il qual dicea: « dentro bieltà che more, / ma guarda che pietà non
, che non ha l'uom che more. boccaccio, v-141: stupefatto e
le ciglia (per malu more, per corruccio, per gravità di pensieri
accolto. paoli, iii-195: là dove more il sole / nata è costei:
vedire, / ca 'l suo stomaco se more, si no i porge che paidire
bencivenni [crusca]: more sono di due maniere,...
perque ferarum agmen adu- « leo caudam more atque ritu adulantium canum cle- menter et
come troppo aggravata cosa, / che more in letto e giace. g. villani
. idem, 20-107: mentre more, / già non oblia la generosa usanza
sua ballia è auciso / ed e'more per ella, / cotanto sembiò bella.
/ che paia il giorno pianger che si more. idem, purg.,
che mosse d'entro da colui che more. boccaccio, dee., 3-8
ma meglio è degli aproni, o more nere de'roghi. = dal
non è nero ancora e 'l bianco more. boccaccio, i-427: il fuoco fu
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno; / ed erra l'
corniole quando cominciano ad arrossire, e le more... quando son grosse ovvero
, 145: in sonno dolce more / morso da l'aspe, e con
di foco e d'acqua asperso / more ucciso in un punto, arso e
amore, / che sono astioso di chiunque more. cino, iv-179 (45-23)
si litiga, quanto il gennaio con le more. g. m. cecchi,
! cert'occhi neri: due more mature,... e un nasino
, o portano, sopra le carni more, sode, dure, barbaresche,
nomi, 8-79: al bastardel de more ciò ripone. = deriv.
animo / quel po'e 'l bianco more. idem, purg., 26-6:
bizzeffe. dossi, 23: pamporcini, more, vi èran spuntati a bizzeffe:
gioia, sotto i roveti carichi di more, tesi nel desiderio di rivivere tra i
scarica / la botta, e il corvo more. giusti, i-437: a brucia
, e ad ogni poco di ro- more scappano. tombari, 2-227: il tordo
ii-55: nei lidi estremi, ove ne more il giorno / lontan dal sol fra
non è nero ancora e 'l bianco more. idem, purg., 26-34:
errando / or dove nasce, or dove more il sole, / quell'occulta virtute
et di fragole, et di more, / tirsi mio dolce, che più
sono assai più nere / che non le more quando è ben morate. piovano arlotto
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno; / ed erra l'armonia
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno; / ed erra
ancora. guarini, 186: certo ella more. / oh meschina! accorrete,
lavoravano, facevano non solo col ro- more delle calcole e ribattimento delle casse assordare
: l'antica gloria e 'l celebrato more / chi non sa della medica famiglia?
, un suo seu vergilii ad propria opera more centonario ex multis giusti, iii-294: poni
di guidareschi come una cestella di gelse more: e questa è la livida.
litiga, quanto il gennaio con le more. ojetti, i-687: non ve n'
, 1224: né ronzar api alle purpuree more, / né zillar cavallette,
/ sì come fa lo cesne quando more / che la sua vita termina in
savi si confessa / che la fenice more e poi rinasce, / quando al cinquecentesimo
clamare: cfr. cla more). per un'erronea congettura medievale,
d'erbe, / di coccole e di more, di corgnali, / e di
sua colomba, e di desir sen more. campanella, 1-1x9: mentre l'aquila
loro assalto diveniva subito nero come le more intorno. bartolini, 4-160: un
l'aiutiate, che per voi si more. sacchetti, 101-161: diventò di fresco
, i-31: l'uva fragola e le more di gelso, alle quali i medici
/ ché per morte una volta sol si more, / e tu col tuo colpire
: / forse colui che sospirate, or more. borsieri, conc., i-99
sanza comincianza: / el non fina né more, / ma tutto mio labore
noi compero li predetti settantacinque mori e more al prezzo di scudi cento l'uno di
ché in tutte parti sua luce non more. palladio volgar., 1-9:
amicizia. iacopone, 60-5: povertate more en pace, nullo testamento face:
, / dice ad ognun ch'avvelenato more. davila, 408: in virtù
latini, i-300: el non fina né more, / ma tutto mio labore,
lusinghe e con prezzi / ischiave e more e moricini e ghezzi. ariosto, 26-32
, / si contorce e sbatte e more e manca. d. bartoli, 2-1-57
: vero è che quale in contumacia more / di santa chiesa, ancor ch'
d'erbe, / di coccole e di more, di corgnali, / e di
: ver è che quale in contumacia more / di santa chiesa, ancor ch'alfin
noi compero li predetti settantacinque mori et more al prezzo di scudi cento l'uno
comincianza: / el non fina né more. giamboni, 4-145: non per la
annunzio, v-2-279: giù c'erano le more di ghiaia, i tumuli di rena
stava un'ora a leccare il sorbetto more agghiacciante dei ferri chirurgici, nelle bacinelle,
. caro, 16-88: poiché dafne si more, e più non s'oda /
essi al fin s'arrende o more, / l'altro arà guadagnato una fanciulla
, / sì che senza morir languendo more. d. bartoli, 9-24-2 (82
dando in mezzo pe'nemici, o more, / o bisogna, che 'ndietro
far volare gli uccelli che beccavano le more sanguigne, o a decapitare con colpi
devastate e soavi ultime bacche, / aspre more che febo declinante / più non matura
dalle declinate valli, ancora lui termina e more insieme co'l'ultima bassezza de la
quella vita, che, vivendo, more, / nell'alma fùn vittoriosi e lieti
chi legger le sa; sempre si more. spolverini, xxx-1-163: altri per fin
depongo in voto, me more di piaceri. bocchelli, 13-15: -l'
ant. sciroppo fatto col sugo delle more. palladio volgar., 10-16
rosso / delle fragole e il nero delle more! d'annunzio, iii-1-964: tu
lucerna], già nata l'alba, more, / e l'ardor del mio
da i fiori, la cui vita more nascendo. giraldi cinzio, i-210: quelle
ciascun tanto è vicino, / l'un more a forza, l'altro per diletto
, a doppia ala, nere e dolci more. -prendere in o a diletto
., 5-14: se [le more] troveranno cibo preso dinanzi a sé,
orto chiuso? i rovi con le more? ». d'annunzio, iii-1-7:
pregion dira, / ove '1 ben more, e 'l mal si nutre e cria
animale, l'animale cade giù e more e destasse e disciollise tutto. ariosto
non l'a'tate e'se ne more! petrarca, 264-96: sento ad ora
carletti, 13: si ritrovano di queste more, che di valore, giudizio e
