di sé solo e delle osservazioni proprie. morando, iii-223: se miro, abbaglio
/ variando ogni dì fuor di misura. morando, iii-227: specchio del ciel sereno
forse in poch'altri ei fu simile. morando, iii-229: bevvi, assaggiai non
profondi e tenebrosi abissi della terra. morando, i-297: ecco dal ciel la
a la gelosa sua l'inganno celi. morando, iii-227: mentre ella ne tonde
non ismorto, vivo e non acceso. morando, iii-225: china il sen,
non potendo dentro 'l core accolto? morando, iii-225: china il sen,
non basta per produr l'effetto. morando, iii-229: ben veggo, amor,
mangiano più volentieri acerbe che mature. morando, iii-224: or or vedrai /
altra memoria che l'incendio mio. morando, iii-233: quella ch'a noi del
la sua rabbia addolcisce e disacerba. morando, iii-233: gli angeli a schiere /
gli uomini lit- terati et filosofi. morando, iii-234: anco ogni sfera in
s'ingemma, il crin s'infiora. morando, iii-231: uscito il rio dalla
mai sparsi) ad esalar sospiri. morando, iii-226: agghiacciata il cor fra
ha di verde limo algosa sede. morando, iii-227: specchio del ciel sereno il
più l'allegrò con questo parlare. morando, iii-230: maggio, ch'oggi del
teco fra l'erbe, o mio morando, i'segga? zanella, vi-708:
ed alpestri, ripiene di duri sassi. morando, iii- 228: o fiero orgoglio
la'doglia il mio gioire eterno. morando, iii-231: col variar di giro
su 'l volto il ferro ignudo pose. morando, iii-228: con le voci a
accelerato assai ed ora altrettanto ritardato. morando, iii-225: se tu [ruscello
la sua vermiglia e sonnacchiosa testa. morando, iii-223: fui lince pria,
la notte ch'or aspetto. morando, iii-228: o del diletto
e 'l mel de l'amorosa lingua. morando, iii-229: bevvi, assaggiai non
augel, l'ombra con l'onda. morando, iii-226: a goder ombre amene
e non s'infiamma o verna. morando, iii-231: uscito il rio della
goccia di quel sangue ac- coglia. morando, iii-233: luminosa stendea l'aurora in
, non per ammollire gli animi. morando, iii-228: con le voci a
né cura / sacramento né patto. morando, iii-226: agghiacciata il cor fra
sol per cagion d'un amoroso sdegno. morando, iii-228: ecco pur, labra
siate del mio morir nunzie amorose. morando, iii-228: o del diletto uman mete
oltre il dever la rugiadosa falda. morando, iii-234: ma un ciel pur
a mirar s'anco è seguita. morando, iii-226: tante punte spinose,
di cibarmi del corpo di cristo. morando, iii-233: gli angeli a schiere
per qualche spirto di ragion s'annida. morando, iii-234: ma un ciel pur
di quel popolo al paroco vicino. morando, iii-230: arido è sol del
/ a consolar il vedovo desio. morando, iii-229: o dolci labra,.
s'appigliano con la mano alla poppa? morando, iii-228: vi giunge eurillo,
'l suo volto e 'l suo valore. morando, iii-227: mentre ella ne tonde
l'indo e scorno ha l'etiopo. morando, iii-232: quando la terra e
le leggi immortali ha scritto il fato. morando, iii-228: con le voci a
né voce aprì che non creasse amanti. morando, iii-231: a lieti versi in
mai a frugare. -figur. morando, iii-228: o del diletto uman mete
di là il soprano sire alloggiò. morando, iii-234: altri d'arabia i più
il fumo e la favilla ardente. morando, iii-232: par che diluvi il cielo
per il troppo calore). morando, iii-232: manca il rio, secca
7. intr. bollire. morando, iii-225: china il sen, nuda
sì salda / sol- vesi. morando, iii-227: rugge in ciel la nemea
nel mal che sostiene arde beato. morando, iii-227: povero è d'ombra il
come voi moribonde aride foglie. morando, iii-231: rotto del verno antico il
, e mai non s'empiono. morando, iii-230: arido è sol del mio
e lui abbronzò quasi tutto. morando, iii-232: arsiccio il suol con tante
cocente, dal calore eccessivo. morando, iii-231: mille nel regno suo musiche
a farle assaggiare alle vostre figliuoline. morando, iii-229: bevvi, assaggiai non so
è più che mai di sangue. morando, iii-229: ahi, che non
colpe, e piange e prega. morando, iii-234: anco ogni sfera in
o intorno a se stesso). morando, iii-228: sovra scoglio ch'in mar
sveglia tempeste a l'odorate strade. morando, iii-226: a goder ombre amene,
per fiorirvi un dì l'aurora. morando, iii-233: luminosa stendea l'aurora
fiati di peste ed aliti d'avemo. morando, iii-230: sei di tantali mille
/ cercando gio fra quelle armate schiere. morando, iii-228: vi giunge eurillo,
, ch'ai folgore fu cenere. morando, iii-232: manca il rio, secca
ond'amor ne'lacci suoi mi strinse. morando, iii-227: il sol, se
interni avoltoi, sdegno e dolore. morando, iii-230: sei di tantali mille
i furori sentir d'euro baccante. morando, i-291: già di mentito vel coperto
, e 'l sangue avido beve. morando, i-285: ahi, che non giunge
, diventa baco quasi senza vigore. morando, i-286: ella con l'empia
/ morrai, sh'ai da morire! morando, i-209: ben è ver corto
bronzino pieno d'acqua, ed egli e morando lo bat- tezzorono al nome della santa
misi sempre il tutto in non cale. morando, i-293: per toro, oh
, / non frivole novelle in contracambio. morando, i-293: per l'oro
