= denom. dal pronom. io col pref. in-con valore illativo.
la féi: tu l'inibisti: io tacqui. berchet, 211: ma non
, 5-iii-186: credo che converrà ch'io inibisca alli signori avvogatori 4 sub poenis et
, lucente come un marmo giallognolo, io iniettavo la morfina con una siringa arrugginita.
mi costa! carducci, iii-14-111: io volli diffondermi a raccogliere i particolari delle
ha prodotta quell'inquietezza di nervi che io soglio avere in questa stagione.
una inquietezza che certo si placherebbe se io sapessi trovare l'attitudine propria a questo
come cosa dolce. agostini, 40: io non ho mai requie a questo mio
della notte. d'este, 276: io passai una notte inquietissima. leopardi,
4-150: lascia che di tua vista io gli occhi afflitti / e l'inquieto desiderio
. i. frugoni, i-i 1-281: io conosco i poeti: / nascenti veder
/ o galatea, il mio nome ed io sbandito? b. corsini, 5-17
manzoni, pr. sp., io (175): alzato lo sguardo alla
al lazzeretto. mazzini, iv-5-23: io sono ancora qui,... solitario
b. croce, ii-6-80: io ho costantemente rifiutato come...
... sempre andò inquirendo come io fussi morto. ottimo, iii-656: ripresi
a tempo certo. ramusio, iii-146: io in persona mi sono molte volte andato
li giudaizzanti. zucchetti, 349: quando io incominciavo ad inquirire per rinvenire li delinquenti
/ non inquisire più cosa vuoi che io dica? piovene, 6-171: antonio domandò
inquisitore m'à mandato qui, ch'io ti venghi a pronunziare e a dire se
dazio. goldoni, xiii- 740: io, vostro assessor straordinario, / il processo
cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser
non fossino nella corbesca inrolatura) ch'io corbi appelli quei iuristi che son ghiotti
deh, valerio mio, è possibile che io non sia mai più per vedere una
trasparente [il bicchiere], / onde io vo col pensier cangiando stile. g
furono insaccati dentro alla bell'e meglio; io mi nicchiai al mio solito posto.
, la cameriera accennava che le parea ch'io stessi bene. nievo, 4-81:
era il budello. gigli, 2-123: io « vuò », disse, piuttosto
/ saliva appunto in pulpito: ed io 'nsacco / in truppa là tra il
in camera, e dice: -ancor io mi voglio dormir qui. -e 'l
nelli, ii-8 (36): s'io vo parlar del mal lezzo che mena
. disporre. dossi, i-19: io mi rialzai di botto: ridivenni il capitano
: prima di proseguire è d'uopo ch'io v'in- saccocci la spiegazione.
'in sacris'. segneri, iii-3-238: io però non so che mi dire quando
la pelle d'un drago, ma io temo che 'l mare non le abbia insalate
dante, purg., 2-101: io, ch'era ora a la marina vólto
car- naccia. fagiuoli, xiii-8: io so che inutilmente me l'incapo,
la insalata, / e vuol ch'io la raccolga. cesari, i-273: vengo
cavoli verzotti e l'insalata capuccina, io farò rifiorire dalle mie carte sparse uno
a insalata [le arance] », io dissi, « qui da noi ».
insalata. allegri, lvii-149: bramand'io l'insalata, / sendone l'or-
. v. borghini, i-iv-4-169: io vi dissi d'un dante, se
intento solo a ricercar la rima, / io non sapeva corre un'insalata, /
figur. burchiello, 4: io conchiudo, che gli spelazzini / ciascun
me 10 'nsalini: / ch'io vidi i pasticcini / fare infra loro una
seguito l'opinione di platone, ch'io vorrei l'academia in loco di buon'aria
insalutato ospite. aretino, vi-416: io ho lasciato pizio, insalutato ospite.
, e 4 insalutato ospite 'come dico io. bonsanti, 4-299: sono scomparsi
insanabilissime. cicerone volgar., 2-138: io temo... che la natura
passione). boccaccio, iv-98: io sarei lontana da queste insanabili sollecitudini,
lontana da queste insanabili sollecitudini, che io sostengo. s. giovanni crisostomo volgar
e infuriare. beicari, 6-47: io aveva una passione insanabile, la quale
foscolo, vii-167: se, come io temo, mi conoscete insanabile, esaudite
dante, purg., 5-99: arriva'io forato ne la gola, / fuggendo
fatti ritenere dua altri, pe'quali io non soderei, veduto quanto egli è
da'duo fratei. foscolo, iv-397: io, lorenzo, non sono forse omicida
dialetto degli empi. carducci, ii-9-182: io prevedevo che tu avresti fatto l'ultima
ii-55: tu insanisci per ira, e io ti ammonisco a cacciamela così 'pedetentim'
« tendi am le reti, sì ch'io pigli / la leonessa e'leoncini al
debbia? ». marignolle, 108: io ho sparsi e spesi i passi invano
medesimo rimedio. boiardo, 2-3-28: io so che rodamonte ciò non crede: /
dotti / farai di gioia, com'io sono, insani. saba, 288:
poliziano, orfeo, 31: com'io vidi sua vista più che umana, /
. g. b. ricciardi, io: raffrenatelo voi, / fulvio, con
antica guerra. molza, 1-126: io, che i danni saldar avea pensato /
d'amore, / di mia vecchiezza io mi consolo e rido. goldoni, xiii-143
sue per terra. boiardo, 3-1 io: erto se leva lo arratore insano
casa, 5-i-35: se lieta avess'io l'alma,... / come
de marchi, i-369: -si dice -e io ripeto la cosa senza insaponarla -che il
. carducci, iii-24-418: anch'io risciacquo, lavandaie, idee vecchie e
la menta romana m'insaporavano come s'io stessi brucando con una fame di capro.
non dico. cesari, ii-410: io ho... tanto masticato e biasciato
m'avete messo fra'denti, che io ne sono tutto insaporato. marinetti, iii-559
/ perché mi trova in dubbio s'io son dessa. lancellotti, 3-8: se
de liquido cristallo. ariosto, 43-43: io del mal che procacciammi allora, /
so qual speranza / mi dà fidanza -ch'io non mi diffidi. mostacci, 148
tu ora l'amante, il quale io lungamente ho aspettato, possiedi, e
lungamente ho aspettato, possiedi, e io misera languisco a lui lontana. poliziano,
dico che esso amore si contenta che io, suo creatura creata per amore, languisca
, mio re, mio dio, / io mi sento languire, e per dolcezza
mio languire, / fa tu quel ch'io non posso; / dàlmi legato [
il mio languire. tasso, 13-i-228: io non posso gioire / lunge da voi
, / l'amorose querele, ond'io vi prego, / vi faccian del mio
che avrebbe portato volentieri al lamento s'io non mi fossi dominato.
tesi con tale languore, che certo io credo che non la potrà prendere ora con
modena, xxxix-i- 154: spesso io me confermo / de vivere in langor senza
. tutto tutto era armonia: ed io sentiva una nuova delizia nel contemplarla.
metastasio, 1-5-141: non so s'io deggia / alla speme del colpo,
s. bernardo volgar., 12-19: io uso le dilicatezze, e tu fusti
e dì la ricordanza / della vita ch'io vissi. -vessare, angariare.
, 160-157: savi lanifici e beccari: io aggio molto pensato su questa vostra questione
pianta). magalotti, 20-220: io non dico... che non si
d'armenti e de lanosi / greggi io non so s'i'dico ricco o grave
altri bisognosi. firenzuola, 306: ancorch'io sia un rozzo guardiano di lanosi armenti
di meno per beneficio di molti anni io ho apparato assai cose. p. del
guardi ben, se puote, / ch'io gli dividerò in più d'una parte
, lxiv-in: misero me, ch'io so'quella lucerna / che se consuma
dona luce; / misero me, ch'io so'quella lenterna, / ch'ardendo
fuochi lavorati. conti, 118: io soglio paragonare i primi caratteri alle immagini
da moschetto. ghirardi, 64: io ho giurato sopra un pezzo d'artegliaria farme
cena ricercano un'altra lettera lunga; ma io non voglio mescolar zucche con lanterne.
, onestà. fagiuoli, vi-112: io che già gli era amico, ed or
. zenone da pistoia, 1-38: io veggio... / appoco appoco
tu ti preoccupi dei nomi, e io li andrei a cercar col lanternino i nomi
moniglia, i-m-1-233: ma perché sto io latinando, cercandomi col lanternino una solennissima
11 mio mento a pena allor ch'io vidi / quei gran duci di
... non farò così già io delle lanugine, o pennacchio,
con molta lanugine bianca) al numero di io o 15. lastri, 1-4-83:
, 12-i-54: il b. non so io scusare, e comincio a credere
, 9-3-69: quanto alli lanzenetti, che io ho posti per francesi nella inscrizione a
i-336: sappi, signor, che io in roma furai a una cortigiana un'altra
. frac betta, 570: io crederei che avessero i medesimi catafratti potuto
al tornare. f. d'ambra, io: seguì il sacco di questa città
il sacco di questa città; dove io... fui prigione e capitai
mondo fra molti anni abbia a credere che io sia stato bevitore di vino così solenne
c'om senta, / là 'nd'io moragio se per te non campo, /
: or sono al paragone: / laond'io m'alegro e canto. mare amoroso
cominciarono a gridare. firenzuola, 60: io ho sempre sentito dire che lo amore
, x-51: questo è ciò laond'io riprendo gioia. idem, xvii-54: già
solo di pervenire a l'ore / com'io vi possa sodisfar, gaudendo / di
possa sodisfar, gaudendo / di quel laond'io fui comin- ciatore. morovelli o giacomo
in queste cose, ch'anzi son io quelli che ll'uccisi, laonde questi è
lui. boccaccio, vii-57: là ond'io credo refrigerio avere, accese fiamme attingo
la fresca riva, / là 'nd'io passava, sol per mio destino.
