della dizione. bonghi, 1-204: questo qualcosa è la lingua italiana; il resto
che possiede, che è ricco di qualcosa. f f sanudo,
5. fornito, equipaggiato di qualcosa (una persona). -in partic
. -cambiare l'aspetto esteriore di qualcosa. giovannini, 5-82: li fecero
affermare l'assoluta evidenza o ovvietà di qualcosa. ghislanzoni, 17-23: c'è
n. 33. -cavare gli occhi qualcosa a qualcuno', fargli gola, eccitarne
mi, be'mi. -cavare qualcosa dagli occhi di qualcuno', sottrargliela con
cavare, n. 33. -cavarsi qualcosa dagli occhi', rinunciarvi con riluttanza,
darla o lasciarla malvolentieri. -ottenere qualcosa, raggiungere un risultato rinunciando al riposo
miei occhi. -considerare qualcuno o qualcosa come il fumo negli occhi: v
. 17. -dare degli occhi in qualcosa: v. dare1, n. 62
mio nome. -dare un occhio per qualcosa: essere disposto a compiere qualsiasi sacrificio
disposto a compiere qualsiasi sacrificio per ottenere qualcosa, per raggiungere un determinato risultato.
segno di dispiacere. -fare qualcosa un occhio così fatto a qualcuno:
del cinema. -fuggire d'occhio qualcosa a qualcuno: sfuggirgli all'attenzione,
sopra alcun giornale. -gettare qualcosa in occhio a qualcuno', v.
-lasciare gli occhi dietro qualcuno o qualcosa: guardare con bramosia, con desiderio
occhi del capo]. -levare qualcosa dagli occhi di qualcuno: impedirgli di
quella finestra. -levare a occhio qualcosa: vederla, valutarla di persona.
. -mangiare, mangiarsi qualcuno o qualcosa con gli occhi: v. mangiare1
, sopra, su, in o a qualcosa o qualcuno: nutrire o mostrare vivo
talvolta eccessiva, per qualcuno o per qualcosa; esserne fortemente attratto, allettato o
una certezza, per dichiararsi sicuro di qualcosa. tarchetti, 6-1-187: mio caro
o occhi'. guardare o assistere a qualcosa con grande attenzione e concentrazione.
o gli occhi da qualcuno o da qualcosa o di o da dosso a qualcuno
nutrire o mostrare continuamente vivo interesse per qualcosa, curarsene costantemente; non tralasciare di
passare senz'esser veduto. -passare qualcosa gli occhi a qualcuno: contrariarlo,
per lungo tempo o definitivamente qualcuno o qualcosa. firenzuola, 727: per stare
occhi e le orecchie. -restare qualcosa in occhio a qualcuno: essergli facilmente
azione. -stare con l'occhio sopra qualcosa: prestarvi molta attenzione. zeno
-tenere d'occhio, a occhio qualcuno o qualcosa o avere d'occhio a qualcuno:
-tenere occhio: tenere conto di qualcosa (in relazione con una prop.
. -uscire degli o dagli occhi qualcosa a qualcuno: privarsene, concederlo malvolentieri
tanto di mustacchi. -guardare qualcosa con desiderio, con l'intenzione di
ai cibi nostri. -contemplare insistentemente qualcosa. tarchetti, 6-ii-158: è un
l'occhiolino addosso a qualcuno o a qualcosa: fissare con molta attenzione; seguire
addosso. -mettere l'occhiolino su qualcosa: leggere, esaminare con attenzione.
lei. -porre l'occhiolino su qualcosa: desiderarla, concupirla. buonaccorsi
-grattare qualcuno nell'occipizio: fargli venirein mente qualcosa; rammentarglielo. metastasio, 1-iii-936:
qualcosa', in caso, nell'eventualità di qualcosa. galileo, 4-2-11: trattandosi se
, 16-iv-41: quando di qua le occorre qualcosa, alla buona lo avvisi. algarotti
: per indicare l'assoluta inutilità di qualcosa a raggiungere un determinato scopo (ed
che le rappresenta. tiene celato qualcosa. 7. che si è
letter. l'occultare, il nascondere qualcosa o qualcuno; il venire occultato,
occultare, il nascondere, il celare qualcosa o qualcuno affinché altri non 10 veda
nota speciale; e appena si trovi qualcosa, sarà occupato. 13.
cielo. 2. avere in orrore qualcosa, esecrare, abominare; nutrire sentimenti
provare noia, fastidio, disprezzo per qualcosa. f f giacomo da
. -anche: che ha in orrore qualcosa, che la esecra, la abomina
; che non può soffrire, tollerare qualcosa; che non tiene in alcun conto,
di me. -avere in odio qualcosa: detestarla, aborrirla, avversarla;
-in odio a o di qualcuno o qualcosa, per odio di qualcuno o qualcosa'
ostilità, di avversione verso qualcuno o qualcosa; per ragioni di avversità, di
avversità, di ostilità verso ualcuno o qualcosa, allo scopo di contrastare,
contrastare, i combattere qualcuno o qualcosa; in senso avverso, con intento
ostile o antagonistica rispetto a qualcuno o qualcosa. petrarca, 128-64: lo
. -non voler sentire odore di qualcosa o di qualcuno: non volerlo più
, per offerta; fare offerta di qualcosa, ecc.; fare offerta di
-aversela, recarsi, recarsela a offesa di qualcosa, per qualcosa: offendersene, trarne
recarsela a offesa di qualcosa, per qualcosa: offendersene, trarne motivo di ri-
5. pregare qualcuno di fare qualcosa; raccomandare caldamente un incarico a una
in compenso, dare in cambio di qualcosa che si desidera ottenere. della casa
cassola, 9-157: « posso offrirle qualcosa? » insistè il giovanotto. « grazie
, la rinomanza di qualcuno o di qualcosa, superandolo con imprese o virtù maggiori.
, per oggetto, all'oggetto di qualcosa: allo scopo o con l'intendimento di
effetto. -avere l'oggetto a qualcosa: mirare a esso. f
nato? pascoli, 209: c'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, /
soffrire per soffrire, preferiamo credere in qualcosa, noi che siamo i letterati,
modo nostro. -ognuno è buono a qualcosa. -ognuno può far della sua pasta
locuz. dire ohibò a qualcuno o a qualcosa: biasimarlo manifestando apertamente il proprio
-cavare l'olio di romagna: ottenere qualcosa da un avaro. -anche: raggiungere
né olio né pepe in o su qualcosa: non frapporre o non essere necessario
nell'affrontare una situazione, nel fare qualcosa (o, con valore avverb.,
. 7. locuz. -fare qualcosa con l'olivo, farne ai quelle
. 2. tr. fiutare qualcosa di profumato, di odoroso. gherardi
esso né con ragione. per la qualcosa o la seconda o la prima o l'
risparmio. -avere in oltraggio qualcosa: provarne fastidio. burchiello, 2-29
, prep. in aggiunta a qualcosa o a qualcuno, per soprappiù (e
. -in omaggio a o di qualcosa: in osservanza, in conformità,
conformità, in onore, per rispetto a qualcosa. mazzini, 92-300: se non
, 5-92: sulla soglia del buio qualcosa ha ravvivato il paesaggio: un branchetto
ombra o stare in ombra di qualcosa o di qualcuno, talvolta in relazione
rendere confuso, indefinito o difficilmente comprensibile qualcosa. dante, par., 1-23
espressioni all'ombra, nell'ombra di qualcosa, o nelle locuz. darsi all'ombra
ombra o in ombra di qualcuno o di qualcosa). dante, xii-1: deh
. -gettare, porre in ombra qualcosa: passare sotto silenzio; mettere in
. -mettere sott'ombra di perpetuo silenzio qualcosa: parlarne in segreto. r
-neppure colla propria ombra: per indicare qualcosa di cui si deve assolutamente tacere.
ombra. -non sapere ombra di qualcosa: non saperne nulla. amenta
piede. -rimanere sotto l'ombra di qualcosa: essere considerato esclusivamente in relazione e
esclusivamente in relazione e in subordine a qualcosa. e. lecchi, 2-74:
ombroso di don abbondio poteva facilmente parere qualcosa di peggio. bonsanti, 4-370:
secondo i suoni. -dire omei per qualcosa: lamentarne la mancanza. alamanni,
alfa e omega: principio e fine di qualcosa; origine, causa e destino,
, longo bisbiglio. -dire qualcosa omero quando non dorme: fare con
, appartato..., ha qualcosa di fuor di squadra, non ama
rem. omésse). non fare qualcosa che, in base a una determinata
che si commette con il non fare qualcosa prescritto da un precetto, da una
o comportamento che consiste nel non compiere qualcosa che sarebbe necessario compiere perché richiesto da
armoniosamente a evidenza i caratteri precipui di qualcosa; che si attua nel rispetto della
-andare sull'undici once che accada qualcosa: mancarci poco. zannoni,
nell'undici once di o per fare qualcosa: essere sul punto o in procinto
1-i-232: in quel suo stile è pure qualcosa di soverchiamente rattenuto...,
modulare sull'onda di qualcuno, di qualcosa: porre all'unisono, in accordo perfetto
sembravano, in quella carezza di luce, qualcosa di angelicamente raro e prezioso.
. gualdo, iv-85: v'era forse qualcosa d'essi nell'olezzo dei fiori,
di esse si accorgeva che mi mancava qualcosa e veniva, appena ondulando, a portarmela
generale, da cui deve ottenere qualcosa, pagando il circostanze; acconcio
viluppo fulvo e colossale, si riconosca qualcosa che abbia a vedere con la vignetta
dalla vita ci si potesse ancora aspettare qualcosa, oltre la paga oraria del salario
salari minimi o nel caroviveri, essi abbiano qualcosa di
anch'essa orbata... di qualcosa della sua completezza. -mutilato.
alla tendenza a nascondere o a simulare qualcosa). dolce, 1-47:
gli orbi stando a'perdoni, per buscar qualcosa da chi entra in chiesa od esce
estens. rimasto privo o sprovvisto di qualcosa; che manca o che ha perduto una
moscadello? bacchetti, 13-505: mandategli qualcosa da mangiare, un pane e un
). 4. locuz. -andare qualcosa in bocca all'orco: perdersene ogni
tana: impedire di vedere qualcuno o qualcosa se non a determinate condizioni stabilite a
senso generico: dotare, fornire (di qualcosa). - anche rifl.
in cui si deve svolgere o compiere qualcosa, o ciò che si deve compiere
ordinario in esse. -andare, correre qualcosa per l'ordinario', procedere, svolgersi
poi si cambiano. -per come qualcosa si presenta normalmente e attualmente.
si mette in ordine, si riordina qualcosa in modo frettoloso, sommario, con
successione o secondo l'ordine intrinseco di qualcosa. fra giordano, 7-340: dimostransi
divini. -dotato, fornito (di qualcosa). machiavelli, 143: le
dignità ordinato. -determinato da qualcosa. de luca, 1-7-3-129: l'
-assegnato, attribuito, concesso (qualcosa a ualcuno, anche d'autorità,
atto o diretto a mettere in ordine qualcosa. bacchelli, 2-xxiv-1139: pochi giorni
stringere un patto; prendere ordine di qualcosa: concertarlo). busone da gubbio
proposito. -avere, tenere ordine di qualcosa: esserne incaricato, riceverne l'incombenza
istruzioni; provvedere. -dare ordine a qualcosa: stabilirne le modalità di esecuzione.
