mi dono a lui, tutta mi rendo. idem, dee., 3-7 (
10 vivo in serena rispondenza di respiro: rendo loro in fiducia e in amore ciò
qui alligate le sue lettere, e le rendo grazie del favore. 2.
la vita che mi desti ecco ti rendo. carducci, 709: le donne piangenti
pristino imperio giusto e santo / ti rendo, e la corona, se ti piace
ammendare nel cospetto d'iddio; mi rendo quanto posso dispetto agli occhi vostri. idem
un'ammirabile lettera, io te ne rendo una pessima. oriani, 1-556:
amor mi manda sospiri / merzé che rendo inver l'amorusa. ser giovanni, ii-40
[^ op. ai 'chiarisco, rendo conto'. apòlogo, sm.
, / e sprezzator degli uomini mi rendo, / per la greggia ch'ho
infinito. redi, 16-vi-268: le rendo grazie arcinfinitissime de'libri. -arcinobilissimo
: è abbastanza difficile, me ne rendo conto anch'io, arrivare ad esprimere
[crusca]: io ve li rendo e assegno, acciò che 'l popolo romano
a far baratteria, / di che rendo ragione in questo caldo. ottimo,
l'ave dà, baron fotti ve li rendo! ». = lat.
carino. bembo, 7-2-91: vi rendo molte grazie, e dell'albero anco
, in qualunque modo si sia, rendo grazie a dio che sì lungo tempo l'
croce delle braccia, e loro mi rendo a discrezione, come già al tris-
, io gli raccolgo / e gli rendo immortali; e tal ne tesso / serto
volere, e per mostrartelo, ti rendo la pariglia, e ti presento un
rendiate giustizia. foscolo, xv-472: le rendo infinite grazie delle memorie intorno a giovanni
per una. monti, iii-444: mi rendo certo che l'amor della patria e
a far baratteria; / di ch'io rendo ragione in questo caldo.
pare uno spiritato, quando io non rendo i fiaschi. carena, 2-171:
, al verno il gelo, / rendo la notte ombrosa, il dì lucente,
limbellucci, o carniccio; e rendo conto dei teatri e delle vanità carnavalesche di
al mio perduto aggiungi, / carme ti rendo, d'ogni gusto parco. marino
. redi, 16-vi-175: le rendo grazie delle notizie del botta,
nella pratica de'falsi amici, mi rendo certo che per l'avanti la nostra
parìa rotta, / unde le terrieri rendo la prima volta sulla scena tutte infreddate che
son lamentato di voi, io me ne rendo di core in colpa, non de
guadagno. certo / io me ne rendo in colpa, e me ne pento;
presenterò al serenissimo granduca; e mi rendo certissimo, che mi comanderà che io gliela
di quello. marino, i-277: vi rendo infinite grazie della cortese commemorazione fatta
col più tenero sentimento. io vi rendo il contraccambio, e se potessi vorrei
e ben ornata, della quale vi rendo molte grazie, e dell'albero anco molto
col più tenero sentimento. io vi rendo il contraccambio, e se potessi vorrei
lungo / d'una lucertola. rendo far del nostro fallo ammenda, / da
i quali corporizzano lo spirito; io rendo anzi lo spirito ai corpi, li
dei verdeggianti colli / io pur mi rendo a me medesmo. monti, 2-506:
ed a mia figliuola, come io mi rendo certo che tu farai. nievo,
vanno per lo mundo discor rendo, e con quante novissime arte inducono gli
, per crome e per diesis non rendo meno che gioie.
vecchiaia! leopardi, 17-32: ti rendo / qual maggior grazia mai delle tue
/ la vita che mi desti ecco ti rendo. proverbi toscani, 28: è
da vero padrone affezionato, e gliene rendo molte grazie; assai curandomi che la
curiosità. redi, 16-vii-241: le rendo grazie della lettera fattami vedere del sig
la vostra. redi, 16-ix-410: le rendo grazie arcinfinitissime de'libri e passo questo
ammendare nel cospetto d'iddio, mi rendo quanto posso dispetta agli occhi vostri.
