affanno / mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita. idem, par.
14-11): il forte e 'l duro lagrimar che [gli occhi] fanno,
ammorza, / e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza. idem, 20-106
quella stagione / che per usanza a lagrimar gli appella. alfieri, 9: là
respinge: / e con quest'arti a lagrimar in tanto / seco mil- l'alme
. petrarca, 189-11: pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni / bagna e
basciaro, / e più che prima nel lagrimar fieri, / con rotta voce si
quel punto sì nove, / che farian lagrimar chi le 'ntendesse. fazio, v-28-4
vulgar tropp'umil gente / bassezza il lagrimar pubblicamente. baldinucci, 3-4: e se
madre; / ed è il suo caldo lagrimar, che misto / senti col sangue
questi occhi miei dolenti / altro che lagrimar non san giammai. carletti, 27:
altro viaggio », / rispuose poi che lagrimar mi vide, / « se vuo'
. cino, ii-604: mi fuggo a lagrimar entro 'n un canto / perch'altri
suo tormento / più d'un ciglio lagrimar: / ché l'esempio del dolore /
quel punto sì nove, / che farian lagrimar chi le 'ntendesse. tasso, 18-67
carro ardente / pur si rivolge e lagrimar vorria. guarini, 471: come a
e gioia, / e rider finto e lagrimar senz'arte. bibbiena, xxv-1-53:
suo tormento / più d'un ciglio lagrimar: / ché l'esempio del dolore
giunto a riva, / e del continuo lagrimar so'stanco. boccaccio, dee.
tua luce / conturba sì ch'a lagrimar t'induce? giusti, i-317: mi
i compagni / che non vedeano a lagrimar si diero. foscolo, 1-305: ti
meschino, ei fu costretto / a lagrimar tra la consorte e i figli / lacerate
pungea quella stagione / che per usanza a lagrimar gli appella. marmitta, ix-295:
moro e piango; / mio caldo lagrimar in terra piombo. poliziano, st.
diceria, / che mi fa tristo lagrimar sovente. tassoni, vii-236: parlar
quella stagione / che per usanza a lagrimar gli appella. boccaccio, iii-7-57: in
: e tanto / sia forte il lagrimar, che al fin dal ciglio / esca
ride, / e, per far lagrimar più sempre il mondo, / l'altrui
il quale rende la faccia deforme e fa lagrimar gli occhi e ampliar la gola e
impedita / amor l'entrata, il lagrimar l'uscita. monti, x-3-305: del
fanciulli nostri, agide hai visto / lagrimar oggi. 5. garzone di
mesta diceria / che mi fa tristo lagrimar sovente. -rompere la fantasia:
gioia, / e rider finto e lagrimar senz'arte. 3. non
/ regna il silenzio, e a lagrimar m'invoglia / rotto dal cupo mormorio
, 1-i-286: morte ne adduce / a lagrimar de'colonnesi il duce, / nobile
che mi conduce spesso / ad altro lagrimar, ch'i'non soleva. boccaccio,
questi occhi miei dolenti / altro che lagrimar non san giammai. cesarotti, ii-194
suo sugo, come il fumo, fa lagrimar gli occhi. tommaseo [s
fumea di questo speco / farti d'angoscia lagrimar mi vanto. salvini [tommaseo]
son fatti un fiume, / per sempre lagrimar mattino e sera. poliziano, st
giunto a riva, / e del continuo lagrimar so'stanco. cantari cavallereschi, 77
quale rende la faccia deforme e fa lagrimar gli occhi e ampliar la gola e
amore: / cetra ora sei ch'a lagrimar m'impara. niccolini, 183:
trova impedita / amor l'entrata, il lagrimar l'uscita. muratori, 6-65:
cecco d'ascoli, 3796: convien che lagrimar l'alma consenta / agli occhi tristi
la pietade / del tuo fratello a lagrimar ti inclina. nardi, 1-80: mandaron
: a i preghi è sorda, al lagrimar s'indura. siri, v-1-550:
ch'i'rodo, / parlare e lagrimar vedrai insieme. cavalca, ii-148: quanto
cose di poco conto, come del continuo lagrimar de gli occhi, dell'aver
, inf., 33-9: parlare e lagrimar vedrai insieme. idem, par.
