li disse: -ora t'abbi a pentire; / del mal volere i'per ora
di rovero, quando poi si venga pentire, non solamente deponga ima tal durezza
e altera, che lo faceva quasi pentire della sua diffidenza. settembrini, 1-389
troverò ben io il modo di farlo pentire se saprò che un'altra volta egli abbia
l'ardire, / e poi del mio pentire io mi ripento. bruno, 3-26
per avventura i nimici mia si potrebbeno pentire de'tradimenti che mi hanno fatto.
anco nei campi elisi, onde si potrien pentire coloro che non si recano in la
322: madonna, avvertite bene che pentire alla fine voi vi potreste di cotesto
duramente una cattiva azione, doversene amaramente pentire. -anche con uso avverbiale: a
126: se io non te ne fo pentire, che mi venga ima cassale che
anche noi, e s'abbia a pentire d'avermi chiusa la porta in faccia
orecchi, si van- tomo di farmi pentire assai di tal parole; onde io non
renderlo consapevole dei propri errori, farlo pentire. abbracciavacca, xxxv-1-341: mostr'ormai
brama, e pensa / al mio tardo pentire, a dì correnti / viepiù,
toscani, 28: è meglio dare e pentire, che tenere e patire. settembrini
della tua fiducia tanto da farti pentire? tornasi di lam pedusa
anche noi, e s'abbia a pentire d'avermi chiusa la porta in faccia.
nostro anche noi, e s'abbia a pentire d'avermi chiusa la porta in faccia
il diavolo in testa si cominciò a pentire de la impresa come uomo di poco
i peccati degli uomini perché si possan pentire. accetto, iv-150: non essendo altro
ditino di confidenza s'ebbe ben presto a pentire. capuana, 4-189: versava il
della sua gioventù, forte si abbia a pentire d'avere invano consumato el tempo.
elezioni di che quello si avesse a pentire. giannotti, 2-1-2: facendosi l'
, che poi tardi se n'abbiamo a pentire. g. stampa, 101
carogna... s'abbia a pentire d'avermi chiusa la porta in faccia.
ne deve guardare! perché io posso farlo pentire. ojetti, ii-413: i poveri
sua gioventù, forte si abbia a pentire d'avere invano consumato el tempo. c
iacopone, 18-6: unqua non voi pentire, finché vene a lo morire.
della sua gioventù, forte si abbia a pentire d'avere invano consumato el tempo.
alla sofferenza, e saprò farvene amaramente pentire. balbo, i-247: non frammischiatosi
, se 10 non te ne fo pentire ». berni, 7-72 (i-202)
pena, e quanto più s'attarda a pentire e a punire, tanto più aggrava
/ giuro a baccon, te ne farò pentire. manzoni, fermo e lucia,
ne deve guardare! perché io posso farlo pentire. -intr. con la particella
con tanta grazia, che non mi fai pentire dello scherzo. g. a.
giuro a baccon, te ne farò pentire. 2. che non può o
che 'l più delle volte facevano pentire coloro ch'erano stati arditi d'avanzarsi
determinata cosa di cui ci si potrebbe pentire. ariosto, 29-2: ognun vedrà
determinata cosa, di cui ci si potrebbe pentire. segneri, iii-2-168: la loro
tempo t'ho aspettato che te devisse pentire; / con rascion èi conden- nato
si togliesse loro commodità d'aversi a pentire, fece dell'una parte e dell'
io d'aver lo accettato ci dobbiamo pentire giammai. ordini e parti concernenti il beneficio
: meglio vale mettere consiglio dinansi che pentire a la fine. ugo di massa
ne pentirete; / non vaierà poi el pentire / quando destrutti voi sarete, /
, che si credono di farvi anco pentire di stuzzicare i vespai. birago, 314
gettaste, una stabil mole nel mio pentire, ascoltatemi! giordani, i-2-376: è
179; vedi or se tu ti puoi pentire: / io ti do tempo sol
dal dire cosa di cui ci si potrebbe pentire. giuglaris, 2-692: data contro
a orecchi, si vantorno di farmi pentire assai di tal parole. manzoni,
ortodossia letteraria, e... farà pentire gli eresiarchi colla sferza, col ferro
a qualcuno il pan pentito: farlo pentire amaramente. nomi, 6-40: io
di cui ci si deve in seguito pentire. gigli, 5-8: l'apparenze
incerto. pantire, v. pentire. pantocaìna, sf. chim
: / partirte dai peccate con verace pentire. chiaro davanzati, lx-2: s'
paenitère (e poenitére): v. pentire. penitènza (ant. penetència,
(e poenitère): v. pentire. penitenziale (ant. penetenziale)
paenitère (e poenitère): v. pentire. pénito, agg. (
paenitère (v. penitere e pentire). pènna1 (ant. péna
non pentirsi poi ", v. pentire, n. 6. -se marzo
'. pentére, v. pentire. pentestèmone, v.
