per danneggiar chi gli ha offesi. sergardi, 349: di tratto ancorché nobile e
, / adorati adorar elisosi e aleti. sergardi, 232: qui fa decreti
moto spontaneo, forza istintiva. sergardi, 127: fu buon amico, e
ordine che non ne ha colpa. sergardi, 319: troppo il suo decor
la sera medesima tutto il bisognevole. sergardi, 164: tengan dunque i ministri
cosa occulta; certa ima cosa dubbia. sergardi, 323: questo dubbio benché non
già disciolti, a cagion di lui. sergardi, 131: alle satire poscia accrebbe
, non fosse l'onor divino! sergardi, 335: va borbottando, e si
che vale quanto 'signore ». sergardi, 314: l'illustrissimo e il don
ebreetto emigrato. -ebreino. sergardi, 247: in capo a nove mesi
volgarmente diciamo maestri, presidenti delle strade. sergardi, 24: ti chieggia l'edil
i bei vasi pelaghetti e laghi. sergardi, 129: di sé contento alle
non vi nacque mai animaletto alcuno. sergardi, 63: o testa, anzi cucuzza
e mortificazione. -rimprovero. sergardi, 334: censurando con maligne emende /
mi fece un encomio di lodi. sergardi, 78: per meritar dai dotti encomio
le risposte per via d'enimmi. sergardi, 143: d'uopo non han d'
stil requisito, illirico, erudito. sergardi, 141: già verga la mia clio
può più tenere, el butta fuori. sergardi, 41: erutta dallo stomaco
esclamato et egli m'ha essaudito. sergardi, 151: solo una cosa par
l'uomo più esoso a dio. sergardi, 350: con questo bel carattere pretende
seno solo. -rifl. sergardi, 351: così con bizzarrìa linda e
anco tenuto a contribuire nelle spese. sergardi, 144: troverai / che questi nomi
., si portò alla chiesa. sergardi, 346: confesso il ver, ch'
vo quando l'estro mi sprona. sergardi, 201: o degno erede /
alcun gl'impeti e l'ire? sergardi, 271: senza ch'altri il vegga
santo ianno. -vuoto. sergardi, 101: come farai, coglion,
grilli, a farfalle e a parpaglioni. sergardi, 73: ora non va più
fiaba ha per se stesso il palazzo sergardi, casa privata ed insieme laboratorio teatrale.
fa gilè con la lor figa. sergardi, 109: allor roso il cotale e
e gonna / degli stessi adomata. sergardi, 296: tutti si pone in capo
6. letter. posticcio. sergardi, 290: che dirò della fronte menzognera
quella da tutte le foci de'pirenei. sergardi, 86: altri al feroce
sarà finito un altro par di foderette. sergardi, 212: delle vesti tue,
spade da'cattolici e protestanti li riconciliarono. sergardi, 165: tengan dunque i ministri
caligine fosca / fumane cose involve! sergardi, 122: ciò vien, che filodemo
i franchi allora a freno sciolto. sergardi, 86: altri al feroce / signor
carne cucinata di questo volatile. sergardi, 100: de'lepri il fianco,
del talento non dato a frutto. sergardi, 118: anche rullo ha rimesso
mi fate entrare in furia. sergardi, 271: la giovanile etade ha in
per pochi, e troppo caro costa. sergardi, 327: so che in roma
sempre si dilettò d'andar galante. sergardi, 96: se bene ha più ceffo
delta, epsilon [ecc.]. sergardi, 124: così per imparar dai
/ avviluppa e compon novelle fole. sergardi, 267: permesso ti fia nell'
tosto ch'io vidi la celia distesa. sergardi, 171: pendean dall'alte rupi
genio verso una damigella di corte. sergardi, 91: ad onta del genio
la vista, e se ne ridono. sergardi, 350: il cicisbeo tutto vezzoso
dette nelle pazzìe, nelle girelle. sergardi, 125: quelle / sciocche sue cantilene
e dificii feciono in parte cadere. sergardi, 272: vorrei più tosto che dal
così: iddio ti signoreggi, demonio. sergardi, 282: tosto di casa chiamasi
sm. ant. gomitata. sergardi, 130: ora dava a maltino un
sm. spaccone, smargiasso. sergardi, 332: non ha luogo con me
chi ha l'animo gonfio muove contese. sergardi, 22: gonfio sei più
