(femm. -a). disus. lavandaio; il locale ove si fa il
in bucato: di panni consegnati al lavandaio, per essere lavati. -mettere in
addetto all'imbiancatura della tela grezza; lavandaio (e nel linguaggio moderno indica la
* imbiancare ', sul modello di lavandaio. curante (part. pres.
voce dotta, lat. fulló -ónis 'lavandaio '(cfr. anche follare
sala. 3. raro. lavandaio. pacichelli, 2-92: si trova
lavacènci, sm. invar. spreg. lavandaio. - anche: persona di bassa
lavamàcchie, sm. invar. scherz. lavandaio. de marchi, i-108:
bucato'. lavandaro, v. lavandaio. lavanderìa, sf.
; dial. lavandèra). lavandaio. garzoni, 1-824: col
. v.]: 4 lavandiere', lavandaio, colui che lava i panni lini
, sm. e f. invar. lavandaio. modio, xlv-344: sentendo
-tòro). che lava panni; lavandaio. trattati antichi [crusca]:
dotta, dal lat. lotor -óris 'lavandaio '(cfr. lòto2).
carbonaio / nero e sporco a un lavandaio. botta, 5-107: trasportati dall'
. nettapanni, sm. invar. lavandaio. segneri, iii-3-348: il
mai la pietra buona: v. lavandaio, n. 4. -la pietra
è appunto quella della droghiera polacca o del lavandaio rumeno al primo scalino della prosperità.
, facchino, mastro di casa, lavandaio, cavamacchie, sarto, rimendatore, rap-
, facchino, mastro di casa, lavandaio, cavamacchie, sarto, rimendatóre.
suon, d'un risciaquio d'un lavandaio. beltramelli, i-231: si tacque.
quella della dro- ghiera polacca o del lavandaio rumeno al primo scalino della prosperità.
suon, d'un risciaquio d'un lavandaio, / d'uno slumacaménto al fare e
fanno talvolta quell'effetto che fa un lavandaio che vuole strofinar forte e torcere e tormentare
. = comp. da capo e lavandaio. capolegatorìa, sm. (