. pucci, iii-218: già nel labro la rosa è impallidita, / la fiamma
frutto / seno a seno congiunti e labro a labro, / tosto a vulcano a
seno a seno congiunti e labro a labro, / tosto a vulcano a riferire il
forte, ed il cande labro dell'agave reggeva nelle raffiche il carico oscillante
il volto, / lascia barbuto il labro e 'l mento rade; / dimostra il
: dafne mentre bevea, / col dolce labro e rugiadoso impressa / soave nota in
rivolta pazza, / atteggio a fischi il labro. anatemiz? are, tr
rosa, 151: castighi il ciel, labro che adula e applaude, /
: mentre parla, / m'offre del labro l'animata rosa. idem, 289
forza senza questo apparecchiamento, el ce- labro si moverà, e le parti dello cranio
eletto. manzoni, 28: tacque il labro, ma il volto ancor pregava,
le ciglia ambe è congiunto / e col labro sovran quinci confina. / e perché
. maffei, 2-1-3: fece costui col labro un cotal atto, / che 'l
ad attoscarvi il core / quel fiero [labro] intento. marino, 12-14:
rosetti baci, / e con l'acceso labro / doppio l'accrebbe ardor, doppio
di dolcezze care, / col neo sul labro, per prova non menti. d
, i-230: fa, che dal labro augusto / sen'esca il riso appena;
6-241: irato apollo il legno al labro accosta, / e fida al bosso altier
: « bruccus es quien tiene finchado el labro de amba, también se dize bronco
il biasimo, ch'io per contrapposto al labro le appellerei del sedere, se non
profondo, / e l'indice al labro, secondo l'atteggiamento romantico. moretti
: il dissaco, il qual chiamano labro di venere, è notissimo in tutta italia
: il dissaco, il quale chiamano labro di venere, è notissimo in tutta
e nudo l'alto cocuzzolo di monte labro. tornasi di lampedusa, 213: appartengo
che è più, ne gode ancora il labro. salvini, 39-i-9: tanta è
ora / d'una schietta granata il labro tinto. / forato è l'orlo,
braccia avvinto a stretto / l'ispido labro per baciarlo stende. d. bartoli,
anima sua cibo volante, / e da labro mordace / ei beva un rio di
/ del vostro, un cittadin direbbe labro, / poetando a isonne. marino
amorosetti baci, / e con l'acceso labro / doppio l'accrebbe ardor, doppio
il riso / tra i muscoli del labro / ove riede il cinabro. prati,
ma, dal cinabro / molle del labro / quando l'accento / sentii fluir
cinabro / penò lung'ora a colorirvi il labro. f. f. frugoni
marino, 16-91: serra e disserra il labro al dolce riso i di finissimo cocco
con quella misura ch'è dal mento al labro più basso. segneri, iii-1-162:
frutto / seno a seno congiunti e labro a labro, / tosto a vulcano
/ seno a seno congiunti e labro a labro, / tosto a vulcano a riferire
biasimo, ch'io per contrapposto 'al labro 'le appellerei 'del sedere '
. marino, 9-101: intorno al labro spazioso e grande / de la conca
dall'ali del naso alla estremità del labro sovrano, tutti e tre sono spazii fra
. berni, 182: ha del labro un gheron, di sopra, manco:
braccia avvinto e stretto / l'ispido labro per baciarlo stende. d. bartoli,
di cuore, / e non di labro, ora il mio esemplo siegua. foscolo
, 356: dolce sfiorar co 'l labro / le accese guance, e..
meonia. alfieri, 8-82: col labro desioso avea / attinto un sorso della limpid'
tergo direnato e tanca, / inlividisce il labro, increspa il viso. casti,
st., 1-36: qual fino al labro sta nell'onde stigie / tantalo,
sfogamento: finché, dissecatogli il ce- labro, smarrì affatto il sonno, e cadde
356: dolce sfiorar co * 1 labro / le accese guance, e stringer
, sf. ittiol. nome comune del labro e di varie specie di pesci della
varie specie di pesci della famiglia cremi- labro e coridi. m. adriani
: l'avena rustica / da 'l labro tuo risuona / o figlio de l'egioco
glossa il gr. louxlq 'specie di labro '. élsa { élsa)
cittadin di cuore, / e non di labro, ora il suo esemplo siegua.
