a questi dì prima io la vidi. uscia / a pena il fior della sua
bello era, e non ancor gli uscia su 'l mento / l'ombra ch'aduggia
, / e ad ogni scoter d'ala uscia d'illustre / guerra dal torchio il
alle, / senza la testa, uscia fuor della grotta. landino [tnf.
/ corsier le briglie ivi allentando, uscia / pel vicin lido. manzoni, pr
tanto di gravezza / con la paura ch'uscia di sua vista, / ch'io
ambra, e del fumo che n'uscia, doravano le camere. fra giordano [
/ d'ambrosia il volto, onde uscia 'l foco, asperse. marino,
ne'cuori umani. carducci, 21: uscia / a pena il fior di sua
loro sopra capo, del grande puzo eh'uscia lor di corpo bruttarono le mense de'
: la parola a stento / gli uscia di bocca: ella parea risposta / all'
: asca- lona passò, che non uscia / dal balcon d'oriente anco il
, / o el della sua casa non uscia, / in quella stando sì come
biscotto ». caporali, 1-55: uscia [l'aurora] da le riviere arse
de pruno in man venuto, / che uscia del scoglio con branchi spinosi; /
l'auretta, che buffando a scosse / uscia. del colle. 2.
parete e 'l tetto, e poi l'uscia e camere e caminata. dante,
esperta gente / nel ferir da vicino. uscia con essa / di campestri garzoni ima
vostre cene. monti, 2-805: uscia con essa / di campestri garzoni una
se sono ben turate, e l'uscia e finestre serrate, e 'l fuoco coperto
se sono ben turate, e l'uscia e finestre serrate, e 'l fuoco coperto
entrò in un stretto calle, / onde uscia il grido; e non fu molto
ad allegrare i cori, / soave uscia dalle palmate impresse. ciccherà, v
nebbia. monti, x-2-190: tacita uscia dalle cimmerie grotte / la nemica del dì
il fragore / che dal conflitto de'celesti uscia. tommaseo, i-452: non è
per cogliere erbe selvatiche, trovossi quasi n'uscia spesso baleno / feria le spalle d'appennino
questa vergine mia pinzocherona, / quando uscia col suo velo da fiorenza, /
/ per un confuso suon che fuor n'uscia. p. alighieri, ix-81
d'ultima vergogna dubitava, / e quasi uscia per doglia della mente.
corinzia marina, a cui dal mezzo / uscia sbuffando una cerulea foca.
che corrispondea per tutto il ventre, e uscia per la bocca. 13
. monti, 8-182: e sùbita n'uscia d'ardente zolfo / una terribil vampa
cesarotti, ii-29: un cotal poco uscia / fuor delle vesti il bianco sen,
io sazio di riposo / di mia cuccia uscia. mangelli, ii-65: fanno che
, e ricevea il fummo, che n'uscia. fra giordano, 1-65: siccome
., 124: la dolcezza, che uscia di gesù come fiale di mele,
quando sposa d'amor tra i numi uscia. / tardi ritorna a la spera natia
gingillino andato in gloria / se n'uscia gonfio di boria. svevo, 2-454:
/ o el della sua casa non uscia, / in quella stando sì come musomo
m'adattava lo scudo, e fuori uscia, / quand'ecco in su la soglia
sparse le nubi e i monti, uscia già fuori / febo, qual più lucente
m'adattava lo scudo, e fuori uscia. tasso, 6-92: tutta di ferro
ritorno, /... / quasi uscia di se stessa, e cento cose /
girasoli assai foglioso. pindemonte, 6-184: uscia l'eroe fuor degli arbusti, /
con la man gagliarda, in quel che uscia, / scemò la selva d'un
, / e col pianto sugli occhi uscia frettosa. savinio, 269: passa
pianto; / ma di pietade non uscia parola / dalla sdegnosa bocca. d'annunzio
/ nel folgòr chiaro che di lei uscia. idem, par., 10-64:
, e ricevea il fumo che n'uscia. ed inebriato il pane del fumo
il pane del fumo, che n'uscia del mangiare, e quelli lo mordea,
, 1-15-39: per bocca e naso uscia fuora il cervello, / ed ha la
intanto l'alba tutta lieta in vista / uscia, tingendo il ciel di rosso e
, giorno, ii-168: un tempo / uscia d'avemo sassetti, 184: perdonateci
..., col sangue che gli uscia gorgogliando dalle narici e dagli occhi.
fu al mercato... e mentre uscia dalla piazza, ove comperato avea un
questi 150 ducati bisognerebbe spendergli in rifare uscia, lastricare corti,...
