a seder su la funèbre bara. marino, 5-15: o damigel, che sotto
/ cacciar con veltri le fugaci damme. marino, 15-13: su per lo pian
e dannata a una perpetua gravidanza. marino, 4-68: ai regii alberghi i genitor
? -se è morto, suo danno! marino, ii-ii: né mi sarei mai
fuggir ha già spiegati i vanni! marino, 15-96: gioiva adone, e
di giorni, ecc.). marino, i-25: io vi tratto di topi
lo 'ndietro, finiscono il ballo. marino, 1-94: intorno e dentro a
pria distinse / col piè ferrato. marino, 220: rimira ignuda e senza nube
dovessi almeno dubitar del suo favore. marino, i-58: dapoi ch'io veggo
innanzi n'andessero dappresso alle porte. marino, vii-145: rifacendomi da capò, dico
, morendo, e vita e morte. marino, 297: son questi gl'imenei
/ frate'carnai per un fiorino. marino, i-252: non darei l'onor
ogni nostro ben da lui dipende. marino, 210: specchio fallace, ingrato,
il terreno sia buono e fisso. marino, 3-54: un rabbioso dispetto ancor sent'
, / leggi diero alla guerra. marino, vii-87: gl'imperatori supremi con quelle
privato, perché fare uficio pubblico? marino, vii-159: chi di più sog-
/ bamboleggiando ad atteggiar si diero. marino, 349: allor correndo / dansi tutte
, per esser discussi da'teologi. marino, i-255: certi giovanotti...
per le contrarietà che si ritrovano. marino, i-107: son dato nella ragna;
/ e fattosel cader cieco davante. marino, 332: ne la propria e
più tosto che ella si imbrunisca. marino, i-47: non mancherò di servirla
al vincitore un ramo di palma. marino, vii-237: e potrei davantaggio conchiudere
dimostrazione. -figur. scherz. marino, i-115: de'cimici non ve ne
tu parimente spirito amoroso dèi essere. marino, 5-94: ma la gelosa dea,
si fuggì. -figur. marino, vii-390: tu estirpatore del fecondo veleno
pronto alla grazia e al bene. marino, i-157: non è cosa tanto santa
i debiti roghi ai morti fieno. marino, i-160: questa umiltà e piacevolezza non
viver cado poco men che scossa. marino, 1-83: veggendo alternamente arsicci e
compagnia del signor marchese d'este. marino, 1-64: arse per marte, è
comparazione sono debolissime maniere di prove. marino, 15-192: quest'argomento è debile e
torcia a quel del sole meridiano. marino, 12-273: così dicea l'incitatrice astuta
il suo vasel debile e stanco. marino, i-io: né così debile è la
, perché dura poco tempo. marino, 14-145: ella, il cui spirto
! mi bisognerebbe farne le deche! marino, 10-158: petronio v'ha,
più la sua reputazione pigliava deterioramento. marino, vii- 404: né ch'
i risquotitori), messer agostino san marino. sarpi, iii-3x1: li ecclesiastici
poco vada declinando verso la campagna. marino, 2-72: quand'ecco declinar la nube
ora per l'età mi va declinando. marino, vii-263: talora [la voce
fugge e no 'l declina. marino, 279: giunto presso / una densa
. -abbandonare, lasciare. marino, 14-25: che quando elessi una tal
, l'arco del golfo, l'orizzonte marino, la declinazione del sole.
latina più si fosse avanzato di lui. marino, i-150: la quale alterazione [
si può separar da l'onesto. marino, 5-123: l'invenzion, la favola
giovani, e decrepiti i vecchi. marino, 304: 'l buon silen decrepito
ultima speranza, e quasi ultima àncora. marino, 16-86: [a lui
che si venisse all'esamina rigorosa. marino, 2-81: s'avessi a giudicar
per dio, che schermo avrai? marino, 351: soccorrerti ne vieta e
-regola di un gioco. marino, 15-150: chi nega, dice,
una specie di portentoso decreto terrestre e marino, una specie di agata fatale ove
tardo nell'acqua che nell'aria. marino, vii-243: trecento gomiti era la lunghezza
con man dedalea non tessiam ghirlande. marino, vi-48: questi con arti dedalee
un'opera usurpata [ecc.]. marino, i-59: dedico a v.
almeno dare utile di venticinque giuli. marino, i-232: vengo a portare innanzi al
(o anche per lucro). marino, i-59: dedico a v. a
suo corso il dir punto diffalca. marino, 14-316: adone il segue, e
ch'oltra quel dì si difinisca. marino, 2-120: poiché del pari in quest'
definito, n. 9. marino, vii-132: incorporei, perché seben siete
di monarca senza bisogno di guardie. marino, 10-238: s'induce alfin,
una nota assai più deforme dell'altra. marino, ii-80: ella, del cui
male. vasari, ii-55: un mostro marino... egli fece e donò
-fingere con inganno; trascurare. marino, vii-84: io tengo il primo luogo
onor di lagrime e di fossa. marino, 2-78: nulla degnar mi può di
suo fattor degnata a tanta grazia. marino, 234: felici voi, degnate a
quale avete acceso in me tanto desiderio? marino, 233: deh, se pur
ingiuria con la morte dello sparviere! marino, 3-113: deh qual ventura mai
ottusi, come la lettera a. marino, i-76: danneggiare l'anima che mai
; nominare, eleggere. marino, 2-58: giudice delegar dunque conviensi,
et intorbidando l'acqua promettono sereno. marino, 318: le nereidi ballando /
promette pace. -sciogliere. marino, 15-11: fuggon per l'erba liberi
il vescovo era deliberatissimo castigarlo acerbamente. marino, 1-67: subito confessò e ratificò
delicato collo e l'aurea chioma. marino, 1-72: e la sudicia barba
che la prudenza civile e militare. marino, vii-165: ha contesto cristo una
-raffinatezza tecnica, eleganza formale. marino, i-227: in parte dove le bassezze
-cura attenta, sensibile. marino, vii-254: al cui lavoro [del
tratti tipici. - anche assol. marino, vii-178: nella benedetta imagine che ho
suoi tempi comiculata ed esattissimamente delineata. marino, i-282: qui ne vanno parecchie copie
sito della città e del campo. marino, vii-145: tralascio per brevità tal
e faceva star tutti a segno. marino, vii-340: l'ignoranza suole scusare
come la chiamava e l'elogiava il marino, una sensualità sospirosa e deliquescente pur
di me pietà molto né poco. marino, 2-102: ma la madre d'amor
nella scrittura sacra paradiso di delizie. marino, vii-109: nella creazione degli altri
, per prendere diletto della caccia. marino, ii-50: mi trovo assai allegro
virtuosi, l'asilo dei letterati. marino, 261: era atteone...
, e nel culto de la religione. marino, 12-193: potrian tante delizie,
. -ant. anche intr. marino, vii-423: non perché siate a tanta
-paradiso delizioso: paradiso terrestre. marino, vii-316: sette ore adamo ed èva
schifando d'imeneo la chiara face. marino, 14-207: venne al delubro dispietato
e finalmente per deluder ogni espettazione. marino, 6-90: o volesse fuggir con
sotto orribili larve, e lo sgomenta. marino, 3-54: un rabbioso dispetto ancor
le vede a la munita porta. marino, 7-221: vulcan tien tuttavia la
estens.: anche di animali. marino, 267: [i cani] da
... il desiderio della solitudine. marino, vii- 504: qualor di regno
/ per mal governo, il misero marino, / che s'inghiottiano i censi,
volete quello che essa non vole. marino, 16-3: la corporea beltà chiaro
, indica, rappresenta. marino, ix-181: contro la luna il fier
l'antro intorno / facea densa corona. marino, 7-27: saltellando garrisce e poi
dioscoride], 199: il drago marino è un pesce, che vive intorno a
, che i pescatori chiamano tossina. marino, 1-123: e tuona anch'egli
mezzo, girata da un cavallo. marino, 14-138: non bel concerto di dentato
s'egli ha la striscia bianca. marino, vii-313: compiuto il settimo mese gli
, di sedici oncie l'una. marino, 3-63: tien duo veltri la destra
tirannico dente e rodi e struggi. marino, i-214: i denti della invidia
fermaglio, di una borchia. marino, vii-519: porta gli omeri ignudi,
sul bordo delle valve di una conchiglia marino, 9-38: con tanta forza 1'affilato
quei dentacci lunghi tutto mi morsicava. marino, ii-89: e se il vostro non
! e del digiun pur moro. marino, 3-99: il cacciator, che fra
fero argante / s'appiatteria. marino, 10-64: vedi la verità
mezzo greco e mezzo latino? ». marino, 6-186: se questa volta il
ei medesmo gli arnesi o la lorica. marino, 2-125: quando le vesti al
pretensioni, è andato a roma. marino, 11-121: romito abitator d'ermi
primo gentiluomo di questa città ». marino, ii-60: desidero che v. s
in una sepultura dante lor vita. marino, 4-68: partissi alfin, poiché
decrepito e oppresso da molte infermità. marino, 3-146: ne'
nelle mani del mondo depositario del tempo. marino, vii-81: la memoria,.