, per tuo amor io mi ti rendo: / ricevimi in te, infinitissimo,
bella, / ma pur a voi mi rendo ad ogni patto. caro, 12-
avi tuoi. con quel piacer lo rendo, / che donato l'avrei. carducci
lode accorto e saggio / io ne rendo al valor debito omaggio. alfieri,
a mille doppie / la notte io rendo, perché il cor non scoppie, /
da ¦ ftsuvo * addolcisco, rendo piacevole '). editare,
alzo la mano, e l'arme rendo / a l'empia e violenta mia fortuna
: allora ritiro sù i pesi e rendo al pendolo lieve il moto inesorabile, non
le ambascerie... / rendo, e disse: te infelice, se
gemelli careri, 2-ii-419: contuttociò vi rendo infinite grazie del buono amore, e
nell'atto in che il tuo don ti rendo, / l'etnisca lira che tu
familiarizza. cardarelli, 3-122: mi rendo conto benissimo del carattere dei marchigiani:
. da porto, 1-89: mi rendo sicuro che non molto avrete sperimentato l'
e se nulla mi dài, nulla ti rendo. -volgere, tornare, tacere
donna cotanto pregiata, / grazia vi rendo piena di merzede, / reggendo sempre
letargo? segneri, ii-23: ti rendo la spada per non privarti di sì ferale
. campanella, i-156: or ti rendo, signor, fermezza intégra: /
. cino, iii-63-10: grazie ne rendo a chi ver lui sibilla / che
d'oriolo. foscolo, xvii-290: le rendo l'onor suo: non è avara
di cristo, iv-11-5: grazie ti rendo, creatore e redentore degli uomini, il
, con ragion, di quell'or- rendo eccesso / del greco re filosofommicida; /
vii-338: flagro: ribollisco, ardo, rendo odore. canteo, 206: sidereo
fonte. redi, 16-vii-281: le rendo cordialissime grazie per l'onore,
tutte le forme: onde io le rendo reverentissime grazie della supplica passata con sì
speranza e 'l mio servir fiale / ti rendo, e quel piacer fallace e frale
. m. franco, 1-125: rendo frasche per foglie: / basti,
, ma tanto un puzzetto di rigno lo rendo sempre. 4. figur.
fai o che farai, / laude ti rendo con giubilazioni / per quella grazia la
di voti io ti offerisco, e rendo laude e gloria alla grandezza della tua carità
e 'l corpo, signor mio, ti rendo. 4. ant. reso
bastava assai rispondere: grande grazie vi rendo. carducci, ii-10-9: vorrei del
la graticola, disse: grazie ti rendo, messer gesù, che m'hai fatto
moltitudine. bembo, 9-1-103: rendo infinite grazie a-v. s. della sua
d'annunzio, i-976: grazie vi rendo, perocché l'ancella; - / pur
22-43: sprez- zator degli uomini mi rendo, / per la greggia ch'ho appresso
! metastasio, ii-121: la libertà ti rendo; / t'involo al regio sdegno
non feci allora attenzione, né mi rendo ben conto, come la scena fosse rischiarata
tormento immortale. bembo, 10-v-109: rendo oltre a ciò immortali grazie a n.
la bocca a furia di baci, e rendo impossibile ogni colloquio con l'impeto delle
impotenza. moravia, 18-7: mi rendo conto, con un sentimento amarissimo d'
diritto a suo officio, inchie- rendo tutto giorno ed ispiando dell'uso e de
qualche pietà umana e qualche bontà, rendo mercede al tuo figliuolo. -con
incordando i nervi al cavo legno, / rendo al canto mio sì dolce tuono.
bellezza. leopardi, iii-320: ti rendo quelle grazie ch'io posso,.
scrivere di voi. redi, 16-iv-833: rendo grazie a v. sig. dello
227: con ogni pienezza della quale rendo a vostra eminenza infinite grazie dell'ufficio
piangendo infra la gente, / che- rendo te, meo sir disideroso. petrarca,
: a vostr'altezza più ringraziamenti / rendo, che non ha maggio o fiori o
più che sia, / a voi rendo merzé d'esta inoranza. dante da maiano
accordo. zeno, ii-201: vi rendo... grazie della interposizione che vi
la vita che mi desti ecco ti rendo. pascoli, 94: la scabra vite
or lasso alzo la mano e l'arme rendo / a l'empia e violenta mia
laudario. zeno, i-26: vi rendo grazie delle notizie singolari, che mi
vantagio -per lengnagio, -vene, / rendo aunore -laudore -in core -e 'n
miei versi al metastasio, io le rendo mille grazie delle sue critiche, e maggiori
anni di pazienza e di dolori, rendo sul limitare del sepolcro alle tue eroiche
non mi stanco, / grazie ti rendo, che fangosa strada / passai pur
f. frugoni, vi-461: vi rendo grazie,... s'anco vi
e l'armi / già disperse io gli rendo, e gli do loco / nel
: a vostr'altezza più ringraziamenti / rendo, che non ha maggio o fiori
fiore, 202-4: madonna, grazie rendo / a voi, quando voi prender le
e di versi, e te lo rendo perché tu riviva le gioie della giovinezza.