alcuno consumino tutta la vita cantando. morando, i-289: mille nel regno suo musiche
canto sulla cuna, or sulla tomba. morando, i-288: se col coturno spieghi
suole talora convertirsi in dannosa licenza. morando, iii-224: dannoso cambio, o
raggio di sole cocente, infuocato. morando, iii-232: non più benigni raggi,
, pene maggiori a'cavalieri delinquenti. morando, 127: vi consoli, o padre
de l'altrui follie nota gli essempi. morando, iii-226: il mio cor
/ deporrà 'l fascio de'terreni affetti. morando, iii-225: poi le insegna [
e l'uomo in ciò somiglia. morando, 469: le immagini delle cose
/ che ne'sospiri suoi chiedea tacendo. morando, iii-229: or che più bramo
senza difetto alcuno della persona loro. morando, iii-223: per vagheggiarti, ermilla
l'animo di quell'uomo ambizioso. morando, 101: né senza insania /
cercaresti di tuorgli la sua ventura. morando, 109: crudele, così dileggi
/ negando tonde a l'amorosa sete. morando, iii-228: o del diletto uman
il re partirli a suo diletto. morando, iii-223: per vagheggiarti, er-
mettesse mano a dilucidare queste tenebre. morando, 241: ma il viglietto di lei
tuo duro cor l'aspro diamante. morando, iii-232: perché da tanto ardor
maggiori saranno i diluvii dell'altro. morando, 144: era la nave, dalla
che 'l mio duol mor morando disaffanna. = comp. da
demoralizzare. - anche assol. morando, 28: tutta avvenente e ingegnosa,
, ch'ancor non mi discioglio. morando, iii-230: il sol, che il
la benda; sfasciare. morando, 176: le svestì il braccio,
-far fondere, sgelare. morando, iii-230: il sol, che il
/ fa rimetter la sella a rabicano. morando, iii-229: di men puri diletti
de la gran madre il dorso. morando, iii-233: l'acqua ne'fonti in
volte da lui vinti e confusi. morando, 492: chi s'oppose alla
la vita in un gl'involi. morando, 27: era di lei alta la
stromenti in opera e l'ingegno. morando, 194: il re medesimo, non
dottissimi et eloquentissimi libri 'de trinitate'. morando, 179: la narrativa di rosalinda
ti diletti, / non posar neghittosa. morando, iii-232: qui scorre più d'
io lassi l'eremo e corra via. morando, 451: soffro, se ben
dimostra atto simile, atto diverso. morando, 98: eretta in piedi sosteneva
esaminare gli articoli della loro predicazione. morando, 602: è uso lodevolissimo che,
non con esamine e inquisizione precedente. morando, 603: dai loro esamini l'avveduto
tutto soletto il foco e l'esca. morando, iii-227: mentre ella ne tonde
sono ingrati verso i parenti loro. morando, 30: così crisauro fu escluso palesemente
sé fra noi più mal essempio. morando, 3: continuò quella fierissima guerra
timor sarà espettazióne di futuro male. morando, 198: stupida e confusa più che
pacifico vivere de'sudditi suoi. morando, 237: accompagnò il racconto e le
.; atto a esprimere. morando, 256: perch'ella da chiari segni
riconosceste la simplicità delle mie. morando, 267: mentre la varietà delle forme
parte di fiandra voltata verso germania. morando, 269: lusingando se stessa,
opra cara / anco ne tossa estinte. morando, iii-227: il sol, se
dieci, dirai, contar si ponno. morando, 424: ahi non mi duole
in cui vivo e m'eterno? morando, iii-232: del verno crudel quivi
faceva credibile in lui qualunque iniquità. morando, 547: per accertarsene venne il
/ rispose pur con salutevol gesto. morando, 188: volea più dire,
speme allor che più verde fioriva. morando, 621: o caro, o dolce
alla fede fallace di quel re. morando, 456: si rise armindo del fallace
de le dolcezze sue quasi geloso. morando, iii-229: ben veggo, amor,
molto bene, e vivono assai. morando, iii-226: di torride fascie
imparata dalle nutrici insino nelle fasce. morando, iii-229: a pena un tuo
a una cosa), calura. morando, iii-226: rugge in ciel la nemea
ghiaccio fede ai gigli serba. morando, iii-224: a fior di gioventù fede
castighi senza fine spaventarli dalle fellonie. morando, 35: oh, mio
al corso ed al sol sete. morando, iii-225: fuggitivo cristallo, amico rio
allegrar molto, o molto ad attristare. morando, 134: con eterne vicende /
scuoiare un avambraccio partendo dal polso. morando, 4: non s'intese giamai,
occhi secchi e del rauco esclamare. morando, 274: un sottil ferro ben
/ dove medoro insculse l'epigramma. morando, iii-227: il sol, se nato
rovente. - anche al figur. morando, iii-232: arsiccio il suo con tante
, / a guardia del levante. morando, 236: ottenne solo di unirlo
, / fèra di lei maggiore. morando, 277: pur meco ne vieni,
eran pastor de la fede sincera. morando, iii-226: rugge in ciel la nemea
, troppo ricche e belle fieramente. morando, 36: rimase sinibaldo fieramente turbato a
fierezza tua, del dolor mio. morando, iii-223: per tua fierezza io piansi
questi due punti pur ora accennativi. morando, iii-225: china il sen,
il filo a cui si attiene. morando, 200: troncata si vide anch'egli
, si ripigliava di febbre. morando ed oscuro discorso in cui non erano positivi
, furono depincte da qualche rossore. morando, 516: fu questo il fine
ti diremo come vegna a fine. morando, iii-229: or che più bramo?
