652: anche una volta io qui libo a le dee / che de la mente
vita / m'annebbia; e pur ne libo una dolcezza / strana, infinita.
e benevolo, / com'oggi ch'io libo a l'amico / pensando i varchi
d'annunzio, i-181: a te libo, o despota, di porpore cinto,
è detto perché soffia fra noto e libo; questo dicono che sia il circeo,
e benevolo, / com'oggi ch'io libo a l'amico / pensando i varchi
mia / ch'io non so se poi libo. piovene, 5-65: la gastronomia
. d'annunzio, i-181: a te libo, o despota, di porpore
/ e de l'alta dolcezza ch'indi libo, / mi nutro sì che a
, 182: bocca, ove ambrosia libo, nè satollo / mai ne ritorno;
comune consolazione e conforto, alcuna cosa libo delle sue lodi. rosmini, xxv-439:
con desiderio così tormentoso, perché vi libo dentro la dolce anima tua...
alleggio. guglielmotti, 963: 'libo ': qualunque barcaccia piatta o
[del mirtidano] in luogo di libo innanzi che si trovasse il pepe.
il pepe. lastri, 1-5-219: libo: piglia pulimento ed è bella macchia
, iii-358: il legno del libo serve a fare bellissimi lavori, essendo duro
, 18-48: già con quel furor che libo e noto / suol nettuno assalir nel
è innanzi mosso. soderini, i-63: libo... è fra libonoto e
3 (cfr. libo e noto). libra1 [
roccastrada] conosciuto sotto il nome di 'libo *, ed è parimenti riguardato come
. d'annunzio, i-181: a te libo, o despota, di porpore cinto
fiorentini e fattili rubare e tolto loro i libo e tutte le loro mercanzie; e
ariosto, 182: bocca, ove ambrosia libo, né satollo / mai ne ritorno
innalzando, io della cara / voluttà libo la gemmata coppa. betteioni, i-537: