ebbe / molt'anni a far di me quel ch'a lui parve, / dpnne
saba, 114: ha qualcosa di me, di me lontano / nel tempo;
: ha qualcosa di me, di me lontano / nel tempo; un passo strascicato
e molce, / che già fece di me sì lungo strazio / mi trovo in
pellegrina, / qual sentenzia divina / me legò inanzi, e te prima disciolse?
... e supplicarla che voglia per me presentare il libro.
, svigna via, e torna con me. serra, iii-3: mi sono presa
moralmente. petrarca, 76-8: non me n'avvidi, lasso, se non quando
d'un eccessivo libertinaggio, meritata da me coll'esponni ad un lungo viaggio in
, x-60: alessandro, che conosceva me come io conoscevo lui, colse nel mio
senza il cor sereno, / far da me uscir iocunda rima o metro ».
. carducci, iii-3-294: libica estate a me le membra incende. d'annunzio,
in una gran parte delle diocesi da me scorse ho trovato esservi con provvedimento sommo
lista di libri qui annessa, che me l'ha data uno di questi librai.
tommaseo]: non lo debbi a me imputare, ma sì a'tuoi ed
, v-2-224: un librattolo pastorale da me trovato nella scancìa d'un libraino sul
effecto ben pondero e libro, / me hai liberato e d'altro hai fatto acquisto
da camera di lei, per librarsi con me nei più accaniti piaceri.
, ventoso, an. 9, da me non percepiti, come appare dal mio
con i miei libricciuoli, quante volte voglia me ne viene, senza alcuno impaccio
[ducati] / o più, a me per cortesia donati / da duoi che
/ da duoi che soli son per me prelati; / ambeduoi registrati / nel
rezasco, 440]: nota desunta da me sotto- scritto da'libri tenuti dai capitani
signor dottor nenci è più a portata di me, per verificare, dai libri de'
fia libro il cielo / ove a me leggerai quanto desio. g. gozzi,
legger su 'l libro d'altri a me va a pelo. -non avere
, 7-174: quello che a me è costato mesi di sudori per decidermi
s'io ne son sì liceo / ben me ne tegno ricco / assai più ch'
trovare guarigione in questo reame, a me si è venuto voglia di cercare del
la licenza della quaresima. forse per me? per me no, ma per
della quaresima. forse per me? per me no, ma per la signora marchesa
-non saprei proprio. -per far piacere a me. -eran sillabe a caso; con
credevo si trattasse d'un invito per me solo. mi sono illuso. vi
è proprio un cristiano, una creatura come me e come voi, con licenza parlando
, con gli occhi bassi, - me ne vado. -dare, concedere
alberti, i-4: non sanza cagione a me sempre parse da voler conoscere se mai
farmi a licenziare messer gerì, e me li pare usare troppo grande scortesia, anzi
tutti i miei servi meno uno per me ed uno per cucinarmi; che poco
. machiavelli, 11-3-400: né io per me so quelle [compagnie] mi avessi
no, e parte perché la caccia me n'ha distolto. guazzo, 1-231:
miei lunge vivea, / rideano a me per la volante intorno / de'fantasmi
, 235: vieni al liceo con me; su la mia seggiola / t'assidi
lece. malpighi, xxxviii-18: lamentar me lice / di te che, amando in
l'ultima bolgia de le diece / me per l'alchìmia che nel mondo usai /
/ goda quel ch'or godere a me non lice. melosio, 3-i-165:
intelletto e 'l vero: / nomarla a me lingua mortai non lice; / tu
pece. caro, 2-265: a me lece ora / ch'io mi disciolga e
mi disse: aspetta, / ch'a me non lice dimorar più teco / e
, 1-74: lascia la cura a me de la vendetta. / il come appalesar
dolci carmi il suono / per lasciar me nella più dura impresa, / in cui
argomentoelegiaco. mazza, iii-176: dolce me prende / di me medesmo obblio;
, iii-176: dolce me prende / di me medesmo obblio;... mi
molamocco sino a decidere, molto meglio di me che parto, verso altri lidi,
in pelago, ché forse, / perdendo me, rimardel mio maestro, usci'fuor
. dante, 9-34: lietamente a me medesma indulgo / la cagion di mia
tario: / la mia miseria in me mostra il contrario. bandello, 1-1
/ fedel mio caro, e in me tuo duolo acqueta ». d'annunzio,
traspianti. bembo, iii-323: a me parrebbe che questa fonte non si dovesse
nelle allegre cene / vi sovvenga di me tra quei bicchieri / che si soglion
de le corti vizio, / infiammò contra me li animi tutti; / e li
far lieta, / vincer poter dentro da me l'ardore / ch'i'ebbi a
te la levasse, / et io per me non son così indiscreto / che te
. vivetevi lieti e memori talvolta di me, com'io non potrò mai dimenticarmi
lassù regna, / attragga a sé di me il più chiaro e lieve, /
infin la gola, / e tirandosi me dietro sen giva / sovresso l'acqua
quando conversa la purpurea faccia / da me con lieve corso si togliea. alamanni
. m. zanotti, 1-8-102: a me sol tanto / è veder dato le
secreta sede, / ch'ivi udrete da me non lievi cose / a ciò ch'
, 272: essequir questa voglia a me fie lieve, / benché grave mi sia
dovessi tali cose sofferire, tuttavia sì me ne sono io passata lievemente. caro
. simintendi, li-io: s'io me ne rimango, parrà ch'io abbia
e dei ranocchi, 1-27: a me si serba / il pan più bianco,
. ricci, 3-12: che a me già non è nascosto / bianco pan ben
ne ho avuti tanti! vedete, me n'è rimasto il lievito qui dentro
altra lievere, e disse: a me parrebbe d'andare in altre terre e
ligustri, / che l'amore a me comparte, / i temuti allor di marte
lo abitano. buzzi, 133: a me che vale correre? / di giganti
che voi non vediate voi medesima e me così grandi, come io veggo un di
.. ed io vegga voi e me così piccioli, come voi vedete un lillipuziano
l'avea nella stecca del busto. me l'han tolto! ah birboni, canaglia
petrarca volgar., i-45: a me pare questa vita certa arca di fatiche
e di greco per quanto è stato in me. leopardi, iii-519: tu sai
sonetto,... fatto da me tempo fa,... avrebbe bisogno
fu lima contro lima: e per me ho fede che, se i loro spiriti
meco, e lavorare di lime appresso di me, perché, oltre al conto.
. tasso, n-iii-711: s'a me si dee giovare, il qual sono
/ hai crudo amor, perché non me dai loco? domenichi, 5-180: sdegnoso
sacchetti, 122-17: perché voi non perdeste me, e perché io non perdesse voi
., xxxi-161: assai è a me che io abbi quanto io desidero, e
io desidero, e assai è a me desiderare quanto sia onesto; che chi più
cellini, 2-62: considerato poi da me la ribalderia e possanza di quel mal pedante
... montai a cavallo e me ne andai alla volta di vinezia. ghirardi
merzè, che agio / e loco date me, du'pienamente / demostri voi,
poi, quando fìa loco, / me raccomanda a lei, come tu dei,
, / luogo non è più in me che far lo possa, / che parte
possa, / che parte non è in me che non sia offesa. a.
io farei che egli vi troverrebbe me in luogo di colei cui trovarvi si
, crudel morte mia, / che faite me pregiar la vita poco. arici,
danno. bembo, 2-78: a me sarebbe sopra modo caro che voi,
. guittone, 119-9: ohi lasso me, ch'io fuggo in ogni loco
nardi, 6-32: or solo aspecto di me si richiami / e mandimi a abitare
sole mi avea talmente ingombrato che in me non poteva alcun'altra paura aver luogo.
onesto da bologna, lxv-5-42: amor me sormontava, sì che stare / no
: un certo signor vanesio, a me ignoto, è già venuto a pigliar il
già in camera. alfieri, i-20: me ne stavo dubbioso e confuso ed immobile
/ sei col tuo re, con me ti stai, che loco / d'amica
4 carpiti 'quei cinquecento franchi e me li son lasciati carpire per poterla allontanare
io abbia fatto cotesto fallo? -a me lo disse, -rispose camillo, -la
o fistola o lupa aut noli me tagnere e la lavarai di tre in
stretta... lupaia / pare a me che dir si possa. =
poi ch'uscito fui tutto smarrito, / me n'andai a trovar certe donnesse /
non farai nulla: come ti parti da me, la vita tua non vai un
: più volte il lupo vedovo che in me si consuma i denti ha urlato contro
. garibaldi, 2-19: uno spettacolo per me nuovo fu la vista di molti lupi
e acuto. bocchelli, 1-ii-82: me la prendo, quando vedo che vi fidate
ho ormai più da lagnarmene: con me è umile come un agnello: ma pare
inf., 33-29: questi parea a me maestro e donno, / cacciando il
di laio lurida, le braccia / a me tu sporgi? a scellerata moglie?
se tu vien meco, / guarda me, tu stupirai, / e per certo
con dolciezza m'ae 'ngannato, / me che t'amava più che altro amore
cari ad alma amante, / come a me son le tue ripulse e sdegni.
