ringhiere. sbarbaro, 2-82: e stupisco che ancora al mondo sian / gli alberi
prencipe. galileo, 692: io stupisco come si sia mai sin qui trovato alcuno
accomodati di questi muri vecchi, io mi stupisco. leggi di toscana, 8-34:
rosa, 144: fratello io mi stupisco, e mi dispiace, / che in
. campanella, 2-130: io mi stupisco che l'uomo ha tanto ingegno e
preso vigore e un'audacia di che mi stupisco io stesso. giusti, il-n:
tavernaio... esclamò: io mi stupisco, o voi eletti a giudicarci,
tavernaio... esclamò: io mi stupisco, o voi eletti a giudicarci,
religioso? monti, i-i: mi stupisco che quelli di casa non vi abbiano avvisato
, /... / e mi stupisco che in quelle cotenne, / in
. diceva: -di garibaldi non mi stupisco: è brigante e fa il suo mestiere
face. giusti, 2-224: e mi stupisco che in quelle cotenne, / in
scroffa. aretino, ii-96: io stupisco di loro, che non bandiscono gli
dire. giusti, 2-224: mi stupisco che in quelle cotenne, / in que'
la fede. segneri, 5-147: stupisco che. il signor principe gian gastone
non abbisogna. pananti, i-388: stupisco che chi ha merito e talento / così
, donna, ammiro, e ne stupisco. milizia, ii-217: la palma d'
. bar etti, 6-180: mi stupisco che nessuno abbia pensato di mettere in
, 4-36: di voi, signor, stupisco, per voi più mi confondo:
pronom. aretino, 20-208: io stupisco di alcune tinche infarinate che si dipingano
. aretino, 20-208: io stupisco di alcune tinche infarinate che si
c. dati, iii-n-3-163: mi stupisco che il medesimo platone confondesse talmente le
una prudenza. leopardi, 896: io stupisco che il giudizio di pochissimi, ancorché
o che casi, o che casi, stupisco, spavento, interrisco, crepo di
-rifl. aretino, 20-208: io stupisco di alcune tinche infarinate che si dipingono
, leggenduzza. giordani, xiii-18: stupisco a vederti raggricchiare il tuo vastissimo ingegno
quando penso a'miei vecchi amori, stupisco alle matterie che io ho fatte.
maggiorità. sarpi, i-1-164: mi stupisco assai per che causa li romanisti fanno tanta
e lo perché cornelia a uomo? stupisco, attonito divengo tuttavia più, questi nostri
la stessa frase. imbriani, 4-83: stupisco che l'aleardi calunni un nimico melensamente
). redi, 16-iii-no: mi stupisco, considerando come da questi autori fosse
pasta più molle che sottile: ma stupisco bene che 'l comporti m. berardo,
vedeva mia figura / si naturai che ancora stupisco forte. -per estens. che
. monti, i-i: [i stupisco che quelli di casa non vi abbiano avvisato
niente [sotto il grembiule] e mi stupisco di questo fatto perché nel nostro reparto
calabresi. d'annunzio, v-1-185: mi stupisco udendo una famiglia numerosa parlare delle cose
esser tenuto omniscio e nulla ignorante, stupisco il suo stupore e ammiro la sua
legge marziale e disse agli impiegati: stupisco di voi, che mangiate il pane
mia figura / sì naturai che ancor stupisco forte. palladio, 4-5: quei tre
. d'annunzio, v-1-185: mi stupisco udendo una famiglia numerosa parlare delle cose
a. gallo, i-2-206: mi stupisco della pazienzia che ebbe questo benigno gentiluomo
. a. verri, 2-iii-24: mi stupisco che la china non ti abbia fatto
città... di questo non mi stupisco tanto, perché le ville son veramente
niente [sotto il grembiule] e mi stupisco di questo fatto perché nel nostro reparto
.; ma io non me ne stupisco. idem, iii-3-349: da tutto ciò
. pacichelli, 2-39: non mi stupisco... degli stimoli reali a'presidenti
. f. pallavicmo, 4-22: mi stupisco -disse il barone -ch'in napoli,
tanto spavento di cosa mentita? io stupisco. -e 10 putisco... come
sciocco si lascia cadere nelle reti, ma stupisco d'alcuni che fanno il quantunque
1 vivo. i... i stupisco e raccapriccio / che, mirandomi in
immiserire. giordani, xiii-18: bene stupisco a vederti raggricchiare il tuo vastissimo ingegno
starsi genuflesso. monti, i-i: mi stupisco che quelli di casa non vi abbiano
legge marziale e aisse agli impiegati: stupisco di voi, che mangiate il pane dell'
ri- guardomi attorno, e da me stupisco di me solo. -volgere lo sguardo
. morando, 537: né già stupisco, ch'io non v'abbia al primiero
io trasecolo. simeoni, 1-136: io stupisco e rinasco sentendo queste tue ragioni avere
me una infinita moltitudine di risuscitati né mi stupisco ché pochi, in terra, imitarono
ch'egli guardò e dipinse, mi stupisco che la provenza sembrasse tanto colorita a
è impotenza la vostra o rusticità? stupisco come troviate donna che v'ami con
. baretti, i-411: non mi stupisco punto dell'insolenza ta- nuccesca e del
per ragionare. brusoni, 9-529: io stupisco sovente di me stessa come, vivendo
-sostant. giordani, xiii-18: bene stupisco a vederti raggric- chiare il tuo vastissimo
s s 59: io stupisco, io strasecolo, io impazzisco / di
tremando, conceduta sbarbaro, 2-82: stupisco che ancora al mondo sian / gli alberi
mani. badalucchi, 22: io stupisco, io smanio, io smiracolo! oh
g. f. loredano, 11-20: stupisco del gusto di coloro che vo1- 749
. n. franco, 4-136: talvolta stupisco, vaneggio, spasmo e fo de
di questi muri vecchi, io mi stupisco. manzoni, pr. sp.,
noi. avanzi, 4-4-59: io stupisco, io strasecolo, io impazzisco / di
anche con la particella pronom. (stupisco, stupisci). essere colto da
accidente mi stopisco. sarpi, i-1-92: stupisco come in tanti moti di clèves e
nuove / pupille. sbarbaro, i-57: stupisco che ancora al mondo sian 1
tentato sino di penetrarci in camera: stupisco la diligenza e l'accuratezza. peregrini
231: non mi stupisco più s'ella ama tanto le muse,
. bianchetti, 1-278: non mi stupisco che gli storici francesi dieno la taccia
musica. calzabigi, cxxxvii-162: stupisco, che non sa / la legge impreteribile
di questo vostro uccellatore, ma più mi stupisco della pazienzia che ebbe questo benigno gentiluomo
amore [tasso], 192: io stupisco, io traseculo, io son fuori
io trasecolo. loredano, 8-123: io stupisco, io rinasco, io traseculo.
singolare. d'annunzio, v-1-185: mi stupisco udendo una famiglia numerosa parlare delle cose
. bacchelli, 18-ii-474: qui non mi stupisco più di nulla. ho visto il
n. franco, 4-136: talvolta stupisco, vaneggio, spasmo, e so