-essere dell'ordine di qualcuno o qualcosa: essere simile; comportarsi in modo
organizzarsi; essere sul punto di fare qualcosa. beicari, xxxiv-114: essend'oggi
in atto provvedendo alle condizioni necessarie perché qualcosa si compia o avvenga. - anche
. ant. curarsi, preoccuparsi di qualcosa. mino del pavesalo, 316-b:
il dire: tesserci, e più il qualcosa, è la verità dell'essere,
4. -accomodare le orecchie a qualcosa: prendere per buono quanto viene detto
di gioco, che consiste nel dire qualcosa in segreto a una persona la quale,
. -ascoltare, sentire con orecchie grate qualcosa o qualcuno', accoglierlo favorevolmente, con
baviera. -assuefare le orecchie a qualcosa: abituarsi a sentirlo. g
. -avere orecchia, orecchie per qualcosa o per qualcuno: stare a sentire
orecchia, orecchie, di orecchie a qualcosa, a qualcuno: dare ascolto,
non ci arrivi più. -mettere qualcosa nelle orecchie di qualcuno: riferire per
turbare le orecchie di qualcuno: riferire qualcosa di sgradevole o di sconveniente. porzio
parlare, sussurrare di nascosto; dire qualcosa in confidenza, in segreto, senza farsi
porre, prestare orecchi, orecchio a qualcosa o a qualcuno: dare ascolto, stare
: ridere sgangheratamente di qualcuno o di qualcosa. fagiuoli, 1-3-159: v'è
per le risa. -fare capitare qualcosa agli orecchi di qualcuno: fargli giungere
-fare gli orecchi, l'orecchio a qualcosa: abituatisi, avvezzatisi, assuefarvisi.
non avere capito, di non sapere qualcosa. michelangelo, 1-i-88: di qua
orecchio', v. pulce. -fischiare qualcosa agli orecchi di qualcuno', v.
orecchio alle negoziazioni. -legarsi qualcosa a un orecchio: proporsi di non
affetto. -negare l'orecchio a qualcosa, a qualcuno', non prestargli attenzione
. a questi vocaboli. -passare qualcosa con orecchio sordo: fingere di non
o allegria. -fare pagare caro qualcosa. fagiuoli, v-104: tirar gli
: fare servigi incredibili. -portare qualcosa all'orecchio di qualcuno: farglielo conoscere
dal caso, oserò interrogarlo. -ribadire qualcosa a qualcuno negli orecchi'. ripetergliela insistentemente
suoi attendeva. -serbare un orecchio per qualcosa 0 per qualcuno'. essere disposto a
la difesa. -soffiare, zufolare qualcosa negli orecchi, nell'orecchio di qualcuno
, in segreto; dire, sussurrare qualcosa in confidenza, senza farsi udire da
di chi è privato o allontanato da qualcosa di amato, di desiderato. -in
nell'organismo di quella casa c'era qualcosa di disarticolato, di pericolante. gobetti,
predisporre il necessario per l'esecuzione di qualcosa o perché possano avere luogo nelle condizioni
organizzarsi un delubro, un sacrario o qualcosa del genere. 10. costituirsi in
meraviglioso organo prensile che soffiava come chiedendo qualcosa anche a lei. -di vegetali.
21. locuz. -avere l'organo di qualcosa: averne la predisposizione, esservi inclinato
. locuz. fare orgia o orge di qualcosa: consumare senza moderazione, farne un
. vanto, compiacimento, soddisfazione per qualcosa di cui si è fieri o che torna
prosa uno dei famosi poemetti per far qualcosa che non valeva meno dell'originale.
in strada / ad origliare, per udir qualcosa. [sos / t- tuito dà
. -adoperare l'orinolo in fare qualcosa: farla in fretta. rosa
-all'orlo, sull'orlo di qualcosa: nell'imminenza del verificarsi di un
veglio. -fare l'orma di qualcosa: mostrarsi, spiccare. giovanni martini
giace. -intridere le orme in qualcosa: compromettersi in una situazione o in
fea restauro. -sulle orme di qualcosa: sulla base, alla luce,
-versarsi sulle orme di qualcuno o di qualcosa: esserne fautore incondizionato. mazzini
agazzari, 7: diremo ora brevemente qualcosa delli stromenti d'ornamento.
20. locuz. essere ornamento di qualcosa: adattarvisi armonicamente. novellino,
letter. ciò che costituisce ornamento di qualcosa, carattere o elemento non essenziale ma
12. locuz. essere a ornato di qualcosa: costituire pregio ornamentale di essa.
parti ornamentali, gli elementi decorativi di qualcosa. boccaccio, iv-135: o
14. aspetto positivo, parte migliore di qualcosa; pregio, grande valore. -in
, n. 9. -pagare oro qualcosa: essere disposto a sborsare un prezzo
. -scrivere, segnare, imprimere qualcosa a lettere d'oro: v.
orrendissime noie che le dà giovanni leggendole qualcosa di suo,... miseramente
così bella nella sua orridezza, ha qualcosa d'imponente. papini, iv-198: la
ti mette orrore. -mettere qualcosa in orrore: farlo apparire detestabile.
bocca all'orso: per indicare che qualcosa è insufficiente alle esigenze. note al
sia stato preso: voler disporre di qualcosa che non è ancora in nostro possesso
orso', per indicare il recupero di qualcosa che si credeva ormai perduto. monosini
prodotto fuori di germania, e che vale qualcosa di più deltortodossismo dei kautsky e delle
tempesta. -propendere, inclinare verso qualcosa. baruffaldi, 1-347: ben si
silenzio. -muoversi staccandosi da qualcosa. moretti, 15-12: quella lacrima
a conoscenza o non ha nozione di qualcosa; ignorante. fra giordano, 3-180
visi, le loro colpe medesime hanno qualcosa d'alto e di splendido; nella
a conoscenza o non ha nozione di qualcosa; poco edotto, poco o per
casco dal languore: bisogna che prenda qualcosa, ed entro in una trattoria.
beltramelli, ii-161: avevo il presentimento che qualcosa doveva accadere e non mi decidevo ad
il pregio, per il valore di qualcosa (per lo più nell'espressione degno
in osservazione. -fare osservazione a qualcosa o a qualcuno: rivolgervi la propria
furono religiosi. -stare sulle osservazioni di qualcosa: essere esperto in una determinata disciplina
, 1-iii-667: il grido ossessionava, con qualcosa di straziante e di ripugnante insieme,
osso che alla pelle. -aspettarsi qualcosa sull'ossa: paventare l'accadere di
sull'ossa: paventare l'accadere di qualcosa a proprio danno. gigli, 5-45
caduti o avendo battuto violentemente contro qualcosa, non ci si è fatti nulla.
età. -avere fossa piene di qualcosa: saperla lunga riguardo a un determinato
-essere un osso: per indicare che qualcosa dà poco frutto perche è stato sfruttato
. -vivere sopra l'osso di qualcosa: sfruttarlo indegnamente. gigli, 125
), agg. che impedisce che qualcosa avvenga, che tenta di evitarlo o
è alto e genuino, ha in sé qualcosa d'austero e insieme di verecondo,
all'insegne', l'aspetto esteriore di qualcosa indica subito di che si tratta.
insipida del mio colloquio. -maneggiare qualcosa come un'ostia, come toccare l'
rati e anche preconcetti, o per fare qualcosa di dannoso; intestardirsi, incaponirsi
. croce, iii-9-308: non c'era qualcosa di convenzionale e di voluto..
. -che si compiace intensamente di qualcosa. nannini [ammiano], 24
oppositore, contestatore di qualcuno o di qualcosa fé ha valore iron.).
otre di qualcuno: aizzarlo a dire qualcosa di compromettente, di segreto. bacchelli
otta suona nona!: per indicare qualcosa di strano, di inusitato. g
giusto, opportuno o stabilito per fare qualcosa. cavalca, 20-166: per grandi
8. locuz. -ottenere luogo di qualcosa: essere scambiato per ciò che non
che asserisce una filosofia empirica, chiede qualcosa che esso confessa non ottenibile dalle scienze
. che ottiene, consegue, raggiunge qualcosa. ulloa [guevara], i-29
miei versi. cesari, ii-152: qualcosa di simile a questo ventolare è nel primo
dove stanno. -essere pieno di qualcosa come l'ovo: abbondarne, averne
si dirige incontro a qualcuno o a qualcosa. ugurgieri, 341: tarquito
tutto quel tempo che aveva speso a far qualcosa in questo mondo. leopardi, 22-64
sbarbaro, 5-92: sulla soglia del buio qualcosa ha ravvivato il paesaggio: un branchetto
. 12. causa prima di qualcosa; origine. -in partic.:
. -che può disporre liberamente di qualcosa o ricavarne un vantaggio. goldoni
a due argomenti diversi; fraintendere totalmente qualcosa. g. m. cecchi,
gran paga. -in paga di qualcosa: come ricompensa di una determinata opera
. 7. offrire o donare qualcosa a qualcuno, caricandosi della spesa relativa
12. dare in cambio; concedere qualcosa per averne una contropartita. lippi
[alla calca], avrebbero pagato qualcosa a essere altrove. tommaseo, 3-1-100:
il prezzo stabilito per la vendita di qualcosa. ricordi ai una famiglia senese
-imbeccare paglia: avere in mente qualcosa da dire. menzini, 5-36
diventata più fantasiosa e più varia, con qualcosa che si spinge fino al carnevalesco e
offensivo questo termine vernacolo, che indica qualcosa al disotto del rabula, un uomo
espressioni fare pala di qualcuno o di qualcosa: metterlo in mostra, palesarlo,
8. locuz. -fare il palato a qualcosa: abituar- vicisi. ghislanzoni,
denti e nel palato. -trovare qualcosa di proprio palato: gradirlo, trovarlo
palle. -fare alla palla di qualcosa: disporne con assoluto arbitrio e spregio
: non esprimere o non parlare di qualcosa, non rivelarne o sminuirne l'importanza
senza ragione; chi vuol far apparire qualcosa più importante e più valido di quanto
di mano o sulle palme qualcuno o qualcosa: sollevarlo in alto, portarlo tenendolo
in palma di mano. -ricevere qualcosa in palma di mano: prenderlo in
per avvertire o saggiare la consistenza di qualcosa (in partic. ai parti del
al soffio dell'ispirazione vogliono pur dare qualcosa di frusciante e di palpitante. moretti
intensa partecipazione emotiva a qualcuno o a qualcosa, subirne fortemente l'influsso; lasciare
. ant. chi fa uso disonesto di qualcosa. seneca volgar., 3-287:
le cose a tutta pampana. -dire qualcosa pampana, parlare pampana: parlare in
2. locuz. -cercare il panbollito da qualcosa: volerne ricavare di che vivere.
bene io comincerei forse ora ad imprendere qualcosa, di dismettere lo straccare queste panche
6. locuz. fare la veglia di qualcosa alle pancacce: chiacchierarne a lungo,
pancia. -fare una pancia di qualcosa: farne una scorpacciata. fagiuoli,
fuori i due pani: « calatemi giù qualcosa da metterli dentro. ». pascoli
veleno: v. veleno. -mangiare qualcosa come il pane: in grande uantità
eterminata esperienza; non fare caso a qualcosa di sgradevole che si debba subire;
. -trovare il proprio pane in qualcosa: trovar- visi a proprio agio,
senza pane. -vendere a pane qualcosa: darla in cambio del sostentamento.
