, / parlando più assai ch'io non ridico. ariosto, 12-13: con tal
: ho io appreso quel che s'io ridico, / a molti fia sapor di
o turba errante, io ti dico e ridico che la poesia è un ghiribizzo de
o turba errante, io ti dico e ridico che la poesia è un ghiribizzo de
esser vivo? capperi! io / mi ridico. lippi, 2-38: capperi!
, 711: io t'ho detto e ridico ti che, se fra'timoteo ti
che t'ha molestato, e te lo ridico. carducci, 154: altri
, / parlando più assai ch'io non ridico: / venimmo al punto dove si
ancora piangere. baruffaldi, 62: io ridico / che l'usarlo a disproposito,
in senso giudubitabile, incontestabile. ridico): da exctpère ('trarre fuori
turba errante, io ti dico e ridico che la poesia è un ghiribizzo de la
virtù. salvetti, 115: mi ridico. voi siete un uomo tondo, /
pavese, 1-59: mi dico e ridico: - bella strada che hai fatto.
/ ho io appreso quel che s'io ridico, / a molti fia sapor di
è guasto il tempo, e però ridico che si rannugolerà e guaste- rassi il
colpo e in men ch'io noi ridico / un occhio imbrocca e 'l cerebro gli
allegro; ché ve lo confirmo e ridico per le parole del nostro signore.
ch'io gli avea detto e gli ridico / indubitabilmente ei presta fede. d'annunzio
/ ho io appreso quel che s'io ridico, / a molti fia sapor di
. dir. negozio giu ridico con cui un soggetto garantisce l'adempimento
, 1-98: vi dico e vi ridico ch'io opero con voi senza tante metafisiche
ti prego, ad ira: s'io ridico il vero, / cuotesta istoria il
le zuffe. idem, i-12-212: vel ridico: a monte / le favole:
del muro, e mi dico e ridico: - bella strada che hai fatto.
tacesse. alfieri, 5-11: dico, ridico, e ognor più torno a dire
mille volte l'ho detto, or lo ridico, / che di maestro ch'eri
sei. buonarroti il giovane, i-293: ridico! pazzerello, / orsù, ornai
io vi lodo e dico / e vi ridico, non vuol perdigiorni / sgraziati e
. salviati, 20-109: io vi ridico che ghibellin caravela è in genova da
, 1-98: vi dico e vi ridico ch'io opero con voi senza tante
. cecchi, 1-i-185: -se io ne ridico mai nulla, moro, che dio
è guasto il tempo, e però ridico che si rannuvolerà e guaste- rassi
ed è guasto il tempo, e però ridico che si rannugolerà e guasterassi il tempo
ridette da tanti? cesari, iii-165: ridico qui il detto altra volta e non
16-58: quali cose tralascio o quai ridico? / s'offre per mio, mi
xxxix-144: taci, balorda, io tei ridico; / e tei dicono pur a
se tu voi. / -io vi ridico un'altra volta cn'io / abbrugio et
flaminio, io vi ho detto e vi ridico che io sono stato causa della morte
, ii-14-257: le dico, le ridico e le ritorno a ridire che tutti in
rimettermi i dugento scudi. io glie li ridico suoi, e altri prometto e mi
monti a l'aure a tonde / ridico la canzone del tuo petrarca. de
mattoni del muro, e mi dico e ridico: -bella strada che hai fatto.
andare tosto lo legno. e cosi ridico io a te: tu hai legno a
? -perché ho un vizio, che ridico tutto con facilità. manzoni, fermo e
, / parlando più assai ch'i'non ridico. idem, purg., 5-103
1-19-316: l'ingiustissima offesa io non ridico, / né voglio altrui rimproverar quel
fa ho detto, e non mi ridico ora, che non intendevo punto che l'
menti degli uomini? nessuno. mi ridico, ne lasciò molti, ma tutti funesti
. salviati, 20-109: io vi ridico che ghibellin caravela è in genova da otto
t'ho già detto, margarita, e ridico di nuovo che, se fosse possibile
t'ho già detto, margarita, e ridico di nuovo che, se fosse possibile
ottima ragione ho detto altrove e lo ridico qui piu acremente che la storia filosofica
una densa spiga; le foglie ridico che prendeva nome dal giurista romano sal
posta in fine dell'ultima lettera, dove ridico in dieci righe tutto quello che ho
però quasi fuori. cesari, lfi-165: ridico qui il detto altra volta e non
posta in fine dell'ultima lettera, dove ridico in con le loro varianti,
/ parlando più assai ch'i'non ridico. varchi, v-876 (293-14):
brama. alfieri, 5-11: dico, ridico, e ognor più tomo a dire.