mi scuote / ch'io mi veggo smarrir. = deriv. da bisbigliare.
di strade / ne gli ha fatti smarrir. manfredi, 4-5-477: il quale [
, 7-41: il laccio sol per non smarrir il calle / ai luoghi sozzi,
/ quel primo antico errore / farci smarrir la divina sembianza, / prender dio
un et che se ne perda, fa smarrir la traccia, e la collegazione di
, aver servitore che non vuol obbedire, smarrir la strada quando si vuol ire,
con voci spaventevoli per entro, / che smarrir vi farebbe ogni persona. buti,
petrarca, 28-112: or movi, non smarrir l'altre compagne, / ché non
. beccuti, i-250: non ti smarrir, canzon, se nuda e rozza /
e 'n atto di paura / quasi smarrir per forza di piacere. dominici,
troppo amarla, v'arìa forse fatto smarrir la via del cielo o percuotere in
/ ond'io, qual uom ch'ogni smarrir relinque, / svegliato, ressi il
fra la tempesta / di tanti eventi smarrir la testa: / e, con sacrilega
fuggitiva sìmi scuote / ch'io mi veggo smarrir. pallavicino, 1-316: è maggior
più alto, pareva anche a lui di smarrir la testa, partito per sempre,
/ quel primo antico errore / farci smarrir la divina sembianza, / prender dio
: un giovanetto con sì alte mine / smarrir, al dio del mare è sozza
. mazzini, 55-174: non bisogna smarrir tempo e cure in vasti preordinati disegni,
tutti li poltroni, / con aria di smarrir gli altrui fracassi. io.
co'suoi bellissimi crini, possenti a smarrir l'oro, l'ambra ed il sole
biancastre per il buio, sfilacce di smarrir la strada quando un vuol ire. »
: andar incerto, sopra pensiero, smarrir la via. f. romani, xc-22
vascelli. mazzini, 55-174: non bisogna smarrir tempo e cure in vasti preordinati disegni