, all'idea se avesse saputo quel che pensavo. 12. esprime l'effetto,
rapini, 28-172: un profeta, pensavo, non può accovarsi intorno a un
. bellini, 1-600: io non pensavo ad altro che al non far rumore,
lascerebbe medicare. sacchetti, 219-104: pensavo di avere consiglio di valenti medici;
puntiglioso e per matto, non ci pensavo a lasciarmelo vedere a fianco, perché
bruciato vivo in una di queste pozze -io pensavo - che affrontare l'avvenimento ignoto.
volumi. ojetti, i-379: così pensavo e speravo salendo il monte della guardia
iii-838: mentre egli parlava, io pensavo alle tante agiatezze e mondanità a cui
gomitolo di accia. deledda, ii-469: pensavo di portarle un bel dono, un
vola. idem, ii-8-16: pensavo la felicità di vivere in una di quelle
. idem, i-322: terribili amori (pensavo) deve aver fatti e patiti costei
della beltà primiera. carducci, ii-8-15: pensavo... al tuo bel viso
anche mi piacque... e pensavo queste cosa essere indizio d'una umana
. d'annunzio, iv-1-446: io pensavo che la compagnia..., almeno
. sbarbaro, 1-148: io pensavo... all'odore angosciante delle
. lorenzo de'medici, i-165: pensavo, amor, che tempo fussi ornai
d'essere accanto a creature appestate, e pensavo a te come a una santa,
, 2-12: altri argini ancora, pensavo, sopra la distesa bruna delle arature
l. bellini, 1-600: io non pensavo ad altro che al non far romore
che non mi amava abbastanza. io pensavo che esitasse prima di arrendersi: tentennamenti
. slataper, 1-93: pensavo mettendo il pollice nel taglio ascellare del
nei cieli. baldini, 6-223: pensavo, vedendolo così enorme e massiccio:
ruggire. baldini, i-12: non pensavo un granché neanche io, alle mitragliatrici,
sozzura, tanta viltà, tanta asinità, pensavo: quale, non dico desiderio,
e l'angoscia rabbiosa di quando avvilita pensavo al futuro e non osavo sperare che quell'
il vaticinio. idem, iv-1-161: pensavo a un altro annunzio di presentazione e
4-183: fiutavo l'odore dei boschi. pensavo a dino, all'aviatore, alla
dino, all'aviatore, alla guerra. pensavo che tanto ero vecchio e che avrei
camposanto, perfino con le croci. pensavo che da grande avrei sollevato anch'io come
ballo. pavese, 4-287: ormai, pensavo, sono in ballo. se mi
né fuor di quello ch'io mi pensavo ti sei ingegnata di svegliere fin dalle
vecchiezza. ariosto, 289: io non pensavo già, erofilo, che..
. e. cecchi, 3-178: pensavo ai nostri vecchi emigranti, alle prese con
il singhiozzo. saba, 105: io pensavo alcibiade monello, / che..
lo vendichiamo. baldini, i-12: non pensavo un granché neanche io, alle mitragliatrici
, passando davanti a una chiesa, non pensavo che a zitelle e a vecchi calvi
magri botri, comisso. 1-84: pensavo agli occhi della volpe acuti di gioia,
quest'ansietà che mi ritrovo adesso, pensavo sempre che la dovesse finir bene.
non scompaia. moravia, v-212: pensavo che ero uscita da un buio senza
a prendere le pagnotte alla sussistenza, pensavo: se incontrassi giovannone.
di dire tutto il male che pensavo del parlamento. certo, che
. cosa c'è di speciale, pensavo, tutti i giorni le strade ne
monti, i-260: vi dissi che pensavo di cedere a voi o a
, 5-99: pensando a mia moglie, pensavo sempre per immagini geometriche. ma ora
4-183: è possibile cristo di dio, pensavo, che veramente questa donna s'interessi
opportuna. michelangelo, 36-69: forse pensavo di cantare in rima, / o di
assai diversamente. pavese, 6-127: adesso pensavo a oreste, ch'era il prim'
arrivò il vostro messo, ed appunto pensavo alle stravaganze di questo mondo, e
aveva venduta a manno; ma io mi pensavo ch'egli avesse o maritato de'danari
: in capo a più mesi non pensavo più tanto alla sorella; ed in capo
creder questo era una pazzia, e pensavo che fusse stato posto avanti da qualcuno
vetrina dei pitoni... e pensavo alla voragine dell'inferno. non si
-per simil. sinisgalli, 8-34: pensavo che alcune sofferenze potessero estinguersi con la
termine prossimo. pirandello, 7-179: pensavo che [i bambini], senza aver
7-42: cosa c'è di diverso, pensavo, da quando eravamo ragazzi. c'
e. cecchi, 6-149: io pensavo a cotesti... venti implacabili,
e cocaina. alvaro, 9-396: pensavo che forse potevo giovarle spingendola a ritirarsi
di fuori. sinisgalli, 6-125: pensavo che gli architetti barocchi erano riusciti da
rose fra la cenere). / pensavo che t'avrei trovata là. c.