e comprar paste e nastro sericano. sergardi, 212: il guercio ebreo, che
creste, / curatelle, ventrigli. sergardi, 68; a pranzo un guazzettin
nel viso e gli imbrattò gli occhi. sergardi, 213: oh che gran caldo
è una oscura faccia del male. sergardi, 339: dell'anima essendo il volto
pazienza e non coll'impeto del furore. sergardi, 327: dimmi, non è
lasciarmi addosso un sì brutal capricorno. sergardi, 223: con dolore imprestato agitin
aver servito a'settatori d'osmar. sergardi, 223: con dolore imprestato agitin pure
alla forma dentro la quale s'infonde. sergardi, 131: così quei nuovi vasi
silvano fraxino ingrato alle vipere. sergardi, 67: penetrava / le mal chiuse
/ la morte innocentissima di cristo. sergardi, 174: stillano ancor di sangue,
,... cibo innocentissimo. sergardi, 202: d'un bacchettone i
nel viaggio per non incontrare disgusti. sergardi, 353: per render la pariglia anch'
.. esposti agl'insulti dell'acqua. sergardi, 338: dell'età sprezza gl'
relazione con una prop. subordinata. sergardi, 225: ah ben compresi / il
ma gran quantità in uno sanza intervallo. sergardi, 346: osserva se vi trovi
, ci intimavano una domestica guerra. sergardi, 239: al fango intimò guerra
e la paura di questo matto? sergardi, 297: saziate pur la fame sua
maligno. carducci, iii-17-141: il sergardi notò i costumi dei letterati arcadi, degli
ora con la voi l'avete intrigata. sergardi, 50: più degna sarìa che nel
, per la opinion di 3 savii. sergardi, 282: tosto di casa
avere alcuna certa notizia di quella. sergardi, n 7: gran sollievo invero
una nuova maniera di liscio adoperata. sergardi, 287: per dio, lo
tela, inzuppale in questa colla. sergardi, 69: nella morca d'olio inzuppa
... non ha fortificazioni. sergardi, 238: dal tempo lacerate /
compariscono mai alla presenza del soie. sergardi, 45: perché in vederti nascer di
di lor virginitade il puro fiore. sergardi, 109: non leggeransi più nei
sisono fatti moderati, ingeniosi e discretissimi. sergardi, 121: così carino di cervel
aveva sempre recusato di mescolarsi in italia. sergardi, 323: questo dubbio,
ed efficacia (una legge). sergardi, 24: venga fuora intanto e prenda
-sostant. arguzia, comicità. sergardi, 125: oh come bene il lepido
di canzante con maniche e bavari. sergardi, 87: aveano tutti alla sinistra avvolto
sue genti all'isola di sangemes. sergardi, 340: godo, amico, in
/ quella merce di liquido giel. sergardi, 219: né van l'alme
il venerando capo d'odorosi liquori. sergardi, 145: la mia gellia cento volte
che logora il ferro più acro. sergardi, 30: le tarme quasi hanno lograto
alle grottesche che somigliano l'antiche. sergardi, 102: forse poco ti par
lumini e non punto maggiori. sergardi, 50: a che...
pensare e di agire assennatamente. sergardi, 295: ella non ha a suo
luogo la bugia e la menzogna. sergardi, 332: io la so tutta,
essere odiosetti e rincrescevoli anzi che no. sergardi, 52: con quel tuo mostaccio
ignudo è figura molto eccellentemente disegnata. sergardi, 290: crin venuto di fiandra
sua gusto o compiacimento di vanagloria. sergardi, 151: quando vede la sferza
forze che 'l re aveva in essere. sergardi, 315: pasquino, rimaner mi
ferro... si consumasse. sergardi, 279: dona ciascun secondo la
col fosco il matrimonio d'ero. sergardi, 45: fan con i serpi i
scriver di sé per quarantasei anni. sergardi, 139: parlarti anche al misero è
; essere ingenuo, sprovveduto. sergardi, 333: ti compatisco, in ver
essere smaliziato, furbo, scaltro. sergardi, 332: io la so tutta,
maniera che facea paura a vederla. sergardi, 306: un mezzo servitore / non
modi e atteggiamenti signorili; cicisbeo. sergardi, 348: dimmi,...
