crescano i livreati. settembrini, 1-326: mi rattristo considerando in quale bassezza ha dovuto
dire... come il papa mi rivoleva nelle mane; ma che mi terrebbe
papa mi rivoleva nelle mane; ma che mi terrebbe in una camera bassa innel giardin
lo ritrovai a due passi senza che mi avesse dato nell'occhio. era basso e
, / infino al fiume del parlar mi trassi. idem, inf., 5-1
basso, / fin che 'l poeta mi disse: « che pense? ».
4-108: e un di lor, che mi sembiava lasso, / sedeva e abbracciava
, il viso basso, / ché mi fanno morir gli occhi tuoi schivi. tasso
basso loco, / dinanzi alli occhi mi si fu offerto / chi per lungo silenzio
e basso, / secondo lei conven mi regga e pieghi. boccaccio,
è gran ventura: / però non mi destar, deh! parla basso. bandello
collo, con bassa e rimessa voce mi disse. g. m. cecchi,
voce. chiabrera, 455: or mi doma vecchiezza, e tra le vene
. e. cecchi, 6-191: mi pagò tutto lieto, col solo timore che
pagò tutto lieto, col solo timore che mi fossi tenuto basso. gobetti, ii-326
cellini, 1-51 (131): non mi curando di far così bassa impresa e
e non molto lodevole, una sera mi disposi a volere uscire di tanto travaglio.
settembrini, 1-398: ma dopo il ribrezzo mi è venuto un sentimento diverso, ho
. nievo, 827: per quanto mi studiassi di sollevargli la mente dalle cose basse
la gioventù dello spirito, egli non mi badava più. carducci, 493: qual
lavoro, faticoso ma basso, che mi dia del profitto. verga, i-346:
, i-822: un ufficiale dei bersaglieri mi pareva un nume. il mio affetto era
(ii-772): perciò non sia chi mi condanni se io in questo basso mio
da un'angoscia mortale, il colpo basso mi dà la nausea. -far man
, quasi travolto dal flusso popolare, mi ritrovai a discendere per certe strade che
di parlare. castelli, i-249: mi sovvennero due difficoltà,... le
poi considerate bene, e risolute, mi lasciarono, come dirò più a basso
prego iddio di farmelo dimenticare, e mi pare d'impazzire al solo pensiero che
bassi, finattantoché, nel febbraio, mi si fece violenta a un tratto. nievo
boiardo, 1-6-26: e con un piè mi trabuccò del sasso. / era quel
: il timbro della sua voce di basso mi culla in certi sogni superficiali, per
sogni superficiali, per quanto io stesso mi meravigli d'esseraìi lasciato andare in discorsi
lasciato andare in discorsi così frivoli, che mi ricordano il mondo. -per simil
iii-421: fra le altre cose mi cade in acconcio la descrizione della colonna di
sentimenti che ne veggo uscire, io mi sono imaginato che sia come un
attirava: e che fosse un tranello mi piaceva. 3. figur.
creditori. fagiuoli, 1-6-390: non mi ricordavo che adesso, quando la moglie ha
ciento ebbi da voi in bologna, mi doveva fare venire la ciedola di mia mano
a bo- ninsegna la chiareza del contento mi fecie di sua mano. machiavelli,
rossi, e tanto lo supplicai che mi diede una cedola di quindici scudi. cattaneo
fui contentissimo di trovare un usuraio che mi scambiasse al trenta per cento le cedole
e gridò: « se questo pazzo mi fa poco d'ira, io lo farò
c. dati, i-398: io mi do a credere che non vi sia alcuno
ma, ritornando a'cedrati, e'mi nasce qualche dubbio che questi per avventura
arbuscei, gli aranci e i cedri / mi traviasser sì che i frutti e l'
farei patti con orlando, se mi si dicesse sturione, e non il fora
oltrecielo / che ti conduce e in cui mi getto, cèfalo / saltato in
1-57: il vecchio dottore... mi confidò che il ragazzo, che era
, v-2-902: per alcuni attimi il sogno mi sfigura trascinandomi in un fondo marino raggiato
192-78: io non so a ch'io mi tengo che io non ti dia una
per la quale io molto dirotta- mente mi misi a piagniere. marino, vii-400:
le sue parole lente, gravi, mi colpivano come ceffate: ma la mia
sul viso e guatandomi in cagnesco, mi faceva mille carezze amorevoli, di maniera
mal partito, ritener le risa che mi scoppiavano a mio dispetto. d.
alfieri, i-42: codesti ceffi francesi mi lasciarono una... profonda impressione
prigne? carducci, 502: molto mi meraviglio, o messer cante, /
: « se volete che il mangiare mi faccia buon prò, non mi fate quel
mangiare mi faccia buon prò, non mi fate quel brutto ceffo *. -per
. montale, 3-14: alcuni scamiciati mi avevano preso a ceffoni per la strada,
mente tua ben sé riguarda, / non mi ti celerà tesser più bella. cino
sono sì allegra, che io non mi contristi, e convienmi sforzare di celare il
gentilezza, / chi son costor non mi voler celare, / che tu gli abbracci
che sei per pigliar moglie: / mi duol che 'l celi a me, che
fiamma, / se la fiamma celar non mi potevi. tasso, 2-8: ed
giacomo da lentini, ii-87: presente mi contava, / e non mi si
presente mi contava, / e non mi si celava, / tutto suo convenente;
i'fuggo e sto celatamente, / perché mi trovi amor col penser solo. g
, ii-181: di sì fina ragione / mi convene trovare / distrettamente, sì che
., 8-52: la mia letizia mi ti tien celato, / che mi raggia
letizia mi ti tien celato, / che mi raggia dintorno e mi nasconde, /
celato, / che mi raggia dintorno e mi nasconde, / quasi animai di sua
fila. brancati, 4-130: nessuno mi leva dalla testa che egli ha delle celate
, v-312-6: e son cierto che tal mi dicie co'sta, / c'a
sta, / c'a la cielata mi fere per costa. chiaro davanzali, ii-338
. bruno, 3-549: non so qual mi sarei, eccellente signore, se io
nene, vestita di velluto rosso, mi disse disinvolta che loris celebrava la morte
oscuro sangue, ma, se dirlo non mi si disconviene, secondo che per le
, né alcuno di quei tanti ordigni che mi do- veano poi col tempo acquistare o
io non so se la mano che mi sfiora la spalla / è la stessa che
non voglio... che voi mi persuadiate che nella considerazione de * moti
più lambiccanti, che dicon caniculari, mi han fatto piovere nel cervello le stelle
infinito, e con tanto trasporto che mi sembra impossibile d'essere ancora sulla terra
io, che tutto in lei posto mi sono, / sì poca parte ancor n'
hagio compresa. beccuti, ix-549: mi sembrava celeste e non umano / il riso
carico. stuparich, 5-289: eppure mi pareva che il più astuto fossi tu
cattive appariscano. carducci, 323: mi fe'pensoso di paura forte / il
vedermi tremare dal freddo, un vecchio marinaro mi diede il suo cappotto; di che
: « oh, monsignore! che mi fa celia? chi non conosce il petto
beffe. salvini, viii-151: e'mi pare che tu te la mandi in celia
quelli che entravano nella mia stanza; io mi sforzava di considerare tutte le cose con
, 492: davvero... mi sembrate in vena di celiare, dicendo che
: furono persuasi che non celiavo, e mi promisero che sarebbe fatto secondo la mia
educo libri invece di figli, che mi promettono al più qualche dozzina di battimani.
ecc. leopardi, 887: quivi mi fosse dato per dimorare una cella tutta
idem, 19-98: pur in parte fuggi'mi erma e lontana; / e colà
segregazione *. bacchelli, 2-94: mi avevano messo alla catena fissata nel muro,
. caterina da siena, i-m: non mi pare di poter avere virtù nella plenitudine
più piccolo dei quali il nostro enologo mi spillò un bicchiere di bianco rosato.
alla cellereria; della quale dio presto mi liberi. = deriv. da cellerario
apre nel mio cervello la celletta che mi fa pensare a guglielmo, ho da ricorrere
nel fresco celliere un servo ignudo / mi versò tanta ebbrezza profumata / che tutta
forme, frasi, e parole d'altri mi tornerebbero poi fuori dalle cellule di esso
, / un'angoscia per lui dentro mi serra. palazzeschi, al sostentamento del
, 124: la sera, appena mi avevano coricato, il babbo sedeva al cembalo
intese fra sonno e veglia, che mi effondevano nell'anima una sicurezza e una
mal certo. panzini, ii-233: mi pareva che i mattoni che si posavano sui
. beltramelli, ii-29: perché non mi risponde?... perché non
cemento armato?... perché non mi incoraggia? 3. ant.
patecchio, v-141-65: la magior noia che mi dimena / è l'uora che mi
mi dimena / è l'uora che mi manca la moneta, / et quando altrui
. cavalcanti, 20: la risposta che mi fu data col mio credere fu d'
e memorabil cena. bruno, 3-9: mi dimanderete: che simposio, che convito
-già la mensa era imbandita - / mi trattenevi a cena. era una cena /
mio esultò con grandissime letizie, quando mi vidi condotto all'ultimo, e specialmente nella
ix-527: padre, per quell'amor che mi creasti, / fammi almen degna entrar
volgar. [crusca]: questa cenetta mi sarae altresì a grado, come la
cenuzza tignosa. caro, 12-ii-267: mi sono avveduto che avete avuto spia del
, certi loro / cenacolini, quasi mi fai dire / per divozione. «
s'i'so bon begolardo, / tu mi tien'bene la lancia a le reni
spesso soleva cenare: ma il conte mi prese per la cappa e mi ritenne
conte mi prese per la cappa e mi ritenne. chiabrera, 473: oggi si
un bocchino accomodato con un vocino accomodatissimo mi dice, come se fosse venuta lì
'mporta; / ché l'altre cose mi paion cenciaie. saccenti, 1-1-83: lo
felicemente ravvolta 1 salvini, 22-123: quella mi mostra e dà cencio a coprire.