, sono condannate convento di sopra detto. marino, ii-49: già scrissi a
giulio, / il diposito vostro. marino, 10-238: s'induce alfin,
in s. pietro di roma. marino, 19-407: poscia che 'l nobil
proprie file. pirandello, 7-1351: marino lema, volontario del primo corso accelerato di
figliuolo commesso alla fede di tanto pastore. marino, 358: dentro il solito tetto
è l'uso, a depredar precorse. marino, 6-94: giove che vide il
peregrini e violata la loro divozione. marino, vii-342: fiera selvaggia era questo malandrino
empio mar, lo si deprede. marino, 229: arpie del mar, che
di sicilia. -figur. marino, i-230: scogli nascosti d'insidie che
/ ella sugger pensò vermiglia rosa. marino, 343: va per l'ombrose alee
che, a livello inferiore a quello marino, si estende all'interno di un
alli ventisette dì, quei venti uomini. marino, 2-161: te deputar per giudice
de l'ufficio sopra ciò deputato. marino, 13-102: e sgridando il garrì che
'l deretano indarno aggira e snoda. marino, 9-11: su basi di smeraldo e
sf. ant. origine. marino, vii-394: né iddio di diversa qualità
e pianta un fiumicel s'invia. marino, 4-268: psiche presso la foce,
e gli altri popoli da'quali deriviamo. marino, 1-108: deriva da te l'
ch'eo receva el mio pastile. marino, 7-211: deve per tutto ciò
/ canto, laudo e descrivo. marino, vii-151: la poesia è detta
e nell'altra quello della cuccagna. marino, 6-35: nel curvo globo l'iride
trovar altro vezzo indi mi caccia. marino, 12-34: tra due montagne discoscese
bruciante dei deserti ma un vago sentore marino. -per simil. viani
deserti alpestri / la regina infelice. marino, 297: tu tra questi deserti,
presente / a la mia bella silvia. marino, 206: luci vaghe e cortesi
saluta da lunge in lieto grido. marino, 2-103: paride, io mi son
loro riamato come fattore e conservatore. marino, i-104: questa consolazione fra le
finiscono con desinenzia della medesma voce. marino, i-70: richiesto da lui del
nato di lei ne l'altro dio. marino, 5-92: a la leggiadra vergine
doni / ti porto in prima. marino, 310: spaziando sen giva / per
/ scopron talora un desioso amante. marino, 353: celasti invano ai desiosi
distruggean per gioia e per desiro. marino, 1-108: se deriva da te l'
la vita / la tua pietà. marino, 17-181: ne la costa del lazio
peraventura non provocato non si moverà. marino, vii-176: la porpora dottorale.
di sgomento, di ripulsa. marino, 294: lascia le piume vedove,
che dal sonno almen gli desti. marino, vii-105: desta il sole dal sonno
garrir gli augelli / non sentì lieti. marino, 3-102: al suon del bacio
che sono, mangiano altri otto giorni. marino, 7-42: l'infelice augellin,
/ de'tuoi consigli essecutor soprano. marino, 3-88: ma perché non v'aprite
prima a un segno destinato arrive. marino, 4-68: partissi alfin, poiché tesor
or qui ferire accenna e poscia altrove. marino, 3-134: la destra ella gli
dier la mano e si baciar piangendo. marino, 8-22: ma pria che desse
sospinto a forza dal destino avverso. marino, 10-238: s'induce alfin, capi-
seder vanno al crudo re davanti. marino, 2-2: stette lung'ora irrisoluto in
, la destrezza della mariolesca disciplina. marino, 262: nulla, nulla giovotti
qui traboccò doglioso / dentro del sen marino; / ma subito un delfino / a
questo giogo tirar per lunga via. marino, 4-222: per la rapina de'destrier
dalle nari? -agg. marino, 17-115: non men come reina e
un che frenava un gran destriero alato. marino, 10-6: tu, che di
ferirlo, ora alla manca parte. marino, 2-31: vulgo dal destro lato e
posta in forma di rotonda valle. marino, vii-159: per destro camino guidarci
debil vista mirar non s'assicura. marino, vii-101: o sole, occhio destro
il destro accresce la celeste gierusalem. marino, i-46: posso dire d'esser entrato
come del detto poetare fu capo il marino; ancor ch'io non nieghi ch'essi
questo divino spirito ad uomini inettissimi. marino, vii-384: i caldei e gli
el modo dell'accordo fra costoro. marino, i-221: in caso ch'io
che alcuni monaci facevano pubblicando indulgenze. marino, i-157: l'avarizia, vizio
chi sperano potersi più facilmente valere. marino, i-230: scogli nascosti d'insidie
ch'io mi son ridotto a dettare. marino, 10-128: eccoti ancor col mappamondo
angoli retti. -figur. marino, 1-148: detto talora a suon d'
campo, o 'n lido arena maura. marino, ii-71: 1 poeti che dettano
, mi fu avviso assai grave. marino, vii-497: fu, per spavento altrui
cervello che va del continuo a vela. marino, 1-32: questa fia del tuo
-sotto dettato: sotto dettatura. marino, 6-180: ma però che non ben
de'preti della schiatta di levi. marino, vii-317: veniamo al deuteronomio. sette
aveva lambite. -figur. marino, 310: sotto il bel piè ridea
monsignor glie ne ha scritto tre volte. marino, 1-67: subito confessò e ratificò
che licurgo diede a gli spartani. marino, i-194: di cielo venivano intanto sì
di primopilo a vitellio a lamentarsi. marino, 3-55: l'aurora innanzi dì
, il dì stabilito è già trascorso. marino, 3-113: e vo'segnar per
tutti quanti i granchi d'ema. marino, 2-63: di stellante diadema il capo
della santità, si può dire imperfezzione. marino, vii-594: così da'veli lor
diadema in nova forma ai crini. marino, i-148: ed altrettanti [raggi]
/ ardir congiunge a gagliardia suprema. marino, 15-62: e ti so dir ch'
se gli dia sopra del detto sai marino calcinato... e di questo se
, ché non mancheranno altretanti personaggi. marino, 3-42: così mentre con lei
intomo / con lingue di diamanti. marino, 2-141: vedesi lampeggiar nel bel
assicurato m'han dal suo furore. marino, 213: amor, non dissi il
altra gli è quasi diametralmente opposta. marino, vii-413: sono questi i capi
scoglio in mar sassoso e grande. marino, i-198: il diametro e della
pace era a sperar sì ardito. marino, vii-485: ammirabil fanciul, benché mendico
altre musicali consonanze dentro i colori. marino, vii-226: e dal medesimo cielo
, che si riferisce al diapason. marino, vii-226: l'armonia della distanza de'
noi diciamo la quinta, dalla sesquialtera. marino, vii-320: sette anche sono di
v'intagliò dentro un deposto di croce. marino, 5-119: nel centro de
l'alma ha sì dura? ». marino, vii-183: ben è più aspro
, il cromatico e l'enarmonico. marino, vii-298: sola la [musica]
sottinteso (strumento, tono). marino, vii-326: crebbe di mano in mano
diavoletto di un suo soldato corso. marino, i-iio: scongiurate pure a vostra
casa la notte sia lo spirito del marino. dottori, 1-368: volle il
dassi al diavol, mordesi le dita. marino, ii-45: io sto dato al
andare in casa. -va'con diavolo! marino, ii-32: vadano pur al diavolo
dibattendo l'arme altri il minaccia. marino, 3-18: movesi ratto e in
e dibattendo, / ambedue voltolarsi. marino, 7-203: l'ordito intrico in guisa
più forte, battono i bianchi lati. marino, vii-248: il dito maggiore procedendo
del cuore mostra che sono corrucciatissime. marino, vii-406: è [il sole
prodotto da cose che sbattono. marino, vii-373: e la terra infin dal
olanda / si rimirino popoli feroci. marino, vi-35: e si posa colà dove
dichiara insieme qual sarà il fine. marino, vii-130: ma che vo io ad
sua maestà ad instanza del papa. marino, 2-107: s'è dover di giudicante
la lode a chi vien lodato. marino, i-167: avendo molti facondi dicitori,
è assai convenevole la forma de'madrigali. marino, ii-74: il concetto è nobile
): dentro, internamente. marino, vii-260: tutta la bocca nel didentro
: « l'azzurra vislon di san marino? ». aveva declamato il verso
che gli ammiravano e onoravano come semidei. marino, 4-136: videi più d'un
mia fama e di mia vita. marino, ii-18: fassi essecutore della divina
e lega il mio signor novellamente. marino, 10-232: pur ne l'alba medesma
, onde temeno, come speravano. marino, i-243: rassomiglio me stesso alla
il difetto, anzi l'accresci! marino, 7-207: schiva il mio crin malculto
quel che, volendo, non potrai. marino, 13-95: o feminella vii,
del sole e de la luna. marino, vii-420: siccome il difetto e
delle membra del corpo umano). marino, 7-211: dove un membro è difettoso
move e sente, / come fungo marino. maestro alberto, 198:
, / a pietà che non giova? marino, vii-71: fanno gran differenza tra
fraudulentemente, suspende il reo iniquamente. marino, 327: cerere combattuta / da preghiere
di rivedere altra cosa che piaccia loro. marino, 1-159: prencipi si trovino tanto
ad alleggerire la difficoltà del viaggio. marino, 2-55: le cose belle, a
olao magno], 268: il vitello marino si chiama così per la similitudine c'
e alla difidanza di più poter risorgere. marino, i- 121: s.