così son divenuto parpaglione, / che more al foco per sua claritate / e per
percosso, e, sentendo allo ro- more dov'egli combatteva, si dirizzò in quella
chi legger le sa: * sempre si more '. pisacane, iv-10:
pena miso, / che vide ca nde more / per bene amare e tenelosi in
no, ma lo core meo / more spesso e più forte / che non
de'monti, e'comiuoli, e le more tra'duri pruneti. petrarca, 246-5
trafoglio, pruni, rovi che fanno le more, grassi pruni salvatichi. crescenzi volgar
, che quel giorno che nasce, more. tasso, n-iii- 1120: gran
elefanti il sangue dell'uve e delle more, per fargli più arditi nella battaglia
). medie. tu more cutaneo congenito che si può considerare
no, ma lo core meo / more spesso e più forte / che non faria
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno; / ed erra l'armonia
difetto, / perché ostinando così vive e more / per manco di ragion fermo
beata; immortale, perciocché mai non more secondo la vita essenziale. zanobi da
siete più lontano che 'l gennaio dalle more. -essere oltre: trovarsi al
vita beata; immortale perciocché mai non more secondo la vita essenziale, e non
a fiore / che tosto langue e more, / chi per voler l'esterna /
vita (proprio l'opposto della * more immortalis '); come l'eterno
suo nome partito in a, e more; garzon si dipigne, per non aver
carne: la signorina con gli occhi due more mature e col nasino capriccioso, la
si litiga, quanto il gennaio con le more. sassetti, 285: nel resto
sua vaghezza, / onde aven ch'ella more, altri si dole; / così
un ben, che le più volte more in fasce. di costanzo, ix-666:
è piena di movimento, di ro- more, di calore: s'ella non è
passa ogni velo, / quella speme che more nel cielo, / quell'amor che
, / somma felicità che mai non more. set giovanni, i-70: così ceccolo
savi si confessa / che la fenice more e poi rinasce, / quando al cinquecentesimo
al rogo in che s'incende e more! caro, 16-9: pellegrina fenice
sentendo de la vita gravitate, / more e rinasce. petrarca, 135-15:
stato di prima; / arde, e more, e riprende i nervi suoi,
/ che spera in te e disiando more. guido da pisa, 2-33: poiché
fatiga el feredore, el ferito non ne more: / or te pensa el bello
, / perché ostinando così vive e more / per manco di ragion fermo all'errore
, 253: odi / 'l ro- more / de'festeggianti carri / che apprestansi al
mara... per raccogliere delle more scivolò da uno strapiombo e si fiaccò una
che imbratta le mani, come fanno le more, e mangiandosene molti...
, così varia d'u more, di carattere, di fidatezza, mariella
d'erbe, / di cocolle e di more, di corgnali, / e di
latini, i-297: e1 non fina né more, / ma tutto mio labore,
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno; / ed erra l'
ché bel fin fa chi ben amando more. b. davanzati, i-415:
la salvatica e quella che non ha more, sono le migliori. si taglia finamente
. dossi, iv-186: pamporcini, more, vi èran spuntati a bizzeffe: ho
bartolini, 16-155: veder forme di gambe more ricoperte d'una ragnatela biancorosa, è
corniole quando incominciano ad arrossire e le more che nascono ne'campi...
no, ma lo core meo / more spesso o più forte / che non
voi non l'a'tate e'se ne more! / ella l'ha disdegnato così
chi legger le sa: sempre si more. baldinucci, 63: 'fosco', quasi
le sorbe, l'uva fragola e le more di gelso, alle quali i medici
frasca / invidiavo, e le purpuree more. levi, 1-61: gli olivi non
). -frutta aggregata: lamponi, more di rovo. -frutta a granella:
pregion dira, / ove 'l ben more, e 'l mal si nutre e cria
vite, / col tre more dell'aere che t'abbraccia, / con
come si vive, insieme, e more; / come il danno si segue e
25-10: son divenuto parpaglione / che more al foco per sua claritate, / e
che presto nasce in loro e presto more, / quasi un foco di paglia,
per veder gli occhiucce ner'co'more / di quel furel che m'ha 'nvolato
suo sangue le gelse, ciò è le more. fazio, vi6- 89: d'
region. chi raccoglie e vende le more di gelso. bernari, 7-27:
le frutta che producono, le more o gelse, di grato sapore,
molta seta, perocché v'ha molti more gelsi, e molti vermini che la
di seme, che si cava dalle more de'gelsi. lastri, 1-2-69:
un'altra, quanto gennaio con le more: non aver nulla in comune,
si litiga, quanto il gennaio con le more. -dio ci guardi da un
discosto, più lontano che gennaio dalle more, dalle rose: non essere disposto o
più discosto dal farlo che gennaio dalle more. cellini, 1-46 (124):
siete più discosto che il gennaio dalle more. g. m. cecchi, 17-100
se ne vedere [di saraghi] quale more così con una certa varietà de diversi
giace, qual morto, e mai non more / nel mobil cerchio di quell'onde
io che non volevo far troppo ro- more? mattio franzesi, xxvi-3-94: voi pur
: ciò che m'incontra ne la mente more, / quand'i'vegno a veder
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno. d'annunzio, iii-2-168:
sol per veder gli occhiucce ner'co'more / di quel furel che m'ha 'nvolato
/ onde il ferito e 'l feritor si more. -per estens. navigare.
di giugiole e di fragole e di more, / tirsi mio dolce. c.
con le vesti risplende, spessissime fiate more il nome col corpo. abati, 180
papini, i-206: infittiscono [le more] e gonfiano di giorno in giorno
al rogo in che s'incende e more! sassetti, 239: l'odore del
che voi non feste grazia a chi si more / talor d'un guardo angelico e
; imperò che 'l semplice peso sol more per l'opposito moto del suo nascimento,
e la forza per ogni moto nasce e more. tartaglia, 12: perché in
: sentendo de la vita gravitate / more e rinasce. = voce dotta,
men sentor che non ha l'uom che more. francesco da barberino, 264:
/ guaimenta e dice che per lui si more. = dal provenz. ant.
da falso dogma conforta il guanciale di chi more. carducci, iii-24-105: voi avete
che presto nasce in loro e presto more, / quasi un foco di paglia ogni
: qui pecorelle candide, e là more / vede; ma non già vede in
lo qual sol apparir quand'om si more / e 'n altra guisa non si
meo core / perché non ti more? = voce espressiva.