or lasso alzo la mano e l'arme rendo / a l'empia e violenta mia
a. martini, i-15-524: io non rendo onore agli idoli manofatti, ma a
e buona, de la quale le ne rendo le debite grazie. fr. leonardi
(355): di questo vi rendo sicuro che mai io non sarò di tal
morale. algarotti, i-x-301: vi rendo le più vive grazie della ultima lettera
... de'quali nuovamente le rendo grazie, e per la generosità con
meco. agostini, 50: mi rendo sicuro di far rimanere scornato lucifero, e
e diceva orando: signore, io ti rendo grazie imperciocché io non son come gli
cui forcia, heimè, tutto mi rendo. gioberti, 14-186: una parte della
, 4-44: i libri che ti rendo, amico (e sono / meravigliosi)
qualche pietà umana e qualche bontà, rendo mercede al tuo figliuolo.
dirai al tuo signore / che gli rendo gran grazie che concessi / abbia questi
rimatore meschino. moretti, ii-466: mi rendo ben conto di quel che gli manca
far baratteria / di ch'io rendo ragione in questo caldo. sennuccio del
mezzane e piccine; delle quali ti rendo i saluti e gli ossequi.
loro? leopardi, iii-1068: vi rendo un milione di grazie della bontà che avete
dell'una e dell'altra lettera ti rendo quelle grazie ch'io posso, cioè
in concordia. bisticci, 3-46: io rendo grazia all'altissimo dio di tanti ismisurati
, xxxviii-202: io godo ch'io ti rendo a la misura / che misurasti a
centone. foscolo, xv-472: le rendo infinite grazie delle memorie intorno a '
mozzato il tuo saluto. io te lo rendo intero in cartolina. 6.
mi solleticano, ma io non mi rendo alle loro moine. allegri, 113
, deriv. dal gr. vapxóto 'rendo insensibile '. narcòmane, sm
pensiero, un senti bontà rendo grazie infinite a vostra signoria illustris
1-501: di tempo in tempo mi rendo affatto indegno di questi doni così da
: a nome loro e mio, vi rendo grazie / di così obbligantissima prontezza.
demisiani, al quale con l'obbligata rendo parte delle debite grazie. obbligatore
vostra paternità, alla quale di nuovo rendo umilissime grazie dell'onore che ha voluto
devoti omaggi, / signor, ti rendo, e con più ardenti passi / la
« chi mi tien ched i'noi rendo? ». grafi 5-57: il ciel
, nome d'azione da òfxoióto 'rendo simile '(denom. da 5p.
elegante greca mi andava compa rendo alla vista regolarissima. ojetti, iii-167:
meschino / non chiedo, felice non rendo; / ma stanco del lungo cammino
vostro. monti, ii-337: le rendo grazie a questo proposito della cortese di
dimonia orribili. epicuro, 99: grazie rendo a li dèi che quella orribile /
siamo intesi... io mi rendo reperibile dalle cinque alle otto,.
quanto. zeno, i-51: le rendo... alti ringraziamenti di tanti
tu la corregga: e insieme io ti rendo ra gione del mio ozio
di sé. bigiaretti, 8-109: mi rendo conto che neppure sono padrone delle mie
: con mandarvi l'inclusa, vi rendo in parte il cambio di quella che
mia salute e della gentilissima lettera sua le rendo quelle grazie che so e posso maggiori
amici. carducci, ii-2-360: le rendo i saluti della mia moglie da parteciparsi anche
a'miei versi al metastasio, io le rendo mille grazie delle sue critiche, e
giorni passati v'assalì, e ne rendo a dio grazie. 4.