. alfieri, 5-246: il celeste labro ei già dischiude / alla sentenza che
la tua candida gota, il molle labro / sparse di rose amore industre fabro
fabro, / quel mite ardente intemerato labro. baldini, i-338: sarebbe dunque vissuto
a verde fascia appende, / ride il labro vivace e colorito. casti, ii-10-62
fu mozzo il naso con tutto il labro, e fessa la bocca da ciascun lato
frutto / seno a seno congiunti e labro a labro, / tosto a vulcano a
seno a seno congiunti e labro a labro, / tosto a vulcano a riferire
poeti. parini, 525: pingesti il labro, ove albergar gagliardo / udisti ognora
più sucida e squarquoia. / ha del labro un gheron, di sopra, manco
, st., 1-36: fino al labro sta nell'onde stigie / tantalo,
qualche profeta lazzaretti che predichi dal monte labro. -rizzarsi, muoversi, partire
del perno, e così sottopostovi un labro, dal quel esce un canale o
palpebre', idest, la extremità del labro de'coperchi de gli occhi. n
[baruffaldi], lvi-28: dove 'l labro sì bello, / che parea di
l. strozzi, 3-316: chi 'l labro si mordea, chi 'l dito e i
credi, assai. te 'l tace il labro / ma il cor te 'l dice
: meglio è ch'io freni il labro e 'l core imbrigli. gualdo priorato
/ all'indulgente vulva ed al bel labro / più frequente e iterato il rumoroso
e sagace / rispondea la sottil riga del labro / uso all'imperio. morandi,
un caratteristico colore rosso-viola; enrosadira. bel labro imporporato / venticello regolato. goldoni, x
pronom. marino, vii-96: qual labro è che non si stringa? qual
fiori in te natura, / il labro tuo le grannatiglie oscura, / co'
. carducci, iii-1-501: sul dolce labro / splenda eterno il sorriso, / quel
, / ed increspava / presso il labro il roseo viso. molineri, 2-214:
de le indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscìa la voce. l
industre e bel disprezzo / vezzeggia il labro e lussureggia il vezzo. c. gozzi
de le indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscia la voce. carducci, iii-23-316:
ingegno, per di cima al labro / infilato ne trae uno scaro.
/ a gloria mia per voi tingasi il labro / 0 con ostro o con minio
innamorata bocca / a l'inganno soave il labro ingordo. ruspoli, 182: una
. f. frugoni, iv-219: il labro [dell'ipocrita] asciutto e violaccio
a gloria mia per voi tingasi il labro / o con ostro, o con
guisa d'inspirtato, / la bava al labro ha come un verro audace / e
e 'l desio, pria che 'l labro, ebro il divora. broggia, 342
: giunse latona, arso il bel labro e il petto / di sete, co'
dì che i versi agresti / sul labro mi fioriano, / me pure audito avresti
. betocchi, i-56: verde il labro di pietra / e il ridente labbro dell'
de la cui sacra bocca e dolce labro / uscendo le ape al cel spiegaron l'
1-21: tolli sangue dela vena del labro del cavallo, e poni nelo luogo dela
). labbro1 (ant. labro, lavro), sm. (plur
galli fu mozzo il naso con tutto il labro, e fessa la bocca da ciascuno
aquilino,... e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato.
pigna, 22: vi ferì appresso al labro, ov'era corso: / e
. marino, 202: con l'acceso labro / doppio l'acrebbe ardor, doppio
doppio cinabro. battista, i-414: labro che in due coralli appar diviso / piacemi
sorriso triste e forzato gli passava sul labro. pascoli, 114: i solchi ho
per adietro stata la terra d'un labro solo e usando tutti una lingua, come
fabro / che non ha tinto il labro. tasso, 9-8 [aletto] vòta
crespe il volto, / lascia barbuto il labro e 'l mento rade.