a casa vostra la mattina a giorno, pensavo possere star un'ora con voi.
sommessamente. d'annunzio, v-2-377: pensavo: « ho sete. forse chioccola
lontani, chioccola, tonfi vaghi. pensavo alla grande pianura nella nebbia, nell'
ii-108: « chi sa », pensavo io « se vedessi da vicino i loro
1-137: le ferite alla gola resteranno, pensavo, non si chiuderanno mai più come
interrogazioni. de sanctis, 11-1-139: pensavo che qualche cicalone gli aveva dovuto travisare
morale. fagiuoli, 3-1-116: io pensavo fossero ambrosia e manna, e son
aula scolastica. moretti, 35: pensavo alla mia classe, al posto vuoto,
punto di partenza delle tue esperienze, pensavo che ritornando ad esso avresti rivissuto il
le donne. come fa quella vecchia, pensavo, a non rompersi il collo su
far colpo. alvaro, 9-396: pensavo intanto se dovevo vibrarle il colpo, rivelarle
. qui dev'essere gente più tranquilla, pensavo, qui non si pigliano i colpi
. « sarebbe comica incontrarci qualcuno * pensavo. = voce dotta, lat
vanterie di dino. a volte pensavo che anche lei ci trovasse il suo comodo
un favoloso animale. pavese, 4-152: pensavo alle donne che compongono un morto,
1-138: come sono le cose, pensavo; uno che fosse nuovo e la sentisse
in versi giambici. saccenti, 1-1-47: pensavo a concepirlo [un memoriale] in
voglia di dire tutto il male che pensavo del parlamento. certo, che,
-dove trovate voi questi torti? -io pensavo già avervene mostri tanti, che voi potessi
, v-2-162: della mia intima alchìmia pensavo, come penso, al modo confuciano,
congiuntura. baldini, i-697: io pensavo, puerilmente, che in una congiuntura
svegliavo di notte, in sussulti. pensavo... alle congiure, alle
alle torture, ai morti freschi. pensavo ai paesi dove da più di cinque
, sapiente. guicciardini, 267: pensavo ancora io a'lacedemoni ed a'romani
. come fa quella vecchia, pensavo, a non rompersi il collo su
in antico, altri argini ancora, pensavo, sopra la distesa bruna delle arature:
pensandomi da lontano quando anch'io lo pensavo. controllare, tr. (
viani, 14-377: chi sarà mai, pensavo, questo uomo che è in
avesse cinquantanni. sinisgalli, 8-34: pensavo che alcune sofferenze potessero estinguersi con la
di quelle marsine crociate; io guardavo e pensavo, quando ebbi un urto negli occhi
anche questa lavora per l'altro », pensavo, « non gli bastano i corpi
, 1-138: come sono le cose, pensavo; uno che fosse nuovo e la
, e con parecchie si salutava. io pensavo quanti di loro dovevano conoscersi con momina
e sterpaie. alvaro, 9-45: pensavo pure di non aver mai veduto una
bartolini, 15-20: mentre dipingevo, pensavo a ciò che sarebbe accaduto, della mia
, e non mi volevo dichinare; perché pensavo, se io mi fussi dichinato a
pieni d'alberi alti, dove all'ingrosso pensavo che potesse essersi fatto il suo rifugio
, né pedagogica, né decorativa, pensavo a noi miserabili. 3.
il bigliettinaio. lo guardai. io pensavo di viaggiare senza destinazione. montano,
. svevo, 5- 347: ci pensavo spesso a quella fanciulla brutta che mi
a un momento si sente gridare, pensavo, di qui a un momento è la
verdi in questi giorni ch'io non pensavo a ragazze. de roberto, 319
e mi dibattevo dicendogli tutto quello che pensavo. -per estens.: anche
iv-145: a questo mio trattato io pensavo di aggiungere alcune altre mie prose, perché
esterni. fracchia, 338: sempre pensavo di cambiare i connotati alle persone che mi
ornamenti che continuamente vedevo con gli occhi, pensavo quietarmi, quando potessi toccare la sua
oscurità. comisso, 1-41: già pensavo inventarle nuovi tormenti, ma i pensieri
lingue o costumi. borgese, 6-99: pensavo, con indicibile accento / patetico,
preso dalla mia ubriaca giovinezza, solo pensavo a scrivere nelle pause d'amore altri di
forma dommatica. bocchelli, 9-255: pensavo alla rarissima fra le forme di coraggio
animo. baldini, i-697: io pensavo, puerilmente, che in una congiuntura
. ma ero una bambina, non pensavo che a giocare, e ridevo.
melanconia. pascoli, 494: così pensavo: e lo zi meo guardando / ciò
io mi credeva cominciare domenica, e allora pensavo di dirvi una predicoza di quelle da
domandavano. ma ero una bambina, non pensavo che a giocare, e ridevo.