. serdini, 1-158: prega per me, lucissima favilla, / che esaudisca il
contrito core; / e fa per me lusenga, / sì ch'io non venga
gli atti. poerio, 3-345: a me nella pensosa / ora delle memorie un
disadatto alle lusinghe poetiche che il ricercar da me o canzone o sonetto è un voler
di abbracciarti in brianza, e tu stesso me ne avevi data lusinga. foscolo,
quando vaghe di lusinghe innanzi / a me non danzeran l'ore future. manzoni,
fine allo sperare, non ingannarò più me stesso. testi, ii-204: misera or
, il mio tormento / dissimulando, lusingar me stessa, / or che della mia
ch'io sperava lei lusinga, / che me e gli altri crudelmente scorza. bestiario
a la usata casa, ove trovando me, che sollecitissimo lo aspetto, non
con quella / candida man ch'a me distrigne il core, / te [melampo
molle / trame potrei, se in me fosse arte il carme. 8
non è uguaglianza, pace? / me 'n lusingai più volte anch'io, ma
sfacciatamente: « che cos'è in me che ti piace di più? ».
: allora risorgeva l'amore della pisana per me, col solito corredo delle lusingherie per
aver voi delle italiane lettere fu in me cagione di timore nel presentarvi que'miei
petit... era lusinghevole per me. 5. che induce a
, ho determinato di starmene tutto a me. -sostant. giamboni,
a te sola / piace, che a me è dolore. -sostant. baldi
un lussuoso pellerossa che dalla copertina ammiccava me e il pavaglione tutto. moravia, iv-128
che, se bene fu cominciato da me in età, si può dir, puerile
scaramuccia, avvert.: non attender da me fiori di raffinata eloquenza, poiché la
-fu colto nel sonno, accanto a me,... oh! nel letto
alcuni mesi, volendo prima rivederlo da me ed a guisa di buon agricoltore risecame
germoglio di lussuriante fantasia devono appresso di me riputarsi. 7. che è
miei versi. / del resto poi da me non credo miga / che un margine
;... sicché credete a me che questa è stata una lustra. salviani
: va tu, se vuoi; per me non mi lascio prendere a queste lustre
lustrata. caviceo, 1-153: al tutto me disposi di lustrare tutto l'albergo d'
io il so, benché non sia di me contarlo. idem, 1-115: io
che aveva un bottone più lustrente di me, e s'è messa con quello.
. / -e pareva anche a me, padron lustrissimo. giusti, 4-i-149:
da lei che il vecchio maestro, con me sempre abbottonato, mi considerava l'unico
1-i-411: essendosi esse già verso di me appropinquate assai, né io però avessi
tanto bella quanto alcuna cosa mia da me veduta. guido delle colonne volgar.
dell'anima. iacopone, 75-28: me la luce sì m'ha accecato: /
accecato: / tanto lustróre de lei me fo dato, / che me fa gire
de lei me fo dato, / che me fa gire co abbacinato, / c'
e brevissimo sospiro, / e a me lasciò l'amaro eterno lutto. tasso,
. foscolo, ii-291: nettarea / da me non cerchi ei lode / se a
io viva, / ma d'odiar me medesmo giunto a riva, / e del
à. foscolo, 1-194: cauta in me parla la ragion, ma il core
più là? tasso, 6-52: a me per ombra oscura / la mia battaglia
quest'era un animale affatto nuovo per me. sul principio l'ho preso per un
dal nome dell'ingegnere scozzese john loudon me adam (1756-1836). macadàmia,
il macaone, / sono tutti per me come 'personae ', / hanno tutti
'personae ', / hanno tutti per me qualche parola. e. cecchi,
1-5: marcelle era troppo esuberante per me, dovevo continuamente subirla e mi diceva
. m. roncaglia, 3-8: a me mi duol che tu non sei stroppiato
/ tal che convien che lui e me ricuopra. / nuovo iason sarà, di
= dal nome del senatore joseph me carthy (1909-1957), capo della
le mani e quasi tutto mutato da me stesso, spero che non mi faranno
stata quistione tra quel chiarissimo franzese e me, dirò andai di primo volo: come
prima ch'io non l'abbia revisto da me e levatane quelle sui banchi in mezzo all'
que'due volumetti, sono invisibili a me, colpa forse -stesura cromatica iniziale che fissa
con co narchia di nondimeno me pare che una ottocento, giustapposta ad
una bozza di un prencipe, come a me pareria che essere ziate di macchie bianche.
di cipressi su la collina riscontro a me. leopardi, 16-76: infesto scende /
un ghignolin tondo tondo, comperò da me fino ai calzetti, e coi denari mi
macchia'. fagiuoli, 1-6-204: egli me lo donò [il ritratto], siccome
andrai a cena e a dormire, tu me lo macchi, o che stanotte ti
altri geli e l'ardore abbia in me loco, / ma sia, s'ardo
1-221: tengo (misera) appresso di me le vostre lettere, nelle menzogne delle
, 14-7: ho visto davanti a me, nel vano della finestra, posata su
egli studiosi, come io ho veduto in me per così lunga espe [francesco le
dove esercitar le loro calunnie contro di me, quando le più gravi saranno riuscite
amor con bona via e sollicito pensiero me fabricò nella fantasia un
porta, l'apro e richiudola dietro di me in un attimo, e agli occhi
, i-396: la donna guardò da me a lui, guardò in mezzo, ci
: la vostra supposizione, riguardo a me, è lontanissima dalla verità; ed
qualche statua rappresentante l'italia? se me la prestate pel 'macchinismo 'della
che la spada macedone troncasse anche a me la vita. e. cecchi, 8-118
'. amenta, 2-28: a me [parea] un macellaio di carne umana
porta, 5-32: era uscito di me stesso, pensando ad tirio,
guisa edemondo rinacque da e or me la voleva mangiar cruda cruda. malatesti,
moravia, xi- 162: io me ne stavo con le braccia penzolanti a guardare
uno che faccia il macello? io per me non mi vi so accordare, e
l'ascetismo macerante e l'idealismo estenuante del me dioevo. -che
la ragion de la guerra vuole sovra di me. fammi se vuoi in dura prigione
iacopone, 15- 12: vergene me conservai, / el mio corpo macerai.
con quel che gli restava nel cervello per me? misteri della creazione. càpita allo
mediante l'immersione in appositi liquidi o me diante altri processi chimici.
, che questa vigna prospererà? a me pare, signore, che sia destrutta la
che sia destrutta la macerie, a me pare che sia esterminata. c. campana
l'ingordo desiderio, / sbramatevi di me dentro la polpa molle / delle anfibie
, / machiavellando, di far male a me / per desiderio di far bene a
lo zio... -lascia fare a me. ci vuole una certa machiavellica.
scherno vii morsi maligni / tu contra me, disprezzatore, avventi, / perché
e mal mio grado, perché a me non piace di tentar i cuori di macigno
. girolamo volgar., xxi-496: a me piace di stare di qualunque dello infinito
d'in sul cuore. -e a me d'in sull'anima. lubrano, 1-289
onofri, 5: fa che su me il maciullar degli armenti / sereno ascolti
maciullavano. carducci, iii-5-259: maciullar me? matto buffone! né moralmente né fisica-
sotto un legno / furbo di me più degno / al mondo non fu macolo
tommaseo, 11-501: né il mare a me piaceva: ma come tema quasi intatto
'. macrografìa, sf. me tali. procedimento che permette di osservare
organismi planctonici di maggiore mole (me duse, salpe, ecc
e netta / e mal starebbe in me macula alcuna. cesarotti, 1-xxviii-287:
a toccare di queste, che a me paionsi macole e non saranno.
, non ti basterebbe alla custodia di me el tenermi a sette chiavi serrata in un
e tal mancanza, / che mai da me non gli fie perdonata: / lassa
figliuol, vero messia, / che traghi me di man de'rinegati, / e
tutto disfatte e perdute / sarieno in me. galateo, 181: lo altro non
io avrei tradito la mia patria, cioè me stesso, avrei turbato la mia coscienza
pensai mai, signor, quel che me opponi, / o in parte alcuna macular
mia fede, / fulmine love in me da l'alta sede / saette accese
..., per quanto era in me, di portare all'apoteosi ciò
di madama la reina vi sarà per me conceduto. rinaldo degli albizzi, i-268:
tante volte quante egli è venuto da me, e quanto io son venuto qui
un selvaggio, un fazioso iconoclasta: me, greco! certo, la loro
ne mostrasse quella pietade, che di me mostrate, convertitevi a cristo creature di dio
mica fare: trattano i clienti come trattano me. -sarta, crestaia, modista
torinesi. massaia, viii-14: a me era stata assegnata la casa di madamigella
: che non fo zuppe e da me non s'intride / farina di più
cioè... noi abbiam, secondo me, un simil ascendente, come -sarebb'
lei e dissi: abbi misericordia di me, madonna. savonarola, iii-388: vedi
, figliuola mia, e ricordati di me. -nelle favole e nei racconti popolari
piango la mia fortuna, / poi che me vedo tolto / el zentil volto /
ariosto, 35-1: chi salirà per me, madonna, in cielo / a riportarne
anco, voglio e cornandoti che tu me l'adomi di fregiature, cioè della
roma, ove pare a voi e a me, uno convento di vedove detto santa
al cuore. verga, 3-60: -a me non mi piacciono quelle fraschette che fanno
da v. a. s. io me le trangugio a più non posso.
appuntalo; ch'egli è madornale, e me ne duole non poco per quel dottissimo
mio discorso a bertolotti, il quale me n'ha fatta una madornale.
, 2-15: mia madre stava accanto a me seduta / presso il tavolo ingombro dalle
compassione, ma vuoi anche insegnarmi a me, che ti metti a sdottoreggiare?
