzini,
giura / quel che non può, per uscir salvo e sciolto. manzoni, fermo
. / e quando al fin de'lacci uscir non puote, / cader si lascia
fuggendo volontario essiglio, / e ignuda uscir del patrio regno fuore, / grave
assediati, devono... far uscir anco gli imbelli o per età
volto contratto, quasi spremuto per fare uscir fuori dei denti serrati l'insulto imbevuto
o carrozze, affinché possano svoltare e uscir fuora della dirittura del medesimo ponte.
palo dietro, / e, fatteglielo uscir fuor della bocca, / glielo rificca con
. gualdo priorato, 7-135: per uscir di briga s'aveva concessa la plenipotenza
questa siepe, ché io voglio / uscir di questo imbroglio, / senza tornar
detti / della tavola nostra, e uscir d'imbroglio, / merto acquistando cogli
tuo. albertazzi, 805: impossibile uscir dall'imbroglio. 10. dimin
rimirai, benché da lunge, / uscir monsiù che mi credea partito.
che la fusse desfigurata, e potesse uscir fuora del suo reame che alcuno non la
: la città sbigottita, chi meglio uscir potea fuori, chi imbucarsi, chi a'
ricoperta / sotto l'imagin sua, d'uscir son certa. v. giusti,
arrovellato e immarcidito dal desiderio irresistibile d'uscir dalla rocca nel mondo.
dì la santa / diva, all'uscir de'flutti ove s'immerse / a ravvivar
, e l'apparire di nuovo all'uscir che fanno dalla medesima, le quali fasi
/ incitavan fuor dell'onda / ad uscir la greggia immonda / de'ranocchi. foscolo
, sep., 84: uscir del teschio, ove fuggia la luna,
nodo coniugale, / non ha forza d'uscir mai più in campagna. goldoni,
e 'l core avvolto, / libero uscir da l'amoroso impaccio. metastasio,
si colca e lieva, e non può uscir d'impaccio. folengo, 1-156:
bacia la gelata salma, / tre volte uscir vuol dal mortale impaccio, / e
co'diavoli alla lotta / in sull'uscir del tuo mortale impaccio. -dare
entrata prima, ma il fine, nell'uscir v'è dell'impaccio assai. brusoni
alma tua l'impaziente moto / d'uscir dal career suo, d'unirsi a lui
impazzi; le troppe lettere ti fanno uscir del senno. ariosto, vi-384:
impazziménto, sm. l'impazzire, l'uscir di senno; ammattimento. de
volgar., ii-303: ogni giorno faceva uscir fuori molti con suo'prieghi a impedire
principe vorrebbe / or con buona maniera uscir d'impegno, / ed accollarla a
in disgrazie ed in impegni, / per uscir fuori, e star lontan da esso
impegni, ostinazioni e gare / tosto all'uscir di lei tu vedrai nate, /
demoni danteschi che impegolati non sapevano più uscir dal bulicame. -per estens.
/ scuoter le giubbe, a tutto uscir d'un salto, / il biondo impe-
adempire le sue voglie impestiò di fuori perché uscir non potessi. g. bargagli,
entro rimase, / che volea tutta uscir con troppa fretta. salvini, 39-iv-84
: il sangue / dall'impiagato piè d'uscir non cessa. crudeli, 1-79:
lucini, 3-277: il cristo vedeva uscir dalle sue porte / duphot e basville e
le ville, che per forza li fece uscir fuori. bottari, 3-2-88: nel
così continue mi fanno a le volte uscir de'termini de la pazienza. a leandro
277: se alcuno... ardisca uscir di alcuna casa fatta serar per li
, sollecitava pareri. — non uscir fuori bene, non riuscire a essere
colle mani alle viscere materne per non uscir alla luce..., dopo averlo
/ candida il dito, e nell'uscir di chiesa / augura l'ugual sorte alla
deliberai, per non morire ed uscir di tormenti, di darmi al viver rego
campana, i-1-10-115: che potessero li soldati uscir perfettamente. ojetti,
la necessità gli costrinse di convenire di uscir sene salvi. =
pellito, per dover indi tra pochi giorni uscir strascinato all'estremo supplicio. pisani,
nell'ora triste in cui mi parve uscir di vita. stuparich, 4-41: è
/... / ed ogni morto uscir vorrìa di tomba / per esser dal
suge a poco a poco, / puotesse uscir del destinato loco / dove l'ha
/ sempre all'entrare aperto, all'uscir chiuso. bresciani, 6-iv-146: sepolcri incavernati
d'ampia voragine tonante / fervido vedi uscir parto mal nato, / piover le pietre
consumo, che pochissimi n'arrivano a uscir dal paese. pratolini, 1-23:
ambo scettrati, / panni discendere / uscir dal tartaro, / calar dall'etere
/ incitavan fuor dell'onda / ad uscir la greggia immonda / de'ranocchi.
