le parole si potessero scorgere, forse che tunon le diresti. de'mori, 158:
« non me n'aprir bocca. / tunon sa'bene ancor questa fortezza / come e'
caramente ti priego che con sì fatte lettere tunon solleciti più l'anima mia, disposta a
del rosso, 1-76-13: ben vego che tunon guardi raxone, / seche i'buto semente
: la dotta d'ippocrene onda divina / tunon bevesti, inverecondo frate, / ma del