. lippi, 2-67: la morte si leggea di floriano, / che, perché
ei sedeva lì sull'erba, e leggea... per lo più tai libri
maffei, 5-3-51: alcun amico, cui leggea le sue tragedie prima di darle fuori
bettinelli, i-23: quanto più innanzi leggea più sentivano greci e latini una certa
entrambi i mondi, / e giornali leggea più di dugento. cattaneo, ii-1-156:
di morte, nel cui frontispizio si leggea incastrata a lettere fosche di cubitale figura
rovinati. leopardi, 196: giornali leggea [il conte leccafondi] più di dugento
. gozzi, 3-40: que'fatti che leggea le parean belli, / ed era
desio di sonno / del conte alfier leggea la vita. leopardi, iii-204: sono
oprare in cotal guisa / un che leggea la medicina in pisa. niccolini,
: / quivi di magica arte si leggea / publicamente. campanella, 958:
; / quivi di magica arte si leggea / publicamente, e di piromanzia.
il dotto uomo che il cod. leggea 'rimunito ', se non glie lo
mia vita fe'libro, e sì leggea / che non volea ch'i'gisse mendicato
spiando, perché allora più misteriosamente la leggea, per far venir voglia altrui di domandargli
nastri avea di colorita seta, / leggea d'un giovinetto innamorato. arneudo
: / quivi di magica arte si leggea / pubblicamente, e di piromanzia.
, che de'tuoi dolci desiri / leggea di man d'amor le note impresse /
prima / in su la rena scolpite leggea, / ché vento o pioggia non par
con un messer lazaro, / che vi leggea la sera l'ordinaria, / mi
: / quivi di magica arte si leggea / pubicamente e di piromanzia. caviceo,
entrambi i mondi, / e giornali leggea più di dugento. guerrazzi, 14-190:
nigromanzia: / quivi di magica arte si leggea / publicamente, e di piromanzia.
sue mani ciò ch'ella volea, leggea e scrivea pulitamente. p. e.
femina. marini, i-197: mentre leggea tigrinda la lettera, tutto vermiglio si fé
c. gozzi, 4-303: si leggea nel lunario da bassano / sull'anno in
rotte / sotto le coltrici -io mi leggea / una diarrea / ultra poetica -d'un