pregovi che mi sia perdonato / s'io m'invitai laove sone al postutto /
invitai laove sone al postutto / ch'io non son degno d'esser presentato. chiaro
. cavalca, 20-440: là ove io ho detto che piero e andrea tossono de'
suoi, non l'ho detto perch'io il sappia per fermo, ma pensomi
. cattaneo, i-265: lo so io, diceva la noce, che quando ho
lontano mi lapidavano, per paura ch'io li contagiassi. -assol.
male. marino, v-37: mentre io raccolgo rime uccellatici / per lapidar
non m'avessero agguerrito l'animo, io forse a quest'ora sarei stato sotterrato
in buonissima vena. giulianelli, 1-49: io non pretendo confondere con questi semplici lapidari
. battista, vi-4-248: ne cada io mai / filisteo lapidato in terebinto. baldinucci
persecutore. castelvetro, 3-27: se io sono in luogo del cane stizzoso e
il caro m'abbia prima, che io mordessi il commento e lo riprendessi,
xvii-144: un dì le manderò anch'io certa iscrizione ch'io voglio veder incisa
le manderò anch'io certa iscrizione ch'io voglio veder incisa su la mia lapide,
belo, xxv-1-151: -tristo sciagurato! s'io trovo un lapide... -che
sopra una lapida... ch'io imparerò a frenare i desideri e i
aretino, vi-55: -verum est che io ti do questo. -con i pugni
sua passione. gherardi, ii-34: io troppo riprendo chi è di sì gelato e
di pomerania, una pianura larga circa io miglia italiani, da ogni lato monti
: i cari e lucidi lapidi / ond'io vidi ingemmato il sesto lume / puoser
il culo mi fa lappe lappe, ché io ho paura tuttavia che non pigli una
senza lume. casti, ii-3-98: io son che per timor le chiappe / a
, / glabra lappola bardana, / io trasmuto in una grana / di perline e
e di spine, e nel coltivarlo io son'molto più pigro. salvini, 39-iii-163
. ma, non parendo loro che io mi dovessi impicciar con le lappole, risolverono
. a ciò esprimere non abbiamo, ch'io sappia, altra voce. nieri,
confina con la norvegia. scrofani, io: il caldo e la noia mi gettano
lardatelo, e mettetelo arrosto, perch'io voglio mangiarmelo e guazzetto, stufato e
a strato per la grossezza di 9 in io pollici e col necessario pendìo. non
, mi mandò a chiamare e disse che io ero libero purché accettassi il libretto rosso
l'omo mi facea / nel tempo ch'io solea / ben largamente porgere la mano
dee., 10-6 (437): io fui sempre in oppinione che nelle brigate
averci passione. costo, 1-98: io ti dimando se caca, soggiunse il medico
il medico, poiché tu vuoi ch'io te lo dica sì largamente.
/ e, 'chi ne cresce, ch'io pur ne dimagro; / tal con-
. l. martelli, 3-20: quand'io conto il mio stato innanzi a quella
li andò adosso. idem, lvi-633: io mi largerò di questo porto con la
necessaria per la stanza maggiore, ch'io chiamerò lo stanzone; ma largheggiate, e
adduce anche del retto l'esemplo, che io son ora per riferire, ed è
libertate. boccaccio, i-395: che potre'io per degno merito di tanta larghezza fare
tanta larghezza fare a costui, acciò che io interamente gli potessi mostrare quanto per lui
quanto per lui farei, e quanto io sia di tal dono conoscente? ottimo,
mancamento. pallavicino, 10-ii-104: bench'io non abbia larghezza tale di rendite,
del duca mio; / per ch'io 'l pregai che mi largisse 'l pasto /
19: quando tu sarai tornato, io ti largirò la mercede tua. savonarola
hiaro davanzali, xvii-757-5: quel ch'io ti largisco ed acomsento / è ch'
ti largisco ed acomsento / è ch'io ti dono alquanta d'intendanza, /
escarsia. b. tasso, ii-127: io son quasi terren sterile incolto /.
.. mangia spesso, come fo io,... diventa più largo che
questo discorso... ho tradotto io dal testo greco in lingua non intieramente
dee., 10-8 (467): io mi taccio, per vergogna, delle
suo mai denaio. alfieri, i-75: io per la prima volta, da un
, forza néd ovra, / ch'io possa mantener mia vita larga. machiavelli,
: pensando il re che quello che io dicevo fussi detto per millantarsi e non
dal cardinal de loreno, al quali io mostrai tanto larghe le mie ragioni et
., 3-7 (325): se io ne parlo alquanto largo ad utilità di
di ciò. tasso, n-iii-1066: io n'ho ragionato ad utilità di voi
, universale. carducci, ii-12-99: io vorrei un vero più largo, più
avverb. carducci, ii-i 1-247: io sto benissimo in roma. sotto questo
e inondami le arterie, / qui dov'io sogno il mio dolce tirreno. tozzi
di bruglioro, disse a bruglioro: « io ti prego che stasera tu non ti
mille indegni. firenzuola, 124: io son più largo nelle donne che non è
largo nelle donne che non è non so io chi. g. c. croce
. gozzi, i-n-39: che altro fo io, fuorché commendare molti bellissimi e grandissimi
opinione avuta di me, non la debbo io accettare? brusoni, 4-i-102: dopo
l'animo). imbriani, 3-1 io: son lieto, ho l'animo largo
. mannelli, 145: allora io voltai per modo che [il vento]
dante, inf., 19-15: io vidi per le cose e per lo fondo
abbondanza. chiaro davanzali, xlii-30: io n'ho carestia / e largo di
a lungo. machiavelli, 1-iii-342: io stetti ad ascoltare sua eccellenza,.
larga. macinghi strozzi, 1-604: io v'ho fatto fare in quella casa dirieto
oggidì vanno più larghe; / s'io avessi danari io crederrei / far dottorare
più larghe; / s'io avessi danari io crederrei / far dottorare il mio cavallo
i quali tu rumerai, signore, io ho sempre detto che stieno larghi da me
nei dettagli. machiavelli, 1-iii-956: io stetti sempre largo, né per questa
, 1-iii-673: le signorie vostre sanno che io avevo el campo largo ad iustificare questa
zanotti, 1-7-96: alle quali cose se io volessi andar dietro, voi ben vedete
ii-15-3: poi da largo, sì come io discemo, / se rivoltamo a remirar
: non tanto in fretta, ch'io t'ho a parlare. varano, 1-266
fuoco, e noi soli, lui ed io, vegghiamo;... pur niente
e tutti passoe, tra li quali io marin sanudo intrai di largo.
alcuna congettura assai evidente e chiara, io me ne tacerei e confesserei di largo
diritti del popolo. carducci, ii-4-331: io son repubblicano largo... in
. bini, 1-35: quando vedete ch'io prendo il largo per menarvi chi sa
aere che in questa mattina si sente, io direi bene che noi fussimo stamane con
sbilanciarsi. machiavelli, 1-iii-1283: io, come sempre ho fatto in tali
firenzuola, 125: non vel diss'io che voi eri la largura del pian
maregna. l. giustinian, 36: io son perfecto laro, / de grimaldeli
vii-491: quai fantasmi, quai larve io veggio, io sento? brusoni, 6-12
fantasmi, quai larve io veggio, io sento? brusoni, 6-12: dura
e il libro mio testifichi / ch'io non ci credo affatto. graf, 5-380
con voce scientifica. pascoli, 141: io direi del sonno delle larve / che
larvato giva / al bel paese ov'io già fui conquiso / dai soi bei ochi
m'accogliesti, / alor, dico io, che incognito e larvato, / fra
casa e dice alla donna: -fa'ch'io abbia mi poca di buona lasagnia.
non ha muro né fosso. io. dimin. lasagnina. c
: cotesto è il vero: pure che io potessi trastullarmi con le lasagnine.
. salviceli, 19-67: -in somma / io son pronto a rappresentarmi / in campo
. se ora catarrosamente vi risponderò come io dubito di fare, trovandomi ancora accappacciato,
tu ce l'hai il lasciaparlare? io che l'ho, e col bollo.
: fate valere queste ragionevoli considerazioni che io vi espongo, e credo che vi concederà
maniera? col lasciapassare dei minchioni? io reputo di no. -tramite, mezzo
riportata vedevano un'arra d'avvenire; io, il lasciapassare pel paese che,
al partire de la tosa, / io la lasciai che gran merzè mi chiese.
roma. guadagnoli, 1-i-256: anch'io ho fatte tante miglia! / ho
male / della smania mi lascia, io son di forze / tutto snerbato,
la cometa ci lascia, senza ch'io abbia potuto vederla: ma il cielo
lasciato. anonimo, lvii-583: ma io non voglio lasciar lo mio bene / per
t'offesi mai? che t'ho fatt'io? / resta, ruggier, deh
5. caterina de'ricci, 403: io sono nel medesimo animo verso di voi
avessero fatto pigliare. alamanni, 6-11-15: io ri- chieggia costui tutto cortese / ch'
estinto; / in van presumi ch'io t'ascolti e ceda; / lasciami.
vantaggio. guarini, 89: io so dove è il tuo cane. /
lorenzo de'medici, i-191: amor, io lascio i lacci e le catene;
i. andreini, 2-2: io sono amore, / et egli un cieco
si crede. pulci, 1-28: io ti sconforto, baron di tal gita,
baron di tal gita, / ch'io so che tu vi lascerai la vita.
