propria parte, / superbia e ingratitudine rifugge; / il seme, il fior d'
, avverso; lontano, che rifugge (da una cosa, un'idea,
a indicare virtù angusta, che ostentatamente rifugge dagli aspetti materiali e concreti della vita
gli assassini. compagnoni, i-30: rifugge l'animo da questo luttuoso quadro,
c'è, vasta e numerosissima, ma rifugge dalla mondanità e da ridicole ostentazioni borghesi
sapere); avidità sfrenata (che non rifugge da nessun mezzo per appagarsi, e
con furberia e protervia (e non rifugge da azioni disoneste e temerarie purché possa
vita, respinta dagli estremi, si rifugge, si concentra, si moltiplica. giusti
ambizione di far carriera (che non rifugge da nessun mezzo, anche moralmente riprovevole
signore, e a lui... rifugge il giusto, e sarà aggrandito.
vita, respinta dagli estremi, si rifugge, si concentra, si moltiplica.
al collo j circondando, sotterra si rifugge. 5. macilento, sfinito
preciso. 3. che rifugge dall'attività pratica, dall'azione.
la vita, respinta dagli estremi, si rifugge, si concentra, si moltiplica.
ipocrisia. salvini, 39 i-16: rifugge l'ignaro volgo... e barbare
e luogo, come quello che non rifugge i più aspri siti dell'alpe. d'
! tasso, 7-44: al ponte rifugge, e sol nel corso / de la
aggettivale: d'animo chiuso, che rifugge dalle compagnie. d'azeglio, 1-202
volgar., 3-40: per la temperanzia rifugge di discemere se gli è utile o
. maffei, xxx-6-84: ma oimè, rifugge / l'animo, e si disdegna
certa manìa di novità, che non rifugge da nessun mezzo per riuscire meravigliosa e
cortese, amoroso. -anche: che rifugge dalla violenza, conciliante, tollerante,
10. modo di dipingere o modellare che rifugge da crudezza di luci e di colori
per le feste; la natura mia gufesca rifugge dai rumori e bagliori espansivi.
, un discorrere; un conversare che rifugge, come da pedanteria, da qualsiasi
, / dal cui lustro atterrito egli rifugge, / benché furente, finché mesto alfine
in quello che egli scansa il piede e rifugge d'esser picchiatovi col martello, quivi
febbre. faldella, 4-97: quanto rifugge dal parlare in pubblico, altrettanto è
fissare facea: / il sol rifugge di fissarvi l'occhio, / e volge
larga e tanta, / che chi rifugge a lei, la lo raccetta, /
, da sincerità d'animo; che rifugge da ogni calcolo, che è privo di
. persona ingenua, timorosa, che rifugge dal mondo. pascoli, 315:
, et il tiepido e temperato non rifugge, se sia frescoso. buonarroti il giovane
di temperanza, di parsimonia; che rifugge dal lusso, dalla dissipazione, dagli
f. invar. letter. che rifugge dai rapporti coniugali, che è insensibile
agg. e sost. invar. chi rifugge dalla povertà. settembrini [luciano
. figur. che si ritrae, che rifugge da doveri, impegni, responsabilità,
: vincitor prima, vinto poi, rifugge sconosciuto a una galea greca. d'
stesso e del suo. -che rifugge dalla familiarità con gli altri (un
, 7-172: nella sua generalità, rifugge dalle posizioni rifor- miste. =
tanti indegni è di sé prodiga, / rifugge da le mie braccia, schernendomi!
le feste; la natura mia gufesca rifugge dai rumori e bagliori espansivi.
e per questa diviene ignobile. -che rifugge dalla vita pubblica, dalla notorietà;
/... / l'anima spaurita rifugge / sotto le nere tue ciglia.
suade / una virtù che dal gioir rifugge? d'annunzio, iv-1-62: tutto
i-299: o arno, a cui rifugge / la maggior parte di noi fiumi tòschi
. e. gadda, 7-202: non rifugge [carducci] verso l'al di
il madrigale evita studiosamente le mandre e rifugge dalle villane, o se anche le avesse
. 11. figur. che rifugge, evita e non si cura di
lustro atterrito egli [il leone] rifugge, / benché furente, finché mesto
ideali e a sagace prudenza; che rifugge istintivamente da ogni grettezza e meschinità;
paghi / chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno, del cui
a luogo e gli anacronismi da'quali rifugge la storia non ispaventano menomamente la tradizione
1-i-384: il contadino, se buono, rifugge da quell'incomodo mercatore e, se
da moderazione e tolleranza politica; che rifugge dagli arbitrii e dagli abusi di potere
il capitale esistente [nel sud] rifugge dall'investimento nelle industrie, tranne queila
adatta a una condizione, che ne rifugge. - anche per antifrasi. groto
gravi; scellerato, iniquo; che non rifugge dal delitto. m. villani
(superi, neghittosissimo). che rifugge da ogni fa tica e
solo di circe / all'arti si rifugge, e nella lieta / di venenoso nettare
di linguaggio o stile nobile, che rifugge non tanto dal triviale quanto dal comune
e luogo, come quello che non rifugge i più aspri siti dell'alpe. b
ama le tenebre e da sua luce rifugge? fagiuoli, x-17: si ringaluzza come
. che odia il sole, che rifugge dalla luce. p. segni
esercizio della virtù della temperanza; che rifugge dai piaceri sessuali. petrarca, 317-3
6-ii-581: provocai questo miserabile, ma egli rifugge dal darmene un'onorata soddisfazione.