dire. cicognani, iii-2-196: io pensavo alla mia deformità. - quale? -
vulcano fattura. bacchelli, 9-164: pensavo che anche la devozione tien del paese,
. carducci, iii-12-130: in fine io pensavo, matteo nostro, più che poeta
di guerra. sinisgalli, 6-125: pensavo che gli architetti barocchi erano riusciti da
marra. d'annunzio, iv-2-1231: pensavo ai porci demoniaci che sogliono abitare in
dal sentimento. cardaci, iii-23-70: pensavo a quella bella, umana, geniale,
la gravità. d'annunzio, iv-2-411: pensavo che troppe altre anime sotto la prova
13-33: nella mia limitata esperienza, pensavo che forse sarebbe stato più conveniente estinguere
voi. tommaseo, i-336: così pensavo esulcerata, infetta della loro viltà:
14-217: la faccenda era che io pensavo non sarei mai riuscito a scrivere una pagina
madre mi spiegava questa fortuna di irene e pensavo che in quella famiglia tutti fossero d'
pensato in tutte l'opere tue; pensavo ne'fatti delle mani tue. sacchetti
/ un provocante odore, / ed io pensavo all'alighieri e all'estasi / de
mi era dolce e per quel sogno non pensavo alla forma felina del vostro piccolo corpo
: per essere il venerdì santo, mi pensavo che la pazzia de'pazzi dovesse pure
umido argento. d'annunzio, v-1-368: pensavo a quelle la fantasia, la mente
pena e avevo paura per lei e pensavo che non era stata fortunata a nascere
tagliasse il viso. moravia, xi-61: pensavo al mare, tanto bello, con
pavese, 7-104: finita una sbronza pensavo già all'altra... milo mi
barometrica. pascoli, 494: così pensavo: e lo zi meo guardando / ciò
umiliato. e. cecchi, 5-534: pensavo alla disperazione degli innocenti ed inermi,
focoso e altiero che avevo allora, pensavo più a castigar degl'ipocriti che a
privata non mi manca; e quando pensavo di formulare addirittura un elenco, mi
far caso. in quanti posti, pensavo, noi si passa e c'è stata
). viani, 14-167: io pensavo invece di rilevarvi, e a mano
pregiudizi. e. cecchi, 3-178: pensavo al messico, aspro e frenetico,
. d'annunzio, iv-2-1245: io pensavo al principio di un'ode, che
due sassi. sbarbaro, 5-22: pensavo... al fuocherello d'ideale che
non ragiona. bartolini, 1-10: pensavo alla furia malsana delle donne, quando
dell'italia. carducci, iii-23-70: pensavo a quella bella, umana, geniale,
savinio, 348: così io mi pensavo dentro la gabbia dell'ascensore che saliva
cova. moravia, xi-390: ogni tanto pensavo alla donna dall'impermeabile rosso e mi
, 7-98: se non faccio qualcosa, pensavo, comincio a correre le strade e
e amorose. carducci, iii-23-70: pensavo a quella bella, umana, geniale
, 4-15: tramontava il sole, e pensavo a mia madre; due tra le
iii-293: un canarino così giallo che pensavo fosse colorito con i tuorli dell'uova.
. tolomei, i-n: io non pensavo giammai che fusse alcuno che cercasse nodo
, sotto le rocce rosse lunari, pensavo come sarebbe di una grande poesia mostrare il
alla nostra greppia. moravia, vii-123: pensavo che raimondo aveva trovato la greppia e
banalità. paolieri, 42: io pensavo, con una fissità strana, al
vittoria della reazione. pavese, 6-335: pensavo che avrei dovuto andare a dormire e
/ e tante pompe, ch'io pensavo che egli / gli passassi d'entrata,
della pittura. pavese, 5-30: pensavo... alla gente di laggiù,
per ben digerire. comisso, 7-80: pensavo al suo dolore il giorno in cui
del giorno. foscolo, xv-358: [pensavo] all'ora ch'io su l'
, in vita mia, che non pensavo più a me stesso, che m'immedesimavo
a. verri, 2-i-2-12: io pensavo di andare negli svizzeri perché mi avanzavano
ciglia di nero. carducci, ii-8-15: pensavo... al tuo bel viso
del cliente? calvino, 1-427: pensavo... a quanto essa avesse
-impers. benivieni, 74: io pensavo ora se fussi forse bene riscorrere un'
gloria. levi, 2-253: io pensavo che quelle figure erano come rima
vendetta. e. cecchi, 5-263: pensavo come sarebbe stata bella,..