la vita. testi, 1-329: io sono mezzo morto, né credo di poter
, / donna, non vi vid'io. tasso, 16-24: ma bel sovra
mi prescrisser le parole sue, / ch'io lasciai la quistione e mi ritrassi /
: lasciando tutte le cirimonie da parte, io son qui se bisognerà metter la vita
, i-m: conviene ornai che folleggiando io lassi / le rime alquanto e 'l contemplare
ché in tal giuoco mi ha messo onde io ho due tanti il peggio. ahi
non dirlo com'ella era bella, come io non dico come erano fatti quelli splendori
la esistenza appena 'agiata 'che io potrei procurarti... la nostra convivenza
petrarca, 80-36: se non ch'io ardo come acceso legno, / sì m'
lasso. anonimo, i-583: ma io non son di sì folle volere, /
son di sì folle volere, / ch'io lasci gioia per aver tormento. ibidem
-rinovasse / l'amoroso diletto, ch'io lassai. dante, inf., 3-9
-io vo'partire. - / e io a lui: - deh, lascia tanta
, come lo chiama il padre, io non lo lascio più. baine, iii-72
virtudi. grifoni, xxxvii-91: ben ch'io sia stato misero peccatore, / fermo
le infermità... furono cagione ch'io lasciassi la crapula, alla quale io
io lasciassi la crapula, alla quale io era molto dato. bandello, 3-4
, xxv-1-380: non mi ricordava ch'io ho anco a dire una orazione che non
ell'ha promesso, / che con lei io rimanga in compagnia. bellincioni, ii-170
luoco / con tutta questa gente, ch'io vi lasso. ochino, 243:
del demonio. cesarotti, 1-xxvi-267: io per me credo che, senza lasciare gli
gli amori. guicciardini, 2-6-15: io scrissi alle signorie vostre da vignone a'
0 apportatore. firenzuola, 987: ma io le lasciai pegno una mattina / a
oh! s'è da scrivere / io nel tempo del mio vivere / mai non
catilina] già lungamente dimorare; ché io noi lascerò e nollo sofierrò. dante,
piacere, / a lui la- sc'io, ché non li saran forti / né
lascia a me la vendetta, e io la farò. ariosto, 46-115: non
: avrei volentieri fatto il simigliante, se io fosse stata lasciata, o pure paura
quattro figliuoli. ariosto, 349: io, che moglie cercavo per desiderio di lasciare
ch'io lascio. manzoni, pr. sp.
quando papà l'ha lasciato. son io che l'ho mandato alle valli perché si
mie forze... per lassare comunque io potrò alcuna testimonianza a gli uomini del
-assol. sacchetti, 47-28: ma io credo ch'ella concepea nella sua mente
[crusca \: di suo testamento io non seppi nulla, e non ci ò
, pr. sp., 1 (io): l'abito, il portamento
, nella fantasia / come se ricordassi io lo ripenso. -assol.
un ornamento. carducci, iii-7-257: io non so, franco cavaliere, per
franco cavaliere, per voi, s'io mi lasci o mi levi la croce,
mi levi la croce, né so com'io vada o com'io mi rimanga.
né so com'io vada o com'io mi rimanga. cassola, 9-148: s'
pulci, 19-16: né creder ch'io tenessi gli occhi asciutti, / misera
sempre lacrimosi e meschinelli, / dovunque io fu', lasciaron due rucelli. g
. cellini, 622: con quei mattoni io andai tessendo un fornello a foggia di
chiara luna, / il dì ch'io vidi il suo celeste lume, / che
cipolla. leggende di santi, 3-109: io vo in gerusalem domattina, e lascerò
cecchi, 17: luigi mi lasciò ch'io avessi cura / della franzese. sassetti
ubriaco. anonimo, i-564: poi ch'io pardo, amorosa, / da la
, / lasciaivi molto pensosa / ed io rimasi in pensanza. dante, inf.
. dante, inf., 34-89: io levai li occhi e credetti vedere /
occhi e credetti vedere / lucifero com'io l'avea lasciato, / e vidili le
lauretta? povera fanciulla! io l'ho lasciata fuori di sé. mazzini
coltura. targioni tozzetti, 7-1 io: se si lascia il terzo e quarto
poliziano, orfeo, 377: io vo'bever ancor mi. / gli é
lascierà contra mia voglia / che presa io sia. fed. della valle,
/ qui tacito in disparte / lascia ch'io vegga il mio rivale. manzoni,
m'odi! / lascia che alfine io mi satolli / di queste tue persiche molli
, tragge con una dolcezza non so io dire chente, e non si lascia dimenticare
. machiavelli, i-vi- 261: io giudico che inghilterra sia per lasciarsi governare
: per esser giusto e pio / son io qui esaltato a quella gloria / che
. ariosto, sai., 1-174: io non lascio accecarmi a questi fumi.
lei per la più diritta strada / che io posso. morovelli, 280: lasso
dee., 1-2 (88): io per niuna cosa lascerei di cristian farmi
sposa infida. / chi sa, s'io la rimiro, dove il furor mi
. chiaro davanzali, xvii-66: s'io non v'ho servito, / per
non fosse sì avenenti / per ch'io lasciar volesse d'ubidire / quella che
e belleze inavanza. doria, 225: io... non lasso / d'
, altra cosa, la quale, poiché io conobbi
, 17-116: che tante volte quante io mi son posto a leggere la sera dopo
mi hai fatto venir un sonno, che io ho avuto a irmene al letto e
fille. s. maffei, 7-93: io di seguirti / non lascerò: / fra'
: / fra'nudi spirti / teco io verrò. leopardi, iii-112: razza d'
d'asini, se vi pensate ch'io m'abbia a venire simile a voi altri
, v'ingannate a partito; che io non lascerò d'amare i libri se
* sue, sua, mio, io, dio ', ecc.
vuol dire buona. ma lasciamo lì: io non voglio, né so né devo
. gli altri mentirono, mentii anch'io più degli altri: li lasciai tutti
a chiese per opere di pietà, ch'io sappia, ad altro bene, fu
, e venuta l'opportunità mi vendico. io vi ricordo che tutte le lasciate son
casotti, 1-6-56: a prender doni io non son mai traversa, / perché so
più può. brancoli, 4-226: « io non lascio niente »...
a me nella sua infanzia lasciato, ho io ne'miei esercizi nutricato gran tempo.
popolari, ii-70: sarto mio bello, io vo'strettire questo vestito; vagliati la
lepre, tutti stretti assieme, et io con loro, cridando: « serra,
. [il cane] continova, io mi pregierò d'aver levato d'atene un
la correzione, avendovi da intervenir, io stesso, sì perché forse in italia non
, 6-19: egli è un pezzo ch'io vengo tacito dietro alle tue vestigia,
l'amata senza lascivia o sensualità, io lo credo un supposto impossibile. fantoni,
sogghignando medita. papi, i-79: io fuggo, / egli m'insegue, e
la misura. ariosto, 289: io in la tua etate ero sempre a lato
crisostomo volgar. [tommaseo]: quando io era giovinetto, anche quasi fanciullo,
diceano: * credi nell'italia, ed io t'assolvo in nome di dio e
lazzo / d'intorno, sì ch'io non posso voltarne, / e è cason
monti, 19-259: per desio lascivo unqua io non posi / sopra la figlia di
l'animo. tasso, iv-76: io ho molto risguardo a non iscriver cosa
. crudeli, 1-107: pur vogl'io con tutto questo / di bei dialoghi
sguardo). aretino, vi-107: io mi perdo a stare a vedere la dili-
noi cale. boccaccio, i-461: io semplice e lascivo,... le
s'i'avessi una fromba, / diss'io: o lasco- naccia valdinera, /
: o lasco- naccia valdinera, / io ti farei col cavolo stasera. =
mattioli [dioscoride], 432: pensava io... che il laserpizio altro
valente a dir menzognia, / ch'io caddi come stracco in loco basso.
spossato. petrarca, 82-1: io non fu'd'amar voi lassato unquanco,
/ madonna, né sarò mentre ch'io viva. boccaccio, 2-20: questi
, / parea dicesse: ahimè, ch'io vengo manco. serdini, 1-8:
lassezza. seneca volgar., 3-411: io andai ['altrieri nella mia villa,
mi affaticai, che quando per lassezza io mi rimasi, la notte era alta
esse abbiamo trasformato. mazzini, iv-1-238: io scorro delle ore in un dolore indefinibile
mio ventre è lasso, e che io sono per li parti vota, a te
. g. gozzi, i-17-15: ancora io veggo egisto / con man lassa e
14-1: occhi miei lassi, mentre ch'io vi giro / nel bel viso di
/ ché già vi sfida amore, ond'io sospiro. l. giustinian, 1-258
questa cosa cotta rufa, imperniò ch'io dell'oppido lasso sono. petrarca, 264-27
-di animali. anonimo, i-578: io pietanza chiero, / e ritorno temente
punto tre dì e tre notte ch'io mi stetti al ponte a era due dì
perduti i passi. machiavelli, 1-viii-34: io sono stracco, ma non lasso.
. chiaro davanzali, 5-25: com'io solea, lasso doloroso, / prendere parte
lo vostro regno, / più ch'io non era degno. dante, inf.
e voi bella fusti, e quant'io lasso / si veggia, e com'amarvi
lasso / si veggia, e com'amarvi io non fui stolto. caro, 5-672
: in fredda notte lassa peregrina / son io che gira su straniera arena, /
ciba di speranza buona, / ch'io non ti lascerò nel mondo basso. cino
entro il sasso / verso tal parte ch'io toglieva i raggi / dinanzi a me
e però dice: verso tal parte ch'io toglievo e raggi dinanzi a me del
da lentini, 22: dunqua, son io sturduto? / ciò saccio certamente:
niuna sconsolata / da dolersi ha quant'io, / che 'nvan sospiro, lassa
/ ov'è lo mio signor, che io nollo sento? ariosto, 2-44:
2-44: ah lasso! che poss'io più che mirare / la ròcca lungi,
. s. maffei, 7-73: io stessa, ahi lassa, io stessa non
7-73: io stessa, ahi lassa, io stessa non sapea / quanto fosse il
gente / in terra d'oltramare / ed io, lassa dolente, / corno degio
la mia vita! / sarà giammai ch'io possa ritornare / donde mi tolse noiosa
/ lassa me dolorosa, / fu quand'io dispetosa / credea ch'egli altra amasse
7: oh me lassa! ch'io non son possente / di dir quel ch'
me, che assai chiaro conosco come io ti sia poco cara! contrasto giustinianeo,
, 23: laso mi, ch'io l'ho provato che l'amor ch'io
io l'ho provato che l'amor ch'io t'ho donato mai del cor non
spiacer suo lezzo. caporali, ii-96: io voleva baciar le mani / al petrarca
vecchie ebree, testarde villeggianti, / io, quel ragazzo, parlavamo ancora /
i piè nostri anco, / quand'io conobbi quella ripa intorno, / che
dire a me... / ch'io merto il primo navigar lassuso. pindemonte
pianti? bracciolini, 3-63: se lassuso io mi sollevo / leggerissima ai salti,
la tua mente è vaga / che io nel parnaso ascenda e di lassuso /
tassoni, xii-2-133: così foss'io falso indovino, come quella eredità vi
ne dubitate... brucio anche io dal desiderio di lasciar queste lastre.
africano lito. castiglione, 605: io scioglierò nel tempio / il voto,
d'argento, / che è questo ch'io sento / odor d'infanzia salire /
arte, nel cartone della rotta che io porterò meco... e per servirla
. saba, 253: mi sogno io qualche volta / di fare antiche stampe.
