, 637: e gli alberi non restan di guardare. / brulli, stupidi
hanno equivocato e fatto male, / restan quivi affibbiti, e mezzi morti. note
e beltà, maschere vili, / restan carnovalesche e baccanali. 2. la
giovinezza e beltà, maschere vili, / restan camo- mattioli, 1-101: come
troscia. sbarbaro, 1-280: dalla cultura restan fuori... i terreni,
mattina de le porte, / non restan mai perfin che 'l ciel s'imbruni.
modo. allegri, 1: non restan per tanto i moderni dipintori di porre
susini. sbarbaro, 1-280: dalla cultura restan fuori... i terreni,
, / ch'a gli affamati augei si restan cibo. vasari, ii-41: dall'
il tuo merto. marino, 16-165: restan con fronti stupide e dimesse, /
arte, il genio e l'inclinazione restan sottoposti a infinite diffalte. manni,
o in gioco o sotto al pero / restan così con facce dispettose. a.
i pregi augusti / ne la posterità restan sepolti, / vili epitaffi son,
hanno equivocato e fatto male, / restan quivi allibiti e mezzi morti. cesarotti,
nei caffè del quartiere altra volta disertati. restan così padroni del campo il moro col
giorno. ciro di pers, 226: restan vedovi i letti, inculti 1 campi
si sfaccia negli ardor soverchi. / restan sol quegli frequentati e culti; /
/ non conoscendo il panno della saia / restan poscia impaniati all'uccellaia. soderini,
molte diversissime piante e le biade tutte restan comprese. -frumento grosso: frumentone,
l'ingombra, e preme, / restan le chiome inferme, e scolorite. baldi
, e con tale artifizio, ritirandola restan predati. 6. gastron.
casse l'atmosfera: / s'ar- restan le industrie, va la borsa in letargo
carducci, 637: gli alberi non restan di guardare. / brulli, stupidi
in su, / né mai si restan, fin che non si spertica.
,... /... restan tutti con ammirazione / a sì largo
ne i pori internati ed aderenti / restan molti di lor de la tua cute.
carducci, iii-3-231: gli alberi non restan di guardare. / brulli, stupidi
distolga il viso, gli occhi le restan là invischiati: come quelli del serpente.
torpor tu balzi / repente al faticar, restan le fibre / dal subit'urto oltre
quelle ragioni per le quali legalmente restan nulle le convenzioni fatte tra i popoli
co'tramezzi formati dalle placente che dopo restan libere, e per semi a scudo
torpor tu balzi / repente al faticar, restan le fibre / dal subit'urto oltre
come dal duol e dall'umore / restan di luce quasi privi e spenti.
manti; se questi nell'india restan negletti e scabri nella straparola,
via le mediate, delle quali queste restan prodotte. rotnagnosi, cono., i-137
che, ancor belle e giovanette, / restan libere e solette. papi, 2-1-75
fosser precipitati, oppressi in guisa / restan, che quasi mentecatti e scemi,
/ d'intorno alle civette ammaestrate / restan presi, pelati e mezzi cotti. maniglia
conoscan di chi l'opere sono, non restan per tanto i moderni dipintori di porre
castelli; / e tutti i guitti / restan qui soli radicati e fitti.
odorato. baruffaldi, 79: restan tanti ancora / degli amici da invitare
vince fortuna e sol quei vinti / restan che neghitosi se ne stanno. caro,
la quantità della donna che pigliano, restan chiariti, senza rimedio, di quanto
'n lei parea sì salda / solvesi e restan sol gli altri desiri. ciro di
i concetti e i sentimenti / o restan tutti oppressi o tutti spenti. c.
notizia di tutti li stremi; che restan di figura ovale o sperica, di
: i frusoni più che ad altro restan presi alle paniuzze dell'uccelliera. olina,
. l. bellini, i-155: restan que'tant'altri mila a piè, /
cavalli e dalle ruote / non restan stesi in cibo ai corvi e ai cani
: cacherelli delle capre e delle pecore che restan loro attaccati al pelo delle natiche.
: i luoghi da cui salpò colombo restan di poppa e già lontani.