-0 sassi 0 pani bisogna aver qualcosa in man pei cani: occorre poter
60: o sassi o pani bisogna aver qualcosa in man pei cani.
, / sempre [il canarino] ha qualcosa da fare. -in espressioni comparative
. trasformare in pane, far pane di qualcosa; usare nella fabbricazione del pane.
: possedere gli strumenti adeguati per compiere qualcosa. buonarroti il giovane, i-571:
per il verso: intendere o affrontare qualcosa in maniera esatta e, anche,
avere bisogno di preghiere insistenti per fare qualcosa. g. m. cecchi,
e i panni squarciati o stracciati da qualcosa: averne ricevuto danno e vergogna.
-serrare, stringere i panni addosso a qualcosa o a qualcuno: metterlo alle strette
pratesi, 5-416: ci regalava sempre qualcosa, un bello spicchio di pampepato,
marino, uomini contro mostri, ha qualcosa di sacro; si pensa di veder
lettere e nemmeno con parole, ma con qualcosa di più intimo e di più vivo
anziché in coturni, che è già qualcosa, non dico di no: ma è
con cui si vuole dare a intendere qualcosa di falso o di non facilmente credibile
lattuga in guardia ai paperi: affidare qualcosa proprio a chi dovrebbe esserne tenuto lontano
continuamente il pericolo di divinizzare (o qualcosa di simile) la donna che hanno
e. gadda, 15-104: con un qualcosa di più saporoso e pungente,.
taluno ': una ramanzina; dirgli qualcosa d'amaro o d'acerbo, stemperato
vittorioso; venire inopinatamente a capo di qualcosa). -anche: il gioco stesso (
alla fantasia, considerava la poesia come qualcosa d'intermedio tra la storia e la
è una paradigmatica riproduzione del presente di qualcosa che accade. -simbolico, emblematico
un particolare stilistico anche minimo, avviene qualcosa dentro il lettore per cui, quel
paradiso. -domandare il paradiso: chiedere qualcosa di impossibile a ottenersi. fogazzaro
condizione di carcerato. -far andare qualcosa in paradiso: aumentarne vertiginosamente il prezzo
interne. -andare a paraggio con qualcosa: essere ugualmente vantaggioso. siri
d'imperio. -avere paraggio di qualcosa: trovarvi opposizione. alamanni, 2-39
paraggio. -entrare in paraggio con qualcosa: sostenerne il confronto; mettersi in
di paraggio a, con qualcuno o qualcosa: uguagliare, essere alla pari.
altri. -fare paraggio a qualcuno o qualcosa: paragonargli, uguagliare. erasmo
-fare paraggio di qualcuno o qualcosa: sperimentare o sfoggiare in un combattimento
senza paraggio. -nel paraggio di qualcosa: in confronto. f. f
-a, al paragone di qualcuno o di qualcosa: come, similmente a qualcuno o
come, similmente a qualcuno o a qualcosa. michele del dogante, lxxxviii-1-671
-andare a paragone di qualcuno o di qualcosa: essergli simile, stargli alla pari
-fare paragone a qualcuno o a qualcosa: essergli paragonabile. castiglione,
: per affermare l'assoluta superiorità di qualcosa o di qualcuno. buonarroti il
l'assoluta superiorità di qualcuno o di qualcosa nei confronti di altre persone o altre
-reggere al confronto con qualcuno o qualcosa senza sfigurare, senza riuscire inferiore;
22. locuz. -a parallelo di qualcosa: seguendone la direzione di movimento.
derare pari, uguale, equiparabile qualcosa a un'altra per lo più
, 341: questo [anello] costa qualcosa da vantaggio: che quando io me
l'amicizia. -tenere parentado con qualcosa o con qualcuno: esservi simile,
pasolini, 14-264: tutto questo « qualcosa », / che io son qui a
-parere da meno di qualcuno o di qualcosa: v. meno, n.
da offrire troppo poco per venire in qualcosa almeno pari e del seminario non si parlò
. sradicare l'erba parietaria: eliminare qualcosa di frivolo o di parassitico. calzabigi
divina. -stare nella pariglia di qualcosa: essergli pari. giovio, ii-109
cristo ha iniziato. -comunanza di qualcosa fra più persone. dante conv.
, con, in, per parità di qualcosa: essendo uguali le circostanze, le
-porre in parità con qualcuno o qualcosa: considerare equivalente a esso.
parlamento. -fare parlamento di qualcosa: rivelarla. scambrilla, lxxxviii-n-469:
una dimostrazione esemplare, eloquente di qualcosa. bibbia volgar., x-398:
un argomento molto solido a sostegno di qualcosa; essere evidente. savonarola, i-142
voi, bello mio! -parlare qualcosa con i fatti: dimostrarlo concretamente,
papini, iv-863: se benelli fosse qualcosa, d'annunzio al confronto sarebbe il più
: non c'era persona bisognosa di qualcosa; che so, una parola, un
allo sparo. -dare parola a qualcosa: ipotecare un bene. g.
. -fare parola di, sopra qualcosa o qualcuno: parlare, trattare,
parole. -lasciare la parola a qualcosa: subordinarvi giudizi e scelte.
caso. -non fare parola di qualcosa: non parlarne nel modo più assoluto
brava donna che non sapeva scrivere insegnava qualcosa a uno scrittore: gli insegnava a
, le fece intendere accortamente che aveva qualcosa da comunicarle, e le disse la
in fin di vita, per cavargli qualcosa, per pelarlo sino all'ultimo. de
3. locuz. -avere in partaggio qualcosa: riceverlo come prerogativa o qualità privilegiata
-essere il partaggio di qualcuno o qualcosa: essergli proprio, peculiare, caratteristico
verificherete che nelle parti basse non vi sia qualcosa di poco odoroso. -i
cielo son sostenute. -a parte qualcosa: senza tenerne conto, a eccezione
, la sua parte di o in qualcosa: ricevere come compenso o premio,
a parte. -da parte di qualcosa: riguardo a esso. fra giordano
. 15. -entrare a parte di qualcosa: v. entrare, n.
-essere a parte, in parte di qualcosa: fruire di un vantaggio insieme con
. -essere parte di o in qualcosa: intervenirvi di persona, svolgervi una
parte. -fare le parti di qualcosa: essere usato in sostituzione di esso
mio senno. -fare parte a qualcosa: prenderlo in considerazione.
fo parte. -fare parte di qualcosa: dividere con una o più persone
mia figliuola. -in parte di fare qualcosa: sul punto, con l'intenzione
più d'uno, e da metter qualcosa da parte. pavese, 5-81:
. -prendere parte a, di qualcosa: intervenirvi con altri, darvi la
n. 19. -senza parte di qualcosa: essendone esente. silvano aa venafro
accuse. -volere a parte di qualcosa: invitare a partecipare. cesarotti,
19. rifi. mettere qualcosa in comune con un'altra persona.
troppo veduto e non abbastanza partecipato, qualcosa di statuario, la impetuosa veemenza affettiva
possiede, dispone, fruisce o subisce qualcosa in comune con altri, che ne
-anche: che è al corrente di qualcosa, consapevole, conscio. arrighetto,
del microscopio. -avere qualche particella di qualcosa: averne una parte di merito.
9. chi proclama l'eccellenza di qualcosa o sostiene la maggiore validità ed efficacia
tutto; prendere la propria parte di qualcosa, partecipando a una divisione; dare a
2. porre a disposizione di altri qualcosa che si possiede; assumere o porre
più debole si fa. -scomporre qualcosa negli elementi costitutivi; tener divise due
atteggiamento, a una prerogativa. -partire qualcosa da sé per proprio commiato', rinunciarvi
-preservare, salvaguardare, esonerare (da qualcosa di oneroso o di spiacevole).
(lo svolgimento, l'attuazione di qualcosa). boccaccio, vili-1-9: partendo
in evidenza una divisione implicitamente insita in qualcosa; contrapporre in un'alternativa le cui
-anche: smettere, desistere dal fare qualcosa e, in partic., rinunciare
cessare o ricusare di dar credito a qualcosa. guittone, 38-13: consiglia me
alabastro. -cessare di occuparsi di qualcosa, riconoscerla come ormai estranea a sé
partire senza: non omettere di fare qualcosa prima che qualcuno se ne vada.
, 18-14: datemi un calcolo riguardante qualcosa di reale a cui manchi una partita:
liquido la partita. -mettere qualcosa alla partita del passivo: rassegnarsi a
molta gioia. -essere di partito in qualcosa: esserne esperto. lupis, 3-174
giusto martoro. -mettere a partito qualcosa: sottoporlo a controllo strettissimo.
qualcuno nei confronti di qualcuno o di qualcosa (un sentimento; e può essere
in grado di conoscere della realtà certamente qualcosa, ma non tutto. -non
priori nei confronti di qualcuno o di qualcosa; posizione prevenuta, preconcetto.
favorevole nei confronti di qualcuno o di qualcosa rispetto ad altro o in una graduatoria
pasciona tenera: riuscire a ottenere facilmente qualcosa da qualcuno. g. m.
-indotto a credere o a sperare qualcosa sul fondamento di illusioni o di menzogne
11. locuz. -farsi pasciuto di qualcosa: saziarsene, goderne appieno.