mai. e. cecchi, 5-534: pensavo alla disperazione degli innocenti ed inermi,
. pratolini, 10-372: nella mia camera pensavo al giorno prima come ad un episodio
(io lo dirò pure!) non pensavo ad altro. 2. locuz
attira la sventura. moravia, ix-285: pensavo che,... se uno
casa di tolleranza; ero vergine e pensavo così facendo di superare con l'iniziazione
attenuazioni. pavese, 9-16: io pensavo come mai, per comunicarmi una cosa
e. cecchi, 5-534: pensavo... ai destini inscrutabili verso
: non amavo quella vita instabile, pensavo alla tranquillità delle mie abitudini, alle dolcezze
mio sul teza. serra, i-135: pensavo al carattere della nostra gente,.
e sparso tanto sangue, [io pensavo] cuocere troppo agl'inglesi vederla così
il vestire. vasari, 4-i-73: pensavo meco medesimo, avendo avuto due mie
laidi. carducci, iii- 23-70: pensavo a quella bella, umana, geniale,
. d'annunzio, iv-1-373: io pensavo spesso alla grande consolazione perduta, con
laido. bartolini, 143: ma pensavo io, al bello, al brutto?
e. cecchi, 6-149: io pensavo a cotesti canali, percorsi da venti
dico il vero, molto commosso: pensavo che insomma, io, figlio del
sentissi incenerito, distrutto, quando giusto pensavo di dovermi lanciare nell'orgia, nel
va al largo e si spoglia, pensavo vedendole. 37. sport. guardia
ero fieramente repubblicano; e la repubblica pensavo che dovesse essere con la legge agraria dei
, 4-232: a ogni nuova notizia pensavo quale enorme leggenda si andasse creando in
e vietato. palazzeschi, 1-78: pensavo così mentre gli sguardi erano attratti dall'
quattrino. d'azeglio, 1-256: pensavo tra me che avrebbero potuto mostrare meno
levarmene. calvino, 6-56: già pensavo a vederti qui che tu avessi cominciato a
vedendo quei sassi bruni, lievitati, pensavo al fumo e all'untume degli incendi e
limpidamente descritti nel poemetto, sì, pensavo con venerazione al vecchio mago che con
che dicevo sul serio, che veramente pensavo a uno scoppio di grisù, e in
lingua quella cosa che volevo dirle, pensavo di dirla perché il momento mi sembrava
, profanato. bacchelli, 9-325: pensavo la pietà dei morti di pesto,
il mangiare m'era penoso, quando pensavo... alle mani lorde che avevano
cellini, 2-72 (427): io pensavo per certo di perdere la lucie di
cimiteri uno sì m'attrasse, quando pensavo di comperare luogo per la mia sepoltura
come i frutti. sbarbaro, 1-148: pensavo al parco granducale, coi fiori terrosi
pavese, 5-77: tra me pensavo: « mangio un cane se non
dice il caso... stamane pensavo a te ». « grazie. in
il mangiare m'era penoso, quando pensavo... alle mani lorde che avevano
di fionda. bartolini, 16-217: pensavo che un atto d'infedeltà verso jazuela
incartamenti in mano. marito e moglie pensavo io che non abbian di meglio da fare
. b. croce, iv-2-143: io pensavo... ai danni che può
pavese, 1-128: tirando il secchio pensavo: -a quest'ora è già morta
vecchio e bisunto. svevo, 29: pensavo di fare un giro per trieste per
: « perché tutto questo? », pensavo, « perché sobbarcarmi a questa spiacevole
lo trovo esser d'avarizia e, dove pensavo che '1 disegno chinasse a venere,
, 1-103: vigliacca d'una gisella, pensavo, proprio tutte ci stanno. poi
, proprio tutte ci stanno. poi pensavo a michela, se aveva già trovato
garibaldi io avevo già scritto ciò che pensavo; e che rifare a ogni poco
? brava. scarfoglio, 18: pensavo quanto vigore di salute e d'italianità
di denaro. dossi, iii-314: pensavo come recarle soccorso, e sommando gli
, ma mentre tutti si divertivano io pensavo alle mie sorelle sedute tristi in casa
). gozzano, i-609: allora non pensavo alla letteratura: sognavo di farmi missionario
altri giorni, invaso da furor mistico, pensavo che tutto era abietto e perituro nel
e vivace. carducci, ii-8-15: pensavo... al tuo bel viso che
andando verso la 'sorella'dolorosa, io pensavo: « troverò la buona parola per
levigatezze. stuparich, 1-378: se pensavo al timbro della sua voce, mi
deledda, iii-35: da molto io pensavo a lei: eppure...
. gadda conti, 1-386: pensavo io, al bambino che sarebbe venuto,
meno passionale. serra, i-135: pensavo al carattere della nostra gente,.
