nero. carducci, 870: abbrunate piangon le insegne. barilli, 2-199:
, in cui l'alme amorose / piangon de la lor vita il sol sepolto!
, inf., 12-108: quivi si piangon li spietati danni; / quivi è
tra l'arena. marino, 18-223: piangon gli amori in cipro, i bronchi
la trista sequela dei pallidi discendenti che piangon le colpe dei padri. tozzi,
un crine. monti, x-3-71: piangon l'indegno eccidio / de'vezzi, ahi
il grido, / che per doglianza / piangon gli amanti. foscolo, 1-362:
della potatura. monti, x-3-71: piangon l'indegno eccidio / de'vezzi,
tempo). carducci, 870: piangon le insegne / il ritornante giorno funereo
, 7-99: piangono i servi e piangon gli animali; / onde il guazzo per
, vita nuova, 39-9-116: spesse volte piangon [gli occhi] sì, ch'
presenza / [gli occhi miei] piangon dì e notte, e mai non c'
che del suo male han dolorosa vita / piangon. n. franco, 4-66
avidi allora / che gl'immortali dèi piangon ancora. 7. più potente,
d'alegreza morta, / ed altri piangon lor gioia e disdetto: / volontà inganna
di mostrar dolore, / e spesse volte piangon sì, ch'amore / li 'ncerchia
là senza mercé e'peccati soi / piangon con grandi strida, alte e terribili.
martorio ». cicerchia, xliii-354: tutte piangon iesù le meschinelle. ser giovanni,
con pietose voci e mesti accenti / piangon li miei tormenti. giannone, i-359
trecche di ginie, / che sempre piangon per le carestie, / che non hanno
cui molli dintorno / rotte fra picciol'sassi piangon tonde / che dalle rose pomici zampillano
amorosi di laura e di giove / piangon coi denti molli e con affanno / le
motriccio, rispondersi tra i giunchi: / piangon le rane. =
correggere i vizi. petrarca, 294-9: piangon dentro, ov'o- gni orecchia è
regali congiunte e che gli orrendi / piangon miei mali ed il più rio non
la chiragra impietrisce, allor dolenti / piangon lor vita paludosa e scura. cesari
il cor sospira, / gli ochi piangon sovente. chiaro davanzati, li-10:
le laute cene, / ma qui piangon le iene / dal clamore fugate,
subterranea vena o alpestre fonte / non piangon tacque che 'l torrente fanno.
e le spelonche, e quindi / piangon le selci in copiose stille. arici
govoni, 1166: piangono ceri e piangon lagrime / finché lastre di marmo e
: spessamente abbraccia / li spiriti che piangon tuttavia, / però che perdon la
poi lo compiango: / e mi piangon le viscere mie, e mi piange
dell'umana vita sospirano i versi, piangon le carte e i volumi intieri si
sinistra riva / dove rotte dal vento piangon tonde, / subito vidi quella altera
molli dintorno / rotte fra picciol sassi piangon tonde / che dalle rose pomici zampillano
rive, / dove le figlie tue piangon l'elettro. -per estens. emettere
, inf., 12-106: quivi si piangon li spietati danni; / quivi è
acattate e furfantate, / che ti piangon in dosso sventurate, / a suon
86: molti poi che l'hanno avuto piangon quel che han voluto. ibidem,
però non han torto / se amaramente piangon, da voi strani. aretino, 22-156
, i-76: or te [luigia pallavicinij piangon i amori, / te fra le
: i miseri miei compagni / dolenti piangon nella cava spelonca / per tutto risonante
sinistra riva / dove rotte dal vento piangon tonde, / subito vidi quella altera
sinistra riva / ove rotte dal vento piangon tonde. boccaccio, viii-2-204: quasi
dal buio. cantelli, xxxiv-i-174: piangon le pietre, e l'aria è scolorita
giorno i morituri! / essi non piangon la sentenza amara. / domani si morrà
riva, / dove rotte dal vento piangon tonde, / subito vidi quella altera fronde
facto tomo / che ancor li suoi ne piangon di gravezza. donato degli albanzani,
. foscolo, i-76: or te piangon gli amori, / te fra le dive
orecchi ai poveri. petrarca, 294-9: piangon dentro, ov'ogni orecchia è sorda
torto, / si duole, e quelle piangon violate. loredano, 3-28: voleva
vai rimedio. marino, 1-7-97: piangon quivi le fronde e stillan pioggia / di
ancor le stinche con molti prigioni / piangon tutti adunati in una schiera. machiavelli,
straluna gli occhi e succia, / e piangon anche i miseri meschini. grazzini,
nessun altro simiglia / della gran doglia si piangon le suoro. laudario della compagnia di
nessun altro simiglia / della gran doglia si piangon
l'aver di piglio. / quivi si piangon li spietati danni; / quivi è
, / che ancor li suoi ne piangon di gravezza. p. scarlatti,
riva. foscolo, 1-164: or te piangon gli amori, / te fra le