incocca / prima il parlar, ch'uscir voglia di bocca. stigliani, 1-162:
m'incocciai in quell'idea di voler uscir solo anche io, e senza dir nulla
né a chi che sia, cominciai a uscir da me. foscolo, xix-
ad incollerirmi dalle cose insensate per far uscir di senso col furibondo vampeggiare le anime
nostri tempi... si lasciò uscir dalla penna, troppo incomportabilménte scrivendo,
condivi, 2-150: non senti'mai uscir di quella bocca se non parole onestissime
immaginava così che la padroncina non volesse uscir di casa... per non
un dì gli potrebbe venire occasione di uscir della già incorporata savoia e venire a
lacrime indefesse, / et ostinati a uscir sempre i sospiri, /...
fu, pensando l'alto effetto / ch'uscir dovea di lui, e 'l chi
cosa che fece san paolo prima di uscir di corinto. idem, 6-91: a
il nilo al più, col suo uscir del letto suo ordinario, deve arrivare
anni / dopo me t'indugiasti a uscir de l'alvo, / gli ongari a
il fiume un cavalliero / insino al petto uscir, d'aspetto fiero. g.
spiri / e 'l modo de l'uscir le manifesti. campanella, 4-519:
. co i dolcissimi / modi, che uscir da l'ineguale calamo / sì alteramente
se ne dovea / di quelle labbra uscir, ch'ultima fosse; / la voce
inespertissimo delle strade, io non posso uscir di casa, né recarmi in alcun luogo
23-52: veggo... / uscir gli spirti delle internai conche, / e
. bocchelli, 2-xix-612: non può uscir dall'altra galanteria di genere grave e
vergogna che mio figliuolo m'abbia fatto uscir de'gangheri. canteo, 109:
nella folla, che non si arrischiava a uscir dal riparo illusorio delle vetture.
seguette / infin la palma ed a l'uscir del campo, / vuol ch'io
, ii-181: ma tempo è ormai d'uscir da queste politico dopo che nelltstria gruppi di
che... non voleva lasciarsi uscir la medaglia di mano, la infondeva nell'
in quella, / che l'han veduto uscir morto di sella. citolini, 490
disgrazia volle che i cristiani nel- l'uscir dalla suda non incontrarono che infortunii di
hai voglia, / poresti arditamente / uscir del bosco, e gir in fra la
1-x-58: diede di che ridere quando uscir volle dalla berare, affrancare, esentare.
con una fastidiosissima infreddatura, non posso uscir di camera. baiatri, 248:
1-52: sì corno secondo raggio suole / uscir del primo e risalire in suso,
. e in fatti (per non uscir dalle fabbriche de'vasi) le maestranze
ad allegrare e quelli che si nascondono uscir fuore,... e tali
sante la riva s'ingiunca / per uscir fuor de la cruda spelunca. sannazaro,
, 5-116: gli uomini, per uscir di casa, si fasciano i piedi.
