questa voglia, che lo fa propio spasimare, pensò che non ci era altro
troppa ardenza, e mi piaceva, da spasimare, la cameriera. 3.
più, vi priego, perché mi fate spasimare. — voce dotta, lat
dicevano. slataper, 1-166: noi dobbiamo spasimare sotto la nostra piccola possibilità umana,
cresima, direi che si lasciassero prima spasimare, che andarvi prima che fatte le
una nevralgia facciale che l'aveva fatto spasimare, anni prima. jovine, 2-47:
e lo tentasse ancora, fortemente, per spasimare e per esperimentare la sua forza di
, 210: era un assedio, uno spasimare un mugolare di gente alla porta del
, / ch'ogn'uc- cello facciamo spasimare. a. f. doni, 2-170
climi diversi, possano lasciarsi indurre a spasimare, se sono gialli, per noi altri
mancamento, se fortuna lo imbarcasse a spasimare per me. pavese, 1-17:
quell'impalmarci le mani e stringerle da spasimare di dolore. bersezio, 3-175: madama
, perché avete da sapere che mi sento spasimare da una spina. -con
sassetti, 99: parea che volesse spasimare; e in meno di che fermò gli
: esserne ardentemente innamorato; struggersi, spasimare d'amore e di desiderio.
(pàsimo). letter. ant. spasimare di dolore o di desiderio.
risa. = var. aferetica di spasimare (v.); cfr. anche
. 2. per estens. spasimare, soffrire di desiderio. lacopone,
); vivere i tormenti amorosi, spasimare; soffrire e immolarsi per la fede
una violenta passione amorosa; struggersi, spasimare d'amore. rugieri d amici,
, perdutamente, alla follia; far spasimare d'amore, suscitare un intenso e
più rattenuto, e ci ha fatto spasimare prima che... ci abbia
3. avvertire intenso desiderio sessuale; spasimare. salvini, xxxiv-31: dimmi un
. (repàsimo). ant. spasimare nuovamente. lacopone, lxxxiii-490: fillo
completamente. leonardo, 9-19: spasimare; retarpare; ratrare; stor
: avete da sapere che mi sento spasimare da una spina. genovesi, 1-24:
della casta dominante. e a far spasimare di ammirazione e di piacere tutti gli
di morbo e di necessità, lasciarle spasimare e non dargli il rimedio ad ogni
qualcosa. - in partic.: spasimare d'amore. beolco, 535
{ sglòrio, sglòri). ant. spasimare per qualcuno. fagiuoli,
perire. -figur. struggersi, spasimare. marinetti, 2-i-432: il disprezzo
espressione fare lo spasima di qualcuno: spasimare per lui. g. m
spasima. = dall'imp. di spasimare. spasimante (part. pres
spasimante (part. pres. di spasimare), agg. che soffre,
presente la spasimante di mario. spasimare (ant. spassimare, spaxemaré),
da quel legno ignominioso e ferale, spasimare, agonizzare, spirare. verga, 8-90
, 691: vuoi e puoi avventurarti a spasimare nell'infer no per tutta
un paio di scarpette che già la fanno spasimare. c'è giudizio, dice lei
numerando i luoghi nell'uomo facili a spasimare, cita le membra nervose del dorso o
sudava e trambasciava e parea che volesse spasimare; in meno di che fermò gli
agli altri suoi dolori, credette di sete spasimare. piovano arlotto, 55:
e sorella. il che mi fa spasimare e disperare. rovani, i-27: il
la svinatura, che tanto mi faceva spasimare nell'ansia di raggiungere un numero di
ho il capo a altro che stare a spasimare intorno alle tue lectere. -con
/ con una ch'ogn'or fammi spasimare. aretino, 20-317: egli spasima,
ismanie. malipiero, lx-2-23: fingeva medoro spasimare per eleonora. goldoni, xii-271:
spasimato (part. pass, di spasimare), agg. (superi.
= agg. verb. da spasimare. spasimevolménte, avv. con
a sentirsene sopraffatti; languire d'amore, spasimare di desiderio o nel rapimento estatico fino
(strangòscio, strangòsci). ant. spasimare per l'angoscia, per un dolore
poi la svinatura, che tanto mi faceva spasimare nell'ansia di raggiungere un numero di
vedere e non toccare è un bello spasimare. ibidem, 33: tra mal d'
vedere e non toccare è un bello spasimare. ibidem, 35: va'in piazza