fare con esso meco questi complimenti? sergardi, 341: matto minchion, togli la
non si sia sentita e veduta. sergardi, 1-308: forse mi dirai che sempre
proprio error l'alma s'appaga. sergardi, 204: ecco d'eterna notte un
nulla del proprio di se stessa. sergardi, 263: dove incauto mi portaste
del pubblico. -fioco. sergardi, 50: i dialoghi tuoi sì freddi
cause, tanto civili quanto criminali. sergardi, 1-202: già verga la mia clio
troppo n'abbonda è noiosa e molesta. sergardi, 216: a udir le frottole
nel tremolo seren de l'aria pura. sergardi, 154: se dal fianco tuo
? si stomaca ad ogni piccola sozzità sergardi, 1-234: la mondezza a te già
nascosta. -sm. sergardi, 1-396: cavando dalla favola il morale
morchia si scevri il puro sugo. sergardi, 69: lo stomaco si lava con
mercanti ne portano in portogallo gran quantità sergardi, 1-249: non si fa l'amicizia
del bell'arno incacherà le sponde? sergardi, 1-156: già ìr le piazze
andarsene e voleva quindi pagare. sergardi, 211: quel vizio radicato infin nell'
, / fategliel tosto diventar sanguigno. sergardi, 52: con quel tuo mostaccio
all'ordine per battere la casa. sergardi, 217: a te, ghitto,
che son ludibrio e disonor de'fòri. sergardi, 1-289: itene pur di qua
loro faccende fino a mugner le vacche. sergardi, 1-116: a mugner da fanciul
, e dilettarne / l'orecchie. sergardi, 254: dei coglion perduti la
gole apre giuno a cantar soavemente. sergardi, 135: presso al rio più
nabatei profumi al vitel d'oro. sergardi, 1-334: ippocritoni, oh quanto
il nappello ne'pascoli del gregge cristiano. sergardi, 131: la mal avvezza
, al campo ed all'armata. sergardi, 1-143: vicina è la taverna
48. comportamento secondo natura. sergardi, 1-274: 1° non s° di qual
naufragando come uom suol fare. sergardi, 124: ciò vedea filodemo e
riferimento alla barca mitica di caronte. sergardi, 169: il canuto nocchiero alme sì
.. i benedettini neri della badia. sergardi, 1-285: ti vieta con decreti
: egri languieno / i nervuti bifolchi. sergardi, 1-346: miro, al
che operano nell'africa centrale. sergardi, 1-393: tante famiglie povere spiantate /
parte di cerimoniose nominanze gli orientali. sergardi, 1-116: meglio di te le nominanze
uomini (un ferro chirurgico). sergardi, 1-147: evvi ancora colui che le
sgarbata, volgare e sozza. sergardi, 1-176: alle satire poscia accrebbe molta
colore bruno o scuro delle vesti. sergardi, 1-386: a'tempi nostri la maggior
, di censura, di satira. sergardi, i-ijy. o come bene il lepido
non si è ancora prodotto storicamente. sergardi, 1-325: ecco d'eterna notte un
a ripregar nume bugiardo ed empio. sergardi, 1-89: ne si vergogna fra
è segno di servitù e schiavitudine. sergardi, 257: con la polve di
fede olimpo, e febo altro parnaso. sergardi, 1-139: 10 so che filodemo
paio d'occhiali grazioso ed elegante. sergardi, 349: tiene in man l'occhialino
distinguere cose differenti; fare confusione. sergardi, n: contro i numi di sua
vita, un'esperienza). sergardi, 293: quintilla un dì con cinzia
due corna e gli duo rostri. sergardi, 1-311: duce invitto ch'all'odrisia
oglia putrida! oh che centone! sergardi, 1-122: così tu ancor co'
mai averne immaginato la diligenza oltramontana. sergardi, 236: nel cap- pel di
coll'inventare nuova maniera di scrivere. sergardi, 1-232: metti pur dentro a'cofani
seneca è morto ha già mille anni. sergardi, 221: né men di
-celebrazione, lode, encomio. sergardi, 1-100: questo ancora mancava, o
lui più che alle donne oppilate. sergardi, 1-362: or dice [la vecchia
ornai del saper sostener la soma. sergardi, 337: avvampa questo [l'
volgersi quelle eh'erano già ordite. sergardi, 218: i stami lungamente orditi /
espressiva. -anche: apparato retorico. sergardi, 1-208: chi sarà ch'a tue
.: biasimevole, vergognoso. sergardi, 32: chi gli può tener la
fate sperare di dover ossequiare in breve. sergardi, 261: non posso soffrir che