inquieta / s'ingorga, e per uscir tenta ogni strada. marino, 19-243:
maffei, 70: chi s'affanna d'uscir, preme e s'ingorga, /
di troppa matera ch'in là venne / uscir li orecchi de le gote scempie;
corpo è sano, / vorrà da tempo uscir che sarà invano. bandello, 3-1
pirandello, 8-804: ha preso a uscir di mattina, proprio per iniziar le
marito tremava ogni volta che la vedeva uscir di casa; ma n'era innamorato perso
. rime inedite, lxv-303: volendo uscir di tenebre o d'errore / e
è dentro da l'ovo, / d'uscir 'nanzi ched el su'tempo sia.
turbati segni /... / uscir già mai, over per altri ingegni,
, / e le tartaree porte a l'uscir chiuse / passa veloce, ed esce
innoltra tieste: entrato, mai / uscir non possa. manzoni, pr.
offesa / non potè, e inopportuno è uscir con molte, / la coppia che
. i. frugoni, i-15-169: ad uscir di guai / più che altri [
-andare insieme la testa a qualcuno: uscir di senno, perder la ragione.
fu il signore / di sarza a uscir con mandricardo fuore. b. tasso,
nembo de la polvere e dal fumo / uscir nel campo: elènore fu l'imo
intègri, adven che veggia, / uscir gli fa di quel fero bisbi
intendente a farsi pagare, e di uscir tosto dal castello. tommaseo [s.
altro intende, / veggio un'angelo uscir puro e lucente. guidiccioni, 5-29
e ad ottenere tal loro intendimento l'uscir bene spesso dalle righe, prodigalizzare i
non avendo ardire, come avvilito, d'uscir più fuora, si rinchiuse in casa
in punto / da'quai la via d'uscir se gl'intercide. siri, vii-557
loco strano, / dal qual non vorria uscir, pur m'hanno messo. del
s'interna, / né facil è l'uscir com'è l'entrata. g.
, acciò ch'io più tosto possa uscir di prigione. brusoni, 295: intorno
cor che vai cercando? ah nulla / uscir ne può che ti rallegri, io
coralli e da le preziose / perle uscir fanno i dolci accenti mozzi. martello,
vedesi nell'ione che mercurio, all'uscir di ione, si ritira nella selva
chiome incolte / i consoli di roma uscir più volte. marchetti, 4-106:
: come s'awicinava il tempo d'uscir con l'armata in mare, temendo io
). algarotti, 1-iii-277: l'uscir bene spesso dalle righe, prodigalizzare i
l'anima intraversata, e a fargliela uscir di corpo c'è da spingere.
incauti cori, / cor non è che uscir tenti, il tenta invano. fracchia
la base, / l'umor che vorria uscir, tanto s'affretta, / e
augelin, che si fatica / per uscir de la rete, ov'egli è colto
crederò che io debba un giorno / uscir dal periglioso labirinto / de li miei lunghi
1-i-91: serve ancora la ciarla a uscir d'intrigo, / se a talun
già mellon predetto, / s'è per uscir perfetto, / senza assaggiarlo or odi
delle paci, 1-120: parea del core uscir per quella piaga / ogni viltà e
6. intr. ant. impazzire, uscir di senno. libro di viaggi [
tirato in ballo mignon lo aveva fatto uscir dalle staffe. ora era fermamente deciso
: io non veggio / comparire a uscir fuor del palazzo / i capitani, o
danctis, ii-6-231: indarno vuole il poeta uscir dal suo passato; solo riprofondandosi in
1-411: ascolto / da le operose uscir dotte officine / d'una scienza prometea,
un dì la santa / diva, all'uscir de flutti ove s'immerse / a
natura dimenticando affatto, giungono infino a uscir di cervello e a commettere mille indecenze.
