certa noncuranza di te stesso, che plachi l'amor proprio altrui offeso dall'av-
, / né ho farmaco alcuno che mi plachi. deledda, i-308: il dottore
, e fare / sì ch'io lo plachi. zucchetti, 272: non mancassimo
eccessi, / e s'infuri e si plachi in un istante. forteguerri, iv-359
mezzo e prieghi, e facci pregare e plachi l'ira sua. l.
la malignità non truova dono che la plachi. caro, 3-1-365: veggo che sarà
per forza o per amore io mi plachi: ah egli è vero, bisogna
per forza o per amore io mi plachi. -darsi pace; mettere, mettersi
giove / da sì funesti auguri, e plachi l'ira, / se questa ira
dolcezza al fin si pieghi / e si plachi la bell'ira / che il dover
placcare), tr. (placo, plachi). ricondurre a una condizione di
al fin si pieghi / e si plachi la bell'ira / che il dover vostro
giove / da sì funesti auguri e plachi l'ira, / se questa ira è
mercé, scriverà a suo padre che si plachi e le sue legioni esaudisca. fiamma
ti lagni di dover vivere, si plachi e schiarisca? montale, 2-92: follìa
degli affanni, / che acqueti e plachi i miseri mortali, / da qual
l'aure onde il suo vampo / si plachi, a nostro refrigerio e scampo.
, ché vò far tanto ch'egli si plachi verso di te s'io credesse spiritarlo
/ iva che il tremolìo fa che si plachi, / frassino e tamarisco dello splene