, iii-838: mentre egli parlava, io pensavo alle tante agiatezze e mondanità a cui
per la sua morte, fallito, pensavo di metterle a monte e fare quello
svogliata- mente. pascoli, 417: pensavo ai mesi ch'ebbi in me due
, i-542: con certe smorfie che io pensavo dovessero riuscirgli stomachevoli ", gli metteva
la dea. sanminiatelli, 11-179: pensavo alla giornata fosca d'inverno, alla
leggiadro? pavese, 7-83: io pensavo a quell'altra che con milo avevamo
2-106: quand'ero piccola, lo pensavo sempre, che tu fossi un mostro di
papini, 27-55: l'universo, pensavo, non è poi quel benefico e munificente
, i-471: « sono finito », pensavo tirandomi i capelli e torcendomi le mani
che non adesso. dovevo essere, pensavo, 'verista naturalista ', anch'
già che facciano male gli eruditi, anzi pensavo e penso che fanno un lavorìo utilissimo
], fanno due anni, mi pensavo che mi fussero usciti per sempre i ruzzi
effigia. pascoli, i-481: io pensavo quanto era vero questo nesso ideale e
arbasino, 1-20: era tardissimo, pensavo, occorreva sbrigarsi per non perdere il
polari. pavese, i-io: non pensavo alla scarsità dei campi e delle acque
porti. d'azeglio, 2-126: pensavo bene che, se fosse accaduto nulla di
d'inghilterra. machiavelli, 1-iii-655: pensavo di addormentarlo [il papa] e di
di lei. carducci, ii-8-16: pensavo la felicità di vivere in una di quelle
. e. cecchi, 5-150: pensavo d'andare in questura. in questura
/ io guardando le membra palpitanti / pensavo a un'odalisca e ad un soldano
del cristianesimo. d'annunzio, iv-1-284: pensavo: « l'impuro l'ha macchiato
giornata. moretti, ii-75: io pensavo, ingiustamente, che i medici diventano
sagra campagnola. carducci, ii-19-150: pensavo che ella fosse a celebrare le sacre
, così monotone, così ostinate, pensavo, mettevano in fuga l'inverno e i
di paga. slataper, 2-478: pensavo di mandarti altri soldi al 15,
oziavo, stanco di giocare, / pensavo a bei fiori lontani, a palle /
animali. pavese, 2-74: io pensavo al pancione sformato della vacca, che
sero bene o male di te, pensavo: livia non ha né difetti,
arola da re!... pensavo soltanto al gran bene che dal- alto
-assol. bonghi, 1-87: pensavo di poter accennare solamente parecchie cose,
a casa sua. la cameriera, pensavo, poteva dirgli di quelle ultime ore
brillanti. rebora, 3-i-33: oggi pensavo appunto a te e a'tuoi colli
bolognini. moretti, ii-662: così pensavo leggendo il foglio che m'avvertiva o
. fogazzaro, 1-292: una volta pensavo sì, sempre a lei, ma
s. v.]: giusto, pensavo, non sarebbe bene avvisarlo?
azzurro mar natio, / e pensavo te amor mio, / te lontano a
agli occhi. galileo, 1-1-224: io pensavo al mio ritorno, quando il viaggiare
cimiteri uno sì m'attrasse, quando pensavo di comperare luogo per la mia sepoltura
più soavi. carducci, ii-8-16: pensavo la felicità di vivere in una di
caduco. della porta, 5-95: mi pensavo guarirlo
torino a ubriacarmi e più bevevo più pensavo a tante cose e avevo il sangue
5-318: la gioia di mio padre, pensavo, era quella del bambino cacciato fuori
l'aurora. verga, 1-231: io pensavo al fiorellino che scuoteva le sue perle
e. cecchi, 5-208: pensavo a una cara persona: mi ricordavo
, 5-214: più andavo e più ci pensavo, cercando anche di ricordarmi in quale
. p. levi, 5-229: pensavo infine alle migliaia di altre scritte sui
. e. cecchi, 3-178: pensavo al messico, aspro e frenetico,
persona). serra, i-135: pensavo al carattere della nostra gente, così
: scommetto che arriverebbe alle venti, pensavo, è un bel pigliare: erano lì
grande distanza. pratolini, 3-49: pensavo, così facendo, di pilotarla inavvertitamente
colorati. bocchelli, 13-144: quel che pensavo prima... è quanto sia
ginocchio. saba, 105: io pensavo alcibiade monello, / che in altro
nulla. d'annunzio, iii-1-168: pensavo, mentre i polsi mi stordivano le orecchie
i polsi mi stordivano le orecchie, pensavo con un'angoscia che mi pareva sempre
un cavallo. bacchelli, 1-i-406: pensavo... che sarebbe stata una bella
in teatro. moravia, xii-294: pensavo di sposarla con tutte le pompe religiose
modo che non si vedesse, e pensavo che una volta che avessimo incamminato il
senza sopire il mio fastidio, io pensavo agli eventi prossimi, consideravo le possibilità
fronte i cieli. borgese, 6-99: pensavo, con indicibile accento / patetico,
amico. gozzano, i-609: allora non pensavo alla letteratura; sognavo di farmi missionario
voglia di dire tutto il male che pensavo del parlamento. certo che, a giudicarlo
p p piccolomini, xxv-2-111: pensavo che fusse stato amazzato da quei mori