: [non] si può lodare d'uscir a forma di parole imperativa et irrespettiva
. -per simil. traboccare, uscir fuori di colpo. petruccelli della
vostra. berni, 62-43cv-148): uscir... le genti tutte quante,
b. fioretti, 2-5-269: l'uscir della proprietà è alle volte instrumento di
petrarca, 83-10: lagrime ornai dagli occhi uscir non ponno, / ma di gire
vostri / con sì dolce soave mormorio / uscir odesi? tasso, 4-83: or
sanz'altro filo o ingegno, / a uscir d'ogni laberinto fore. savonarola,
, attese... a far uscir le bestie. tanara, 181: i
/ si colca e lieva e non può uscir d'impaccio. b. del
, xxv-2-265: tosto che ti fece uscir di camera e che restò meco solo,
pure io tento / in punte escandescenze non uscir. 8. con riferimento ad
. battoli, 4-ii-599: bramerei ancora di uscir di queste lacune con buona grazia de'
di appigliarsi allo stato ecclesiastico (nell'uscir dalla chiesa nuova) o di rimanersi
, 14-575: ecco d'armi improvise uscir un lampo / che sbigottì de gli
metastasio, 1-9-239: veduto avresti / uscir dagli occhi suoi / lampi di sdegno
pronte / doveano, e dalle sbarre uscir a coppia, / come l'ordine e
/ langue la voce, e sull'uscir vien manco. a. boito,
il giorno languisce, e mi conviene uscir di casa prima del desinare. pascoli,
. bacchelli, 13-153: la speranza d'uscir di mano ai mercanti faceva..
coniugale, / non ha forza d'uscir mai più in campagna. 8
, 23-112: fu allora per uscir del sentimento: / sì tutto in
di latranti cani / si veggia incontro uscir con gran rovina, / il pelo arriccia
fuor d'una pietra / vide una fonte uscir ne la foresta, / ne la
. dalla croce, i-64: lascia uscir fuori il sangue in gran quantità,
che il giovane fosse in parte che uscir lo vedesse fuori. d. sestini,
selva ircana. ariosto, 36-62: mansueta uscir de la foresta / feci e lasciare
doppo el septimo mese se affatica e cerca uscir fuora,... perché per
doppo el septimo mese se affatica e cerca uscir fuora,... perché allora
: dovea sforzi incredibili / far per uscir di pena / e guadagnava il margine
partita? boterò, 8-19: nell'uscir fuora, furono da una soavissima rugiada
, 9-1137: sarebbe bastato convincerlo a uscir con noi. macché, ci aveva cotesta
ed isgridar le genti / e di guinzagli uscir veltri correnti. m. villani,
impazzi: le troppe lettere ti fanno uscir del senno. castiglione, 157: oltre
si colca e lieva, e non può uscir d'impaccio. -portare da
, 18- 137: i naviganti uscir nel lito adorno / chi per merce
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge
, come un dì guido vedea, / uscir da quei levati occhi una stella,
una cosa graziosa. bronzino, 1-392: uscir di lezie e imparare a patire.
/ di candida farina, una bevanda / uscir ne fece di cotal mistura, /
/ che in que'sì torbid'anni uscir dovea / dal seme d'israello il
isgridar le genti, / e di guinzagli uscir veltri correnti, / per belle piagge
il cor sereno, / far da me uscir iocunda rima o metro ».
frugoni, iv-15: non potiam oggi uscir da questa razza lupina, perché,
, 336: non aveva riguardo di lasciarsi uscir di bocca alcune cose e parole licenziose
riconoscesse ltmperio. forteguerri, 26-5: uscir da parigi / nell'età loro di
a pigione, con la speranza d'uscir di quel limbo e correr per le mani
se 'l proprio ne stimo, / uscir degli occhi d'una bella donna. bronzino
la man [di dio] che fece uscir senza fatica / dal niente il tutto
: poi queste limpide / note n'uscir. carducci, 5: al limpidissimo
bologna, il nostro generale subito fece uscir fuora tutte le fanterie italiane.