assume atteggiamenti di tronfia arroganza. sergardi, 1-92: non so come mai /
otta / aresti pur di me compassione. sergardi, 276: donna ispana suol mangiar
ma di giro assai più breve. sergardi, 1-131: su la prima alba,
ho giustamente tra noi tre partite. sergardi, 1-213: schernirti sentirai tutta la
vita qualsivoglia resistenza che avessero fatto. sergardi, 37: óra laggiù ne'sempiterni
: mi posi a'piedi del pagliaccio. sergardi, 1-312: qualche sgualdrina a piana
europee ci palesano un miglio lontano. sergardi, 143: ben gli accenti tuoi
a dio non cammina tal parità. sergardi, 1-396: tralascio l'altre odiose parità
il perruccone o perrucchino che sia. sergardi, 313: bianche corvatte e perrucchino
lato finché noi vide interamente sanato. sergardi, 154: se dal fianco tuo
5. stupido, babbeo. sergardi, 1-300: così da te n'andrà
non passò li termini di complimento. sergardi, 261: non posso soffrir che
gnoril mano... canoro strumento. sergardi, 270: ella giunta alle sue
disimpegno; andito, corridoio. sergardi, 1-386: nell'or e del meriggio
, fin dove può arrivare la loro. sergardi, 1-274: io non so di
bubbole che ha da esser un diluvio. sergardi, 1-394: non vi dispiaccia udir
pastorale: essere nominato vescovo. sergardi, 1-388: a suo tempo il briccon
che noi con patria voce appelliam fulmine. sergardi, 1-158: l'onde chiare vogl'
-donna del beccato: prostituta. sergardi, 290: crin venuto di fiandra o
non s'avvegga di questa statua. sergardi, 131: la mal avvezza gioventù
-figur. estro e slancio poetico. sergardi, 1-125: ma, febo, ove
quante / anime via peggior che mascherate! sergardi, 158: di tongillo io
caldo, ^ sen va superbo. sergardi, 1-250: sarai mostrato dai suoi
alla depilazione della padrona. sergardi, 1-355: se veder la tua consorte
ha una connotazione iron.). sergardi, 1-388: ecco il decreto del romuleo
18. plur. testicoli. sergardi, 1-213: qual vestigio poi di filodemo
turbe spettatrici / innumerabil numero plebeo. sergardi, 171: pendean dall'alte rupi in
paglia / con quel suo pennacchino. sergardi, 1-208: mentr'io canto così
ornato di fiori e frutti. sergardi, 1-296: mentre a piedi vo,
re peraltro piglia tutto senza distinzione. sergardi, 1-385: peraltro tutti son buoni cristiani
a terra or questo or quello. sergardi, in: a'putti, che
i perfidi errori e i van desiri. sergardi, 130: ora dava a maltino
costituito da cartapecora; pergamenaceo. sergardi, 1-382: chi reggersi non vuole a
volte in picciol spazio di tempo periscono. sergardi, 1-352: se non vuoi che
molte imperfezioni, deliberò di levargliele. sergardi, 134: il giardinier perito / taglia
, così son nette le strade. sergardi, 1-187: porta in capo un turbante
-in mezzo alla strada. sergardi, 1-312: sentiva intanto dallo stagno fuore
innante. -mutare comportamento. sergardi, 330: non cangia amor, cangiandosi
. -parassita, scroccone. sergardi, 1-247: battezza per applausi le fischiate
. soffitta, abbaino, mansarda. sergardi, 1-182: né vuoi salir già mai
colmo, stando in piè cartagine. sergardi, 1-288: voglia il ciel che
piede e sempre più guadagnano campo. sergardi, 1-341: il bel candor,
iniquità, della superbia dei dani. sergardi, 1-101: venghi fuora intanto e prenda
chi sì ti dilena! ». sergardi, 1-299: in tanto quel col sopraciglio
, / che sembravan cantar soavemente. sergardi, 1-198: bandite ornai da queste
portarlo, caro peso ed onorato. sergardi, 1-337: non perciò mai l'
di s. maria degli angeli. sergardi, 1-174: per viver lieto un comodo
/ fin c'io vada a pigliarlo. sergardi, 1-134: il bel citiso adesso
che si facesse il suo pigniatino. sergardi, 1-154: come farai, coglion,
tu con man dotta e faconda. sergardi, 1-216: dell'infermo bion questa è
piombo: senza nessun impegno. sergardi, 1-385: con questa fé di semplice
pescatorio e l'impronto delle bolle. sergardi, 1-118: il tuo saper,
sulla poesia / d'ognun pisciare. sergardi, 1-337: non...
