. anastatico; edizione stereotipa: v. stereotipo. gir aldi c inzio, i-140
2. in modo artificiale, stereotipo; secondo un modello esterno, meccanico
si nutre di pane (come epiteto stereotipo dell'uomo). m. adriani
morti ». -in modo artificiale, stereotipo; secondo un modello convenzionale o uno
a giudicare in modo rigorosamente ripetitivo, stereotipo, schematizzante. b.
della musica sul testo letterario, spesso stereotipo o futile, l'elaborazione e l'
rappresentato o descritto in modo convenzionale, stereotipo (un romanzo, un personaggio,
'uguale, simile 'e [stereotipo (v.). omotocìa,
. cariatide maschile che si richiama allo stereotipo umano e ai costumi delle antiche popolazioni
(la donna amata, secondo uno stereotipo della poesia dei primi secoli, trasmessosi
mosse serpentine. -gesto ricorrente o stereotipo. faldella, i-4-235: egli conservava
per lo più valore di generico e stereotipo epiteto ossequioso). giacomo da
0 alla sua scuola: secondo uno schema stereotipo adottato anche in numerose altre opere dell'
rappresentativa degli ebrei e con riferimento allo stereotipo dell'avarizia loro attribuita: persona tirchia
e continua. -modo di comportamento stereotipo; schema mentale precostituito; luogo comune
non riesce a immaginare che immersa in uno stereotipo ripetimento di meccanicizzate preghiere.
. che ripete un tipo fisso, uno stereotipo. calvino, 13-272: nei due
, aw. in modo banale e stereotipo; secondo un gusto effimero e trivialmente
persone già ritornate. -figur. stereotipo, scialbo, privo di originalità (
-scherz. persona avara (come stereotipo proverbiale). - con valore
scura e lacera. -assunto come stereotipo di vitalismo, di creatività mediterranea.
(in quanto comportamento tradizionalmente attribuito allo stereotipo dell'italiano). arbasino
2. per estens. in modo stereotipo, secondo uno schesonno; intontito,
più identificare il nostro paese con lo stereotipo di italiano omertoso e spaghettaro.
questo ascoli, 12: quel suo fare stereotipo... può facilmente intorpimovimento spontaneo
troppe contraddizioni. = denom. da stereotipo. stereotipato (part. pass,
o ristampato con il sistema della stereotipia; stereotipo. rigutini-fanfani [s. v.
riferisce o è proprio della stereotipia; stereotipo. arneudo [s. v.
, un giudizio: il quale, divenuto stereotipo, mi servì come di base e
ascoli, 12: quel suo fare stereotipo... può facilmente intorpidire il
ed ecco presentarsi beauneuf col relativo risolino stereotipo. pasolini, 21-94: la prima cosa
sente subito che è un sorriso divenuto stereotipo. -che ha tratti tipici e
(non c'è niente di più stereotipo della pazzia). cassieri, 87:
un portento, e forse lo giudicheresti stereotipo. arbasino, 10-113: nel salotto
nel modo che le convenzioni e lo stereotipo sociale e culturale assegnano alla funzione svolta
in partic. sessuali, significativi quale stereotipo o quale oggetto di proibizione. -
o ragazzo gracile e magro'adottato come stereotipo del toscanismo. birmano, agg
sudditanza psicologica, dalla dipendenza da uno stereotipo, ecc. f.
. stereotipizzare, tr. rendere uno stereotipo, ridurre a uno stereotipo, a
rendere uno stereotipo, ridurre a uno stereotipo, a un modello convenzionale.
le bracca. = denom. da stereotipo, col suff. frequent. sterilizzàbile
ebrei che vi avevano domicilio coatto (come stereotipo negativo di avarizia sordida, grettezza e
sempre ostili. i domenicani coltivano lo stereotipo della loro 'occidentalità'contro i neri di
parliamo di viandanza finiamo per cadere nello stereotipo letterario. da queste parti invece è
, che compie azioni malvagie secondo lo stereotipo del cattivo (un personaggio). –