(v.). -spreg. serpentàccio. vasari [zibaldone], 5-7
e dal mezzo in giù un brutto serpentàccio. b. corsini, 3-21: l'
tutte l'astu- zie e chiama un serpentàccio / pien di velen, senza pietà
: tornò a casa portando arrotolatoal colio un serpentàccio che aveva mangiato un merlo, e