amor, tu vedi ben com'io more / per questa iddea. zenone da pistoia
par., 13-53: ciò che non more e ciò che può morire / non
, 326-8: 'l valor che mai non more, / non è in tua forza
di mosche, di ciliegie, di more, di bacche e d'altro ancora,
qui giace qual morto e mai non more, / nel mobil cerchio di quell'
assai più nere / che non le more, quando è ben morate.
giace, qual morto, e mai non more, / nel mobil cerchio di quell'
vo', incarnato amore, / ca more di pietate. lapo gianni, xxxv-n-581
al rogo in che s'incende e more! galileo, 3-3-500: vediamo tutte le
volgar., 5-14: prese [le more] a digiuno in acqua e in
umore / e il capo inchina e sitibonda more. -sostant. fioretti,
, che m'incontra ne la mente more / quand'i vegno a veder voi,
io ho sentito dir che se ne more, / e quasi quasi ch'io
/ e in somma non morir colui che more / perch'un rozzo del tutto e
de l'infanzia umana / invecchia e more la terribil luce, / che dà spavento
calcole. panzini, i-224: coglievano le more da'pruni e parte mangiavano, parte
adugge il più bel fiore, / more il campion sì valoroso, e more /
/ more il campion sì valoroso, e more / l'alta speranza de l'eccelse
ira e d'odio un'altra volta more, / se d'odio e d'ira
, 100: subito inalzatosi il ro- more, correndo tutti alle mura, pioveva da
): tanto innanzi andò questo ro- more, che più tosto sedizione si poteva nomare
che non è nero ancora e 'l bianco more. -procedere troppo innanzi: passare
tra l'arene del mar si perde e more. parini, vi-52: colà giustizia
: / che è zo? perché no'more, / poi c'à 'nsangnato il
che 'l cor ebro d'amor orbo si more. muratori, 10-i-54: venne gesù
/ merzé de la mia vita che si more, / prego che provi tanto 'l
nome viver fo, se 'l corpo more. varchi, v-841 (62-14):
frasca / invidiavo, e le purpuree more. gatto, 4-45: le invidia gli
le sorbe, l'uva fragola e le more di gelso... non erano
, di mosche, di ciliegie, di more di bacche e d'altro ancora,
conduce, e sa 'l quel che ne more, / aiace, in molti
ledati labbroni. jahier, 47: more untuose coi labbroni a cui di gallina
: e'[dio] non fina né more; / ma tutto mio labore,
a chi legger le sa: sempre si more. -intr. con la particella
spesso: io non voglio importi 'more 'o intervalli determinati nella corrispondenza.
di puttane di tutte le razze -anche more untuose coi labbroni a cui di gallina
chicchi rotondi, simili a quelli delle more, ma di colore rosso vermiglio,
in forma emisferica. è simile alle more di macchia, ma di colore più rosso
pena miso, / che vide da nde more / per bene amare e tenelosi in
fico. burchiello, 70: sangue di more e latte di scalogni. mattioli [
òm sano, e per lo troppo more. sacchetti, 16-107: postisi a uno
cadde, com'uom che in un momento more / su 'l pavimento senza polso e
/ d-a flemma oppresso, idropico si more, / o in stupido letargo immerso giace
vostro anagogico, / o morale o le more o tropo logico. savonarola
come troppo agravata cosa, / che more in letto e giace. magalotti,
, / e ne le guerre sue more e rinasce. 17. locuz
animale e campai, ch'el non more. straparola, 2-1: messer lo porco
tutta lingua nel eia di lanciani, more insolito. -essere di due lingue,
o trista / chi per la gloria more o sequi impresa, / né dio permette
si litiga, quanto il gennaio con le more. de luca, 1 -proem.,
iniziato con un concetto d'unità nazionale more tradito, localizzato. piovene, 7-324:
che paia il giorno pianger che si more. petrarca, 43-6: poi che
piano. -più lontano che gennaio dalle more o dalle rose: v. gennaio
apprestarono spaventatissime e tuttavia chiotte chiotte, more insolito, a lungheggiare in accelerato zampettamento
rincontrar di venti; / se non more 'n venire / in nuviloso loco,
no, ma lo core meo / more spesso e più forte / che non faria
/ decta è mestizia, che languendo more. caro, 1-565: di sichèo la
fanciullo che cogliea nel folto / macole e more. = deriv. da baccola
gambe, ma due cestelle piene di gelse more '. 3. ammalato,
piglia se non uccelli grossi, e prima more che mangiare carne di non bono odore
; / perché di questi dua qualunche more, / sappi ch'a torto tu 'l
si dica -il papa ha male, e'more. s. carlo borromeo, 1-13
, / perché ostinando così vive e more, / per manco di ragion, fermo
per aura mia padroncina, che pur more per voi. lalli, 7-128: la
mondo, se non si mangia, si more. crusca [s. v.]
mia, / raccomando lo spirito che more. petrarca, 170-8: fanno poi gli
detto « gli è spacciato, e'more ». -venire, giungere alle
: -lasciate fare a me. di queste more me ne intendo. c'è il
giande, fraghe, castagne, cornie e more, / pomi selvaggi e pere si
pane abbrustolito, spalmate di marmellata di more. -il vasetto o la scatola che
placche. = deriv. da mar more (v.). marmoratóre
se non l'ha, che tosto more. serdini, 1-23: fra le più
iv-2: « ego apis matinae / more modoque, / grata carpentis thyma per
e le gambe impiastricciati con sugo di more. -scimunito. r bocchelli
: ora me ne sto lieto e, more iovis, verrò a conseguire il saporito
, portava una scritta ancora leggibile: -le more: 27 agosto 1880. memento!