, un picciol tempo / dopo di me creata fosti, e segua / la tua
tu coi tuoi versi, ingrato, me la facevi piangere. -ant.
vulghi, sta, / che importa a me? non fo madrigaietti / che voi
iii-213: il poema (per quanto a me ne pare) è grave e sparso
. palazzeschi, 1-491: voltatosi a me, nella olimpica solennità di su quel
che prima e migliore maestra di poesia a me fu mia madre, insegnandomi ad amare
acciaio sette piastre. / ivi non me tataro per ragione / i mastri che
1-207: in questo modo, da me inventato in pisa, non occorre cimatura,
del mare / disser le tue lodi con me. ojetti, ii-375: pian piano
gli spaghi, i piombini, resta per me una delle meraviglie preistoriche.
è più nobile e anco, secondo me, più maestrevole. tesauro, 4-120
va cercanno per vergogna, / ben me pare che cetto iogna: / ià non
. pontano, 1-46: ogni dì me sono dati novi mastri, e non
novi mastri, e non de manco me è gratissimo e reputolo per ben facto e
e reputolo per ben facto e ad me resulta onore, che poi le practiche de
l'uno e l'altro si ricordi di me nella santa messa. massaia, viii-23
messa. massaia, viii-23: condottili da me, partimmo per versailles dove trovavasi il
ne conterebbe che io pigliassi siena per me, e io non sono sì temerario che
: eccovi le virtù, quasi da me nel mio ragionamento disegnate senza varietà d'
inf., 33-28: questi pareva a me maestro e donno, / cacciando il
cassa... / ed egli me lo promesse;... /.
in frodo; e già sono ventato a me stesso vile. -chi presiede o
. machiavelli, 1-iii-472: è suto ad me el maestro di stalla del duca
quel maestro delle poste disse che non me lo voleva rendere, perché io avevo corso
de le saiette / venuto è encontra me con furia grande, / e quatto poi
grande, / e quatto poi ver me l'arco suo pande. 22
caratteri del giordani, che egli scriva a me, che io possa sperare d'averlo
maestro. farla da maestro. tu me l'hai fatta da maestro.
galileo, 8-xi-539: il mio maestretto me ne ha fatto uno di 14 quarte
. aretino, 20-284: corre a me la gente, la quale mi conosce
e con maestrissima mano niuna parte in me lasciai senza bellezza nell'essere suo.
i'non vi sono stato, che me ne duole assai. = comp
. bembo, 1-84: si novamente me da me disciolse / la vera maga
bembo, 1-84: si novamente me da me disciolse / la vera maga mia,
della casa, ii-89: se a me fosse lecito di scoprirvi ora le ignude
guastare vostra fama, né perché in me contra voi di corruzione è alcuna magagna,
come quel grande erudito ha magagnato anche me ne'seguenti versi diretti alla mia bella
sempre senza corregermene mai, quest'anno me ne sono piovute addosso di tutte.
fusse stata magagnata in amore, stimava tra me che assai paghi se ne fusser tenuti
di minerale, contenente ferro quasi puro; me li mostra: vuole, dice,
b. croce, iv-12-233: chi come me vuole le libere istituzioni, il voto
. chiari, 2-38: guai a me, se dà in luce il maschio a
. allegri, 220: io per me l'udirei più volentieri, / che
prese per compagni il maiordomo / e me, e siam venuti a più non
, 1-32: un dio maggiore di me, o più bello, lusingarebbe con le
i libri de'filosofi, non che da me, a cui la natura ha data
. gozzi, i-5-205: quanto è a me, mi pare che, se voi
io posso dar maggior mercede: / me d'un tesor dotata e di me stessa
/ me d'un tesor dotata e di me stessa / in moglie avrà, s'
le degnaste, / che tanto forte me ne consolaste, / ch'a pena
non mancherò rendervene quelle grazie che per me si possino le maggiori. 32
purg., 26-20: né solo a me la tua risposta è uopo; /
. tasso, n-iii-556: la fortezza a me par simile a'destrieri generosi, che
mio stato fussi accorta, / a me si volse in sì novo colore / ch'
crusca]: quel celeste amico elesse me maggiorissimo. bandello, 1-1 (i-9)
idee: sento ingrandirmi / e di me stessa divenir maggiore. poerio, 3-124
; e così essendo 10 rinnovato in me medesimo, a voi, secondo intimo
appellan badessa, se in cipri tornare me ne volessi, risposi che niuna cosa
viva ai denti, / avvenne a me. cavalca, 6-1-33: gli minori debbono
2-348: io vi terrò entrambi presso di me, voi in grado di maggiore,
ma poi che voi mi dite che a me hanno ditto, ne prenderò la magioria
fosse la morte / nostra; ed a me maggiormente portò sopra tutti sventura: /
che io m'accorsi il tuo amore verso me esser grandissimo e perfetto, e ora
amici. leonardo, 2-171: se me inventore disprezeranno, quanto maggiormente loro,
, / sì che alla sua salvezza me pur non persuada, / e a me
me pur non persuada, / e a me non faccia e a'miei cader l'
. campailla, 1-4-20: si valsero di me gli astuti maggi / ne le loro
troppo buona memoria, ché io per me mai non credo aparallo che traile barbe
così villanamente v'accolsi, che per me non rimase che vostro albergo non fosse
e lontana / riva cercando, amor da me non parte. reina, i-ii:
pittagorica; la quale, supponendo, secondo me, il popolo dell'anime fàtte tute
cicerone volgar., 1-67: a me veramente dilettavano li maisteri ordinati dagli antichi
di sì nobil magistero, / a me insegnato avessi / qualche nuovo ammirabile
insufficienza del magisterio e la promessa fatta me ne facci accettabile scusa, seguirò d'inchiostro
, io sento rinnovarsi e continuare in me quelle stesse sensazioni ed affezioni tutte che
vinero, / sì com'tu fa'me, che vói che si sprima / per
c. dati, vii-3-100: chi da me s'aspettasse massime e verità filosofiche profferite
non mi concedeva di dar conto di me. -periodo di tempo durante il
o voi signori, / porgete aiuto a me tanto oltragiato. bandello, 1-25 (
mostri di dar più lor ragion che a me, essa viene a dar aiuto a
ecco il mio brando / vibralo in me. mira, ancor nudo il petto /
maglia1. magliàio2, sm. me tali. operaio fucinatore addetto a un
lorenzo de'medici, ii-155: che non me chiedi qualche zaccherella? / so che
... portava nome, e me per la sua ricchezza ha maritata tanto
non es à si? -lascia fare a me; ché mi ricordarò di te,
, t'ho già chiesto perdono. non me lo puoi rifiutare. c'è una
furor di fortuna e guidi in porto / me peregrino errante. documenti delle scienze fisiche
se, come i'ho speranza, / me tacconcerà il magnano, / se mai
. iacopone, 25-45: noi me pensava, quann'io magnava / el
la parte mia! oimè! che non me averanno lassato manco della menestra. caro
e quasi (come se dice) me magnavo. -di animali.
magnati, l'imperatore rivolse per primo a me la parola, chiedendomi donde veniva e
meravigliarmi assai che siasi potuto pensare a me come a cultore di questa che affermasi già
né nego per la ragione che non me ne sono mai occupato. fusinato, vii-961
filosofia l'animo mi s'aggrandisse e me si magnifica l'intelletto. -elevarsi
piovene, 7-425: vedo intorno a me tra le altre le consuete due o
si dica / e tutti fate a me cerchio d'intorno. massaia, ii-
mi debbo, che il nostro re me a tanta cosa, come è a raccontar
, 31-88: la tua magnificenza in me custodi, / sì che l'anima mia
la tua potenzia / adoro, e me un vii vérmin confesso. / se piace
vecchia. machiavelli, 1-viii-65: io me ne andrei là, e vi condurrei
, eccomi ora dar prova magnifica di me stesso: eccomi audace, pronto,
la presente fortuna mia, quanto a me sozza, tanto a te è magnifica.
è solamente propria, per certo a me par cosa inaudita. algarotti, 1-iv-16:
arca piena d'ogni magnitudine, / soccorri me ch'aspetto amaritudine. -iron
magnitudine non operino, sendosi ultimamente da me scoperto che le nebulose...
la villanella] fusse: che di me non cureria. -elevato, prestigioso
, / per pregarti che sii ver'me benegno, / ch'esser al colmo ormai
spiriti magni, / che del vedere in me stesso n'essalto. buti, 1-132
n'ho suo pregio magno, / per me onta magn'ho. chiaro davanzati,
, ché a proporzione / i piccoli a me son come a te i magni.