13. locuz. -avere pasco di qualcosa: bearsene. parini, giorno,
figur. indotto a credere, a sperare qualcosa sulla base di false illusioni e di
. g. raimondi, 3-251: qualcosa di tipicamente pascoliano è nell'animo di
11. locuz. -andare al pascplo di qualcosa: seguire un precetto, una norma
venire la pasqua in domenica: riuscire qualcosa secondo il proprio desiderio. grazzini,
verrà in giovedì: per indicare che qualcosa non avverrà mai. parabosco, 2-34
-dare passaporto, il passaporto a qualcosa: darvi il proprio benestare o avallo
è soliti o si è convenuto di fare qualcosa). l. strozzi, 1-69
-fare passare, passare qualcuno o qualcosa per qualcuno o qualcos'altro: spacciarlo
passa in seconda linea. -passare in qualcosa avanti o più avanti di qualcuno:
, essere passato qualcuno per o come qualcosa o qualcuno: essere ritenuto o considerato
che lo stesso sole. -passare qualcosa sotto gli occhi: esaminarlo, osservarlo
gastigo. -passare sopra o su qualcosa, a qualcosa: non curarsene,
-passare sopra o su qualcosa, a qualcosa: non curarsene, non badarvi,
che poteva. -passarsi di qualcosa: farne uso, servirsene. giamboni
via) di, sopra, su qualcosa o qualcosa', attribuirvi nessuna o poca
corona di testa. -fare passata di qualcosa con qualcuno: fargliene cenno, informarlo
altri, mettiamo che tu arrivassi a qualcosa, non arriveresti se non a sapere
estens. che si occupa casualmente di qualcosa, che vi si imbatte per caso.
sulla manca dormi? -passeggiare su qualcosa: esercitarvi un'influenza assoluta e decisiva
. 6. incline o dedito a qualcosa con passione, con intima partecipazione,
per passione. -prendere passione a qualcosa: appassionarsi. jahier, 121:
: salivamo ai granai piluccando e rubacchiando qualcosa dalle stuoie dei castelli dov'eran l'uve
, iii-869: ad ogni passo lascio qualcosa di questo mondo. non ricordo più
. -essere a un passo da qualcosa: essere nell'imminenza di un evento
e facendovi gentilmente sentire com'ella desideri qualcosa di particolare e proprio per sé, non
mano in pasta: iniziare a fare qualcosa; impegnarsi in un affare, intraprendere
pascoli, 7-112: se trovi qualcosa di buono da mangiare oltre a quello
iperbolico la propria ammirazione per qualcuno o qualcosa. panciatichi, 262: calcari pasteggia
tr. (pastìccio). fare qualcosa senza ordine e metodo, di solito
giusti, i-192: poi ho raspato qualcosa di nuovo come le avrà detto ghivizzani,
dolcezza. michelstaedter, 552: questo qualcosa e questo qualcuno eri tu, povero
che mangiare. -fare tutto pasto di qualcosa: divorarlo avidamente e completamente.
schiera. -trarre pasto da qualcosa: cibarsene. ariosto, 21-63:
: andai dal papa ultimamente, sperando qualcosa, ma non mi dette che la
cui aspetto mi colpisce, come di qualcosa che, sebbene intonatissimo, per colore
, senza contare che nel grido c'era qualcosa di vile, che non gli andava
indicare l'assoluta veridicità o evidenza di qualcosa. trattato del ben vivere, 2
nemmeno il paternoster. -sapere qualcosa come il paternostro: conoscerlo a menadito
piccola borghesia gretta e orgogliosa, ha qualcosa di disperato, di pateticamente doloroso.
ab biano paura di dire qualcosa di umano, di vero. papini,
-parere di andare al patibolo: trovare qualcosa gravosissimo. tommaseo [s.
]). subire l'effetto di qualcosa (e, contrapposto ad agire,
, immodificato, insensibile all'azione di qualcosa. p. g. silvestri,
iniuria. -patire la forza di qualcosa: subire costrizione. de luca,
quanto a essa attiene fisicamente o spiritualmente qualcosa di spiacevole, di indesiderabile, di
. affrontare volontariamente, sottoporsi spontaneamente a qualcosa di doloroso (o, anche,
; permettere, consentire (che avvenga qualcosa di sé o di altri; che
; disporsi di buon grado a fare qualcosa, adattarvisi, piegarvisi; ammettere con
. 11. essere compatibile con qualcosa, rientrare nella medesima connessione logica;
; mancare, essere a corto di qualcosa (anche specificato da un compì,
delicatezze. -non patire abbondanza di qualcosa: esserne scarsamente forniti, dotati.
, di lasciar succedere, di vedere accadere qualcosa: riuscirgli intollerabile, insopportabile. -
ginocchio. -non patire difetto di qualcosa: averne in abbondanza. guerrazzi,
non pativano difetto. -non patire qualcosa dilazione, indugio: doversi compiere urgentemente
poter patire. -non poter patire qualcosa: esserne contrariato, disturbato, offeso
-non poter più patire di vedere qualcosa: non appetirlo più, esserne disgustato
loro gabbia. -non voler patire qualcosa: non permetterlo (come manifestazione di
trent'una e mezzo. -patire di qualcosa: averne disagio. rime inedite,
-patire il cuore, l'animo di fare qualcosa: esserne capace, arrivare a tanto
immaginario, o l'ambiente in cui qualcosa ha origine o si trova in abbondanza.
o dannosi nei riguardi di qualcuno o qualcosa (cfr. matrigna, n.
i-885: guadagnava poco, ma aveva qualcosa del suo, decisa ormai a sgretolare
messo in luce. -prendere qualcosa in patrimonio', impadronirsene (nella possessione
da meno, valere altrettanto. -pattare qualcosa: resistergli, contrastarlo, non farsi
non farsi sopraffare. -pattarla con qualcosa: vedersela, accomodarsela. firenzuola,
l'acquisto o per la vendita di qualcosa, per il compenso di una prestazione,
-in partic.: macchinare, tramare qualcosa d'accordo con altri. foscolo
innocenza. 10. ant. sacrificare qualcosa in cambio di altro. p
): perpetua disse di aver con sé qualcosa da rompere il digiuno. dopo un
fede alla parola data, di compiere qualcosa, di fornire una prestazione. -anche
a patti; torre di patto di qualcosa, che si faccia o accada qualcosa
qualcosa, che si faccia o accada qualcosa: approvare, accettare o essere soddisfatto
secolo. -non voler patto di qualcosa: non volere immischiarsi. aretino,
aere maligno e pestifero. -portare qualcosa patti chiari: avere indicazioni precise in
fondata o, anche, convinzione che qualcosa si sia determinato o si determinerà in
-fare, mettere paura a qualcuno di qualcosa: convincerlo a non farla, tenerlo
nessuno. -non avere paura di qualcosa: essere indifferente al verificarsi di essa
inorridito; che paventa il verificarsi di qualcosa; che ha timore d'intraprendere qualcosa
qualcosa; che ha timore d'intraprendere qualcosa per le conseguenze dannose o spiacevoli che
guardingo, sospettoso per il timore di qualcosa o di qualcuno. federico ii
: una confessione, o un'apologià, qualcosa in somma. nievo, 418:
o danni; ritenere qualcuno o qualcosa una minaccia per la propria sicurezza
preoccupazione per la sorte di qualcuno o qualcosa; essere in ansia. salvini,
-figur. colmo, pieno di qualcosa (in modo festoso o variopinto e
della sua corazzina di alpacà, nasconde qualcosa di spaventevole. 4. avere i
, starsene paziente di qualcuno, di qualcosa o che qualcosa avvenga).
di qualcuno, di qualcosa o che qualcosa avvenga).
francia. le pazzie francesi hanno sempre qualcosa di logico, di controllato.
beniamino respirava affannato e tentava di barbugliare qualcosa che pietro non riusciva a comprendere;
, essere, parere pazzo di, per qualcosa: apprezzarlo moltissimo, provarne vivissimo
addosso. -avere poco peccato in qualcosa: averne un'esperienza scarsa o insufficiente
-non avere nè colpa nè peccato di qualcosa: non averne alcuna responsabilità diretta.
ne è tutta colma? -tenere qualcosa per un peccato mortale: ritenere di
infatti ci sono riuscito) di salvare qualcosa dalle bombe che stormi di ronzanti pecchioni
come il pecorino da dicomano: rivelare qualcosa nel momento meno opportuno. caro,
6. locuz. farsi peculio di qualcosa: impossessarsene, impadronirsene. niccolò
di omaggio da rendere per poter ottenere qualcosa. anonimo, i-533: ischianti
-agire, premere sul pedale di qualcosa: rivolgervi tutte le proprie energie,
ostentazione. galileo, 5-227: pagherei qualcosa del mio che non avesse pur al
13. locuz. -avere in pegno qualcosa: considerarsene detentore per un tempo limitato
e nel suo carattere ci doveva essere qualcosa del pellegrino sospetto e sospettoso, di quelli
bastino le braccia. -ridurre qualcosa nel pellicino'. essere sul punto di
è rimasto 'l sacco. -serbare qualcosa nel pellicino: tacerlo. poliziano,
essere, giungere a un pelo da qualcosa 0 da qualcuno; mancare un pelo
. -aggiungere pelo a pelo: accomodare qualcosa perfettamente. bandello, 1-40 (
dritta a pelo. -andare, venire qualcosa a pelo: riuscire ottimamente, procedere
avere pelo, un pelo che pensi a qualcosa; non pensare un pelo a qualcosa'
-non mutare, non torcere pelo a qualcosa, di qualcosa: lasciarlo immutato anche
non torcere pelo a qualcosa, di qualcosa: lasciarlo immutato anche nei particolari più
-stimare o non stimare un pelo qualcosa, qualcuno: non tenerlo in alcuna
figli degli eroi: pena, se fan qualcosa, il guastare, l'esagerare,
con grande sforzo e stento, a fare qualcosa, a svolgere una funzione, a
-anche: ciò a cui viene appeso qualcosa, che serve a sostenere un oggetto.
. appeso, sospeso, attaccato a qualcosa in modo da gravitare verso il basso.
. avere un pendente per qualcuno o qualcosa e con valore scherz.).
. essere appeso, sospeso, attaccato a qualcosa in modo da gravitare verso il basso
e intento a osservare o a contemplare qualcosa o qualcuno o a compiere un'attività
. -in, per penitenza di qualcosa: come espiazione di una colpa.
a. adimari, 2-pref.: condonerete qualcosa al- l'obbligo strettissimo della rima,
mano: essere sul punto di scrivere qualcosa. pascoli, 1-46: il ministro
agli operai. -porgere la penna a qualcosa: accingersi a scriverlo. pulci
italia. -rinnovare le penne a qualcosa: farne nuovamente uso. augustini
lingua su la carta. -sentire qualcosa sulla punta della penna: essere sul
, le penne e le ali a qualcosa: rintuzzarlo, annientarlo. forteguerri,
sotto la penna. -venir fuori da qualcosa con tutte le penne: uscirne indenne
è caso che vogliate ancora / crear qualcosa? bacchelli, 1-i-168: si sfogavano a
giocondo. -avere pensamento di qualcosa: preoccuparsene, curarsene. re
'sentire'a costo di uccidermi, come qualcosa diverso da te, vicino a te,
pensarò mai. -evocare; immaginare qualcosa quale si ritiene sia stato o si
quale dovrebbe verificarsi. -anche: intendere qualcosa così come altri lo prova; comprendere
mi sento basire. -prefigurare qualcosa che deve ancora avvenire, precorrere col
ponendo tempo in mezzo all'attuazione di qualcosa). fausto da longiano, iv-29
secondo termine di paragone, indica che qualcosa avviene in misura superiore o inferiore all'
quale non ci si sarebbe mai aspettati qualcosa. casalicchio, 116: fate per
pensare: indica la non dubitabilità che qualcosa avvenga o sia fatto o, anche
impazzire. 8. proporsi che qualcosa avvenga o no o che si determini
-avvedersi, ricordarsi preventivamente di fare qualcosa. zeno, v-259: io non
particolare orientamento circa l'opportunità di fare qualcosa (in partic. dopo opportuna riflessione
-non avere pelo che pensi a qualcosa: v. pelo, n.