/ ciaschedun fu sanato e liberato. sergardi, 1-92: sta'a veder che farà
in sen d'una bagascia infame. sergardi, 1-341: al sozzo ardor d'impure
ei denti in terra a ciocca. sergardi, 1-381: la puzza dei vostri orridi
che altri non se ne avvedesse. sergardi, 1-258: quell'entrar furtivo nei
ferendo vanno d'elicona il bosco. sergardi, 1-86: dindimo il saggio il plettro
sf. varietà di acquavite. sergardi, 1-249: non si fa l'amicizia
-polve di cipro: cipria. sergardi, 1-305: con la polve di cipro
in modo privato e informale. sergardi, 1-336: sdegniam, miseri noi,
strali ch'egli ne rimane abbagliato. sergardi, 1-293: nel cappel di pelo oltramontano
di colore rosso vivo, scarlatto. sergardi, 1-345: questa, benché talor sia
un particolare genere di tonni. sergardi, 1-156: abbi, endimion, del
a quest'eroe moltiplicar l'ingiurie? sergardi, 1-379: già di questo [
bellezza e la virtù dell'anima nostra. sergardi, 1-201: già te poniam del
possesso! -abilità consumata. sergardi, 1-185: ecco un prence che guida
ermafrodito. -contro natura. sergardi, 1-285: la venere posticcia ha più
la mensa aven portato i paggi. sergardi, 1-238: metti pur sottosopra le scanzie
fai che l'onestà passi in bordello. sergardi, i-158: versi tali farò che
di nascondermi a la mia fortuna. sergardi, 1-87: mi sforzarò con i precetti
-per estens. preghiera, orazione. sergardi, 1-278: così dell'altrui borse elli
pronta meco a sfogar laidi pruriti. sergardi, 1-341: al sozzo ardor d'
maniera di filosofar che ella prende. sergardi, 1-220: se ben con i
composizioni ridotte da loro all'ultimo termine. sergardi, 165: già preparato han
neve o di ghiaccio minutissimamente tritato. sergardi, 141: già te poniam del
preparate al mio cor per tormentarlo. sergardi, 1-336: sde- gniam, miseri
eletti o presciti ch'eglino sieno. sergardi, 1-157: delle corone eli al
diciamo maestri, presidenti delle strade. sergardi, 1-295: qui a ridir ancor non
e pretesco. carducci, iii-17-141: il sergardi notò i costumi dei letterati arcadi,
. procoio cristiano: la chiesa. sergardi, 1-391: dànno un passo sì duro
e di cotali altre poco utili leggerezze. sergardi, 1-397: lascio il pronosticar savio
campeggiasse melio il sangue di bromio. sergardi, i-308: sempre è pronta di
capo ne'delicati e grassi presutti. sergardi, 1-339: forse un presciutto avrai rancido
assai pienamente prosegue la detta materia. sergardi, 1-323: se poi di filodemo
, mal aggiustate e prive di luce. sergardi, 1-125: empo verrà che torvo
/ proveranno degli anni i colpi rei. sergardi, 1-320: tutto si cangia col
sudor di dolcezza il sen mi spremi. sergardi, 1-366: ma senti e ti
di ridere, di muoversi. sergardi, 1-175: ora in segreto favellava ardito
animi con quei virtuosissimi precetti filosofici. sergardi, 1-304: dei coglion perduti la
-sm. plur. sergardi, 1-285: meglio la carità fia che
-avere un comportamento contraddittorio. sergardi, 1-361: elia non ha a suo
o sia pupazza, alla romana. sergardi, 1-209: chi sarà ch'a
, portando i capelli drento la cuffia. sergardi, 1-124: a noi piace la
infante anche negli anni della pubertà. sergardi, 1-162: a'putti, che
farà tornar a far li guanti. sergardi, 1-118: cose certo migliori ai puttarelli
quarantotto: con estremo disprezzo. sergardi, 1-113: al debih guardo tuo rimane
prendo quartiere. -scherz. sergardi, 1-283: quel perrucchin, nido di
altiera e dispettosa / e vana. sergardi, 1-382: non tante querimonie:
i questori nell'antica roma). sergardi, 1-294: nelle questorie stanze i forastieri
di dotti scolari empie gli scanni. sergardi, 1-120: poi segue arturo con le
iddio li riserba come rinchiusi e sigillati. sergardi, 1-318: tre carte racchiude e
avessi il modo, volentieri giostrerei. sergardi, 2: io meco stesso ragionando
restano doppo le battiture nel corpo. sergardi, 1-339: forse un presciutto avrai
il cuore di ritrarre a penna. sergardi, 1-320: deve il saggio orator sempre
in continuazione le sue preghiere. sergardi, 1-396: quei ranocchioni rei del '
deriva, così salvatico come domestico. sergardi, 1-97: la moglie con la figlia
. maestro, n. 15. sergardi, 1-277: descrivendo computista accorto / le
né 'l tempo perso giamai riede indietro. sergardi, 1-197: ecco d'arcadia ornai
viscere regna la siccità e l'adustione. sergardi, 1-167: gran sollievo invero all'