conc., i-277: invece della ninfa mi trovai a fronte un viso burbero,
una piaga. viani, 10-226: mi sacrifico per lui là che è ridotto un
-mucchio di cenci: individuo cencioso, mi serabile. nievo
5-10 (88): non troverei chi mi desse fuoco a cencio. varchi
montale, 3-14: alcuni scamiciati mi avevano preso a ceffoni per la strada
mille fiate ancor farmi e disfarmi / mi vederò a roder per accidia, / grifi
: « s'io ridessi » / mi cominciò, « tu ti faresti quale /
/ per distruggermi in foco / questo mi giova poco; / che da maggior
ciascuno. tansillo, 14: poiché mi splend'al cor sì bella fiamma, /
cor sì bella fiamma, / e mi stringe il voler sì bel legame, /
il mio dio, che di niente mi hai creato e sono io polvere e cenere
, i-264: per alcune facezie mi son trovato esposto ai ful
d'uno di questi monomaniaci, ma quando mi riebbi trovai che non ero ridotto
sant'andrea e mutar cavalcatura dove mi sovvenne di quel proverbio che si dice:
mutolo. petrarca, i-3-93: ella mi prese; et io, ch'avrei giurato
22-101: la dolce donna dietro a lor mi pinse / con un sol cenno su
16-viii-376: in qual si sia congiuntura mi troverà sempre obbedientissimo a'suoi cenni. metastasio
del mio rimorso / la voce ognor mi sonerà nel core. alfieri, xiii-52:
te se ti movi! - la mi disse allora cambiando modo di voce, e
. -cotesto è un qualche cenno, che mi tradisce. caro, 3-408: era
volentieri verso di voi, ogni volta che mi darete cenno di così fatte occasioni.
meliini. goldoni, vii-1132: -e non mi volete dir niente? -vi parlerò questa
il luogo. baretti, 1-240: mi pare che questa sorte d'opere..
piantato su i sette colli e di là mi aspettava un qualcea cenno del tuo nuovo
vago viso, /... / mi salutò cortese e riverente. / rendere
un ferro per suo padre e mi vide davanti alla censa che guardavo le cartoline
alla città dov'io facea soggiorno, / mi davan censo, el mio fatto adorno
. questa cambiale unita all'altro denaro mi basterà. foscolo, xv-495: ultimo
(54): e chi nel cor mi pinse tal vagheza, / ubligato gli
. l. salviati, 11-72: mi conforto non poco nella sufficienza di sì
. cesarotti, i-167: io piuttosto mi restringerò a far alcune osservazioni, da
m'hanno rieletto perché la censura non mi ricacci, fa di perorare a'censori
dotti e negozianti; de'patrizi non mi fido. berchet, cono.,
n'ha auto! magalotti, 9-2-39: mi ci son rimesso attorno con uno spirito
caro, con molte altre cose che mi sono state riferite,...
strarò al frate quelle censure, le quali mi parranno troppo severe; ma gli mostrarò
tesauro, xxiv-9: un'altra considerazione mi ha fatto cambiar parere: ed ella è
piglio maggior pena di quella, che io mi soglio prendere allora quando da'miei servitori
,... intorno a che mi bisogna dirvi, che non tralasciate di continuarmele
lettere. alfieri, i-193: subito mi parve di poter leggere il polinice ad
di quei barbassori dell'università, i quali mi si mostrarono assai soddisfatti della tragedia,
al frate quelle censure, le quali mi parranno troppo severe; ma gli mostrarò semplice-
ii-191: e del laziale deserto / mi sovvenne, dell'agro / cavalcato dagli acquedotti
centenaria! d'annunzio, v-1-258: mi vedo bambino grinzuto; mi vedo piccolo
v-1-258: mi vedo bambino grinzuto; mi vedo piccolo mostro decrepito, appeso alla
effettiva). foscolo, xv-384: mi sarei valuto della posta, ma costa
costa carissima, e per quel pacchettino mi han chiesto quattro lire italiane e non
questa tepidezza il quarto cerchio / cerchiar mi fe'più che 'l quarto centesmo. buti
opera. alfieri, i-312: e mi posi all'ottimo esercizio, che tanto mi
mi posi all'ottimo esercizio, che tanto mi avea insegnato sì il latino che l'
a centinaia. alfieri, i-70: mi si venivano destando a centinaia le idee
le più funeste e lugubri, nelle quali mi compiaceva non poco, e me le
f'bellondano ci de dare lb. mi in mezzo maggio, che il
, 1-93 (217): il diamante mi fu pagato a ragion di cencinquanta scudi
giacomo da lentini, ii-57: a ciò mi doglio: / non posso dire cento
me non parlerebbe motto; / non mi sarebbe sì crudel nemico: / ché de
: la mamma mia dolce, che mi portò in corpo nove mesi il dì e
11-176: se la inimica fortuna il potere mi ha tolto di farve qui un sepolcro
ciascun matino cento vittime offrirvi, non mi potrà ella togliere che con sincera voluntà
di cento altri delitti: questo dubbio mi pesa, voglio accertarmene col mio criterio di
ma l'avversione concepita contro gli uomini mi aveva fatto risolvere di non voler più
o perpetua. nievo, 505: mi annoiavo tanto, che fui le cento volte
mosca, e il cugino cola, che mi stava cucito alla gonnella. pascoli,
tre mila trecento scudi romani) non mi frutta che il cinque per cento, e
fu l'un cento maggiore l'onore che mi apportorno. bruno, 3-16:
di qua e di là, e'mi toglie il gusto di potere, scrivendoli,
. targioni tozzetti, 11-1-280: io mi sono preso la briga di rimettere insieme
un centone, quanto in breve tempo mi è riuscito di trovare presso gli scrittori.
vigliacche. giusti, ii-376: voi mi parete persona culta e d'ingegno non
aspetti diversi. jahier, 97: mi apparvero allo sbocco, in corona, pulite
il fine. baldini, i-545: mi figuro una carta dell'italia centrale molto sommariamente
, i-1113: ahimè, che lo scherzo mi si aggela su le labbra, ripensando
e municipalità centrali... io mi riporto alla lettera che scriviamo al direttorio
intensamente e sistematicamente di qualche soggetto che mi assorbisse e centralizzasse la mia vita interiore.
. algarotti, 2-428: voi mi fate parlar di certe cose, e
allontanarsi dal centro. panzini, iii-143: mi sentii come da una forza centrifuga trasportato
celesti giri. giusti, i-308: mi dicono che tu sia stato ammalato, né
. leone ebreo, 263: -pur mi hai mostrato che ancor loro [gli
un'ombra (la qual con lusinghe mi mostrò nuovi piaceri) in una caverna,
principali. alfieri, i-18: mi fu di bel nuovo sentenziata la reticella;
quieto, mio splendido amico, perché mi trovo nel mio centro, cioè nel
in ministro, io [italia] mi scarco / del centro destro su 'l
posta non sia sicura... mi dicono che là abbiano centuplicati i rigori
, 16-vi-123: gli auguri che ella mi fa nelle sante feste, prego dio benedetto
furono appellate centurie. aretino, iii-215: mi par delle centurie un cavaliero, /
d'annunzio, v-2-792: i tronchi mi serrano, in taluni i rami sorgono dalla
, 3-18: passato non molto addentro, mi piglierà pel manico della lingua, che
la mannaia. pulci, v-87: mi fa porre il capo in sul ceppo et
messa. sassetti, 233: non mi capitarono già lettere vostre de'23 di dicembre
di dicembre, ché sarete stato, mi penso, occupato in qualche ceppo o
per ceppo questa bella erudizione, che mi costa tanta fatica. -ant.
i'penso o dico, / a te mi tomo, amico, / rustico di
ha quel- l'amor, che teco mi congiunge, / ch'io deggia ad ogni
! gozzano, 91: amore non mi tanse e non mi tange; / invan
: amore non mi tanse e non mi tange; / invan m'offersi alle catene
e l'amorosa cera / amore in cor mi pinge. guittone, xx-52: quant'
qual cera, ad or ad or mi stampo / del vostro segno, e
103: la via percorsa, se mi volgo, è più lunga / del sentiero
lunga / del sentiero da capre che mi porta / dove ci scioglieremo come cera.
a letto, [mia madre] mi spalmava bene le labbra col burro di
mie sono state essaudite, e voglio che mi fate porre di cera dinanzi a la
orecchi colla cera, né ho chi mi leghi a un palo, come dicono che
bibbiena, xxv-1-17: e questo ben mi pesa: perché, dove esser solevi
trattabile che cera, or più ruvido mi pari che la più alta rovere che si
, diafano. panzini, ii-341: mi fanno entrare, in una gran sala
giacomo da lentini, ii-71: da core mi vene / che gli occhi mi tene
core mi vene / che gli occhi mi tene -rosata; / spesso m'adivene /
cera ho bene -bagnata, / quando mi sovene / di mia bona spene -c'
allegra e la mente, / quando mi pare d'avanti. mostacci, ii-183:
, i-284: ma poi ch'ella mi vide, / la sua cera che ride
/ e l'amorosa cera / tuttor mi sta davante / la matina e la
che gli rispose: la signoria vostra mi ha cera, che cotesta spada basti a
con brusca cera, / non arrossisci? mi disse; di tutto / io,
]. leopardi, iii-938: tutti mi fanno complimenti sulla mia buona ciera.
/ come va la mia arte, / mi vedrete chino sopra le carte / dalla
buona gente, che con lieta ciera / mi siete stati intenti ad ascoltare, /
tempi, acciò ch'egli, che mi conosce per fama, mi cono
egli, che mi conosce per fama, mi cono scesse in presenza,
17-136: il marito di lei non mi ha cera di più valente cavaliero che
« sparlavate di me, eh? mi sussurravano le orecchie... *.
di non voler più studiare, tanto che mi bisogna impiegarlo a qualche servigio, o
invenzione della ceralacca. foscolo, v-87: mi recò in un bicchiere un po'd'
, / un dolce santo oblio morfeo mi pressa, / che mi tura le
santo oblio morfeo mi pressa, / che mi tura le luci a cera lacca.