. giannini, xxxv-1-332: magna ferendo me tuba en oregli / d'orrato ch'
sono i maghi che m'han da me diviso / e transformato in lagrimosa riva
anco quella bella imago / che in me scolpio, e come spesso in lei /
, / ma del desio che in me per fama nacque. tansillo, 15:
sapori. martello, i-2-172: buon per me che, rozzo nato, educato all'
magoghi e sorro- gnoni, / che me l'han caricata più d'un tratto,
: voi ghignate magramente, badate a me. 5. locuz. -avere
passi. nievo, 548: per me non mi piace nulla quel generai bonaparte;
, 1-3-215: quand'io son da me solo, due crazie di carne mi fanno
un magro venerdì / poco piace a me l'odore. pananti, i-247: venerdì
o berto, / cattivi segni / per me! buzzati, 1-250: si avviò
frugoni, i-5-97: in fine a me per tutto / si destina un usufrutto /
stringersi il cuore. pea, 1-392: me ne andai senza rientrare a chiedere quel
non riconosce. bonghi, 1-154: a me pare che pedanteria, e della più
le mie scuse, col dire che non me n'intendo », rispose fra cristoforo
la magra cera ch'ha ricevuta da me. lubrano, 2-335: entrate in quelle
valutare i magri accenni che tu talvolta me ne fai. buzzati, 3-239:
sacri / guardò in sé, né in me quel capestro / che solea fare i
». « quello che faceva per me ». « un magróne, un
non potrei né asserire né negare a me stesso ch'io l'amo; ma se
, / questi, che mai da me non fia diviso, / la bocca mi
come tu m'hai / partendoti da me mostrato quale / era 'l mio stato,
prov. aretino, vi-553: -maneggiar me, trescar con meco dovrebbe il cianciumc
donna. morirà come un maiale, io me lo vedo. -prendere, pigliare
fategli onore. - eccolo, pare a me. - maidepunto. = comp.
perché il capolista del noi è il me. bocchelli, 13-628: -noi -diceva intanto
rispose biondello: « mai no; perché me ne domandi tu? ». rinaldo
fece al fin grazia di lasciarsi tit>var da me, dandomi segno dove era con amorevoli
ma non si dimentichi di venire da me, presto. gliela farò io allora
gli anni di non aver tenuto per me la malacopia! come mi sarebbe piaciuto
. deledda, i-847: -a me? a me parlare così? mala-
deledda, i-847: -a me? a me parlare così? mala- faccia, vigliacco
governi, 9-389: sarà sempre con me la giovanaglia / e sputerete fino a
iddio della universa carne: e sarà a me malagevole ogni parola? s. agostino
vidi dalle vicende mie, né per me era egli un passo il più malagevole o
boccaccio, 1-i-595: se tanto di me ti cale, non ti paia l'affanno
non fia piccolo, malagevole, acciò che me possa rendere lieto a'miseri parenti,
, disse, « questo giumento per me »... così vi montò sopra
e non pulito parrà, non a me, ma alla malagevolezza di quella cosa
intender si debbano e disiderate saper da me come gl'intendo io, vi rispondo
iv-13: amore il primo dì di me ebbe interissima possessione; e certo sì
e con maggiore caldo, così a me avvenne. s. caterina da siena,
insomma da compiacersene qualunque più accorto di me si fusse trovato ad udirlo. metastasio,
, e malagevolemente ti potresti saziare di me. f. vettori, 338:
(malaggio a tal semenza) / me l'abbino a rubare? = comp
. percoto, 247: i soldati a me non han fatto per certo nessuna malagrazia
più buono e più bello di quanti me ne vengono dintorno, e non capisco come
gherardi, iii-216: sommamente male a me parendo che tanta virtù, tanta gentileza,
/ lo dio d'amor sì venne a me presente. moscoli, vii-606 (61-10
mia ventura vada torta, / no me dispero certo malamente. angiolieri, 13-1:
, 2-100: e'm'incresce di me sì malamente, / ch'altrettanto di doglia
, 6-697: stava per rivoltarsi contro me, allorché un nero omiciattolo, malandato
e si mette a sedere in faccia a me una donna giovane malandata e in cattivo
malandrino; / sì ch'ei da me se partì corrucciato. g. m.
conciar bene, se avesse a far con me. -con valore enfatico, per
; non ne parliamo più: ma me n'avete fatti de'tiri. di te
spera, / perché con tra di me cotanto strana! lamenti dei secoli xiv
10 sono omberto; e non pur a me danno / superbia fa, ché tutt'
/ convien ch'io chini il capo e me le succi. manzoni, pr.
/ tanta doglia e tanto affanno / me conven de sustinire. 2.
è. febus-el-forte, 1-5-34: da me ti parte, e va'via col malanno
: sono stato in ispagna, malanuòva di me, e ho conosciuto chi sono
'ho visto la malparata, e me n'andai; ho schivato la mal parata'
. guarini, 296: io me n'avvidi prima di lei, ed avendola
ài mala ventura, / dimme, a me che me se dà? aretino,
, / dimme, a me che me se dà? aretino, v-1-190: il
. carducci, ii-10-142: ritornando a me accetto la primavera con la languidezza stanca
breme che benché malaticcio viene a trovare me povero malatissimo. pascoli, 545:
nel mondo nato, / che in me criato -tutto il male dura / di tale
veggio, son malato, / che 'n me celato -tutto il bene escura! amico
sono un poco malatina, / ella stessa me lo ha detto. -malatèllo.
che in un giorno d'aprile -a me che chiedevo notizie della figlia -rispose:
uguccione da lodi, xxxv-1-612: mo me besogna dir de quig malaguradi / q'
hai perduto e fatti perdere altresì a me! foscolo, iv-419: malaugurato!
ontosa pace. goldoni, i-941: per me medesimo vaglio sì poco che l'offerirvi
malavventurosamente fece. tosi, 1-15: a me poi malav venturosamente interviene ciò
sì caro! non lascia neppur vivere me! carducci, iii-6-181: pe 'l cui
. battoli, 44-64: egli dà a me da fare ed io a lui, e
un altro diverso da questo; e lui me lo pagò l'uno e l'altro
abiettissimo omo faccia sì poca stima di me? ». 2. che
faccia così infelice com'ella ha fatto me malcontento. brusoni, 6-32: non
xvii-162: io sono sì malcontento di me, che non so com'altri possa
possa perdonarmi poiché non posso perdonare a me stesso. nievo, 301: costei
cui ella fosse malcontenta di questa casa me lo dice e ci separiamo in buona
muoio di malinconia, di malcontento di me medesimo. codèmo, 308: ella riprese
... e che tu compatisca in me quelle maniere un po'rozze e malcreate
dall'elevazione, / io rivendico per me la colpa dell'offesa / * nel corpo
un vecchio di coda verde e campareccio come me, abbia a campar meno d'imo
lei li maldicenti: / ecco in me crescon sospiri dolenti, / sì ch'io
non si scatenasse la maldicenza contro di me vedendomi sempre da sola a solo con
altrimente, perché un ne prendo per me e l'altra lo butto, cioè lo
aria. jahier, 151: con me [mio fratello] ha sceso in cordata
, lxiv-104: io non maidico più chi me fa guerra, / né donna alcuna
guerra, / né donna alcuna che me fa penare, / né la for
tuna che le rote sferra / per fare me cadere e desperare. = comp.
, penando. iacopone, 20-2: o me lascio dolente, ca lo tempo passato
, mal lo fai, / che di me non puoi aver pur una cica.
ma porterò contra de core: / se me non vinco, altrui mal vinceraggio.
io pensassi al tempo passato e da me male speso, io non potrei essere
goldoni, vii-1171: -venite dunque con me. -sì, vengo, ma ci vengo
: non mi voglio ritenere neente di me medesimo; imperciò che tutto quello ch'io
che tutto quello ch'io ritenesse a me, e non commettesse altro govemamento,
fuori non era troppo buon'aria per me; e se mi avesser tenuta la porta
, 3-32 (ii-419): a me pare che ne le persone religiose [la
prima pioggia è sempre il principio per me di nuova attività poetica. io '
cader dal ciglio / qualche lagrima per me. delfico, i-99: fra i mali
e l'altro male è invecchiato in me, ed io ne'mali. dalla croce
asma. iacopone, 48-14: a me venga el mal de l'asmo, /
periodontica. iacopone, 48-4: a me venga mal de dente, mal de
la vita, / e sarebbe da me tosto guarita. -mal d'ossa
il cuore mi duole come se proprio me l'avessero stretto, me l'avessero
come se proprio me l'avessero stretto, me l'avessero premuto, me l'avessero
stretto, me l'avessero premuto, me l'avessero guasto per sempre. papini,
grand'affanno, ch'io non torno in me / di questo pezzo. panigarola,
e forinone. guinizelli, lxv-26: ora me trovo in porto, / che me
me trovo in porto, / che me seria conforto, / dona, se me
me seria conforto, / dona, se me degnaste voler male. dante, purg
perché. è doloroso e forse vergognoso per me. pascoli, 161: c'è
male, che aveva preso la fissa per me. g. bussarli, 3-134:
fuor di casa. -mal per me, per te, per lui; male
ché se io fossi veduto, mal per me. pallavicino, 1-544: se tal
in male sono andati e non conobbono me, dice iddio. -avere il
partita. forteguerri, iv-113: uh me tapina! io temo che il mio fedria
cominciare con dio onnipotente guerra, non me ne pare che sia convenevole, perché la
quando dava. or dirai: e'me n'è incolto male. dante,
a male. de gli spirituali non me n'è rimasto pur uno; i
tutti mi son tolti; li danari da me con tanti stenti acquistati, mirate in
chi è costei? ». « non me lo domandate, che non mi piace
non mi piace metter male ». « me lo direte, me l'avete a
male ». « me lo direte, me l'avete a dire: oh la
non è nulla, stia tranquillo, / me li rompe anche cammino.
abbino opinioni contrarie alle cose scritte da me. brusoni, 54: il duca e
, o farsi venir male, / a me sembra un amor da collegiale. sanminiatelli
e toselli, perocché il popolo, me pe sa male pe'i sofisti, ama
quanto ha patito la madonnina! come me ne sa male! il restauro del
fallo s'io pietà trovasse / e a me s'aumiliasse / il vostro core ed
107: questo non si può fare secando me a miglia piccole, come si fa
maestro, se non celi / te e me tostamente, i'ho pavento / de'
maledetti per sempre quei che, da me tante volte chiamati, né pur una mi
/ chi t'ha trovato, e me, che ti frequento! delfico, iv-27
fiamme a gir costretti, / chiama me co'benedetti. carducci, iii-25-248: il
parente, oi amico deritto, / me reprendea niente, oi de fatto oi de
parsevi bel zocco / scorzerme a quella che me dovea disfare! leggenda aurea volgar.