. guittone, xxv-48: en vita more e sempre in morte vive / omo
dica: -il papa ha male e'more - /... / e fanno
per un naso meschino, / che si more di fame e di sete: /
non hai peccato / del meschin che more? pulci, 22-140: sforzasi il meschin
ariosto, sat., 6-199: mi more il padre e da maria il pensiero
tanta pena miso, / che vide cande more / per bene amare e tenelosi in
/ ch'egli più viva, volontario more: / è tuo gran tempo, e
pregion dira, / ove 'l ben more e 'l mal si nutre e cria,
: la signora ippolita va menando ro- more e, fra la guerra accesa tra il
la gente vana / sovente quand'om more / non perch'aggia dolore / del suo
, dipinte, imbellettate, sudice. more dalle labbra enormi, siriache, berberine
di pietre e calcina, che chiamano more e moli.. dimin.
i bachi da seta, pulirla delle more, de'nodi, de'gambi, ecc
lasciato montare, dimagra infino che si more. firenzuola, 632: chi vuol de'
.. /... le more rosse scorse. benuccio da orvieto, lxxxviii-11-
, lxxxviii-11- 764: frave e more con esse son raccolte, / sorbe dure
suo'frutti [del rovo1 sono le more, le quali le femmine e li
acqua di vite... e more salvatiche. mattioli [dioscoride],
non coltivati... produce alcune more di color ceruleo scuro. soderini, ii-291
uno e l'altro [rovo] certe more che mature si mangiano, quantunque di
e sciocco sapore elle sieno; queste more mature... si staccano dalla
il succo o l'acqua lambiccata delle more o le confezioni fatte di loro giovano al
infiammato. conti, 342: con sanguigne more / e tempie e fronte pinse.
servirvi sono di uva spina, di more di rovo, di pomi. tarchetti,
le vigne,... raccogliendo le more dei rovi. d'annunzio, iv-2-30
pe'campi,... cogliendo le more per le siepi. stuparich, 1-129
siepi. stuparich, 1-129: le more brune e rosse non erano ancor mature
pane abbrustolito, spalmate di marmellata di more. -pianta di rovo. fasciculo
granati e de lentisco, radice de more salvatiche, de mortine e di galla.
: vi reco ancor di tre maniere more: / del gelso, de la macchia
piantati nel detto piano molti alberi di more bianche per nudrire i vermi che fanno la
ricettario fiorentino, 1-127: sugo di more di gelso nero non ben mature,
208: segue il moro e le more sue, e bianche e nere. soderini
v'alligna, è quello che fa le more grosse, rosse da principio, di
nere,... il seme delle more di gelso, il seme delle pastinache
verso la fonte, là dove le more di gelso ornavano un viottolo.
. 3. inter. le more! le more gelse! le more di
3. inter. le more! le more gelse! le more di maggio!
le more! le more gelse! le more di maggio!: per esprimere,
contro a'veleni? -sì, le more gelse! idem, 1-1-40: -
mio padre? - sì, le more di maggio! idem, 1-1-142: -avete
statovi / donato. -sì, le more! ch'io l'ho compero / con
il gennaio con (o dalle) more: non averci a che vedere; non
più discosto dal farlo che gennaio dalle more. grazzini, 4-363: io mi pensava
vi son discosto più che gennaio dalle more. g. gozzi, 1-383: ora
fatte, quanto il gennaio con le more. ranieri, 115: tutte le favole
con me, come il gennaio con le more. -nero come una mora: di
): veder gli occhiucce ner'co'more / di quel furel che m'ha 'nvolato
una mora. -non valer quattro more gelse: non servire a nulla.
, / ma non gli valse quattro more gelse. -far venire per sedere le
gelse. -far venire per sedere le more: credere di poter far accadere qualcosa
filosofia / facessi per seder venir le more, / per studiare al lume dell'
il suo capezzolo, disuguale scuro e le more intorno gremite di carne.
b. croce, iv-11-257: nelle more della colazione, lo sforza ha scritto
commovendolo, rivendicazione dell'italia calunniata nelle more della neutralità dubbiosa e dei negoziati ambigui
fermare la ragazza per meglio assaporarlo nelle more dell'attesa. -per estens.
gros bonnets 'dell'aurifera a togliere le more e darsi attorno per costituire..
: fatta la testuggine, disfecero quelle more. targioni tozzetti, 12-10-321: i signori
di pietre e calcina, che chiamano more e moli. gioberti, 1-iv-470: le
e una parte di europa, emularono colle more dei capi tronchi le piramidi egizie.
si cala, giù per le gran more / dei morti occhiuti, alle trincere sgombre
tommaseo': e detti maestri faranno le more de le porte e de le finestre
maestro domenico sia tenuto di murare le more, colonne che vanno nel muro,
. adriani, ii-224: gli urtò due more di lacedemoni, e ogni mora,
o macchia formata da rovi che producono more. = deriv. da mòra1,
, agg. ant. che produce more (un rovo). domenichi [
assai più nere / che non le more, quando è ben morate. gherardi,
dal fr. mordorè, comp. da more o maure 'moro 'e dorè
contrapposizione all'interpretazione della scuola francese (more gallico);
la gelatia] fare morella, le more negre la faranno di colore morello aperto
sannazaro, iv-310: per tanto la prego more nostro voglia anco per amor mio amare
carducci, iii-26-368]: poi 'more solito 'si cercò di porre tutto in
corso della mattinata, riparandosi 'more solito 'le labbra con la
moréto2, sm. rovaio con arbusti di more. fenoglio, 1-162: lui
do mandò se voleva delle more. = deriv. da mòra1
, nelle marche; come l'italiano 'more ', possono essere tanto i frutti
: sì come fa lo cesne quando more, / che la sua vita termina in
vaghezza, / onde aven ch'ella more, altri si dole. esopo volgar
savi si confessa / che la fenice more e poi rinasce. -in relazione
/ per legge naturai, chi nasce more: / se morì il corpo, ancor
mia, / raccomando lo spirito che more. idem, conv., ii -
/ da gli orologi suoi, la vita more. pascoli, 75: pura di
par., 13-52: ciò che non more e ciò che può morire / non
cerca il bel che non declina o more / e avrà stabil cagion costante affetto.
, i-1016: la fragranza dei frutti more nel fetore acre della carne macellata. govoni
oda il grido in ogni lido / dove more e nasce il dì. leopardi,
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno. poerio, 3-136: perché
cavalcanti, i-264: nel tempo che si more / m'à fatto perder dilettevole ore
che paia il giorno pianger che si more. -sostant. manzoni, 43
mar [il rio] si perde e more. -stagnare, impaludarsi.
non è nero ancora e 'l bianco more. g. brancoli [plinio],
la fiamma che troppo si condensa subito more. segneri, iii-1-58: l'aria può
: ciò che m'incontra ne la mente more, / quand'i'vegno a veder
ecco in un punt'ogni tua speme more. sannazaro, iv-42: nel mondo oggi
/ un ben che le più volte more in fasce. aretino, v-1-8: morì
o pregion dira, / ove t ben more e 'l mal si nutre e cria
con un concetto d'unità nazionale, more tradito. g. ferrari, 556:
aretino, 20-317: egli spasima, more e si disfà per amor vostro. vasari
curri a lo tuo amante che se more / per lo tuo amore in tanta jelo-
. / ecco colei che per te trista more. grifoni, xxxvii-81: per un'
altra donna so ch'el more. pulci, 4-80: poi che s'
. guittone, xxv-46: en vita more e sempre in morte vive / omo
s. v.]: * non more, non campa': d'incertezza di
eh? più stupidi di così si more... lo sai che differenza
si muore. chi serve in corte, more allo spedale. chi more giace e
corte, more allo spedale. chi more giace e chi vive si dà pace.