principe, povertà intollerabile anche a privato. morando, iii-23z: mille nel regno suo
lui di baci una tempesta fiocca. morando, iii-234: s'alza ogni basso fior
sia, donna ch'è sposa. morando, 258: con qual gelosa cura /
la quale temeva dovergli succeder in breve. morando, 608: con questa imaginazione ben
/ vi fur gran tempo ancora. morando, 210: in mezzo delle tempeste tra
torbido e fluttuante del regno suo. morando, 210: in mezzo delle tempeste,
ricciute, grasse e gommose a toccare. morando, iii-230: ecco a noi riede
tua anima et a tuo corpo? morando, 99: generosi guerrieri, / e
fui / e per amor sovente folleggiai. morando, 101: ei sciocco e vano
, le gelosie, le vendette. morando, 18: è follia d'amante
e quel gli fe'apparire il fondo. morando, 48: nel vino la verità
sfoghi a pieno il mio dolor immenso? morando, 156: con un fonte di
mettono insieme tutte le cose lorde. morando, 495: pareva che [le
che dissegnino veramente il sito loro. morando, 366: egli conducendogli frettolosamente ad
vece avean di tavole e di quadre. morando, 267: fu caricata la mensa
. -cucire, ricamare. morando, 20: nel più fresco aprile de
manchino tosto di questa mala ventura. morando, 255: non potè udirla che non
cadean più folte dal sereno cielo. morando, 178: ristorate alquanto, con
ant. stimolo, passione. morando, 258: d'ogni carnai forzura /
. -voglia di fragole. morando, 538: scioltasi il giuppone e snudatasi
del sermento procedente non ispezzi, morando, 52: ahi troppo, e fugace
fragrante, luminoso e santo paradiso. morando, iii-228: o coralli animati,
in fino al ciel n'è gita. morando, 267: mentre la varietà delle
una fragranza d'uno odor perfetto. morando, 8: l'apparente vaghezza
/ che facea sì grandissimo sonare. morando, 339: discacciato il nimico interno,
unqua mostrarmi a tanto amore ingrata. morando, 256: perch'ella da chiari
al mar, la frode al frodolente. morando, 148: si ritenne.
tutto insolita, doppiamente gli spaventava. morando, 269: lusingando se stessa, da
tutta sos- sopra è la famiglia. morando, 1: fremeva [la gran ber-
de l'altro i fatti occulti. morando, 372: stanchi da lungo peregrinar mendicando
sua stagion più verde e fresca. morando, 20: nel più fresco aprile
.. passò a visitare l'ammiraglio. morando, 366: conducendogli frettolosamente ad una
. -con uso avverb. morando, 25: se ben frettoloso egli corre
comportarsi in modo fiero, superbamente. morando 207: fu talmente umiliata e depressa quella
, sono chiarissimi di lor natura. morando, 8: sì fatti fiori..
natura / assimigliare a sua perfezione. morando, 66: l'odore di questo giglio
da noi sen fugge con alate piante. morando, iii-225: se tu [o
, amor, fuggite 'l foco. morando, 9: giovani vaghi, / fuggite
pozzi permanente e dell'acqua fuggitiva. morando, iii-225: fuggitivo cristallo, amico
d'arno appigliossi in chiara riva ombrosa. morando, 144: i nocchieri fra la
città. -tinta nera. morando, 496: per togliere alle sembianze della
massime in su 'l dosso come stelle. morando, 16: una mora, che
.: cintura, cingolo. morando, 353: quegli più onorato si tiene
sdegno / vestigi miserabili e funesti? morando, 273: sentissi tutta commuovere da
ingombra di temenza atra e funesta. morando, 402: per divertire l'angosciato
dentro ha di fango il core. morando, iii-226: il mio cor..
l'altra a gran furia ne vanno. morando, 63: perseguitò a tutta furia
: comin- ciossi una furiosissima batteria. morando, 145: non acque- tossi però
e presi da cinque fuste di turchi. morando, 522: restarono tutti uccisi
uscite da'gabinetti de'padri gesuiti. morando, 37: ben si appose stimando ch'
del sapere che le intelligenze celesti. morando, 613: diedero a dividere
voce, si gemina e risuona. morando, 9: l'error si gemina;
dimanda come possa / volar senza ale. morando, iii-227: mentre ella ne fonde
ripiena, non sapeva formar parola. morando, iii-228: o del diletto uman mete
del giovenetto aprile / ride la terra. morando, iii-230: ecco a noi riede
/ insieme aver la viriltà congiunta. morando, iii-231: rotto del verno antico il
-per sineddoche: uccello canoro. morando, iii-231: mille nel regno suo musiche
sono negli altri, non uno granello. morando, 461: palesò..