altri che temean rincora e sgrida. marino, 4-248: psiche atterrita dal crudel comando
essere il re di portogallo fingesse. marino, vii-172: giunto alla madre e
/ che le stelle in cielo ascondono. marino, vii-257: non tutta [la
sole, e l'aureo albergo. marino, vii-142: mi compiacqui e soddisfeci bene
/ diverse voci poi diffuse e sparte. marino, i-77: quando le mie rime
. letter. manifestare, esprimere. marino, 318: a sì novo spettacolo e
, / sino a farli beati? marino, vii-193: tutto quello che compartito
non si ricordò del soggetto principale. marino, 369: or né sì meschino /
, di croste e di doglie). marino, lora cominciò a difformare gli occhi
sta la chimera orribile e difforme. marino, 12-14: pur ciascun col suo veleno
dell'animo dalla brutezza del corpo. marino, vii-183: che vale ch'altri
seme, come ne'rami diffusa. marino, vii-118: è [l'anima]
parlar de l'apostolo quel giorno. marino, 10-33: con più diffuso ancor lungo
sparse / ti si mostrare in vista? marino, 2-70: lungo il chiaro scamandro
sé più chiaro unqua non vide. marino, 5-138: ne tatto terzo in su
talor sotto la mandra, e rugge. marino, 361: io voglio,
: pascete vista di piacer digiuna. marino, 218: e tu pur, lasso
sollecita l'opre ove altri cessa. marino, 8-123: tace, ma qual fia
la materia. -digressionétta. marino, i-142: io, per quel che
fatti a posta a spiccar nasi? marino, vii-470: con amaro stridor batte digrigna
il getto resta poco nel mezzo. marino, 13-193: pargo- leggianti esserciti d'
necessarii a la vita s'adempiscono. marino, 16-102: graziosa la bocca e
esso intromettere uomini ne la terra. marino, vii-106: l'imperatore dell'universo,
dal mangiar poco e digerir molto. marino, vi-32: ebbe nome anversa; e
dilatar né crescere né far cesto. marino, i-82: i sonetti i quali
discendenze e successioni di molti re. marino, vii-396: e che importa che con
. - anche al figur. marino, 3-23: piume d'oro, di
am- pliare e dilatare questa libertà. marino, 4-66: inospiti sempre e sempre
più che alla risposta di questa. marino, i-180: se bene fu cominciato
radici assai, profonde e dilatate. marino, 5-115: occupa il campo poi del
cuore, malagevolmente si può vincere. marino, vii-261: furono infin da'primi secoli
, ii-411: dà esemplo del fungo marino, ciò è l'ostrica, il quale
/ pigliar dilazion tanto che piove. marino, 8-69: ritardato piacer, portalo
). - anche al figur. marino, vi-27: ecco, è già dileguato
si può far d'avvan- taggio. marino, vii-269: le dicerie degli uomini eloquenti
... si dilettava di facezie. marino, 374: chi vuol, canti
più dilettevol d'un fiorito campo. marino, vii-95: quale delizia di luoghi
ignoranti, ma de'giudiziosi ancora. marino, i-209: essendo tra tutte quante le
tevolmente si spandeano per lo detto luogo. marino, vii-151: sono amendue [
m'esorta, avrem poi cura. marino, 353: securo loco non fu l'
alla donna, essa a l'erbetta. marino, 10-122: quella che con ragion
di mezzo la tema esce il diletto. marino, 205: o di umana
e nausea che diletto e piacere. marino, 2-44: esclusa fuor de la divina
e alle tenebre di questo mondo. marino, 7-17: vedi quanto impiegò l'
rapì per forza l'ultimo diletto. marino, 6 -a rgom.: al giardin
guisa di fiere e di animali. marino, 256: donna, a torto ti
che non cerchi gustar novo diletto? marino, 12-193: qual uomo, in cui
del pianger sol trassi alto diletto. marino, 8-142: io,...
che mai da lei si aveva preso. marino, 13-95: or se non sai
simili a sé gli abitator produce. marino, i-247: le piagge della mia
m'à sì dillitosa gioi complita. marino, 239: formavan le bell'alme
/ e di ruggier guardian più diligente. marino, 10-53: di o figli
suoi fuochi e suoi ferri. marino, 7-154: per ibla a la
sue parole, fiacco e dilombato. marino, i-261: le orazioni...
, dove si trattan l'armi. marino, vii-105: quando iddio per cagion
parola, diluvia giù le lagrime. marino, 381: se fossi giove, /
/ l'alta mia ingiuria indegna. marino, vii-333: o come piovevano diluvii di
non si trova altro che foglie. marino, 7-120: i satiri con cantici
/ ma quel suo dimenar poco giovava. marino, i-22: tutta la notte si
da l'umero cade ornai demisso. marino, 289: pendeale a terra da la
/ che potè un contra cento? marino, 356: ad ogni cenno / ubbidir
un suono: sommesso, fioco. marino, vii-329: di gracco si racconta ch'
secondo le leggi della prospettiva. marino, vii-158: l'altra [la maniera
'l tuo titone indietro ti rivuole. marino, 10-77: non ti meravigliar ch'affanni
/ fattosen duce, soliman dimora. marino, 1-169: di quell'oste gehtil non
, non meraviglio, ma laudo. marino, vii-223: se però questo cotal ragionamento
e poi riescono fiele e veleno. marino, vii-310: quello promette consolazioni e
prime, e le terze dalle seconde. marino, vii-161: tale e tanta è
pazienza, forte e generosa dimostrarsi. marino, 295: perché quanto cortese /
tu sciolto a le spedite cime. marino, vii-185: la vesta insanguinata di
significano in essa ancora cosa maggiore. marino, vii-83: le cose da te
erano divisi uno dall'altro molto. marino, vii-195: ma quel ch'eccede ogni
che presto dimostrazione evidente n'apparirebbe. marino, i-206: quel che le dono è
unicellulari che sono importanti componenti del plancton marino o d'acqua dolce; la massima
terre dintorno, ridusse nella città. marino, 13-38: le campagne dintorno e le
/ mostrargli quanto amandolo ne péro. marino, 193: il biondo dio, cui
che la disgrazia ci diparta più. marino, 17-2: o se potesse in
con l'altre sette di noioso affare. marino, 14-53: tal rondine talor,
ora il cor paventa e trema? marino, vii-366: la prima voce che in
e ogni altro bene depende da lui. marino, vii-215: nulla adunque bisogna conchiudere
fonti, di fiumi, di colline. marino, vii-151: la poesia è detta
fean lieta ghirlanda a'chiari fonti. marino, 2-67: dipinge un bel seren
con fede di avergli veduti vivi. marino, vii-506: altri, cui molle il
figure la sua stanza era dipinta. marino, 3-3: così spada lucente, arco
e gli arboscelli / facean bella armonìa. marino, 12-152: tra quelle spesse e
portavano la sua effigie nelle bandiere dipinta. marino, 8-53: il portico, a
, chiamò ersilia colle domandate boci. marino, 1-119: borea, d'aspra tenzon
all'animo, e questo agli occhi. marino, vii-84: il dipintore può infinite
dipintura rappresentava una istoria d'amore. marino, i-39: essendo la dipintura assai
feria, ricevendo, si diportavano. marino, 7-23: e le sovien, mentre
antonio lelio erano venuti per visitarlo. marino, 6-41: da quattro galerie per
il sereno 10 sfronda e dirama. marino, vi-12: [il vento] scavema
lui si ricon giunge. marino, 8-25: in duo rivi gemelli si
per sangue, essere parenti. marino, 11-126: ma del regio troncon,
nuova [polizia] nel suo palazzo del marino, sotto nome di 'pubblica sicurezza
poi non me vogliate absol- vere. marino, 3-144: lo stato mio, s'
me stessa io con- sapevol fui. marino, 11-184: lascia ornai queste favole,
non ce lo insegni tu oramai. marino, 15-81: per venire ad un
giunse, e qui fer- mosse. marino, 11-55: il tempo a dime tante
resto, secondo che mi ricerca, marino, 9-137: sì chiaro è quel color
il percuoter lo fece in sé venire. marino, ii-30: che n'è di
già da soldati celebrata severità gli addolorava. marino, vii-505: se certo è pur
/ dentro saltowi. oh memorando ardire! marino, 8-22: con un cenno cotal
povero, afflitto, derelitto. marino, 3-138: qual può mai cosa offrir
bruciante dei deserti ma un vago sentore marino. moravia, viii- 157: ci
, e tu cercar non dèi. marino, vii-394: né possono né deono
ch'elli la teneva non drittamente. marino, i-60: s'eua dee dirittamente essergli
altro uomo che 'l suo marito. marino, 10-263: se gola hai di
sotto coperta diritta a giovanni martegli. marino, i-io: fuori di modo sdegnatomi
i fanciulli anzi la loro diritta ora. marino, 15-51: tutti, per mio
0 torto è che sua figlia mora. marino, vi-25: non è dritto /
. ant. proporzionato, armonioso. marino, 2-19: da le vene del gange
fondo il ramo saldo e forte. marino, vii-371: pur con tutto ciò a
privo di forza, di effetto. marino, i-261: le orazioni...
