guardo mirando affascinommi; ond'io / roco divenni e poi gran tempo tacqui. moravia
di vermiglie lingue / con un fremito roco / mormora e porge al foco / alimento
ma un canto vi si mesce / più roco / che di laggiù sale, /
. ojetti, ii-171: 11 grido roco delle anatrelle iridescenti come pavoni.
/ e parlava con suon tremante e roco. pasini, iii-485: rosa che
remoti tuoni, / al notturno del mar roco lamento / al profondo ruggir degli aquiloni
penultimi tripudi / principati e arcangeli rotto dal roco crocitare di volatili strani. saba, 16
, il cigolìo delle catene, lo stridere roco dei bozzelli. c. e.
{ arròco, arròchi). divenire roco, arrochire. quistioni filosofiche [crusca
ant. arrogato). divenuto roco, arrochito. iacopo della lana
[arrochisco, arrochisci). rendere roco. deledda, ii-1075: e
la particella pronom.). divenire roco, aver la voce roca. tommaseo-rigutini
mai. = deriv. da roco (v.). arrochito (
di arrochire), agg. divenuto roco; rauco, fioco. fagiuoli
segue, e le trombe suonano con roco assentimento. m. villani, 4-26
dalla balza va scorrendo il rio / con roco lamentevol mormorio. bertola, 106:
banditore, che di già era divenuto roco per lo tanto gridare, beffandosi di me
sul davanti della ciminiera e manderà il roco e temibile avviso: fuma già la partenza
. d'annunzio, v-3-90: roco era e fioco e quasi sempre
alla porta / il tramontano con brontolìo roco. svevo, 4-922: si sentiva il
gote / egli ascoltava il buffar grande e roco. panzini, ii-139: come rombano
; non udiva che il suo respiro roco e la sua voce che le faceva paura
perfetta rosa udì una specie di gorgoglio roco escir dal cadavere, e con un atto
queste persone, / fan col gracchiar più roco mormorio / che se fosse 'n un
, / or disdegnando sarò muto e roco, / né d'armame oserò lo stile
ix-186: la porta / geme in suon roco, come quando è mossa, /
4. figur. cupo, roco, profondo, che pare uscire da
or no s'udiva il canto roco / del celeùste. = voce
folta, tanto egli ne diviene più roco. leopardi, 3-119: di vanità,
animale altro che un attimo del chiocciolio roco che le galline fanno nel sonno. idem
e il suo canto sonoro / divenir roco, sì com'io vorrei: / ogni
poco; / resterebbe e muto e roco, / chi nel dir mai non s'
muggito, / e del timpano cavo al roco invito / l'animo lento alle battaglie
quando ad un tratto mandò un urlo roco. orioni, x-21-2: dirimpetto a
favor cotanto / or bramo io, corvo roco, io, cieca talpe: /
vetro; / non ode che il croccolìo roco / che rende la pentola al fuoco
oceano: l'arcano silenzio era rotto dal roco crocitare di volatili strani. govoni,
chiesto alla cascata, e udii più roco / più disperato il suo la
me, la porta / geme in suon roco, come quando è mossa, /
alzò la voce il suon debole e roco, / come l'auretta del cannoso lego
a dire « o » lungo e roco, se non mutazion di voce.
. pavese, 92: lo stridore più roco, del carro che va, /
d'un seno petroso / con bel roco vagir spunti nascente, / e discorrendo in
e un sibilo non so che dica / roco tra le tue mani disseccate / dove
, la porta / geme in suon roco, come quando è mossa, / nei
muto era restato, non che roco, / tosto ch'entrò 'l guerrier
tira l'udito suon d'un corno roco, / quando più in quei pastori egli
fragile di un lattante, il canto roco di un ubbriaco solitario. dóndolo
d'un seno petroso / con bel roco vagir spunti nascente, / e discorrendo in
/ nei candidi mantelli, alzano un roco / canto di esequie e spirano.
/ nei candidi mantelli, alzano un roco / canto di esequie e spirano.
intelligibile, affiora come un sibilo roco di cicala moribonda. soltanto l'
espressivissima del suono che significa, 4 roco 'che perde quasi tutta l'espressione.