e priva / di succo in vista uscir per vetro fuore / suol a forza di
biondo, / solo quello, / per uscir farmi di guai, / il mio
. gozzi, i-21- 192: uscir vedeasi dal beato regno / una lista di
amante stette più volte in forse di uscir fuori e dare il leuto in faccia
un palo dietro, / e fatteglielo uscir fuor della bocca, / glielo rificca
questi il becco in terra, ne fanno uscir fuori i vermi ed i lumbrici,
festeggiando, / ignudi ed unti, uscir de'miei compagni / i più robusti,
: ella [l'anguilla] ad uscir di guai / più che altri è pronta
poi venezia si chiuse; e all'uscir mio di lei, e di carlo alberto
comparir tra uomini e non ha ardire di uscir in luce. c. i
che speri, / se in luce tenti uscir? -vedere qualcosa nella sua luce:
. boccaccio, i-63: gli pareva vedere uscir da'vicini mari due girfalchi, i
porta, 2-66: veggio un puello ludibondo uscir dalle sue edi. g. b
vado / per dar l'agio d'uscir ai pastor'nostri. a. f.
il primo / da le radici, uscir di sangue / luride gocce, e ne
troppa molestia del giovanetto era costretta non uscir di casa. giov. cavalcanti,
, e famelica ululando; / e uscir del teschio, ove fuggìa la luna
(382): ecco vicino a lei uscir d'una macchia folta un lupo grande
casa andassi a processione, / non uscir fuor. -rispose presto il dormi /
del giordano, assicurato dalla profezia d'uscir dall'acque perfettamente mondato. reina,
lor brigata, / con loro sforzo uscir fuori a pennello. ariosto, 18-39:
aspri macigni / soglion poco le biade uscir più peste. 5. monumento
quando la farina è chiepida nell'uscir dalle macine, morbida al tatto,
quasi a ornarsene il collo, per uscir sposa al ballo. giulianelli, 1-114:
di che 'l mondo è adomo / uscir buone de man del mastro eterno.
, 1-4: io son colei che suol uscir sovente / dall'orrida magion del pianto
serena e bella / come a l'uscir del memorabil giorno. marino, 4-282
volto / mirò sì fiso, ond'uscir gran tempeste, / e funne il mondo
], pensando l'alto effetto / ch'uscir dovea di lui, e 'l chi
; / ma un amoraccio ti fa uscir di mente. = comp. da
aere, dal voler portate; / cotali uscir de la schiera ov'è dido,
pulci, 23-52: veggo i lioni uscir delle spilonche, / e tigri e
e pianger le fanciulle scapigliate; / uscir gli spirti delle internai conche, /
grata, / ch'all'aer li fa uscir freddo e malvagio. salvini, 16-502
(i-125): come egli fu per uscir fuor de la porta, diede diece
paci, 1-120: parea del core uscir per quella piaga / ogni viltà e farsi
, e la troppo libertà la fecero uscir del seminato, perché cominciò alla libera a
tal parola / a quante madri s'ode uscir di bocca: / se non sei
col manico! -f a r uscir la merda dal manico a qualcuno:
il padrone la merda mi farà un dì uscir del manico a me.
mariconda, 3-6-25: tu mi farai uscir dal manico e ti dirò altro che messere
si concede in sin dalla lesina l'uscir del manico. -essere particolarmente abbondante
principe vorrebbe / or con buona maniera uscir d'impegno, / ed accollarla a
petto spiri / e 'l modo de l'uscir le manifesti. pallavicino, 1-203:
cose di che 'l mondo è adorno / uscir buone di man del mastro eterno.
non lasciò passar sì bella occasione, per uscir dell'invidie,... anzi
dianzi morgana addormentata, / onde poteva tosto uscir d'affanno / non seppe darle il
: essendo vergognosamente... lasciatasi uscir di mano la sicilia. carducci, iii-19-54
che 'l mondo è adorno, / uscir buone di man del mastro eterno. giunti
nel 1448, non me la lascerei uscir di mano [la casa], che
, che dubito non ve la lasciate uscir di mano. il che mi sarebbe di
di questa vita con molto desiderio e uscir le pare de l'albergo e ritornare ne
la soma. ariosto, 36-62: mansueta uscir de la foresta / feci e lasciare
famiglie, alle quali per non potere uscir fuori mancasse il mantenimento, gliel'ha
deliberando di far una scappata marchiana per uscir de'pupilli da vero, fece con
: rade volte veggiamo delle buone razze uscir cattivi cavalli, i quali non per
120: il nostro generale subito fece uscir fuora tutte le fanterie italiane e con
] cominciarono per opera di marcello a uscir del marcio ed acquistar forze, ed
voi scolari, / per vendervi qualcosa e uscir del marcio. 23.