, sentei un derotto pianto. marino, 4-196: tra duri martir tore traea
i dirupati sassi il dubbio varco. marino, 4-66: il mar sonante a
né state né verno or disacerba. marino, vii-279: canta il prigioniero per
simil.: anche di animali. marino, 13-5: ogni fera più fera e
/ come a me piace agguaglio. marino, 14-279: ogni disagguaglianza amor adegua
darvi vinti a lungo andar sarete. marino, 14-271: non uom di selva,
i difetti del cor toccando scopre. marino, 4-242: la rimenano avante al suo
al soave spirar di placid'aura. marino, 270: la dea tentando / l'
della / scure in sul piè. marino, vii-432: deh perché non sono io
liberato dalle bende, sbendato. marino, vii-149: appena vede aperto il velo
. sferrare (un cavallo). marino, 13-127: or colta ha l'erba
. - anche al figur. marino, 12-39: ingombrando il ciel di nembi
agg. sciolto dalle catene. marino, 20-343: par mansueto agnel pria che
, di che ora non trattiamo. marino, vii-396: egli è meglio di disprezzata
ti dovessero essere discesi dal cèlabro. marino, vii-103: il raggio discende dal
cielo ardente e gittossi in quel pozzo. marino, 12-33: mentre la region malvagia
se gli sono maestre o discepole. marino, 1-148: detto talora a suon d'
spagnuoli quasi un dio disceso dal cielo. marino, 1-39: amor dal ciel disceso
nuda una parte del corpo. marino, 2-121: ciascuna dunque si discinga e
il feroce argillan di sua prigione. marino, 4-292: né da l'amato sen
, che non vuole esser divisa. marino, vii-105: discioglie il sole nelle sommità
aver superato ostacoli, impedimenti). marino, vii-313: al valicare del settimo anno
, spedito (la parola). marino, vii-425: così nel mio disciolto parlare
tramandata con l'insegnamento). marino, vii-424: utilissimo... è
). separarsi, staccarsi. marino, i-24: se se ne mette un
velo / tutte le belle cose discolora. marino, 202: mentre la dea smarrita
del giorno, ecc.). marino, 348: tosto ch'a l'aria
scompaginato; separato, staccato. marino, vii-94: il componimento delle membra non
mutazione e aliena da ogni affetto. marino, 17-23: non so perché si lagni
significa imitare, quanto far simile. marino, 18-49: con la manca conduce ed
. ant. non compiacere. marino, i-287: siale per aviso e non
questi due condensano le cose disgregate. marino, vii-225: in voi mentre
sconvolgersi, disordinarsi, scompigliarsi. marino, vii-371: pur con tutto ciò a
moto, più agevolmente si stancano. marino, vii-371: non è cosa nata
2. discorde, disarmonico. marino, vii-261: avviene che que'registri,
, disordine, confusione caotica. marino, vii-250: tra gl'ululati de'lamenti
non si confà; non adatto. marino, i-206: è vero che per molte
grande fossero sale e stanze picciole. marino, vii-293: io con buona pace
avreste potuto ragionar meco senza disconvenevolezza. marino, vii-399: se questo celebre globbo
: spiacevole conseguenza, guaio. marino, i-72: iva per tutto sbuffando e
viso, e 'l cor si franga. marino, vii-234: poiché già del macrocosmo
un'opera d'arte figurativa. marino, vii-92: poiignoto dipinse primiero le donne
par loro discordarsi dalle grandezze celesti. marino, vii-279: questo appunto è il solito
accorda, sebbene e'non si discorda. marino, 7-10: [chi] né
ministre, ed a ragion discordi. marino, 9-70: né dubbi testi interpretar curai
.. / sgominavan le genti. marino, 2-44: quel gran piacer da la
e rapidissimo moto di questo globo. marino, vii-105: discorre il sole per
loro animi concetti bellissimi e grandi. marino, 10-128: di dio discorre e de
discorrere della sonnambula. -figur. marino, 7-108: l'acque accese d'amor
tuonava, metteva sottosopra la grecia. marino, vii-72: attendi intanto il secondo
/ ed ora a l'altro. marino, i-153: non suol mai correre a
(scritta o pronunciata). marino, i-304: se in una lettera discorsiva
eran senza prigion più che prigioni. marino, vii-130: gli dipigne alati [gli
mi proponesse il dono più tosto. marino, 369: fileno, il tuo
dall'aiuto del retto discorso razionale. marino, vii-476: -ohimè -muggiando -ohimè -dicea
barbaro discortese, a la vendetta. marino, 13-91: chi può dir quanti
contrario mi faccia manifesto l'altro. marino, ii-7: io farò sinistro concetto
mandò antonio innanzi co'suoi cavalieri. marino, 1-90: passa e sen va tra
loro berrettuccie rosse si scorgevano discosto. marino, 16-104: più bello in terra
perdere la stima, la reputazione. marino, i-84: egli con le scempiezze della
rara e sotil rete avea raccolto. marino, i-60: potrebbe forse da questa dedi-
/ servito alquanto del suo nome. marino, 1-153: non sugge qui crudo tiranno
fiori e con l'erbette nuove. marino, 265: va, riconosci / la
che quasi mi scordai d'esser amante. marino, 1-6: avend'io passata la
spesso la tossa o il singhiozzo. marino, i-152: si è sempre dilettato di
dato di raccapezzare nel suo attuale soggiorno marino, fra le due ultime epoche correnti del
nobil pregio i miei dolor consoli. marino, 196: deh ferma, dafne,
di rabbioso disdegno ed or d'amore. marino, 2-46: ne la scorza lucente
faceva gli arcion premer su tossa. marino, 304: 'l buon silen decrepito
. che rappresenta simbolica- mente. marino, vii-300: tutte le figure antiche furono
in mente, progettare di fare. marino, 1-79: il dotto mastro al martellar
la sua vittoria e avesse cavalcato a marino, prendea lo castello di marino e
a marino, prendea lo castello di marino e disertava al tutto giordano, che mai
luce e tuffarsi nelle tenebre. marino, vii-423: può [la natura]
: nulla in nulla si disfà giammai. marino, vii-508: sì fosco il mondo
in fin tolse il disegno alla paura. marino, vii-148: volendo, già soddisfatto
stoltizia e dappocaggine in ogni evento. marino, 8-69: bastiti di saper che mi
tale consiglio che io gli disfarò. marino, 15-86: costei de le malìe,
soffici, v-1-113: è un paesaggio marino allucinato che si disfà in uno sbricioli
/ corron turbati i rapidi torrenti. marino, 2-141: la qualità di quelle membra
solevi esser l'allegria del mondo? marino, 10-210: già già numero immenso
-figur. marino, 239: formavan le bell'alme /
gli pare, o male o bene. marino, vii-164: l'orgogliosa aracne,
/ in un momento aperselo e spogliollo. marino, 2. retor. parte
più che tanto alle cose di firenze. marino, 2-61: paride ha nome,
arco teso mi disfida a morte. marino, 368: quel venticello istesso, /
un oggetto; sfigurare. marino, vii-146: infino a tanto che per
ordine che solieno avere i parti vitali. marino, vii- 350: s'affisava
. -anche per simil. marino, 9-107: piovuta si ringorga e si
2. dividersi in frange. marino, 19-357: la coltra, che 'l
testa, di andare attorno in maschera. marino, 6-69: pon mente là,
che la troppa allegrezza costringe a morte. marino, 18-22: pensando ai torti suoi
duca si sia gettato a questa deliberazione. marino, vi- 74: ivi schemìo
/ ebbe di fama sì onorati fregi. marino, vi-38: a tutta briglia il
del suo peso mortai parte disgombre. marino, vii-216: volete somiglianza più convenevole
delle saette sue disgrava e vota. marino, 17-186: in quell'ora ch'a
ti faceva le fica in faccia. marino, i-119: cominciarono le mie sventura
: di animali o di cose. marino, i-285: il mio disgraziato * adone
vile, miserabile, sciagurata. marino, 1-67: il disgraziato dopo l'aver
coscienza, l'epa e la brachetta. marino, 18-152: tosto si gitta in
/ sue chi le dislaza? marino, 11-187: a la lingua mendace il
partic.: slacciarsi le vesti. marino, i-198: fortificate [le brache]
dà, ma biasmo il vero. marino, 6-5: questa è...
di dislegargli. -districare. marino, 12-103: vede rincrespar fonde al picciol
una condizione, ecc.). marino, i-161: gli uomini difficilmente dismettono col
della essultante lor fortuna por freno. marino, 2-85: dei conoscer, pastor
sia s'ancor non vi dispergo. marino, vi-57: vibra tuo foco,
nella via? deh, vedi disonestà. marino, 13-100: innanzi a lui sì
contrario il suo rubare chiamerò guadagnare. marino, vii-361: secreto forse imparato dal
fuor d'occasion tempesta e notte. marino, ii-77: [sono gli scritti]
nei sentimenti. - anche sostant. marino, ii-5: né mi riprendete della mia
'vita disordinata e crapula '. marino, vii-293: io con buona pace di
amori, ascoltatemi, vi priego. marino, vii-250: sarà agevole da persuadersi
, sciolto (i capelli). marino, 288: le chiome senza legge /
se non di quella di coccino. marino, i-257: le mie rime..
. - sostant. marino, vii-241: [venere] ha l'
nondimeno non n'è nata disparutezza. marino, i-33: or ecco che pur finalmente
picciolino, e disparuto di persona. marino, 14-292: squallida fronte e disparuto
largamente, / altre tante io sospiro. marino, 12-161: un'urna immensa /
come si debbono i sacramenti dispensare. marino, vi-83: con destra devota, alla
ha dio dispensiera de l'oro. marino, 7-152: natura de le cose è
dispera la vittoria e la vendetta. marino, 279: de la salute ancora /
dite voi altri, ma sconciare. marino, 14-37: nel maritai eccidio e
fugge e si disperde in vento. marino, vii-374: se le pietre si rompono
alfin nel terzo, e si disperge. marino, vii-393: le fronde e i
altro che vaghi e dispersi atomi. marino, 264: iva l'addolorata /.
più percepibile (un suono). marino, vii-330: la voce rintuzzata dalla repulsa
si sia primiero in giostra mosso. marino, 3-54: un rabbioso dispetto ancor
vecchia o brutta le vien detto. marino, 13-91: chi può dir quanti affronti
fine, tutto quello che vogliono. marino, i-223: la mia fatica spero che
-ritroso, indocile, riottoso. marino, 8-59: tra'noderosi e nerboruti amplessi
, rancore (un sentimento). marino, 1-19: sferzato, e pien di
pare schifa cosa per un pezzo. marino, 1-163: licore insidioso, esca
e da ruggier per forza lo dispicca. marino, 3-94: adon dammi il tuo
né dispiccar se gli sapea dal collo. marino, vii- 123: l'anima
] verso gli abissi il volo. marino, vii-115: se tu empi l'aria
e decoro, e i fieri mostri. marino, vii-285: le dispietate serpi arismapidi
nel petto a l'infelice armida. marino, 193: fuggendo in fretta /
/ dispietata tempesta e fero vento. marino, 14-207: venne al delubro dispietato
farne esempio a chi dispregia dio. marino, 3-74: a l'indica canna il
: gli fece dispogliar in camiscia. marino, i-192: que'pochi alberi che non
alma, in cui le voci imprima. marino, i-60: il musico, prima
pur una volta di buon occhio. marino, vii-388: prencipe che non si
da lui si sente / gravemente ferita. marino, vi-428: come potrete voi se
] e disponitore e conservator dio. marino, vii-220: questo sommo protomaestro in
la virtù dell'arte si manifesta. marino, vii-269: [nelle] dicerie degli
sempre al crudelissimo e destinato sentiero? marino, vii-408: il tutto tempera e governa
natura disposti a ricevere ogni perfezione. marino, vii-411: certa cosa è coordinatissimo
per estens. mettere in mostra. marino, i-265: ben sapete ch'io non
si ponessi oramai fine a tanto dispregio. marino, 4-33: allor mi stringe entro
siano per la lor mendicità disprezzabili. marino, vii-396: egli è meglio di disprezzata
con poca riputazione delle buone lettere. marino, 12-248: già non cheggio che
la brigata creda che elle digiunino. marino, 340: disprezzate le chiome /
sotto al giogo la nostra libertà. marino, vii-426: il consiglio dello schifar le
ingiuria, oltraggio, insulto. marino, 1-82: or de'ciclopi mostruosi e
, venire trascurato, disprezzato. marino, 5-109: passa l'uso in disprezzo
/ e vedevasi in corinto arrivare. marino, 7-86: la chioma intanto,
ancora non è data la sentenzia. marino, 15-183: giudice fatta poi de
l'arte addentro, è questa. marino, ii-53: le cose poetiche..