di pampini coronato la fronte, pur non rifugge di specchiarsi nell'acqua soggetta.
o di un modo di esprimersi che rifugge da espressioni concitate ed enfatiche ed è
, limpida, pacata. -che rifugge dall'ampollosità, dall'enfaticità, dalla
paghi / chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno. carducci,
chi ama eccessivamente il quieto vivere e rifugge per indolenza o apatia dalla vita attiva
paghi / chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno, del cui
una persona, il carattere); che rifugge da slanci, da entusiasmi. -anche
2. sm. persona che rifugge da ogni cambiamento e novità.
il madrigale evita studiosamente le mandre e rifugge dalle villane. landolfi, 2-54:
di esprimersi o di argomentare, che rifugge da espressioni contorte ed enfatiche e si
che, per amore del quieto vivere, rifugge abitualmente da atteggiamenti contrastanti con l'
villani, poltri e ignoranti. -che rifugge dalla fatica (il corpo); pigro
lenta, svogliata e apatica, che rifugge da tutto ciò che comporta sforzo fisico
i-2-36: l'onorevole farmi è scontroso, rifugge dalla posa fotografica e si accusa e
equilibrato e privo di eccessi; che rifugge dall'oratoria, dai toni troppo alti
deformità da cui uno schifiltoso buon gusto rifugge inorridito per incappar forse in peggio,
, velata sotto il tempestoso elemento, rifugge, quasi pudibonda, l'orgoglioso tuo
: provocai questo miserabile, ma egli rifugge dal darmene un'onorata soddisfazione, e se
. basaglia, 1-i-173: la psichiatria rifugge dal considerare la coscienza come forma superiore
maiuscola) il suo pensiero: che rifugge le fumosità, le complicazioni, le
e raccolto. 23. che rifugge dal chiasso e dall'ostentazione; che
modo accattivante. salvini, 39-i-16: rifugge l'ignaro volgo e si spaventa all'
aspira alla distinzione e all'eleganza e rifugge da atteggiamenti volgari o banali; che
ma basti, ché l'animo inorridito rifugge di ravvolgersi tra così atroci memorie.
è cosa chiara che la lingua toscana rifugge 'aa 'e 'ao ',
(dove per l'acqua la gente rifugge, / la qual piovendo de la nube
ualche riposo / e col pensier tedioso / rifugge all'ombra 'un verde boschetto.
pastor per spelonche e per foreste / rifugge a l'ombra fresca, a ronda molle
non di rado, e questi si rifugge alle stanze di sua moglie, ivi è
canuta e rigida vecchiezza / dove ogni mal rifugge. tarchetti, 6-i-636: l'amore
/ chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno, del cui tosco
gorgo la sugge, / l'anima spaurita rifugge / sotto le nere tue ciglia,
solo di circe / all'arti si rifugge, e nella lieta / di venenoso
sparsi pensieri e in se stessa si rifugge per trovarvi felicità. cesari [imitazione
volto tinto / di spavento e pietà, rifugge indietro. caro, 12-1225: temendo
strali e degli agguati / fugge, rifugge, si travolve e toma / per mille
un gelo, / onde al ponte rifugge e sol nel corso / de la salute
foscolo, xiv-366: il mio cuore rifugge da simili violenze, ma quei vermi
s. v.]: l'animo rifugge da questo pensiero, la mente da
sofocle... e un poeta e rifugge dagli effetti troppo crudi, troppo sanguinosi
simpatia al comunismo, e adesso ne rifugge. -con uso impers.
a luogo e gli anacronismi da'quali rifugge la storia non ispaventano menomamente la tradizione
mi suade / una virtù che dal gioir rifugge? tarchetti, 6-i-319: era uno
ciò l'alma pensando: e se rifugge / a questa spoglia, è perché amando
canuto: e pur la vita / ti rifugge dal corpo inerte al cuor / e
in mare, / e il mar rifugge gonfio di sangue fervido. buzzi,
ruote di mulini. / il mare rifugge / delle danesi coste al bacio.
te! da lui la strofa alata rifugge su penna d'aquila o d'usignolo,
avegnaché l'animo à orrore di ricordarsene e rifugge i pianti. maconi [tommaseo]
la mal saldata piaga, che naturalmente rifugge di farsi spesso toccare. bembo,
vel recate a vergogna, e ne rifugge l'occhio l'aspetto. cesari, 1-2-288
cesari, 1-2-288: l'animo inorridito rifugge di ravvolgersi tra così atroci memorie.
. carrà, 486: un misantropo che rifugge la vita e gli uomini. comisso
vivere suo co'mezzi ordinari, non rifugge uccidersi trangugiando carboni ardenti.