. -pensare a bene: aspettarsi qualcosa di buono. fagiuoli, 1-5-146:
male. -pensare bene di fare qualcosa: avere la bella trovata (con
pensare che: per richiamare alla considerazione qualcosa che si avverte come contraddittorio, estraneo
dargli preoccupazioni; tornare al pensatoio di qualcosa: tornare a soffermarvisi mentalmente.
-anche: mira che si ha su qualcosa, ambizione, anelito. della caducità
-ragionevole aspettativa del verificarsi di qualcosa; attesa di buona riuscita; speranza.
preoccupazione; aspettativa angosciosa e pessimistica di qualcosa di spiacevole che si ritiene avverrà;
15. locuz. -adattare il pensiero a qualcosa: disporvisi. ritmo nenciale,
soli venti anni. -andare qualcosa per il pensiero a qualcuno: ricorrergli
stare? -applicare il pensiero a qualcosa: progettare di farla. g
pensiero a, di, intorno a qualcosa: curarsene, preoccuparsene fino a provvedervi
. -darsi, prendersi pensiero di qualcosa: preoccuparsene, arrovellarvisi intorno; occuparsene
-entrare, venire in pensiero di fare qualcosa: avere intenzione di farla; venire
in un determinato pensiero: convincersi di qualcosa. novella del grasso legnaiuolo, 14
. -essere fuori di pensiero di qualcosa: essere libero dalla preoccupazione che ne
(per qualcuno o a causa di qualcosa). zanobi da strata [s
. -essere in pensiero di fare qualcosa: averne il proposito, l'intenzione
intenzione; disporsi, apprestarsi a fare qualcosa. boccaccio, dee., 10-9
levato dal pensiero di qualcuno o di qualcosa: esserne distolto. dante, conv
la proposta canzone. -essere qualcosa in pensiero di qualcuno: essere suo
-lasciare a qualcuno il pensiero di qualcosa: lasciar fare a lui, lasciare
-levare, rimuovere il pensiero di qualcosa dal cuore, dall'animo: cessare
rimossi. -levarsi da pensiero di qualcosa: distogliersi da un proposito, abbandonarlo
da pensiero. -levarsi il pensiero di qualcosa: risolverla, attuarla, compierla (
nostro cisiaco. -mettere in pensiero di qualcosa: suscitarne il desiderio. bibbia
pensiero, ogni pensiero in, a qualcosa: porselo come scopo, dedi- carvisi
. -mettere qualcuno in pensiero di qualcosa: suscitargli il proposito di farla.
proporzione del loro stato. -mettersi qualcosa in pensiero: prestabilire mentalmente, decidere
-non avere pensiero che possa immaginare qualcosa: non volerci neppure pensare. anonimo
-non avere un pensiero al mondo di qualcosa: non occuparsene minimamente. g
. -non tenere poco pensiero di qualcosa: tenerne il gran conto che merita
. 33. -pigliare buon pensiero a qualcosa: occuparsene seriamente. boiardo,
-prendere, prendersi, pigliare pensiero di qualcosa: occuparsene, darsi da fare per
bosco passar fuori. -stare a qualcosa col pensiero: pensarci. romoli
». -tenere il pensiero a qualcosa: rivolgervi la mente. boccaccio
interesse assiduo o affettuoso per qualcuno o qualcosa. beltramelli, iii-149: ella lo
: che si preoccupa per qualcuno o qualcosa con viva sollecitudine o con dolorosa partecipazione
o l'attenzione a qualcuno o a qualcosa, che se ne occupa, se ne
pentere. -fare pentire qualcuno di qualcosa: indurlo a rimpiangere di averlo fatto
. -non avere da pentirsi di qualcosa: esserne contento, compiaciuto.
paenitus * chi non ha abbastanza di qualcosa ', a sua volta connessa con paene
cecchi, 1-i-173: e'ci debbe bollir qualcosa in pentola. a. politi,
occhio, n. 7. -cavare qualcosa dalla comune pentola', operare una distinzione
a stuol severo. -fare penuria di qualcosa: limitarsi nel consumarlo. beicari,
cibo. -non prodigarsi nel fare qualcosa. bembo, 10-vii-21: state sano
assicura. -non esserci penuria di qualcosa 0 di qualcuno: essercene in abbondanza
da noi. -per penuria di qualcosa: per assoluta mancanza. caviceo,
sta sospeso in quanto è attaccato a qualcosa o tenuto in modo di gravitare nel
i pennuti. -stando piegato su qualcosa. g. gozzi, 457:
-fare pepe di luglio: compiere qualcosa di assolutamente inutile. -non riuscire a
mettere né olio né pepe in o su qualcosa: v. olio, n.
per più d'uno, e da metter qualcosa da parte. ghislanzoni, 16-144:
-a indicare la parte di qualcuno o di qualcosa che si tocca, si afferra,
fidarsi a sproposito o, anche, affidare qualcosa a una persona avida. -dire
pere: desiderare intensa mente qualcosa che piace o si ama molto.
una pera per la sete: accantonare qualcosa per eventuali future necessità. tommaseo [
al fine di vedere, conoscere o cercare qualcosa); visitare viaggiando.
, intuire; accorgersi di qualcuno o qualcosa. - anche: intendere, comprendere
per grandi cime. -osservare attentamente qualcosa o qualcuno, facendo scorrere lo sguardo
: signor darkie, non vorreste mangiare qualcosa o bere qualcosa in modo che il nostro
, non vorreste mangiare qualcosa o bere qualcosa in modo che il nostro pubblico possa
6. colpire, battere o premere qualcosa più o meno violentemente. -con valore
in partic., i piedi contro qualcosa. fra giordano, 1-28: posso
una barriera; colpire inavvertitamente qualcuno o qualcosa muovendosi. - anche di animali.
battere ripetutamente e volontariamente il capo contro qualcosa (e denota per lo più disperazione
21. scagliare un oggetto contro qualcosa; mandare a cozzare contro un ostacolo
violentemente una persona contro qualcuno o qualcosa, per lo più con l'intenzione di
urtare, a cozzare, a sbattere contro qualcosa, per lo più in modo violento
menatemi, ché io non percuota in qualcosa. nannini [petrarca], 352:
41. locuz. -percuotere gli occhi in qualcosa: vederlo per caso, imbattervi con
percurare, tr. dial. accudire a qualcosa, badarvi con particolare cura e attenzione
percuotere, di colpire o di pestare qualcosa; il rumore che ne deriva.
delle lieve.. che colpisce violentemente qualcosa. hirardacci, 3-366: con una
. -essere in perdenza di qualcosa: esserne privato. pace da firenze
. abbandonarsi, immergersi nella contemplazione di qualcosa. carducci, iii-4-50: perdermi lungi
stesso. -fissarsi nella contemplazione di qualcosa (lo sguardo). scalvini
-lasciar perdere: tralasciare, trascurare qualcosa; abbandonare, lasciar cadere un argomento,
-non perdere d'occhio, dagli occhi qualcosa o qualcuno: v. occhio,
non perderci nulla: per indicare che qualcosa non merita alcun interesse, attenzione,
leo. -non perdere nulla da qualcosa: essergli molto simigliante. firenzuola
-perdere la memoria di qualcuno o di qualcosa: v. memoria, n.
. pavese, 8-63: per possedere qualcosa o qualcuno, occorre non abbandonarglisi,
vita. -perdere le bave per qualcosa o qualcuno: dimostrare un entusiasmo o
. -perderla con qualcuno o con qualcosa: risultare perdente in una competizione o
, n. 22. -perdersi a qualcosa: non poter più praticare una determinata
n. i. -perdersi dietro a qualcosa: dedicarsi in modo esclusivo, velleitario
acqua! -perdersi la memoria di qualcosa: v. memoria, n.
armata, che c'è in lombardia qualcosa fece... perdia!
9. rinunciare a servirsi di qualcosa per compiere un'azione o a servirsene
orbi stando a'perdoni, per buscar qualcosa da chi entra in chiesa od esce
un vezzo / sarebbe 'l fatto, o qualcosa di prezzo. salvini, vii-1-1:
il perdono con, su qualcuno o qualcosa: voler toccare o prendere ciò che
o, anche, nella contemplazione di qualcosa. d. bartoli, 2-2-26:
da lui. -fisso nella contemplazione di qualcosa o di qualcuno o anche del nulla
/ vuol ch'io metta di voi qualcosa fuora. botta, 5-84: quantunque gli
perduto resteria. -assolutamente privo di qualcosa. fazio, i-12-40: costui truovò
disus. intimare a qualcuno di compiere qualcosa (in partic., di costituirsi
cui viene intimato a qualcuno di fare qualcosa (e, in partic., di
, si vede... che è qualcosa incorrottibile. campanella, 1056: s'
7. locuz. venire in perfidia di qualcosa: fissarsi con caparbietà in un proposito
pochi i quali perfidiano a creder buone a qualcosa le riforme, lmbriani, 4-343:
altri, / da cui cavar puossi qualcosa; a me / tutti san che pigliar
incombente e minacciosa, che si verifichi qualcosa di negativo, dannoso, doloroso,
de'romani. -fare pericolo di qualcosa: metterlo alla prova. bruno,
perifrastica, ma dell'uomo che ha qualcosa da dire. -per estens.
incombente e minacciosa, che si verifichi qualcosa di negativo, dannoso, doloroso,
odio, per imprecare contro qualcuno o qualcosa, per lanciare una maledizione. dante
un simile augurio per impegnarmi a far qualcosa di non perituro. = voce dotta
1-i-42: scrissi, per sapere ufficialmente qualcosa, con quali danari si edificasse,
lo più in cerca di qualcuno o qualcosa. c. bini, 1-260:
. che ha facoltà o licenza di fare qualcosa. s. agostino volgar.,
di poter entrare, passare, prendere qualcosa, ecc. c. bini,
di consentire che il soggetto attivo faccia qualcosa nella sfera giuridica (ad es.
entrare, passare, allontanarsi, prendere qualcosa, ecc. serao, i-171:
entrare, passare, allontanarsi, prendere qualcosa, ecc. manzoni, pr.
