'furiere, usciere ', passato al rumeno e alle lingue slave; cfr.
estradati, e hanno ottenuto dal governo rumeno con questa promessa una parte del tesoro
specie di paliuro '; cfr. rumeno maracine 'cespuglio spinoso ', albanese markyin
); spagn. menta, rumeno minta. mentacatto e deriv.
di origine ven., da riconnettere col rumeno morun 'storione'; cfr. gr.
di quelli di parigi verso l'epigono rumeno e l'intrapresa svizzera, neutralista e tinta
, detto anche punto romanico o punto rumeno, che si esegue nel senso della
quella della droghiera polacca o del lavandaio rumeno al primo scalino della prosperità. l'osservatore
, fr. ant. porcherece, rumeno porcareafd. porcaréccio, sm. porcile
). metodo psicoterapico introdotto dallo psicologo rumeno j. l. moreno (1892-1974
, v. rumeliotto. roméno (rumeno; disus. rumano), agg.
polacco l'altro; il sacerdote, rumeno di valacchia. pascoli, i-429: tutta
v. salice); cfr. anche rumeno salca e spagn. sarga. salicàcee
della dro- ghiera polacca o del lavandaio rumeno al primo scalino della prosperità.
è da * soltnus, ipotizzato dal rumeno e dall'ital. solina (cfr.
che vive nel sardo (sùere), rumeno (suge) e portogli, (
, un tedesco, uno svedese, un rumeno eccetera, i più in costume da
di una persona. = deriv. dal rumeno tigaie, femm. di tigàu.
di calice. = adattamento del rumeno (uicà, di origine incerta (probabilmente
cujka e sassone tsuiké (entrambi dal rumeno). zuingliano e deriv.
savinio, 30-467: il fabulismo rumeno dà del mito antico una ver
russa; cfr. bulg. talègù e rumeno taleaga. telegestióne, sf. gestione