viaggio, ti farà dare una giravolta senza uscir del porto, acciocché tu non mareggi
pericoli navighiamo tutti, non potrà giammai uscir uomo né donna che si conduca salvo al
dentro dell'unghia, che, volendo uscir fuora, l'unghia del tuello dividono.
charlevois, che non aveva intenzione di uscir da quella piazza, sperando forse per i
ribalda, mariuòla, anco indugi a uscir di questa casa, ruffianacela. cellini
fortuna: / o va mò per uscir della marmaglia, / studia per fino dalla
, in modo che per salvarsi fu necessitato uscir fuori e ricovrarsi in palazzo, restando
donna in ogni secolo mirabile, fé uscir dei regni de la spagna tutti i giudei
di guscio durissimo e che non lascia uscir la mandorla se non se riducendolo in
l. salviati, 20-5: -non potevano uscir di genova; e uscendone o tenendoci
bisogna massacrar tutto il libretto / ed uscir sempre fuor del seminato, / acciò quivi
.. fece aquietare il'rumore e uscir ogn'uno illeso con sua molta commendazione.
tori, le entrate; erano, all'uscir di seggio, giudicati da quattro sindaci
'massellare': battere il ferro caldo all'uscir della fabbrica, distenderlo, ripiegarlo più volte
i-298: piacque veleno che lo facesse uscir di se e morire adagio. composelo locusta
impegni, ostinazioni e gare / tosto all'uscir di lei tu vedrai nate, /
fatto, spero d'aver a fare uscir voglia ad alcuno di molestare (come
troppa matera ch'in là venne / uscir li orecchi de le gote scempie. idem
era tuttavia piena e giovò a dante nell'uscir dall'oscuro e folto della selva.
un di la santa / diva, all'uscir de'flutti ove s'immerse / a
gente di mattinata o gente appresso / uscir dello spedai; sento aprir porte.
notte, quando nel seguente mattino voleva uscir di camera per visitare argosteania, trovai
me è un piacere da venir matto uscir fuori di casa e guardare il tempo,
di ferondo e viderlo già del monimento uscir fuori. s. atto volgar.
che diano sopra un elmo, fanno uscir di sentimento ogni forte uomo.
, / che fece me a me uscir di mente. petrarca, 23-116: com'
per la prima cozzione, possa far uscir sugo o dalle minime glandolette o dall'
poi i venti, e cominciai a uscir di casa la sera. bonsanti, 4-31
proprio la mediocrità che lo costringe a uscir dal mediocre. -meno che mediocre
canaletti conducitori del sangue, si vegga esso uscir fuori in eccedente abbondanza. c.
gira il memoriale, né par via d'uscir più. 3. comunicazione o
, / che fece me a me uscir di mente. buti, 2-174: 'che
, 2-174: 'che fece me a me uscir di mente ': cioè che io
un tratto cironeo partito prese / d'uscir di piazza per far loro scorta, /
inusitate e strane, / ché soli uscir fra tante schiere e tante / e vi
caldamente, che mi sia conceduto l'uscir fuori per confessarmi, come prima, e
padrone la merda mi farà un dì uscir del manico a me. tassoni, viii-1-12
, 6-5-127: consumata in poco più che uscir di casa quella meschinità del danaio che
rami e grano e stoppia, / e uscir invan fa la sperata messe. panigarola
rifuggiti in gran numero, ardì di uscir di casa. amari, 1-1-172: i
sta sempre davanti. soffici, v-2-16: uscir dai limiti della scienza del bene e
? pascoli, i-486: sono, per uscir di metafora, queste armi, o
corsini, 2-116: veddesi poi sul mezzodì uscir di ponente un'altra meteora ignea,
: guardava barometro e termometro prima d'uscir di casa, e se la prendeva colle
gli speziali, / non trovando da uscir strada né foro, / urtati e spinti
cor sereno, / far da me uscir iocunda rima o metro. varchi, v-157
bardi, 1-6-43: perché la lor preda uscir non abbia, / il chiavistello mettono
degli altri paesi; e questa non può uscir che da noi. 36.
