s'accende. carducci, 367: mirò l'itale insegne, e l'occhio carco
empia città, se non allora che la mirò più ricolma di abitatori. =
, i-39: clemente a noi che mirò afflitti / travagliarci e adirati, un dì
giro / tre volte e quattro e mirò in fronte i suoi; / e poi
la torre ad un balcone, / e mirò; ben che lunge, il fer
lunge, il fer soldano: / mirò, quasi in teatro od in agone,
. buonarroti il giovane, 9-776: mirò tranquillo 'l mare, / ed eccol
d'angoscia piena e di sospetto / mirò i successi de la dubbia sorte,
, i-42: clemente a noi che mirò afflitti / travagliarci e adirati, un
mi trovo. d'annunzio, iv-2-943: mirò attonita la sua bellezza, che le
e si riposa. segneri, iii-1-209: mirò che intorno ad una gamba di lui
-per simil. marino, 318: mirò nereo da lunge / fatta del gran
stelle a terra il ciglio, / quando mirò giù nella valle idea / del re
affo stile, nella propria baldanza improvvida mirò a battere in visiera i classici.
e il campo eleo, / che stupido mirò l'ardua palestra, / né la
con lente pupille entro la piaga / mirò, succhionne il sangue e la deterse
[angeli] che in argentea lista / mirò fra i sette candelabri ardenti / il
vide luca della robbia, / ti mirò donatello, / operando le belle
innamorato, nel pierio fonte / mirò tiresia giovinetto i fulvi / capei
a dormire. tasso, 20-73: mirò, quasi in teatro od in agone,
iii-344: sentì l'aura celeste, e mirò tonde / lambire a gara della diva
l'aspetto antico, / poiché nice mirò, dié varco al pianto, / e
iii-347: sentì l'aura celeste, e mirò tonde / lambire a gara della diva
il gran nemico / all'alma croce si mirò converso. / o di dio sempiterno
., i-38: clemente a noi che mirò afflitti / tra vagliarci e
in polve. monti, x-2-340: mirò d'ausonia i campi e la pontina /
gran nemico / all'alma croce si mirò converso. / o di dio sempiterno,
vivono a caso. tasso, 1-8: mirò tutte le cose, ed in soria
16-35: intanto armida della regai porta / mirò giacere il fier custode estinto. marino
oggi il popolo d'italia deifica, mirò tramontare sul mediterraneo le grandi leggende del
: con lente pupille entro la piaga / mirò, succhionne il sangue e la deterse
anime sciolte, / e fu chi le mirò visibilmente, / in un bel nembo
nostro un ponte / poi la schelda mirò. 3. rifl. gettarsi
ii-488: sullo scudo / di vulcano mirò muoversi il mondo, / e l'
a'mali presenti quegli che gli mirò innanzi che venissono. = comp
? foscolo, gr., iii-341: mirò tiresia giovinetto i fulvi / capei di
la gioia, imbracciò lo schioppo, mirò al disco volante che era ormai un puntolino
: all'interno tutta la sua politica mirò alla disorganizzazione suprema dei partiti. gramsci
con quanto dispregio ivi le degne / mirò giacer sue già temute insegne! cesarotti
emonia sponda / stupida in teti / mirò per l'onda / errar gli abeti.
fronte, / ch'ai piede si mirò cader estinte / le saette frementi.