/ ma odi un non so che roco e indistinto: / fremiti di furor
il cantar dei grilli / eguale e roco, ne le sere estive. e.
vostro ingegno, a cui lodar son roco. baldi, i-28: noi portiam
/ nei candidi mantelli, alzano un roco / canto di esequie e spirano
, uno zufolo flebile e un fiatare roco di legni musicali. 3.
corto, / dolce chiaro silenzio e roco grido. magno, ix-217: quanto ebbi
. che emette un suono tenue, roco (un animale o uno strumento musicale,
da fiacco, per incrocio con rauco, roco. fiòla, sf. ant.
f. negri, 172: il roco e flebile lamento delle tortorelle. algarotti
fu del mio debile ingegno / tra 'l roco suon di strepitose liti. giusti,
pavese, 92: lo stridore più roco, del carro che va, / ha
/ ma odi un non so che roco e indistinto: / fremiti di furor
564: non ode che il croccolìo roco / che rende la pentola al fuoco.
destino e col disagio, / vien roco, e perde il canto e la favella
me, la porta / geme in suon roco, come quando è mossa, /
ridacchiare chiotto e sornione, con un gemitio roco. caproni, 134: d'un
in quel silenzio, echeggiò l'urlo roco di una ghiandaia. -figur.
campana, 197: è l'ora che roco s'affanna / il giornalaio a cantar
bel purpureo giro / tinse, e roco spuntò mezzo il sospiro. imperiali, 4-618
. 2. per estens. roco e stridente (una voce).
m'interruppe. -che emette un suono roco e fastidioso (uno strumento, un
(gràcchio). emettere un verso roco, breve e sgradevole (ed è
, ecc.); emettere un suono roco e
queste persone, / fan col gracchiar più roco mormorio, / che se fosse 'n
un suono o un rumore intermittente, roco e fastidioso.
-per estens. emettere un verso roco, breve e sgradevole, come quello
quando s'ode il mormorio grande e roco, conosciamo [le api] non essere
odon sonar i larghi campi / del roco canto de gli arguti grilli. n.
espressivissima del suono che significa, * roco 'che perde quasi tutta l'espressione.
, / sì che son fatto rimembrando roco. chiabrera, 1-ii-155: la bella
quel silenzio. -che emette un suono roco (uno strumento musicale, un segnalatore
fine di alcuni inframmessi ad esprimere il roco ed interrotto suono di quelli. l.
che [gli oziosi] fan confuso e roco? deledda, con opera
tirò fuori una sigaretta, urlan in roco suono i mesti cani, / querule belan
, ed ei la voce / con roco mormorio sciolse. parini, giorno, i-280
petrarca, 360-119: or saria forse un roco / mormorador di corti, un uom
ed il fuoco rosso ed il soffio roco del mantice. montale, 2-90: perché
/ ma odi un non so che roco e indistinto. galileo, 8-v-225:
uccelli notturni nel gran silenzio, con roco suono di lor voci, di uno
asciutte inrochita. = denom. da roco (v.) col pref. in-con
: la volpe era inespugnabile. un richiamo roco, un sibilo chiaro: e venne
sentite, oimè quel malcreato / con qual roco aspro ed insoffribil strido / il suo
voce perduta. -per estens. roco, nasale, affannoso (una voce
interrotto e tardo passo / mormora un roco rio tra sasso e sasso.
e nome ha mare; / con istrepito roco / intriga le sue spume e sono
: fu anche spaventato da un grido roco di mario che gli parve significare un'ira
broco, / o troppo è chiaro o roco, / amendatel'acciò che ben riposi
l'usato suon, sì dentro è roco, / e quanto più il tuo febo
di salvore / nenia tra * 1 roco piangere de'flutti? / cantano i morti
/ non dava suono che il leno roco. / sbocciava un razzo su lo
famosa. d'annunzio, v-3-137: rideva roco, masticando il boccone amaro; e
, empie i sonanti liti / d'un roco mormorar. gozzano, i-358: l'
soavemente a l'aura estiva, / o roco mormorar di lucide onde / s'ode
, / ma odi un non so che roco e indistinto: / fremiti di furor
capei. sandeo, lvi-36: sopra un roco rumor d'un fresco rivo /.
nido in tuo felice ligno, / di roco augel diventi un bianco cigno?