, i-573: che diranno nel sentire che io vestito di panno nostrale, forse tutto
i-1-473: ma sta'a udir: s'io gli piantassi adesso, / e toccassi
taglieri, / rammattonate un buco ch'io vi feci. c. bartoli, 1-114
vegetabili candori. carducci, iii-25-19: io ne conosco di tali i quali si
lava / delle mie strade / ed io l'ascolti / non vedendo / in
v. borghini, 6-i-319: io non pensava di parlar per ora.
g. m. cecchi, 1-1-360: io mi delibero / di gastigarla appunto come
comprerà a gran prezzo una miniatura ch'io feci da ragazzo su una lastrina vecchia
crescer felici. niccolini, ii-391: io dal giorno / che beatrice nelle sue
. / la coscienza che m'accusa io tento / di corromper ognor. betteioni,
annunzio, iv-1-444: senza accorgermene, io aveva forse acuito e corrotto il mio desiderio
b. croce, iv-12-368: parlai io solo, in senato, nel 1929,
macchinazioni incessanti. ranieri, 1-i-356: io inseguiva per questi latibuli un mio amante
amante traditore,... al quale io aveva giurato da romana di nascondere questo
. p. verri, 2-40: io ho provato un piacere assai vivo nel mirare
fondi: piuttosto che non mi mostra com'io misuri quanto è assai all'uomo?
di certo, che per accrescitiva diligenza io avessi desunto da quel suo medesimo seneca
professione. nievo, 360: per lui io rimasi sempre lo scolaretto dalle orecchie spenzolate
.. son gli scolar di ch'io dicea. moniglia, i-m-1-233: sono in
'quarto modo '. ma perché sto io latinando, cercandomi col lanternino una solennissima
intrinseco suo avviamento. proverbi toscani, io: chi è che vorrebbe le latinerie del
foscolo, xvi-438: cos'altro poteva io scriverti intorno all'ode latina, se
ogni modo derivanti più dalla stima ch'io ho alla tua latinità ed al tuo nobile
tu sai, borgno mio, ch'io sono poverissimo latinista. fil. ugolini,
cose dell'istruzione. pirandello, 7-1 io: orfano a tre anni, era
della mia cattedrale, era detto che io fui un pastore esemplare in tutto degno dei
vittoria di pipino e de'francesi, io non so come possa stare. leti,
18-132: vedi il punto? federico io, federico lui. così ho deciso,
-latineggiante. serra, iii-57: io son per credere che tu sii quasi più
le buone lettere a'nostri dì non credo io che punto agli antichi oratori, ai
sei di quella dolce terra / latina ond'io mia colpa tutta reco, / dimmi
e latine; per la qual cosa io esorto v. s. a mandarle fuori
al greco. massaia, i-21: io vorrei vedere un patriarcato latino anche in
... non hanno potuto studiare, io per utilità di questi cotali..
in latino. giordani, viii-37: io ho vissuto non piccol tempo in una
che non manca di studi: e io non dirò mai quanti ne abbia trovati tra
ultima perfezione, in quanto con esso io entrai ne lo latino e con esso mi
qualche volta. ariosto, vii-783: io volea intender prima in che avea offeso
achei / non mi reputo onor, s'io non intendo / prima parlar de li
11-2: e però disse iddio: io sono lo iddio sabaot, cioè da
. leopardi, iii-334: quello ch'io vi scrissi che l'iscrizione greca doveva esser
ho in animo la prima fiata che io sia con loro, di parlare all'uno
merlo, fischia il beccaccino; / anch'io torno a cantare in mio latino.
/ che a quella vilia, ch'io t'ho manifesta, / non si lasci
ben questo latino. cieco, 29-54: io ti dico, or nota il mio
.. non far qui il dottore; io ti darò il latino come devi fare
iv-27: egli, più savio che io non pensava, astutissimamente si guardava dal
pulci, 2-57: perdonimi, s'io fallo, chi m'ascolta, / e
bocca. d. carli, 396: io, benissimo inteso il latino, pigliato
vo'mi dia 'l latin, s'io non impazzo. salvini, 26-7: tu
. zanon, 2-xviii-187: ho veduto io... molti padri a far
. corsini, 3-28: fin quando io faceva de'latini / il maestro m'insegnò
lalli, 3-159: compagno de le bestie io me ne vivo. / stommi dentro
errore madornale. allegri, 5-25: io direi bene che, spendendo male il
una maniera onesta mi richiede; e io, latina di bocca, prometto e sprometto
», e sprometto dicendo, « io dubito, pure io le favellarò, siatene
dicendo, « io dubito, pure io le favellarò, siatene certo ».
?... che vuol ch'io ne faccia del suo 'latinorum'? tommaseo
; i latinucci li ho fatti anch'io! -presentare esemplificazioni facili e chiare per
dov'è. carducci, ii-n-175: io lo rifugiai per quattro mesi in casa
fr. morelli, 207: io vi presento la seconda parte del '
tre dialoghi. tasso, i-65: io so molto bene d'essermi dilatato assai
lato manco. petrarca, 209-12: tal io, con quello strai dal lato manco
asconde. agostini, 91: s'io m'infoco, tu solo puoi refrigerarmi con
. dante, xxii-4: di donne io vidi una gentile schiera / questo ognissanti
pensoso / e sì 'n travalglio eh'io non trovo lato / ov'io di ciò
eh'io non trovo lato / ov'io di ciò trovar possa riposo, /
/ venendo spesso in lato / ov'io potea vedervi e non parere, / siccome
potea vedervi e non parere, / siccome io era, d'amore infiammato. anonimo
lo impedia. aretino, 20-335: io ho veduto fare a le pugna insieme per
pende nell'oscurità dell'abisso, bisogna che io la rialzi e la libri. crusca
viso mio ne l'aspetto beato / quand'io mi trasmutai ad altra cura, /
non vale la pena. io. ant. e letter. fazione,
xlvii-50: sovra la vergin onda / generai io costei che m'è da lato /
iacopo da cessole volgar., 1-42: io ti priego, signore mio re,
che voi l'obliereste, / s'io fosse dal mio lato sì fellone, /
che fosse dispregiamento di mia vita, s'io, stancato di male, dessi lato
dee., 2-1 (127): io mi contraffarò, a guisa d'uno
e stecchi dall'altro, come se io per me andar non potessi, mi verrete
co'calci. forteguerri, 3-45: io con quello strozzato ancora in mano /
ello v'è a grato, / io parlerò di voi in ciascun lato. guido
ariosto, 8-3: ruggier (come io dicea) dissimulando, / su rubican
mani alcuna giovinetta che mi piaccia, io lascio stare dall'un de'lati l'
un de'lati l'amore il quale io porto a mia mogliere. gir aldi cinzio
): più mi dorrebbe il male che io so che a te avverrebbe per simil
femina, perché el conte ugolino ed io fumo figliuoli di due sorelle. varchi,
straordinaria. r. borghini, 2-75: io andrò in lato che mi sarà fatto
la propria condizione. pataffio, io: chi muta lato, disse, muta
.. con tutta la stima che io abbia del detto franzese, non mi può
di viaggio. bresciani, 6-vi-151: io vi sono latrice fedele di questo foglio,
s. v. prudentissime aranno come io credo aute le mie lettere, e dipoi
magalotti, 23-172: mi ricordo, quando io studiava la logica, di avere udito
r. borghini, 3-74: io sono come uno ch'ha molta fame e
non latra / per me, com'io per lei, nel caldo borro? /
borro? / ché tosto griderei: « io vi soccorro ». idem, inf
. idem, inf., 32-108: io avea già i capelli in mano avvolti
mi latrerà addosso,... io non curo la sua indignazione. cagna
i tuoi latrati; / abbaia, mentr'io canto. tassoni, 282: d'
tornerebbero a molestarvi co'loro latrati ed io avrei la macchia e il rimorso d'avervi
rimordi- mento. paoletti, 1-2-294: io sono stato lungamente perplesso s'io dovea
: io sono stato lungamente perplesso s'io dovea curare o no tutti questi vostri latrati
, 3: mi appuntano con dire ch'io prendo troppa temeraria presunzione in voler giudicare
scala del paradiso, 260: essendo io in imo monasterio, notai e puosimi
all'adorazion latria di que'frammenti, io credo che la condizionale sia migliore che
siena, v-47: dice cristo: « io sono la porta e l'uscio del
rapine. livio volgar., 2-117: io non son tenuto di scoprire i vostri
latrocini, stupri. papini, 27-427: io vedo nel mondo il ladro che si
v-1-935: se seguissi il mio istinto, io stasera con le latte di benzina che
, appoggiata al muro. enea ed io, eravamo a verniciare. vittorini, 3-13
lattaiuoli e tutte nere, lire 25 soldi io. a. f. doni,
iv-459: qual madre le poppe delle dottrine io ti porgo, acciocché tu ne sugghi
. bandello, 2-41 (ii-75): io vo'che tu sappia come io del
: io vo'che tu sappia come io del mio latte ho lattato il gioivine che
., 22-102: costoro e persio e io e altri assai /...