pensione di mille scudi d'oro. morando, 122: tolse licenza dall'ospite,
sen l'un l'altro stante. morando, iii-234: per fioccarle i dolci
sangue (o altro liquido). morando, 503: l'orrida testa / del
perché il forte non lo sormonti. morando, 399: simulando apparenza di volerlo
dirmi addio. -intr. morando, 123: giunse la notte, ed
gigante di ghiaccio armato in sogno. morando, iii-223: per vagheggiarti, ermilla
vaghe di fregio illustre e chiaro. morando, iii-231: de le sfere al suon
un atteggiamento languido, trasognato. morando, 171: strettasi al collo di violante
-prendere l'imbarco: imbarcarsi. morando, 552: sopra la barca già carica
dove l'adda imbocca nel po. morando, 136: passarono appunto i nostri
ant. insozzare, sporcare. morando, 63: perseguitò a tutta furia i
d'oblio, né di levarmi spero. morando, 590: trovossi immersa nell'
quinci e quindi rimbalzano e saltano. morando, 486: così spronato dal zelo
che strale impiaghi o rete annodi. morando, 9: giovani vaghi / fuggite
, emozione, ecc.). morando, 549: a questa proposizione restammo immobili
qualità, ecc.). morando, 469: o sublimità inarrivabile delle ricchezze
di quelle che incantano gli uomini. morando, 28: incantava col canto, animava
e di incessanti canonate l'espugnò. morando, 203: ebbero petto di mantenere
lascia all'italia incon- solabil duolo. morando, 510: io lo trovai vestito a
lei, quant'ha di rio? morando, 499: questa materia aperse campo
e della religione? incorrottibili e celesti. morando, i-296: molti di rose non
la falsità e abitazione de l'incostanza. morando, 595: emilia, rimasta sola
anzi è per seguire la nave. morando, 598: ancora impressa indelebilmente mi
che da morte, gli è donata. morando, 60: ella, compagna indivisibile
che de'franceschi avean continua- mente. morando, 602: è uso lodevolissimo che.
morte (un'arma). morando, 4: ma non s'intese giamai
dell'in- fide e dell'ingrate. morando, 526: l'infido, il miscredente
alla capacità della materia si convenisse. morando, i-290: par che diluvi il cielo
io so che tu sei desso. morando, 189: s'informavano del viaggio
gran guerra, ubbidissero alli schiavi. morando, 87: subito spedì a londra
la religione e la pace in germania. morando, iii- 224: or or
7. letter. vezzoso. morando, 28: avvenente e ingegnosa, non
. - anche al figur. morando, 331: sfortunato lealdo! tu te
un sentimento, da una passione. morando, 572: era stato fin allora lealdo
alla vista, esporre, presentare. morando, i-296: altri onor trionfale in più
un mare e sue ricchezze opime. morando, 469: le ossa del nostro corpo
, e di sangue inonda i campi. morando, 156: con un fonte di
tempo della promessa fatta ad abramo. morando, 323: ma la speranza della brevità
altrui. pindemonte, iii-216: il morando, intemperatissimo nello studio, andato era
adito di poter eseguire l'intento suo. morando, 230: conferì a quilico.
che da lui si potevano desiderare. morando, 420: narrò la magnanima intrepidezza
fra la terra e il cielo. morando, 362: traviarono ina- vedutamente dal
sentii questi occhi inumidirsi e tacqui. morando, 511: non meno inteneritosi a queste
il decreto de'cieli al bel desio? morando, 88: impostogli che, togliendo
/ li ritolse a le fiamme. morando, 617: [perfido mondo],
all'una e all'altra parte. morando, i-291: già di mentito vel coperto
a turno per irritarlo a battaglia. morando, 347: irritando i popoli a
, le istruzioni e i comandamenti. morando, 142: risolvè teodosio d'imbarcarvi il
; essere sopraffatti dalla commozione. morando, 176: violante s'intenerì di tal
deh'armi e della forma dei patti. morando, 415: stettero lungamente perplessi intorno
riportar gli egri e i languenti. morando, 156: spogliatosi una leggiera sopraveste ch'
che soglion farsi intorno a donne languide. morando, 337: già dopo lunga fatica
e dagli estremi ed insoliti caldi travagliatissima. morando, 178: ristorate alquanto con
fuochi mostrino a'naviganti il cammino sicuro. morando, 201: osservava a tutt'ore
natura con larga mano data le avea. morando, 40: sigillata la lettera,
lasciasti i di goderne illegittimo diletto. morando, i-286: lascia di coglier più
e di pescagioni il vivavio del mare. morando, i-296: ov'avvien ch'il
e ricurve a l'un de'lati. morando, 522: passò con saetta da
molta fatica da'libri va raccogliendo. morando, 374: col regio latte materno succhiarono
stato); docile, sottomesso. morando, 387: ebbero i fieschi..
sospinti gli altri ha nel medesmo errore. morando, 23: ne gl'interessi di
gli occhi suoi l'alta guerriera. morando, 504: leggiadra a maraviglia / la
alta voce; dicitore, declamatore. morando, 528: non potè però non intenerirsi
che una picciola febbre lenta lenta. morando, 408: mi palesò che lenta
liberalissimo presente che io fui contento. morando, 384: lasciato a quel monastero
altro, d'ogni onestà. morando, 113: era costei in sua vecchiaia
a piede, tenendosi al duomo. morando, 2: da lieve scintilla sorge tallora
, 3-30: fu levissima piaga. morando, 54: la febbre,..