sopra li amori di lucrezia borgia. marino, i-119: i miei nemici, che
senza grave cagion mai si disserra. marino, 8-8: allor dal seggio suo venere
il regno eterno apre e diserra. marino, 3-55: la luna a meza
/ tesa in cielo ed in terra. marino, 16-230: fu vista a quel
suoi già carchi e ben saldi archibusi. marino, vii- 498: qualor giove
gli convenne. -manifestarsi. marino, vii-118: ma nascosto dentro il petto
l'arte si potessero realmente dissimulare. marino, i-258: l'ariosto ha, secondo
, dopo lette, le dissipo tutte. marino, 284: dissipato m'avesse /
, sparso (la chioma). marino, 18-152: poi le sanguigne e polverose
per l'aria dissipate e sparse. marino, vii-330: la voce rintuzzata dalla
si ostinava a desiderare questo improbabile palazzo marino, le musiche, la dissipazione delle
son mie forze che vostra fragilità ». marino, vii-392: queste immense volte che
,... vel pur dirò. marino, vii-276: invitava a modestia i
, ma la dissolve e frange. marino, 10-268: ecco che gorghi già
e si tuffano giù nel profondo. marino, vi-28: dissolve / l'aereo corpo
ristretta / diffonde e sparge. marino, vii-404: quella [la luna]
tu dissolvi ogni nuvolo di peccato. marino, vii-105: dissolve iddio con le
alle parole, cominciarono a usare autorità. marino, vii- (ant. disonante
manifestò la paura de gli animi. marino, vii-262: le voci delle fiere
negato al godimento della musica. marino, 7-io: chi d'eburnea testudine eloquente
risa. -per simil. marino, vii-253: lucifero fu il primo ch'
bene non consuona, ancora non dissuona. marino, vii-225: noi con molte pause
loro unica perpendicolare comune. marino, vii-118: ippocrate [dice] ch'
grandezza alle dipinte sopra la pariete. marino, vii-158: questa [la prospettiva
no, ma 'l lungo scempio. marino, 18-22: pensando ai torti suoi sì
latte migliore di tutti gli altri. marino, 1-118: par che rotto o distemprato
faceva sembiante sentirsi un gravissimo dolore. marino, vii-284: ma molto più distemprata e
candido distendea la notte il velo. marino, vii-95: incominciò in prima a
così con suono alto il dir distese. marino, vii-263: [la voce]
lungo filo / distendersi le nubi. marino, 5-112: quella torta scala /
sangario al meandro il suo confine. marino, 14-291: ciascuna de le poppe arsicce
si distendevano sino all'anno 1105. marino, vii-150: scendo al secondo capo
dalla terra, sterrare, dissotterrare. marino, 14-402: quanto a la donna pria
, e li possono mandare in cifra. marino, i-253: mi hanno contrafatto,
/ le tue dolci rugiade. marino, 285: tu citerone ombroso / narra
vide un fiume tra frondose rive. marino, 3-107: i'men venia, sì
pagani e de'suoi che soprarriva. marino, ii-46: monsignor filonardi scrive qua
o voce o prego sospiroso e pio. marino, i-60: il musico, prima
l'un da l'altro monte. marino, vii-431: i carboni raccolti in pira
s'adopra e qual si serbe. marino, vii-193: volse l'infinita bontà
alti monti dall'altre provincie distinta? marino, 2-113: un rossor dal candor
tancredi offeso; or tanto basti. marino, vii-258: in questa [nella
che nessun error fia che v'aggiri. marino, i-285: s'io avessi voluto
ve ne discuopra il propio nome. marino, 4-34: distinto al fine il
a lor fini e lor semenze. marino, vii-261: donde per vostra fé
. -anche al figur. marino, vii-373: nerone, avendo non so
frastorno, ciò è far tornare indietro. marino, 225: l aggira [il
e 'l sonno a me ritorni. marino, 285: non soffrir che sien
'n varie guise pur colora e parte? marino, vii-84: il dipintore può infinite
spalle anguste e rincavato il petto. marino, 1-87: di sì fatte follie sorridea
distraerlo di guerreggiare per quella via. marino, i-97: promisi già di scrivere a
; nella memoria con la distrazione. marino, i-244: impedimenti di altri affari mi
dove vendetta / o gratitudin gli ami. marino, i-152: sì nella parte distributiva
suoi cavalieri che prendessono l'armi. marino, 15-8: del palagio del ciel ricco
amore; alcuna volta furore. marino, vii-278: era tale e tanto l'
distruggitrici d'ogni bene nelle republiche. marino, 17- 173: l'altro
pietà, e della carità distruggitore. marino, vii-423: quell'iniquo distruggitore della
ci leviam su a destruzione del peccato. marino, vii-185: ma con quanto maggior
che a far lui re di napoli. marino, 14-392: tremante il braccio stende
servono per introduzione de la favola. marino, i-285: il mio disgraziato adone credo
dal bene, dalla verità). marino, vii-288: in questo istesso balcone dove
sono egualmente pur nudi ed armati. marino, vii-129: furono tutti di differenti specie
, arruffato (i capelli). marino, 3-29: le colorite piume e le
cari pegni sbigottire; spesso infuriare. marino, vii-103: il figlio si calò
concreto: cattivo uso, errore. marino, vii-71: non si deono curare le
disusata allegrezza / turba come dolore. marino, 357: giubila e si trastulla /
, in tutto il suo splendore. marino, 15-n: treman l'ombre leggiere ai
mio pensiero e disvelato il core. marino, i-77: quanti meno onesti e
la religione in quel regno. marino, 9-199: seben la dea d'
col vostro penser non s'accompagne. marino, 256: furor, furor divino,
mio parlar con l'amorose fila. marino, 2-5: mille ognor le propon
non si torce in disviate parti. marino, 347: viensene cautamente / per le
; è folle uom che sen fida. marino, 3-101: tre volte ai lievi
una vena che deriva dal core. marino, 15-48: quelle tre righe poi che
-per simil. e al figur. marino, 7-112: ma da la forca in
, l'esacordo maggiore e minore. marino, vii-320: sette anche sono di esse
dal fiero ardor de la diurna sfera marino, 10-227: su lo spuntar de la
né così bella al sol pioggia diurna. marino, 13-34: nott'era, allor
; continuo; ininterrotto; assiduo. marino, vii-254: senza punto temere arsura di
in modo evidente, clamoroso. marino, vii-358: quella cocente fiamma d'amore
ceraunio scoglio /... nel marino ondifremente orgoglio / il tridentier nettunno invan
di che si tratta è falsissimo. marino, i-245: la stampa è atto
sparse nel ciel queto e sereno. marino, vii-285: ma molto più distemprata e
signoria in diverse volte diverse mie lettere. marino, ii-44: fu recitata un'altra
son ricerco di qua da molti. marino, vii-268: che cosa si fusse
dovunque fa di bisogno senza difficoltà. marino, 4-248: poi di vari granelli accolti
ed il golfo eritreo per lui divisesi. marino, vii-371: a sì fiero spettacolo
si divide tanno in tre stagioni. marino, 14-138: non bel concerto di dentato
egli è occupato a molte cose. marino, 1-15: io sto con tanti intrighi
. muovere a strappi, snodare. marino, 4-137: viensene in più volubili volumi
par di ciel disceso il divin coro. marino, 2-44: quel gran piacer da
più sincera, più divina di tutte. marino, vii-118: nascosto dentro il petto
'l suo signor osserva? marino, vii-212: ritrovate furono le statue
rasa gli fece impiastrare con isterco. marino, vii-170: era variata alla divisa
uomo, che non sappia il nome. marino, 336: poiché furo più volte
i capitelli a foglie d'oliva. marino, 13-221: la vesta ha parte d'
in polvere e fanno brutta evidenzia. marino, vii-247: dall'alto della fronte alla
che divisioni, per amor del litigare. marino, i-253: mi hanno contrafatto,
cogno è diviso in dieci barili. marino, 13-5: vomita il fiel la serpe
. -aperto, spalancato. marino, 226: rise la bocca, e
insieme e non è in sé divisa. marino, 3-109: qui del trafitto piè
tanti si pisciar sotto da le risa. marino, i-216: l'* adone '
suo suocero, e gaio gracco. marino, 1-98: vede l'eufrate divisor del
volta ch'è venuta a giacere meco? marino, ii-89: se il vostro prelibato
corpo picciolo e non poter divorare? marino, 266: i cani, i cani
sono i divoratori dell'altrui sustanze. marino, vii-423: non perché siate a tanta
dall'imperadore. marino, ii-79: il loro divolgamento [
, ch'è in fiandra. marino, 9-47: volgesi a quella parte onde
. zool. grosso mollusco gastero- podo marino, comune nel mediterraneo, fornito di
dolci sguardi e de'be'detti adorni. marino, 14-76: pur rivolgendo in lui
chi dolce parla e dolce spira. marino, 5-14: al garzon s'accosta
di bulino, raschiatoio e brunitoio. marino, i-265: il pensier mio era d'
stesso ogni uno s'inganna dolcemente. marino, 3-80: quel che lega dolcemente
, amaritudine, caldezza, freddezza. marino, 205: rose, rose beate,
assai maggiori e più lunghi piaceri. marino, ii-89: certe russate..