lattandomi con lusinghe, fu cagione ch'io mi licenziassi dalla servitù de'veneziani.
boccaccio, 21-14-118: ne'monti, dov'io uso, io apparai / da quelle
: ne'monti, dov'io uso, io apparai / da quelle muse che già
orzata. redi, 16-viii-252: io non trascuro di rinfrescar la balia con
, e dammi il vino assaggio: / io vo'stasera anch'io far le mie
vino assaggio: / io vo'stasera anch'io far le mie lotte, / bench'
far le mie lotte, / bench'io stia bene, sia ripieno e sventri,
perché sì, gliene vorrebbon dare (io mi servo dei lor termini) una
e cresciuto del mio pane, abbandoneret'io, ch'io non ti venissi a guerire
mio pane, abbandoneret'io, ch'io non ti venissi a guerire, veggendoti
magno volgar.], 4-27: perché io nella vulva non morii? perché uscito
la substanzia mia, ma che dirò io? la lingua ci vien meno esprimere
o figliuol mio di latte, abbandonerei io sì che 'l carico che per invidia del
l'usanza sua, / come fec'io, per far migliori spegli, / ancor
petrarca, 359-36: ch'or fuss'io spento al latte et a la culla
molte amaritudini. tasso, n-iii-754: io direi più tosto che l'amore in
. d'annunzio, iv-1-199: s'io leggeva la 'filotea'di san francesco,
sul vivo latte / della tua mano io mille baci impressi. tronconi, 3-41
saresti un cervellino, o un presso ch'io non dissi. parabosco, 3-24:
ne rideva. lalli, 10-18: io forse il consigliai ch'abbandonata / lasciasse
fresca data. grazzini, 2-366: io lascerò da parte gli ebrei,..
latte: v. cansare, n. io. -col latte in bocca: in
allora disse la suora: vuoi tu ch'io ti meni una balia ebrea? simintendi
veduta mai non ti ricorda, ch'io / essendo ancora tu quasi da latte
saluti vostri e di tant'altri amici che io gli ho portati, nuota in un
firma: ma insomma che posto ho dunque io nel tuo album? -succhiare,
or farme. idem, n-iv-181: posso io dire d'aver co 'l latte bevuta
ed il lattemele. dossi, 3-3: io mi trovo un cialdone gonfio di lattemiele
miele stamattina. di'la verità, io sono un buon diavolaccio. pareto,
10 farò; per certo, ciò che io ho fatto fino a qui, ti parrà
se tu con le prove, ed io co'bastoni e con li spuntoni, se
caro e odorato oggetto, / ch'io non sospiri i bei rubini e i gigli
pavese, 4-146: era tanno che io affittavo una stanza di via nizza, che
buonarroti il giovane, 9-602: dovev'io / lasciarmi torre il molto / dolce zucchero
distintivo per i plurali dei nomi in 'io '('latticini ', '
vi farò i cappelletti come l'intendo io, seguiti da un bel porcello allo
una capra, la più lattosa che io abbia. bresciani, 6-xvi-48: sant'antonio
lattuga ai paperi, e pensava che io non me la mangiassi. fagiuoli, 1-1-195
me la mangiassi. fagiuoli, 1-1-195: io non sono di questi babbacci, che
: elli mi comandava molte volte che io cercasse per vedere questa angiola giovanissima;
per vedere questa angiola giovanissima; onde io ne la mia puerizia molte volte l'andai
11-41: né questo cotanto, che io laudabilmente sono vissuto, è senza alcuno
, cavalli, pranzi e che so io; ma lauda finem'. =
laudato. guinizelli, xxxvii- 472: io voglio del ver la mia donna laudare /
giustizia e nemico implacabile dell'adulazione, io cadeva nello estremo opposto di non laudare
l'onore. boccaccio, v-116: ascoltando io le laude in tale dì a giove
laudi ciascun il mio consiglio / s'io disprezzo le fronde 'l frutto piglio.
galileo, 3-1-126: né perciò dico io che non si deva ascoltare aristotile,
dolci. r. zeno, li-6-294: io lauderei che, sottoscritta la lega,
innamorato. rinaldo d'aquino, 102: io mi laudo che più altamente / ca
. chiaro davanzati, 27-15: però ch'io son blasmato / plus or forte d'
in infinito. parabosco, 1-27: io ti prometto portartene obligo eterno, far
, -si può respirare, -respiro anch'io. con un'occhiata, i valletti
: che più bisogna, donne, ch'io dica / quel che sa far costei
rinaldo d'aquino, 99: io non son sì sapio laudatore / ch'
non son sì sapio laudatore / ch'io sapesse avanzare / lo suo gran pregio infino
misura. guittone, xxxvii-62: forse ch'io perdo tacere, / poi non so
; laonde disse agli amici: « io sono miglior medico di questa infermità »
temon più. carducci, iii-10-390: io solo per avventura meglio di molti tra
carducci, ii-10-159: tu vuoi ch'io ti lodi del tuo scrivere francese?
veramente tu sei il mio signore, ed io poverello tuo servo, il quale con
dante, par., 19-37: vid'io farsi quel segno, che di laude
insigne. dante, 2-96: io vo'con voi della mia donna dire,
mia donna dire, / non perch'io creda sue laude finire, / ma ragionar
perché defraudi / del ben che mille volte io t'ho predetto? tasso, n-iv-15
71 17: non perch'io non m'aveggia / quanto mia laude è
della santa croce di prato, io: che neuno sia scripto in questa compagnia
detta sentenza. della casa, 1-37: io non voglio che nella supplicazione si estenda
alcuna, se non quelle alle quali io sono obbligato per il laudo fatto dal sig
. chiaro davanzali, lii-10: io che non son saggio, son temente,
, son temente, / s'io laudo, no 'l mio laudo aggia valore
valore. baruffaldi, iii-51: io per me non gli dò 'l laudo /
università è egli necessario aver laurea? perch'io non sono dottorato in nessuna facoltà.
fra l'altre bestie posso starci anch'io. carducci, iii-6-207: nato il 28
culturali. gherardi, ii-55: io lascio istare le innumerabili tragedie, le
'l sai, / quell'arciero son'io, / che in laureati agoni / a
d'esser laureato: / e frappoco anch'io togato / de'dottori in branco andrò
i-243: non ho vanto alcuno ond'io mi pregi / a te dar vanto e
aerei poggi / di bellosguardo, ov'io, cinta d'un fonte / limpido,
, 1-x-336: dei moltissimi obblighi, che io ho alla tanta sua gentilezza, non
il fior violetto dell'agno- / casto io colsi tra la ruine. = voce
francese, e raccogliete que'lauri ch'io vi presagisco e vi desidero nell'atto
sinistrostate e tritostate, e lauròstate credo io fosse il quarto nel coro comico.
. rajberti, 4-11: avendo già io lautamente dimostrato quelle mie massime, adesso
volte potuto eccedere, non so s'io dica in pienezza o in prolissità..
proceduto talor con qualche lautezza, ho io piuttosto ciò fatto in grazia di alcuni i
bini, 1-60: non v'ho io veduti percossi da un brivido allo spettacolo.
, 4-303: tra le cose memorande ond'io / pascei la vita, non celebro
maggiore a più doppi di quello ch'io mi pensava e che m'avevano detto,
lauta grazia. borsi, 1-194: io movea sul sentiero il passo cauto, /
lava / delle mie strade / ed io l'ascolti / non vedendo / in dormiveglia
al figur. lucini, 4-32: io mi sento risuonare in assai estranei istrumenti
di zinco, posta, senza che io sapessi, a traverso della porta d'entrata
a banco. galileo, 5-221: io lo dico, e l'ho detto mille
, 3-9 (1941): mi doglio io di ciò, veggendo che voi
corre al lavamane; / così cors'io a pianger a quel vaso, / durando
vedete, o signore, quanto abbia io sozzo il corpo per li peccati carnali da
parole, [lo zio] voleva ch'io mi scambiassi in un lavampolline. io
io mi scambiassi in un lavampolline. io! pensate. = comp.
che riguarda l'arte, bisognerebbe che io dessi di frego a parecchi di questi componimenti
al grigio. palazzeschi, 1-277: io non potrò mai dimenticare il frontone di
più da lavandai. nievo, 532: io era venuta intanto alla corriera dopo avermi
dir tante volte da mio padre essere io una cattiva lavandaia (che non trovava
. v. dessi, 7-1 io: dietro la casa grande era il bacino
andrà la spesa sempre di questo tenore io non potrò lamentarmi di povertà,..
. perché con trecento lire al mese io sono per mio conto nudrito, servito,
202: lo menai a lavare, dove io lavandolo di mia mano, e stropicciandolo
casti, ii-4-12: spògliati tu che anch'io mi spoglierò, / e làvati anche
spoglierò, / e làvati anche tu mentr'io mi lavo. carducci, iii-23-63:
bagnare. ariosto, 6-34: ritornando io da quelle isole estreme / che da
, /... / vèr ponente io venia lungo la sabbia / che del
crescer fanno. tasso, 8-34: io le piaghe sue lavo co 'l pianto.
santificante. fra giordano, 3-30: io battezzo in acqua; ma quelli che
mi lavi / di quel peccato ov'io mo cader deggio, / lunga promessa
lavato ed imbucatato. assarino, 3-79: io, per esser morto senza poter lavarmi
legali. prati, i-53: sempre io debbo / di menzogna lavarmi.
colle mie lacrime. fracchia, 354: io ho il segreto che purifica, lava
115): andatomene su, dove io avevo fonduto il detto oro, lavato le
severe rimostranze. nievo, 360: io avrei lavato il muso ai serenissimi inquisitori
e i sacri tempi / fa'ch'io del sangue mio non bagni e lavi.
