3-135: in balìa di quella foga prendevo busse, rabbuffi, e peggiori minacce
giorno, come solo nutrimento, prendevo un caffè e latte con pane
.. in balìa di quella foga prendevo busse, rabbuffi, e peggiori minacce.
saba, 225: tra i sassi che prendevo per lanciare / nell'onda..
senza battere ciglio la manifattura, la prendevo in mano devotamente e correvo a mangiarmela
dopo, sulla veranda aperta, mentre prendevo il caffelatte, mi sentivo leggero e beato
, 5-352: il purgante che giornalmente prendevo era prescritto da carlo, da un
luce rossastra. popini, 8-53: prendevo un libro e leggevo alla fiochissima luce
concede la parola. angioletti, 45: prendevo a caso un libro da uno scaffale
». d'annunzio, v-3-85: prendevo su le mie braccia il ferito che guaiva
-assol. moravia, ix-7: prendevo, pesavo, facevo il conto..
/ inesplicata! piovene, 6-241: prendevo allora l'abito dello scienziato che introduce
paveset n-i-105: da piccolo più le prendevo e più mi incaponivo. -in
pirandello, 5-300: ero impetuoso, e prendevo tutto alla leggera. soldati, 236
roversi. moravia, xi-478: intanto prendevo la mira, sul viso bruno,
90). ojetti, iii-35: prendevo appunti sopra un foglio di vecchia carta
, 16-23: alla sua età, prendevo già paga, oltre la panatica.
porgevano a tutti. moravia, ix-7: prendevo, pesavo, facevo 0 conto svelta
qui diventò rossa rossa, « lo prendevo io di mia volontà ». [ediz
qui divento rossa rossa, « lo prendevo io di mia volontà. mi scusi se
, n-i-105: da piccolo più le prendevo e più mi incaponivo. bernari, 3-344
i monti azzurri. pavese, 5-53: prendevo in un'occhiata sola la piana del
esso nell'acqua e allora prendevo un sasso e lo lasciavo cadere
. poliziano, 1-746: di gir talvolta prendevo piacere / dov'eran le più belle
, appisolato contro il finestrino aperto, prendevo un rabbioso e tenace raffreddore estivo.
disfacevo e rifacevo il letticciuolo, poi prendevo uno dei cavalletti di ferro, l'accostavo
, 1-746]: di gir talvolta prendevo piacere / dov'eran le più belle;
falce strana e ria / colei ona'io prendevo ogni diletto. v. franco
robotici avevo diciannove anni e non li prendevo troppo sul serio. e dispregiativo di
, iv-2-566: quando nel soccorrerla le prendevo la mano, vedevo per le lacerature del
, dopo una giovinezza quasi ascetica, prendevo contatto con la esistenza di. un
finisse la gran tirata dell'interlocutore, prendevo l'attitudine di qualcuna [delle statue
stenea. p petrocchi, 1-55: prendevo un bicchiere e lo rompevo; toccavo
! d'annunzio, v-3- 85: prendevo su le mia braccia il ferito che guaiva
in asti colla prima corsa, e prendevo posto in serpe sopra una squinternata
rebora, 3-i- 323: ti prendevo un po'sgarbatamente sottobraccio per fare una
partiti, che io in babele non prendevo né domicilio né cittadinanza. -con
sono arrivato relativamente in fretta. a maggio prendevo già due o tre grammi al giorno
una specie di atroce vendetta che mi prendevo su di lui. -che esprime
. r. sacchetti, iii-144: prendevo posto in serpe sopra una squinternata diligenza dello
dal rispetto. sbarbaro, 1-64: prendevo sempre la prima, strangolato di desiderio
strana e ria / colei ond'io prendevo ogni diletto. -sdegnoso nei confronti
valore rafforz. moravia, ix-7: prendevo, pesavo, facevo il conto svelta svelta
i timbri. angioletti, 126: prendevo a caso un timbro, lo appoggiavo a
: chiudevo dietro di me la porta, prendevo una stecca dalla rastrelliera, toglievo dalle
guadagni favolosi: andavo a informarmi, prendevo parte ad alcuna; ma fu un
, nello studio e in ogni circostanza io prendevo il tuono della superiorità, e tutti
, 11-76: solo in quell'ora io prendevo coscienza piena di me, valutavo con