sul mio letto di ragazzina, non pensavo più di starmi sacrificando. era spaventoso
del visconti. manzini, 12-95: « pensavo che, in fondo, una malattia
, a te! simsgalli, 2-69: pensavo che la scarsità di ulivi e di
. p. levi, 2-63: io pensavo ad un'altra morale, più terrena
loria, 1-191: era tanto che pensavo di ritornare sul teatro per spolverare tutte
nella mia ansiosa e accorata timidezza io pensavo forse che mi si dovesse perdonare il
montano, 1-247: ogni mattina, pensavo, gli uomini chiamati dal sole si
g. bufalino, 1-115: pensavo, con acido orrido aculeo di bramosia
bianchi delle acacie. « la natura » pensavo « è sostanzialmente profumiera come me »
suoi? pavese, 9-16: io pensavo come mai, per comunicarmi una cosa tanto
lettere d'oggi * * (ma non pensavo le stampassero con tanto spicco e pretesa
al fin. sanminiatelli, 11-179: pensavo... al bambino che si sentiva
uomo sparlare della sua gioventù. io pensavo al parco granducale, coi fiori terrosi;
il quarto. verga, 7-661: pensavo a voi che non conoscevo, nelle
beni strumentali. malaparte, 7-70: pensavo ai giovani tartari che i tre piani
mi si facesse una specie d'esame. pensavo mi dessero posizioni delle ali che raccolgono
conoscenza. piovene, 12: io pensavo: se non altro, potrei commiserarmi
, 128: già consultavo la guida e pensavo se non mi convenisse andare all'*
a fiocchi e calze turchine, costumi che pensavo in disuso, camminavano come signore.
in gabbia due / vaghi uccelletti che pensavo il nido / facessero concordi. è tutto
stagioni. calvino, 6-56: già pensavo a vederti qui che tu avessi cominciato a
non volevo, dire parole che non pensavo, firmare documenti che non capivo,
ojetti, iii-571: quindici giorni fa pensavo di confessarmi e di comunicarmi: insomma
da parte una quarantina di lire. pensavo di farci un regalino a bice.
. cesarotti, i-xiv-171: io non pensavo che gli eroi achei fossero per reggere alla
ii-257: é un monarca maomettano, pensavo, e ha la reggia ai piedi di
, cinque più. moretti, 2-119: pensavo alla mia classe, al posto vuoto
. e. cecchi, 13-603: pensavo all'orrore di quelle idee indiane sulla
s-318: la gioia di mio padre, pensavo, era quella del bambino cacciato fuori
fuori la testa, sentivo freddo, pensavo: un altro minuto, e posato appena
intuizioni risalenti a quei tempi, che pensavo di avere dimenticato. 3.
. e. cecchi, 5-208: pensavo a una cara persona: mi ricordavo
in sala. straparola, i-100: io pensavo che voi doveste ritornare stanco e lasso
rappresentazione di stella, xxxiv-612: quando pensavo al più sublime segno / essere in colmo
non fosse accaduta si rinforzò e talvolta pensavo che avevo veramente sognato. 24
così pressata! svevo, 5-29: pensavo di fare un giro per trieste per
sanminiatelli, 11-179: ripiegando il giornale pensavo alla giornata fosca d'inverno.
sua strada. beltramelli, iii-222: pensavo a qualcosa di sinistro né mi decidevo
-descrivere. cassola, 5-89: io pensavo che, riproducendo fedelmente i luoghi,
avidità mi sorprese di nuovo, perché pensavo che, almeno, dopo quanto era
: e sorridevo dumpaccio. ma risentitomi, pensavo: ho solo questo sorriso: non
. pavese, 10-228: io da tempo pensavo ai miei alberi altissimi / ritti e
, sarò stata in ritardo, non pensavo neppure che potesse piacermi un uomo »
, poesia. biffoli, lxxxviii-1-292: pensavo far colla mie penna istanca / di
. g. bianchetti, 1-269: pensavo come vi sieno molte facce ne'suoi scritti
1-85: « a buon conto », pensavo, « l'ho fatta a talino
cerulea tomba, / onde uscir sol pensavo il dì prefisso / della suscitatrice ultima
, di presidente, di caporaduno, pensavo. = dall'ingl. rotarian,
dal municipio. onde a me che pensavo chieder pace rispose un rullo di tamburo
in convento] fanno due anni, mi pensavo che mi fussero usciti per sempre i
: che parli tu di morire? pensavo, non sei già come morto?
c. carrà, 645: pensavo ai sacrifici che mio padre doveva aver fatto
di gusto goliardico. pavese, 7-29: pensavo alle piante di fuori, alla strada
». com'è il mondo, pensavo, una volta avrei detto « salute »
meglio poterono. moravia, ix-336: pensavo che, dopo tutto, ce l'avevo
saxone non è nello struvio come io pensavo, ma bensì nei pezzi citati:
batteria. de amicis, i-618: pensavo ai molti altri che, imbarcati per
dossi, ii-120: l'uomo, pensavo io allora nelle mie sbornie di filantropìa
de amicis, xi-175: chi sa, pensavo, ch'io non riesca a fare
con tale scadimento di forze che già pensavo di essere al fine. fr.