1-1-345: 10 presto m'avvento e me lo caccio sotto [un sacco],
, poi maledetta quella volta ch'ei me n'ha più scritto, anzi maledetta
mio bene, / crescendo sempre a me più doglie e pene! g. c
io ho con esso, perché spero che me l'abbiat a levar da tomo
e in ossessione il tuo commercio; me il mio maledetto dante. io vorrei
, 721: quel medesimo poeta pose me nel girone dei fratricidi ma io temo
che ti ha condotta a sprecare per me tanto eroismo quanto avrebbe bastato a premiare
22-39: non te 'ncresca contare, ché me pòi resanare, / le parole dogliose
: se voi... cercate me, io vi comando, da la parte
amor dolcissimo, amato tardo / da me degno d'ogni maladizione: / e
per via d'orazioni... io me gli posso levar da dosso [i
per il boccia barbiere; e per ciò me la tirate giù a maledizion di popolo
più tosto d'essere insincero verso di me [intendo] farmi maleducato verso altrui
van facendo dietro pissi pissi, / di me dicendo mille malefici. 7.
3-152: tornai a casa scosso in tutto me stesso da un disgusto inenarrabile. dormii
, / montando malenansa / e soverchiando me da tutte parte. pucciandone, xxxv-i-
lassi trovar miglior servente, / e me signor che saccia meritare: / ché
messo in tale stato / e di me fatt'ài fonte di martiri, / di
: ogn'on q'è malastrùo 'n me recoio / per cotanta zent invidiosa. bonvesin
d'uno sfrenato et ardente amore, a me altrettanto odio e malivolènzia...
ogni calunnia e da ogni malevolenza che me ne potesse venire. n. franco,
vale un uovo, / et eo da me 'l caccio e rimuovo / cun malezóne
quello il quale avversario è stato a me malfacente; e molti ha sanati,
, 5-61: se avendo sentito in me la spinta al malfare, avessi resistito,
non ti piace di voler pregare / per me, anima tanto maladetta, / è
l'altre che dette si sono; a me piacerebbe di dar luogo alla fortuna senza
ardito che mi vuol suadere ch'io me ne innamori in quel malfatto decrepito del
pensiero, che sia strega e dentro me sento ribrezzo e paura di vedermela accostare
ingiuriarmi, perché io non sono a me consapevole di alcun malfatto. settembrini [
il peggio c'hai potuto, di me. sercambi, 1-i-348: il preposto disse
salute malferma... fanno di me un fiacco amico. giusti, iii-331:
povera donna in forse della vita e me in salute mal fermo. mazzini,
nostro umano orgoglio, / ho da me scosso alfine. cattaneo, vi-284:
, 39-iii-203: nel ciriffo calvaneo pare a me di ricordarmi che si legga 'malfusso
camia]. pascarella, 1-244: a me quella esclamazione fece tornare in mente una
questa infilzata d'improperi che, secondo me, chiariva anche troppo la verità di
compiute sono quelle cose che erano scritte di me a malgrado di chi m'ha voluto
sedu cente, / e me le arresi. -evento miracoloso.
bibbia volgar., v-317: me defendesti dal covento de'malignanti,
padri, i quali peccarono incontro a me. zanobi da strata [s
della gente era, credi, per me, un rimorso continuo. tozzi, v-169
: sa v. s. meglio di me che la calunnia è simile al veleno
sancta maria benegna, / in zo me plas tu molto, e quant in zo
a mme disubidiente con ongni ispregio di me e di miei. burchiello, 2-45
insieme raccolti da due ore in qua me gli hai versati in capo! b
boccaccio, i-ii- 206: oh me, che tu non mi conoscerai, /
1736... entrò per me pur troppo maligno e funesto.
che profonda malinconia s'è impadronita di me... io fo compassione a me
me... io fo compassione a me stesso. pecchio, 335: andarono
di lacrime: « i know you love me not ». papini, 27-1052:
, xxv-i: un dì si venne a me malinconia / e disse: « io
poco stare teco »; e parve a me ch'ella menasse seco / dolore e
mi fosse nemico mortale, / che di me di pietade non piangesse. cavalca,
de'medici, ii-196: fuggan da me tutti i sospiri e'pianti, / fugga
te s'apparecchia il reai trono, a me una bara. muratori, 6-170:
come da te: e più d'uno me ne schernirebbe come di malinconie trovate da
conturbare. boccaccio, ii-4-157: oh me, disse criseida, tu m'uccidi,
sente. nievo, 287: io per me rosicchiava melanconicamente lo scarso pane del collegio
la vidi al mio fianco, da me staccata, appoggiata alla spalliera, e scossa
che tutti li mali di questo mondo me venissino prima, in fuora che il
: levando gli occhi, vidi dinanzi a me il ritratto di una donna di circa
, così la tua lieta faccia cacciava da me ogni nebbia di tristizia. corona
partirne da lei tutto malinconioso, fra me medesimo dicendo: -o ludovico disgraziato, che
nimichi la venere dea, / dando a me sottoposto vita rea, / col soffiar
a qualch'altro, certo più degno di me. pascoli, 1340: malincuore que'
domani.. naturalmente ho detto fra me che doveva essere una malintelligenza.
xi-41: se vado con una ragazza, me la toccano. e se me la
, me la toccano. e se me la toccano finisce a sangue. c'è
di lui e per lui, sa che me n'angustio, e se ne giova!
malizia / non ti porla menar da me altrove. pallavicino, 1-499: di qua
: se la divina grazia non fusse in me, io non averei buona volontà,
braccio; e pensarono malizia contro a me. s. gregorio magno volgar.
, no bubino, non così. me lo devi dire col cuore. ecco,
delle quali parti [dell'opera] a me non se ne de'dar lodo se
non sia per malizia, e così me riprendo. benzoni, 1-44: i
, senza aver- vene dato causa, me avete fato iniuria troppo grande. bandello
sai bene che costoro dicono contro a me falso testimonio, e conosci bene che
quali maliziosamente costoro hanno composto contra a me.
, lxxxiii-570: alta regina, in te me reposo, / allegra el mio core
el mio core così doloroso, / e-ttu me defendi dal malizioso, / ke.
malizioso, / ke. mmai non me inganni per falsa mastria. 2
qui non usata, e però a me isconosciuta. c. bini, 1-67:
, / lo tuo fiolo a questa me à condota. leggenda aurea volgar.,
: quella tene rezza per me, affiorando e brillando negli occhi da quel
impaziente. « se non avete fede in me, non facciamo niente ». leopardi
par * quodammodo 'esser fora di me. 2. region. grossa
bianca sia così malleabile... me la figuro, da quel che ho
carta di settanta, ricevettela papero per me per mano di ser za - nobio
che non è. e poi, a me, piace cambiare ». -per
pretesi difetti sia pure una qualche cosa, me lo attesta un mallevadore senza eccezione,
se tu mi domandi quale degli dii me ne sta mallevadore, io 'l ti dico
mia promissione. voi mallevate pure per me. carducci, ii-1-320: è intelligente,
parole che assicurano l'immortalità, me ne fo malleva- drice, al nome
v.]: in quella casa non me ne gioverei di mangiare una noce col
. sbarbaro, 1-144: rovescia a me accanto una forma pesante giaceva. su
accanto una forma pesante giaceva. su me malmorto cantava la vita. = comp
tu a pregarmi di prenderti in letto con me. sei una malnata.
di soffrire, per te e per me! ». il tuo sonno, la
onesto da bologna, lxv-1-17: ancor me per lui [amore] chiamo mal
rustico. chiari, i-136: per me diedi bando a tutte le cose soverchie,
. iacopone, 11-2: lo core me se fenda ch'è malo en perseveranno.
per quella legge / che fatta fu quando me n'uscì'fora. cavalca, 20-25
inf., 28-135: perché tu di me novella porti, / sappi ch'i'
o di ciarlatani ad alberto mario ed a me, mi pare... un
li suoi regni ancora, / nati per me di carlo e di ridolfo, /
. iacopone, 24-23: a chi me serve sì do el mal tributo /
/ che mal dicente a forza esser me fate. dante, inf.,
la pancia. caro, 12-i-195: me ne sono venuto riposatamente per fuggire il
: la mala sopercheza, com'è da me par tuta, / siramme meretuta de
su questo sol leone, e non me ne sono ancor libero. bisaccioni,
, che non fosse sua zia, me la guarda di malocchio, questa orfanella
? in che traffico? -oh, me lo chiedete? la popolazione lo vede di
, procedere malonesto cantù, 2-540: a me parve scortese e malonesto questo simulare
: tazete in mal'ora: / quando me ingravedavi, el ve piazeva alora!
boccaccio, ii-8-15: oh, lasso me, che 'n malora fui nato!
di dio, / i tristi effetti a me de'propri errori, / e quai
. viviani, 3-i-47: resta a me il renderle, come fo, umilissime
per proprio scherno e maloticherìa, disprezzò me e la mia bellezza.
vorrebbe, mettan divisione fra te e me. = deriv. da malotico
vostra gaia angelica sembranza, / che 'nver me fate senza percepenza / de li noiosi
1-ii-803: perché appendervi il cencio e il me tallo malsagomato di una decorazione
so quello che le possa prometter di me, immerso in tante malsanie, come son
malsano, ma questo serve solo a me, che è poca cosa. bandello,
, credo, che voi pacifichiate a me l'onnipotente dio, tanto più quanto
ora che la sua compagnia fu per me ima malsostenibile tortura. = comp.
li eletti: / venite fuor, che me, senza difalta, / mi seguitaste
nievo, 682: era tanto fuori di me dalla consolazione che questi maltrattamenti mi fecero
fra teliuccio che ha quindici anni meno di me. -mettere, porre, tenere
ad abram: malvagiamente fa'contra di me; l'ancilla mia ho dato nel
dispetto: giudichi lo signore tra te e me. donato degli albanzani, ii-87:
brighi di pregare la misericordia di dio per me. boccaccio, dee., 1-1
l'augel che pia, / lo me cor piange e cria / per la malvagia
quella natura che tirannescamente, purtroppo, in me tuona. de roberto, 1-30:
terrei così grandissima la tua grazia in me medesimo, se io credessi che tu m'
disegnare; / e, verso di me / rivolta, disse: / « crocifisse
, 5-3 (30): a me, vezzose donne, si para dinanzi una
malvagia. giannotti, 1-56: a me non sarà molto male agevole il mostrarvi
mia sorte,... avendo di me pietade, mi diseparò da la malvagità
tua malvasità. / se in sto male me tegnirai, / presto morte me darai
male me tegnirai, / presto morte me darai. sansovino, 2-119: essendo per
servire ne'tuoi peccati e desti a me fatica nelle tue malvagitadi. boccaccio,
col solo battesimo salvo, io per me non ne trovo altra cagione, se non
, ho determinato di starmene tutto a me. comisso, vi-219: nel corridoio
: / deo sì è piatuso, lo me porrà parcire. = comp.