dono, al signor della celeste piaggia. morando, 12: beltà, che vale
stato lieve e basso e poco ingegnoso. morando, 308: paragon ben lieve /
cavo speco ancise / tenebrosa agna. morando, 604: incontrò della propria casa
liberamente senza alcuna limitazion di tempo. morando, 327: le strette limitazioni di tempo
, avenne [ecc.]. morando, 88: impostogli che, togliendo sopra
lippi non può veder il sole. morando, 587: la primogenita, di nome
'l contento del cor tacendo esprime. morando, 280: con loquace silenzio, nel
nel superbo tiranno i lumi affisse. morando, i-287: per vagheggiarti, ermilla,
indotto a compassione sino a'sassi. morando, 320: l'inquietudine cagionava all'in-
è di colore nero, ma bianco. morando, 510: io lo trovai vestito
22: ivuon, bovo, danese con morando / sparti / l'un da l'
ho visto appeso al macello, morando, 250: in quella guisa edemondo rinacque
sua, col suo intervento. morando, 481: cristo fu progenie divina,
li tiene il mancamento della industria. morando, 295: una mattina che, per
macola veruna, sperandone gran mancie. morando, 226: donata al messo con
ti voglio pagar la buona mancia. morando, 457: ringraziata la cingana ch'
rischio per mantenimento dell'imperio romano. morando, 551: ben fu stupore che il
faticoso. -per simil. morando, 469: il mantice de'pulmoni,
sua dorme tonda e tace il vento. morando, iii-227: specchio del ciel sereno
la ghirlanda sua squarciossi in fronte. morando, 579: ecco che ben s'
s'accende per altrui corporale bellezza. morando, i-294: che tu d'amor
421: e1 fratello de messer bernardino morando cum molti armati è venuto a rofeno
in quanto all'aver cattive massime. morando, 23: egli tenea quella massima
di qualità alla natura del corpo. morando, 270: i danzatori...
in abito mentito fui trasportato in roma. morando, i-291: già di mentito vel
l'acqua che pioveva in camera. morando, 515: io solo non potei
in cambio, come corrispettivo. morando, i-292: per mercé d'auree armille
è loro proposta, s'intepidiscono. morando, 414: altra mercede da te non
ridicolosa certo [ecc.]. morando, 25: partì il messaggio.
piglio / costei per mia mezzana. morando, 197: perché mi guardate con
delle tue balorderie e delle tue millanterie. morando, 260: a fin che
forti e pur deformi l'arte. morando, 134: con eterne vicende / il
maestro, discepolo; credente, mescredente. morando, 526: l'infido, il
maccomettani e politici ed altri miscredenti. morando, 526: odi che di macon
mostrasi di fuore di buona aere. morando, 82: rammentandosi... che
mare, una tempesta). morando, 570: già s'erano allontanati dalla
ad esser afflitto da una febricella. morando, 153: sotto la mole di così
le parole d'oltraggio e le percosse. morando, 83: eglino, già infierito
, da un attimo all'altro. morando, 116: tutta ansiosa stava attendendo
fortuna mi sento e, per questa cagione morando, sempre peggio in essa parte mi
si trovasse assediata con pericolo di perdersi. morando, 520: non potè..
veggo che tu se'una mora nera. morando, 16: una mora, che
con voce canora, amica ierra. morando, i-289: mille nel regno suo musiche
/ da'muti suoi conforti egli attendea. morando, 102: non potè ella
per nazionalità, per cittadinanza. morando, ded. \ una damigella, inglese
l'opprime e gli toglie l'operazione. morando, 444: bene la saggia celissa
come al vento se ne fugge nebbia. morando, 12: beltà che vale,
stessa fede]. -catecumeno. morando, 517: spesero tutto quel giorno in
strugge e l'altro si genera. morando, 444: bene la saggia celissa
verdi parti suoi tra negre foglie. morando, i-290: non più benigni raggi,
e fece chiamare ramondo di treves e morando di riviera, e in presenza di
a noi giovar, tanto tormentarci? morando, 69: or dunque ci giubili /
agil nuoto di se stesso mostrar vaghezza. morando, 336: molti dei naufraganti
vi teneva il duca d'epernone. morando, 129: così tra poca speme,
proprio sviluppo (una pianta). morando, i-297: ne'giardini del cielo /
li coqui ordina la nuptiale cena. morando, 273: quelli nuzziali apparecchi le
, il più d'ogn'altro ingrato. morando, 594: ben resto a
prima volta a parma senza sua saputa. morando, 60: ella, compagna indivisibile
quel che fu don d'amore. morando, 113: era costei in sua
, sebbene non tanto veemente fosse quanto morando, era non pertanto assai più di
di mia fama e di mia vita. morando, 42: lui opportuna sopraggiunse
di preghiera, di supplica. morando, 259: ei con alma indurata /
cosiddetto accusativo alla greca. morando, 16: una mora, che si
eccato con una donna sforzata da lui. morando, 371: li ospizi publici,
i primi osservabile era massimamente lo speziale morando, uomo precipitoso e di estremi pensieri.
lasciar le lor milizie mai in ozio. morando, 129: tra poca speme,
, qual il mio cerca, palma. morando, i-289: vaga ninfa del tebro
dell'arco eh'a piagar mi vene. morando, 500: nel paludoso egitto /
che finezza sia l'umana virtù. morando, 308: paragon ben lieve / è
anche a cucire o rammendare. morando, i-286: agghiacciata il cor fra tanti
stupide femmine. -frugale. morando, 453: vestissi anch'egli in abito
della casa, della famiglia. morando, 29: non potè...
