fave fresche, che i lombardi chiamano tega: probabilmente da theca, cioè guaina,
apriamo un po'di bot tega. -giusto, e campar colle nostre fatiche
pietre consumate davanti alla bot tega dei fornai, e l'erba alta sull'
del mio lavoro della bot tega assiduamente mi affaticavo. = dal
= deriv. da enarrare. tega per aiutarlo a struggere la cera o a
stesso, appresso gli agricoltori, che tega o tevella,... l'intendono
o gusci. giusti, ii-487: tega, per parentesi, è quella lisca della
[il riso] netto e senza tega o resta, più volte paleggiandolo e
coscienze abbindola / a prò della bot- tega. / adescano i merlotti / con falsa
secchi, saltano i grani fuor della tega e se ne perdono molti.
= voce dotta, lat. pyròpus tega di rame e di oro'dal gr
i-195: chi mette ariento della detta tega nella zecca di firenze, sì ne rià
, sì che bisognò poi che fosse dalla tega di svevia tutta aiutato, che si
secchi, saltano i grani fuor della tega e se ne perdono molti. d'annunzio
lo frezeno in unto sotti, cioè man tega, e lo mangiano, che è
dispensa o alle merci di una bot- tega. varchi, 18-2-368: perché questi
francesco da barberino, i-51: for- tega, bellega, grage e doni / d'
, anche ribaltabile, di una bot- tega. statuto dell'arte degli oliandoli,
così secchi, saltano i grani fuor della tega e se ne per dono
in terra; ovvero / dalla spaccata tega e dalle capsule / corrugate detrudonsi. comisso
[il riso] netto e senza tega o resta, più volte paleggiandolo e ventilandolo
] suole imbastardire, e allora muta tega o resta. capuana, 1-i-128: le
di area ven., dimin. di tega, con doppio suff. tegolino,
comperatogli dal publico una bot tega, pubblicamente era chiamato vulnerario, cioè fattore
una voce emil., forse connessa con tega 'guscio'. r teìstico, agg