si dà pace. gesù gesù, chi more non c'e più. (di
moia. chi nasce tondo, non more quadro. chi asino nasce, asino
quadro. chi asino nasce, asino more. si sa dove si nasce, non
sa dove si nasce, non dove si more. (nessuno può morire come gli
)... finché non si more se ne impara. quella vecchina non
la speranza. tanti ne nasce quanti ne more. (di denari). la
è stato? ». « nessuno more »: lo stesso che 'non è
lusinghe e con prezzi / ischiave e more e moricini e ghezzi. collenuccio,
sapev'io, che in viterbo fusse more. -non mi conosci tu? -non
che de'loro mariti o padroni, delle more schiave e degli schifosi eunuchi. pananti
di puttane di tutte le razze -anche more untuose coi labbroni a cui di gallina che
spagna molti e molti anni dalle genti more scorsa, abitata e comandata, le quali
tapeto, circondate da quantità de donne more, sue schiave, che le seguitano
e scorgon, mezze bianche e mezze more, / dame infinite a quel signor
sin oltre il ginocchio le gambe magre more di sole. 7. che
lusinghe e con prezzi / ischiave e more e moricini e ghezzi. idem, 25-23
cfr. il fr. ant. more (sec. xiii), da cui
chiamarlo, la quale conduceva le sue more d'una smisurata grandezza. franci [
e il nero, simile a quello delle more mature. arte della seta in
no, ma lo core meo / more spesso e più forte / che non faria
. guittone, xxv-46: en vita more e sempre in morte vive / omo
granati e de lentisco, radice de more salvatiche, de mortine e di galla.
ancora. redi, 16-iii-166: sulle more riscaldate e putrefatte vermi che diventano a
per un'altra donna so ch'ei'more. bandello, 1-17 (i-205):
dini ed usanze, ed il motto 'more majorum 'fu assunto 27-170: il lamartine
che rassomigliano ai rozzi muri od alle more per le rugosità e bernoccoli di cui
spagna molti e molti anni dalle genti more scorsa, abitata e comandata, le
sa dove si nasce e non dove si more. -chi deve essere (o
]: tanti ne nasce, tanti ne more. di chi spende sempre subito tutti
a nasicchiare la giustizia tra cautele e more infinite. = denom. da
lertiini, 3: lo core meo / more spesso e più forte / che non
cino, iii-101-72: la mia vita si more / naturalmente, se voi non veggi'
chiaro davanzati, xi-22: se lo cor more, morire io non voglio: /
non è nero ancora e 'l bianco more. idem, inf., 25-84:
netta diligentemente di questa prima età dalle more, dagli occhi o nodi delle ciocche
, misi lo mio core: / ben more / d'amore, / e neiente
no, ma lo core meo / more spesso. giamboni, 10-105: io dissi
: così pregata foss'ella d'a- more / ch'uri poco di pietà no i
lentini, 3: lo core meo / more spesso e più forte / che non
colui che ci vive o quello che ci more. 5. che è alquanto
inverno nelle quali si novella patriarcalmente 'more majorum '. 2. comporre
nella terminologia del filosofo inglese henry more (1614-1687), chi ri
che paia il giorno pianger che si more. cavalca, vii-99: gli omini,
rincontrar di venti; / se non more 'n venire / in nuviloso loco, /
, 1-146: se in tutto non more [amore], o in tutto oblite
inseguivamo, io e il tenente feni- more, nascondendoci dietro gli occhielli delle '1
giorno in giorno al colore delle donne more e ci fanno l'occhio, essendo
sol per veder gli occhiucce ner'co'more / di quel farei che m'ha 'nvolato
, 1-74: olimpica virtù già mai non more. borsi, 2-16: sì
filosofia / facessi per seder venir le more, / per studiare al lume dell'
martelli, 1-61: non ha pena chi more, / ma chi consuma in pianti
mare il sol tramonta e '1 giorno more. 2. per estens.
legger le sa: 'sempre si more '. malpighi, 42: un'orologio
, / perché ostinando così vive e more, / per manco di raxon fermo
bartolini, 16-155: veder forme di gambe more ricoperte d'una ragnatela biancorosa è una
vedere! / cà 'l so stomaco se more, / se no i porge que
di forma, poesia che vive e more nel cerchio angusto d'una reggia,
anzi fu pallidastro, ma dall'albero delle more, per gio- roglifico di professata sagacità
effimero, che quel giorno che nasce more? tant'altri l'han comparata a un
. rebora, 3-i-47: quello fa- more] che mi turbina nel petto è timido
minerali. pirandello, 7-613: celse more in rustici ziretti di terracotta tappati con
xyjxt) 'tu more '. pampinóso, agg. (
e acqua fresca ', idest turcarum more, panis et simplex aqua...
. dossi, 3-41: pamporcini, more, vi eran spuntati a bizzeffe.
non è nero ancora e 'l bianco more. daniello, 164: * per lo
solenne e crapulone anch'egli, * more germanico '. baldini, 6-9: il
sua figura. jahier, 47: more untuose coi labbroni a cui di gallina
non parecchia, / pianger perché si more, / e non perché s'invecchia.
madri avessero desiderato fragole, pruni, more, ciliegie e simili fratti, o
: sì come il ciecen, che more cantando, / la mia vita si
nostre menti procreato, nasce [a- more] da prima quasi parto di malizia e
insino a'parti s'udirà il ro- more. roseo, v-128: marco antonio,
par., 13-54: ciò che non more e ciò che può morire / non
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno. pascoli, 84: tu
tese ad ambo gesù lacci d'a- more / ed offre ad ambo in sen dolce
; un ride, e l'altro more. baretti, 6-346: ammucchiando quanti di
suono di questo civil ru more all 'orecchie de'genovesi che può più tosto
mangia un cavallo. chi ha pazienza more in casa. colla pazienza s'avvince ogni
non hai peccato / del meschin che more? sermini, xv-727: ahi,
piglia... succo de more celse over silvestre onza mezza; balaustie;
allora si levò in siena lo ro- more. a. pucci, cent.,
spinelli, lxiv-19: arde lo core e more de disio: / morte le fora
: / a colpi di bellezza altri non more. o. rucellai, 6-13:
'l tuo servo or senza el cor non more, / sarà che vive sol di
io salutasse tutti li fedeli d'a- more. idem, inf., 17-131:
savi si confessa / che la fenice more e poi rinasce, / quando al
pena miso, / che vide ca nde more / per bene amare e tenelosi in
l'orecchie loro percosse da un ro- more come di un tuono. tasso, n-ii-337
, qui poi di fame il campo more; / e se tu sei perdente,
sua vita onore / chi peregrinamente amando more. vasari [zibaldone], 5-237
che paia il giorno pianger che si more. idem, purg., 23-16:
hoi tu meo core -perché non ti more? / rispondi, che fai, /
d'amore], ond'ogni vertù more / e regna altro signore. sanudo,
nostro lavoro / or nasce, or more, et or scema, or cresce.