, / il strai che il cor mi punge in tanta pena...?
un bel pastore dalla barba d'oro / mi [otre] raccolse. ed all'
. ed all'ombra d'un alloro / mi lavorò con suoi sottili ordigni. /
funicelle. panzini, 11-739: e mi fa vedere la tenda come è fatta,
/ intonar tutto. tasso, n-iii-1106: mi pare che, parlando de le cose
, parlando de le cose artificiose, mi vengano incontro i pegasi, le gorgoni
io vedeva il cerbero o alcun altro che mi desse sospetto, io gli lasciava andare
custodiva la porta della signora... mi lasciò passare. panzini, iv-125:
, 20-27: veggendo il tempo bel, mi ricordai / della cerbietta, e vennemi
cattivo. burchiello, 115: sciloppo mi par ber, ma non di vigna:
fina, / chiudendo gli occhi, mi par medicina. lippi, 7-6:
un soffio di cerbottana / la freccia mi sfiora e si perde. -figur.
i troppo buoni estimatori dell'opera mia mi fanno l'onore di credere ch'io stia
: che non fosse stato qualcuno, che mi favellasse nell'orecchio per cerbottana. varchi
, 4-16: alcuni cacciatori m'incontrarono e mi domandarono cosa avessi fatto di orione.
un certo pretino da lucca, che mi lasciassi pigliare tutto quello che io volevo
, in cambio di rubacchiar qualche cosarella, mi fussi con maggior generosità messo alla cerca
numi domatrice e de'mortali, / non mi campava fuggitivo. manzoni, pr.
in lui? nievo, 124: mi chiese borbottando cosa facessi io in quel luogo
qualche raccolta di lanternoni; ed io mi moro di melanconia fra questi satiri capripedi
sericani. nievo, 32: egli mi scusava presso monsignore, quando invece di servirgli
con maraviglia desiderando le cerchino, grandemente mi maraviglio. che è sanza movimento d'
2-43: rinaldo, il mio signor, mi fa cercare / d'un suo cugino
, / qui sol quella ottener gioia mi giova / che ciascun va cercando e
. foscolo, xiv-218: povero me! mi dice il cuore ch'io andrò a
quel che avrei udito da lui. mi stancai presto. -peccati complicatissimi e sottili
. lorenzino, 123: -cercate come mi batte il cuore. -io ve lo
guida, / di mondo in mondo cercar mi si face. idem, purg.
ringrazio vostra signoria de l'avvertimento che mi dà ne lo scrivere a la gran-
., 8-9 (304): non mi pare che agramente sia da riprendere.
io me la ho cerca, la mi è tocca; i costumi 1 s'affanno
vuole che noi ci separiamo! costei non mi fia tolta se non da la morte
222: e questi tali, che mi biasimano, pare che cerchino da me
: bella non sono, ma non mi pare di essere deforme: dell'abilità ne
e roba, tre o quattrocento scudi non mi mancano. eppure nessun mi cerca,
scudi non mi mancano. eppure nessun mi cerca, e nessun mi vuole. monti
eppure nessun mi cerca, e nessun mi vuole. monti, x-3-133: di'
ancora da alcuno trita, se la mi arrecherà fastidio e difficultà, mi potrebbe
se la mi arrecherà fastidio e difficultà, mi potrebbe ancora arrecare premio. ariostov sai
troverre'uno [farsetto] che così mi stesse ben come questo; e a
? / -il furor, rispos'io, mi cerca a morte / de'sacerdoti:
, 1-89: il custode maggiore rispettosamente mi chiese il permesso di ricercarmi i panni
, ritenne il valigiotto e la chiave, mi prese il cappello, voleva togliermi anche
uno la vita degli altri santi, io mi penso che nullo troverai maggiore di lui
x-3- 500: vile un pensier mi dice: -ecco bel frutto / del tuo
nuova, 2 (42): elli mi comandava molte volte che io cercasse per
di vederla, / in altra parte mi convien voltare. / o grieve caso ond'
/ o grieve caso ond'io forte mi doglio: / colei, cui cerco di
al presente qui orlando, / non mi faresti si gran villania: / tirati ad-
il suo vicino. alvaro, 7-293 mi ricordo che, per soffrire, tu cercavi
la fa cantare, ut, re, mi, fa, sol, la; le
partire ». « brutta cosa », mi disse. « poter fermarsi solamente quando
passarono due giorni che un mattino mariella mi cercò al telefono. -cercare asilo:
capellano volgar., i-55: né mi può contastare quel che del nibbio e
età. imbriani, 2-172: di che mi lamento io se non di questa mancanza
era ben certo che il sito dove mi trovava non apparteneva alla solita cerchia delle
voi sempre fui pauroso, / sì mi cerchiava la temenza il core. dante,
allora imaginai / le vaghe luci dov'io mi specchiava / quand'ella mi cercava /
dov'io mi specchiava / quand'ella mi cercava / con le suo belle braccia
trista me! qual vendetta di dio / mi cerchiò di caligine il senno, /
patria in obblio / le straniere lusinghe mi fenno? prati, i-136: aimè!
signor, da tenebre infinite / i'mi sento cerchiar, sino da quando /
da quando / il buon angelo mio mi lasciò solo! carducci, 332:
). ojetti, ii-417: chi mi parla è un uomo alto e magro,
lenti cerchiate d'oro... mi incutevano una vaga soggezione. 6
caterina de'ricci, 423: mi disse ancora, che aveva a riscuotere qui
, 1-155: a porta a prato mi trovai accanto un altro ciclista con le gomme
/ di quella man, che sì mi stringe il core, / or doni a
mente danzando, della sua ricchezza / mi facìeno stimar, veloci e lente.
cerchio, / nessun pianeta a pianger mi condanna. marsilio ficino, 2-28:
e orribili a vedere, li quali mi dicevano: « tu se'morto ».
ma era un certo che, che non mi piaceva punto. nievo, 1-83:
o del ginnasio, ed a quello mi condusse e mi affidò. 17.
, ed a quello mi condusse e mi affidò. 17. a indicare persona
bastonacci di libra. alvaro, 7-293: mi ricordo che, per soffrire, tu
per un sì tristo soggetto, se mi volessi abbellire, direi che ciò proveniva
dama. galileo, 453: voi mi fate sovvenire di uno che mi voleva
voi mi fate sovvenire di uno che mi voleva vendere un segreto di poter parlare,
doni, 3-45: certi buon compagni mi dissono una volta: « doni, noi
chiudendo la porta; mentre per città mi trascino e del suo frastuono mi riempio
città mi trascino e del suo frastuono mi riempio come la caverna dell'eco.
io, come il mondo sa, mi vado a opporre, / e chiuggo in
l'anima di perseo,... mi bisogna condurre un paro di mantaci grandi
il sole, / stanchi di lacrimar mi chiude il sonno; / vision crude et
per non vedere quei piccoli atti che non mi significavano una grande simpatia. pirandello,
morire. alfieri, vii-75: sola mi avanzi, / pietosa figlia...
cognati, / che di tristizia tutto mi confuse, / nuovi tormenti e nuovi tormentati
/ nuovi tormenti e nuovi tormentati / mi veggio intorno. buti, [inf.
'l mal sonno / che del futuro mi squarciò 'l velame. petrarca, 66-33:
'n mezzo di duo fiumi / mi chiuse, tra 'l bel verde e 'l
radicato nel cuore / che dounque io mi volgo io veggio lui, / e se
inver gli altri, / ché suo statura mi sta sempre avanti, / chiudemi tutte
prima di chiudere, voglio dirti ciò che mi diceva un tale poche ore fa.
voto / non ho speranza che sanar mi possa. d'annunzio, iv- x-149
mondo, per seguirla, giovinetta / fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi
fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi. sennuccio del bene, ix-49:
: non veggio in che ammanto / mi chiuda, ch'ogni cosa mi tormenta
/ mi chiuda, ch'ogni cosa mi tormenta, / se non ch'i chiamo
il fumo delle lampade / ad avvertir mi viene / che la commedia è chiusa
questa volta poi! difatti, se mi vedessero i colleghi e i dienti,
viaggio pazzo e strapazzatissimo, che non mi fruttò altro che d'aver fatto il
una bettolaccia di baccano, dove non mi riuscì mai di poter chiuder occhio.
tempo andato / me 'l mostra, né mi vai che gli occhi chiuda. sassetti
occhi chiuda. sassetti, 227: io mi acconcerei seco volentieri in quello che stesse
giri / tale avvolse un sopore e mi si fuse / su gli occhi, che
i... / lascia ch'io mi ricovri... /...
irminda partènide, quando neù'anno 1931 mi capitarono in casa due grossi volumi che
risposta arguta chiude la bocca. voi mi chiudete la bocca; voi mi avete chiuso
. voi mi chiudete la bocca; voi mi avete chiuso la bocca: modi significanti
giusti, i-19: le mie belle mi hanno chiuso l'uscio in faccia.