15-4-224: madre cirene... perché me / di nascita preclara degl'iddei,
! il pieri così sbertucciato ricorse a me per aiuto. pregò, supplicò ch'
... / ed ogni malvoler vèr me ritraggia, / se, guardando,
la spagna, 8-10: se contra me mostrasse malvolere, / mio brando converrà
grazia al tuo mal volere verso di me, vibratoti in pieno petto da carlo dossi
fanfa- niana mi ero accorto e non me ne maraviglio... nel mio
i-62: non era dignitoso né per me né per lei né per mammà intrattenerci
/ lasciai, finché si svella / da me l'alma, adorar: forse e
6-70: hai detto che dinanzi a me non si può parlare di nulla,
carducci, iii-3-209: che importa a me de gli aliti / di mammola non tócca
di non molta fatica, quando avessi con me gente di cuore, e non una
, i-i7: l'effetto straordinario in me cagionato da quel gastigo avea riempito di gioia
potrebbe venire in onorarmi, ma tanto me n'avete fatto avanti, che
se lasciassi partir v. s. da me senza ritenerla in casa mia ad alloggiare
la quale doveva sopra ogni cosa essere da me conservata senza mancamento alcuno.
b. davanzali, ii-267: a me e alla figliuola tua... scoppia
e quello che inverrete, raccontarete a me sanza niuna mancanza. leopardi, iii-17
mia ma della fortuna, che a me professore e lavorante infaticabile pur non permette
si convenga. guarini, 92: a me poma non mancano: potrei / a
'l bene, / e li conforti me ne van mancando. dante, par.
risultare disponibile. guittone, xxvii-82: me fomite [amor] voi ben sofficiente,
più n'attendo; / se ben me stesso e mia vaghezza intendo, / che
/ sì chiusamente, ch'i'sol me n'accorgo / e quella che guardando
posso tenir la pena, / ché 'l me trema ognor la mano. poesie musicali
e le sorelle: si sarebbe ricordato di me, e avrebbe mantenuto onorato il mio
le labbra. varano, 1-9: pietà me tanto / mosse che balbettò la lingua
del '300, lxxxiv-345: quando vèr me giran quel ochi un puoco, /
-per l'appunto. -e pagherai per me la venticinque lire? - così l'
beltà. svevo, 6-375: non me lo promettesti già una volta,..
. boccaccio, 1-i-465: ma non me lo reputino gl'iddii in peccato,
. metastasio, i-i-ii: -per me sei reo? / -mancava questa alle mie
tradi torà! - ella proprio / me l'ha detto. -manca?:
, i'proverei / qualche impiastro da me, per non gli fare / d'una
? e se le mancassi o me ne fuggissi, o mi farebbe capitar male
mi accorsi che anch'io mancavo a me stesso, perché soffrivo ancora poco, non
assenza. figiovanni, 19: da me è lontano il mio marito, del
e non ho alcuno bene da me, ed in ogni cosa manco.
anima,... stringiti a me, abbandonati a me, sicura. io
.. stringiti a me, abbandonati a me, sicura. io non ti mancherò
de la promessa ch'avete voluto da me. guazzo, 1-132: quei che noi
io soltanto / se si lagna di me, se mancatrice / mi crede all'
ingrato alla mia fortuna, mancatore a me stesso e poco conoscitore del valore di
gli dovrebbe contribuire,... me lo rende spregevole. guerrazzi, 6-518:
sfantità], al cardinale alessandrino et a me, non parse lo dessi per questa
percosse, / a ciò che prima a me sì fatta mancia / avuta
ciancia; / ogni uom da ben per me prese diffesa, / dicendo ch'uom
s., faccia l'officio per me ad un mancino di bologna con esso signor
caviceo, 1-189: con li occhi me allo inferno perpetuamente mancipata ho veduto.
braccio manco. metastasio, 1-ii-128: da me ricevi in dono / questo, che
ti prego che tu ti parti da me: se tu andarae dalla mano manca,
ii-11-5: quasi esclamando e per iscusare me de la varietade ne la quale parea me
me de la varietade ne la quale parea me avere manco di fortezza. niccolò del
vii-464 (8-4): amor tanto me strinze, zentil donna, / sendo luntano
/ de cui non più sul pedon me ne resta: / ma non maneggiar lor
de farine per ora cavaliero (che molto me ne doglio), priego almeno la
da manco degli altri suoi servitori, che me voglia donare l'arma sua. caro
la speme ognor vien manco, / da me sparendo come nebbia al vento. tasso
io vegno a manco, / tanto me diletta / l'acto tuo donesco e franco
son presto e parato, / ché morte me fia dolce e assai più destra /
var.]: rapente disianza / in me adimorata è per mancore, / caro
: poi mandaro due donne gentili a me pregando che io mandasse loro di queste
a diri; / voi che martiri -per me sofferite, / ben vi dovrite -infra
che sai la pena mia, / che me ne faci un sonetto / e mandilo
cor porta, / amor aparve a me in figura morta / e disse: «
mattina quei passi d'autori antichi da me osservati. algarotti, 1-v-235: il maresciallo
. gozzi, i-23-210: per dir di me, voi m'avete veduto, /
diletto, / che per amor di voi me l'ha donato. poliziano, 1-554
. boccaccio, iv-73: in cotale modo me medesima dimentendo, e quasi in su
del quattrocento, lxiv-119: niuno più de me t'à amato tanto: / mo
a'miei dì mille volte, e non me ne son mai confessato. costo,
; io non accuso persona; e'me ne viene qualcuno alle volte a parlare e
ella ti manda rispondendo, toma da me e dimmelo. v. borghini, 6-i-213
con questi compagni che dicono bene di me, che me la mandano buona a viver
che dicono bene di me, che me la mandano buona a viver come vivo.
cacciato via; e quel tale che me mandò, disse che mi conoscieva, ma
a un tempo meno, / in me fuor mandi gli ultimi sospiri.
; lamentatevi di lui e non di me che, per piacere all'amico, tiro
mandarinétto, sm. liquore che si ottiene me scolando essenza di mandarino con
tommaseo, lxxix-iii-96: pregherei delle lettere da me scritte al rosmini, delle quali può
ragazzi ciascuna. cicognani, 3-251: come me, di rovinati siamo una mandata.
spinta la mia cameriera su di sopra, me ne vado nel suo alberghetto a terreno
non essere detrattore: vivi e di me tuo fattore, sempre nella mente il
. casaregi, 2-198: fu da me rigettata la seconda eccezione, perché.
, come ne abbia a rispondere o me ne abbia a governare, e io non
s. consegnò il suddetto denaro a me in mia propria mano... il
lavoro, propongono un mandato di fiducia a me e allo sforza affinché seguiamo lo svolgersi
mandato, a messer maso e a me, a potere fare e conchiudere lega.
, 6-ii-609: io rassegno con soddisfazione di me medesimo quel mandato che con tanta diffidenza
siete, nondimeno, perciocché l'affezione di me mandatóre è grandissima e piena di pura
prova della tua poca memoria verso di me. ojetti, 1-51: per fortuna venne
anderà via. paoletti, 1-1-360: per me credo che, nel lavorare e stringer
moglie? cicognani, 3-251: come me, di rovinati siamo una mandata.
, avendogli prima detto: volgiti a me. tasso, 20-34: d'un mandritto
condurmi questa mane a un patibolo per me insoffribile ne'vostri dolori? becelli,
per questa mane non ha bisogno di me? -periodo del giorno in cui sorge
la fame del mio canto nudrichi e a me, qual uccello rinchiuso in gabbia,
fardelletti da stringersi insieme agevolmente e \ me uno o parecchi maneggiabili. -manovriero (
beltramelli, i-203: simona aveva pensato a me; mi credeva docile, umile,
vorrà; ma cussi vecchio, come me vedetti, voria manegiar meglio che tutti quanti
, subito che fusse venuto el soldano, me faria cavar li ferri. bibbiena,
, secundo li advisi de roma, me pare che la ex. a v.