. caporali, ii-58: a l'uscir, da mezza gola in suso, /
fiume un cavalliero / insino al petto uscir, d'aspetto fiero. grazzini, 2-155
saprai tor di questo impaccio / e uscir di mezzo lor pur che tu voglia.
(381): se non fosse che uscir sarebbe del modo usato del ragionare,
di un arcivescovo forestiere il quale farebbe uscir tanto danaro dal regno, convertendolo o
chi l'ha in corpo non può uscir di vita. / così le fa ingoiar
questo modo quei ramicelli da dove verrà a uscir fuori la mignola. lastri, iv-17
/ e dalla dura pietra / odo uscir voce minacciosa e fera / del vostro
burbanzosa e minchiona, gli abbia fatto uscir di bocca quella esclamazione. calandra,
verucci, 1-32: -mi spingeva ad uscir di vita la crudeltà di una donna
persona rispettabile [in india] può uscir sola, ma deve avere in ogni sua
. l'appoggia e lo fa uscir vittorioso. balbo, 5-311: è scompiglio
in questo la sua divina maestà e uscir ancor egli delle leggi e degli ordini
tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto. bibbia volgar.,
firenze. tasso, 4-50: ignuda uscir del patrio regno fuore, / grave era
de la chiesa, e chi può uscir, non resta. ramusio, i-41:
so tener groppa e briglia, / uscir fra gli altri, e so far del
vide nel sonno il mirabile frutto / ch'uscir dovea di lui e de le rede
null'altro intende, / veggio un angelo uscir puro e lucente. berni, 79
consueti / luoghi dove le fere ad uscir vanno. -mirare all'indietro:
intanto consiglio in cuor suo, se dovesse uscir dal baccano,... o
.. a ciascuno convenirsi che vuole uscir dalla via del peccato e a dio ritornarsi
di candida farina, una bevanda / uscir ne fece di cotal mistura. pascarella,
entrare / in questo indegno albergo e uscir poi / a trar l'aria a
-cavare di metidio qualcuno: farlo uscir di senno, ubriacarlo. panciatichi
vi-138: per ora donna rosa non vuole uscir dal guscio. / il cavalier propostole
non l'avieno / e potea entrare e uscir fuor de le porte, / pur
a modularle in canto e se le guardasse uscir dalle labbra in onde lucide e tonde
trovare una dotona, ma non voglio uscir dal proverbio che dice: moglie e ronzino
ariosto, 17-59: quando dianzi avea all'uscir del chiuso / vedutala restar captiva sola
là vedete / moli eccelse e superbe uscir de tonde. ciro di pers, i-378
troppa molestia del giovanetto era costretta non uscir di casa. della casa, iv-346:
aprirle, e non mi diano / all'uscir della porta altra molestia. giuseppe di
/ in prigion sei, né crederne uscir fuore, / se la durezza tua prima
panaro] son cerulee dive / ad uscir de gli antri usate / su le molli
, i-327: i cavalli, ch'uscir del molle argento, / si propagar
21-31: in prigion sei, né crederne uscir fuore / se la durezza tua prima
... sì che l'api uscir non possano, e di sotto con un
da le vie supreme / dei tetti uscir vede il vapor del fuoco, /
appresso il des- cartes che, per uscir dalle strette, si gettò a quel
lodare, / questo le basta a uscir fuor di se stessa / e a giudicarsi
di che '1 mondo è adorno / uscir buone de man del mastro eterno. boccaccio
vólto. tasso, 11-66: cotali uscir da la tartarea porta / sogliono e
il fiume un cavalliero / insino al petto uscir, d'aspetto fiero. dolce,
: nel montare una punta, ecco uscir loro incontro due fuste leggieri di ladroni
discrezione che io non mi posso promettere d'uscir di casa. fogazzaro, 12-x-128:
. carducci, iii-3-348: a l'uscir del pian sabbioso, / d'una gola
quel dì inanzi non gli sia licito d'uscir del mo- nesterio, né scuotere 'l
medici, ii-109: la morte è uno uscir di molti affanni. machiavelli, 1-vi-304
., 7-47: però d'un atto uscir cose diverse: / eh'a dio
i fiorentin con tanto oltraggio, / uscir gridando: alla morte, alla morte!