, come li chiama omero, e non mi pareva vero di aver posato la sferza
: / pon mente se di là mi vedesti unque ». bembo, 2-115:
ch'i'fusse 'n quello stato ch'i'mi pogno, / ch'uccidere farìa
l'han fatta rovinare,... mi debbono perdonare se nemmen per amicizia offendo
chiaro davanzali, ii-360: e sì mi piace di lui dilettare, / in bella
/ e quella che guardando il cor mi strugge. bandello, 1-5 (i-69)
ne la seconda, dicendo a che ora mi chiamaro, le ringrazio chiusamente. storia
céllini, 1-54 (396): mi fe'condurre a casa sassi, rena
ora che vedrò sempre quella finestra chiusa, mi parrà di averci chiuso anche il cuore
del mio cuore, perch'io tuttavia mi sperava di consecrare i miei tormenti all'
alla capanna mia / dolcemente picchiando, mi risveglia. carducci, 1015: da
aria chiusa. pavese, 6-130: mi fece entrare in una stanza in ombra
stanza in ombra..., mi chiese se volevo il caffè. c'era
giardino chiuso il profumo della sera, mi si spandeva per l'anima un sentimento
, ii-306: quel luogo... mi rammenta i miei studi profondi, fatti
tutti aperti in loro stelo, / tal mi fec'io di mia virtute stanca.
sera che prima di coricarmi io non mi curvassi sulla culla della fanciulletta per contemplarla
svoltando perché il viottolo svolta -e sempre mi pare che stia per finire e io mi
mi pare che stia per finire e io mi trovi chiuso dove non si può più
seguitò: « dio, come rido! mi vengono perfino le lacrime agli occhi!
vengono perfino le lacrime agli occhi! mi fa perfino male! ».
s. caterina da siena, i-15: mi pare che la via della verità sia
vicolo cieco. sbarbaro, 1-11: mi esalta il fanale atroce a capo del
chiassuoli a crocicchi. aspetti di cose mi toccano come nessun gesto umano potrebbe
. i subitaneo un rumore / di ferrovia mi parla / di chiusi uomini in corsa
la vita. pavese, 4-267: non mi chiedeva perché vivessi nascosto; diceva soltanto
cento larve / sovra la faccia, non mi sarìan chiuse / le tue cogitazion,
90: ma per paura chiuso cristian fu'mi. petrarca, 253-7: 0 chiuso
fiamma, / se la fiamma celar non mi potevi. i quante volte l'ho
.). magalotti, 9-1-14: mi vi trattenni una sola domenica, che
spoglia, / le braccia al collo tacita mi porse. foscolo, 1-385: sfolgorando
/ sorsero, e in cima al mar mi balenò / la rossa croce; e
al figur. sinisgalli, 6-145: mi siedo davanti a un tavolo di appena
tavolo di appena qualche palmo, che mi preme sul petto all'altezza del cuore
., 5-138: per più letizia sì mi si nascose / dentro al suo raggio
santa; / e così chiusa chiusa mi rispose / nel modo che 'l seguente canto
ecc. monti, iv-367: mi recai, giorni sono, a visitarlo circa
tutto quanto e stare in pace. mi ficcai per le scale. trovai chiuso.
. jahier, 85: qualche volta mi diverto a alzare una piattella di pietra
serrarono le porte. sannazaro, 9-140: mi disse ancora, che in un paese
224: sia maledetto il dì nel quale mi con- cepette la mia madre, e
mia madre, e 'l dì ch'ella mi partorì, e 'l dì ch'io
ecc.; è posposta ai pronomi atoni mi, ti, gli, anteposta a
del mondo. panzini, i-151: mi provai a mangiare, ma per la
: pensa, lettor, se io mi sconfortai / nel suon delle parole ma-
, perché l'arte mia tal cosa mi prometteva; fammi levare di qui presto
. pratolini, 2-24: « perché mi guardi così? sembri scontento ». «
1-16 (52): io, che mi trovavo infiammato, messi mano a un
tre giorni sono, e non solo non mi pareva che ci fussero precipizii, ma
iii-9: a me basta che non mi burlino; del resto poi, che sospettino
ove la roccia era tagliata: / quivi mi batté l'ali per la fronte
per la fronte; / poi mi promise sicura l'andata. idem,
ma niuno di voi non sa dove mi duole il piè. note al malmantile,
). foscolo, v-121: mi narrò in poco come avendo egli consunta
beono. giusti, i-366: quando mi sento tentato a fare il serio mi fo
quando mi sento tentato a fare il serio mi fo il segno della croce. de
la croce. nievo, 102: io mi feci il segno della santa croce tirandomi
io fei di me quando il dolor mi vinse. -in croce: con
/ mirabil sì, che in croce mi lo adoro, / ché al senso mio
tremolante voce: / cari signori, mi lascino andare: / mi raccomando con
cari signori, mi lascino andare: / mi raccomando con le braccia in croce.
: la similitudine è questa, come voi mi domandasti perché si facevano le chiese in
giusti, ii-360: gli scherzi che ella mi chiede... sono le primissime
. girolamo leopardi, 1-75: io mi ricordo andare alle murate / insieme col
croci passate. algarotti, 3-195: io mi congratulo con esso lei che tanto abbia
dice, delle otto croci; e mi congratulo ancora che ogni ragione e maniera
/ ma guarda di far cosa che mi spiaccia, / ché tu ne perderesti ogne
16-iii-72: facendo delle braccia croce, mi gridano che lo scorpione ammazza non solamente
aretino, 8-98: -oimè il granchio mi ha preso nel piede dritto. -facci
m'apello fiele / né di sapienza non mi gitto fora / né di ciò degno
caterina de'ricci, 62: vi prego mi rispondiate per il medesimo; ché per
vuoi, tocca / della conclusion: tu mi tien proprio / in croce.
greca elena. boccaccio, 8-88: io mi tacerò de'fiumi sanguinei e crocei,
po'di calce e di terriccio. mi sovviene la parola del fante: 'lasciarci
feci in terra santa. / oh! mi ricordo orso cazanimici, / pietro asinelli
pianto. / poi l'altra volta mi crociai. d'annunzio, ii-867: '
, e se vedessero questa mia novella mi bandirebbero la cruciata a dosso, poco del
da colui, che ne'tempi addietro mi aveva mangiato la metà del cuore.
crociati. nievo, no: e mi mise la bocca sulla ferita baciandomela e succiandomela
incrociano. sbarbaro, 1-11: mi esalta il fanale atroce a capo del
chiassuoli a crocicchio. aspetti di cose mi toccano come nessun gesto umano potrebbe.
neri di corvi. / quel crocitare mi destò. d'annunzio, v-2-542:
]. pananti, i-108: bisogna che mi lasci crocifiggere / tutti i momenti.
in /., 23-m: all'occhio mi corse / un, crucifisso in terra
e vero, / aiutatemi, ché ciascun mi preme / signoreggiando la mia dignitade.
il centinaio. nievo, 1-29: quando mi contavano che basilio l'avevano veduto la
prati, io ci rideva sopra, ma mi stropicciava le mani, e pensava fra
: e non voglia iddio, ch'io mi glori, se non nella croce di
: « signore, signore, quanto mi hanno resa infelice! » ella disse,
un patente crocione sopra la mia figura, mi disse che mi benediva, e che
la mia figura, mi disse che mi benediva, e che mi perdonava tutti gli
disse che mi benediva, e che mi perdonava tutti gli omicidi che io avevo
alla eloquenza di questi signori; ma mi aiuto con le mani, e fo loro
il papa. settembrini, 1-16: mi pare ancora di vederlo quel figuro
. leopardi, iii-82: se ella mi promette di corrispondermi, le prometto anch'
riso ch'io conosco, / ch'io mi so bene. / è di quella
buonarroti il giovane, 9-176: io mi crogiolava / nel letto a mio talento
mia vita stare sì croia / ch'io mi blasmasse mai d'amore. canzonette anonime
comforti / né langore croia, / gioia mi doni ch'amore non m'amorti.
tu m'ha condutto, / ed or mi fai come villano e croio; /
smarrito! / e quel, che mi fa ciò, si è amore.
/ quale più son crudere, / dimorar mi convene e stare 'n parte. guittone
, crollando il capo... e mi misi a sedere. verga, 3-56
michelangelo, i-75: né dal mar tir mi crollo, / anzi ognor temo non
: la sorpresa e il dispiacere quasi mi facevano crollare dal mio sedile. d'
e tergiversava; non volendo compromettersi, mi diede ragione: a guardarli di qua
dando una crollata di spalle, « mi soffochi ». 2. dimin
, don gesualdo! ancora essa non mi ha detto chiaro di sì, colla sua
alle paterne mura / tremante, ansante mi sospingo, ed arse / tutte le
. pascoli, 795: e il capo mi si abbandonò. tra i crolli /
senso di crollo, tragedia. che cosa mi sostiene? il lavoro fatto, il
non posso indurmi a credere ch'altro mi renda così malsano, fuorché il fare
, 1-1: non sanza grande fatica mi travaglierò di ritrarre e di ritrovare di più
, i concerti di lusso, io mi rodevo, a casa, costretta ai
delle cosarelle di questi luoghi; dunque mi permetta di raccontarle la cronaca di questi ultimi
e più di cento, / che mi fanno il cuor contento. carducci, 410
valor crescerebbe tant'alto, / che mi faria di smalto / a'colpi che
4-56: quantunque io, per me, mi senta piuttosto inclinato a credere, che
è facile. stuparich, 5-209: mi guardai intorno e mi trovai...
stuparich, 5-209: mi guardai intorno e mi trovai... in mezzo a
, 2- 42 (376): mi missi intorno a finire quella grande statua
riccio ». redi, 16-v-413: mi par di riconoscere il mio proprio ritratto,
pane. nievo, 32: mi par ancora d'udire il romore monotono delle
non muoveva la gamba. d'improvviso mi ricordai quante volte avevo avuto i geloni,
.). cattaneo, ii-1-259: mi accade d'udire signorotti semiselvatici che non
impossibile ad ogni specie di barca. mi convenne dunque aspettare in quel tristo luogo
. giacomino pugliese, 188: se mi 'ntendesse, a non cruciare / lo
. pindemonte, 2-172: grave inoltre mi fóra, ov'io la madre / dipartissi
endecasillabi. svevo, 3-567: io mi crucciavo al pensiero che mia moglie approfittasse
voltando il tergo: / -in pianto mi sommergo - / risponderesti. pindemonte,
intendo / subito, e fede vo'mi presti tutta. collctta, i-249: que'
cuore. pascoli, i-959: l'adolescenza mi scorse vana, tra i disagi e
. serra, ii-433: la ingrata fatica mi ha troppo fortemente rinnovato il cruccio del
naturale soavità del suo genio, agramente mi rampogni, e cruccioso mi rimproveri con
, agramente mi rampogni, e cruccioso mi rimproveri con asprezza questo così poco civil
vi sia noiosa, / e di questo mi ate gran pracenza / e s'altro
/ che fe'lo immaginar che mi conquise. compagni, 3-8: i buoni
crucciosa. segneri, ii-306: non mi concedete voi... che ad
biasmato e crociato avete, poi / dio mi partì da voi. cavalca, iii-233
leone ebreo, 387: ben che io mi credeva, o filone che ancora il
cambiale (alla quale sarà riparo) mi crucia il non sapere più oltre le vostre
dentro me nascondo, che sì forte mi crucia? 3. rifl.
ah! lionardo, con la donna mai mi cruciai. machiavelli, 656: ma
cruciai. machiavelli, 656: ma perché mi macero, e perché mi crucio io
ma perché mi macero, e perché mi crucio io? guicciardini, iv-44: si
studio della vera contemplazione m'affatico, mi crucio, mi tormento.
vera contemplazione m'affatico, mi crucio, mi tormento. 4.
lui e me, salvo che tu mi perdona la turbazione e 'l cruciare che i'
d'annunzio, v-2-666: ecco che mi si rivelava la presenza del cristo,
/ ogni or (misera me) mi scuote il core. b. davanzali,
e gl'ipocriti. svevo, 3-588: mi disse che gli pareva io volessi recidere
. e. gadda, 7-251: mi sembra che aspettazione o mistero non emani
metastasio, ii-40: crudel! morir mi vedi / e il mio dolor non credi
/ cessi, ch'io mai crudel mi mostri a segno, / che un sì
, / per più inasprir mia doglia, mi lasciaste. 2. per estens.
