orbita. campanella, 1036: noi mò di una cosa, mò di un'altra
1036: noi mò di una cosa, mò di un'altra, che in varii
, 1-34 (i-423): chi volesse mò narrar le pazzie che gandino fece per
sulla collottola grassa, gli pendevano a mò d'accento circonflesso sulla bocca tumida,
capo raso. baretti, 3-296: mò sì, che la paternità sua quattordici
. bandello, 1-43 (i-512): mò che febre peggio che continova è la
contrabbando ». dossi, 329: mò figuratevi presunzione! parlare di matrimonio,
insurrezionali. e voi me voleti mò salaxare? questa è una bella festa,
voleva confessare; e voi me voleti mò salaxare? questa è una bella festa,
cortigianelli, e ganimedi non abbiamo da fame mò, come molti fanno, tante maraviglie
forsennato. lancellotti, 305: ma che mò le nostre donne d'oggidì, e
ciascuno. bibbiena, xxv- 1-80: mò crederrestù mai che ione avessi fatto mercanzia?
col suo bel poderetto intorno: io mò non ho tampoco una stia da alloggiarvi
diceva tra sé: -aiutimi iddio, mò che diavolamenti son questi?
così viverà quietissimo, non gli parendo mò gran cosa il veder atto men che decevole
per dir cosi, equidistanti (a mò di luogo geometrico). questa vi
bandella, 3-37 (ii-439): mò che cosa è questa, che tu sei
4-156: spoglie dogliose, voi che mò fa l'anno, / mi foste
, st., 2-11: pur mò lo vidi sì feroce in caccia, /
e posti così in linea obliqua a mò delle caprette, avventava facelle. negri,
questa cità et in lo contà da mò inanzo no se làsono trovare. dante,
e tuona. monti, x-3-112: pensa mò adesso in questo nuovo inferno / qual
: ogni voce è feretro, or basta mò, / se gli varrà io no
, st., 2-11: pur mò lo vidi sì feroce in caccia, /
, st., 2-11: pur mò lo vidi sì feroce in caccia, /
e silenzio. dossi, 343: mò bastava, ti pare? sì ch'io
per dir così, equidistanti (a mò di luogo geometrico). -media proporzionale
aretino, 8-91: or sei contento mò? i tuoi imbriaca- menti, i
di bocca. baretti, 3-248: fa mò d'uopo di divenire sultana per guastarci
. aretino, 8-198: i todeschi mò son fatti d'un'altra stampa,
membro tagliare ». campanella, 966: mò ti vedo non sopranaturale, non transumanato
figur. loredano, 13-6: guardatevi mò di non imbevervi il riso con troppo
. giovio, ii-71: dio faccia mò che 'l papa paulo... prenda
f. loredano, 12-79: -caso mò che la non ti volesse udire? -la
gruppo di piante incespugliate al pedale. mò perché non là dietro? incessàbile,
la sintesi in compagnia di sorelle pur mò nate, come l'inibizione, la
. giovio, ii-38: chi vorrà mò seguir bassi pensieri, starà sempre inviluppato
debiti. giovio, ii-38: chi vorrà mò seguir bassi pensieri, starà sempre inviluppato
or, signor mio, si attende mò alle stazioni e ad dare instruzióne a monte
petruccelli della gattina, ii-154: che era mò quel ridicolo re lazzarone di ferdinando?
: l'ho detto già, lo dico mò e dirollo sempre che invero i dottori
inganno e di fortuna: / o va mò per uscir della marmaglia, / studia
seco a dondolo, / che in qualche mò non se ne avegga mogliama, /
supplico... che, in conto mò della provisione ordinaria, mi si porga
. felicissime [le feste]; stà mò a quello che fa le minestre il
dal d. e. i. mò (mò', mó), avv.
liberato. giovio, i-237: al calcular mò, risolvere e concludere ci andranno alquante
. della porta, 2-323: e mò che fai? lancellotti, 1-21: le
scordò / della scommessa da lui fatta mò. [sostituito da] manzoni, pr
che il tiglio emanava, lo apparento mò a quello che sciamava dall'albero del
ora madri e ora matrigne, avenga che mò ci si mostran prospere e mò averse
che mò ci si mostran prospere e mò averse. garzoni, 7-250: i fantasmi
voi buon tempo! voi l'avete mò buono. lomazzi, 4-i-173: deh,
di buono. ghislanzoni, 18-104: mò, vedi con qual garbo saluta il pubblico
2-40 (ii-53): che pensi mò di far, camillo, poi che certo
gesù, come siete bello! vi par mò possibile che ella si acconci a quel
che scortesia! giovio, ii-26: fatte mò conto voi quello che saprarà fruttare sicilia
ordinarie. de'sommi, 26: fermatevi mò alquanto, si vi piace: dua
spezie. lalli, 1-4-70: mastica mò, se puoi, questa pagnotta. algarotti
della superficie. cesari, i-331: togli mò, come in certi modi il latino
volesse che sua santità fusse stata intesa mò tre anni, quando el venerabil messer
: referisse alexando rosseto cavalaro, come mò terzo zorno andete a verzelli.