è piena. tasso, 1-2-21: mirò i colli ove a l'estiva sete /
da sé 'l mio sguardo, o ti mirò con sdegno, / so che il
cavalca, 6-1-291: cristo sì lo mirò, e in quello sguardo 11 feritte
il crin dall'onda / aurea farsi mirò la ferrea sponda. p. verri,
sciolte, / e fu chi le mirò visibilmente, / in un bel nembo di
una fonte, e dopo aver bevuto mirò la sua figura nell'acqua. tecchi
, / dentro per li occhi ti mirò sì fiso, / ch'amor fece apparire
poteva smaltire. folengo, ii-24: mirò nel ciel e con fondata speme / porse
foro d'ida il pastor frigio / mirò del ciel le litiganti ignude.
subitamente in su le mura, / e mirò intorno, e vide giù nel basso
, 582: su l'arce onde mirò fiesole al basso, / dov'or s'
mortai colà non scese / dov'ei mirò, se ben non scese in vano,
testi, ii-61: al piede si mirò cader estinte / le saette frementi.
foro d'ida il pastor frigio / mirò del ciel le litiganti ignude. rapisardi,
e tutta radiosa all'aer vivo / mirò la nuda / beltà, che tanto i
desta. praga, 2-36: amo mirò. in quell'atto si ricordò delle esercitazioni
: innamorato, nel pierio fonte / mirò tiresia giovinetto i fulvi / capei di
meno mi offendono. tasso, 20-73: mirò... / l'aspra tragedia
e sol di lauri adorno. / pur mirò gire i monti, e starsi i
3-476: dopo poche visite di convenienza, mirò subito ad imberciarla con la signora
rideva anacarsi filosofo... quando mirò i più politi popoli della grecia nella
foscolo, gr., i-240: mirò imperterrito i tornenti / di pa- nopéa
di cui sei raggio e lume, / mirò 'l tuo bel [viso], quasi
stuol d'incauti armenti / pascer d'alto mirò gli erbosi piani, / corre,
al fonte consiglier ricorse, / e si mirò quasi di furto, pure / temendo
indivisibile le cose. vico, 63: mirò il galileo la fìsica con occhio di
et infelice spoglia. tasso, 10-26: mirò... /... a
carducci, iii-3-176: su l'arce onde mirò fiesole al basso, / dov'or
all'inforcatura bassa d'un pesco, mirò e sfracellò il capo alla povere bestia.
, 3-7-1: qual il mostro ch'aver mirò tessaglia / l'umane membra alle ferine
1-44: venir maraviglioso / un palagio mirò su le correnti, / inoffeso dai fulmini
cioè non sepeliti. tasso, 10-25: mirò... /...
? l'alta / fronte che dio mirò da presso chiusa / entro le palme
iii-345: sentì l'aura celeste, e mirò tonde / lambire a gara della diva
gr., ii-89: il veglio mirò volgersi obliqua, / affettando or la via
, iii-342: nel pierio fonte / mirò tiresia giovinetto i fulvi / capei di palla
carducci, iii-1-404: forse / lei natante mirò l'onda montana / di sperchio e
ragionarne,... chi di loro mirò a diffinirla ricorrendo all'indole della soavità
). dotti, 1-77: quali mirò l'ambiziosa faro / d'antonio già
che male il suo bel volto / mirò sì fiso, ond'uscir gran tempeste,
[paride] arse cotanto / quando mirò la mal mirata argiva. g. gozzi
baldinucci, 9-xi-205: studiò in venezia e mirò sempre tiziano, paolo veronese e tintoretto
apparenza esteriore. gramsci, 4-183: mirò [il lambruschini] a sanare un
re la dea d'amore: / ei mirò le finestre, e in oriente /
, il quale il dì seguente si mirò quasi del tutto sano di sue ferite
o lungo i marsi, / orso mirò con un leggier mastino, / membruto
, iii-1-404: così forse / lei natante mirò l'onda montana / di sperchio e
con la quale fu occiso, la mirò e contemplò con somma voluttà. ariosto
foco [paride] arse cotanto / quando mirò la mal mirata argiva. testi,
al quale un padre istupidito dalla sciagura mirò i visi sbigottiti di tre bimbi che non
bruni, 91: d'atro pallor mirò dipinto / ciprigna adone. metastasio,
le spiche gialle. foscolo, 379: mirò tonde / lambir a gara della diva
nella patria mia rimane ancora / chi mirò la repubblica? -constatare, notare
padrone, il quale il dì seguente si mirò quasi del tutto sano di sue ferite
1-508: appena / tacque che si mirò cinto d'intorno / dai soldati romani.