. fiamma, 1-223: io vi rendo infinite grazie e mi terrò beatissimo mentre io
, da 7r7) yvu (xt 'rendo sodo ', di origine indeuropea,
, 1-117: de la offensione me rendo penitente e me confesso involontariamente avere peccato
da buon cristiano, mi confesso e mi rendo in penitenza. -senza penitenza',
quanto pesi all'età nostra la penna, rendo il giusto contraccambio di gratitudine alramor vostro
782: respose malzarisse: -io me rendo a questo pato, che io voglio
, orfeo, 297: io te la rendo [euridice]; ma con queste
umana, xxxv-i-656: lo to corpo rendo amabel frato: / piocli e vermi e
cardinale de'medici, al quale mi rendo certo che v. s. illustrissima darà
agostino volgar., 3-111: grazia ti rendo, plasmatore mio, perocché le tue
luogo la voce insolita greca ch'io rendo a bella posta con una voce oscura del
bocca, come adesso col cuore, rendo grazia del cavalotto pomato da vechio.
imbecillità, la quale ancora non mi rendo conto come così a lungo si sia tollerato
disse: -lasso! ch'io mi rendo morto. - / e a quell'anello
nato sì poveramente: / grazia ti rendo, idio, di tanto onore, /
106: a poco a poco mi rendo me stesso: / trovomi in gran tempesta
/ dolor che m'educò grazie ti rendo. beltramelli, ii-550: mara aveva avuto
fuori-corso li lasceranno finire ugualmente? -mi rendo conto di darti un dolore, ma
165: in qualunque modi si sia, rendo grazie a dio che sì lungo tempo
123: il foglio io non lo rendo / né per marito già non vi
sercambi, 2-ii-200: io m'a- rendo prigione e me e l compagni che meco
morto in terra, / io mi rendo pregion mentre son vivo. galeota, lxiv-59
tuo pristino imperio giusto e santo / ti rendo e la corona, se ti piace
monarchi. monti, v-236: le rendo grazie della cortese offerta delle sue fatiche per
, ii-225: penso, anzi mi rendo certo, graziose donne, che mai
giovio, ii-78: io vi rendo grazia delle profumate lettere che mi scrivete
suggello la bocca a furia di baci e rendo impossibile ogni codoquio con l'impeto delle
v. s. gli provi e mi rendo certo che dirà che io non mentisco
per lo vostro amore, perdono e rendo pace a lancialotto. 8. rispondere
volgar., i-41: mille grazie ti rendo che dopo molte fatiche sì providamente promesso
nievo, 770: adesso non vi rendo molte speranze, ma sibbene quelle che la
a braccio, molto a braccio -io lo rendo mio contemporaneo. = denom
gr. <] / ixóu> 4 rendo calvo ', perché ha il fusto quasi
diceva orando: signore, io ti rendo grazie, inperò ch'io non sono
signore, io le devo e le rendo cordiali grazie per quella benevolenza della quale
tuo figliuol pien di letizia: onor ti rendo, madre santa e pia, per
, molto a braccio, io lo rendo mio contemporaneo. 23. esposizione
far baratteria, / di chi'io rendo ragione in questo caldo. -rispondere
quella perfezzione che non ho. e mi rendo certo che si loderà sempre per una
vostra aurelia. ramazzini, 119: le rendo poi mille grazie delle belle novità letterarie
ai fin disse: -io mi ti rendo / e contento sarò di non morire.
, 4-44: 1 libri che ti rendo, amico (e sono / meravigliosi)
, / alto dio, a te devotamente rendo. loreaano, 3-168: figliuoli,
la vita che mi desti ecco ti rendo. -riconsegnare (o anche soltanto
arici, iii-575: a la pietà rendo de * tuoi / l'esangue spoglia,
ha legata. gozzano, ii-345: ti rendo il figlio [parla la morte]
sillabe e di versi, e te lo rendo perché tu riviva le gioie della giovinezza
, xxxviii-202: io godo ch'io ti rendo a la misura / che misurasti a
gran colpi, ed io glie ne rendo, risvegliato e rifatto attento, senza risparmio
», disse, « non ti rendo, / se non lo far; ché
dico ch'i'sono un eroe e rendo oracoli a chi viene da me.
: perdonino, signori, / se non rendo per ora il minuetto. / ho
xvti-108-57: poiché 'n speranza di merciede rendo / ne lo suo sengno- ragio /
ritonda, 1-159: da me, io rendo questo consiglio: che le nostre dame
volgar., ix-489: se io rendo testimonianza di me, la testimonianza mia
: così riscritto el meo parer ti rendo. dante, purg., 31-143:
che lui solo lo sa... rendo l'idea? -definire con precisione
si trova ', dove manifesto essemplo rendo a le donne, nel quale mirando
la bocca a furia di baci e rendo impossibile ogni colloquio con l'impeto delle
tavola ritonda, 1-537: io me rendo ben pentuto e sonne tristo e doglioso
, 1-289: ora veramente io mi rendo per morto, imperò che la virtude e
bandello, 1-16 (i-182): mi rendo sicuro che il tutto senza difficultà nessuna
106: a poco a poco mi rendo me stesso: / trovomi in gran
preme sì ch'a lei vinto mi rendo, / ché mille volte al dì m'
non più guerra, pietà ché mi ti rendo; / pietà, ch'io lasso
mai a nullo dire / non mi rendo, che me voglia partire / da.