tutti e il lazzeretto, / gente che uscia di far la quaran tina
vedendo quelli di lucca che neuno del castello uscia, pensono, scoprendosi, che serènno
cesareo, 461: raro uscia della stanza, ove su qualche
doloroso regno / dal mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia. pascoli,
giorno, ii-167: un tempo / uscia d'avemo con viperei crini, / con
, e ricevea il fummo che n'uscia; e inebriato il pane de l'olore
s'una intrava, un'altra n'uscia fori. palazzeschi, 3-246: il vino
le indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscia la voce. carducci, iii-23-316: io
iii-2-129: ma non di tal vasello uscia l'antico / guerrier, che a sciolte
di vita in larga fonte all'aura / uscia di nuovo in parte. bocchelli,
morto, fu bisogno che tutte l'uscia si levassero, perocché era sì ingrossato [
. caraccio, iv-74: da la terra uscia gente ad ogn'ora / da che
i ladri amica ed a gli amanti uscia. g. c. croce, 47
ove un muggito / lamentevol, che uscia dal pian selvoso, / rendea sonante raucamente
spirto mio / queste membra lasciava, e uscia di guai. pananti, i-74:
e il lazzeretto, / gente che uscia di far la quarantina. 3
, i-12-202: dall'alveario suo ronzando uscia / d'api dorate una leggiadra torma
inbandigion levata, / tranquillo io me ne uscia, / vidi una fanciulletta inginocchiata /
morto, fu bisogno che tutte l'uscia si levassero perocché era sì ingrossato che
cioè sua puzza e lo lezzo che uscia del settimo cerchio. betussi, 3-291
sbarbaro, 1-126: come di lor labbia uscia con l'ira saliva, mi parver
magione. tasso, 8-1: l'alba uscia de la magion celeste / con la
bresciani, 6-v-450: da quella bocca non uscia mài una parola di scherzo malignuzzo sopra
ronzino / verso una valle onde quel grido uscia: / e fra dui mascalzoni una
di me stesso a poco a poco uscia. casti, 10-29: nel grave meditar
... tale dagli eserciti mescolati uscia fracasso e spavento. -ant.
scese un messaggio, dal cui volto uscia / tutto il seren della magion
del doloroso regno / da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia. idem,
afflitta belva un ululato acuto / che uscia di mezzo alle ruine. carducci,
frutto / che dal tuo predicar n'uscia finora: / ai ribaldi trionfo,
già morto, / dalla cui bocca uscia di mele un fiume. monti, 4-4-128
/ e s'una intrava, un'altra uscia fori. buti, 3-791: le
'l crederla, mentre da gli archi uscia / questo e quel strale a tormi l'
vel la polve. aleardi, 1-174: uscia d'un tempio, / tomba divota
falli, 9-189: se turno istesso non uscia / da la cittate, vista la
ogni caso / eh'a qual n'uscia era tagliato il piede / ed alla femmina
, / o el della sua casa non uscia, / in quella stando sì
tempo estinta giacque / ch'io fuori uscia de l'alvo; e fu il fatale
nefando d'avello e di fogna / uscia dal palagio che a fronte ci sta.
spera. ariosto, 7-24: talvolta uscia del letto, e l'uscio apriva;
plutarco volgar., 55: tanto odore uscia della sua bocca e cuticola, è di
ambra, e del fumo che n'uscia doravano le camere loro. 2
grandezza delle ghiacce e sapendo che lucifero uscia fuori... da mezzo il
, / sanza saver onde tal voce uscia. poliziano, st., 1-125:
e puro / cinto d'aurati raggi uscia del gange, / or fatto a tanta
che veruna creatura possa entrare per l'uscia d'esso muro, se non solo quello
ramusio, iii-187: vidde gran fiume che uscia di terra nel mare, e in
22-56: ciriatto, a cui di bocca uscia / d'o- gne parte una sanna
aretino, 14-162: mentre dagli archi uscia / questo e quel strale a tormi
betteioni, i-252: il mio buon nonno uscia / di casa ed ascoltando in alto
il rivedrai, non quale / di tebe uscia: ramingo, esule, solo;
di gravezza / con la paura ch'uscia di sua vista, / ch'io perdei
, 3-11: 'con la paura ch'uscia di sua vista ': qui paura con
di gravezza / con la paura ch'uscia di sua vista, / ch'io perdei
in voi securo / libero il carme uscia non perituro. moretti, ii-693: «
era la piramide del camino, d'onde uscia il fumo. barbaro, 301:
. forteguerri, 13-28: tanta roba loro uscia da basso / di piscio e sterco
, / lucida, chiara già del monte uscia, / quando mi parve in sogno
di gravezza / con la paura ch'uscia di sua vista, / ch'io
scese un messaggio, dal cui volto uscia / tutto il seren della magion beata
l'altro allora / precipitosamente a prova uscia: / l'un da furor, l'
avori, / il respir che tremante uscia dal petto, / eran preludio a sovruman
di me stesso a poco a poco uscia. goldoni, xii-53: se una
in tempo estinta giacque / ch'io fuori uscia de l'alvo; e fu il
ascolta / quel che da lei novo rimbombo uscia, / né però il piede audace
travi suoi e le mura e l'uscia; e nelle mura sculpì cherubini.