369: il dissaco, il qual chiamano labro di venere, è notissimo in tutta
. domenichi [plinio], 25-13: labro di venere si chiama una erba che
, aspettando che i primi uscissero del labro; questi... erano alcune
si aspettava, e la larghezza del labro, che egli chiama alveo tra il
torbide, per rialzare i terreni situati nel labro delle valli. algarotti, 1-iii-319:
, / su questo mar d'incircoscritto labro. cattaneo, ii-1-404: la parte della
ogni salma, / con desire aggiugnendo labro a labro / come tutta d'amor gli
, / con desire aggiugnendo labro a labro / come tutta d'amor gli ardesse
so in qual sacro fonte immerse il labro. -intingere le labbra in un
class, labra -6rum. labbro2 { labro), sm. ant. conca,
ghinazzone [tommaseo]: farai el suo labro di rame con la sua basa da
nome del genere labrus (cfr. labro) e da forma (v.)
e nei mari italiani sono diffusi il labro pappagallo, il labro merlo, il
sono diffusi il labro pappagallo, il labro merlo, il labro pavone).
pappagallo, il labro merlo, il labro pavone). salvini, 23-247
nome del genere labrus (cfr. labro) e dal gr. -etsfjg 'simile
= deriv. dal lat. labro -ónis che, in una lettera di
. ittiol. region. crenilabro o labro. = voce pugliese e siciliana
dentro! faldella, 8-139: al monte labro... eravi un gran lievito
il tenero rubino, / in cui labro con labro il dente stringa / e
tenero rubino, / in cui labro con labro il dente stringa / e di nettare
la mazza. barbaro, 429: il labro del timpano maggiore sia segnato con trecentosessanta-
la guardatura un poco losca e il labro leporino. -che deriva da strabismo
pazza, / atteggio a fischi il labro. zena, 3-34: il macabro /
. f. frugoni, 4-50: unto labro e palat'umido, / ventre tumido
: giunse latona, arso il bel labro e il petto / di sete, co'
nomi, 15-29: negli occhi e nel labro si vede / dolcemente di lei riso
.). ittiol. region. labro (labrus bimaculatus). =
e vivo prato, / tra il sovra labro e le due ciglia un colle,
, bircio, senza un pelo al labro,... si avanzò allora ver
d'uom volgar sul labro / faccia aver di menzogna ancor porria
, 3-122: numeri pur ad altri avaro labro / baci venduti in mercenario letto;
di mare, da identificare forse con il labro '. merlàio, sm. tose
lanzarotto, 1-75: però ch'un labro a l'altro s'è ragiunto
una fronte, / chiamin porpora un labro, / chiamin le guancie al fin minio
per voi [donne] tingasi il labro / o con ostro o con minio o
i-2-146: nel meriggio infocato / al labro tuo vo schiudere / il fonte mio
spiana. melosio, 3-ii-160: il mio labro talor, ne'suoi frapposto, /
. /... / e da labro mordace / ei beva un rio di
vi ferì [amore] appresso al labro, ov'era corso: / e a
voci incerte e rotte / forma col labro, da cui cola il mosto.
fu mozzo il naso con tutto il labro. angiolieri, 98-8: s'i'fosse
di vannozzo, 75: però ch'un labro a l'altro s'è ragiunto /
avidità del bere gli sfesse un labro, la qual rottura diede tanta grazia a
ov'è l'occhio loquace e muto il labro. batacchi, 2-198: surser da
mutola. fantoni, ii-168: sul labro mutolo / sedea l'orrore. d'annunzio
due piedi anteriori terminati ad ugnatura col labro grande, triangolare e che ricopre la
già nettari del cor, manna del labro, / che m'offeristi in coppa
9-17: amor la face dal nettareo labro / v'infuse e febo i versi
carducci, iii-2-356: dolce sfiorar co 'l labro / le accese guance, e stringer
pigna, 22: vi ferì appresso al labro, ov'era corso: / e a
/ fuor delle rose, onde fiorisce il labro. g. gozzi, 1-201:
fabro / de'liquor porto al pargoletto labro. lanzi, iii-305: questo ultimo
quasi verdiccio. fantoni, ii-168: sul labro mutolo / sedea l'orrore; /
vagheggiar non ha conteso / del tuo labro il rubin, del volto i fiori.