. rende la faccia deforme e fa lagrimar gli occhi e ampliar la gola e
confronti. petrarca, 156-6: vidi lagrimar que'duo bei lumi, / ch'
/ mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita. petrarca, 353-14:
sorte, / non tua sventura, a lagrimar n'invita, / poscia ch'ai
ammorza, / e gli occhi a lagrimar gl'invoglia e sforza. azzolini, lvii-
sangue estinte l'ire / che dal mio lagrimar non fiano spente. metastasio, 1-4-380
ch'i'rodo, / parlare e lagrimar vedrai insieme. niccolò del rosso, vii-448
lagremando spende laco. petrarca, 226-5: lagrimar sempre è 'l mio diletto, /
sdegno amorza, / e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza. buonarroti il
tuo tormento / più d'un ciglio lagrimar. -tr. (con l'oggetto
occhi invidia a quelli / che sepper lagrimar pianti sì belli. 3.
l'improvvisa morte o repentina / si deve lagrimar d'un innocente. baldi, 7-96
gli anni suoi, / vedoa ferrara, lagrimar tu puoi / la morte d'ogni
, / che 'l forte e 'l duro lagrimar che fanno / ritornerebbe in allegrezza e
37-6 (ni): l'amaro lagrimar che voi faceste, / oi occhi miei
, così lunga stagione, / facea lagrimar l'altre persone. petrarca, 189-9
. petrarca, 189-9: pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni, / bagna
sangue estinte l'ire / che dal mio lagrimar non fiano spente, / se tu
. gozzi, i-21-105: or mesto lagrimar dagli occhi piove, / or in tacita
cose di poco conto, come del continuo lagrimar de gli occhi, dell'aver febbri
commozione. bonarelli, xxx-5-81: il lagrimar del core / fa sdrucciolar la lingua
si piangesse, incominciò ella ancora a lagrimar di buon cuore. -sofferenza morale,
letargo avea sopiti / gli occhi dal lungo lagrimar già stanchi. g. capponi,
sdegno ammorza, / e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza. campanella,
pianger a quel vaso, / durando a lagrimar sei settimane. note al malmantile,
loco, / con mente immota in quel lagrimar vano, / la lena strangosciata e
avea sopiti / gli occhi dal lungo lagrimar già stanchi. papi, 4-177:
frescobaldi, 1-56: gli occhi ho di lagrimar già stanchi e lassi / per la
spande / che me percuote e a lagrimar mi sforza. govoni, 2-228:
a riva, / e del continuo lagrimar so'stanco. boccaccio, dee.,
g. quirini, xlix-90: devemo lagrimar chiamando a boce / mercede al redemptor
: francesca, i tuoi martìri / a lagrimar mi fanno tristo e pio. cino
. poliziano, 1-754: amor cantando lagrimar c'insegna, / e celar la
gran martire? / sì ch'io vo'lagrimar, ch'io vo'morire. fagiuoli
amate / ne l'altrui pace a lagrimar mi mena. mamiani, ii-262:
menzini, ii-320: la trista notte a lagrimar conversa, / plora mai sempre,
vertute / che 'l forte e 'l duro lagrimar che fanno / ritornerebbe in allegrezza e
pesaro / il fremito ridendo e il lagrimar. galdi, ii-311: i proconsoli,
pindemonte, 10-573: modo al dirotto lagrimar si ponga. foscolo, ii-39:
qui fra nui, / che del mio lagrimar non faccia molli, / privo del
noiosa e trista: / a farmi lagrimar, signor mio, riedi. cariteo
giunto a riva / e del continuo lagrimar so'stanco. boccaccio, dee.
cielo azzurro, / m'invita a lagrimar, ché te non vede / l'onnireggente
abriani, 1-191: una beltade a lagrimar t'induce, f che, per
e lucrezia pargolette / piagnean veg- giendo lagrimar il padre. guarini, 1-i-95: 'babbo
cn i'rodo, / parlare e lagrimar vedrai insieme. boccaccio, dee.,
amiche è giunta, / è giunta a lagrimar la tua partita. -con
/ mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita; / ma dimmi, se
sì lo percote ch'egli dal lagrimar non si scompagni, / e pasca l'
me con- vien, / di vosco lagrimar desio mi viene / la simil d'
per pietà del core / hanno di lagrimar sofferta pena, / sì che per
li perseguette, / sanza mio lagrimar non fur lor pianti. petrarca, 128-60
37-6 (148): l'amaro lagrimar che voi faceste, / oi occhi miei
, così lunga stagione, / facea lagrimar l'altre persone. idem, purg
/ mi pesa sì, ch'a lagrimar mi 'nvita. mazzei, i-65: di
perdono; / ma non per questo il lagrimar finisce, / ch'ognora in casa
che mi conduce spesso / ad altro lagrimar ch'i'non soleva. boccaccio,
: francesca, i tuoi martìri / a lagrimar mi fanno tristo e pio. idem
viaggio » / rispose, poi che lagrimar mi vide. zanobi da strata [s
cino, iii-160-66: e 'l grande lagrimar che mi distrugge, / quando mia
paradossi da far ridere le tragedie e lagrimar le commedie. d. bartoli, 2-4-319
capo santo / nniuria fé ch'a lagrimar mi sprona. imperiali, 4-141: fra
quel punto sì nove / che farian lagrimar chi le 'ntendesse. tavola ritonda, 1-
: più che a parlarvi, a lagrimar son io / preparato, o quiriti.