, 16-viii-41: non è per questo che io non voglia che, venendo il bisogno
6-ii-99: è proceduto ciò dall'essere io di parere che... convengano solamente
svegliate le emorroidi. leopardi, iii-596: io non poteva più andar di corpo se
scesi più tardi, lavata dalle lagrime, io ero già tutta in pace.
paesaggio). bettini, 1-76: io t'amo, o terra, adesso che
; sciacquatura. cavalca, 20-105: io le gittai la lavatura del catino addosso.
vero sono i modi danteschi dei quali io constello il mio aulico eloquio..
, 20-46: madonna, o madonna, io moro, io sento il polmon che
madonna, o madonna, io moro, io sento il polmon che mi bolle come
anticamente chiamavasi lavéggio... nondimeno io stimo esser questa voce della lingua provenzale.
vecchio, » / disse, « ch'io porti il tuo lavéggio: è peso »
brette. tasso, 13-i-895: massara, io t'ammonisco, abbi 'l cervello /
. vallisneri, ii-329: né io nego già che alberi interi...
: mi diede lavoro, assicuratosi che io potevo lavoracchiare per lui senza mandarlo in
): così lui mi dette comodità che io potessi lavoracchiare qualche cosa. =
lavorare i lavoranti. cellini, 624: io mi servivo di molti lavoranti. soderini
lui il guadagno. moravia, xiv-102: io ho ricevuto altre visite, di altre
senza vantarmi: lui il capitale, e io quella poca abilità. sono il primo
e del quale riportate oggi il premio; io vi saluto e vi ringrazio. bacchetti
volgar., xv-i (187): io non vi conobbi mai, partitevi da
parente, e dice a questo signore: io voglio lavorare per costui dieci dì;
dieci dì; e un altro dice; io ne voglio lavorare per lui venti dì
le sconta. ritmo nenciale, 1-140: io ho laggato star di lagorare / da
laggato star di lagorare / da ch'io ti viddi e ch'io fui tuo prigione
/ da ch'io ti viddi e ch'io fui tuo prigione, / e,
certo tassettino tondo, in sul quale io lavoravo; e di mano in mano io
io lavoravo; e di mano in mano io tiravo l'oro del campo con un
, insieme con una gran diligenzia, io condussi l'opera, cioè la detta
quei pochi danari che mi avanzarono quando io potea lavorare, di pormi in viaggio
infame creatura! saba, 127: io sono il prigioniero in riva al mare
costoro lavoravano la mia fornace, che io avevo tanto ben fatta, con molta facilità
artefice e le rimunerava come principe; io dico del reggente, che morì mentre
arcani e con arcani amori, / io non intendo ciò che tu lavori.
dee., 3-1 (270): io lavorava un loro giardino bello e grande
se voi mi mettete costà entro, io vi lavorrò sì l'orto che mai non
,... v'immaginaste ch'io avessi avuto intenzione di lavorar la commedia
pan chi non alvaro, 19-49: io mi lasciavo lavorare da quelle vilavora.
dire, inteso la qualità mia: io la voglio lavorare sanza pagarla ».
si fa qui viani, 4-16: io, intanto, lavoravo la mia decisione,
malora per avere schiacciato un ciclista: ma io voro; attività che non comporta
siamo proletari. argomento ch'io avessi altro animo di quello che debbo
31. prov. 80: io ò allogato a lavorare... uno
infaticabile. palazzeschi, 6-306: io sono una donna lavorativa, una donna
bocchelli, 1-iii-185: la roba degli altri io non la tocco. bravo: e
d'un toro. galloni, 92: io ti donarci... quella cuffia tutta
.. quella cuffia tutta lavorata ch'io m'avea fatto per portar in testa la
colore: nel panno azzurro, che io non supponevo d'un azzurro così azzurro,
peccatori. a. manetti, 21: io ebbi già un mio lavoratore, a
. bibbia volgar., ix-554: io sono la vera vite; e il padre
orare. lorenzo de'medici, ii-281: io mi so mettere e trar la gonnella
questo è considerato! lambruschini, 4-1 io: egli culto in lettere, egli dotto
/ se non c'è qui il necessario io posso lavorare / o morire, altrove
a opra. slataper, 2-239: io a forza di decantare il lavoro e sentirmi
de'lavoratori, impiegati ecc., guadagnino io soldi per ogni giornata comune,
. lavorettàccio. leopardi, iii-665: io ti rivedrò subito che avrò finito un
caldo ed è grave anche quassù. io sto bene, e lavoricchio. pratesi,
loro lavorieri. pasqualigo, 2-182: io meno così bene le mani al lavoriero
preziosi. gemelli careri, 2-i-388: io non veggo chi possa loro disdire il
, 5-294: queste due buone femmine ch'io dico, / per farmi più dolente
pianarle. guarini, 376: crescend'io poscia di mano in mano, e
volgar., 3-2: da poi che io mi partì da voi, ò scripto
di così bella merce paghiate, che io il mio sì poco lavorio vi fornisca.
mi facevo ad esporre il concetto che io m'ero formato della nazionalità di un
una mala percossa a un tucidide che io traduceva in santa pace senza profitto dell'arte
voi vederete poi dal lavoro, quando io lo manderò. temanza, 82: un
rinfranco dai lavori dell'ingegno, ch'io potrei stampare in piemonte, dove adesso
lungo tema, / tempo è ch'io torni al mio primo lavoro.
. tasso, 10-63: i marmi io taccio e l'oro / meravigoiosi d'arte
sì lungo tema, / tempo è ch'io tomi al mio primo lavoro. storia
pur un poco el capo gioso, / io crederei con un sottil lavoro, /
a sei. tarchetti, 6-ii-571: io vorrei che tu potessi farti un'idea della
voi ha famiglia, come l'ho anch'io; si dovrebbe attendere ciascuno ai proprii
a cottimo. cavour, v-305: io mi credo... in debito di
. mazzini, iv-6-499: oppresso com'io sono da mille cure e lavoro e lavorucci
amor non mi faccia / sì ch'io me ne trametta, / che 'l mio
alla sua traduzione,... mentre io pure lavorucchiavo per conto mio.
infetti stanza nel cuore della città: io credeva che il lazzeretto se le dovesse scostare
va da sé '. es. io lo presi in casa che andava da sé
ranieri, 1-i-64: o credi tu ch'io sia qualche lazzara o figliuola di lazzara
col cotogno. pascoli, 551: io non credeva, fuori che in sogno,
moniglia, 1-iii-467: seconda quel ch'io dico, / tieni il lazzo e
tieni il lazzo e vedrai / ch'io ti son buon'amico. fagiuoli, 1-1-
, 1-1- 200: ch'ho io a reggere? che s'ha a portar
idem, purg., 15-84: com'io volea dicer 'tu m'appaghe '
annunzio, i-878: le barbariche strofe io, ne le prime / armi, scagliavo
, / le cortesie, l'audaci imprese io canto, / che furo al tempo
il principio. tarchetti, 6-ii-576: io ti aveva le mille volte osservata,
. manzoni, pr. sp., io (184): a quelle conveniva
esser dolente. caro, 3-2-104: io non ebbi mai nel pensiero simil cose
rosse, turchine e candide: / io cogliendo le rosse godeva intrecciartele al crine
, 16-v-207: della quale [allegoria] io mi son servito in quel mio [
(cfr. casa, n. io). boccaccio, dee.,
dante, par., 7-io: io dubitava, e dicea 'dille, dille
signoria, a rincontro, quel ch'io le dissi d'un mio antico pensiero.
dante, inf., 3-55: io, che riguardai, vidi una 'nsegna
diavol. tasso, n-ii-254: ben so io che 'l sonno sopisce tutti i sentimenti
l'hai com- mannato / ca là io le ne vada. boccaccio, dee.
avventura altrettanto. aretino, vi-402: io ho tanta compassione a la mia pa-
a la mia pa- droncina dolce, io le ne ho tanta che mi si scoppia
la credenza. foscolo, iv-366: io me le sono prostrato, e tendeva
sorella -sbigottitesi a prima vista fuggivano. io le chiamai per nome. manzoni,
. manzoni, pr. sp., io (185): le teneva sotto,
dante, inf., 13-59: io son colui che tenni ambo le chiavi /
tutte le cose che tu mi di', io le conosco vere. -in anacoluto
a donne liete e festeggianti non siano, io le pure dirò. -sottintende il
cose da me raccontate, che come io le vi porgo, s'ingegnano..
in parte la già detta semplicità, io ti rispondo che le non sono lettere nostre
l'ombra amante, vi so dire io che le non ci stanno a grande agio
nel nomin. plur. (n. io). le3, sf.
, pesima mortale, /... io vegno apelato da tuti lo liale /
signor la sposa. misasi, 7-ii-101: io sono... un soldato
senza sotterfugi, senza menzogne degradanti. io mettevo il mio studio nell'esser leale,
leale. niccolini, 2-2-14: leai vassallo io sono a carlo, e bramo /
e battaglie. di giacomo, i-345: io dovetti accontentarmi di più volte stringere la
, / tanto che le lor gioie estreme io canti? carducci, ii-1-4: un
leale, / il meglio degli amici ch'io m'abbia avuto mai. d'annunzio
, 6-5: i fatti di lui ho io presi dal più leale storico, che
romanzo di tristano, 178: certo io veggio che sed io foe altro giuoco con
178: certo io veggio che sed io foe altro giuoco con isotta la quale
mie lettere misi in volume; ch'io cosi vòte ne le conosco, come
novellino, 60 (97): io vi prometto lealmente ch'io ve ne
97): io vi prometto lealmente ch'io ve ne deliberrò. dante, conv
amore, quanti ne troviano, / io zuro lialmente a l'alto dio / che
abusa. d'annunzio, iv-1-28: io voleva dirti quel che t'ho detto:
dirti quel che t'ho detto: ch'io non sono più tua, che non
quello conrisponde lealmente a la speranza che io aveva ne lo esser favorito da voi.