tasso, 11-6: sì procedendo se n'uscia del chiuso / de le trinciere il
/ là 'v'uno scoglio de la ripa uscia. / assai leggeramente quel salimmo.
la 'v'uno scoglio de la ripa uscia. bernari, 3-108: qualcuno, forse
/ allora il nano di sotto gli uscia, / entrò sotto ì-letto co molta
l'umor che dianzi da'begli occhi uscia. ciro di pers, 3-41: in
inebriato il pane del fumo che n'uscia del mangiare, e quelli lo mor-
, iii-2-129: non di tal vasello uscia l'antico / guerrier, che a sciolte
doloroso regno / da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia. idem, purg
ambra, e del fumo che n'uscia odoravano le cammere. in questo parlò messer
, / che dal suo labbro non uscia parola / ma il volto rilucea dell'intelletto
: il tardo fumo che dall'ara uscia, / sdegnando alzarsi per vergogna al
hanno detto), / egli afflitto uscia fuori esquisitore. / -ma qual rimedio ad
: si ruppero le catene e aprironsil'uscia. leonardo, 2-53: dando in sun
non è po. boiardo, 1-27-2: uscia rovente fuor ae gli elmi il fiato
che rovigliamenti di vestirsi, di aprire uscia, di scendere e salire in sul letto
i sagittari in schiera; / né colpo uscia fin ch'ai ersaglio vista /
/ là 'v'uno scoglio de la ripa uscia. / assai leggermente quel salimmo.
, 25: a uno squillo che uscia giù dalle valli, / apria le imposte
tal stordigione / che da l'oreccme uscia il sangue e di bocca. sanudo,
fuor del elido letto di titone / uscia l'aurora mezza scamiciata. 'anfani
scese un messaggio, dal cui volto uscia / tutto il seren della magion beata.
che, così scontrandosi il fumo che uscia della bocca del serpente con quello che
della bocca del serpente con quello che uscia della piaga del bellico, il serpente fece
aveva dato all'esile cordicina verde che uscia da un buco dell'imposta. pascoli,
cinque alle, / sanza la testa, uscia fuor de la grotta. g.
/ la snodevole spalla, lo sporto petto uscia. tommaseo, 2-iii-124: sei alta
chiara boce, e del suo seno uscia cantando e volava in cielo. conto
. battista, vi-2-70: dal tartaro uscia la notte algente / a seminar su
pruno in man venuto, / che uscia del scoglio con branchi spinosi. ariosto
/ quel che da lei novo rimbombo uscia, / né però il piede audace indietro
: c'era un rivolo bianco che uscia di sotto un masso / e vagava
: la zanzara stridula,... uscia / di mezzo la foresta all'aria
ogni caso / ch'a qual n'uscia era tagliato il piede, / ed alla
il labbro, / dal mio seno inspirato uscia veloce. montano, 1-83: per
ogni caso, / chìa qual n'uscia era tagliato il piede, / ed alla
/ soavemente. ariosto, 7-24: talvolta uscia del letto e l'uscio apriva,
il suo tintino; / da quella uscia dolcie ogni latino / accorto, temperato,
., 6-335: costui non romperà l'uscia, né andrae con crudeli fuochi,
gozzi, i-12-202: dall'alveario suo ronzando uscia / d'api dorate una leggiadra torma
al cocchio: / e subita n'uscia d'ardente zolfo / una terribil vampa.
i-12- 202: dall'alveario suo ronzando uscia / d'api dorate una leggiadra torma
. cesarotti, 1-ii-164: un cotal poco uscia / fuor delle vesti il bianco sen
facevan tremare. boiardo, 1-27-2: uscia rovente fuor degli elmi il fiato,
botti se sono ben turate, e l'uscia e finestre serrate, e 'l fuoco
parete e 'l tetto e poi l'uscia e camere e caminate, et a ciascuna
, 20-330: facevansi alle chiese l'uscia delle donne e quelle degli uomini.
gozzi, i-12-202: dall'alveario suo ronzando uscia / d'api dorate una leggiadra torma
, 1-i-225: s'ella poi di casa uscia / con la madre o con la
, iii-2-129: ma non di tal vasello uscia l'antico / guerrier, che a
14-65: il marin vecchio fuor dell'acqua uscia, / e 'l pesce rondin si
eccetto... e'lavorenti ad uscia chiuse (salvo che non si possa
i'i5 " 39: bocca e naso uscia fuora il cervello, / ed ha la
di genova in fra voltri e varaze uscia cheta e leggera una barchetta vogata con