finir di mangiare, che se ne more dalla fame, di modo che va raccogliendo
che paia il giorno pianger che si more. carducci, iii-23-287: dante non dipinge
'non lascia nessuno a piangere': chi more senza figli o senza famiglia in miseria.
4-96: alfine, / quando già more il dì, stanco ei riesce / sovra
di vo', incarnato amore, / che more di pietate / e consumar lo fate
nero sangue; ei manca, / ei more; e sopra lui pietosamente / fingai
spinose fratte il lazzo prugnolo e le more. carcano, 331: sta piluccando un
, / ond'ei si dibattea come chi more. trattato di falconeria volgar.,
/ in te sovente, al tempo delle more, / odono i bimbi un pispillìo
ogni anno e più sempre frequentemente si more per essa. montale, 1-57: gloria
nome della quale si combatte e si more, col plauso di tutta europa.
e porta invidia a chi per tempo more. tasso, 12-90: lei nel partir
, / po'che 'l mie 'more a te tutto ho donato. castelvetro,
altri per aura mia padroncina, che pur more per voi. 5. dimin
, com'uom che in un momento more, / su 'l pavimento senza polso e
veneno in saetame, e l'altro more, / e sempre c'è suspetto dentro
'pomerania'(dallo slavo po 'presso'e more, morje 'mare'). pomèro
servirvi sono di uva spina, di more di rovo, di pomi, di ciriege
vedire, / ca 'l suo stomaco se more, si no i porge che paidire
nata, e in esso vive e more, / de quello cibo piglia nutrimento
de la mia vita che testé non more, / ch'è peggio che 'l
vivere un de'due, se l'altro more? albergati, 521: quando
bencivenni, 7-40: modo di confectione di more et il diamoron conveniente alla postumazione della
crescenzi volgar., 5-14: le more son di due maniere: o agre non
misero corpo. mi svegliai al ro- more et ebbi che grattare. -ant.
,... al primo ro- more di mancamento di pane, era per precipitare
vedere! / cà 'l so stomaco se more, / se no i porge que
fa, accostandoseli spesse volte con ro- more, come le più volte fanno, fra
gesti si veggon le teste stridere, more, contro le groppe dei cavalli bianchi.
, si enfia tanto ch'egli se ne more. fazio, v-17-25: lo presterò
: vero è che quale in contumacia more / di santa chiesa, ancor ch'ai
, il prete pasce; se uno more, il prete gode. idem [s
tasso]... quel ro- more di verso e quella prevalenza della forma che
ed usanze, ed il motto 'more majorum 'fu assunto in sublime principio
di mamma, / di dulore non si more. = voce di origine corsa
non è nero ancora e 'l bianco more. -dirigersi. bruno,
mi par d'udire un gran ro- more di non so che strali d'oro e
a'plebei, che ^ agitabant connubia more ferarum '. stampa periodica milanese,
pallida- stro, ma dall'albero delle more, per gieroglifico di professata sagacità portato
.. 'dicimus etiam christia- norum more ': il profeta ha parlato.
resto. sono prominenti, cioè che more di bocca avanzano. bisaccioni, 3-218:
. sannazaro, iv-310: la prego 'more nostro 'voglia anco per amor mio
dalle spinose fratte il lazzo prugnuolo e le more. pavese, i-326: salimmo
trafoglio, pruni, rovi che fanno le more, grassi pruni salvatichi. crescenzi volgar
agostani, d'alquanti damaseni nominati, more ben mature. erbolario volgare, 4-35
madri avessero desiderato fragole, pruni, more, cilegie. 2. pruno
oppongono che i plebei 'agitabant connubia more ferarum. chiari, ii-5: fu
questo primo rudimento d'a more. = voce dotta, lat
che paia il giorno pianger che si more. ovidio volgar., 5-13: no
/ ché bel fin fa chi ben amando more. a. f. doni, 2-108
frasca / invidiavo, e le purpuree more. idem, 817: serba la
sia / recomando la vita mia che more. = comp. da qual [
legge di diana o pur d'a- more? tasso, 8-4-126: se le cose
, / perché di questi dua qualunche more, / sappi ch'a torto tu 'l
... / el non fina né more, / ma tutto mio labore,
vi piace, alla dolcezza d'a- more, quantunque, o donne, grandissimo incarico
ne studiano le leggi; ma henry more fu il primo a sostenere nel 1671 che
io ho sentito dir che se ne more, / e quasi quasi ch'io me
aveduti e intendenti giovani fecero d'a- more, assai diversamente questionandone in tre giornate.
fu pallidastro, ma dall'albero delle more, per gieroglifico di professata sagacità portato
[amore] in parte dove noia more / e tien ragione nel cassar de la
di que'nostri canestruzzi ne'quali riponghiamo le more, le fragole e le ciliegie.