... indritta lealtate / vogl'io usare a tutto mio podere. dante,
moneta né argento né oro; / povero io mi partì'di mia cittade, /
, / tu al tuo re, ed io nella cittade; / e domattina,
lealtade, / e chiamerotti, com'io fe', col corno / e proverremo
vermi si nutrichino dell'amaro, avendo io trovati vermi roditori dell'assenzio, e
moscoli, vii-590 (45-7): io te prego, per l'amor ch'io
io te prego, per l'amor ch'io porto / nel core a quella,
/ ched él te piaccia camparme, ch'io péro. boccaccio, 1-i-167: tu
avvenuto per la gran leanza la quale io ho trovata in te. fiorio e biancofiore
o lianza. cieco, 6-84: io non cerco altro pegno che la fede;
che tu ne prende sicuranza, / ch'io ti diletto ed amo per servente,
di leanza. calogrosso, 120: io viddi in prima il suo bel viso
vaghezza e cum sì dolce aspetto / ch'io presi di salute al cor speranza;
di salute al cor speranza; / und'io mi fece a lei fidel sugetto,
de'medici, ii-203: lasso! io credetti che maggior leanza / regnassi in te
lianza, ché son sì cortese / ch'io temo del nascoso e del palese.
commandato. chiaro davanzati, 10-3: io voglio star sovra laudar l'amore / e
/ per nulla leanza, / s'io sapisse - ch'io morisse.
leanza, / s'io sapisse - ch'io morisse. -rompere la leanza:
diversi principi [rezasco], 22: io lo pregai di rinnovare la leanza e
: l'altro fia una chineuccia che io ho, ovvero il leardo che cavalco io
io ho, ovvero il leardo che cavalco io, e che aveste voi. brignole
in molti colori e specie, ma io lo voglio restringere in sei, e
vuoi la baia. i -sì! io vò la learda. s'io non ero
-sì! io vò la learda. s'io non ero / qui fuori, il
leonina: v. leonino1, 11. io. -per simil. eruzione cutanea.
del denaro. slataper, 2-119: io amo la mia anima piena di lebbra e
garibaldi, 2-2: molta gente, ed io con questa, ci figuriamo di poter
. amenta, 4-103: -oimè, io son fra'el canchero e la lebra
lecca in sul groppone! ti do io le lecche! \ viani, 19-236:
di non rilevare, aveva lasciato che io facessi coppia con « quel leccaculo del
. sacchetti, 157: s'io m'abocco, / introcco / ov'io
io m'abocco, / introcco / ov'io li dea di ciuffo; / un
requiem eterna. domenichi, 6-48: io son parasito, leccapiatti e cagnotto d'un
portarti;... vi ho fatto io stesso un contorno di patate arrostite nella
volessi grazia. bibbiena, xxv-1-6: s'io avessi potuto, l'arei confinato in
altro se n'andrà sotterra, / ed io mi leccherò quel buon retaggio. pananti
. c. malespini, i-48-125: io so ch'io pagarò di coppe, poiché
malespini, i-48-125: io so ch'io pagarò di coppe, poiché i danari con
porco salato] leccar via; ma io, più destro, / rimedio con un
suoi versi nati goffi e grossi orsatti: io vedo che i versi nati male,
aretino, 20-330: come egli intende che io l'ho al mio comando, corre
le scarpe di nessuno. verga, 3-1 io: gli leccano le scarpe perché gli
dirvi el vero è neciessario, che io li dia una sbrussata de acqua rosa,
: datemi licenza,... ch'io dica anche qualche cosa intorno al vostro
leccatore. testi fiorentini, 81: io mi meraviglio ke'leccatori sono innorati,
f. frugoni, iv-423: intanto ch'io ristetti all'avviso, quel generoso molosso
piaggeria. castelvetro, 3-87: avenendomi io alcuna volta che i versi propostimi per
voi. baretti, 3-361: permettetemi ch'io non entri in questo lecceto, anzi
lusinga sdolcinata. giovio, ii-ii: io vi ringrazio... alla lombarda,
suscitarle l'appetito. mamiani, ii-52: io per temperamento e, come dire per
ne tien conto procacciarsi? giocosa, io: intavolava discorsi, da tirarsi per
frugoni, 4-48: pellata pellandruccia, / io son l'eco, e son lecco
necessario. grazzini, 312: ond'io rimasi, / come direste, quasi /
. f. frugoni, 3-iii-305: io son sardanapalo / quel gran rege de
-di animali. nievo, 1-239: io pareva il lardo ed essi una ciurma
caro, 2-2-282: vi par strano ch'io non vi scriva, per leccornia di
= comp. da lecc [io] e orno (v.).
guadagno. ariosto, 368: anch'io d'esser pagata mi delibero / per
mi vuol fare una lecitissima grazia, io gnele farò volentieri un libero presente.
lecito di avvertire il signor guerzoni che io non ho fatto mai il cozzone di
la repubblica? goldoni, xiii-870: io l'abbraccio di cuor teneramente, / ché
la legge, sì. -ma allora, io giudice chiamato dalla legge, se mi
. aspetta, aspetta che t'accomodo io ». leopardi, v-3: dico che
, 1-109: e che cosa devo fare io? posso incominciare dal mandar via quel
per virtù di quel terribil fuoco, io feci pigliare tutti i mia piatti e scodelle
30-74: ivi è romena, là dov'io falsai / la lega suggellata del batista
e l'oro ». nel qual paragone io credo che non parrà di buona lega
è da più di me: a cui io non degno di sciogliere i legaccioli delle
, sacrosanto. carducci, ii-1-229: io reputo legalissimo il risentimento pel quale io
io reputo legalissimo il risentimento pel quale io chiamai 'pecoroni '(cioè bestioni,
, decreti o altra scrittura, e io con un sol nome legali controversie chiamandole,
conoscendomi agivano con me cosi alla libera io non aveva a proporre altra questione che la
i comunisti son tutti d'accordo. io no. ma li vorrei un po'più
cui fu fatta. filangieri, i-542: io chiamo scrittura autentica quella che è stata
e sospesa ogni pubblicità, fino a che io sia stato ascoltato legalmente. manzoni,
legame e le funi. leonardo, 2-1 io: l'uomo prese la civetta e
per l'aspre some / de'legami ch'io porto. boccaccio, dee.,
foscolo, ii-250: tu m'ami, io t'amo; un docile / legame
instabile, / da te non temo io froda. d'annunzio, iv-1-112: il
, 1-i-24: intanto il tempo passava ed io studiava tuttogiomo in qual modo sottrarmi all'
modo sottrarmi all'odioso legame, quand'io fossi stata posta alle strette.
dante, par., 32-50: io discioglierò 'l forte legame / in che
governa. onofri, n-12: quand'io ti cerco, / è perché dentro me
a lei. cantari cavallereschi, 214: io manderò giù una cordella / per poter
vl-m: questa veste mi lega. io sono uso andar con la cappa e usar
mezzo. ariosto, 25-55: come io fossi femmina mi veste, / e in
. idem, par., 4-18: io veggio ben come ti tira / uno
lingua mi fu legata di modo che io non poteva parlare. magalotti, 2-30:
sarei sentito l'obbligo di fare anch'io qualche viaggio. -rifl. fra
cosa è a dire che mi lego io medesimo; bene è così...
duca arnoldo. caro, 9-455: io mi ti lego / per fede a tutto
g. gozzi, i-25-67: mentre ch'io sto in pensiero per cogliere il tempo
sono legato. manzoni, v-2-60: io non vorrei legarmi a dichiarare un unico
manzoni, pr. sp., io (167): questi momenti, che
. dante, par., 14-129: io m'innamorava tanto quinci, / che
'l bel paese, e 'l loco ov'io fui giunto / da'duo begli occhi
paio un pesce avvelenato, / mentre ch'io vo'per la via. bembo,
leghi e riscalde. aretino, v-1-127: io, per dono de la cortesia che
aveva a sé legato. pavese, 8-1 io: la donna sfugge, e tenta
del desiderio insaziabile. cassola, 2-321: io le parlo così per l'amicizia che
neppur parere. metastasio, 1-2-57: io vorrei /... chieder l'
brieve istruzione. galuppi, 2-89: io avrei voluto, per contentar subito il
piovene, 3-138: tutte queste cose ch'io non sapevo legare, e mi giungevano
fece legare. goldoni, i-1034: io vi consiglio anzi a riformare tutti i vostri
fu corretto [il libro], e io el feci riscrivere a uno buono scrittore
/ or potare, or legare, or io dovea / darvi quel fimo al piè
distici corretti vanno molto meglio. ma io non li stamperei in fronte al volumetto
quanto a dio. cavalca, 9-343: io infino ora ho per assoluto colui che
con qualche donna. garibaldi, 2-270: io, poco accostevole di natura, e
giovio, ii-182: né io desidero che mi empia quella lussuriosa scarsella
e greci: dell'un de'quali se io fussi erede a mia scelta generalmente,
erede a mia scelta generalmente, siccome io son legatario di alcuna parte del saper
già sarei sciolto. nievo, 475: io ti esorto intanto a perdonare come perdono
ti esorto intanto a perdonare come perdono io. ti nomino anzi legatario perpetuo delle
ma faccia lei [la morte]: io non ci vo'impazzare; / terrò
5-43: vuole imprigionarme, / pur com'io fossi un uom del vulgo, e
l'oro del crin, perché legato io pera. 3. attaccato strettamente
, fermato. latini, i-2942: io 'l misi a ragione / di que'quatro
non avessi cominciato a quest'ora, s'io mi potessi risolvere, se la traduzione
con molti affanni / legato son, perch'io stesso mi strinsi. s. caterina
l'oro del crin, perché legato io pera. d. bartoli, 14-1-36:
ti chiamar sì tapinella, / ch'io son legato e mai sarò sciolto.
s. caterina da siena, i-24: io catarina, serva e schiava de'servi
, ii-10-275: che vuoi ti dica io? non altro, non altro che
fosse uno uomo un poco legato, io ci arei dentro una grande speranza. guarini
sanator celestiale. cavalca, iii-9: io sono legato e messo di cristo.
vice legati, delegati, o che so io? carducci, iii25- 198: un
: lasciamen'ir pe'fatti miei, ch'io non avessi a esser poi testimone o
m. cecchi, i- 296: io gliene do / e dico: « ecco
insieme. tassoni, xiii-444: 'quant'io veggio m'è noia, e quant'
veggio m'è noia, e quant'io ascolto '. questo è un tasto discordante
, di legature e di sortilegii ch'io ho fra le mani, veggo che ove
mare di pisa, 509: io non prenderò dal podestà... u
imperador che là su regna / perch'io fu'ribellante alla sua legge, / non
nel paese. carducci, ii-n-13: io ero fieramente repubblicano; e la repubblica
dell'esercito e la mia vita, io che non son mai stato soldato.