/ se, usando cortesia, scarsa mi siete? metastasio, ii-17: signor
che in egitto adorai, / veder mi parve e mi turbò la mente:
egitto adorai, / veder mi parve e mi turbò la mente: / quella crudel
turbò la mente: / quella crudel mi figurai presente. murrini, 2-5: queste
con voce crudele e instancabile. e mi ricordava quei poveri malati in delirio che,
ingiusto fato avaro / per legge crudelissima mi priva. d. bartoli, 13-1-40:
/ son per amare: / così mi tegno a morte, / se non m'
stata la sorte mia crudele a non mi far sì come gli altri frutti che son
/ seguirvi, e 'n queste sponde or mi ritiene. marino, 352:
questa risma. cino, ii-589: ella mi tene li occhi in su la mente
, / vinca la crudeltà che fuor mi serra / del bello ovile. maestro alberto
dee. -proem. (40): mi fu egli [l'altissimo e nobile
, / è viva morte; pur mi riconforto: / non dèe sempre durar la
minima speranza di salvarlo?... mi pareva una crudeltà inaudita di non lasciar
leggi romane. paoletti, 1-1-159: mi vorrà forse dire taluno ch'io son poco
l'avvocato de'contadini, e che ora mi rinvolto lor contro colla maggiore crudezza.
più corretta. alvaro, 7-56: mi domanda... se questo non
di lui cotanto cruda, / ch'e'mi sia dato d'una spada gnuda,
il ciel crudo e nemico / valicar mi consente. p. casaburi, i-503
: il mio amore per lui non mi disponeva a indulgenza per quello di mia
, vestite. magalotti, 9-2-160: queste mi abilitano più a trattare con gli uomini
nuda, e cruda, e ciò mi avviene per essere troppo buona. forteguerri,
: perché ti separi da me com'io mi sradicai da te cruentato, nella notte
veggi'altra via, / ch'i'mi vad'affogar. - or chi ti crulla
dante, purg., 21-37: sì mi dié, dimandando, per la cruna
men digiuna. pascoli, 493: io mi rivolgo... / ai tanti
di materia colorante... così mi scrive giulio robecchi, anatomista valente e amico
colla crusca; perché da quei miei signori mi sarebbe una solenne penitenza imposta. a
, i-275: il famosissimo bottali / mi sta d'appresso a nome della crusca
, / perché a far qualche cosa io mi prepari / per lodar lui, che
pananti, i-345: tra i libri mi trovò sepolto e fitto, / ora
di linguaggio. carducci, i-1024: mi viene una matta voglia, in su
mezzo a questi libri di crusca che mi guardano stupiti con tanto d'occhi rossi
'aver coerenza'? perché ella non era, mi direte cruscante; ché tanto avete voluto
tratto dalla curiosità delle sue fanfalucole, mi conficcai quelle copie di cruscate nel capo,
quella [cosa tua]... mi pare che chiuda molto in poco e
tuo atto. moravia, xii-34: « mi piace soprattutto questo », disse indicandomi
cubici. d'annunzio, v-2-57: mi mostra un basso rilievo di stucco policromo
guerrazzi [accademia]: nell'amorosa fantasia mi piaceva figurarmeli cubiculari e solerti.
suo cubiculario, e dissegli: perché non mi nunziasti la venuta dell'archidiacono? bisticci
dirò al padre mio spirituale, che tu mi hai fascinata. = voce dotta,
/ fino al mio capo estendesi, ei mi strappa / la corona dal crine.
250 in 300 leghe, questa terra mi par proprio la cuccagna. garzoni,
, quando la sera vi giunsi, mi parve una cuccagna, perché il signor marchese
tutti i passaggieri, oltre mille regali mi fece baciare forse cento dame che parevano
pirandello, 7- 250: « mi avevano detto », riprese, impacciata,
come voi. ma a me non mi si danno queste cuccagne. pananti, ii-52
, e a dirvi il vero, perché mi versato il liquore energico. svevo,
liquore energico. svevo, 3-881: io mi trovavo g. morelli, 296: piglia
c. e. gadda, 547: mi porgeva un bicchierone di limomolto tempo senza
concede a fatica. pellico, ii-135: mi portano la mi imbutiforme praticato
. pellico, ii-135: mi portano la mi imbutiforme praticato su una doga
e riflettendosi. de pisis, 197: mi curvo, mi accoccolo, non confrontare con
de pisis, 197: mi curvo, mi accoccolo, non confrontare con la vecchia buca
pagliaio. manraggio, por dios! mi inginocchio / davanti alla pianta superba. /
luccicante, in settembrini, 1-91: mi fu portata la scodella nuova, e
con cucchiaio vi si mangi in tresca. mi guarda così incantata? a quest'ora dovrebbe
tre volte di zolfo in sul terribile, mi possono raccogliere col cucchiaio. dice, la
cuccia! destai mio padre, ed egli mi abbracciò dal suo leonardo, 7-1-2x1:
o minore secondo l'amore, lei mi chiedeva sempre che cosa volevo fare
e pregava: -no, no, non mi toccare, se no volo via.
: eccoci a'soliti rimbrotti! ma e'mi bisogna cucciare e far ghi orecchi di
. levi, 1-103: la mattina dopo mi portarono subito un cucciolo, uno dei
pataffio, 8: perché 'l granchio mi morse, mangio il cucco. c
il fiore, / cammino, e mi pende all'uncino / la spada dell'agricoltore
tali. muratori, 7-iii-81: non mi è noto se i toscani adoperino la
soffitta o nella cucina: un cantoncino mi basta. montecuccoli, 2-171: siavi
. pananti, i-256: in cucina mi par di sentir gente. manzoni, pr
il cantante e il funzionario ministeriale. mi ripeteva giudizi sul suo albergo di ospiti
sul suo albergo di ospiti stranieri, mi decantava la cucina curata espressamente da sua
della santa chiesa per amore e desiderio, mi faceva stare, e gustare, nella
qualche vecchia serva. panzini, ii-27: mi precedette nella cucinétta e mi offerse una
ii-27: mi precedette nella cucinétta e mi offerse una sedia. comisso, 1-256:
ricevere u pranzo solito dell'accademia, che mi facevano portar in camera, io mi
mi facevano portar in camera, io mi cucinava da me a quel fuoco della
o due volte, / quattro e sei mi farà 'l viso deltarme. aretino
era una lavandara, la quale pulitissimamente mi cucinava. vasari, ii-635: non
cucinarli a modo mio se la fibra non mi vuole più servire? jahier, 71
ed io rinchiusi nella detta stanza, mi messono innanzi li detti regni con tutta quella
quantità di gioie della camera apostolica; e mi com- misse che io le dovessi sfasciare
capo d'istruzioni e di raccomandazioni, mi cucirono nella giacchetta il piego, mi
mi cucirono nella giacchetta il piego, mi imbarcarono sulla solita tavola, ed eccomi
i casi suoi nel 1799, e mi ricordo che nelle sere d'inverno egli
, sbaglio le maglie; se cucisco mi pungo le dita. -da cucire
benissimo cucite, andai esaminando quanto vilume mi bastava a poter iscendere. magalotti,
]. alfieri, i-38: se tu mi vuoi fare il componimento, io ti
abito). giusti, ii-53x: mi ripiglia sulla scelta dello stile di quel
le strenne? gozzano, 116: tu mi fissavi... nei begli occhi
signorina, se guarissi / ancora, mi vorrebbe per marito? ». boine,
cu. io credeva dunque il cùcùlo mi avesse annunziato che l'amor mio durerebbe
l'amor mio durerebbe cinque anni. mi parevano pochi, sciaurato ch'io era
barca e una in un'altra. mi piacerebbe di passare tanto tanto vicina e
voi non vi rinvergate? / eh voi mi cuculiate. redi, 16-vi-349: mi
mi cuculiate. redi, 16-vi-349: mi cuculia v. a. s. mi
mi cuculia v. a. s. mi cuculia daddovero, mentre m'impone,
coll'effetto, / ch'io di lor mi ricordo, e non cuculio. bar
, ché questo asinelio non conta) mi fecero istanza che io o rileggessi.
cuculo il quale parea che ogni sera mi chiamasse col lugubre suo metro, e
. cavalcanti, 146: innanzi alla vista mi si offerse un principe di terribile aspetto
le comprai? aretino, 8-4: mi menarono a la chiesa del monastero vestita
orchestra di praga. baldini, i-659: mi tornava a mente un altro monaco che
di qualche starnuto, [la mula] mi dava ad intendere la poca conscienza del
del cuffiotto. d'annunzio, v-1-364: mi conduce un giovine aviatore di sant'andrea
che solevo chiamare il mio scudiere perché mi aiutava a indossare le pellicce, i calzari
de'medici, 142: ché non mi chiedi qualche zaccherella? / ché so
pataffio, 8: e allogliato talor mi pilucco. / del diavol li scuffion
amor mi sforza, / contra cui non vai forza
: questi, torme di cui pestar mi vedi. maestro alberto, 165:
la fortuna. petrarca, 264-80: mi ritien con un freno, / contra cui
gherardo che era stato capo della quistione, mi si gettò adosso: al cui io
sconciar per rider di novelle, / che mi contò cri- stofan, dritto santo:
com'eo sembro; / e, se mi vai, pensat'aggio già coi.
colui ch'attende là, per qui mi mena, / forse, cui guido
accasciò. pascoli, 21: sempre mi toma al cuore il mio paese / cui
11 core, / ché per albergo or mi destina amore / di nova speme e
talento; / e se merzé giovanezza mi toglie, / io spero tempo che più
cortesia chiamo / e da nessuna parte mi risponde; / e chi la dee mostrar
è a cui sembri che no, e mi risponda. parini, giorno, ii-229
(14): io voglio che tu mi dichi, cui figliuolo io fui.
anzi volare il tempo, / e doler mi vorrei, né so di cui.