, / la lena strangosciata e 'l parlar roco. gelli, 15-i-83: questa voce
di quando in quando il sommesso gemito roco delle colombe nella cova, a luna logora
acqua). petrarca, 279-3: roco mormorar di lucide onde / s'ode
in un « oh! » lungo e roco. panigarola, 1-32: quando nel
il corvo], / con qual roco aspro ed insoffribil strido, / il suo
udire / suono di comi in lontananza roco / e veder cervi a mezzo de la
non udian ancor come risuona / il roco ed alto fremito marino, / quando giunsero
col suo gran pianto ch'era di già roco; / e la baciò, la
; al caro, d'uccello tarpato e roco; a lo scrivere ed al poetare
di certe trombe sorde e con suon roco e morto, uscivano mezzi di que'
e mezza bianca. tasso, 3-18: roco spuntò mezzo il sospiro. leggi di
quando s'ode il mormorio grande e roco, conosciamo non essere sufficienti a mietere
: a lo spasimo rido io con un roco / riso, stringendo i denti,
struttura, l'ordinamento, gli aspetti, roco... era una primavera in miniatura
con le modulazioni degli uccelli, il roco gracidar delle rane e lo stridulo verso
: tu eri di mercé chiamar già roco, / quando tacea, perché vergogna
: re carlo, di gridar già fatto roco, / bandendo e minacciando or questo
di mille fonti. chiabrera, 1-iv-141: roco mormorar di lucid'onde / s'ode
245: or mal si sente / suon roco al mormorar d'ondoso mare. anguillara
petrarca, 360-117: ora saria forse un roco / mormo- rador di corti, un
/ ma odi un non so che roco e indistinto: / fremiti di furor
d'un coro in altro un mormor roco, / per tutti i cieli immantenente estenso
vario tuon l'arco tentasse, / un roco appena mormorio ne trasse. gnoli,
quando s'ode il mormorio grande e roco, conosciamo non essere sufficienti a mietere
di certe trombe sorde e con suon roco e morto, uscivano mezzi di que'
punta di salvore / nenia tra 'l roco piangere de'flutti? / cantano i
: odon del mare i figli / il roco suon del bellicoso corno, / del
x-2-179: digrignò i denti spaventosi e roco / muggì, come spezzata onda, lo
. cassola, 1-31: non odi il roco mugolar de tonda? carducci, ii-io-135
, a cui di canto invece / un roco tetrinar fu dato in sorte / da
punta di salvore / nenia da 'l roco piangere de'flutti? lucini, 11-138
baron, d'astio e di sdegno / roco mormorador, nodrito in corte. alfieri
in un « oh! » lungo e roco. ariosto, 18-78: pensò aquilante
/ egli ascoltava il buffar grande e roco. 13. arald. ant
chiare voci né di favella sacra: / roco è 'l canto mio. caro,
-di orsa (con valore aggettivale): roco, sgraziato, sgradevole (la voce
io vo'bere, or che son roco, / un'orzata che rinfresca / e
, vi-591: lo zampillo, cosi roco, anzi silenzioso, si sparpagliava ricadendo
io non vuo'col mio carme inculto e roco / d'augel palustre, fatto al
di farmi sentire ancora io, quasi roco e oscuro papero, fra soavi e
[del muletto] fosse corto o roco, no; difettava, nelle note profonde
gualdi, xxxix-1-226: io son sì roco de chiamar costei / ch'io son facto
: éi bestemmiando in tuon sommesso e roco / gli distende un'orribile pedata. collodi
delle funi, dava segno di vita respirando roco. gadda conti, 1-404: colle
/ più fia rozzo 'l mio stil, roco il mio canto. 2.