, e 'n un momento imbruna. marino, 3-94: sognando il bel garzon
in ordinanza come file di soldati. marino, vii-284: la virtù della lira contrae
procedere col papa con tanta ripugnanza. marino, 17-93: arman la man di
empia / contro un sì pio? marino, 12-257: con fatica s'acquista
verde età si secca e strugge. marino, 4-79: per risguardar chi sia che
occhi la sustanza e l'essenza. marino, 6-90: la femina è sempr'usa
dove egli era stato di molti anni. marino, vii-106: fornito d'edificare la
ove poca orma piè mortai imprime. marino, 314: amor, de'sommi
ordine secondo il suo desiderio era allevato. marino, ii-45: il signor viceré.
qual signore ho antica e domestica servitù. marino, i-127: con quelli amici li
esser tirati dal piegar della mano. marino, vii-247: dal sommo dell'unghia
chi sottomette con le dominazioni siede. marino, vii-125: le dominazioni corrispondono al
sempre in sen gli troverai tre ossa. marino, 10-77: non ti meravigliar ch'
ond'io non speri in vano. marino, 2-75: donalo pur [questo bel
ne pigliamo noi possesso in tanto. marino, vii-89: di quel cuore addolorato ed
core e amavalo più che se stessa. marino, vii-244: [cristo] per
pregio di dond'esce l'alba. marino, 5-124: dansi a la coppia
, parendole fare un giuoco bellissimo. marino, i-113: ogni volta che io
/ che fai tra questi chiostri? marino, 4-83: il dolor, che de'
sono una del numer di quelle. marino, 14-224: scender assai sovente ivi a
casa di lodrone tu sarai moglie. marino, 1-136: il reai donzello invita
e farvi cantare ogni sabato le laude. marino, 12-34: quivi ha talor di
scoprir questi tuoi errori a ognuno. marino, i-157: non dona sforzata dalle importunità
questi tali de'grandi della città. marino, 282: perdesti i lumi, è
/ di duo begli occhi i rai. marino, 214: a l'aura il crin
miri la donna mia gli affetti vostri. marino, vii-513: gli alati orfei /
ogni cosa portomo a siena per ardere. marino, 239: vigilava con loro
che ardeva nel tempio di gerusalemme. marino, vii-384: il tabernacolo secreto, dove
del corpo, manifestissima a tutti. marino, vii-156: chi sa se questo
-gagliardia, prestanza fisica. marino, vii-395: non è riposta la bontà
avendo fatto la pietra di due pezzi. marino, 2-63: l'altera dèa che
a chi per morte ha vita. marino, 11-28: a guisa di carbon,
cipolle. -anche di animali. marino, 1-130: né de la volpe insidiosa
so dire, insin di luglio. marino, i-198: fortificate [le brache]
tutte altre abbatte, che trebbiano appella. marino, 16- 114: d'un
giovane donna in mezzo 'l campo apparse. marino, 224: onde dorate, e
e più tranquillo una dorata nube. marino, 1-19: in su l'entrar de
ciascuna ancora diede le sue leggi. marino, vii-320: sette né più né meno
negri, 257: sta il cane [marino] sempre sonnacchioso giacente sopra il ghiaccio
stavano, che parea che dormissino. marino, i-19: non si sa quando è
a mostrarsi illuminati quanto il resto? marino, 264: scalza e discinta /
ma basta che sono corpi elementari. marino, i-114: il vino che io
el ciel t'adorna e dota? marino, i-130: iddio mi dotò, la
in gran parte i difetti naturali. marino, 2-75: vedi questo bel pomo
il genio poetico, l'ispirazione. marino, 9-25: qui scesero a veder quella
armonizzato (un concerto). marino, 7-52: timpani e trombe e tutto
da più forte guida esser condotta. marino, 1-75: s'usò mai sforzo ad
i rendon le membra vigorose e dotte. marino, 1-71: presso al focon di
della persona che conferisce la dignità. marino, vii-176: la porpora dottorale, opposta
conferisce il grado di dottore. marino, i-165: non prometto componimento alcuno
d'aristotele erano tutt'e quattro. marino, vii-322: e io soggiungo di più
d'incognito fonte il nilo move. marino, ii-35: loderei assaissimo che v
arti e discipline liberali infinitamente debbono. marino, 1-103: dolce mio porto, agli
ragion di patto anco è dovuto. marino, 15-183: giudice fatta poi de
viver di clorinda al suo fin deve. marino, 11-42: son de le donne
la sembianza d'un mostro spaventoso. marino, 4-63: allor fu da dolersi
, ferma intenzione, determinazione sicura. marino, 4-74: a chi mal vive il
barbe e nasi grandi e cigli tesi. marino, i-200: di frutti, questo
di bagni e di piaceri assai. marino, i-215: ella vorrà aver riguardo più
/ di cinque perle orientali aprica. marino, vii-402: chi non vede (
il grav'affanno in lui raddoppia. marino, 335: ciò che si produce
qualsiasi parte, punto o verso. marino, vii-154: alcune pitture vi sono,
/ spiegò le foglie la purpurea rosa. marino, 6-109: tornano al copular
córre il frutto è andato prima? marino, 1-28: quanto fora il miglior
d'ambidua li brevi al noncio. marino, ii-49: già scrissi a v
la disperde o solve il sole. marino, 2-44: senza invidia non è gioia
e la pace e la durevolezza sua. marino, vii- 393: quella è
più grave, o più dura tanaglia. marino, 3-34: tu, che non
e l'aria si fa dura. marino, vii-505: sì ch'ella qual fatidica
che la virtù de'soldati fusse grande. marino, 7-204: col re de'guerrieri
mai rilasciano quello che una volta stringono. marino, 14-362: con duro tracollo in
il fabbro suol sovra il volubil tomo. marino, vii-534: d'ebeno e cedro
e gli occhi sian d'argento. marino, 206: cangiar il cielo ambisce
se 'l cervel scemo a volo andassi. marino, 256: cingetemi la fronte,
per estens. proveniente dalla palestina. marino, 3-74: vanno ove flora i suoi
il più delle volte guasti per sempre. marino, i-155: gl'incitamenti della crapula
impietra qual ceraunio scoglio, / cui nel marino ondifremente orgoglio / il tridentier nettunno invan
gli ebuli sono nerissimi anch'eglino. marino, 4-177: tutto d'ebuli e mori
fronte, or de l'eburneo petto. marino, vii-519: di piropi immortali e
ai quadrati degli altri due lati. marino, 16-39: fuman tepidi i vasi ed
conoscerà che i suoi ragionamenti [del marino] non eccedono il mediocre ed usato
nella pietà, che eccedesse nel rigore. marino, 4-39: ombra soave ch'ogni
comparve nell'audienza di sua maestà. marino, i-101: gli eccellentissimi signori conte-
/ di se stessa la virtù sicura. marino, 16-104: un sol difetto in
e gir le navi / veloci. marino, 2-19: compose le colonne eccelse,
potente in tutto il dominio ecclesiastico. marino, vii-217: a che misera condizione
loro sopra la gravità dell'acqua. marino, 2-132: paride istesso in quelle gioie
fredde, secche o umide di loro. marino, 2-80: certo inabil mi sento
o la mora al pagadi fetonte. marino, 14-37: oranta, che d'armenia
dorato crin. -scherz. marino, i-112: piscio senza riverenza dentro una
bicchierai, 88: essendo nel sai marino riconosciuta per esperimenti diretti la facoltà di
per collera, ecc.). marino, vii-294: se per esso [il
egli stesso non se ne contenta. marino, i-77: quando le mie rime non
a metter ad essecuzione quanto mi comanda. marino, 197: così piangea l'addolorato
le pietre chiamato echino, cioè riccio marino. fiamma, 41: non stima
lanterna di aristotele; vivono sul fondo marino. = voce dotta, lat.
carcinia, che ha colore di granchio marino, l'echite, che ha colore di
/ fece seco ecclissar turbato il sole. marino, i-147: il difetto di quello
dell'ecclittica. -figur. marino, vii-415: i seguaci del nostro sole
di verberazione, e chiamasi ecco. marino, 11-171: co ì parlò, poi
e per il rilevamento del fondo marino. = voce dotta, comp
serve per fare il rilevamento del fondo marino. d'alberti, 338:
molle corpo / edificò della consorte. marino, vii-267: mentre bambini giacevano addormentati
sia in su fondamenti della latina edificata. marino, 7-154: poi ne le bianche
duomo e dall'altra quella del palazzo marino. manzini, 8-40: su un
, 88: il nobil cavalier, messer marino, /... / dal
/ prendi pietate d'un leggiadro velo. marino, 3-66: ed ecco audace e
quali tutti alla terza persona si assegnono. marino, 3-64: non sol per suo
che io non tolga clizia per donna. marino, vii-284: che diremo delle cose
le quali fanno molto piacevole vedere. marino, 7-118: or d'ellera s'adomino
(con ficamente delle cose picciole. marino, 2-101: da parole mezzi
/ che accoppiano col nuovo il grande marino, 364: interrotti sospir, lagrime tronche
confondesse le favole con l'istorie. marino, 19-295: ecco la bara alfin
definito; progetto; abbozzo. marino, vii-385: il primo parto che distinto
como riceve e manda in po. marino, 7-212: così, perfida e
. letter. menda, difetto. marino, 2-112: e tutta [la dea
punti emendabili òhe fu mandata a me. marino, vii-141: non è cosa dall'
vide eminente sedere una bellissima giovene. marino, 6-26: siede eminente e d'ogni
altezza, elevatezza. marino, vii-191: per l'eminenza delle stesse
in malizia tutti li altri cattivi. marino, 10-18: la materia del ciel,
la si comincia a veder da noi. marino, vii-412: ha il cielo (
). - anche al figur. marino, vii-216: la [forma] caprigna
: 4 inopem me copia faecit '. marino, vii-113: quindi arato questo emistichio
, agg. della tessaglia. marino, vi-114: l'emonia sponda / stupida
ed empia / contro un sì pio? marino, 12-26: questa de l'empia
la più contrafatta cosa del mondo. marino, 4-270: preso il vaso entro le
benedetto l'opere delle sue mani. marino, 1-148: non cibo o,
tutti coloro d'una ragionevole indignazione. marino, 4-92: quel che più tempie il
poi gli parte, o serba. marino, vii-221: né parlo solo degli altri
, ma sempre sotto spezie di bene. marino, vii-114: serba talmente in se
e la virtù de'verdeggianti prati. marino, 313: in piè risorto [il
quasi emule del mar alte paludi. marino, ii-76: l'occhiuta provi denza
, dal gr. èvdtxiot; 'marino 'e oaupog 'lucertola '.