. buonarroti il giovane, 9-66: io domandava, che lezioni in questo / vostro
amici. settembrini, 1-59: quando io andavo a la scuola di leggi vi
oddi, 2-27: -ah mio padre? io, che sono obbligato per legge naturale
: non vi deste a credere che io sia venuto per isciogliere la legge o i
tutto regie, / domani grazia ch'io possa cantare / a laude tua e di
palamedès, in: signor, se io vi donasse mio amore, che vi potre'
non siete neente di mia legge né io de la vostra, ché voi siete
vostra, ché voi siete cristiano e io sono pagana. marco polo volgar.,
nostra legge e del tuo impero / son io già prima a militar avezza. m
. fantoni, ii-135: te solo io riconosco. armida elegge, / o la
dee., 1-3 (90): io saprei volentieri da te quale delle tre
quale non si poteano salvare. io. regola generale di comportamento. -anche:
operazione; bottari, 5-138: anch'io non posso soffrire certi inorpellamenti contrari a
male. rosmini, xxi-23: quando io so che cosa costituisce l'illicitezza d'una
azioni è la legge, dietro la quale io giudico della moralità ed onestà delle azioni
noi cerchiamo. firenzuola, 75: io vorreri sapere... chi è stato
piovene, 3-138: tutte queste cose che io non sapevo legare, e mi giungevano
le leggi vostre. baldelli, 5-2-71: io veggo... la legge non
del bene, 83: qui vivrei io lieto e contento, / se così i
che si era data al sanfelice; ed io... fui costretto confidarla al
me saprai. / -a questa legge io resto. / -quell'enea che tu
con tanta instanza mi richiedete, ch'io non mi partirò di qua altramente nè
. il quale è questo: che io a questa legge non sia costretto di dover
. poliziano, st., 1-23: io pur fei giove mughiar fra l'armento
fei giove mughiar fra l'armento, / io febo drieto a dafne gir piangendo,
drieto a dafne gir piangendo, / io trassi pluto delle infemal segge: /
alla mia legge? castiglione, 75: io non ho voluto scrivendo usare le parole
: quando iddio apparecchiava li cieli, io era presente; quando con certa legge e
li abissi,... con lui io era. cecco d'ascoli,
/ passi il temuto cimitero. ed io / (non quello temo, ai vinti
amorosa, sei! tasso, n-iii-766: io soleva contemplar molto e legger poco,
negli affanni, molto lessi e poco io contemplai. brusoni, 1-58: vedendomi [
in granaio. vignali, 1-1-3: io mi ricordo che ieri per non mente mi
: / el n'è rason ch'io vi meta / leze a quel che tu
miglior senno. tasso, n-iii-556: io vi chiedo s'a la prudenza del
così o così. es.: * io non gli vo'metter la legge in
/ più condurre il mio gregge / io non sapea, ch'errante / ir lasciai
pre- tenderebbon di farle essi, ma io non ci voglio star sotto.
vecchio scampa, / con tali stampe io me la son giocata; / e di
lei di letteratura per darle prova ch'io desidero di compiacerle in quello che posso.
19-33: -ma che / scartabello veggh'io a l'uscio?... /
... non forse di quello che io cerco ti convertissi in contrario, e
ben leggente, bene istudiante: com'io avevo in pisa, come in firenze.
altri, peggio, senza contare che io non voglio far la vita del gaglioffo,
piangendo. f. vettori, 1-vi-370: io non ho lettere da nessuno che io
io non ho lettere da nessuno che io lega più volentieri che le vostre.
leopardi, iii-204: sono due mesi ch'io non istudio, né leggo più niente
leggemmo avante. cavalca, 11-43: io cognosco l'ardore dell'animo tuo a
lesse. savonarola, 7-i-317: quando io voglio diventare picco- lino, lo leggo
parmi che lui sia uno gigante e io nulla. b. davanzali, ii-293:
sostant. latini, 3-5: io spesse volte soglio vedere e leggere li
, 120-12: tornai indietro, perch'io vidi scritto / di sopra 'l limitar
al mio viver prescritto, / bench'io non vi legessi il dì né l'ora
ora. dondi, 239: io non so ben s'io volia quel ch'
239: io non so ben s'io volia quel ch'io voglio, / s'
non so ben s'io volia quel ch'io voglio, / s'i'toco quel
, dentro a questo lume / in ch'io ti parlo, mercé di colei /
spenti / di fuor si legge com'io dentro avampi. buti, 2-628: raccordandoci
scienzia nostra. varano, 1-106: io benché in loco assisa, / ove
prima? che poi? / quel ch'io t'ho già di lei scritto nel
. baldi, i-94: in voi leggh'io / espresso questo ver, ch'a
la mente. svevo, 6-625: io lessi chiara negli occhi dell'ammalato una vera
-assol. montano, 1-53: io non esisto ormai che all'unico scopo
: vollono lasciare a me solo che io leggessi, a quanti scolari v'aveva,
', la qual lezione, non che io rifiuti come fa altri, credo anzi
bisognerà una lunga deciferazione, volendo che io la sappi leggere, non che cantare.
, i-6-16: e però quel ch'io dico nota e leggi, / a ciò
ondeggia, / raccorcia e lega; ond'io di fior novelli j...
, vi-819: dammi la tua mano. io te la so leggere. bartolini,
so leggere. bartolini, 20-161: io non ne ebbi paura / a lei
queste altre vieta e speme? / io dico che per sua sottilitate / e leggerezza
della mia purezza di ragazzo i che io ho poi voluto perdere la leggerezza, /
, conciossiacosaché elli non sia meco né io con lui congiunto d'alcuna conoscenza d'amistade
conoscenza d'amistade: e perciò esaudire io li suoi prieghi non voglio. s.
lui sono / impeti di malizia, io gli perdono. manzoni, pr. sp
di stima a voi stessa? posso io tralasciare di essere vostro amico senza nuocere
li qua'nascon molto leggermente. ed io ho sì provata la leggerezza del suo avvenimento
, d'un ombra, tal che io stimo voi di essere, come me.
necessario, di tutti i giorni, io fremo, fremo. fogazzaro, 13-96:
manzoni, pr. sp., io (183): insegna [la religione
partimmo. simintendi, 1-136: così hoe io veduto lo fiume, corrente da quella
... di conoscere quale volontade io abbia in dire; onde più leggiermente
ti dee audire, / sì com'io credo, è ver di me adirata:
4-100: la quale [fellonia] io non dico, ma leggieramente la taccio,
muratori, 7-ii-327: l'argomento ch'io ora propongo, leggiermente (lo confesso
esser tenute superflue. baretti, 6-14: io aveva molto leggermente conosciuto quel garbato svizzero
/ che s'ammirano al mondo, io ben so a quali / posso la mia
dante, inf., 30-82: s'io fossi pur di tanto ancor leggero /
in cent'anni andare un'oncia, / io sarei messo già per lo sentiero,
fronti / vana vaghezza,... io te con questo / ferro recido,
senza bagaglio. palazzeschi, i-185: io mi figuravo che gli uomini corressero nudi
i piè leggero! palamedés, 69: io non sono neiente sì visto né sì
tutto lo corpo de la grande vecchiessa ch'io abbo. boccaccio, dee.,
, 40: ripensando al ben ch'io mai no'spero / veder, m'agghiaccio
gesti delicati. pascoli, 5: io veniva leggiera al vostro letto; / dormite
/ or che ad un'aria aperta io qui l'infoco; / dal suo lissivio
qui l'infoco; / dal suo lissivio io l'alcali riporto, / restando,
mai bevuto acqua così leggera, ed io dovetti convenire che era un'acqua incantevole.
. fasciculo di medicina in volgare, io: a quelli che se mi- nuiscono
a voi, senza temere, / io respirava l'aure innovatrici: / mi bat-
di lodo in questa mia età essere come io sono più che molti altri meno vecchi
incominciava a sentire il mio cuore leggendo io il vostro lamento. ma dapoi che
il vostro lamento. ma dapoi che io l'ho intesa, sono rimaso tutto
c. bini, 1-367: leggiera leggiera io mi levava al mattino. moretti,
è di buon umore e scherza; anch'io mi sento leggero e scherzo con lui
talor veri. cavalca, 20-209: io ho un mio fratello molto leggiere e
te cedo, / deposta l'ira, io stesso. unqua non fosti / né
altra simile genia. foscolo, xvi-262: io non sono né sì perfido né sì
sua sovrumana imbecillità. svevo, 6-1 io: tu sai, fortunata, se io
io: tu sai, fortunata, se io sia stato leggero, se abbia mai
; superficiale. mascardi, 403: io stimo... che il beni.
. amico di dante, xxxv-n-759: io, udendo lui ciò dire, intesi
manzoni, pr. sp., io (187): le suore sopportavano alla
volubile e di testa non so se io me la chiamo leggère o d'intendimento