, 9-xxi-41: quello strepitare sconcertato e roco, irrilevante e æl tutto spiacevole all'
. 5. cupo, roco, profondo (il timbro di una voce
perch'il cantar troppo fa l'uom roco, / siate contenti ch'io faccia due
: 'rompe i rami ristretti il romor roco '. = comp. da primo
trista punta di salvore / nenia da 'l roco piangere de'flutti? pascoli, 651
un bel purpureo giro / tinse, e roco spuntò mezzo il sospiro.
appena a trasmetter alle fauci un abbaio roco per chieder aita o per esalar querelosamente
in un « oh! » lungo e roco. idem, purg., 15-17
rantoli, in partic. agonizzando; roco, ansimante. misasi, 5-217
graf, 5-680: con un rantolo roco, / nel camino la vampa sale,
agg. che ha il respiro difficile, roco, affannoso, a causa di un
raschio d'un tarlo. -suono roco e basso di un altoparlante. pavese
2. con suono cupo, roco. pinamonti, 138: una corda
petto degli spettatori. -l'essere roco, cupo, grave (la voce)
5. cupo, stridulo, roco, profondo (un suono, un
v. anche l'allotropo popol. roco. raucosmarrito, agg. letter
agg. letter. che è basso, roco e tale da manifestare smarrimento spirituale (
raucosonante, agg. letter. cupamente roco (la voce). tarchetti
/ non dava suono che il leno roco. / sbocciava un razzo su lo
spaurito e reumatizzato. -rauco, roco (la voce). svevo,
: tu sei sì fatto de la voce roco / e de la lingua tristo a
viso gli si era fatto terreo. gridò roco: -vattene, vattene. moravia,
umido e lento / di fieno, chioccolìo roco di rivi / o di polla che
col suo gran pianto ch'era di già roco; / e la baciò, la
ridacchiare chiotto e sornione, con un gemito roco, come dicono che gema infantilmente la
. pavese, 10-156: lo stridore piu roco. del carro che va / ha
rigonfi. 15. alterato, roco (la voce). landolfi,
buti, 1-38: parea fioco, cioè roco: la quale cosa addiviene, quando
io vò bere, or che son roco, / un'orzata che rinfresca / e
rilullanti leoni erano là. gorgheggio roco di un uccello. pascoli, 'ascoli
gli assorda e rintrona / il torrente col roco fra- gor. massaia, v-117:
1-349: poiché per ripigliarlo era divenuto roco, forse avrebbe dovuto addirittura porre mano
a risonare incominciarono. tolomei, xxxvi-41: roco è 'l canto mio, parimente la
altro non è a dire 'o'lungo e roco, se non mutazion di voce;
atto della prelazione della voce che essere roco e essere in perigliazione di voce.
poco meno: / susurro, risucco roco / di ciò che vuoi e non vuoi
tal ch'i'divenni pur gelato e roco; / e dir voleva, e non
molo beverello dagli scalandroni d'ogni più roco piroscafo. riversatóre, sm. tecnico
/ che ci conceda di pian scachi e roco. -tirare il rocco: cercare
erta e forcada a modo de uno roco. biondi, 1-ii-185: era questa piazza
la trave con- prata e segare uno roco, fatti quatro tauluni. 2
forte. = deriv. da roco. rodare, tr. (ródo
genovese, 1-1-195: digando zo tuto era roco / e noi poea proferir. petrarca
come nebbia al vento; e son già roco, / donna, mercé chiamando,
buti, 1-38: 'parea fioco', cioè roco: la quale cosa addiviene, quando
/ e sol per chiamar morte ornai son roco. pulci, 27-223: ulivier fu
e tutto il popol fe di pianger roco. cieco, 31-62: ancora so che
e per la lunga età già fatto roco. alamanni, 7-91: il buon re
re lago, poi che stanco e roco / è de'suoi richiamar, che in
già di mercé chiamarne a voi son roco. melosio, 1-11: pria vedrassi agghiacciar
io sia di pregar già stanco e roco. dottori, 1-173: fra tanto il
dottori, 1-173: fra tanto il podestà roco e sudato / bestemmiando l'ardita sua
. ojetti, i-63: mascagni era roco per aver diretto anche quella mattina una prova
7-15: tu..., roco, vieni ogni mattina / sulla tua porta
, 2-5-392: il cane arrabbiato è roco di voce. f. f. frugoni
, che è quando canta un po'roco. gadda conti, 1-415: suo
delle funi, dava segno ai vita respirando roco. 2. arrochito, basso
né sì chiuso sentiero, ove quel roco / mio sempre mormorar già non si
». moniglia, 1-i-664; con un roco vocione / rispose quel barbone [fauno
in un « oh! » lungo e roco. fr. della valle, i-41:
10 desto, / e con un roco oimè, languido e mesto, / chiamo
una creaturina paonazza, che emise un vagito roco, e scappò nella sua cella.