. pavese, 7-92: quel che pensavo, ormai l'avevo già pensato tante
casi personali..., che cosa pensavo, che la gente non se ne
al capitello con la faccia del demonio e pensavo che per riprendere il racconto avrei dovuto
tanto aderenti a ciò che io stesso pensavo. piovene, 7-381: questa coppia,
9-32: « mondoboia, proprio come pensavo io... di mia sorella s'
p. levi, 5-229: pensavo infine alle migliaia di altre scritte sui
io a pubblicare per istampa ciò che pensavo della nobile morte di guglielmo oberdan. per
b. croce, iv-12-iiq: non pensavo di veder sorgere... un'
ventura. campanella, 906: io mi pensavo che 'l tuo cervello, sendo così
», comandò. volponi, 9-248: pensavo anche di voler bene a poco a
. galileo, 3-1-122: sciattoni, pensavo che evidentemente le pastoie burocrachi averà questa
'si figuri'. pavese, 6-117: pensavo a oreste che studiava da medico.
e. cecchi, 3-178: pensavo al messico, aspro e frenetico,
scolastica. boine, cxxi-iii-58: mi pensavo che 'scolasticismo'volesse designare uno speciale metodo
ferd. martini, 5-30: più ci pensavo e meno riuscivo a capacitarmi di aver
p. levi, 3-61: pensavo fra me che c'era poi solo da
per scrostareil sangue secco che parevano lacrime, pensavo se come clara erano tutte le sorelle
della storia. cassola, 5-89: io pensavo che, riproducendo fedelmente i luoghi,
senza sopire il mio fastidio, io pensavo agli eventi prossimi, consideravo le possibilità
i-154: - se non partivo ci pensavo io a domarla, quella là..
: così deviai verso la stalla, dove pensavo di dormire, semisepolto nella vecchia e
il senso d'una domenica biblica; e pensavo alle ca la successione di
un negozio. pavese, 7-8: pensavo a queste cose mentre servivo nel negozio
. d'annunzio, i-24: io pensavo a tante cose splendide / lento sfogliando
. e. cecchi, 5-208: pensavo a una cara persona; mi ricordavo
in v. bompiani, i-135]: pensavo che sarebbebene, dopo tale sfornata, combinare
e gioventù. pascoli, 1459: così pensavo io tacito, e quello 7
guardavo i passeri sfrullare sul davanzale e pensavo come la loro vita fosse semplice.
sorridevo d'impaccio. ma risentitomi, pensavo: ho solo questo sorriso: non so
mai. p. levi, 5-220: pensavo a quanto è sgradevole aiutare gli uomini
a rimanere. dannunzio, iii-2-1015: pensavo che la sorpresa nonti sarebbe tanto sgradita.
m'udiste richiamar. carducci, ii-8-15: pensavo alla tua persona come sarebbe spiccata a
provare un acuto dolore, / perché pensavo a te, sublime viva, / la
. beltramelli, iii- 222: pensavo a qualcosa di sinistro né mi decidevo riprender
davo sempre, ogni volta che pensavo ad andrea del castagno, di aver
volponi, 9-248: voglio dirti che non pensavo di diventare uno scroccone o un magnaccia
uno scroccone o un magnaccia, ma che pensavo di sistemarmi e che la signora weckert
che basti. borgese, 6-99: pensavo, con indicibile accento / patetico,
: quand'io la lettera scrissi non ancora pensavo a snidare di patria.