, la libertà a qualcuno di fare qualcosa: concedere, consentire. -anche in
stessi, prendersi la libertà di fare qualcosa. giov. giraldi, i-134
allontanarsi, di intervenire, di prendere qualcosa, ecc. goldoni, vii-379:
ant. sollecitare, spingere a far qualcosa. guittone, i-21-87: se
o quattr'anni è nella vita matrimoniale qualcosa di sicuro, di stabile, il
. -chi detiene il primato in qualcosa; chi costituisce l'espressione massima,
. -fare perno di, su qualcosa: usarlo come punto d'appoggio o
consiglio o, anche, a chiedere qualcosa implorando. c. e. gadda
vanità di erudito. -consumare qualcosa con parsimonia per farlo durare più a
. spaventa, 1-222: ho distinto il qualcosa e l'uno e ho detto:
l'uno e ho detto: il qualcosa cangia, e l'uno cangia: il
la quantità; la qualità è il qualcosa che si perpetua; la quantità è l'
alcuna iniuria arranno fatta. -ricercare qualcosa per confiscarlo. lampredi, 4-48:
-prendere di mira con il lancio di qualcosa. lastri, v-208: qualora lo
6. locuz. -dare perseveranza a qualcosa: renderlo durevole, confermarlo nel tempo
za guai. -fare perseveranza di qualcosa: perseverarvi. chiaro davanzati,
o, anche, nella contemplazione di qualcosa (anche con riferimento allo sguardo)
persona, per tutto quello che rappresenta qualcosa. 25. psicol. nel pensiero
o del carattere di qualcuno o di qualcosa). manzoni, pr. sp
-mettere la persona a o in qualcosa: rischiare la vita, essere disposto
giovane di roma. -mettere qualcosa in persona di qualcuno: intestarglielo.
fìgliuol prodigo. -prendere la persona di qualcosa: esserne consapevolmente cosciente. michelstaedter
persona. -spendere la propria persona in qualcosa: dedicarvisi completamente, con impegno e
(e ultima) 'personale'emanava qualcosa di patetico e di sincero che andava
forma, di idealizzarla, di renderla qualcosa d'indipendente, di darle, direi
consegna, l'affidamento o il riferire qualcosa a qualcuno). mazzini, 44-79
: pazzo pazzi... ha qualcosa da dire personalmente a tutti.
fortuna, che, quanto a far qualcosa per un fine buono e bello, non
arresta o muta atteggiamento o desiste da qualcosa di fronte a ostacoli e contrarietà;
a sé, il restare immutato di qualcosa; il prolungarsi per un tempo eccessivo
. che riguarda, che concerne direttamente qualcosa o qualcuno, che vi attiene strettamente
spettante; che allude con proprietà a qualcosa, che vi è coerente o congruente
determinato oggetto, che costituisce descrizione di qualcosa o considerazione in merito a essa,
; che rappresenta la sistemazione contrattuale di qualcosa; che contiene particolari accordi.
attiene ideologicamente, logicamente o naturalmente a qualcosa. citolini, 96: letti de
che attiene direttamente a qualcuno o a qualcosa; caratteristica peculiare; appropriatezza, convenienza
convenienza. -anche: argomento attinente a qualcosa. latini, rettor., 176-1
-figur. aspetto, carattere riposto di qualcosa. svevo, 8-726: ma sicuro
pertugi: tentare di porre rimedio a qualcosa. guerrazzi, 2-180: levateci le
, mentre si cena, parlare di qualcosa attenente ad altri, come è questa di
13. locuz. mettere perturbazione in qualcosa: sconvolgerlo, scompigliarlo. galileo
21. locuz. -pervenire a capo di qualcosa: ottenerlo, conseguirlo. pallavicino
per quanto veggio, e dqi ridurre a qualcosa di buono a furia di staffiate.
cecilia -mi par di sentire nell'aria qualcosa che non mi tiene tranquilla. -è
47. -essere pesante a qualcuno di qualcosa: dispiacersene, dolersene. anonimo
misurare con adeguati strumenti il peso di qualcosa o di qualcuno, in base a
8. fare gravare il proprio peso su qualcosa (con riferimento a soggetti inanimati o
a pesa e paga. -fare pesare qualcosa a qualcuno: insistere nel sottolineare un
tornar su. -in pesca di qualcosa: alla ricerca di esso. a
; pescalo!: per indicare che qualcosa o qualcuno non sono più o molto
gufo pescare. -non pescare in qualcosa: non intendersene, non averci a
-gettarsi, lanciarsi, buttarsi a pesce su qualcosa o qualcuno: con estrema e immediata
carne né pesce; non sapere se qualcosa o qualcuno è carne 0 pesce: per
pescespada e aveva anch'egli nel viso qualcosa dell'argentino e dell'aguzzo del pesce
! -dare il suo peso a qualcosa: giudicarne equamente; attribuirvi l'importanza
d'argento allo stagno: far apparire qualcosa più importante o prezioso di quello che
tenendo completamente sollevato (trasportare, muovere qualcosa). -in partic., con
? -far sentire il peso di qualcosa: fame avvertire particolarmente la molestia,
. -sollevare qualcuno dal peso di qualcosa: rubarglielo (con marcata connotazione iron
giorno qualunque; e d'improvviso / qualcosa spalancò le storiate, / le pese porte
di sistematico; se mai, anzi, qualcosa di troppo leggero, di troppo aereo
si trovavano in mezzo, avrebbero pagato qualcosa a essere altrove. [ediz.
naso. -entrare sulla pesta di qualcosa: riuscire a imitarlo. a
quell'argomento perché mi movessi a fare qualcosa. -assol. bianciardi,
le mani, i pugni, contro qualcosa (per esprimere ira, stizza,
-lasciarsi pestare nel mortaio piuttosto che fare qualcosa: v. mortaio, n. 11
n. 11. -pestare nel capo qualcosa a qualcuno: inculcarglielo con insistenza.
urto violento che si subisce sbattendo contro qualcosa. -figur. pestata del naso:
5. locuz. -dare una pestata a qualcosa: triturarlo, sminuzzarlo battendolo col pestello
-dire peste o peste e coma di qualcosa: dame un giudizio del tutto negativo
! -fuggire, sfuggire, scansare qualcosa, qualcuno come la peste; guardarsi
. -mandare peste e saette a qualcosa o a qualcuno: imprecare contro.
e alla benefattrice. -proibire qualcosa come la peste: metterlo rigorosamente al
al. piccolissima quantità o parte di qualcosa; briciola. nieri, 3-151:
. 11. locuz. fuggire qualcosa come pestilenza: evitarlo a ogni costo
se nei magazzini del buratto tu trovassi qualcosa di 'petrarcologia'tu me ne mandi.
con atti e parole minacciose, imporgli qualcosa con violenza; prenderlo di punta.
-affrontare, prendere, pigliare di petto qualcosa: intraprenderlo senza la minima esitazione,
n. 27. -avere in petto qualcosa: nutrirlo come intenzione o progetto per
-dare di petto l'occhio in qualcosa: scorgerlo. imperiali, 4-714
una folla. -di petto a qualcosa: al confronto, a paragone
-pigliare, prendere, ricevere a petto qualcosa; pigliarsela a, di petto:
e i panni squarciati o stracciati da qualcosa: v. panno1, n. 24
a petto, a, con, di qualcosa o qualcuno: reggerne il confronto,
in bellezze. -fare pezzi di qualcosa: dividerlo, spartirlo. a riosto
che accetta di buon grado di fare qualcosa (in relazione con una prop. subord
5. che prova diletto per qualcosa. anonimo, i-578: l'om
mi piace in tutto; mi lascia qualcosa a desiderare. -essere molto soddisfacente
avere a piacere o prendere in piacere qualcosa; essere qualcosa a, in o di
o prendere in piacere qualcosa; essere qualcosa a, in o di piacere di
disposizione d'animo favorevole nei confronti di qualcosa, che si manifesta con apprezzamento,
e nelle locuz. avere in piacere qualcosa, essere al piacere di qualcuno,
essere al piacere di qualcuno, essere qualcosa al o in piacere
, non pretendere nulla in cambio di qualcosa. aretino, vi-45: non dubitate
. n. villani, 49: la qualcosa tutto è contraria di quella che fatto
neppure le pianelle di qualcuno, di qualcosa: essergli infinitamente inferiore. berchet,
: c'è nella composizione del pianista qualcosa di pianisticamente previsto, di spontaneamente nato
e dovrete salire. -andarci piano in qualcosa: procedere con cautela, senza impazienza
nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci
. 2. atto di conficcare qualcosa nel terreno, su una superficie.
29. dare o mettere in pegno qualcosa. adattamento dello 'studio datene', lxxxviii-i-706
famiglia. -piantare la bocca su qualcosa o qualcuno: baciarlo con forza e
, n. 15. -piantare qualcosa: lasciar perdere. pirandello, 7-580
, e pei saldi o quando accadeva qualcosa d'impreveduto come per una smotta venir
14. fissato su qualcuno o qualcosa (lo sguardo). sbarbaro,
-fare il pianto di qualcuno o di qualcosa: considerarlo ormai perduto o finito,
la mano della piatade. -recarsi qualcosa a piatà: averne compassione. g
4. insistere per l'ottenimento di qualcosa presso chi è in grado di concederlo
questione. -darsi piato di qualcosa: curarsene. s. bernardo volgar
. -mettere, mettersi piato di qualcosa: darsene pensiero, prendersene cura.
-sembrare un piattino di fagioletti: qualcosa di inadeguato, di troppo esiguo.
la parte migliore e più interessante di qualcosa (e, in partic., il
: tirerò 'l piatto, / poi qualcosa sarà. comisso, 12-175: gli ultimi
pulita o polita di qualcuno o di qualcosa: sgombrare, levare di mezzo ciò
pane. -impegnarsi a fondo in qualcosa, mettendo in gioco il proprio buon
uomo ridicolo che pare si tenga da qualcosa. premoli [s. v.
, sebbene volesse essere pregata, aveva qualcosa di inedito, una teoria personale.
, un senso intimo e sotterraneo, qualcosa che gli picchiò dentro inopinatamente accennando a
8. colpire, battere o premere qualcosa, anche con violenza. cellini
battere volontariamente una parte del corpo contro qualcosa. p. segni, 1-89:
di una persona per gettarsi su qualcuno o qualcosa. c. e. gadda,
o il flauto alle labbra, compongono qualcosa di comico e di serafico, che mi
. marchetti, 5-20: è pur qualcosa ciò ch'ai mondo trovasi, / sia
carnevalesche. barilli, 7-61: figuratevi qualcosa a piè fermo, come il tiro al
. locuz. dare di picco a fare qualcosa: impegnarvisi a fondo, lavorando accanitamente
occhi piccoli: guardare o pensare a qualcosa con un'espressione avida. pirandello,
insignificante (nell'espressione un piccoloché di qualcosa). manni, i-195:
dell'apennino! -a piè di qualcosa: allo stesso livello, allo stesso
-porsi a piè di prete per qualcosa: pentirsene. g. m
cadere, n. 12. -cadere qualcosa fra i piedi: avvenire casualmente o
appunto. -calpestare fra i piedi qualcosa: non tenere in alcun conto.