gione. = deriv. da pentire; le due ultime var. sono di
. -ritrarre qualcuno a pentimento: farlo pentire. foscolo, vii-4: la natura
. = nome d'azione da pentire. pentimeróne (pendameróne), sm
pernióne, v. pentigione. pentire (ant. pantire, òentère, pèntre
non ce lo dà lui, il pentire. d'annunzio, iii-2-1098: l'assassino
, 1-312: e i rimorsi e il pentire e il pianger, nulla / fia
udire, / o dator del buon pentire. pascoli, ii-711: dio ci perdona
non ce lo dà lui, il pentire. -ravvedersi. 5.
uomo fa, delle quali si può pentire, che non son quelle di che potrebbe
. locuz. -comprare caro o tanto il pentire: profondere stoltamente il proprio denaro per
tanto 11 pentere. -fare pentire qualcuno di qualcosa: indurlo a rimpiangere
sperava che presto ne l'avrebbero fatto pentire. loredano, 251: quelli di
intrepidezza che 'l più delle volte facevano pentire coloro eh'erano stati arditi d'avanzarsi
, 28: è meglio dare e pentire che tenere e patire. ibidem,
s'affretta di consigliare, s'affretta di pentire: le decisioni avventate sono fonte di
pente. -è meglio fare e pentire che starsi e pentirsi: piuttosto che
pentito (part. pass, di pentire), agg. (ant. pentuto
rea. = nome d'agente da pentire. pentìttico, sm. (plur
, non ti spantar, non ti pentire / d'aver pigliata al mondo legge nova
uomo fa, delle quali si può pentire, che non son quelle di che
colpa, / giurò al sommo sir farlo pentire / e che ne senta fin tossa
1-90: non ti pentire, o diletta, d'esserti così prontamente
, iii-290: non dubito li faremo pentire de la sua rabiata iniquità.
, in seguito, ci si dovrà pentire. p. petrocchi [s.
e mi pare di non avermi a pentire dei pentimenti. mi lasci qualche altro
: / partire dai peccate con verace pentire. idem, 35-62: tu non
il quale ha per fine di far pentire e correggersi i con dannati
valore intens., in-illativo e da pentire (v.). rimpergamenito,
me repento, ma so che 1 pentire / nulla mi giova, perché de ogni
re-, con valore iter, e da pentire (v.).
nuovo a macone / che ne farebbe angelica pentire. baldi, 595: tribaldetto,
già non vò che me vaglia alcun pentire, / ma morto andar fra spirti
letteraria, e... farà pentire gli eresiarchi colla sferza, col ferro e
e un ritrovamento; un peccare e un pentire. b. croce, iv-n-85:
con una sorella io m'abbia a dover pentire di non essere stato sofistico e diffidente
donna, non ti spantar, non ti pentire / d'aver pigliata al mondo legge
temor on peringano, azò ch'illi possano pentire. g. villani, 12-121: la
extra (v. extra) e da pentire (v.). strapentito
parti rte dai peccate con verace - pentire. guido delle colonne volgar., 18-1
sconcertati con disordini tali che si potrebbero pentire de'loro sviamenti, e de'loro
: credo se ne avesse poi a pentire un tantino, ma l'orgoglio non gli
nome delle membra noi dovemo intendere la pentire che tenere e patire. ibidem, 38
costole, che tu te ne aresti a pentire da senno. leopardi, 339:
non volli adunque avermi un giorno a pentire di una tale ommissione, e andai
tempo, che si credono di farvi anco pentire di stuzzicare i vespai. gualdo priorato
certo nel fin tu non te dì pentire. n. franco, 4-132: ora
8: lo'vidie, te ne farò pentire. = forma sincopata di vivaddio.
quella mancanza di riconoscenza mi fece amaramente pentire del mio tratto generoso. ma..