. parini, 580: questi letterati mi fecero di grandi accoglienze; massimamente ch'
doni, 3-4: i miei duoi cuiussi mi servono, e non spampano con le
. f. doni, 3-25: questi mi sono stati duo tafani, duo cimicioni
? giusti, i-236: sabato sera mi toccò in sorte nel ballare una culata da
scioperati. varchi, 24-12: ora mi sto tutto quanto il dì a culattare
, un umido ed un buon sugo, mi sembra bene indovinato ed economico.
le trastulle? / torre a'compagni non mi compariscie, / ca rimedir nom posso
: sia maledetto il dì nel quale mi concepette la mia madre, e 'l
madre, e 'l dì ch'ella mi partorì, e 'l dì ch'io cominciai
era sera che prima di coricarmi io non mi curvassi sulla culla della fanciulletta per contemplarla
veggi'altra via, / ch'i'mi vad'affogar. -or chi ti crulla?
/ membrando il tempo che 'n fasse mi tolse / fuor della culla in figlio
dove nell'ultimo viaggio di napoli, mi era espressamente portato ad un tale effetto
si sarebbe addormentato anco non so chi mi dire: pure quando c'è chi
, io in una panca zoppa che mi cullava graziosamente. carducci, 161
frontai lo sciacquìo, che mi cullava, coi giorni agitati che avevo
sorte! -diceva essa, -tu che mi cullasti nella speranza d'un trono: tu
nella speranza d'un trono: tu che mi avevi reso l'amore del padre mio
inerzia intellettuale. carducci, 534: mi cullerebbe ne la strofe antica / la
di stellina. negri, 2-695: e mi riaddormento, cullata da nenie che a
, in faccia alle strane costellazioni io mi andavo abbandonando tutto ai misteriosi giuochi dei
a cui noi di concerto lavorammo, / mi bilancia sul cuore / il suo peso
: comparso maestro francesco, disse che mi voleva campare a ogni modo, e
; e dato mano allo scrivere, mi fece profumi, lavande, unzione, impiastri
e molte cose inistimabile. intanto io mi risenti'con più di venti migniatte al
collera gli andassi ne le calcagna) mi dice che era venuto per saper s'io
dice che era venuto per saper s'io mi pentivo d'aver scritto contro de la
ogni giorno la causa dei galantuomini, mi rallegrano infinitamente. e tu come
. guerrazzi, ii-318: per chi mi avete preso, tocco di cialtrona?
donne (1928). vedi che roba mi tocca registrare! = adattamento del
. alberti, 300: io mi compererei la posessione de'miei danari,
che aveva al culto divino, e'mi disse messer giannozzo manetti, che sendo ambasciatore
e che pensi di me, saper mi lassa. / il tuo culto sprezzar,
di ordine. idem, iv-2-481: mi richiamava al culto religioso del corpo e
, che per sua diligenza ed opra mi fùro consecrati, l'uno nella puglia
ne ho avuto sempre idea chiara: adesso mi pare che ella debba essere il preparamento
, i-268: ma ciò che più mi rapiva era quella sua compostezza di gran
parola di troppo. gramsci, 69: mi ha molto divertito la storia della conferenza
chi osservato m'assale, chi giunto mi morde. d. bartoli, 43-2-35:
diffetto alcuno e cumulato d'ogni laude, mi par necessario farlo nobile, sì per
sé rota raguar- dare e considerare 'mi fece atteso '. 3.
si è fatto così grande, che mi tiene sbigottito come e quando io possa
distratto gli occhi i tre cumuli di paglia mi sono sempre riapparsi, tanto da sentirne
terra. menzini, iii-276: 10 mi veggio onorato da un cumulo di lodi.
pietoso officio; / e fra cipressi mi farete un tumolo, / che sia nel
. baldinucci, 2-3-29: e qui mi conceda il lettore che io faccia di tutti
che avrei fatto il prete. solamente mi pare che i canoni debbano proibire il
e regge. metastasio, ii-260: che mi giova l'onor della cuna, /
, nel giro di tante vicende, / mi contende -l'acquisto del trono /
. alfieri, xiii-27: plebea, mi vanto esser d'icilio eguale; / piangerei
l'ho tanto con l'accetta che mi spacca, quanto con questi cunei nati
si distaccò dalla mia bocca disfatta e mi tentò le suture del cranio e si
del cunicolo tra due pietroni un rospo mi fissa immobile. piovene, 5-156: terza
che odoravano di minchioneria lontano un miglio mi facevano crepare dalle grandi risate; onde
d'ombra, che questo sole mi cuoce. d'annunzio, ii-745: or
inf., 16-49: ma perch'io mi sarei bruciato e cotto, / vinse
non pianse e non gridò: -i'mi cuoco -, / come gridava ogn'altro
dolori cresce in me, e continuo incendio mi cuoce il cuore. petrarca, 220-14
ho guerra e pace, / che mi cuocono il cor in ghiaccio e 'n foco
! / ma tu, crudel fortuna, mi ci nuoci, / ch'ognor con
, / ch'ognor con nuovo foco più mi coci. boiardo, canz.,
mirati a quel ardor che 'l cor mi coce, / se mai nel mondo pena
bel tacito foco, / sì che mi cuoce il core / con l'onda,
corpo militare è in prussia, né mi giova di starmene qui neghittoso quando gli
qui neghittoso quando gli altri guerreggiano. mi cuoce anche la libidine di viaggiare;
cuoce. papini, 8-260: questa indeterminatezza mi cuoce: vorrei sapere quel che son
ardon le faville. sannazaro, 9-139: mi disse ancora, che in un paese
fardello in bocca; / oggi qui non mi tocca riconoscere: / ma là dove
qual fu a sentir, ché 'l ricordar mi coce? aretino, 8-143: io
de la semplicità mia, e quello che mi cuoce più è, che i miei
più è, che i miei amorosi non mi vogliono dare più nulla, dicendo noi
'l voi? -oh diol non mi sovviene. -orsù, non vi stillate
le vie più oscure, / quel che mi cuoce più, sparir mel féro.
alto e raguardevol loco, / lieve mi fa lo star, dov'io mi coco
lieve mi fa lo star, dov'io mi coco. bembo, 7-3-20: il
ed io, ragionandone, più e più mi cuoco e tormento. manzoni, pr
. io cuocevo. « stasera non mi trovo con linda ». 14
ne cosse senza aspettare altro, e mi dice, come io volendo, posso metterlo
quale comunico sempre i miei sonetti, mi approva più i miei versi che i suoi
è calda, quando lo farò? adesso mi provvedo, poi cucinerò; e non
, poi cucinerò; e non ignoro che mi mancano tuttavia molte droghe: perché io
che toccasse 'l somaio, / non mi dovrebbe dar pene cotante. esopo volgar.
d'un bichiere coperta di cuoio, mi disse inneltorecchio, che in quella guaina
di ducati. tasso, n-iii-569: mi posi a sedere sovra una sedia e
il nido che t'indua, / mi metterei con forza e con ingegno / a
oi vechia trenta cuoia! / non mi stare in tenzone, / se vuoli
cuoia. lippi, 4-20: perocché mi convien tirar le cuoia. baldovini,
, 2-336: per esser liberal (salvo mi sia) / ci vuol testa e
le viscere si commuovono, il core mi si sbarba dal petto, le braccia s'
risponde a cuori. pavese, 5-42: mi disse che aveva a casa un due
prese costui della bella persona / che mi fu tolta. idem, inf.,
rinnovelli / disperato dolor che 'l cor mi preme / già pur pensando, pria
con voce alterata: « il cuor mi dice che ci rivedremo presto ». certo
, e profondissima quiete / io nel pensier mi fingo; ove per poco / il
ch'io noi so dire altrui, sì mi par novo. idem, purg.
: questi son que'begli occhi, che mi stanno / sempre nel cor con le
, io: né più nel cor mi parlerà lo spirto / delle vergini muse e
bascio m'infiamao, / che dal corpo mi levao / lo core e diello a
mia voglia; / ma parmi tuttavia mi vegga drieto / un che 'l
/ un che 'l mio ben mi furi, e per sé il toglia.