, 1-121: omero al presente stato mirò, e non già alla partita fatta nove
, 1-1: chi... mirò a diffinirla [la grazia] ricorrendo all'
tiro. salvini, 16-122: tosto mirò a tidite co'curvi archi / e
della scala. montale, 3-56: mirò col dito la cincia che l'aveva
come una clava, l'alzò, mirò al capo della taciturna e scagliò il colpo
forse a tanta grandezza invidia e la mirò torto. giuglaris, 182: certi sono
tratto da serica / mole, nascondersi mirò la sferica / terra.
un sol punto e in una / vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna
pastor che male il suo bel volto / mirò sì fiso, ond'u- scir gran
pisano estrasse la rivoltella dalla fondina, mirò un attimo il filo che reggeva un nastro
cioè sana, sanguigna e muscolare, mirò sempre al letterato. 3.
iii-1-404: così forse / lei natante mirò l'onda montana / di sperchio e
mentre fu novizio nel notariato, lo mirò con buon occhio. salvini, v-1-1-2:
mentre fu novizio nel notariato, lo mirò con buon occhio. c. papini,
umano. ariosto, 39-44: fiordiligi mirò quel nudo in fronte / e gridò
, 25-88: lo trafitto '1 mirò, ma nulla disse. petrarca, 311-14
foscolo, 408: quindi il veglio mirò sotto a'suoi piedi / correre obliquo
fallo. a. verri, i-102: mirò in quelli [sentieri], non
, e due volte / tutto il mirò [l'edificio] da l'alte parti
ammiccante. vittorini, 6-43: tarquinio mirò me coi suoi occhi dalle palpebre palpitanti
mi fei, / ché mai non mirò ben finch'e'fu meco, / sempre
piangendo, aristea: / ipazia in lei mirò la paventata / immagin dell'amor che
re, che troncò i nostri complimenti, mirò la nuova fanciulla, la vagheggiò e
posò sul morso della briglia dell'asino; mirò pensieroso all'apparecchio ch'egli avea fatto
inf., 25-89: lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; / anzi
., iii-340: nel pierio fonte mirò tiresia giovinetto i fulvi / capei di
. i. frugoni e con parini) mirò a riprodurre gli esemplari del poeta greco
da sala ch'era sul tavolo, mirò, per quanto l'oscurità glielo permise,
cioè sana, sanguigna e muscolare, mirò sempre al letterato. ferd. martini
presso luciano nel libro degli esercizzi, quando mirò i più politi popoli della grecia nella
-perversione sessuale. batacchi, i-173: mirò venere i putti: -ed è un peccato
. lanzi, ii-32: né chi mirò alla sistina il suo [del perugino]
maurizio, postergati tutti questi riguardi, mirò lo specchio sincero della sua retta intenzione.
cuore del postulante [pietro], mirò là dentro non nidi di colombe,
landò, i-20: tante donne in viso mirò disposte per picciolo predo a far altrui
troiana progenie. tassoni, 1-39: poiché mirò de'capitani suoi / l'un fatto
pugnaletto d'andronica; lo sguainò, lo mirò, ne provò la punta su l'
cielo. buzzati, 4-369: egli mirò al disco volante che era ormai un puntolino
suo pupillo. il buon monarca lo mirò con occhio di tenerezza. fogazzaro,
, gr., 179: il veglio mirò volgersi obliqua, / affrettando or la
d'andronica; lo sguainò, lo mirò, ne provò la punta su l'unghia
una fonte, e dopo aver bevuto mirò la sua figura nell'acqua. molto
del re la dea dfamore: / ei mirò le finestre, e in oriente /
8: ora con la mostra di mirò (1893-1983) il colore e la fantasia
di giove fatta zimbello dei traci e mirò l'olimpo rifatto a nuovo e tappezzato
infi, 25-91: lo trafitto il mirò, ma nulla disse; /..