, il cromatico e l'enarmonico. marino, vii-298: potrei anche con altri scrittori
filosofia e questa enciclopedia delle scienze. marino, vii-327: questi tuoni dal- l'
, o almeno in laude de'prelati. marino, 7-118: tutti ardano, s'
principali, come intendo di fare. marino, i-115: m'ha detto il signor
dell'artista. -come personificazione. marino, 5-123: l'invenzion, la favola
con veneno di cupidità terrena corromperai. marino, cosso rame e col mormorio
a bere tre bicchieri di garo. marino, 346: ignudo la testa, parte
in essa tumefazione nessuna ferita aparisce. marino, i-44: è un mese ch'
che la sfinge propose ad edippo. marino, vii-268: felice si stimò sansone
; essere vivente, angelo. marino, vii-1-27: mentre platone ed aristotele d'
prima che entrare in un minore. marino, i-16: le imperfezioni delle mie
ma né pure quasi entratura con loro. marino, i-159: prencipi si trovino
, mio sol refugio e mia speranza? marino, 13-116: cibi divini e delicati
di un astro. -figur. marino, 4-84: ne gli epicicli lor duo
epigramma o di un latino. marino, 7-187: s'egli avien che talor
. - anche sm. marino, 19-380: cinquanta, dopo questa,
sono tipici della sua specie. marino, 6-11: miraeoi grande, in cui
difetti propri di determinate categorie). marino, 2-173: sì ben d'ogni bellezza
decreti e un molto pregnante epilogo. marino, i-109: tutte quante le specie
tissamo corpo suo ucciso da giudei? marino, vii-193: la santissima sindone.
.. possono parere semplicemente episodiche. marino, i-216: la favola è angusta
dall'argomento principale, incidentalmente. marino, ii-204: aggiungo due canti all'*
, e alcuni li chiamano cardinali. marino, 12-185: forman cento colonne un'
notabile ricordanza, a lettere maiuscole. marino, ii-60: la città, per
che per le nozze si fanno. marino, 4-100: toman da capo a la
epitalamii tu trovi il saggio salomone. marino, vii-295: e i devoti salmi del
ch'egli sia un picciol mondo? marino, vii-107: somma e compimento di tutte
de le cose c'hanno a seguitare. marino, i-267: io spero di far
d'una gocciola sola d'acqua. marino, i-104: questa consolazione fra le
o carcino e 'l capricorno tropici. marino, vii-413: il maggiore de'quali
che pur doveva essere il primo. marino, vii-245: se amendue i piedi da
che potesse a buona equità riprenderlo. marino, vii-394: la virtù sola sicome
agg. lat. aequoreus 4 marino '. equòreo, agg.
, agg. letter. del mare, marino. tasso, 7-8-25: passando
il tesoro della veritade, dicendo. marino, 2-116: sotto, ove l'uscio
preziosi, denaro, ecc. marino, 13-228: entra allor ne l'erario
secreta sia virtù de l'erbe. marino, 1-32: dolci le piaghe fian,
in questa guisa incominciò a dire. marino, 3-71: resta immobile e fredda
soffrir ebbe / i duri affanni. marino, vii-272: ritrovasi una pietra nel-
più un uso iperbolico). marino, vii-272: che cosa importa questo simbolo
sol può l'umil servo vostro. marino, 4-28: quindi al gran trono de
famiglia, di padre in figlio. marino, vii-344: è meno donar cose in
, che gli altri fatto non avevano. marino, vii-398: la nobiltà della vostra
collettivo: le forze degli eretici. marino, vi-9: l'armi del ciel ministre
nati di sangue eretico e infedele. marino, vi-18: infiammasti, regina, il
lagnolo erettore della stanza e galleria. marino, i-166: paolo quinto -pontefice migliore
, or le dispieghi ed erga. marino, 7-21: l'oche in fila di
paian del mar sorgere a pena. marino, 1-126: quindi il superbo tauro erge
può del muro pareggiar le cime. marino, 204: già del suo gambo s'
(un corso d'acqua). marino, vii-502: spegnesi di leggier breve favilla
di celebrarvi lo spettacolo de'gladiatori. marino, 1-127: questa è la terra ch'
scogli del mare, come il finocchio marino,... l'eringio marino,
finocchio marino,... l'eringio marino, il iusquiamo giallo. marino,
eringio marino, il iusquiamo giallo. marino, 13-11: de lo stridulo alloro
de l'asia e folgori di marte. marino, 10-238: s'induce alfin,
delle conseguenze di un'azione. marino, i-149: i sudori e'l sangue
batte col ferreo rombo de l'erpice marino. rebora, 155: quando presi
/ errò senza consiglio e senza guida. marino, vii-495: uom che per
, 5-14: come d'alto cader marino augello / volando suole, allor ch'
il cor si scusa e nega. marino, 3-31: madre, risponde amor
non vuol dir altro che erratico. marino, vii-330: la voce rintuzzata dalla
/ ché più non gli era alcun errar marino / dal fato ingiunto e alcuno errar
e ritorna al leggiadro usato errore. marino, vii-360: da virgilio fu nel pasto
. -ondulazione della chioma. marino, 224: onde dorate, e tonde
molte e molte fraudi e inganni. marino, 1-13: udrò di te mai più
-illusione, lusinga, speranza fallace. marino, 2-6: gabbia senz'uscio e career
erta: affrontare la salita. marino, i-192: prese [la mula]
cui siano i chiusi passi aperti. marino, 12-34: tra due montagne discoscese ed
erta1, n. 4). marino, 195: io per l'erta del
eruca, / del basilico il seme. marino, 8-75: v'era il fallo
tesoro. -come personificazione. marino, vii-268: che cosa si fusse questa
lungo esercizio, con studio faticoso. marino, vii-89: nella parte che conviene alla
foco per le rotture di mongibello. marino, 6-129: fumante il sacro incenso
-anche con la particella pronom. marino, 9-108: miri qui sgorgar globi,
sue piaghe essacerbate un rio. marino, 4-260: con torvo ciglio
dette enumerazione, esagerazione e miseria. marino, vii-257: questa è la fontana della
, e si sanò contr'arte. marino, 329: una parte si vede /
/ che dal corpo esalata esser parea. marino, 14-145: fuor del petto essangue
di riposo del vulcano). marino, i-159: quelle fiamme di tifeo o
e principio di suo gran danno. marino, i-26: al dispetto d'ogni
arte. -magnificenza, pompa. marino, vii-406: ed a cui possono tutte
con varii suoni si fa segno. marino, 6-189: nel pedal d'un
, tesa- mine e la difinitiva. marino, i-92: è stato in prigione
, ciò è che mancano di sangue. marino, i-243: rassomiglio me stesso alla
calore, per questo erano timidi. marino, 4-164: mentr'ella in atto tal
-per simil. e al figur. marino, 205: già imbruna le contrade /
o artistico, ecc.). marino, i-261: l'orazioni...
possa che più il corpo giaccia. marino, vii-281: in puglia alcune genti,
ii-243: l''esastico', chiamato can marino, che ha sei ordini di filze
essattóre e dispensatore a beneficio di molti. marino, vi-31: non d'aquila si
-breve (il tempo). marino, 11-55: il tempo a dirne tante
come di quelli di poca importanza. marino, i-113: provate una volta a
vero ed ésca per poterci ingannare. marino, 6-186: insegnerotti, pur che
di sorte, che son dovenuto esca. marino, 1-137: stassene alcun su le
porte ella si mosse. marino, 274: questi del bosco innamo
come so pelle di cane marino, o di rangifero, per escluder l'
concetti si escludono da questa considerazione. marino, 3-21: di splendor tanto e
è, quando ne pare escluso. marino, 2-44: quel gran piacer da
, restano esclusi e depressi gli altri. marino, i-no: coloro che sono nell'
dove tal legge è sommamente esclusa. marino, vii-415: non fo tra questi
della legittima lasciata a d. marino suo figlio s'escomputassero ducati venti
intagliarle e ridurle in varie figure. marino, 6-118: ma benché, oltre
, escrescenze di roccia, stillicidio di sale marino. moravia, i-491: egli si
ahi de toro empia ed esecrabil fame! marino, vii-498: tolga il ciel ch'
nell'ese- crabil servitù di satanasso. marino, vi-20: cento demoni intorno a
i capitani [della repubblica di s. marino] la facoltà esecutiva: avevano anche
/ de'tuoi consigli essecutor soprano. marino, 4-81: era zefiro questi. io
esecuzione della libertà o licenza ecclesiastica. marino, 336: per dar commodo tempo
/ non conoscer ruggier fece sembiante. marino, vii-104: iddio in un'istante
di crudeltà, posto fuoco nella terra. marino, 6-47: alcun ve n'ha
che ne faccia quel che gli pare. marino, i-42: in roma ci sono
, ov'è il suo essempio inciso. marino, 253: qual cruda man commise
veramente sia una illusion della vista. marino, 2-141: piume di cigno e
quale esempio imitato fu poi da'romani. marino, 271: de le spoglie
, dove erano forse venticinque musiche. marino, vii-374: se tutto questo gran palagio
de tarme or l'uso fero. marino, vii-87: vietavasi dagli antichi romani
venire al fine delle sue disonestà. marino, vii-157: così vien egli a
6. battere, calpestare. marino, 1-107: tu vedi là, dove
caso e da la necessità. marino, 347: mentre in questi sollazzi /
di temer il concilio come clemente. marino, 1-71: presso al focon di mille
siamo, più di consiglio avete mestiero. marino, 4-256: o da tanti travagli
, concedemmo alle esercitate membra riposo. marino, 244: virtute esercitata e stanca
colpito, urtato con violenza. marino, 12-63: ma quel rabbioso e rigoroso
buoni era una certa esercitazione di virtù. marino, vii- 158: valendosi eglino
in ordinanza come file di soldati. marino, 343: va per l'ombrose alee
potrà sottomettersi, sottometteralli per avarizia. marino, vii-126: cristo, precorrendoci con
ogni maniera di liberale esercizio eccellenti. marino, vii-82: 10 son più degna
ed esibisce a me grazie e favori. marino, vii-344: erode, per veder
a vostra signoria per questo effetto. marino, i-98: starò aspettando la testa con
ne'popoli, e grande sedia ha. marino, 10-277: per fermar con sempre
/ verso filena languido e disfatto. marino, vii-309: chi avesse dall'altra
si misero in arme per iscacciargli. marino, 347: ma come ad altro
exodo: quanto magis premebant eos. marino, vii-316: passiamo all'essodo.