mi rade, / e fin lo stesso lagrimar mi tolle. a. cattaneo,
petrarca, 189-10: pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni / bagna e
fia noiosa e trista: / a farmi lagrimar, signor mio, riedi. dolce
per pietà del core / hanno di lagrimar sofferta pena, / sì che per vinti
stanchi, / mai non avrei di lagrimar riposo. montale, 2-32: la tua
, 13-ii-317: tardi, costanzo, a lagrimar risorgo / la donna tua, per
13-ii-317: tarai, costanzo, a lagrimar risorgo / la donna tua, per cui
. gozzi, i-21-105: or mesto lagrimar dagli occhi piove, / or in tacita
508: il forte e 'l duro lagrimar che fanno / ritornerebbe in allegrezza e
ch'i'rodo, / parlare e lagrimar vedrai insieme. g. villani,
la futura etade, / per piaga eterna lagrimar sovente / feo l'affricane e l'
. petrarca, 109-10: pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni / bagna e
io, / lasso, più sempre a lagrimar m'invoglio: / scatenisi l'orgoglio
io, / lasso, più sempre a lagrimar m'invoglio: / scatenisi l'orgoglio
avea sopiti / gli occhi dal lungo lagrimar già stanchi. manzoni, pr.
/ e 'nnanzi altrui il lagrimar non curo, / ché t vel
proposta. bonarelli, xxx-5-81: il lagrimar del core / fa sdrucciolar la lingua
frescobaldi, 1-56: gli occhi ò di lagrimar già stanchie lassi / per la pietà del
lo per- cote / ch'egli dal lagrimar non si scompagni / e pasca l'
il liquore. coglie- si questo nel lagrimar fuori con lana overo con una sponga,
lippi, 7-98: non per questo il lagrimar finisce, 11. prov. /
son tolte. idem, 156-6: vidi lagrimar que'duo bei lumi, / ch'
quale rende la faccia deforme e fa lagrimar gli occhi. ciro di pers, 3-158
io debba / primi ascoltar, o lagrimar d'achille. arbasino, 3-144:
a breve gaudio falso / lungo terribil lagrimar verace / vuoi che sottentri. manzoni
che mi conduce spesso / ad altro lagrimar ch'i'non soleva. boccaccio, dee
fìa noiosa e trista / a farmi lagrimar, signor mio, riedi. gherardi,
stanchi, / mai non avrei di lagrimar riposo. petrarca, 190-13: era 'l
, / con mente immota in quel lagrimar vano, / la lena strangosciata e
. gozzi, i-21-105: or mesto lagrimar dagli occhi piove, / or in tacita
di doglia / e innanzi altrui di lagrimar non curo, / ché 'l vel tinto
traditor ch'i'rodo, / parlare e lagrimar vedrai insieme. rainardo e lesengrino,
e che m'assaglion tutte / occasion di lagrimar, non piango. goldoni, xiii-410
, 2-78: chi mai non vide lagrimar le stelle / a mezzo giorno, o
. poliziano, 1-754: amor cantando lagrimar c'insegna, / e celar la tristezza
: francesca, i tuoi martìri / a lagrimar mi fanno tristo e pio. idem
noiosa e trista: / a farmi lagrimar, signor mio, riedi. boccaccio,
a scriverlo poteo / far del mio lagrimar penna ed inchiostro. alamanni, 18-13:
quella stagione, / che per usanza a lagrimar gli appella. berni, 26-9 (
gli occhi / su cui sospeso il lagrimar s'aggorga. fanzini, i-567: lo