venire. lalli, 9-62: da mò padron universal ti faccio. -da
data. bernari, 5-281: da mò me ne sono accorta! -da mo
. boccaccio, iii-12-17: però da mò in avanti / ciascun festeggi. sacchetti,
tutta la sapienza umana. silenzio per mò. -pur mo: poco fa
della sconfitta di adua e nei pur mò istituiti « primo maggio » -una turba povera
, 7 -sogg.: gnaffe, vedi mò colà quel rigattier di novelle che fà
. lippi, 7-40: ad ogni mò trovar non puoi / un rimedio che
= forma allungata per paragoge di mò. monèa e monéda, v.
fo queste cose: oh, via, mò; / che sì, che sul mustaccio
campanella, 967: io ti dico che mò puoi, solo con lasciar quella femina
balia, / sì m'à mandato mò questo accidente. guido da pisa,
la voce la voleva percuotere: - mò! -assol. guerrazzi,
vergognarò, / ché 'l no è pur mò de prima, / ch'el se
). de iennaro, 1-197: mò me pare de vedere pianto e. pizzo
la viene a mostrare! / vedrem mò se, com'di', carlo di franza
/ dalla gente ch'a pena si mò ire. giordani, iii-56: ora io
, non si f f mò dire purificato il caso o la condizione,
recente, testé (cfr. anche mò, n. 6). groto
da pur, forma tronca di pure e mò (v.). puro1
m. cavalli, lii-1-269: avendosi mò osservato il contrario e il rovescio di ogni
rifiuta. giovio, ii-41: resta mò ringraziare sua ecc. a della molta umanità
le risa? -ben sai. -e perché mò cotali tuoi ridimenti? - perché il
una donnetta. la capria, 1-122: mò non ci sente, si va rimbambendo
si ritrovano al presente, si mò ben anco all'incontro dubitare che possano rinovarsi
.. f f mò dirsi essere generalmente secondato l'imperatore, ai-
tesauro, 7-403: gnaffe, vedi mò colà quel rigattier di novelle che fa
dei fiumi stabiliti di alveo non si mò, con verità, asserire che il mare
bandello, 3-41 (ii-458): voglio mò dimostrarvi come un guascone con una bella
? -quel latte averti fatto prò, e mò te ne mostri schiffolézo. =
vedendo el cenno. / e vederete conrio mò la schiumo, / se tosto non
che il tiglio emanava, lo apparento mò a quello che sciamava dalr'albero del pascià'
un'ora per uscirne consu mò. forteguerri, 2-34: « ritornatevi tutti
non avrei quella largura / usata in mò, ch'una carrozza a sei /
1-71-16: uno volere è 'n me che mò m'adestra: / saver c'adestra
aurelio, 253: « a smagozzato! mò me te ciancico! » l'agguanto
! / ond'è la gioì d'amor mò sì smarrita, / ma lo tormento
maniera ch'e'par che a quel mò belloccio, bianco e rosso e sofficione,
ahi! ahi! ahi! s'aveva mò a mandar così un povero curato galantuomo
, bestiale. campanella, 966: mò ti vedo non sopranaturale, non transumanato,
mangiare molto e divertirsi allegramente. a mio mò, e chi no le vole le lasci
5 in 6 zomi tegniva infermi, mò li expedisse in uno e do zomi.
fuga prenda. giovio, ii-35: resta mò ad supricar vostra eccellenzia ch'ella voglia
imporre. giovio, ii-26: fatte mò conto voi quello che saprarà fruttare sicilia,
vincerla e l'assaltano in varie vie, mò dall'ostro al settentrione, mò dal
, mò dall'ostro al settentrione, mò dal settentrione all'ostro torcendo il viaggio.
se non li fate finire voi, mò finiscono, cavalie'! » « finiscono,
f. guccini, 2-37: vieni mò via che non sta bene, non stare