, disse, al mio signor mi rendo. -mostrarsi arrendevole, docile (
la mia donna, a cui tutto mi rendo, / che non m'ancida sì
stanco e affannato l'arme ad amor rendo. -rendere l'estremo sospiro:
e disse: -laso! ch'io mi rendo morto. - / la serpa andava
altrui lettere. monti, iv-214: vi rendo grazie del cortese saluto portatomi dal signor
dottore, siamo intesi., io mi rendo reperibile dalle cinque alle otto.,
i-n-241: egli replicò: « io vi rendo grazie ma, secondo l'intenzione da
speranza. redi, viii-79: le rendo grazie degli avvisi letterari e le ne
santo. beolco, 137: grazia ti rendo ancora / del funeral officio, /
graziosissimo, come glielo descrissi, e mi rendo certo di non esser atto a restringer
d. borghesi, 1-80: la rendo certa che altrettanto io la riamo.
di qualcosa. segneri, 5-182: rendo a vostra altezza serenissima divote grazie per
de'gran colpi, ed io glie ne rendo, risvegliato e rifatto attento.
tenrai ascosa, / anci la ve rendo. latini, i-2900: qui lascio la
l'uccellatura, poi subito gliele rendo, anco poi mi rimprovera la rimendatura.
ringrazzo voi, di fin cor merzé rendo: / merzé, mia donna, ancor
a mille a mille / grazie ognor rendo... /... /
. redi, 16-vii-235: le ne rendo infinitissime grazie con desiderio di aver congiuntura
mi misura di gran colpi ed io gliene rendo, risvegliato e rifatto attento, senza
i quali corporizzano lo spirito; io rendo anzi lo spirito ai corpi, li
impegno. grillo, 323: mi rendo ben certo che, avendo io tanta
lollio, 4-3: mille grazie ti rendo alma diana / poiché l'orecchie tue
benigne orecchie m'abbiate prestate, vi rendo. giraldi cinzio, 2-157: le bacio
confidenza, impegnarli, occor rendo il bisogno, a seguitar la dovuta riverenza
orsi, cxiv-32- 107: le rendo duplicatamente grazie di sue gentilissime e riverite
: frequentava l'osteria romana nella quale rendo i miei pasti un vecchio colla barba.
: poiché 'n speranza di merciede, rendo / ne lo suo sengnoragio / umilemente core
dante, xxxv-ii-771: là 'nd'io ne rendo a voi grazie e merzede, /
ultimi suoi tre bellissimi sonetti similmente le rendo grazie: i quali m'han tanto ripieno
: venendo un temporale or rendo, cadde un fulmine dall'aria, il
, in mio scambio, giovanni ti rendo: / tu se'sua madre ed e'
il prezzo dei 2 tomi, altrimenti li rendo; e mentre dovrò andar a milano
di mentita frode, / né schiavo rendo il libero pensiero, / sacra a me
fogazzaro, 1-501: di tempo in tempomi rendo affatto indegno di questi doni così da restarne
fogazzaro, 1-501: di tempoin tempo mi rendo affatto indegno di questi doni così da
amico di dante, xxxv-ii-749: grazie ti rendo, amico, a mio podere,
ardendo. gozzano, i-300: ti rendo il figlio, o donna, mat'avverto
voti omaggi, / signor, ti rendo, e con più ardenti passi / la
gallani, 83: gentiluomo, vi rendo infinite grazie... e, comandandomi
a la futura gente, / io rendo grazie a dio che mi concede / di
, conv., iii-vu-14: manifesto essemplo rendo a le donne, nel quale mirando
vl-ni: di voi parlo e mi rendo a tutti grato, / semino vostre lodi
. e come ad amico, vi rendo grazie dei libri inviatemi e da me
, 3-282: il qual fatto io mi rendo sicuro che donscipio si contenterà che io provi
/ de'dolci versi tuoi grazie ti rendo. -traviare dal diritto sentiero:
saba, 4-44: 1 libri che ti rendo, amico quali lo maestro metterà allo sguardo
. cino, cxxxviii-170-9: grazie ne rendo a chi vèr lui sibilla / che
3-9 (1-iv-324): di questo vi rendo sicurodi poter seguitare in sicurtà / la scorta
ve ne fo sicuro, ve ne rendo sicurtà), questi bovi son sani;
singolare. guarini, 1-294: le rendo prima umilissimamente grazie del singoiar favore ch'
. v. bompiani, i-18: mi rendo perfettamente conto della delicata situazione nella quale
qual fosti a la selva, / ti rendo inutil tronco. -dissolvere le membra
sarpi, 1-2- 159: io rendo grazie a vostra signoria per il libro mandatomi
, 536: io per te rendo sacrificio a dio, tu per me rendi
5-729: padre mio, dal cor ti rendo / grazie; ma la via lunga mi
a'miei versi al metastasio io le rendo mille grazie delle sue critiche, e
, e io vi ti restituisco e rendo. s. bernardino da siena, 2-i-327
g. bassani, 3-277: mi rendo conto anche che il tuo è un
spedizione vi ringrazio, ma incomparabilmente più vi rendo grazie pel dono delle vostre rime sacre
senno a la futura gente, / io rendo grazie a dio che mi concede /
. segneri, ii-100: s'io rendo adesso quella robba, mi spianto.