/ mia propria essenza, in cui mi trasformai, / sei, giulia mia
? guarini, 123: se tu mi legasti, anco mi sciogli, / e
123: se tu mi legasti, anco mi sciogli, / e fa'tosto,
allor sorrise un poco, / e mi disse: nel fuoco / vo'condurti,
osservata la prima volta, per quanto mi riferirono alcuni amia, assai vicina al cuor
pellico, ii-136: la gioia mi tolse il respiro, ed il povero sopraintendente
buon cuore aveva mancato di prudenza, mi credette perduto. -cattivo cuore:
.. ma voi, camilla, mi crederete, che non ho peccato per cattivo
poi proprio col cuore tra le mani, mi rispose che non vi era alcuno.
supplico che il mio onore tor non mi vogliate. sassetti, 100: io ti
con tutto 'l quore che per il dolore mi s'apre e spezza, che tu
tardi, le lettere della novizia di cui mi hai parlato ieri. -contro cuore
517: contra cuor dal tuo lido io mi partii, / regina. -cuore aperto
foscolo, xiv-222: non so chi mi ha detto ch'egli ha un cuore
. segneri, 11-6: se uno mi facesse al presente mille promesse, ed
d'acquistar tempo. nievo, 1-17: mi creda, che se giovar ne potesse
/ oh di che cuor con voi mi resterei - / guardando io rispondeva -oh
dante da maiano, xii-1-261: non mi lassa dir com'io la bramo,
la conservi. caro, 12-i-12: pregovi mi raccomandiate di core al detto messer francesco
di vitalità. foscolo, v-42: mi rincresce d'avere che dire col monarca
? quando vi ho sentita venire, mi si è allargato il core d'allegrezza.
potrebbe farmi morire; e in vece mi ha... un po'allargato il
commuovere. boccaccio, 7-5-7: voi mi togliete crudi e dispietati / da quel
quistione. aretino, 8-238: - la mi è andata al cuore. -al
d'annunzio, iv-1-29: tu non mi amavi! tu, allora, avesti cuore
che dirli, e lettere in cirimonie mi cavano il cuore, e tanto più che
quel suo sonetto... non mi piacque. -piacere assai. b
impresa sì (disse nalduccio) / mi cava il cuore, e dammi gusto estremo
: madonna, nel vero egli mi dispiacque bene un poco, sì come a
un poco, sì come a colui che mi trarrei il cuore per darlovi,
i'ho allevati duoi figliuoli, che mi costano il cor del corpo per far che
viso adorno, / che d'allegrezza mi cresceva il core. pulci, 15-
è sorella. / tal risposta mi dié subito al cuore, / ed ah
ti dà il cuore di venire, io mi credo ben far sì che fatto mi
mi credo ben far sì che fatto mi verrà di dormirvi. storia di fra michele
nessuna cosa non vidi, che tanto mi piacesse...; quelle [le
..; quelle [le donne] mi sono entrate più in core di
e samuel me ne pregassero, non mi è in cuore d'aiutar questo popolo.
313: poi... dico che mi siate stato nel cuore a dirmi di
. machiavelli, 714: e così mi fo di buon cuore, ma io ci
sto poco su, perché da ogni parte mi assalta tanto desio d'essere una volta
bene. gelli, iii-83: io mi sento tutta rimescolare, e vo tutta
merito di saperlo: ma il cuore mi dice, che un sì gran fondamento
cellini, 4-603: io divotis- simamente mi legai al cuore quelle parole, che mi
mi legai al cuore quelle parole, che mi disse vostra signoria da parte di sua
spirito. ariosto, 13-7: mi giova sempre avere in fantasia, / ch'
, 7-5 (182): io mi posi in cuore di darti quello che tu
fioretti, 1-135: e allora iddio mi mise nel cuore, che mi concederebbe
iddio mi mise nel cuore, che mi concederebbe di sentire l'uno e l'altro
santa,... sì ch'ella mi comincioe a dimostrare amore.
., 31-88: tanta riconoscenza il cuor mi morse, / ch'io caddi vinto
ti sei mangiato già centomila lire, che mi piange il cuore a pensarci!
viani, 19-309: il cervello mi diminuì nella scatola, il cuore mi
mi diminuì nella scatola, il cuore mi si rapprese e penzolò nella gabbia come un
i-14: non potrei, / se non mi regge il cor, se la mia
verga, 3-104: e voi non mi dite nulla, comare mena? la
verso le cose sue, le quali mi pare che resteranno principalmente a cuore del
quanto è grazioso questo signor ferdinando! mi fa ridere, mi fa crepar di
signor ferdinando! mi fa ridere, mi fa crepar di ridere, e quando rido
ridere, e quando rido di core, mi manca il fiato. alfieri, i-38
/ e anco io piango, anzi mi scoppia il core. poliziano, 2-56:
il core. poliziano, 2-56: mi fa scoppiare il cuore a udirlo pur favellare
ed io non ho osato contraddirti sebbene mi sentissi morire il cuore.
i-3-295: in faccia a lei / mi si divide il cor. pananti, i-376
oimè per sempre / parto da te. mi si divide il core / in questo
la freschezza loro, [queste pesche] mi sono più state a core, per
contanti e in robbe, i quali mi donano i principi. b. davanzati,
foscolo, xv-326: l'impiego di gabriele mi sta sempre a cuore; potete immaginarvi
avrei avuto bisogno di dire quello che mi stava nel cuore. -star di buon
a poco a poco, / già similmente mi stringeva il core. verga, 3-16
: indovinai tutto, e il cuore mi si serrò. calvino, 1-12: vedere
manzoni, 987: tra le locuzioni che mi venivano suggerite, mi toccavano il core
le locuzioni che mi venivano suggerite, mi toccavano il core, in un modo particolare
monti, iv-401: il sig. ercolesi mi ha tornato in calma lo spirito e
affettuosa. pascoli, 21: sempre mi toma al cuore il mio paese /
sì sfigurate, / che 'l cor mi trema di vederne tanto. petrarca, 362-5
tanto. petrarca, 362-5: talor mi trema 'l cor d'un dolce gelo,
/ udendo lei, per ch'io mi discoloro, / dirmi: amico, or
dispensi in mio nome mille baciamani, che mi vengon dal cuore. -venire
-così credo; e poi come non mi vedrà, si quieterà: lontan dagli occhi
d. battoli, 13-1-23: or questo mi traeva dagli occhi le lagrime sopra la
per lochi ora sublimi or cupi / mi scorse, onde a gran pena il
onda. ojetti, ii-128: io mi ritrovo solo davanti alla vasca delle murene
notturno. e. cecchi, 6-355: mi rammento un giorno, al giardino zoologico
verdi e color viola cupo o neri, mi pareano altrettante tisiche cariatidi ambulanti. pascoli
, / pentèlico, de'tuoi pastori / mi sovviene selvaggi / ne'chiusi di creta
e taciturno; o sia che mi vergognassi, o che mi diffidassi, non
o sia che mi vergognassi, o che mi diffidassi, non l'ardiva esternare;
entusiasmo del poeta... non mi lascia tempo, ripigliando con la solenne semplicità
fuggire. foscolo, 1-3: sangue mi grida / il mio rimorso, sangue;
/ mio figliuolo o no. e mi tenevano / due cose: l'una,
44: -così fatti consigli / non mi desti mai più: come se'ora
, / poiché troppa di te cura mi punge. foscolo, viii-151: paragonando
che le padrone mie e di belbo mi attendevano al solito per farmi discorrere,
, 256: lasso! ch'io mi credeva / che altra età e le diverse
che altra età e le diverse cure / mi facessin cangiar disio e voglie. machiavelli
per amor di colei che a questa opra mi fece,... poner la
dolce / cura, di te: solo mi avanzi; e solo / di
cosa negata alla nostra specie, non mi proposi altra cura che di tenermi lontano
e ogni cura di repubblica, non mi pare che a questi tempi sieno da desiderare
pochi giorni di riposo e di cura mi ristabiliranno pienamente. verga, 3-40:
alcuna spregnare. ariosto, 442: mi supplicò piangendo che procedere / volessi in
. g. del papa, 1-2-50: mi parrebbe che il principale, anzi l'
posso giudicare allo stato delle mie conoscenze, mi pare troppo imbevuta di ciarlataneria.
, 7-138: i socialisti, capisci? mi rubano l'uva ancora acerba, i
cura. pascoli, 454: lungamente mi sorridete, / quando venite ai vespri
, solinghe mura, / e in voi mi poso, o vedove mie piume;
7-224: lo so; voi adesso mi rispondete che non è possibile, quando
ebbe priso / d'amor tuttor mi s'infinge, / pare di me non
. angiolieri, 80-2: di tutte cose mi sento fornito, / se non
, 1-2891: poi che del peccato / mi son peniten- zato, / e sonne
alcuna comodità, per lo contrario appena mi facesse somministrare il bisognevole a sostentarmi.
sùbito abbarbaglio, / di ragionare ancor mi mise in cura. -per cura
: / sì curale -e naturale / amore mi piace, / ch'ogni vista,
vo'io cianciando di altro curante? ecco mi ritrovo come sbadato che buona semente,
goldoni, vii-1113: -io non credo che mi abbiate mai conosciuta indiscreta. quando venite
mai conosciuta indiscreta. quando venite, mi fate grazia; quando non potete,
tutto cura, /... / mi piace in versi proferer cantando / con
curo; ma nella mia cattedra io mi glorifico. boiardo, 2-2-59: or
. bartoli, 13-1-23: or questo mi traeva dagli occhi le lagrime sopra la
ai mangiare ero desto; / or non mi curo s'egli è sogno il resto
lo metta nemmeno. io son così; mi basta d'aver la roba ma non
basta d'aver la roba ma non mi curo poi di sfoggiarla. parini, viii-39
il nobile tuo serto: / né mi curo se ai plausi, onde vai nota
gota. alfieri, 1-86: non mi curo di vincere le difficoltà da cui non
vami sottovoce: « finiscila a canchero ché mi fanno male le ginocchia ». verga
addosso. svevo, 2-494: « mi sono dimenticato di nuovo di parlarne ad angiolina
, con me. capisco a volo. mi ritiro... non se ne
che quella passione di vederlo tanto ispesso mi toglieva il sonno e il cibo e
toglieva il sonno e il cibo e mi conduceva per il mal cammino, non mi
mi conduceva per il mal cammino, non mi curando di far così bassa impresa e
e non molto lodevole, una sera mi disposi a volere uscire di tanto travaglio.
