/ così sparver gli alberghi: e restàr sole / l'alpe e l'orror che
giovane, 9-344: gli spirti miei restàr sul tavoliere / per aver tosto il sezzo
attoniti a quel mostro i saracini / restàr. idem, aminta, 616: quindi
di borra: a questi panioni / restàr bruchi e forfecchie a milioni. vasari,
bracci di mar chiusi fra terra / restàr campi arenosi, arida terra. sassetti
d'un aguto / del capo del martel restàr feriti. d. bartoli, 33-
quindi l'aere e tetra ignifero / restàr liquidi e molli, e l'un dell'
le glebe. / molti perir, pochi restàr prigioni; / che pochi a farsi
mia; /... onde restàr le membra, / quasi senza vigor,
ridutte le reliquie in arli / che gli restàr del gran notturno fuoco. cellini,
le glebe. / molti perir, pochi restàr prigioni. ganzarini, i-2-88: per
la torre alta] i saracini / restàr, vedendo la città più bassa.
portati nel fiume a gran tempesta: / restàr gli scudi, e scritti i nomi
danno abbiano avere, / perché ve ne restàr morti parecchi. lippi, 7-6:
. b. corsini, 17-31: restàr rauche le trombe, i comi fessi,