, eccitato. soffici, ii-153: risento gli odori forti della carne accaldata tra
vegetale linfa. quasimodo, 27: risento / il monotono ridere senile / dei
muschio. soffici, ii-204: ancora risento l'odore umidiccio, acuto di quei
arioso. negri, 2-965: risento l'odore caratteristico, sainitroso, della
, i-125: o divino manzoni, io risento ora sfogliando il tuo libro quello che
me gl'incresca; / poi mi risento e dico: o penser casso, /
, i-125: o divino manzoni, io risento ora sfogliando il tuo libro quello che
lo rievoco, ecco che me lo risento, vivo, fare cip-cip qui nello
intenzion mia, forse troppo acerbamente mi risento ed esclamo colà dove per molti anni
le strette consapevoli / della tua man risento, / e gelo in ricordar. palazzeschi
intenzion mia, forse troppo acerbamente mi risento ed esclamo colà dove per molti anni ho
or conosco i miei danni, or mi risento; / ch'i'credeva (ai
teste spenzolate. carducci, iii-24-405: risento in queste parole gli echi di quella
conosco i miei danni, or mi risento; / ch'i'credeva (ai
cicognani, 6-16: quando poi mi risento, la luce, lo spazio, l'
cicognani, 6-16: quando poi mi risento, la luce, lo spazio, l'
beatrice. carducci, iii- 24-405: risento in queste parole gli echi di quella nobile
meritato le sue cortesissime espressioni, più risento la sua benignità, e l'esibisco
. mostacci, 148: però quando risento la gravanza, contene la gioi che
di streghe. saba, 46: risento in me qualcosa dei giganti, /
pregiudizio. mostacci, 148: quando risento la gravanza, / che contene le
/ m'infiammo all'ira o mi risento al duolo; / ma quale immoto
e bea. marradi, 170: vi risento, magni spiriti, nel cielo /
me, non però contro ad essa mi risento, parendomi sì leggiera che né pur
. g. raimondi, 1-41: risento il passo marcato battere sotto i portici
le piccole migranti. quasimodo, 27: risento / il monotono ridere senile / dei
. firenzuola, 698: i'mi risento senza le nozze pur troppo, la mattina
giusta inspirazione. carducci, iii-24-405: risento in queste parole gli echi di quella
ammira. goldoni, ix-200: non risento / gelosia d'un amor che non
stato. mostacci, 148: quando risento la gravanza, / che con- tene
sono i soli casi ne'quali mi risento della mia limitata fortuna, non trovando preservativo
veste, qualche mio fervor combattivo / risento e un cuor non privo d'antiche protervie
il cielo! saba, 46: risento in me qualcosa dei giganti, / che
prigione..., nulla più mi risento che quando altre nazioni o mi acclamano
giornate della mia gioventù, ricordo, risento, riascolto le persone care che ho
una mia vecchia canzone, per cui risento quel tempo. 2. tr
resentire, rissentire), tr. { risento). udire nuovamente o ripetutamente;
pascoli, 18: nel cuore / lontane risento / parole di morti. e.
i-423: misero me! che sol risento i moti / d'un timor vile e
i-125: o divino manzoni, io risento ora sfogliando il tuo libro quello che
goldoni, x-958: beltrame, al cor risento / delle vostre sventure il grave peso
narrarmi le tue avventure, e come risento vivamente anche io tutte le tue afflizioni!
quisti sterpi, e più non mi risento. cellini, 1-84 (197):
: desto in un tratto io mi risento e salto / fuor dalla cuccia, ed
or conosco i mie'danni; or mi risento. musso, 61: quegli,
1-191: io da qualche tempo mi risento degli intestini. -per estens.
mai stato. ed io me ne risento un poco. giuliani, ii-197: anch'
giuliani, ii-197: anch'io ne risento di questa caldura, non ne posso più
necessità sue che quasi non me ne risento. piccolomini, 10-104: più che
tuo danno conoscere / ch'io mi risento. ramusio, cii-vi-452: mostrò di
riguardi. cicognani, 13-166: mi risento con l'infermiera perché non mi à
del tralcio. bacchetti, 9-10: risento la sete insidiosa e il fiasco di quel
caso si accosti alle mie membra, risento un dolor fisico: so che allora ivi
si scompone la mia macchina: so che risento dolore; ma qual reazione abbiano questa
, di balza in isco-quasimodo, 27: risento / il monotono ridere senile / dei
: il sonno m'abbandona, io mi risento. foscolo, 1-102: non sonno
viaggio ricamata a colori vistosi, e quasi risento sotto le mani le teste dure di
tuo grande spiacere connoscere ch'io mi risento. catzelu [guevara], ii-84:
, 6-29: di quella notte bolognese, risento ancora l'urtare delle scarpe massicce di
del sonetto,... non mi risento. -tacciare. aretino,
, 6-29: di quella notte bolognese, risento ancora l'urtare delle scarpe massicce di
narrarmi le tue avventure, e come risento vivamente anche io tutte le tue afflizioni!
che avevamo preparato con cardo e ormai risento sempre gli stessi pezzi, consumo le