clero, ma con un velo pendente. sergardi, 1-383: quanti bocconi puzzolenti e
fratello, del comando dell'arme. sergardi, 1-387: se render vi potessi
e ha valore scherz.). sergardi, 1-189: costui, dopo che più
nonizate quelle massime, che detestiamo. sergardi, 324: supposto dunque ciò per
argomento già trattato in precedenza. sergardi, 1-178: ma, cazzo, io
di lei. -ricciolo posticcio. sergardi, 1-30s: con la polve di cipro
delectevole, e da poi se assera. sergardi, 1-153: lo stomaco tuo resta
poco più lungi d'un miglio. sergardi, 210: oggi al bordello / la
a una riffa, a un paraguanto. sergardi, 1-345: io più ne temo
hanno astretto a nuove legazioni importanti. sergardi, 336: la divina bontà qualche
quando tarassi perverso riformator della fede. sergardi, 1-381: col manto di modestia,
maniere più rigide che 'l cane? sergardi, 318: ha mostrato alle dame
quest'ermo colle io vi sospiri. sergardi, 1-327: le lagrime asciugar non ti
nella zona del lungotevere a roma. sergardi, i-m: dirai: / -sien benedetti
i campi funestar d'illiria puote. sergardi, 303: donna, ch'abbia d'
raggi diretti si mostri più chiara. sergardi, 1-133: ecco d'arcadia ornai
dogmi che a loro non repugnavano. sergardi, 237: han le dodici tavole dottrina
-riscaldare i reni: eccitare sessualmente. sergardi, 1-343: credete a me, che
vane / da questa lingua espresse. sergardi, 1-384: i risguardi si mandano
nervi. -scherz. sergardi, 1-128: o testa, anzi cocuzza
ormai superati e dimenticati. sergardi, 1-320: deve il saggio orator sempre
non poteva ritener le lagrime rodiana. sergardi, 1-355: per dio, lo
mandarla a v. s. eccellentissima. sergardi, 1-348: io moro, /
riverenza alla maniera mongola, m'awicinai. sergardi, 350: il cicisbeo tutto vezzoso
tardo in fare una buona passeggiata. sergardi, 112: dalla cattedra sua rizzossi
si sono mostrati servitori del principe. sergardi, 1-327: dimmi, che fanno /
iddio che rompesse facilmente i gami. sergardi, 1-212: troppo gonfiossi l'ernia contumace
romperanno il culo a tutti quanti ». sergardi, danari per rompere contra il re
tormenta, infastidisce, assilla. sergardi, 1-324: canta poi burro e al
. che provoca danni e disgrazie. sergardi, 1-89: come se il cielo,
e le capigliature lunghe e roze. sergardi, 1-119: più degna saria che
una rubrica overo un titolo particolare. sergardi, 1-278: egli ha più ciarle
rugose, larghe larghe e strambe. sergardi, 1-367: donna chvabbia d'affetto il
cadente fuggirete come da un'armata. sergardi, 1-331: che rumor di carrozze
erba il cui sugo tinge le carte. sergardi, 1-360: ecco mi manca il
delle riunioni dell'accademia dell'arcadia. sergardi, 1-85: del sagro bosco a riveder
del lettuccio. -con sineddoche. sergardi, 1-184: tocchi talor con mano salace
in forno, e vennonle assai bolle. sergardi, 1-320: tutto si cangia col
potè più stare saldo alle mosse. sergardi, 1-329: quel vizio radicato infin
poesia è far versi senza sale. sergardi, 1-172: io dieci e dieci volte
/ scoprir si dè quasi vital tesoro. sergardi, 1-311: vidi giacer più d'
pender la satirica sambuca / lascia [sergardi] ad un salce. 5
tengono gli occhi rossi e sanguinosi. sergardi, 1-175: ora dava a mattino un
quale regione nasce la pietra sardonia. sergardi, 1-129: di sardonica pietra il
rinchiuso per satollare la loro ingordigia. sergardi, 284: il nostro mondo s'
grande sbandendo da voi l'ambizione. sergardi, 1-200: tu gli inganni,
lascivamente che quella delle donne riguardata. sergardi, 1-135: or non va più dietro
effetto fecero dopo che fu liberato. sergardi, 19: sertorio per pubblico istromento
-scoccare baci all'indirizzo di qualcuno. sergardi, 256: si scaglian baci al sordido
andare in giro col calesse. sergardi, 1-328: oggi al bordello / la
pieni di pezze rare e preziose. sergardi, 1-346: sì grande il lusso
palme, si graffiavan le gote. sergardi, 1-136: il crin si scarmigliava con
lo circonvenne con incalzi più costringenti. sergardi, 268: al sozzo ardor d'impure
per estens. altezzoso, borioso. sergardi, 1-151: non potei più soffrir questo
. si copiano in malo modo l'un sergardi, 1-299: di ber non ha schifo
onor, quando fioriva in roma aprile. sergardi, 1-201: se la grand'alma
o anche in prosa liricamente sublime. sergardi, 1-197: ecco d'arcadia ormai riedono
comensa per li paczie per li sciuni. sergardi, 1-129: questo solo io crederei pervero
