salotto. -bisogna lasciarla riposare: le rifaccio l'acqua panata e vengo anch'io
dò un calcio all'attrezzista e lo rifaccio da me. 2. sport
una esperienza triste, per meglio dire la rifaccio, delle incertezze crudeli in cui si
violentissima poi e da cui non mi rifaccio che ora. sbarbaro, 1-75: «
suolo. paolieri, 235: oggi io rifaccio brancolando fra le barbare devastazioni di flora
una volta, se posso, gliela rifaccio a doppio e se non posso, me
versi, di quelli nuovi che faccio e rifaccio penelopicamente senza fine. p. petrocchi
, di quelli nuovi che faccio e rifaccio penelopicamente senza fine. = comp.
mille. piovene, 15-62: se mi rifaccio la domanda a quel modo, devo
rottadicollo: la via che faccio e rifaccio quotidianamente con l'andatura della rassegnazione.
mancami l'estro e in van faccio e rifaccio. tommaseo, cixi- 384: se
, i-4-44: quando il conto mastico e rifaccio, / so ch'altri più di
una volta, se posso, gliela rifaccio a doppio, e se non posso,
non so più dove, e ve la rifaccio a modo mio. alvaro, 20-29
mi disfaccio in bocca, il cor rifaccio. salvini, 19-iv-1-295: non è.
: la via che faccio a e rifaccio quotidianamente con l'andatura della rassegnazione.
, frugo nella cassetta dei giochi e rifaccio la mia scalata. -per simil
buone! / per cento lire, le rifaccio il sangue! / -io, pe'