., i-83: meno che acconcia cosa mi pare che a me sia dato a
ciò sia cosa che il presente articolo mi tocca: e a ciascuno è proibito
, 6-112: tre volte... mi sono imbattuto a curare tali enfisemi.
cura, /... / dette mi fur di mia vita futura / parole
monti, iii-142: se queste ferite mi fossero venute da mano straniera, né
una iniezione di curaro, e non mi darà più briga. = fr
ne le quali per contenersi disturbi, mi sono state cagione di molto dispiacere. davila
sogno con noi? *. « se mi toglie! » rispose il curato di
. pucci, ix-353: andrea, tu mi vendesti per pollastra / sabato sera una
. matonaia, v-69-5: item mi soldi e 11 denari che si
/ usaste modi dolci e singolari. / mi ripigliaste nella vostra curia, / dove
italia. idem, i-iiii: mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango
di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali. carducci,
de sanctis, ii-1-131: e mi parve anche più strano quell'antipatico
il dupin, il cui discorso mi sembrò cavilloso e curialesco. fogazzaro, 5-171
c'è una curialità che non mi pare elencata fra le * quinquaginta curiali-
pur dubitasse, e diceva: ben mi pari esso; e poi anche lo riguardava
andavo con quel maestro iacopino, curiosissimamente mi domandava che serrati e lunghi ragionamenti erano
bastavano le braccia a lavorarle. lui mi guardò curiosamente; discorreva alla larga e tendeva
. machiavelli, ii-1-238: né altro mi occorre di nuovo, per non si ragionare
, senza disturbarvi. giusti, ii-239: mi son trovato spesso, o per ozio
curiosità, di linguaio e di poeta, mi son trovato, diceva, a chiacchierare
del governo della svezia,... mi destò qualche curiosità di conoscerla a fondo
e vitto, a segno ch'egli mi si protestò ch'io lo sforzerei a
poi altre curiosità che per qualche tempo mi fecero guardare alla scuola con una certa
: giacché lei è tanto penetrante, mi cavi ima curiosità. 7.
me quelle ridicole esorbitanze ch'ella costì mi significava a bocca; per lo che mi
mi significava a bocca; per lo che mi mise curiosa volontà di vederlo ed insieme
. tasso, 6-iv-1-217: dentro amor mi fa bello e fuor son brutto /
, vii-1160: signora vittoria, ella mi pare di cattivo umore questa mattina. all'
di riverirla vado al caffè, dove mi aspettano i curiosi di sapere le avventure
? / -io?... sol mi punge curiosa brama. de sanctis,
/ non so come, lavando / crescer mi parea in guisa / che s'accresce
fiore, 89-9: sì che perciò mi piace lor amista / ch'a barattar
e vivevo in palese un'altra vita, mi sottoponevo a una disciplina avversa, curioso
di non lasciar passar l'occasione che mi si fosse presentata di provvedere a
più verso lutero. boccalini, i-271: mi crepa il cuore di scoprir anco in
: fui accostato da un signore che mi conosceva e che io sapevo di conoscere
il passo. soffici, ii-306: egli mi leggeva certe sue canzoni di stile alquanto
serra. de pisis, 4-197: mi curvo, mi accoccolo, mi inginocchio
de pisis, 4-197: mi curvo, mi accoccolo, mi inginocchio / davanti alla
4-197: mi curvo, mi accoccolo, mi inginocchio / davanti alla pianta superba.
libertà arriva, per la prima cosa mi chiude in una cella con una porta
'. curriciare, rifl. [mi currlcio). ant. crucciarsi,
carretto. nievo, 606: mi chiese in che modo saremmo partiti,
curricolo, la sua festività naturale mi fece parer brevissima la gita fino
ruffiane dinanzi al mio padrone, il quale mi vuol far suo maestro di casa.
le disse senza complimenti, « ella mi guarda così sperando ch'io trovi bello
a orcomeno, a psòfide, le forze mi sostennero, / fino a cillene,
della terra. pavese, 4-143: mi accorsi nell'ombra che poteva esser ben fatta
la carrucola del pozzo. il passato mi piomba addosso col rombo delle valanghe;
piomba addosso col rombo delle valanghe; mi curva, mi calca. -curvare
rombo delle valanghe; mi curva, mi calca. -curvare il capo,
rotto solo dal gemere delle acque, mi comunicavano un senso solenne di morte.
sia, perché la loro curvità mi rese dubbioso. colletta, i-281: spesso
curvo e lo scialle chiuso sul mento mi ricordano le donne della mia infanzia. moravia
. monte, 286 e: sono mi cuso / non mai avere speranze.
erbe odorate. alfieri, i-148: mi era sovvenuto di ripescare di sotto al
, 1-89: il custode maggiore rispettosamente mi chiese il permesso di ricercarmi i panni indosso
/ fier custode latrante il piè mi morse. -figur. e scherz
i custodi. tasso, 6-88: finger mi vuo'clorinda, e ricoperta / sotto
noi custodisce un ricordo ancóra vivo, e mi dici soavemente: « io non sono
promessa al cielo osservi: / egli mi custodisca e mi conservi. marino,
cielo osservi: / egli mi custodisca e mi conservi. marino, vii-121: egli
. redi, 16-iii-445: io per ora mi sento inclinato a voler credere che la
305: d'un'aspra e dura cute mi coversi. o. rucellai,
. redi, 16-iii-445: io per ora mi sento inclinato a voler credere che la
lunghe ore sul genuflessorio, e quando mi incontrava o sulla porta della cucina o
della cucina o per le scale, mi tirava alcun poco i capelli nella cuticagna
/ quanti negozi e quante coserelle / mi tocca a fare, innanzi d'uscir fuora
d'aura cader. cardarelli, 402: mi guardò, mi sorrise, / la
cardarelli, 402: mi guardò, mi sorrise, / la villanella. / ed
sp., 19 (325): mi dica: nel loro convento di pescarenico
capellano volgar., ii-99: cotal sonno mi dà via e modo di vita e
fronte. leopardi, 12-2: sempre caro mi fu quest'ermo colle, / e
tua presenzia, / da voi non mi difenno. mostacci, 6-40: cotal'è
/ degli amorosi piacili, / che non mi posso partili / da voi, donna
, s'io nel mio parlare troppo mi distendessi, a voi e appresso agli
barberino, 1-33: domani da notte mi tocca la prima guardia, e l'
prima guardia, e l'altra notte mi tocca la guardia del dì. savonarola,
. savonarola, 5-30: ma ben mi doglio che da principio non lo credevo.
: gli dicevo, che loro certissimo mi avevano avelenato da poi la morte di
: po'quand'i'fu'cresciuto, mi fu dato / per mia ristorazion moglie,
, 35-6: là dov'io nacqui, mi divise il vento. / esso,
bosco alla campagna, / dalla valle mi porta alla montagna. giusti, 3-161
a trovar messer attilio / e resoli, mi parve a me, da dodici /
erto. magalotti, 9-1-3: iersera mi trattenni due ore da lui; chiamò un
da vicino, perché da una parte mi sono trovato nel vero mezzo della folla.
a piagenza, / in gran gioì la mi tegno, / che da foco mi
mi tegno, / che da foco mi spegno. iacopone, 30-46: l'omo
polvere. d'annunzio, i-459: mi veniva ne 'l cor sì gran diletto
banti, 8-49: sta a'vedere che mi metto a piangere dalla contentezza. levi
che ho visto di gagliano, arrivando, mi pare che non ci sia male.
, 1-132: costui apertamente dagli occhi mi deride. 14. introduce il
, 3-8 (1938): non mi tentate disse, messere, che non sono
lontano. nievo, 1-10: la campagna mi dà assai lavoro e poco poco da
io stesso non capivo che cane fosse: mi pareva uno strano miscuglio di cane barbone
e lo riverisco da padrone; ed egli mi favorisce, e mi ama da fratello
; ed egli mi favorisce, e mi ama da fratello. g. m.
vecchio. grazzini, 4-269: tu mi fai pur fare nella mia vecchiaia quel ch'
grandi. d'annunzio, v-1-378: mi piaceva di cavalcare da fermo in sogno.
, / sescalco chi dentro dal disco mi serra. giamboni, 25: intorno
da te io dicesse essere giusto, allotta mi condannerei io medesimo. dante, conv
invita, / dentro dal petto el cor mi raserena. 19. indica limitazione (
colui ch'attende là, per qui mi mena, / forse, cui guido vostro
cercar di costei, oppur se io / mi fido di costui. soderini, iii-27
. petrarca, 3-5: tempo non mi parea da far riparo / contri a'
: io non sapevo quel che inventare che mi paresse meno da fargli invidia. cardarelli
pavese, 1-14: non so perché mi scappava da ridere. 25. ant
onorevolezza. salvini, 41-158: se io mi stessi sempre ne'confini della mia naturale
con certe astuzie serotine, questo non mi sarebbe intravvenuto. fil. ugolini,
cambiar di podere; sicché fosse che mi apprezzassero della mia dabbenaggine o per la
non istò qui a far catalogo, non mi danno alcuna pena, perché o nascono
molto dabbene con me e molte volte mi conduce a veder le ruote dell'orologio,
amico, l'ideatore diremo, « tu mi giuri... mi giuri sul
« tu mi giuri... mi giuri sul tuo onore di gentiluomo che non
è tutto un inganno, che non mi state facendo uno scherzo, che..
: conosco in lui quel da bene che mi muove in un uomo più che tutte
2-34: signor, pria ch'io mi scordi / d'un tanto beneficio,
amicizia, / pur che tòrla per moglie mi prometta: / i'non farò di
sua madre daccanto. faldella, iii-87: mi avvidi che avevo presso di me la
a dentro, / dirotti brievemente » mi rispose, / « perch'io non
hai ballato; e quando ogni tuo passo mi fa tremare, allora tu incominci ad
alle panche, se davo ne'fanciulletti che mi solleticàvano con gli occhi, e nei
, un frùgolo al pari di essi, mi sentiva il morbino, non me ne
non me ne potevo tenere, ridevo, mi divertivo. cicognani, iii-2-251: l'
la prima si è, ch'assai mi sono rallegrata d'avere un padre santo
vero / di me, che chi mi stima, è in grand'errore. /
la sua disciplina il lume intero / mi può ben dare, e gran miraeoi
angiolieri, 99-3: tre cose solamente mi so'in grado, / le quali posso
taverna e 'l dado; / queste mi fanno 'l cuor lieto sentire. francesco da
, 60-8: quella, cu'è, mi dice ch'è venduta, / e
di non molto valore. ora voi mi scambiate i dadi in mano, referendomi
1-2-63: se questo vero spantacone non mi mette a soqquadro la casa, non