, 8-34: io le piaghe sue lavo co 'l pianto, / né però sfogo
: altra [mezzetta di vena] la lavo con acqua saponata. -acqua saturnina
sf. cosa da nulla, bazzecola; lavo retto di poco conto;
d'un contadino non trovava lavoro sui terreni lavo rati da suo padre e
', deriv. da xxó£
xxuorijp -fjpoc deriv. da xxó£co 'lavo '. clisterizzato, agg. medie
sangue di questo iusto e me ne lavo le mani. caro, 2-702: o
, iii-1-93: marangoni, fabbri ed armaiuoli lavo ravano a credenza nella fiducia
, ed io mi arruo lavo nelle file dei volontari. d'annunzio,
. pascarella, 2-21: stanno tutti a lavo rare e tessono tappeti,
/ gradisci il pianto, ond'oggi io lavo ed ungo / tuoi santi piedi,
qualsiasi altro metallo (talora finemente lavo rato), con cui
gommificio, sm. stabilimento per la lavo razione della gomma.
/ gradisci il pianto, ond'oggi io lavo ed ungo / tuoi santi piedi e
testa, e viso e gola / mi lavo prestamente, e poi m'imbarco /
? io non c'entro: me ne lavo le mani ». e se le
da chi volete che io me ne lavo le mani », presso alle cortine seriche
di scrivere all'amico che me ne lavo le mani, è ora ineseguibile.
, 2-37: quando la mattina me le lavo [le mani] ne la fonte
vasca, tino ', da idvo * lavo '. cfr. exod., 40-28
. mazzini, 26-16: ora mi lavo e frego le gengive ogni sera con un
/ e làvati anche tu mentr'io mi lavo. carducci, iii-23-63: cavalieri sudanti
tasso, 8-34: io le piaghe sue lavo co 'l pianto. chiabrera, 1-iii-185
gliacconi! fatevi fuori qualcuno, che gli lavo la faccia cogli sputacchi!
più che chiusa la bocca, le lavo la faccia, vedrai. -lavare
= deriv. da lavare. lavo, sm. (femm. -a)
meser nofrio de li atti, mio lavo in casa, era de età anni più
suo patre... e de suo lavo. = deriv. da avo (
posso sanare, se io non mi lavo tre volte in una fonte, e poi
pisa, 1-294: di questo fatto mi lavo le mani. storia della vendetta di
fatto lo officio mio; io me ne lavo le mani, fa'tu. monti
questo sciagurato lavoro: e me ne lavo le mani. tommaseo [s. v
modo di compenso, però * me ne lavo le mani 'spesso dice noncuranza,
a vapore o con apparecchi a vuoto nella lavo razione industriale.
egle, era più piccola e incominciava a lavo rare da sarta. non
). buzzi, 122: mi lavo di sensi e d'idee / al vostro
789: questa è adunque colei che lavo i piedi al signore con le lagrime,
oramai, creda pure, / me ne lavo le mani. penite, sf
, sf. ant. scoria derivata dalla lavo razione del minerale argentifero.
-vasca in cui si compiono determinate lavo razioni e, in partic.,
presso i latini. io me ne lavo le mani, e quanto a me uso
ond'or da'versi mei / le macchie lavo, e 'l dir polisco e tergo
dei dodici. o. ma lavo iti [rezasco], 2-132: ordinarono
la testa e viso e gola / mi lavo prestamente. giannone, i-359: il
del mio core immondo, / ch'ora lavo col pianto, / penetra co'tuoi
razzano), si. ant. paramento lavo rato ad arazzo (per
, re saggio e forte, / lavo la bocca mia con quest'umore: i
pananti, i-264: m'alzo, mi lavo, poi scendo in cucina / un
trova chi lo raccomanda, chi lo fa lavo -in dipendenza da un verbo
vigna al procuratore suo: « chiama i lavo -parte, ala di un
novio che regola la misura del pezzo da lavo rare ». « bravo
di avvelenamento avvenuto sopra una operaia che lavo nica. rava
velocemente una faccenda, portare a termine un lavo re definitivamente una questione,
uomini dell'equipaggio, che un'ora fa lavo n. barbieri, cv-489
vigliacconi! fatevi fuori qualcuno, che gli lavo la faccia cogli sputacchi! -getto
voluto infinocchiare i posteri, me ne lavo e stralavo le mani. =
10 non c'entro: me ne lavo le mani ». e se le andava
crisostomo volgar., 3-55: né se lavo mae le carne soe santissime in bagno
. da'versi miei / le macchie lavo e 'l dir polisco e tergo. b
testa, e viso e gola / mi lavo prestamente, e poi m'imbarco /
, con casa, pozo, terra lavo ratta e vignata, querceto e pastura.
26-94: se non fanno, me ne lavo le mani, ma mi vuoto il gozzo
che il governo dica: 'me ne lavo le mani'; quasi che un ministro non
io me ne frego, me ne lavo le mani. r fregnàccia, sf