è cosa chiara che la lingua toscana rifugge 'aa'e 'ào', e specialmente posto sotto
l'uso moderno e l'orecchio li rifugge. -schifare un cibo.
nodo al collo / circondando, sotterra si rifugge. carducci, iii-2-140: a me
. 2. figur. che rifugge dalla frequentazione di altre persone e mantiene
, di concedersi ah'amante; che rifugge dal vincolo matrimoniale (con partic.
vostro servo patisce assai. -che rifugge dai facili effetti (una forma artistica)
da violenza divina sforzati. -che rifugge. rosmini, xxv-430: l'istinto
popolare d'italia. y che rifugge dall'ostentazione, che è nutrito o
, dell'ombra e della solitudine, rifugge dai campi sativi, troppo regolari, troppo
da simpatia al comunismo, e adesso ne rifugge. -rilassamento, cedimento, diminuzione,
feroce moralista o per un misantropo che rifugge la vita e gli uomini.
. -tricé). ant. che rifugge da un vizio o evita una fatica.
deformità da cui uno schifiltoso buon gusto rifugge inorridito per incappar forse in peggio. navarro
. -in partic.: che rifugge, che evita l'amore e le
. schivo1, agg. che rifugge o evita di compiere un'azione,
o anche ritroso e scostante; che rifugge dall'altrui compagnia e vicinanza, che
pingue padrone del caffè svogliato, rifugge dalle fatiche e dagli impegni gravosi;
2. per estens. che rifugge da ogni fatica, da ogni impegno
sul crimine. 3. che rifugge o è contrario o alieno da un comportamento
lito. carducci, iii-4-130: il mar rifugge gonfio dine fresca e l'operazione dello scuoiamènto
non ha amici, compagni; che rifugge dall'altrui compagnia o vicinanza, solitario
compromettere seriamente un'attività. scontroso, rifugge dalla posa fotografica e si accusa e si
, temperamento scorbutico e scontroso; che rifugge il consorzio civile o vive romito.
di pensieri; comportamento austero, che rifugge dagli scherzi, dalle frivolezze, dall'
la qualità del gusto è severamenteitalica; e rifugge da contaminazioni più brillanti che proficue;
di gradevole ambiguità e incertezza; che rifugge dall'eccesso di precisione e di realismo.
che ha atteggiamenti scontrosi e sgarbati; che rifugge dai contatti umani; scorbutico, villano
da simpatia al comunismo, e adesso ne rifugge. -fiducia degli acquirenti per un titolo
snocciola corone. berchet, 1-33: chi rifugge l'uscire a caccia vada in malora
581: provocai questo miserabile, ma egli rifugge dal darmene un'onorata soddisfazione. b
la consacrazione d'un ideale, da cui rifugge la mite e sommessa ispirazione de'suoi
nei labirinti delle questioni sottili solo perché rifugge dalla disputa e dalla polemica? n.
sparsi pensieri e in se stessa si rifugge per trovarvi felicità. gnoli, 1-314:
grossi, ii-197: v'ha chi rifugge infra le ostili frotte / e per un
l'oggetto della sua spiacente passione; ne rifugge. carducci, iii-16-115: leggendo a
beni e dagli interessi mondani; che rifugge da comportamenti o da pensieri moralmente riprovevoli
, e la penna quasi da questo ufficio rifugge, e tutto sento ne l'operazioni
. foscolo, xiv-366: il mio cuore rifugge da simili violenze, ma quei vermi
xlviii-7: chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno, del cui
, 18-308: la musica di chailly non rifugge da qualche escursione nel tematismo e infatti
da moderazione e tolleranza politica, che rifugge o limita gli arbitri e gli abusi del
-caratterizzato da moderazione e tolleranza; che rifugge da arbitri e abusi di potere (un
. mazzini, 16-390: il poeta rifugge terrorizzato dal suo nuovo compito, e
che si muove con circospezione e che rifugge ogni contatto diretto con l'uomo e
. soffici, v-5-569: l'arte rifugge dall'osservazione e dall'amore della natura
lungi: « o amo, a cui rifugge / la maggior parte di noi fiumi
/ chi la giustizia uccide e poi rifugge / al gran tiranno, del cui tosco
traditor un gelo, / onde al ponte rifugge, e sol nel corso / de la
a luogo e gli anacronismi da'quali rifugge la storia, non ispaentano menomamente la
accento, diremo, trisillabistico dei latini rifugge dall'ultima. trisìllabo (trisìlabo
sf. disposizione d'animo di chi rifugge da ciò che è moralmente sconveniente o
, 280: ma non rifugge forse la chiesa dai mezzi violenti? non
messianismo movimentistico diciamo pure wojtylesco, che rifugge dal compromesso facile con chicchessia.
'verità'. aletteràrio, agg. che rifugge da ogni ricercatezza letteraria. fiatano,
politica estremamente dialettica e cauta, che rifugge da prese di posizione nette e irrevocabili.
plur. m. -i). che rifugge da ogni tipo di dolore.
plur. m. -ci). che rifugge dall'osservanza di regole e precetti.