-dare dei piedi, del piede in qualcosa: inciampare. ariosto, 15-53:
questa mattina. -darsi cura di qualcosa come del terzo piede: non preoccuparsene
smemorati. -essere a piede di qualcosa: esserne incapace. salvini, 41-82
piede: essere l'ultimo a conoscere qualcosa. fagiuoli, 1-5-135: i capi
piedi. -fare gran piede a qualcosa: dargli un valido fondamento concettuale.
strada. -levare, levarsi qualcuno o qualcosa dai piedi, metterlo fuori dai piedi
rimettere, sostenere, tenere, ritornare qualcosa in piedi: instaurare, fondare o
-mettere, mettersi, porsi, tenere qualcosa o qualcuno sotto i piedi: sprezzarlo
addosso, sopra o sulla testa a qualcosa o qualcuno: dominarlo; angariarlo,
il piede, i piedi a, con qualcosa, qualcuno: aderire a un credo
-muovere il piede, i piedi per qualcosa o qualcuno: impegnarsi in una determinata
piedi. -porre un piede contro qualcosa: superarla. sassetti, 7-84:
-porsi in piede di fare qualcosa: accingersi, incominciare, maturare l'
l'intenzione, disporsi concretamente a fare qualcosa. vita di gio. gastone i
mezzo in purgatorio. -sul piede di qualcosa: secondo una particolare esigenza.
n. 20. -tenere piede contro qualcosa o qualcuno: resistergli, opporgli resistenza
realtà. -trarre il piede da qualcosa: disimpegnarsi positivamente, riuscire a risolvere
vedere e non capire; sì che qualcosa finì veramente per perdersi tra le pieghe
pericolarà. -disposto, incline a qualcosa. g. correr, lii-4-186:
perché anch'ei non si piega a far qualcosa? bandi, 1-i-55: io non
-piegare a destra o a sinistra di qualcosa: dedicarsi ad altre attività distogliendosi da
d'artigli, come se cercasse d'acchiappar qualcosa. pratesi, 5-338: data,
-averne una piena di qualcuno o di qualcosa: averne abbastanza, non poterne più
. d momento più opportuno perché avvenga qualcosa; il culmine di un processo di
-che stringe una grossa manciata di qualcosa (la mano). dante
d'animo); inestricabilmente commisto con qualcosa. giacomo da lentini, 24:
centellinando, essi stavano in contatto con qualcosa di elementare: grave e pieno di
tredici anni, ma alta, pallida, qualcosa come senza sesso, con una voce
anche: che ha appena finito di pronunciare qualcosa. chiabrera, 1-i-43:
, anche, sufficiente, adeguato per fare qualcosa (l'età). -anche con
bocca sempre piena di qualcuno o di qualcosa: parlarne continuamente, con ostentazione.
più o meno lungo, in cui qualcosa si determina con la pienezza delle proprie
proprio pieno; esserci il pieno per qualcosa: conseguire lo scopo prefissato; ottenere
esprimendo l'autentico, profondo significato di qualcosa. f. f. frugoni,
crosta: lasciare, il meglio di qualcosa e rimanere con il peggio. monte
scrittore e tanti ci hanno voluto tramettere qualcosa di suo che egli era una pietà
se è poca roba fa l'effetto di qualcosa di sostanzioso e di compatto.
con quello lì c'era da scastagnare qualcosa..., gli apparecchiò una
, specialmente danaro. -fare qualcosa di impossibile. -sfruttare al massimo ogni
5. locuz. gettare in pietrelle qualcosa: eseguirlo con molta facilità e velocemente
di pietrerie, son riusciti ad aggiunger qualcosa a quella purezza essenziale.
3. tr. dire, ripetere qualcosa in modo sommesso, con tono dolce
d'amore. 4. esaltare qualcosa in modo eccessivo, vantarne esageratamente i
ballare. -per estens. schiacciare qualcosa con le mani o coi piedi rompendolo
-appoggiato o premuto con forza contro qualcosa (una persona, una parte del corpo
che si trovano in mezzo, avrebbero pagato qualcosa a essere altrove. dossi, iii-107
locuz. essere almeno come pigionale in qualcosa: esercitarlo sia pure in misura limitata.
aver perduto il giudizio. -parere qualcosa tolto a pigione, stare a pigione
a pigione, stare a pigione in qualcosa: non entrarvi per nulla, non avervi
tutti cercano di arraffare o di ottenere qualcosa affannosamente; parapiglia (per lo più
(pìglio). prendere, afferrare qualcosa in mano, fra le mani o fra
grassoni. 7. ricevere qualcosa dalle mani di qualcuno. s.
anche con arti subdole) a fare qualcosa. b. pulci, xxxiv-443:
il momento propizio e opportuno per fare qualcosa; approfittare dell'occasione o del tempo
. 48. considerare qualcuno o qualcosa in un certo modo, formulare un
. -pigliare consiglio: stabilire di fare qualcosa, decidere per un'alternativa.
n. io. -pigliare di petto qualcosa: v. petto, n. 24
n. 14. -pigliare fede di qualcosa: credervi. floro volgar.,
mare. -pigliare gusto a fare qualcosa: v. gusto, n.
donativi. -pigliare il cammino a qualcosa: iniziarla a fare. sassetti
suo verso. -pigliare in beffa qualcosa: non tenerla in considerazione. g
no. -assumere il controllo di qualcosa (anche con riferimento alla provvidenza divina
i medicamenti. -pigliare male da qualcosa: riceverne danno. giamboni, 10-79
. 9. -pigliarla, pigliarsela con qualcosa, con o contro qualcuno; pigliarsela
firenzuola, 752: io ho fatto qualcosa a mandar per lui, concredendo che
affannarsi, prendersi pena di qualcuno o qualcosa. brignole sale, 2-18: non
i capelli. -pigliarsi in qualcosa: parteciparvi. boccaccio, iv-81:
: 'fare un bel piglio': guadagnare qualcosa di buono.. inizio di una
locuz. -dare di piglio a, in qualcosa: afferrare risolutamente con la mano un
hanno apportato. -fare piglio di qualcosa: accogliere in sé (un sentimento
ne accorgono in spagna. -bollire qualcosa in pignatta: per indicare il segreto
fare esercizio di medicina. -dare qualcosa a ingoiare come pillola: servirsi di
giù nessuno! -inghiottire, ingoiare qualcosa come fosse una pillola: in fretta
fraudolento. -in senso generico: ottenere qualcosa da qualcuno (anche con lusinghe o
fagiuoli, 1-6-350: io veramente ho piluccato qualcosa, ma ora veniva 0 buono
, dispera zione per la perdita di qualcosa, per un esito o un risultato
argomento; non andare a fondo in qualcosa. chiaro davanzati, xxiv-4: sovente
. ant. e letter. spingere qualcosa o qualcuno per spostarlo, rimuoverlo,
. 3. premere o battere qualcosa in modo da farlo penetrare, da
. che abbonda, che è ricco di qualcosa (per lo più con un complemento
simil. parte superiore o emergente di qualcosa; sommità, punta. buonarroti il
?, cor de le anime? -fa'qualcosa per non ti addormentare. -farollo,
dello strumento suddetto allo scopo di afferrare qualcosa. savinio, 263: d cameriere
un gesto rapido e imprevisto per afferrare qualcosa. g. gozzi, 1-69
verificare la perpendicolarità e la verticalità di qualcosa. -con sineddoche: lo strumento costituito
, n. 3. -fare piovere qualcosa: spargerlo, lasciarlo cadere dall'alto
. fagiuoli, i-16: vorrei veder qualcosa fra 'viventi, / e non
seminato. -piovere una manna di qualcosa: v. manna1, n.
la pipì sui monumenti: stroncare stoltamente qualcosa di grande e bello. la stampa
squarciato sventolava e sbatteva sull'acqua con qualcosa di grottesco e pipistrellesco. emanuelli,
, 2-243: se si voglia ripartir qualcosa di più del quasi zero, bisogna.
locuz. divenire pirata di qualcuno, di qualcosa: impadronirsene rapidamente e irresistibilmente.
pisciar sopra alla tomba. -pisciare su qualcosa: non fame conto, non prenderla
. -pisciare a gocciole: concedere qualcosa poco per volta, con avarizia.
pisciate. -non riuscire a fare qualcosa, fallire ignominiosamente. p. nelli
: fare fuggevole e vaga menzione di qualcosa o di qualcuno in ambiti alquanto limitati
raggiungere o di rintracciare qualcuno o qualcosa, in quanto ne indicano il passaggio
. -non curarsi un pistacchio di qualcosa: non curarsene affatto, non badarvi
. -schiacciare il pistacchio: schiacciare qualcosa con violenza o con la facilità con
. 8. locuz. -essere proibito qualcosa come le pistole corte: per indicare
del bambino ancora analfabeta che vuole comunicare qualcosa graficamente o perché è muto o perché
(e ultima) 'personale'emanava qualcosa di patetico e di sincero che andava
mostrare col fatto che l'arte è qualcosa che vive da sé e per sé.
: le stesse figure delle zie avevan qualcosa di pittorescamente giovanile. savinio, 12-230:
locuz. -andar motteggiando pitture: tirare qualcosa alle lunghe, non volerne venire a capo
, annuncia che si sta per aggiungere qualcosa a ribadire e incrementare quanto è stato
e vano protrarsi dell'attesa perché avvenga qualcosa. -non venire più: tardare lungamente
estremo entro il quale si presume che qualcosa avvenga, fino al quale si pensa
, fino al quale si pensa che qualcosa duri (cfr. anche lunga, n
: tentare di superarsi a vicenda in qualcosa. b. davanzati, i-149:
-più una cosa che un'altra: qualcosa, alcunché. grazzini, 4-17:
, iv-145: nello stesso momento sentii qualcosa che mi pizzicava lungo il polpaccio della
dottrina; intendersi più o meno di qualcosa, averne un'infarinatura. pindemonte,
in patria. -sentirsi pizzicare di qualcosa: averne voglia. r. bertini
gregge celeste. -quantità minima di qualcosa, rimasuglio. pavese, i-ioi:
nelle orecchie. -avere pizzicore di qualcosa: avere una determinata nomea.