già pargoleggia e già vagisce infante. morando, i-285: ben veggo, amor,
duoi eserciti si abboccarono a ragionare. morando, 413: indi a pochi giorni gli
, quanto forte, quanto prudente. morando, 386: particolareggiando, rappresentarono ad
tristo esempio del mio mal non giri. morando, i-285: ben veggo, amor
la propria compiacenza (dio). morando, 257: o bella, o dolce
uscio e fece chiamare ramondo di treves e morando di riviera, e in presenza di
e me, con molto mio piacere. morando, 569: ciò divotamente eseguito
, non furono scoperti dal nemico. morando, 147: il timore della morte
ogni movimento, in gran fretta. morando, 86: edemondo, cavalcando tutta la
guisa, e però lo paventavano estremamente. morando, i-286: tante punte spinose,
un percorso, un viaggio). morando, 370: per la debolezza di adelasia
-proprio del viaggiare a piedi. morando, 122: camminavano a passi lenti,
, / può traviar sua foce. morando, i-290: par che diluvi il
, in un pelago di martiri. morando, 368: si trovarono immersi in un
de'mondi, quale da lei aspettiamo. morando, i-288: quando al lugubre suon
si dolse perché grandemente l'amava. morando, 553: morì la cara mia
spese, assai travagli e anco pericoli. morando, 533: di ricreazione appunto sommamente
città all'altra. -sostant. morando, 372: stanchi da lungo peregrinar mendicando
è quel perfido ingegno et incostante. morando, 113: era costei in sua
periculose infirmità che non è la vecchiezza? morando, 54: sopragiunse...
il libro è una predica permanente. morando, 490: accennò alcuno de'miracoli permanenti
, che non dà perturbazione a parlarne. morando, 606: con vera maraviglia e
resistere ad ogni accidente senza timore. morando, 551: ben fu stupore che
muoversi velocemente; dare lena. morando, 147: il timore della morte vicina
-per simil. afflusso di denaro. morando, 558: ammirarono le reliquie, superbe
osservazione della forma dei piedi. morando, 407: posi ogni studio nelle arti
il gran feretro ove sublime ei giace. morando, 8: l'apparente vaghezza sola
quale sebbene non tanto veemente fosse quanto morando, era non pertanto assai più di
a terra i vaghi lumi e tace. morando, 51: sola tacque la
ubidire alla chiesa ed al concilio. morando, 392: avendo in sua balia
delle volte disperarsi della salute deltinfermo. morando, 517: il giorno che precesse
una persona). morando, 555: restarono preda del mare tutte
. botta, 5-211: lo speziale morando, uomo precipitoso e di estremi pensieri
il ver colla tua dolce frode. morando, 452: mentr'ella va ruminando i
e chi li sprezza, sprezza cristo. morando, 350: fu sorte favorevole che
imperio affrenò c'ha qui soprano. morando, 42: l'interrogò del suo male
farà parlar con distinzione del dottor iuseppe morando. raro ingegno fu questi, pregiabile per
ardente; necessità, bisogno impellente. morando, 72: il zio generale..
lo più con propositi matrimoniali. morando, 541: di questo pretendere egli informò
trovato appresso autore alcuno la soluzione. morando, 7: avendo l'affermativa dopo
, fu anch'essa sepolta viva. morando, 113: era costei in sua
loquace, che ha tanta parlantina. morando, 13: egli, di sua natura
di esperienze culturali; istruttivo. morando, 464: qui lo pregò rosalinda che
superiore, che seco n'andasse. morando, 302: tacque e, ciò detto
-con riferimento a cristo. morando, 481: cristo fu progenie divina.
quella, ma la licenza delli secolari. morando, 392: avendo in sua
egli giunse vicino a cipri. morando, 138: rammentarono con allegrezza tra loro
la protestazione che monteleon gli fece. morando, 435: pensò [silactar] al
tempo de l'impresa è già maturo. morando, 313: il bassà, a
miei campioni, e così giuro. morando, i-299: non mi dir ch'io
vologese a lasciar l'armenia vota. morando, 395: mentre fu in genova
non viene osservata). morando, 610: lo sposalizio solenne tanto sol
: mentre che bernardo e gherardo e morando e ramondo andavono a loro piacere,
contiene tutto il diametro del sole. morando, 189: s'informavano del viaggio
anche liberamente scelti o fissati). morando, 419: egli, informato prima da
disegni qua giù fra i mortali. morando, 17: vera bellezza umana quaggiù in
sopra qualche veri segni et argomenti. morando, 422: quelli forse furono qualche
qualmente gli erano apposte false accuse. morando, 384: bastimi d'accennare qualmente
, non parliamo con niun amico. morando, 624: ecco qualmente per varie
a ospitarli in tale periodo. morando, 6: il conte d'essex,
condizione umana e la morte. morando, 480: di te mi querello,
del mangiare abbiano di quindi bando. morando, 443: discorsero di ciò ch'
raccolte le sue reti a lei ritornò. morando, 398: 1 marinari raccoglievano
di fare de'monaci novellamente morti. morando, 605: questa mattina, sotto colore
modo da non poter fuggire. morando, 119: partendo quelli, restò la
amor, gli umidi ra. morando, i-288: se col coturno spieghi aspri
senza far pure un minimo rammarico. morando, 158: a che giovano,
continuamente conseguito infiniti favori o benefici? morando, 60: ella [la nutrice]
vivo, reminiscenza, memoria. morando, 400: non gli alteravano la fantasia
avea davanti agli occhi, / rarne- morando ogni suo minim'atto. galileo, 3-2-329
più volte nelle tende e ne'padiglioni. morando, 138: rammentarono con allegrezza tra
, intellettuali, artistiche di qualcuno. morando, 53: parve che si svegliassero da
segreteria. -notificare. morando, 322: tra sì fieri contrasti passò
, di una decisione). morando, 581: né già potè quel voto
mesto già, poi fu sì allegro. morando, 575: ravvivato da una parte
aiuto, appoggio; provvisione. morando, 142: perché in tutti quei luoghi
, fare oggetto di una mancia. morando, 112: fé regalare con larga mano
tutte le note de'vituperi tuoi. morando, 13: fece un biasimo delle
appello, una protesta). morando, 445: non ho potuto, con
medesmo in eterno conservarsi e perpetuarsi. morando, 191: alla reiterazione de'
le reliquie manifestissime d'una città. morando, 558: ammirarono le relianie,
in acqua, si mise al ritornare. morando, 150: fasciata diligentemente la piaga
, un voto). morando, 581: né già potè quel voto
assalir chi 'l guardo non reprime. morando, 453: vestissi anch'egli in
che mai seguissero in alcun tempo. morando, 413: gli assediati della canea cominciarono
lei e datoli ciò ch'avesse voluto. morando, 169: ella, come dottata
di dardona, sua virtù perfetta; / morando di riviera ch'ebbe fé,
il diritto. f f morando, pref: ti conducerà per li sentieri
che furon prima nel venire impresse. morando, 159: anderò al lito e segnerò
/ fèr predicando agli appetiti sordi. morando, 540: prima di partire da
fortificare la bocca ed entrata del porto. morando, 161: incontrò su quell'ora
solennissimi giorni di celeste dolcezza redonda. morando, 613: la gioia ridondò negli
-con riferimento a dio. morando, 532: ciò pose in cuore e
brusselles per occasione degli stati generali. morando, 616: giunta al monastero
bene stesse, a quello si accordarono. morando, 537: né già stupisco,
ad assaltar quella già rovinata piazza. morando, 335: il mare...