, le scatole a qualcuno). sergardi, 1-375: maladetta disgrazia, empio destino
un orso già sanò la scolazione. sergardi, 1-282: a quella schifosa scolazione,
camera e ciò che v'è. sergardi, 1-108: fa'che scopra quei putti
se medesimo in mezzo il sole. sergardi, 46: temeva a gran ragion
fiori con la sua bianca mano. sergardi, 1-357: pria di veder mal concia
.). spreg. gesuita. sergardi, 1-391: bella cosa è il veder
il cuor suo, lietamente così rispose. sergardi, 130: ora dava a maltino
-sostant. il bianco / braccio. sergardi, 330: non cangia amor, cangiandosi
da sella o da tiro. sergardi, 1-365: non ha più libertà né
scherno che di te fanno tutti? sergardi, 1-247: ognuno il può dir,
addetta alla confezione di cuffie. sergardi, 1-354: se donna simil tolto il
., per attenuare un'affermazione. sergardi, 348: dimmi, e scusa se
1 più nomati il seggio tiene. sergardi, 1-283: sempre... la
mai abbastanza... esaminati. sergardi, 1-159: per la bocca di
-rilevare una parte del corpo. sergardi, 1-345: questa con l'aureo cinto
vaiolo, le cicatrici e simili. sergardi, 1-362: saziate pur la fame sua
gli trasporta la violenza degli affetti. sergardi, 3-161: perché la gioventù, che
conseguimento di un fine). sergardi, 1-381: chi per le colpe sue
azione compiuta per fare cosa gradita. sergardi, 342: al servizio d'amor lieto
e si ristringono a vita più sergardi, 318: ha mostrato alle dame appoco
palese di sferza e censura pubblica. sergardi, 1-148: questi sono, signor,
che i demoni li venivano sferzando. sergardi, 1-110: ora laggiù ne'sempiterni orrori
dileggiarlo e sferzarlo in quest'altro. sergardi, 1-324: sul mostaccio / calata
cetra: comporre poesia satirica. sergardi, 1-212: lasso, oimè, che
. figur. inetto, incapace. sergardi, 1-388: quel pietro secondo sfoconato,
, sgraziato (l'aspetto). sergardi, 1-104: oh quanto male i suoi
morsi o con le punture, avvelenano. sergardi, 1-ì13: al debil guardo tuo
solo vi resti morta, ma lacerata. sergardi, 1-377: perché un solo esempio
essa dilania. -dissanguato. sergardi, 174: stillano ancor di sangue e
5. scuola filosofica. sergardi, 1-85: a parlarmi accostatosi [filodemo
a conoscere in quei tempi girolami travisi. sergardi, 1-388: sapete pur che fino
mangiare nei pubblici ordinari della città. sergardi, 223: non... fugge
casa così grande una cucina sì picciola. sergardi, 1-368: nelle tue guancie le
l'infinita grandezza che n'avete. sergardi, 1-296: mentre a piedi vo,
busti aprì fin giù presso ai sonagli. sergardi, 1-147: èvvi ancora colui che
cotogno ed et altri un cedrolotto. sergardi, 1-222: tu, che conosciuto per
/ povero don di mal sonoro legno. sergardi, 1-212: lasso, oimè,
altra università, salvo di bologna. sergardi, 1-379: già di questo [pastore
aspetto o per l'atteggiamento. sergardi, 1-304: si scaglian baci al sordido
-indursi con impeto a un'azione. sergardi, 1-225: una vii palude / tonde
o a un monumento archeologico. sergardi, 1-294: dal tempo lacerate / erette
della quale s'era spogliata. sergardi, 1-246: meglio è così che.
sovrana: con lusso e magnificenza. sergardi, 1-370: tutti i poveri in roma
continuazione, assiduamente; senza remore. sergardi, 1-95: questo e quegli all'uso
/ con questo i semi del valor. sergardi, 1-102: la cieca notte delle
l'armi contra il suo re. sergardi, 1-209: di tongillo io poi sarò
sfiedita: rapidamente, in fretta. sergardi, 1-344: chi vuol serbarsi lungo tempo
e condotta senza spesa o interesse alcuno. sergardi, 1-348: io moro, /
adesso a raccomandarsi uno spiantato nelle barbe? sergardi, 1-393: tante famiglie povere spiantate
ei tra l'adunata gente spicca. sergardi, 1-120: con quel tuo mostaccio di
prova / melodia rara e nova. sergardi, 1-198: presso al rio più non
questa eredità. -plagiario. sergardi, 1-181: quanto siete gonzi e sciocchi
il duce è su la sponda. sergardi, 1-366: ancorché spesso / la muova
scarsa, più sporca, più amara. sergardi, 1-117: che un simil focolar
il panno in più di mille parte. sergardi, 1-360: così senza indugiar fassi
, all'indulgenze e mie processioni. sergardi, 1-220: se ben con i seguaci
al bagaglio altrui prima del tempo. sergardi, 1-331: in roma niun vedrai,
anche in espressioni enfatiche). sergardi, 1-314: 1 tempi sontuosi /
se non mutasse stile e frase. sergardi, 1-172: io dieci e dieci