vada tutto diritto a suo officio inchie- rendo tutto giorno ed ispiando dell'uso e de
a'miei versi al metastasio io le rendo mille grazie delle sue critiche, e maggiori
, / e sprezzator degli uomini mi rendo. montano, 1-297: delfina..
. v. rota, 43: rendo grazie al signor padre del prezioso regalo.
carlo da sezze, iii-124: vi rendo grazie signore, che mi desti lo spirito
virtudi, / e sprezzator degli uomini mi rendo. carducci, iii- 19-138: antonio
35: così riscritto el meo parer ti rendo, / né cangio mai d'esta
un altissimo grado di grammaticalizza- zione; rendo esplicita la sua possibile stereotipità. =
[21-viii-1986], 5: io mi rendo perfettamente conto del momento in cui accendo
. baiatri, 214: grazie ne rendo ben di cuore al cielo che non
leopardi, iii- 320: ti rendo quelle grazie ch'io posso,..
: co le supplici man, mi vi rendo / (eccomi) colpevol d'ogni
gozzano, ii-346: io te lo rendo, ma non tarderai / a lacerarti il
alli vili. monti, i-370: la rendo avvisata d'aver fatto levar i telari
testa del negozio e della famiglia; ma rendo conto d'ogni cosa a mio padre
mie debolezze,... fé ne rendo cordialissime le grazie. g. gozzi
, / ch'amo 'l nemico e rendo bene per male. 6.
vantagio -per lengnagio - vene, / rendo aunore -laudore -in core -e 'n visagio /
cavallo secretamente. segneri, 5-182: rendo a v. a. s. divote
maria incominciò dicendo: / « grazia ti rendo, idio, di tanto dono,
da un tunnel, solo ora mi rendo conto di quei mesi infernali drunka- to
non tutta l'uccellatura, poi subito gliele rendo, anco poi mi rimprovera la rimendatura
davanzati, xxxvii-6: perzò merzé che- rendo / son voi con umilianza / ché n'
altrui. zeno, vi-251: le rendo poi divote grazie delle sue generose offerte
vale il dominio, or che mi rendo / ai vassalli soggetto? moretti, 2-33
, 4-44: 1 libri che ti rendo, amico (e sono / meravigliosi)
giudice tremava. gozzano, ii-345: ti rendo il figlio, o donna, ma
ànno adomate. metastasio, 1-iii-247: vi rendo grazie del bel- l'oratorio di cui
di via alcuna. gemelli careri, rendo ignote, ed estere / godesti del saper
disanimato. monti, iv-200: io mi rendo sicuro che gl'ingrati tornerebbero a farmi
or lasso alzo la mano e l'arme rendo / a l'empia e violenta mia
orfeo, 297: io te la rendo; ma con queste leggi; / ch'
delle aree circostanti, favo rendo il prosperare di piante adatte a un ambiente
. d'annunzio, i-976: grazie vi rendo, perocché l'ancella, / pur
manifesto [luglio-agosto 2000]: mi rendo conto, capisco benissimo, che la proposta
opera. manganelli, iii-158: mi rendo contro di esser caduto in un errore di
r. campo, 4-148: mi rendo conto che di colpo il paesaggio è cambiato