: sentì l'aura celeste, e mirò tonde / lambir a gara della diva il
/ tre volte e quattro, e mirò in fronte i suoi, / e poi
: l'alta / fronte che dio mirò da presso chiusa / entro le palme,
anima ogni ruga: / nessun vi si mirò, se non un veglio / a
. ad un balcone / e mirò, benché lunge, il fer soldano.
, infi, 25-89: lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; / anzi
el meglio ch'ella potè, subitamente si mirò ne lo specchio e viddesi tanto scura
; e quando vi fu sopra, mirò l'ampiezza delle onde che fremevano sotto
esprime stupore. pirandello, 8-583: mirò i visi sbigottiti di tre bimbi che
come una clava, l'alzò, mirò al capo della taciturna e scagliò il colpo
anima ogni ruga: / nessun vi si mirò, se non un veglio / a
. / e 'l buon raimondo ove mirò scontrollo, / ma non sì che lui
lui si strinse e quei smarrito / quando mirò la spaventosa fronte / volse fuggir,
da castiglione. tasso, 1-8: mirò [dio] le cose, ed in
160: sentì l'aura celeste, e mirò tonde / lambir a gara della diva
arte appartenenti, né mai più per astrologare mirò il cielo. n. franco,
i-631: sentì l'aura celeste, e mirò l'onde / lambir a gara della
sol punto e in una / vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.
un santo e pio disdegno uccise, / mirò alessandria e palladi recise / e smembrate
sol punto e in una / vista mirò ciò ch'in sé il mondo aduna.
. frugoni, i-3-121: su'bei labbri mirò il riso / che i bei denti
essere incerto. tasso, 20-73: mirò, benché lunge, il fer soldano;
benché lunge, il fer soldano; / mirò, quasi in teatro od in agone
: armida de la regai porta / mirò giacere il fier custode estinto. / sospettò
che mal il suo bel volto / mirò sì fiso, ond'uscir gran tempeste,
vagabondo nemico. saraceni, i-15: mirò [mosè] la grandezza, grossezza e
del rittenuto pensiero. tasso, 1-8: mirò [dio] tutte le cose,
, 1: la bontà di dio mirò con l'occhio della sua pietà, in
adriatico. chiabrera, 1-ii-422: pria mirò della bell'adria in seno / la
foco sprizzare. cantù, 512: quando mirò spiccato il bel capo, si sparse
iii-346: sentì paura celeste, e mirò tonde / lambire a gara della diva
dell'autosufficienza della rivoluzione russa, che mirò a conseguire mediante l'attuazione di piani
stanzuòla, il ciuffolotto, / paulo mirò la bella sua parete. 2
pur fusse dato / mirar quel ch'ei mirò tutto svelato. chiahrera, 1-iii-87:
aprendo il velo, / le campagne mirò tacite e sole. parini, giorno,
: appena / tacque, che si mirò cinto d'intorno / dai soldati romani.
tergo. leopardi, 757: trionfante mirò le schiere avverse / volgere il tergo
tratto aa serica / mole, nascondersi mirò la sferica / terra, men volgersi
viso al capitano angiolo, e lo mirò così sereno di onesta baldanza, e direi
la torre ad un balcone / e mirò, benché lunge, il fer soldano;
benché lunge, il fer soldano; / mirò, quasi in teatro od in agone
trioni. caro, 3-812: mirò le stelle, contemplò l'arturo, /
l'aspetto antico, / poiché nice mirò, diè varco al pianto.
prezuola, il ciuffolotto, / paulo mirò la bella sua parete. calvino,
santificati. s. bernardo ve le mirò, e ravvisatele desse, strappata loro la
. a. verri, i-102: mirò in quelli [sentieri] non mai compressi
fronte, invece, si prosegue nel mirò, ben scortato da arp e tanguy,