amarissimo veleno per la nazione spagnuola. marino, i-181: le ho lette [le
-per simil. e al figur. marino, i-iio: scongiurate pure a vostra posta
casa la notte sia lo spirito del marino. monti, x-2-13: tal s'allaccia
. figur. scherz. scongiurare. marino, 41: vi prego adunque, vi
misi / sottilmente a trattar luoghi comuni. marino, vii-329: di gracco si racconta
piacevolissimo messer domenico campana detto strascino. marino, vii-185: udito da'circostanti il bellicoso
dello spirito santo, davit profeta. marino, i-107: venga, venga un
espediente per cavar color di casa. marino, i-305: è una turba di zaccardelli
diretta l'operazione ad espellere l'acido marino. piovene, 5-422: si ricominciano a
, tanto più risolutamente voglia discorrerne. marino, 262: nulla giovotti...
/ esperienza avesser li occhi miei. marino, 8-114: se tu ben mio
si partisse, parlato a'napoletani. marino, ii-49: acciocché sia degno [
evidente, facilmente comprensibile. marino, vii-415: ha [il zodiaco]
lo sguardo. -anche assol. marino, 3-70: come sagacissimo seguso, /
, e con esse si governavano. marino, i-286: ne vorrei uno dal signor
esplorare a chi siino inviati pacchetti. marino, 4-48: il miser genitor,
misfatti della notte / esploratrice esperta. marino, vii-257: gli occhi, esploratori
di mare; esame accurato del fondo marino.
coprì sue bellezze e non l'espose. marino, 2-125: quando le vesti al
, ecc. - anche assol. marino, vii-140: si legge ch'apelle,
/ alcun timor la tua proposta esponi. marino, vii-264: la voce dell'uomo
-rivelare o propalare un segreto. marino, vii-492: o quai m'espose /
recitare; sostenere un esame. marino, 6-47: alcun ve n'ha,
il bel corpo che stima ancor pagano. marino, 14-328: spoglie belle e reali
che modo freddi e quasi morti. marino, 245: prende in privata e
un decreto, una legge). marino, vii-509: così comanda, e 'l
eccellenza infinita / d'iucomparabil mano. marino, 1-75: se usò mai sforzo
scolpita ne'cuori de gli amanti? marino, vii-490: ed ecco intanto i senatori
mercanti fenicii. -simboleggiato. marino, vii-145: non si vede in mille
dal suolo. -riflesso. marino, vii-119: non solo l'aria,
, espressa con gl'istromenti vocali. marino, 5-92: a la leggiadra vergine da
falsa lingua a le menzogne avezza. marino, 6-11: miraeoi grande, in
da lui, ma non diffidenti. marino, i-189: mando a v. s
sovra un ginocchio a le difese. marino, 13-n: de lo stridulo alloro asperse
, -disse; e 'l riconobbe espresso. marino, vii-379: a prencipe celeste celesti
altrove che nella vigna della ragione. marino, 1-164: nel giardin del piacer le
la mia verginità e per venderla. marino, vii-272: che cosa importa questo
-per simil. e al figur. marino, 287: ecco arrivar quivi / il
avversario, ecc.). marino, vii-369: ed ecco appunto la conclusione
/ perché più resti la città secura. marino, 10-227: veder puoi di torin
il cor di venen, geme dolente. marino, vii-259: s'io la chiamerò
ed apparecchiamenti sacri della chiesa romana. marino, vii-98: provossi ancora, siccome
arrivano a dir l'essenza delle cose. marino, 10-18: nulla tra gl'individui
di mente, d'es- senzia. marino, vii-116: se iddio è in tutti
non è, ma solo alli particulari. marino, 2-95: cose tu vedi essenziali
l'essenzia di dio è tutta amore. marino, vii-117: la mente conoscendo
avere di quelie informazioni di ieri. marino, 11-42: son de le donne più
si può dire di dio solamente. marino, vii-116: dice il savio:
tra 'l sonno e tesser desto. marino, 4-95: dato al lungo digiun breve
mezzo mandato sossopra tutta la casa. marino, 2-35: forse intanto il tuo
però che non ne senta affanno. marino, 4-215: chi fia che non t'
, e ce ne fusse pure stata. marino, 10-36: afferma alcun che d'
, donna, persona, individuo. marino, vii-144: io sono un essere senza
mai stato insino a questa età. marino, vii-99: il sole...
di dimensioni, rimpicciolire, sminuzzare. marino, vii-258: né alimento alcuno entra in
rappresentano con viso morbido ed altiero. marino, 16-145: melidonio, che da
, e non ha parte nella giustificazione. marino, vii-417: non meno bella e
dell'anima, esser bello e proporzionato. marino, i-247: la luce interna dell'
a quella congregazione che chiamano concilio. marino, vii-524: ben del tuo grande
de la novella troia incendio estinse. marino, vii-431: i carboni raccolti in pira
ragionar rivolti, / evandro incominciò. marino, 8-123: sì parlando e mirando ebra
, e rinnovar il foco estinto. marino, 12-152: a guisa pur di
che siano estinte le cause di turbazioni. marino, vii- 510: santa pietà
, quanto è l'imperio ottomano. marino, i-155: gl'incitamenti della crapula
quella quasi d'or tenera piuma. marino, 3-80: benché 'l favor de'rami
alla luna la causa dell'esto marino, e keplero riconobbe l'attrazione come
; mostrare la propria superiorità. marino, 7-102: trionfante la palma in fra
di alberi di corallo in un fondo marino. 4. che contiene la
filìstrato, sm. ant. mostro marino. berni, 42-59 (iv-21
trama (di un tessuto). marino, 12-28: di spine il manto ha
si distendono a non credibile sottiglieze. marino, i-51: portava un palandranaccio in foggia
de'più profondi gorghi altrui rivela. marino, i-39: essendo la dipintura assai fresca
il pesce per fil tirato all'amo. marino, 9-24: chi fuor de tonde
simil. capello, pelo. marino, 2-118: seminate in più sferze e
gli acini nel grappolo dell'uva. marino, vii-408: perché vorremo noi ch'
spade di filo e non di marra. marino, i-60: il guerriero, prima
questo bel sasso d'odorati fiori. marino, vii-593: ahi chi mi reca in
non si può scriver a filo. marino, 2-17: son distanti del pari e
se quel fabro ha detto il vero. marino, 12-160: quattro vie dritte
volse che fussero a fatto dispreggiate. marino, 365: poco dianzi mostravi /
una a una se le inghiottì. marino, 11-69: il più lucido fil del
-ghirlanda, serto di fiori. marino, 345: or prende ad innaspar filze
ii-243: l'esastico, chiamato can marino, che ha sei ordini di filze di
reste, è ottima sorte d'orzo. marino, 20-94: poich'alfin le catene
da qual lato se l'abbia sciogliere. marino, i-242: è vero che voi
solitudine lunga viene finalmente a noia. marino, 372: poi finalmente / dal vulgo
quest'occhi tristi onde sopr'onde! marino, 286: dormì finché in levante
caldo sol non vesta il tauro. marino, 1-164: ebro in seno il giovinetto
, siano nei fini dei suoi stati. marino, vii-416: dell'altre due [
di più aiutarci poi che prima. marino, 2-165: natura, che per
si possano fare per avere danari. marino, 4-34: de la bella rubella in
capo delle fini: in conclusione. marino, vii-394: in capo delle fini (
/ qual suole aver l'aurora. marino, 206: cangiar il cielo ambisce /
, e per cimiero una bellissima damisella. marino, 6-53: se sì perfetta grana
tutta vestita, ornata e sparsa. marino, 3-134: la destra ella gli stese
come a me parve, cortegiana. marino, 212: o di malnata vite
il corpo et anco dell'animo. marino, 292: ben io vorrei /
insinuò un raggio roseo e verde, marino ed aereo. = dimin.
e la finezza de'marmi peregrini. marino, vii-167: se poi della finezza
« lasciar così morire? ». marino, 3-20: or se tanta han d'
debba fare cosa alcuna contro natura. marino, vii-287: che quelle sirene fussero
nelle falde de'panni con poche pieghe. marino, vii-92: parrasio insegnò a dipingere
messe finiscono in una foglia sola. marino, vii-286: queste false ed allettataci sirene
/ del finocchio selvatico. -finocchio marino: erba perenne che cresce sulle coste
, e le ombrelle loro, il finocchio marino. mattioli [dioscoride], 294
e quasi per tutta toscana, finocchio marino; come che in altri luoghi d'
soderini, ii-57: la baciglia, finocchio marino, erba corda detta da columella,
scogli del mare, come il finocchio marino, il camaleone e nero e bianco
e i cor più duri spetra. marino, 4-122: con finti pianti e
vere, o in false e finte. marino, 13-116: la cara gemma a
, o d'altri marmi illustri. marino, 258: non finto, è vero
diletto a gli orecchi degli uditori. marino, ii-16: la grecia, di