ch'il caldo amoroso non raccenda. morando, 90: flenda, o te infelice
/ il bel de l'alma. morando, i-297: dai tenebrosi orrori / del
fra pochi dì l'elmo nel rio. morando, 500: nel paludoso egitto /
bolgia cioè ripostignolo o vero ripostiglio. morando, pref, 5: gelose della propria
usanza / entrar negando in danza. morando, 505: le brame amorose prendon vigore
togliessi dalla servitù dì quel cane. morando, 233: con apparenza di trattar riscatto
tardo in riscrivere a le vostre. morando, 361: rispedito il messaggiero, a
, nel cortile e ne la piazza. morando, 591: megollo lercaro..
la voce risonante come un tuono. morando, 145: non acquetassi...
tutte le comodità dal duca di guisa. morando, 225: ella è schiava del
uno stomaco smunto e voto affatto! morando, 295: una mattina, che per
-di eremita, di monaco. morando, 487: udiste altrove mai tanti prìncipi
interna e solitaria di un luogo. morando, 119: così partendo quelli, restò
ruppe l'asta bestemmiando al piano. morando, 278: così dicendo, ruppe e
digiuno amoroso: saziare il desiderio. morando, i-285: ecco pur, labra mie
lagnmosa rugiada non se gli colmassero. morando, 615: le avea dedicati con
, / da una mpe cantò. morando, 366: egli, conducendogli frettolosamente
vergognosa morte per la salute nostra. morando, 242: perduta l'ultima speranza di
dove tutto discende pace e ierra. morando, i-296: molti di rose non caduche
che mai s'è voluto saldare. morando, 365: passarono pochi giorni che
la piaga ancor non ben salda. morando, 224: estinta la vita dell'amata
e parte a salti di schena. morando, 270: si variavano ogni momento
. andrea da barberino, iii-509: morando di riviera, conoscendo il pericolo grande
de'varroni, egnazi e giuli. morando, 252: la vittoria fu notabile,
volle la musica dalla chiesa isbandire. morando, 492: gl'idoli caddero a terra
avvocato non esce mai di litigio. morando, 295: una mattina che per mancamento
illustrissima di restarmene in queste parti. morando, 143: sbrigati quindi di loro
le scalate o con i petardi. morando, 530: roma fu assalita,
mare co 'l mezzo de'corsari. morando, 178: ristorate alquanto con cibo
il duomo, che il podestà, morando stefani, sta audacemente scattivando, e smontato
forse solo al principio della favola. morando, 241: quella carcere istessa fora
mina; liberarsi da un assedio. morando, 431: con mille fanti e non
insensibile al fascino di qualcuno. morando, 420: narrò la magnanima intrepidezza di
sapeva ritrovar via alcuna di consolarsi. morando, 106: ecco, ingrata e crudele
accomodate con vari scherzi cf acqua. morando, i-290: l'acqua ne'fonti in
con la particella pronom. dissolversi. morando, 458: la nube ormai si scinda
proprio è la partita altro che morte. morando, 432: in ognitrattenimento, in ogni
sento scoppiar di doglia il core. morando, 73: un cuore servile par che
, quando noi giungemmo a brusselles. morando, 474: gli egizi...
secretaria de'nostri non finti amori! morando, 236: ottenne solo di
con la sembianza anco i desiri. morando, i-298: picciol son ne la sembianza
sens paura, / né lo bon duso morando. = dal fr. ant.
-traviare dal diritto sentiero: smarrirsi. morando, 362: traviarono inavedutamente dal diritto
(come epiteto delle erinni). morando, i-293: serpicrinita / furia flegetontea turba
che si adoprano per i cannocchiali. morando, i-287: per vagheggiarti, ermilia,
tempo (una dote fisica). morando, 12: beltà che vale, /
i mormorii e gli strepiti de'venti. morando, 145: non acquetossi...
capo canuto den quiete alla secura fronde. morando, i-287: volse a te,
e si commuova con simpatia grandissima. morando, 31: strinsesi fra di loro una
, con l'ardore lo spirito santo. morando, no: un altro, che
hanno punto di facultà ai narrarlo. morando, 376: la singolarità del valore,
ogni cosa aggrada / al desio sitibondo. morando, i-285: or che più bramo
stritolato dagli aratri e dalle zappe. morando, 124: sopragiunsero quei boscaiuoli ch'
dato soggetto di riso e di compassione. morando, 275: -personaggio letterario; protagonista.