ventura / sparga di grazie insidiose il labro / ed il pensiero di fiorite ombrie
st., 1-36: fino al labro sta nell'onde stigie / tantalo, e
riso splendono / li occhi: su 'l labro voluttà fiammeggia: / vezzi ignoti s'
, / disciolgo in suon d'oltracotanza il labro. -caratterizzato da accadimenti o intenzioni
ma in sbissone, anderà smozzato il labro di sotto e voltato in giù. s
e però che fue ampissimo, il labro è ordinato alto. g. morelli,
/ che co'pampini suoi d'intorno al labro / baldanzosa se'n va, cerchiando
/ a gloria mia per voi tingasi il labro / o con ostro o con minio
sopra piloso... et in un labro di sotto ancora lui piloso che a
ben crespe, quasi come quelle del labro di venere, strate per terra,
pareggiar ti prometto / i diletti del labro a quei del petto. dotti,
e. gadda, 16-80: lo infermo labro tutto tremulo come d'uno parietico novo
che chiude et apre un bello e dolce labro, / quindi escon le cortesi parolette
orror sol si scerne. / dove '1 labro sì bello, / che parea di
desiderosa / d'udir li accenti di quel labro amato / su cui tutto già vola
che chiude et apre un bello e dolce labro. piccolomini, 10-323: chiamerà parimente
/ perleggia il dente e coralleggia il labro. tesauro, 2-124: 'perleggiar'
similmente [gli indigeni] pertugiato il labro di sotto, e per entro vi portano
paradiso: macropodo. -pesce pavone: labro pavone (v. labro1; cfr.
, bircio, senza un pelo al labro... -si avanzò allora ver
è giunta a concozion perfetta. / il labro troppo spesso egli avvicina / delle pimplee
boiardo, 3-166: vederi che lo un labro a l'altro poppa, / se
alabastrina adoro, / né del suo labro hai porpore più fine. lernene, i-72
suoi furenti; / ma duro al labro ostinasi il sogghigno. = deriv
, / ed ella posava il suo labro / sopra il mio labro.
il suo labro / sopra il mio labro. -drappeggiare un abito sulle membra
, 2-37: la bocca vuole il labro di sotto un poco più sporgente in fuori
con mele l'orlo o ver il labro del vaso, accioché con la compagnia
versi, « giusto naso, bel labro e denti eletti! » e il foscolo
splendono / li occhi: su 'l labro voluttà fiammeggia. pratesi, 5-464: gli
ancor non tocchi / profferse il sacro labro. 14. ant.
/ ove l'acqua 10 sperava al labro pronte, / trovato avessi per braggiarmi il
io propino / a te, dio, labro degli anni. marino, 1-7-150:
de le indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscìa la voce. -che si
barbaro, 264: la larghezza del labro, che egli chiama alveo tra il
occhi suoi furenti, / ma duro al labro ostinasi il sogghigno. 4. rendere
pugna amor s'accinga, / come labro con labro in un s'accoppi,
amor s'accinga, / come labro con labro in un s'accoppi, / come
... i vedeti che lo un labro e l'altro poppa, / se
. parini, 525: pingesti il labro, ove albergar gagliardo / udisti ognora
rai de lo indulgenti stelle / dall'inesperto labro uscìa la voce. -con riferimento
infausti legni / la mano e il labro pronto ornai s'appoggi. ciro di
scorre il mele e più soave al labro / non più amabile al core.
il riso / tra i muscoli del labro / ove riede il cinabro.
sonacchioso il fiume, / né move labro a ribaciar le sponde. carcano, vi-415
ed ara / di spessi solchi arido labro e smorto. martello, 6-i-177: l'
che chiude e apre un bello e dolce labro, / quindi escon le cortesi parolette
man ritrosa / qual vagheggiò del finto labro appresso! f. f. frugoni,
guisa d'inspirtato, / la bava al labro ha come un verro audace / e
pazza, / atteggio a fischi il labro. d annunzio, v-1-575: la volontà
rosai di pesto / per colorir il labro / del poiporato innesto / il più vivo
in 6 coppe di cristallo di sottilissimo labro. -colorato di rosso per l'azione
ma poi non tergere quell'umidetto / labro e la morbida lanu- gin bionda 7
vagheggiar non sia conteso / del tuo labro il rubin, del volto i fiori.
che non han le piche / e dal labro con tedio e cantilena / sempre vomita
avevi il sen, di minio il labro; / né ancor degli anni le
. alfieri, 9-76: il celeste labro ei già dischiude / alla sentenza che
e nudo l'alto cocuzzolo di monte labro. angelini, 1-91: il cison insediava
voci incerte e rotte 7 forma col labro da cui cola il mosto. manzoni
ogni salma, / con desire aggiugnendo labro a labro. 3. armatura
, / con desire aggiugnendo labro a labro. 3. armatura pesante di
il riso / tra i muscoli del labro / ove riede il cinabro. guerrazzi
o con mele l'orlo o ver il labro del vaso, accioché con la compagnia
! berni, 182: ha del labro un gheron di sopra manco; /
ma in sbissone, anderà smozzato il labro di sotto e voltato in giù.