fortemente dal punto di vista estetico. sergardi, 1-122: così tu ancor co'tuoi
lo stomaco-, bere, dissetarsi. sergardi, 69: ha solo a pranzo un
di equità (una situazione). sergardi, 1-292: il giudice corrotto da una
- anche: amante, mantenuta. sergardi, 1-127: gargilio... buona
stracca lor penna d'oca senza cervello. sergardi, 1-101: benché di cirra per
versi scorretti e poco armoniosi. sergardi, 1-121: dal sen quel dì del
smentito (una menzogna). sergardi, 1-150: si vedrebbono al fine in
pronom. turbarsi, sconcertarsi. sergardi, 1-375: figlio, non ti stranire
era ammazzato per incantatore e per strigone. sergardi, 1-115: sotto alla gran noce
. -fare oggetto dell'oroscopo. sergardi, 1-96: dirai che, dopo averla
d'un bastone ha partorito la fortuna. sergardi, 1-320: forse ti pensi tu
una dote morale, una virtù. sergardi, 1-393: tante famiglie povere spiantate /
-profondersi in chiacchiere, in complimenti. sergardi, 350: il cicisbeo tutto vezzoso /
-con allusione al supplizio delpimpalatura. sergardi, 1-392: mandateli pur tutti a farsi
. propinare, dare a credere. sergardi, 1-227: le menzogne che a noi
v'ebbe dell'uno all'altro. sergardi, 1-395: protestando con saper profondo /
(un'opera letteraria). sergardi, 1-160: perché l'opra sì rara
/ m'han roto el taffanario. sergardi, 1-304: quelle strida importune e
pasquariello canta la tarantella sul palco. sergardi, 1-189: qui si vede ballar la
lo più con uso vezzeggiativo). sergardi, 81: sono stolti a dire e
degli ingegni il tiranno senza scampo. sergardi, 1-92: questa zucca vana,.
/ verso loro tenean cupidi i guardi. sergardi, 219: ivi non sta alla
oscura nascita, d'incerte origini. sergardi, 1-388: ecco il decreto del romuleo
/ al sonar de'magnanimi nitriti. sergardi, 219: ivi non sta alla porta
come generico epiteto ingiurioso). sergardi, 1-370: tutti i poveri in roma
, sf. ant. timonella. sergardi, 1-252: anzi le voglie tue son
/ mi vengan i taroli col tengone. sergardi, 1-263: la sporca abitazion della
artificialmente della grassono de'torchi olandesi. sergardi, 1-159: per la bocca di tutti
così tra lor la torta se partiva. sergardi, 1-390: mirate un poco quante
, di conseguire un risultato. sergardi, 1-101: tu non temi di cotal
tragetta le anime all'altra riva. sergardi, 169: ma il canuto nocchiero
giudicare ignorante, e nel trattare incivile. sergardi, 344: quest'è il vero
di fare a'tresetti o alle minchiate. sergardi, 1-328: oggi al bordello /
di trippa, trippaio. sergardi, 1-257: mentre reciti in tuoni or
di costui più possente fu cotto. sergardi, 1-386: e pur a'tempi nostri
con teste tronche affisse all'aste. sergardi, 1-125: ricchi trofei saranvi in ogni
(un umo- re). sergardi, i-282: se ben tu somigli al
fine tali sapienti antichi l'ordinarono. sergardi, 125: oh come bene il lepido
eguale affetto / queti basciarsi incomprensibilmente. sergardi, 45: sotto alla gran noce
lui rodendosi di rabbia era forzato tacere. sergardi, 185: poi tre carte
tra li religiosi di un'istessa religione. sergardi, 352: reso pertanto chiaro
crollo (una costruzione). sergardi, 105: il portico d'agrippa,
d'orrore, e le deserte arene. sergardi, 173: né giova il posseder
. ho posto ogni studio e pensiero. sergardi, 339: e da ciò
mantova, e non so che colletti. sergardi, 1-336: con dolore imprestato agitin
] concetti, o deboli o ventosi. sergardi, 1-246: con la bocca piena
vergogna al greco e alla verdea. sergardi, 1-363: non piace né verdea,
e in suo albitrio fia la taglia. sergardi, 1-191: dimmi, quanto pagasti
tutto scede, / tutto zerbineria. sergardi, 350: il cicisbeo tutto vezzoso /
. -spreg. vicolàccio. sergardi, 1-97: ei però senza pigliarsi affanni
, erbaggi e altri cibi vilissimi. sergardi, 52: con quel tuo mostaccio di
. pera vexillo. sergardi, 1-359: legan le treccie code viperine
sita te sbregne, viso de persuto. sergardi, 1-92: sta a veder che
applicato, ed intento, essendo voi. sergardi, 221: né men di riso e
suo spedale, più tosto che alloggiamento. sergardi, 1-278: ha più ciarle [
, una fogna. - anche sostant sergardi, 49: e spesso gode ancor l'
, salì sul ponte del dipintore. sergardi, 241: spesse volte ancor serva
se il cuoio sia buono o montonino. sergardi, 183: e da lungi mostrarmi
, e ha il muso lungo. sergardi, 1-194: labeone ancora, /.