ad un uscio né a finestra. morando, 523: confessò rosalinda non aver
cose qui che vogliam farne? ». morando, io: alcuni soghignando si prendevano
campi ardea, / vid'io solinga. morando, io6: ella solinga fermosi sotto
al ricco ma dubbioso acquisto del regno. morando, 291: non tardò violante sul
oscuro il mondo in ogni canto. morando, 108: in un subito salì il
raccomandarmelo per lettere di vostra penna. morando, 373: in breve tempo molta somma
noi fummo d'un romor sorpresi. morando, 43: su queste considerazioni,
basse te ciglia e di mestizia piene. morando, 608: tutta immersa nel pelago
-gravità di un delitto. morando, 93: la nobiltà e le aderenze
de'parenti e delle sustanze loro. morando, 555: restarono preda del mare
sottentra, l'amore si indebolisce. morando, 303: qui sottentrarono i compagni
e non vi si vogliono fermar sopra. morando, 565: soverchie sono le scuse
prese facelle e sparse l'incendio. morando, i-290: non più benigni raggi
guardava alcun di loro in faccia. morando, i-294: stupido e mesto insieme /
campo di esercitarsi e divenire grande. morando, 394: entrarono nel campo spazioso
diligenzia straordinaria vi sarebbe stata superflua. morando, 88: impostogli che, togliendo sopra
-fatto partire (un'imbarcazione). morando, 334: non tardò molto che di
qual fui e son qual esser soglio. morando, 279: felici su su /
/ a la patria tornar mi riconsiglia. morando, i-296: parte col ventilar di
, furono gli smarriti spiriti revocati. morando, 42: richiamati con lo spruz-
secondo il decoro e secondo l'occasioni. morando, 55: con solenne testamento,
ha dato gran splendore il concilio. morando, 352: in così povero stato furono
una certa perfezione della cosa perfetta. morando, i-292: ove l'or folgoreggia
e la corte di buoni consiglieri. morando, 194: rosalinda era lo splendor
precedeva. -esporre, esibire. morando, 201: edemondo, che non avea
. proprio del matrimonio, coniugale. morando, 578: né già crediate che siano
lo spmzzamento o per averlo ricevuto. morando, 42: lui opportuna sopragiunse violante che
tene le membra de la nave squargada. morando, 336: molti dei naufraganti,
stende le fiamme torbide e fumanti. morando, i-295: luminosa sten- dea l'
porre cristo in una ardente fornace ». morando, 153: sotto la mole di
a terra sfornito in ogni senso. morando, 163: sfornito lealdo a nuove sì
a che strano passo ti vedi! morando, 378: egli, al racconto dolente
-serie continua di orme sul terreno. morando, 159: anderò al lito e segnerò
e supplice beltà sia miglior maga. morando, 228: a voi dunque chiedo
/ s'era svegliato nel destrutto core. morando, 275: stimò violante che al
aure sventolante. calzabigi, 164: morando e fratellon fra 'tulliani / alzan di
difficoltà). morando, 607: dopo brevi discorsi, unitamente
propri sentimenti, specie amorosi. morando, 35: arsi di desiderio e d'
a molte tazze: bere smoderatamente. morando, 48: nel vino la verità viene
di spregiudicatezza. -sostant. morando, 149: cadde il temerario nell'acque
la sottilissima veste in fuori pingivano. morando, 126: cadde flerida sventurata, sgorgandole
parlare. - anche di animali. morando, 300: al tenore inaspettato di queste
amorosa; amplesso, rapporto sessuale. morando, no: un'altro, che professava
, il dì stabilito è già trascorso. morando, 292: sento che il termine
-cronico (una febbre). morando, 408: mi pelesò che lenta febbre
cadavro e non di spirto privo. morando, 300: al tenore inaspettato di queste
quando ruppe a'tebani la pace. morando, 346: di quai vizi non sono
aveva ancor tocco il ventesimo anno. morando, 539: ma toccato ch'ebbimo il
un sentimento, ecc.). morando, 104: mentre le fere venian sbranate
alla ricerca di qualcuno o qualcosa. morando, 360: in traccia dell'amato principe
li quali composi questo carnovale trapassato. morando, 1: la gran bretagna..
l'altre cagion di rio cospetto. morando, 181: l'esercitarsi ai trapunti più
, uno stato d'animo). morando, 613: il contento impadronissi in quella
piangendo lasso, misero e tapino! morando, 28: così tutta avvenente et
a tre, i gradi dei marescialli. morando, 624: ecco qualmente, per varie
con troncamento, ma con mortificazione. morando, 241: fu recata ad edemondo
; ch'amore solamente può fare. morando, 200: troncata si vide anch'egli
variegati, di colori vivaci. morando, 8: l'apparente vagheza sola si
basata sull'osservazione dell'ombelico. morando, 407: posi ogni studio nelle arti
accettazione incondizionata della propria autorità. morando, 207: quindi fu talmente umiliata e
sollecitudine cercava la grazia di molta gente. morando, 122: camminavano a passi lenti
restituir le chiese usurpate ai cattolici. morando, 63: perseguitò a tutta furia i
naturale, un incendio). morando, 2: da lieve scintilla sorge tallora
quale sebbene non tanto veemente fosse quanto morando, era non pertanto assai più di
. o con connotazione polemica). morando, 559: riverirono le glorie non mai
s. angelo medesimo m'ha inviato. morando, 574: era lui seco a
amore che portava a la milizia. morando, 352: la viltà de gli abiti