; sentiva le voci ormai diventate un roco bisbiglio. -con riferimento al verso
quando s'ode il mormorio grande e roco [delle api], conosciano non essere
scilla. varano, 1-518: urlano in roco suono i mesti cani. cesarotti,
, udì una calandra e il brontolìo roco di un cane. 3.
ugurgieri, 244: le trombe suonano con roco assentimento. petrarca, 279-3: roco
roco assentimento. petrarca, 279-3: roco mormorar di lucide onde / s'ode
il boato che precede il terremoto] è roco, nello storto rimbomba, nel duro
mover soavemente all'aura estiva, / o roco mormorar di lucid'onde / s'ode
/ fanno orribil là dentro un fragor roco. cesarotti, 1-iv-371: una pianta sul
assorda e rintrona / il torrente col roco fragor. pananti, i-322: senti il
/ il tumulto de'campi, il fremer roco / e rimbombar le trombe ed i
alla porta / il tramontano con brontolio roco. d'annunzio, iv-1-124: la barcaccia
iv-1-124: la barcaccia metteva un chioccolìo roco ed umile. pirandello, 7-176:
di tanto in tanto dal porto il fischio roco, profondo, malinconico di qualche vapore
interrotto e tardo passo / mormora un roco rio tra sasso e sasso. carducci
àlberi stanno, / e solo il rivo roco s'ode gemere. pavese, 4-103
qualcuno. aretino, v-1-313: son roco cigno, onde cantar le dive /
. caro, 16-27: tarpato e roco augel, non canto e volo, /
quando tu ti mostri stracco, / roco e inutile cantore / riporrò la piva in
costume / ch'ogni poeta farie stanco e roco! bembo, iii-608: io ringrazio
'l vostro ingegno, a cui lodar son roco, / e l'antico desio,
persone, / ognun infin di celebrarvi è roco: / sì son le vostre cose
l'ingegno e 'l mio stil rozzo e roco / s'alza vie meno e più
io non vuo'col mio carme inculto e roco / d'augel palustre...
perché 1 mio canto a tal rimbombo è roco. marino, xvii-27: perdona a
cantar norme sì belle / tal che 'l roco mio dir non sembre vile / a
/ che 'il mio canto ornai sia roco / e che guardimi e minerva / e
/ persi la vista e 'l cor divenne roco: / però di ciò, mia dea
mandar l'usato suon, sì dentro è roco / e, quanto più il tuo
ghiaccio, onde il mio petto è roco. 8. dotato di scarsa
dirò più, per non dire e roco e poco. = allotropo popol
mia viziosa vita. 12. roco, gutturale (un suono, la voce
balza va scorrendo il rio / con roco lamentevol mormorio. e. fabbri
/ dell'invidia il ruggir fremente e roco / non saprà di timore em
misti a qualche ruggito. -mugolio roco. carducci, ii-7-173: una lettera
. che lascia uscire un potente e roco frastuono. bùgnole sale, 7-248:
d'arene, d'alte fiamme raglio roco / o monte dalle viscere combusto,
stretto; nello storto risalta con suon roco; nel duro stride; ne'luoghi
18-18: vi sente d'un ruscello il roco pianto / e 'l sospirar de l'
cinguetta. il ceppo al foco russa roco. barilli, i-140: sull'ultima
tanto in tanto dal porto il fischio roco, profondo, malinconico di qualche vapore
disio / di colei che a chiamar rimango roco / in queste ardente face. cornaro
/ che diventar nervoso, giallo e roco / con una sbornia di filosofia! bigiaretti
sbruzzolóso, agg. region. incerto, roco (la voce). pasolini
be- verello dagli scalandroni d'ogni più roco piroscafo. -per estens. scaletta
alto e a lungo il tipico verso roco e stridulo (una gallina dopo aver fatto
schianto di tosse e l'altro, più roco del solito. mezzanotte, 181:
è grande e non mai stanco o roco. poerio, 3-542: non mi sorregge
sciorre / tromba o tamburo strepitoso e roco. -sciogliere il digiuno, l'astinenza
campana, 197: è l'ora che roco s'affanna / il giornalaio a cantar
scricchiolare. -in partic.: riuscire roco, stridulo (l'emissione vocale di
comandamento aggiunto. 3. risonare roco e stridente (la voce).