colpo sì fuor di misura / ch'uscir li fece la mosca dal naso / e
24: cominciarono... ad uscir fuora certi piccolissimi e neri moscherini.
mossa / sul viso, mi chiami a uscir dalle tenebre. si nisgalli
di veleno e di rabbia si lasciava uscir di bocca parole sconce. -mostrare
il primo / da le radici, uscir di sangue / luride gocce e ne fu
. fallamonica, 2: ed ecco uscir dal ciel... / un gran
; e dai nostri combattimenti tutto deve uscir libero e redento, anche la donna e
fatte le scarificazioni,... lascia uscir fuori il sangue in gran quantità,
che poi più tempo stette fresco, / uscir de'monti con diverse muse / e
mutare stato / e perché trapiantarvi e uscir di villa? pindemonte, ii-173: il
-una cena nabuccodonosoresca, in cui dovranno uscir più turaccioli dai colli delle bottiglie che
bacchetti, 13-53: il lebbroso non può uscir di lazzaretto senz'annunciarsi per le strade
. luppi, 9-65: per uscir d'affanni, / entro se stesso di
strepito nel sottoportico, non posso più uscir di qui senza esser veduta. jahier
poteva ualche numero di soldati nascondersi per uscir poi per anco addosso a'nimici
caso / ch'egli ne palpi ne l'uscir del fesso. caro, i-273:
odore / fu la prima ad uscir fuore / con patente di reina / de
delle parche. bandello, ii-892: uscir le parche con cantar soave, / e
macchia inviolato e bianco, / dever uscir di verginello fianco. pirandello, 8-1026
9-321: giammai non vidi rose / uscir sì vaghe né così pompose / delle
12-i-218: de l'esercito, non possiamo uscir fuori, che non diamo in un
a le stagion migliori, / giovene cervo uscir col giorno fuori / del solingo suo
crescenzi volgar., 9-101: lo sciame uscir suole... quando l'api
maniera ci naturiamo nel nostro male che uscir di lui, eziandio potendo, non
tempo chiama e domanda la mia nave uscir di porto; per che, dirizzato l'
al popolo. tassoni, 10-42: per uscir di doglie, / io son forzato
letto, e dubito di non esser veduto uscir fuor di qui. fed. della
adulatori e spie / anzi, a l'uscir, da mezza gola in suso,
, disgustati per la proibizione di non uscir alla preda, overo intimoriti che non
di candida farina, una bevanda / uscir ne fece di cotal mistura. [sostituito
: meglio fa buda: ei, per uscir d'imbroglio, / non ci pensa
annotazioni sopra il decameron, 131: questo uscir dell'ordinario crediamo importi onorare e festeggiare
/ con sì dolce soave mormorio / uscir odesi. ciro di pers, 3-242:
faccia a'tempi nostri / un altro omero uscir, che di voi canti; /
frattanto, onor di queste selve, / uscir da un lato, e la gentil
ariosto, 40-34: i vinci- tor uscir de le funeste / porte vedeansi di gran
? - ascolto / da le operose uscir dotte officine / d'una scienza prometea,
è sol guerriera, / elegga a l'uscir suo tale stagione / per opportunità che
avria, dico, potuto, se non uscir vincitore, evitare almeno la rovina del
saperanno quanti stigliani siano usciti o siano per uscir da matera. tocci, 2-12:
volgar., ii-303: ogni giorno faceva uscir fuori molti con suo'prieghi a impedire
parve di morir. / ma, per uscir di guai, / per non vedersi
i-127: mi fé cenno col dito d'uscir fuora: / io vo'goder la