beve le sue lagrime / collo sfiorito labro. stoppani, 1-69: scavalcata..
agli occhi umani ignoto, / appressò al labro mio la spada. g.
de la cui sacra bocca e dolce labro / uscendo le ape al cel spiegaron l'
qui scendete ed inspirate / dal bel labro imporporato / venticello regolato. foscolo,
tuo bacio si scocchi / o nel labro o negli occhi. brusoni, 2-45:
12-16: rugoso il ciglio e scolorito il labro, / incui fa pompa or l'ebano
forte sul volto / che indarno il labro negherìa. de sanctis, ii15- 16
appoggiavano aspettando che i primi uscissero del labro. questi sono detti scole.
taxil] avrebquali circundavano et saepivano el labro della apertura. sepiàrio, agg
cinabro / o di guancia o di labro, / ma su dipinte sete, /
la avidità del bere gli sfesse un labro, la qual rottura diede tanta grazia a
beve le sue lagrime / collo sfiorito labro. deledda, i-611: la sua
scaltriti. parini, 525: pingesti il labro, ove albergar gagliardo / udisti ognora
. parini, 525: pingesti il labro ove albergar gagliardo / udisti ognora il ragionar
l'arida arsura, / il sitibondo labro a render pago. d'annunzio, iv-2-626
latte avevi il sen, di minio il labro; / né ancor degli anni le
smorte. marino, 1-16-120: langue nel labro dolcemente onesto / una fresca viola alquanto
ma in sbissone, anderà smozzato il labro di sotto e voltato in giù.
il naso soffiava, / chi il labro si mordea, chi il dito o guanti
overo pile, sotterrate fino al loro labro nel terreno. -aspirare acqua,
rubicanti in 6 coppe di cristallo di sottilissimo labro. 2. assorbimento di un liquido
ahimè che presta / fugge da 'l labro non ancor sorbita: / fugge la voluttà
barbaro, 264: bisogna fare il labro [dei bagni] sotto il lume,
(labrus viridis). 4. labro pavone (labrus bimaculatus). 5
(labrus bimaculatus). 5. labro merlo (labrus merula). =
riso splendono / li occhi: su 'l labro voluttà fiammeggia. 14.
rincrespa ed ara / di spessi solchi arido labro e smorto. 3. logorato
st., 1-36: fino al labro sta nelle onde stigie / tantalo, e
295: non seppe il mio labro / articolar querele, / ché l'eccessivo
ne muore. imperiali, 4-54: quale labro, o qual ciglio, o qual
crespe il volto, / lascia barbuto il labro e 'l mento rade, / dimostra
. quindi tempo- riva, postole al labro fragole e more, cominciò pascerla di frutte
: a gloria mia per voi tingasi il labro / o con ostro, o con
brilla di lucca e di cedo lemmi labro e di piero da pisa toppaiuolo vicini quine
parti inferiori (e si distinguono il labro tordo, il tordo nero, il tordo
. bruni, 79: se dal bel labro a me trarrete / solo un sospiro
manifestava. marino, 1-9-101: intorno al labro spazioso e grande / de la conca
grand'opra intento compartia le fatiche il labro stuolo. incerto autore, i-216: senza
/ con dolce mormorio / tremolo il labro in questi accenti aprìo. f. f
tumidétto. tasso, 13-i-559: quel labro che le rose han colorito, / molle
flutto il rio leteo / m'istupidì sul labro i tespi umori. 12
questa [conca] ha di raro il labro inferiore con una striscia intorno di color
guisa d'inspirtato; / la bava al labro ha come un verro audace 7
livio volgar., 0-151: sopra il labro interiore della fossa fece uno muro con
, che si suonavano imbraccian219: il labro [dell'ipocrita], asciutto e violàccio
che non han le piche / e dal labro con tedio e cantilena / sempre vomita
'zigurèlla', sorta di pesce. v. labro. = deriv. dal genov.
bragia, i capelli zingareschi, il labro inferiore morescamente rovesciato, l'occhio giudaico.