1-187: al suon delle parole mie / restan gli uomini presi e stupefatti. chiabrera
infermità. allegri, 1: non restan... i moderni dipintori di porre
vedi come dal duol e dall'umore / restan [gli occhi] di luce quasi
, 1-15-202: con tal conven- zion restan contenti / lo dio de l'alme e
ove color che starsi aman soletti / restan difesi dall'estivo raggio. manzoni, pr
langui- scon, ma languendo / non restan già d'esser rapaci e ladre.
ciglio / mi ruppe sì che ancor restan signati, / onde non puote'farli
langui- scon, ma languendo / non restan già d'esser rapaci e ladre.
>ane, / cioè quei tozzi, che restan a mensa. baldi, 4-2-143:
si viene e vassi; / sicch'elle restan facce chiuse dodici. tommaseo [s
interviene a'morti, in quanto e'restan vivi nelle memorie degli uomini, ho detto
si rimbecca, / tanto che le partite restan pari. 11. locuz.
roste o rifermate, dove s'ar- restan le castagne) son tutti sgrottati (rovinati
levar via le mediate dalle quali queste restan prodotte. -rimestare qualcosa più volte o
il pane, / cioè quei tozzi che restan a mensa. redi, 16-iv-93:
. saluzzo roero, 3-ii-196: pochi gli restan guerrieri superbi: / vede il trionfo
, 356: cascan le rose e restan poi le spine, / non giudicate nulla
tuoi leggiadri e ben composti giri / restan le turbe spettatrici immote / senza sguardi
che in luogo di fecce nel fondo restan col gusto o col saggio ordinario del fuoco
grosse che in luogo di fecce nel fondo restan, col gusto o col saggio ordinario
la fiera percossa i sanguidotti, / restan di lume i chiari lumi incerti.
guaste, / e cadendone giù, restan sepulte / le genti pria che morte,
quei che da la morte son scampati / restan privi di forze a l'ospitale.
sbarbaro, 1- 280: dalla cultura restan fuori, con la lama d'acqua,
fracassati e di riveriti che puma erano restan di poi scherniti. -non
..., le quali però restan dirette per metà da sopra in sotto e
1-iii-309: di scrivere han scossa / restan confusi a udir nostre parole. alta corte
i concetti e i sentimenti / o restan tutti oppressi o tutti spenti. tasso,
e guaste / e, cadendone giù, restan sepulte / le genti pria che morte
'n lei parea sì salda / solvesi e restan sol gli altri desiri. brusoni,
il pane, / cioè quei tozzi che restan a mensa. ti nimicheranno. fausto
e i sentimenti /... restan tutti oppressi o tutti spenti, / e
vedi come dal duol e dalrumore / restan di luce quasi privi e spenti. scalvini
più dura, e tanti onori / restan per morte poi subito spenti. buonarroti il
giù e in sù / né mai si restan, fin che non si spertica.
a'tuoi leggiadri e ben composti giri / restan le turbe spettatrici immote / senza sguardi
poi son vecchie, le meschine / restan abbandonate; e son costrette / a sputacchiarsiognor
messe su la scena [certe commedie] restan 2-174: considerando i fecciosi costumi d'
che, perduto il vigore straniero, restan di moversi totalmente. milizia, viii-242
. del tufo, 126: si restan tutti intorno a l'ammalato / per
può dar la virtù solita, stupefatte restan le membra. 6. che soffre
la quantità della donna che pigliano, restan chiariti, senza rimedio, di quanto male
si viene e vassi; / sicch'elle restan facce chiuse dodici, / distinte tre
armi, onde quei nobili campioni / restan trafitti per cavar la foia, / son
, / cioè quei tozzi, che restan a mensa. oliva, 15: non
/ d'intorno alle civette ammaestrate / restan presi, pelati, e mezzi cotti.
fa quasi mai cangiamento, e così restan tutti gli abusi, e non si avanza
e vilipesa / tal che le tele sue restan di ragno. bruno, 3-29:
i-286: dante e il poema suo restan... l'uomo e il libro
quei pochi della sua schiera, / che restan vivi, è fatto anch'ei prigione
giuliani, ii-350: gli uccelli, come restan impaniati, se non si è lesti
e manda / quest'altra, elle non restan mai di chiedere. = comp
. sbarbaro, 1-280: dalla cultura restan fuori... i terreni, arenaria
quanto distolga il viso gli occhi le restan là invischiati: come quelli del serpente