! / passando or or di piazza a me si volse / e disse: prender
ma tu maneggia, / tu rammollisci a me quell'alma dura. scalvini, 1-71
su roma, aggirato, maneggiato da me e vittima inconscia di artifici miei, è
che alla prudenza loro occorrerà ed a me commettere come mi abbia a maneggiare in
officio de zanantonio da manezo: a me non pare già che 'l tempo e la
autorità. caro, 2-1-188: a me par gentiluomo di maneggio e di qualche considerazione
vii-828: si contenti di dare a me il maneggio di casa. m'impegno
voi armi e quore: lasciate a me il consiglio e 'l maneggio della vostra virtù
1-236: quando sua madre veniva da me a denunciarmi i maneggi di rita per uscire
sm. stor. dir. nella società me dievale (e, in
: certo che ben è ragione / me sia noios'e spiacente, / membrar ch'
. monte, xvii-652-16: siate fermo di me non ò neiente / blasmare amor se
notte, manesco, ed utile per me, per te inutile. nieri,
rimasta la voglia, per caso? -a me? tommaseo [s. v.]
leguleio. giacristiani. bono, dissi fra me, poliziotto che canta non goldoni
marchi, ii-iii: lei sa meglio di me che in queste pie amministrazioni è un
padrimaestri '; perché chi sa qual rumore me ne farebbe addosso, e qual taccia
ne farebbe addosso, e qual taccia me ne appliccherebbe dietro. = comp.
dermi, a discendere verso me un secchiolino, affinché 10 lo empissi
bicchier d'oro. tasso, 11-iv-5: me n'andava alla mia stanza per mangiar
la cagione di tale inalbamento, io per me credo che venga da quel sale che
, 1-123: che importa ch'l foco me manzi, o una fera, o
principe che da tanto tempo è preso di me sì pazzamente,... veduto
in specie questo, ch'è toccato a me, mangia fine fine, mangia come
ne ho avuti molti di soldi e me li sono mangiati tutti; ma non con
-che pietà? che cosa volete da me? (alterata). -via, via
io gli risposi: « non piacerebbe a me; ché non è giusto né ragionevole
una tal cosa ». disse che io me gli levassi dinanzi, e che a
. pavese, 5-77: tra me pensavo: « mangio un cane se
: io sto a vedere, per me, dove ficca tanto mangiare manzoni,
senza pensare a mangiare un soldo per me, cominciai a sperperare il mal mangerino
perpetuo ritornello del « lasci fare a me, e dirò e farò », voi
carducci, iii-18-373: che pretendete da me, canaglia! come s'io fossi
nove giornate portavano venti di morte / me per il regno dei pesci, e prendemmo
docere / mortuus, ut dicat qui me videt intumulatum: / quod sumus iste
ferd. martini, i-358: a me la duse pare sempre la stessa.
mi fece sapere che aveva bisogno di me; dal tono indovinai qualche pasticcio,
un modo d'essere gaudioso / messaggero di me. -convinzione ferma e, per
, come dire? maniaco. tu stessa me l'hai fatto capire. '
pace da certaldo, 2: convegnendosi per me... tale opera fare,
: vi sembrerà ch'io fossi inverso me assai largo di manica, come si dice
! ma tu hai fatto capitale di me; e io non t'abbandonerò ».
piede, manicato un micolino in cemusco, me ne venni a milano. alfieri,
: lo spirito crudele non è in me, se non un poco davanti ai
. aretino, 10-24: conosco che a me non istà bene il por bocca né
vuoi scoltare; / ascolta un poco me, fatti un poco in qua. /
., vii-440: disse iddio a me: che cosa è questa, che deducete
te tal'pro- vigioni / ch'i'me potessi in tutte le stagioni / con la
, ii-158: o che manicaretto! me ne sento correre l'acquolina. non può
/ ch'alquanti [denar] me ne vegnon uncinati; / de'quali
drieto un manichino / e mostrarei di non me ne curare. salvini, v-396:
, 15-209: io faccio tutto da me, abiti, cappelli... ora
io mi volsi e lo specchio / di me più non era lo stesso / perché
/ e con duo mani addosso a me si spranga, / ruppemi addosso un
l'altr'ieri non volesti spender per me due giuli e comprarmi quel bel manico incarnatino
farà un dì uscir del manico a me. -fuori dei manici (
lassar che maniera che sia laudata / per me, ch'è straniata. latini,
davanzati, v-61: se tal manera a me tener non vale / convene a me
me tener non vale / convene a me stesso essere nemico. boccaccio, dee.
fame belle spese. / d'avere in me maniera bella e gente, / a
d'impegno, / ed accollarla a me; non è così? pratesi, 1-173
risospinse, / e viva amor nel cor me la dipinse / ai gesti, alle
magistrati. brusenti, 1-38: a me non tocca d'insegnarvi la maniera che
chiabrera, 5-74: perdere genova a me è perdere tutti i conforti, non
cagion mia, dalle persone che da me furon sedotte, temo fuor di maniera
ah luigia, * miserere '/ di me in tutte le maniere! -mutare maniera
: hai molto torto a prendere con me queste manieraccie di marito sospettoso e tiranno
nel comporre. papini, x-2-143: a me il correggio non piace, perché troppo
. anonimo, i-654: tapina in me, c'amava uno sparvero! /
! / ama vai tanto ch'io me ne moria! / a lo richiamo ben
de servirmi non s'asconde, / me dice: -va seguendo quel sparviero /
manieroso e vago,... di me s'è innamorato. chiari, ii-43
facendomi manieroso, -lei deve rispettare in me un avventore attirato come una farfalletta dal
la vecchia casa al paese tutta per me e la casa nuova, appena finita,
articoli 'che il conciliatore riclama da me. carducci, iii-25-230: le rare volte
redi, 16-iv-250: se però non me ne movesse tentazione un desiderio nuovamente natomi
subbi e più fili che non quelle da me fin'ora vedute e prestava altri offizi
, xxvi-1-316: l'aver fatto poeta / me non è una gran manifattura. aretino
tanto al signor marchese intercessore quanto a me e a messer ticiano, felicissimi e
vorrei... che voi amassi me com'io amo voi e che mi lasciaste
, cioè manifesta la presenza tua sopra me tuo servo. pulci, 3-81: i
cui dimoro inclino al pede / umiliando me. passavanti, 32: uno giovane,
e manifestandolo, m'avvilirei davanti a me stesso. -aprire alla confidenza (
, perch'io non amo tanto né me né altrui quanto io faccio lui.
manifesta / arte d'amor, che in me dogliosa e lieta / tormento e pace
: il dissenso fra l'assemblea e me, così crudamente manifestato, farebbe male
potendo soddisfarlo, farete piacere anche a me, che mi fo mallevadore, bisognando,
allora che, nel loggione accanto a me, un giovinastro,... dato
minarci ugualmente; per lo meno me, perché mi avevano trovato i
18-17: drizza, disse, ver'me l'agute luci / de lo 'ntelletto,
prove / d'alcmena esser figliol e di me giove. ariosto, 24-52: costui
13-iii-250: io, quanto è in me non mancherò del debito, se intenda
pur deggio a rischio manifesto / per me vederti e vita esporre e fama,
profondo de la testa / volse a me li occhi un'ombra e guardò fiso
male, subito il tuo peccato sarà a me manifesto. petrarca, iii-2-77: deh
tragedie. brusoni, 2-147: a me... non tocca, o porzia
donna zentile, se questo / piacere tu me 0 stampato, di vario formato, che
facea aver tandosi forte / di me, che quasi a morte / la conducea
contro i miei calunniatori, per togliere a me la disgustosa briga di purgarmi da tali
forma ottava e di bella stampa e me ne spedì il manifesto, raccomandandomi di
ch'io scrivo,... a me ferri e maniglie non mancarìano. pantera
. a. caracciolo, 12: perché me mandasti un don gentile / qual porto
, e bisogna considerare che tocca a me a manipolarli. muratori, iii-63:
dame inglesi. un paio d'anni che me la possano manipolare bene, e son
conosci mento, io per me la credo un'indubitabile vanità. =
manipolato e giudiziosamente prescritto, è a me sempre paruto l'unica verace panacea. gavazzi
voi, cotal segnor, / no me 'l metì in bando mortor; / ché
/ ecco il mio creatore! / io me ne voe a quella santa manna /
che le parole vostre in ragionar di me fusser cagione che io, oltra il diventare
< dicendo ch'io menassi duoi con me. ariosto, 29-22: non era rodomonte
ti lega / più che l'amore a me. -come metafora oscena.
lazzo e acerbo! / proprio per me, mannaggia, / lo tenevate in
mia automobile, levarono le stampelle contro di me, dicendo: 'mannaggia li cani'!
ferrara, 161: vero è ch'io me sollazzo, / ma dice,
martello, i-3-324: chi di me più felice, più invidiabil,
pallide dita titubando e abboznon dico per me, che ad ogni modo io ho da
lo aceto rosato, se io non me ne vendico a misura di carboni.
l'anel mio cinse, / quando me vinse amor teco a sposarme; / man
mazzini, 20-394: vorrei che daste per me una stretta di mano insolita ad andrea
fu costante a noi come voi a me. fanzini, iv-400: 'stretta di mano'
la sua voce udire, / a me più cara ch'alcuno altro regno, /
che mogli; tutt'e due vennero a me dopo esser passate da più mani e
popolo mio, acciò ch'egli sacrifichi a me. il quale, se ancora lo
.], 14-51: abbiate misericordia di me almanco voi, amici miei; imperoché
dice il mio padrone quando parla di me co'suoi amici? -quel baggiano è
mana / dello scutiscio e dico da me stesso: / che diavol di riposo
e queste infauste / navi ardete con me. g. gozzi, 148:
7-365: ella desidera di sapere da me quali sono gli scrittori italiani..