alle tragedie. pascoli, 7-98: pensavo a una serie di'vite nuove', per
casa di tolleranza; ero vergine e pensavo così facendo di superare con l'iniziazione ogni
cicale senza sopire il mio fastidio, io pensavo agli aventi prossimi. -ridurre
sordo! mercati, 17: io pensavo che a queste nozze tu fussi tutta
in questa cosa, ché, dove io pensavo che voi fussi in sul pigliare le
sera, mentre suonavano le sirene, pensavo a millo. un tuffo al cuore
(che io non capivo e non pensavo che fosse un'intervista). vi è
spogliatoio in condizioni peggiori di quelle che pensavo ». -mandare negli spogliatoi: nel
loria, 1-191: era tanto che pensavo di ritornare sul teatro per spolverare tutte
. pavese, 7-148: accidenti, pensavo, o che invecchio o sono scemo
, 8-135: già già, non ci pensavo. tutto si sposta ogni giorno un
un pericolo. moravia, ix-285: pensavo che,... se uno gli
credevo nella psicanalisi... e pensavo che l'amore terrestre mi avrebbe resa
giovane. pavese, 6-248: io pensavo come pochi giorni mi avevano ormai staccata
, i-542: con certe smorfie che io pensavo dovessero riuscirgli stomachevoli, gli metteva in
futile. carducci, ii-7-216: pensavo: « e se ella fosse da vero
. n. ginzburg, ii-605: pensavo... che ogni pomeriggio potesse
e contraddittori. borgese, 6-99: pensavo, con indicibile accento / patetico, a
strofùccia piccina piccina, come quello che pensavo finir lì. = voce dotta,
, 2-28: « che gonzi! » pensavo io udendo a parlare gravemente dei sintomi
a voi, e sempre a voi pensavo! cicognani, v-1-521: non c'erano
rappresentazione di stella, xxxiv-612: quando pensavo al più sublime segno / essere in
capì che dicevo sul serio, che veramente pensavo a uno scoppio di grisù, e
quali unque siano. pavese, 7-160: pensavo a tutti i batticuori e le superbie
cerulea tomba, / onde uscir sol pensavo il ai prefisso / dalla suscitatrice ultima tromba
bacchetti, 1-i-330: oh, oh, pensavo (e mi dispiaceva), che il
di capodanno e di carnevale, e non pensavo che alla tavolata di dolci e di
paternità te lefilmica che non pensavo fosse nelle mie corde. telèfilo
fenoglio, 5-ii-419: in riva a belbo pensavo che bemasca m'aveva interessato perché ci
frutto. c. felici, 57: pensavo essere o una camelea o timelea.
mi portavano via con torchiaccio acceso: pensavo io che mi volessino gittare innel trabocchetto
in civiltà delle macchine, 33]: pensavo per giuoco dei reciproci rapporti tra forze
spada. c. levi, 2-259: pensavo al caso, che mi aveva portato
sociale. bilenchi, 14-7: pensavo ai documenti della cultura che allora era
mi portavano via con torchiaccio acceso: pensavo io che mi volessino gittare innel trabocchetto
anche nelle aule del ginnasio vi pensavo con invidia correre per i colli.
un incosciente... ricordo che pensavo: « tu vuoi trafare, imprudente »
b. croce, iv-12-404: io non pensavo che la sorte mi avrebbe, negli
ore di lussuria? non vedevo, non pensavo, non mi toccava.
. bigiaretti, 10-42: la coscienza, pensavo anche, è una travatura che sostiene
volevo dirle questo: prima di conoscerla, pensavo che i suoi romanzi avessero troppa truccatura
struttura. pascoli, 591: mentre pensavo, e già sentia, sul ciglio /
. nobili, 37: e ora, pensavo fra me, speriamo che il gemello
: -oh milord ti saluto. / pensavo a gravi cose: non ti avevo veduto
torino a ubriacarmi e più bevevo più pensavo a tante cose e avevo il sangue
ma io giudicavo da me stessa e pensavo: « io darei qualsiasi uomo per
). montano, 1-269: non pensavo a niente, l'animo era affatto
bagagli. slataper, 1-92: io pensavo di viaggiare senza destinazione; viaggiare perché
che non adesso. dovevo essere, pensavo, verista naturalista', anch'io; e
che non adesso. dovevo essere, pensavo, 'verista naturalista', anch'io; e
stati mandati i vesciganti lenitivi, che pensavo di portarvi io in persona. ritirateli dunque
sostenuto. ojetti, ii-446: io pensavo al suo [di p villani] saggio
s. martino. carducci, ii-7-216: pensavo: e se ella fosse da vero
c. levi, 6-44: forse, pensavo, avrei potuto far rimettere i vetri
, civetterie. maurensig, 1-78: pensavo che gettando nello scompiglio ogni tua certezza e
guardavo verso la tua direzione, e pensavo che in pochi minuti, in pochi
chiamati ora cockers. volponi, 2-211: pensavo che i marciapiedi di milano -e questo
chiesto, a bruciapelo... cosa pensavo della morte, che idea avevo dell'
che idea avevo dell'aldilà, che cosa pensavo di una certa nave fenicia, e
). arpino, 7-68: pensavo al tempo che mi divideva da una vita
imprimermi in mente i luoghi, e pensavo, come avviene agli inizi di una liaison
surfer sempre in derapata e controrotazione non pensavo che esistesse già una tecnica così avanzata
30-172: stamani, che ogn'altra cosa pensavo, son venute due carrozzate d'amici
. grimaldi, 1-13: io non ci pensavo, lo sapevo bene come si ficcava
ficcava però ti giuro che non ci pensavo, forse ero un po'bambina, o
una pagina quotidianasuunquotidianofreepressdenominata'lineadiretta'che, pensavo, fornisse informazioni utili e aggiornate. vita
la zoppia dell'anima, quella, pensavo, si sarebbe curata da sola con il
la repubblica [15-v-1984], 38: pensavo che mi dessero un anno di squalifica
vanity fair [3-ii-2005], 127: pensavo di affittare un personal shopper e,
« internazionale », 22-ix-2005]: pensavo si fosse toccato il livello più basso di