/ nel proprio sangue si rannicchia e more. -fare spallucce. panzini,
il duol di morte, e pur si more. marino, 1-3-136: mentre languìa
e l'ammalato in tanto si more. lessona, 1239: 'raro '
aell'amministrazione venditrice, avvezzi alle lunghe more creditizie, ai pasticci delle interminabili rateazioni
velenose serpi, e sì ratto se ne more una sì graziosa, una sì amorosa
vennele incontro. gherardi, 2-iv-233: more e 'compagni, vegendo le reverenze
e rimanga pure due dita, non more, e per ciò mette tutto il suo
/ temo di recidiva al fin non more / chi è malfermo in sua salute ancora
, / recomando la vita mia che more. bonvesin da la riva, xxxv-
. l'ultimo fin d'a- more e dagli amanti sommamente desiderato altro non
5-14: prese a digiuno e more] in acqua o in vino, sono
del decalogo, 58: s'al more in quella et no l'à renzuto,
via. tasso, 18-77: more alcuno, altri cade: egli sublime /
buona, e pur l'infirmo alora more, sì che il signo di la urina
questo modo. tolli di state le more de'rovi e mischia con farina
. achillini, 125: quel per te more e per te se restaura. 13
della natura solamente per malificio ma le more di quegli sono cibo alle bestie e
), medie. tu more maligno di natura reticoloistiocitaria localizzato in un
127: diloggiati una notte senza ro- more, si condussero fino in su l'adda
e dànne onore / alle ricurve scimitarre more. carducci, iii4- 238: il
sopraddetta orazione sua giovenile fa tanto ro- more, con una tal ridondanza...
i... / s'a- more il mio giudizio or non inganna, /
ciascuna il capo come l'uom che more? -far piegare in cerchio una
e 'l buono / e rigettando timmondizia more / de le cose ch'a lui commesse
'l rigido veleno, ond'altri more. -eretto, impettito (naturalmente
la luce lor al mio viso di more, / m'apprende un giel con sì
: le protestai l'ira d'a- more, / lento vendicator, ma rigoroso,
savi si confessa / che la fenice more e poi rinasce. petrarca, 135-8:
. gozzi, i-15-57: era notabile nel more proprio che disecca l'anima. dominici,
: s'aparo -no ritengno perch'a- more / d'amore -nasce, s'i'ben
nostri cane- struzzi ne'quali riponghiamo le more, le fragole e le ciliegie.
amore, / che sono astioso di chiunque more. idem, conv., iv-xxviii-3
da orvieto, lxxxviii-iii-764: frave e more con esse son raccolte, / sorbe dure
/ poco ripugna quel; pur mentre more, / già non oblia la generosa
). redi, 16-iii-165: sulle more riscaldate e putrefatte nascono vermi, che
tutto in su le lode d'a- more con le parole e con l'animo riscaldato
via... sgigliola pane risecchito, more e prugnuoli. -diventato duro e
sicura / trova la dritta via d'uscime more: / se a caso di balen
, 178: il succo delle mature [more] è utile nei medicamenti che si
legalo su le penne dentro e di more, e si ristorarà. ij
quello studio del quale la resultante opera more insieme coll'operante d'essa. salvini,
erbolario volgare, 1-92: lo succo delle more dolce tepido datto a bere solve el
ghes s rardi, 2-iv-233: more e 'compagni, vegendo le reverenze
, / e sali dolge che rodendo more; / ch'i'no scivo vederela,
stecchi come quelli de'roghi che fanno le more nelle nostre siepi. bandini, xviii-3-899
di nespole, di sorbe, di more secche e di pinocchi. =
forte sempre, che con suo ro- more / per rompor lacci lo comprenderai / che
che tu t'invii / d'uscime more. g. b. strozzi il vecchio
nei boschi: dalla pentecoste in là more nelle rovaie. 2. figur
ritorno dina si fermò a cogliere le more. il rovaio era bianco di polvere.
una scritta ancora leggibile: « le more: 27 agosto 1880. memento! »
fontana c'è un roveto pieno di more. pin si mette a mangiar more.
more. pin si mette a mangiar more. le more gli piacciono. -rovo
pin si mette a mangiar more. le more gli piacciono. -rovo. tesauro
delle quali si fa sì gran ro- more, gran pena è all'entrarvi, ma
, frutti a piccole drupe detti comunemente more, di colore nero a maturazione
natura solamente per malificio, ma le more di quegli sono cibo alle bestie et
: « dentro, butà, ch'e'more ». 4. manifestazione rumorosa e
-de lo mio amore / senza ro- more, -no. nde a compimento. oddi
legger le sa: « sempre si more ». muratori, 7-ii-30: se qui
di foglie / di sambuco e di more rosse amare. s. caterina de'ricci
devozione e fedeltà al dio d'a- more, alla donna amata, ecc.
timore, / vedrai idio d'a- more, / e vedrai molte gente / che
denaro. iacopone, 60-6: povertate more en pace, nullo testamento face.
/ ché zentilmente muore chi amando more. bellincioni, cvi-270: se
, 2-332: non far cotanto ro- more, essendo tu figliuolo di un salsicciaro.
/ s'el no voi, quand el more, q'ig soi de lui s'
calore / produce ciò che qui vivendo more, / e regge e salva più d'
come cefalica e stomatica, facendosene more alle classi inferiori, derivato dal riconoscimento del
. burchiello, 70: sangue di more e latte di scalogni. redi,
iii-748: a mano a mano di sanguigne more / rosseggiano le siepi. tarchetti,
sono in figura / d'un che si more sbigottitamente ». d. frescobaldi,
. lla madre al die d'a- more / faccia a bellacoglienza pregherìa / di lui
per molto tempo all'a more con una ragazza prima di sposarla, e
era venuto, senza ru more. -sostant. gianni,
sangue, ed io, per lui che more, / d'una stilla di pianto
stella, / dove amor vive e more, / dove ha il suo scettro e
i fiori et i frutti sono simili alle more dell'altro, ma sono però differenti
della gazania,... spiluccano le more. -per allontanare persone fastidiose e
e l'altro [rovo] certe more che mature si mangiano, quantunque di
e. gadda, 26-105: adempio dopo more festive e scioperistiche degli adempitoli tecnici,
-per introdurre un'apostrofe. more di alcuni passi si fece udir nel cortile
le frutta agli alberi, o cogliendo le more per le siepi, o tirando le
1-92: lo empiastro de foglie de more celse e olio vale alle scotadure del
m. membri, 45: quando more alcuno di loro, vano per sepellirlo
: a un segnovostro l'alma vive e more. lomazzi, 4-ii-388: la mano
'n sua ballìa è anciso / ed e'more per ella, / cotanto sembiò bella
sua vaghezza, / onde aven ch'elle more, altri si dole. bembo,
opera di immenso lusso. mangeria, more solito. angioletti, 5: le
, 1-139: mangiate a digiuno [le more] nell'ac- ua fredda, sì
lasso! ch'amando la mia vita more; / e già non oso sfogar la
fore, / che pungendo altri non credendo more. varchi, 7-12: 'sforza'in
: ancora si possono stropicciare con lemani le more mature nell'acqua chiara,...
annunzio, iv-2-41: 'poveri amore mi'! more de sete! '...
sua sgarbatezza, trovò le lettere di more. 3. per estens. uso
cantù, 3-118: sgigìiola pane risecchito, more e pru- gnuoli, nel mentre
dell'arco il ferro tocca, / si more anch'egli e quasi fumo sgombra / dai
): era in effetto il ro- more grandissimo, con certi urli e spaventose voci
/ questo verso, che fioco or more quale / eco incerta per notte alta silente
1-63: piglia... succo de more celse over silvestre onza mezza. agostini
piazza, 8-63: intanto albin si more e l'amoroso / moro n'accoglie gli
par., 13-54: ciò che non more e ciò che può morire / non
e il capo inchina, e sitibonda more. c. i. frugoni, i-9i-106
, anche di frutti selvatici, come le more), diffusa in slovenia, in
prodotto della fermentazione delle susine mature, more, ecc. usato come bevanda spiritosa
guaimenta e dice che per lui si more, / e pur se pena di trovare
in faccia, / per dimostrar che paziente more. g. gozzi, i-17-165:
per uno, ereditando meco il more. reame della eterna vita.