alla mano. mano ai classici. me letti autentica, de cento venti lire
severa. / -lassa pur fare a me: che io mi vanto / farla tutta
farai un protocollo di poesie, tante me n'hai recitate nei nostri passaggi.
altrimenti. iacopone, 25-81: or me contempla, oi omo mondano: /
; / or de'miei gridi a me medesmo iucresce, / che vo noiando e
.. la supplico a ricordarsi di me. magalotti, 21-147; ce ne dette
a non parlar più con alcuno di me e, se 'l desiderio vi stringe di
io incomincio a essere più arrendevole a me medesimo e più largo di mano. de
mi pregò il castaido loro, quando io me ne venni, che, se io
qualcosa da guadagnare in una riconciliazione tra me e matteo. al villino deve lavorare,
elle erano. pulci, 21-158: io me n'andrei a rinaldo e ginocchione /
dosso, s'è portata tanto male di me e di questi fanciugli, ch'è
tolse di donde nascesti, dandoti a me, che, per essermi accorto che sei
col nostro signor simplicio, conosciuto da me di lunga mano per uomo di somma
proprio, personalmente, direttamente; da me, da te, da se stesso,
e 'l loco / ov'i'perdei me stesso e 'l caro nodo, / ond'
trattato e sottile, nel quale per me ora s'entra, a distrigare lo
297: se non fosse troppo tardi per me, vorrei farmi la mano a rubare
fare le cose a salti, a me pare che non sia proceduto come doveva procedere
bisogno d'avere uno o due amici con me giocò di mano / al tuo ser quondam
da gravare con la mia mano su di me; ma mi pare semplicemente d'aver
cadi ne le mani in pegiore sorte di me. -innanzi la mano: in
(80): lo lasci dire a me, che devo intendermi di ciò che
come i'sono nel 1448, non me la lascerei uscir di mano [la casa
addosso ch'io il giudicassi, ed io me ne lavai le mani, e dissi
io ho fatto lo officio mio; io me ne lavo le mani, fa'tu
sul principio di questo sciagurato lavoro: e me ne lavo le mani. tommaseo [
flagellava per modo di compenso, però * me ne lavo le mani 'spesso dice
privatomi del suo affetto, non sarebbe per me gran male. -levare,
fui preso da così grande sdegno contro di me che mi sarei morsicato le mani.
xxviii-24: cum la lengua parie, me no cum le man. -parlare
prese linda per mano e disse a me: -si va a sentire un po'
: padre mio, questo mio compagno me l'ha fatto fare. redi, 16-ix-273
i-179: prudono le mani anche a me, e a volte mi piglia una
cosa sopra mano, e non da me. -sotto, di sotto mano,
di fame, e poco onore a me, credendo ch'io volessi tenere le
reverendo di arimini: non che 10 me lo ricordi, ma so che mi vien
del tordo. berni, 362: a me non è mai caduto nell'animo pensiero
. soldati, 2-531: nun me toccare, sai! manacce luride! pavese
motrice e faccio: -lasciate fare a me. di queste more me ne intendo
-lasciate fare a me. di queste more me ne intendo. c'è il manometro
accademici filergiti di forlì messero confusione tra me e il p. bartoli per quanto seppero
ma pel difetto altresì, che a me sembra di rilevare, attentamente leggendolo,
in certi momenti fosse ella a manovrare me e io mi lasciassi contento o rassegnato manovrare
si lasciasse beata o rassegnata manovrare da me. piovene, 7-192: gli scrittori francesi
(131): con gran destrezza me gli accostai con un gran pugnai pistoiese e
le dava ragguaglio dell'errore fatto da me per dimenticanza, nell'aver procurato la bolla
gesù a'discepoli suoi: chi amerà me, sì osserverà la mia parola, e
signa... e, perché me hano facto in loco de lui suo capel-
lano, per tanto prego le vostre paternità me vogliano dare la mansionaria che avea epso
3-67: io [l'orso] ben me ne pregio e più gradisco / mansuefarmi
freno errando incrudelire / non men contro me stesso / che contro l'altre fiere.
., 3-24: onde questo a me, signore benignissimo, dio altissimo,
questo ser iacopo è di poi stato a me tucto amorevole e mansueto, quantunque poi
ariosto, 20-138: s'eri ver me più mansueto, / forse aperto t'
essere; ecco israel, padre di me tuo servo. recossi faraone in atto mansueto
: fiol mio, / te prego che me dagi una coltreta, / che la
una coltreta, / che la note me coprisca, per l'amor de dio.
umili e cortesi / porto egualmente, né me gravan pesi, / né l'arme
io credo che tu sogni; a me non fa freddo: lasciami dormire,
, dàgli domani, un giorno (me ne ricorderò sempre) mi faceste sentire
. bisticci, 3-174: giunto a me con uno mantelletto pago- nazzo indosso,
, / che vadi, come me, senza mantello. -aver mantello
in questo / suo misfatto esser creduto me; /... forse perch'
opere vostre. morone, 243: a me dié il carco / sataniel il parentado
angel provato. capitoli della compagnia della sol me resta de mie pene / e di tanti
detta compagnia tre dequesto solo ancor qui me mantene. campofregoso, i-65: nari
lampada nell'oratorio. la santa voluptà qui me mantiene / che de'mortai'è chiaro
liberare? ebbene, / lasciatela con me, sarà la mia / consolazione.
o pur bene? lascerete pur far me! statuti de'cavalieri di s. ste
io non posso offrirti di viver con me! non potrei mantenere due case.
, mio dio, rispondete voi per me, illuminatemi voi!... rinunzierò
ch'io potesse mantenere / l'amico a me senza farlo partire. rosaio della vita
mi mantenga in questa mia felicissima a me patria e bel milano, dove più utile
xvii-193-13: manto piaciere mantene / a me l'orato omo dotto. c. bartoli
poveri infermi. pontano, 232: me studio de respagniare quanto più posso la
. nievo, 739: lavorava per me notte e giorno e studiava l'inglese
così onorato, buono e verso di me caritatevole, per i benefizi che da lui
deità, replicava: che giovano a me gl'incensi arsi al vero dio e
ora l'amico nostro ed a me da potersi produrre, in esplicazion è detto
subito all'organo. sentivo sopra di me scricchiolare il legno, ronfare i mantici,
: o sorella della scura, / or me date un manto nero / a quella
foco so raciso, / che mai non me ne consuma. petrarca, 102-10:
6-ii-207: qualunque sospetto poteva capire in me,... non quello che
della nostra libertà. pascoli, i-490: me lo ricordo fanciulletto, questo figlio:
monte, ii-394: un sol punto di me fuor non è tirq, / così
davanzali, 89-7: non credo che di me ti doni vanto / fra gli altri
: manto piaciere man tene / a me l'orato omo dotto, / onde sagio
di dante, xxxv-ii-776: similmente in me aggio partita / la dimoranza ch'i'faccio
il prezzo di tali edizioni, nessuno me ne ha saputo nominare, e credo che
. e. novelli, lxviii-298: me, quasi fosse tempo di morìa,
dividevano le giurisdizioni essere i naturali da me dimostrati, non già i manufatti,
potuto desiderare un garante, ma adesso non me ne curo, prima perché, avendo
cortese e piano / inver'di me, la mia gentile manza, / che
avisi. giusti, 4-i-50: in me potea vantar di possedere / il più forte
: se vi fosse accaduto come a me, di fermarvi sul limitare del deserto,
: scrivere poesia... a me è venuto a noia, per lo strazio
popolare e scherzosa: vale 'non me la fai ', e s'accompagna
. f. loredano, 9-45: a me, che simiglio la marantica, diranno
, sono apatico e passivo. e non me ne meraviglio e neanche faccio uno sforzo
fatti esterni che si ripercuote contro di me; e mi priva di tranquillità. tecchi
: potrebbe anche in questo mentre toccare a me a ire a maravalde. buonarroti il
molto funesto ', dal canto libera me, domine della liturgia dei defunti; cfr
: quella mercenaria... da me non ricevette neppur un maravedi, in
abbandonar le patrie marche / e fidar me medesmo a fral naviglio, / fia
apertamente che temevano di essere mangiate da me o almeno marcate di nuovo, sì come
anemico. bigiaretti, 11-49: a me piaceva di più... quella
bascapè, v-187-25: clamo marcé al me segniore / patre deo e creatore. lamento
parea fallire di palese / ché di me novelle non vi mandava; / ed
dove adimorava / e nel pensar di me facea marchese / e schiavo: tanto
cose e non giudichi marche- sevolmente di me. = deriv. da marchese1
/ musichetta da trivio, anche a me cara / talvolta, che per lui
. ma quelli scritti in italiano me li tenni. raccontavano com'era andata
marciare. da quando aspettiamo la guerra me la sono negata. -come esercizio ginnico
lippi, 5-27: adesso a calagrillo me ne tomo, / che va marciando
/ ancora continua a marciare, / me non raggiunge l'amata mano / in
esser commossi, dinanzi a sé e a me, marcidi e rappresi umori sputare.
rotti e dissipati; ma io non me ne intendo de greco. ariosto, 830
. gozzi, i-315: sono fuori di me; mio marito sputa continuamente sangue marcioso
e. cecchi, 7-83: accanto a me il marconista con la cuffia, e
dante, inf., 26-100: misi me per l'alto mare apèrto / sol
livorno, dove sto bene assai: me ne vado tutti i giorni sul mare
d'ogne retorico stile, se in me fusse la lira de orfeo o la eloquenzia
di aver riparato per quanto stette in me al male commesso, non ho altra