, amico. ma certo parlando, qualcosa si placa nel cuore. emanuelli,
placido, umile, dignitoso, e qualcosa che indicava una mestizia rassegnata. d'
4-421: si udì un ronzio, qualcosa scattò nelle misteriose viscere della macchina,
6-163: la campagna gli offriva sempre qualcosa da pensare come un plasma cedevole in
creatore, plasmatore. quelle due righe significano qualcosa di più nella somma dei traffici,
, le braccia, la testa e qualcosa d'altro. la pelle è proprio plastica
libretto snello che ha per la dedica qualcosa della fragranza gentilissima della tua anima.
di ministro plenipotenziario: egli avrebbe desiderato qualcosa di più che le patenti, desiderio
. il momento più opportuno perché avvenga qualcosa. sermoni sacri [tommaseo]:
prolissa che l'unica giustificazione a scrivere qualcosa in proposito mi pare sia quella di
proposito mi pare sia quella di dire qualcosa di veramente nuovo. montale, 18-298
che da questa modesta avventura potesse uscir qualcosa di buono e magari un piccolo libro
trasformazione e senza un profondo rivolgimento, qualcosa come una svizzera in grande.
e valore neutro, per indicare indefinitamente qualcosa di molto scarso, piccolo, esiguo
e valore neutro, per indicare indefinitamente qualcosa di molto scarso, piccolo, esiguo
e valore neutro, per indicare indefinitamente qualcosa di scarso, piccolo, esiguo per
a rimanere esangue. -avere poco di qualcosa, di qualcuno: condividerne in misura
sottolineare il rilievo, l'importanza di qualcosa. p. petrocchi [s
è più vicino) la 'poesia'non è qualcosa come la scienza o uno studio astratto
, 13-274: vuol dire che c'è qualcosa nella vita moderna che non è più
*), agg. accostato a qualcosa che serve da sostegno; posato sopra
. dappoiché. -da qualcuno o da qualcosa in poi: per indicare che ciò
alla fine irene si decise a dirgli qualcosa: « ma che c'hai?
e affini? -immaginare o descrivere qualcosa con forme nette, ben definite.
politeama estivo, spera di cogliere ancora qualcosa dell'azione e delle voci di una
il concetto gesuitico della fantasia serbava sempre qualcosa di politico, epperò di calcolato,
. 24. -fare piazza polita di qualcosa: v. piazza, n.
compiono per levigare, lisciare o lucidare qualcosa; levigatura, lisciatura, lucidatura (
verifica della validità o della regolarità di qualcosa, per lo più svolta con eccessiva
verifica della validità o della regolarità di qualcosa, per lo più con eccessiva meticolosità
avete avuto un incidente, ha urtato contro qualcosa? = deriv. da polmone
16. nucleo profondo e riposto di qualcosa; intima essenza; realtà sostanziale.
in carne. -fare la polpa di qualcosa: contribuirvi per la parte più notevole
, diè morte. aretino, 20-234: qualcosa sarà, se ben non aviamo il
povertà intellettuale; assoluta incapacità di fare qualcosa di utile e di sensato; indole
-fare polvere di qualcuno o di qualcosa: massacrare, sbaragliare; distruggere completamente
polvere delle scuole. -scuotere qualcosa dalla polvere: dedicarvisi con rinnovato impegno
9. locuz. mettere il polverino su qualcosa: considerarlo irreparabile, non più modificabile
e con essi la vecchia madre, hanno qualcosa di funereo e polveroso.
assaggia. -tenere lontano qualcuno da qualcosa come un ragazzo dai pomi maturi:
necessità, quell'arte cui ciascuno aveva qualcosa da chiedere, anche in presenza alla
me. -a pompa di qualcosa: per ornarla, decorarla, addobbarla
a bellezza. -avere pompa di qualcosa: trame motivo di vanto, di
'donzelli. -fare pompa di qualcosa: ostentarlo, vantarsene; manifestarlo pubblicamente
, esibirsi, prodursi; compiacersi di qualcosa, averne il gusto, coltivarlo.
9. che mena vanto di qualcosa, che ne è orgoglioso, traendone
che pone, che colloca, che mette qualcosa. -in partic.: chi stabilisce
. -fare ponti e scale di qualcosa: non parlarnepiù. cielo d'alcamo
-tenere, avere, lasciare in ponte qualcosa: tenere in sospeso, accantonare momentaneamente
sia assegnato nella spera di venere, la qualcosa parrebbe forte al vulgo, cioè al
dagli occhi tondi e attoniti. c'era qualcosa di fresco, di popolaresco, ma
e. cecchi, 5-114: c'è qualcosa di privilegiato nel poter rivolgersi a un
orbi, stando a'perdoni per buscar qualcosa da chi entra in chiesa od esce,
piange non ha poppa: per ottenere qualcosa occorre chiedere con insistenza e lamentarsi.
, 5-254: vi era in lei qualcosa di molto puro e al tempo stesso di
turco. graf, 5-914: datemi pur qualcosa, / qualcosina da mangiare. /
bemari, 4-134: quando vi domandavo qualcosa di questi libri, voi con sdegno dicevate
nutrire la fiamma. -presentare qualcosa a una persona affinché ne usi o
2. protendere verso qualcuno o qualcosa, accostare, allungare, distendere una
/ e dei fanali, attender lì qualcosa. / o qualcuno? non so.
dica da dove chiama e ci dica qualcosa della sua identità. non per deprecabile indiscrezione
2. che porge; che presenta qualcosa a una persona. cicognani, 9-25
, né salumaio che, o dicendo qualcosa o mostrando un oggetto, non trovasse
situare, sistemare, deporre, riporre qualcosa in un determinato luogo o recipiente,
l'hanno fatta trasecolare. -esporre qualcosa al sole, all'aria, all'azione
]. -per estens. porgere qualcosa a qualcuno. a. pucci,
; porre qualcuno in necessità di fare qualcosa: v. necessità, n.
, far apparire, mostrare qualcuno o qualcosa in una determinata luce, sia favorevole
preferenza o, anche, propensione per qualcosa; mostrarsene interessato. piccolomini,
: il servizio che consiste nel portare qualcosa da un mittente a un destinatario.
è già abbastanza noioso ma dover qualcosa a un'infusione di portorico e
membri. -fare porzione di qualcosa: fame parte, appartenervi.
barista attraverso la sala, gli chiedeva qualcosa, scherzavano. il cliente se la
-dare, fare posa a, di qualcosa: dargli fine, farlo terminare.
mandi fuora. -fare posa in qualcosa: rassegnarvisi. muratori, 11-58:
voleva che fosse, anche nell'aspetto, qualcosa di assolutamente speciale (il pasticcere si
occhi, vocchio su qualcuno, su qualcosa; guardarlo, per lo più con interesse
ha sempre, nella sua leggerezza, qualcosa di giovane, e un giovane dolcetto
ha sempre, nella sua posatezza, qualcosa di vecchio. posato (part
di vedere i figliuoli buoni a fare qualcosa, a non mangiare più il pane
a compiere un'azione, accingersi a qualcosa. mazzini, 14-15: il popolo
-essere in possa di qualcuno 0 qualcosa: essere alla sua portata, compatibile
, trovarsi in possa di qualcuno o qualcosa: essere in sua balia, a sua
spirato. -tenere qualcuno o qualcosa in possa: possederlo, disporne pienamente
dal popolo a possanza. -avere qualcosa in possanza: disporne pienamente averlo in
uomo molto savio e astuto. -essere qualcosa in possanza di qualcuno: essere alla
-mettere, menare qualcuno o qualcosa in possanza di qualcuno: ridurlo suo
vede! -avere la possibilità di usare qualcosa per servirsene secondo i propri fini.
-restare, rimanere in possessione di qualcosa: continuare a dominarlo politicamente.
peso di irma sopra di sé come qualcosa di avviluppante e possessivo. 4
l'amore appena goduto mi si presentò come qualcosa di puramente fisico e distaccato da quello
mondo, perché, se in ogni istante qualcosa nasce col morire di un'altra,
facoltà, che è capace di fare qualcosa (una persona). boccaccio,
-essere presso al possibile di fare qualcosa: esserne in procinto, correrne il
è ammissibile, concepibile, prevedibile che qualcosa possa essere o avvenire, secondo le
). disus. fare sì che qualcosa possa essere o avvenire. s
2. mettere in condizione di fare qualcosa. gioberti, 1-i-4: così potess'
di delfini. -a posta di qualcosa: con determinate limitazioni o condizionamenti.
da'mori. -in cambio di qualcosa. dominici, 1-168: non vedi
sua. -far correre le poste a qualcosa: fame oggetto di divulgazione, di
poste. -giocare la posta su qualcosa: mettere in risalto un determinato aspetto
alle poste. -restare in attesa di qualcosa. d. bartoli, 2-2-466
indegno. -non tener conto di qualcosa, non considerare. s. degli
altri, mettiamo che tu arrivassi a qualcosa, non arriveresti se non a sapere una
. che risiede, che è riposto in qualcosa o in qualcuno (un sentimento,
); che consiste, si identifica con qualcosa. iacopone, 35-3: o anema
e donne arrivavano in macchina e costava qualcosa di più ma si poteva esser certi
23. locuz. -al posto di qualcosa: in sostituzione o in cambio di
ai suoi interessi, e che ha qualcosa da perdere, e che conosce il
agli altri. -far posto a qualcosa: dimostrare interesse nei suoi riguardi,
-lasciare posto, il posto a qualcosa: abbandonare il campo, permettendone il
abbassarsi. -mettere a posto qualcosa: installare, porre in opera.
certa soddisfazione. -tenere a posto qualcosa: servire a fissarlo nella posizione voluta
adatto, atto, idoneo, valido a qualcosa. -anche con riferimento a soggetti inanimati
delle cose. calvino, 5-71: qualcosa che ancora non era e che quindi
, televisione, rotocalchi), è accaduto qualcosa di ben più profondo e violento che
, anche, il libero arbitrio di fare qualcosa, di esprimere un giudizio, di
il permesso, l'approvazione per fare qualcosa. quaderno dei capitali della compagnia dei
soffrire, sopportare o vedere qualcuno o qualcosa, o anche, con valore iron.
, o, anche, che le avvenga qualcosa (e può esprimere un giudizio soggettivo
della possibilità o della probabilità che avvenga qualcosa, che si verifichi una condizione,
una richiesta o il permesso di fare qualcosa o, anche, un'offerta (
fatto. -possibilità di usufruire di qualcosa. soderini, iv-24: nei tempi
, ma tutti i giorni le era profferto qualcosa dal cancello come alle bestie feroci.
ingegno, la fantasia). -povero a qualcosa: incapace, inadeguato rispetto a essa
c'era, / c'era una volta qualcosa. / devi saperlo anche tu,
sappiamo determinarci a fare o a dire qualcosa. -insignificanza nei risultati ottenuti.
la rinuncia e la povertà religiosa assumevano qualcosa di più astratto e inesorabile, in un
luna nel pozzo? -buttare qualcosa nel pozzo: usarlo senza alcun risultato