, alla campagna / cantando vai finché non more il giorno. a. boito,
dioscoride], 178: le more..., quando son mature,
orvieto, lxxxviii-ii-764: fra- ve e more con esse son raccolte, / sorbe dure
cantù, 3-145: senza coltura avremmo le more, prugnuoli, sorbi, invece delle
/ a la virtù di te ogni altra more. l. bruni, lxxxvìii-i-331:
d'un bello che nosco unqua non more. manzoni, 43: le braccia al
: / undeci passi e più dimostra more / de tonde salse le spallacele grosse.
s'aviva, il mal si strugge e more. a. boito, 167
egli giogne alla cima, e come esca more, e gli va sparto e subito
. aretino, 20-317: egli spasima, more e si disfà per amor vostro.
scende in quei ventri. more (l'espressione, lo sguardo).
, / caddi spennato qui dove si more? f. f. frugoni, iv-250
no, ma lo core meo / more spesso e più forte / che non farìa
spugna] se spicca dal suo loco more e non sente. fra giordano, 1-9
gazania,... spiluccano le more. 2. disus. privare
somma povertade, / dorme sanga ro- more / taffecto, ch'è spolliato. guicciardini
lunghe, ciascuna della misura di quattro more e di durata doppia rispetto al piede
lasciate fare a me. di queste more me ne intendo. c'è il manometro
giornalieri. ariosto, vii-784: mi more il padre, e da maria il pensiero
/ che paia il giorno pianger che si more. breve dell arte della lana ai
/ che, nascendo il pensier, more il disio. caroso, 11-88: voi
pal- lidastro, ma dall'albero delle more, per gieroglifico di professata sagacità portato
21: se tu vivi o se tu more, / no è cura del mio
lentini, 4: lo core meo / more spesso e più forte / che non
volgar., 5-14: l'agre [more] son fredde e secche, e
, si enfia tanto ch'egli se ne more. flore de parlare, xxviii-23:
bencivenni, 7-40: modo di confectione di more et il diamo- ron conveniente alla postumazione
, 5-14: anche il lorsugo [delle more] vale molto al dolor della gola
, che costui fusse un canestro di more. dicendo così perchè il succio è
sono rammaricato teco, ma senza ro- more e senza tumulto, con voce mansueta e
, costituiva un prezioso ausilio tematico nelle more della conversazione. vittorini, 7-59: problematismo
). che incute ti more con il proprio atteggiamento, per l'aggressività
. pisanelli, 7: le [more] mature sono calde temperata- mente e
riva, postole al labro fragole e more, cominciò pascerla di frutte. 2
, / recomando la vita mia che more. fiore, 85-5: s'uomini ricchi
pena miso, / che vide cande more / per bene amare e tenelosi in vita
, l'acquirente di elastici aveva, more solito, nicchiato, tergiversato, tentennato,
sotto la specie di mirtilli, fragole, more, lamponi, asparagi selvatici: il
/ sì come fa lo cesne quando more, / che la sua vita termina
memoria degno / chi virtuosamente vive e more. -lucido, equilibrato, scevro di
giordani, cxix-106: qui si vive nelle more della catastrofe, e non si sa
e per se stesso si propaga e more. = voce dotta, lat
landino [plinio], 536: le more di quegli sono cibo alle bestie e
, alla campagna / cantando vai finché non more il giorno. d'annunzio, i-238
animali e tutte quelle misere famiglie, more barbarico. = voce dotta,
fatti di cesare, 112: tratte more le spade, disse metello a cesare
: il sangue di piramo fece trascolorare le more di bianche in nere. pascoli,
suo fiol garzone, / una chiave di more dal zubone miore / del suo fido
pene d'amore si tribola e non si more. ibidem, 77: col poco
, pruni, rovi che fanno le more, grassi perenni salvatichi. trattato delle
anagogico, / o morale, o le more, o tropologico. magri, 1-25
è il campanel: 'tunf il ro- more / di bestia o d'uom che d'
tua, qui poi di fame il campo more; / e se tu sei perdente,
/ che paia il giorno pianger che si more. firenzuola, 99: qual tardanza
/ un fragar di corbezzole e di more. pirandello, 8-489: su per la
cielo aveva il colore della mostarda di more: tra il cremisi e il nero.
... e pur l'infirmo alora more; sì che il signo di la
immaginaria in cui il filosofo inglese thomas more ambientò l'omonima opera del 1516.
, la società immaginata da th. more. landò, 3-135: di quel
ariosto, sat., 6-201: mi more il padre, e da maria il
sia lasciato montare, dimagra infino che si more. g. f. achillini
: vi reco ancor di tre maniere more: / del gelso, de la macchia
alla campagna / cantando vai finché non more il giorno. d'annunzio, iv-2-24:
el feredore, -el ferito non ne more; / or te pensa el bello amore
: il 'grana commentaire'fa un ro- more terribile. tutti i giornalisti...
/ era pieno di fragole e di more. = deriv. da viottolo]
lxxxviii-ii-185: per legge naturai chi nasce more: / se morì il corpo, ancor
el nome viver fo, se 'l corpo more. chiabrera, 1-i-406: perché nell'
apprestarono spaventatissime e tuttavia chiotte chiotte, more insolito, a lungheggiare in accelerato zampettamento
/ che è zo? perché no'more, / poi c'à 'nsangnato il core
antica commedia! si imitò in italia, more solito. rassegna italiana di sociologia [
da una coppia di persone che convivono more uxorio senza essere sposati. –
che de'loro mariti o padroni, delle more schiave e degli schifosi eunuchi.