suoi avventori. 2. suono roco, stridente. ghislanzoni, 16-55:
. che ha assunto un tono basso, roco, in segno di irritazione (la
s'infiamma, / e mostra le roco, / dunque sopra di me scenda tua
1-147: rattratto e pen roco. a. tabucchi, 13-198: trovò
d'annunzio, iv-1-725: l'affanno roco di quel petto senile straziava il giovine
- ant. esortare. roco, levatosi in piedi, fa un breve
dilaga / tra il gemito dell'onde roco. 4. figur. individuo
quali s'assomigliano volgarmente i poeti, canto roco e sgarbatissimo. g. gozzi,
di sgolare), agg. divenuto roco per avere parlato o gridato a lungo e
, tacqui. 2. roco, arrochito (la voce).
fonti. papi, 4-43: il più roco suon d'acque sgorganti / giù per
fagotto, si tira un suono nasale e roco che so miglia al grido
che un canto era un gridellino smorzato e roco d'insetto, di animale che vive
e cupi; / e tu, che roco mormori / fra le smottate rupi / salve
/ fanno orribil là dentro un fragor roco. g. gozzi, 1-271: fu
di quando in quando il sommesso gemito roco delle colombe nella cova, a luna logora
splende / dovunque il serio e 'l roco brembo suona. tommaseo, 11-276: sotto
annunzio, i-60: a 'l murmurc roco de'rivoli / a 'l dolce fremito de'
e suasive dei ruffiani si mescolano al roco sonnovegliare delle femmine meditanti la castità sigillata
resta ogni forte suon languido e roco. / sormontan di gran lunga il creder
liberarla dalle impurità, producendo un suono roco. ranieri, 1-128: quando sua
spagnolesca, che parla ardito, ride roco, si dimena mescendo come se suonasse
antri sonori, / mormora dolce il roco suon de tonda. arpino, n-112:
e sol per chiamar morte ornai son roco. bembo, iii-366: a colui,
troppi lampioni. -basso, roco (la voce). faldella,
, dopo giro / tinse, e roco spuntò mezzo il sospiro. capuana, 15-223
fresca. betocchi, 7-15: roco, vieni ogni mattina / sulla tua porta
agg. ant. e letter. roco e balbettante (la voce, un suon
squacqueróso (squaccheróso), agg. roco e incomprensibile (un suono).
fama] suono, per lei fievole e roco? squillanteménte, aw. letter
/ e lo spirto pregando è fatto roco, / dunque sopra di me scenda tua
sinisgalli, g-33: il tuo richiamo roco / il tuo abbraccio in tanto lutto /
/ la lena strangosciata e 'l parlar roco. 2. esanime, privo
5. canto o verso acuto, roco o lamentoso di uccelli (e,
. cassola, 1-31: non odi il roco mugolar de l'onda, / e lo
. 23. divenire fievole, roco o spezzato; cessare di farsi udire
su, sempre più fievole e più roco. gozzano, ii-212: scende la bella
animali. daniello, lxi-52: del roco / rame il suon quelle a la battaglia
suoi cigni, e son tarpato e roco. f. corsini, 2-697: i
saracino. lomazzi, 4-ii-541: santo roco soleva vestirsi ai vilissimi panni, col capello
/ e alle corde mal temprate / roco accento / accoppierò. tempratóre,
vario tuon l'arco tentasse, / un roco appena mormorio ne trasse. pascoli,
, a cui di canto invece / un roco tetrinar fu dato in sorte / da
d'annunzio, iv-1-q72: il chioccolìo roco delle polle sul declivio scabro; il
un « oh! » lungo e roco. bellori, -2-450: questo deriva da
, / e alle corde mal temprate / roco accento / accoppierò. batacchi, 2-219
18-18: vi sente d'un ruscello il roco pianto / e 'l sospirar de l'
, 2-448: un suono sordo o roco vibrava nel monte selvoso. vittorini,
/ col suogran pianto ch'era di già roco; / e la baciò, la ribaciò
tradizionale. irrochito, agg. diventato roco, arrochito. www. nazioneindiana.
valore illativo, e un deriv. da roco. rna irrorante (part.